Moment One:
~∫Allenamento
Makorra
Schivò l’ennesimo colpo e si preparò a sferrare un pugno di fuoco allo stomaco della sua avversaria, che però lo evitò con semplicità.
Shouta si rimise in posizione di guardia quando il padre lo chiamò per avvertirlo che tra poco sarebbe arrivato zio Bolin e Varrick per la foto di famiglia. Si distrasse solo per un attimo, ma tanto bastò a Korra per lavarlo da capo a piedi.
«Mai abbassare la guardia, Shouta.» lo riprese con un sorriso. Il ragazzo le sorrise di rimando e ravviandosi i corti capelli corvini ammise la sconfitta. Che poi non era una sconfitta vera e propria, si stavano solo allenando. Quando però Korra si avvicinò per il consueto inchino, Shouta le giocò un tiro mancino e con uno sgambetto l’atterrò nel fango.
«Mai abbassare la guardia, mamma!» la canzonò prima di venire trascinato a sua volta a terra, nella novella pozza. Scoppiarono a ridere, stretti in quella comica scena.
Mako, sentendo strane risate provenire dal campo, si affacciò dalla finestra e la scena che gli si presentò davanti lo lasciò impietrito: cosa non aveva capito, sua moglie, di “tra poco dobbiamo fare la foto”?
L’uomo si schiaffò una mano in faccia e raggiunse i due, che avevano preso a schizzarsi.
«Korra, che diamine… combinate?» disse « Bolin tra poco sarà qui e i vostri vestiti sono tutti imbrattati!»
Lei, per tutta risposta, si alzò, tirò su il figlio e dominò l’acqua del laghetto addosso a tutti e tre e poi fuori dai loro vestiti.
In poco meno di un minuto, erano lindi e pinti e un ghigno di soddisfazione si dipinse sul viso della donna.
«Dicevi?»
Un istante dopo il campanello suonò e l’espressione di Mako era a metà tra la rassegnazione e lo sconforto. Korra non sarebbe mai cambiata e loro figlio era esattamente uguale a lei.
Shouta si rimise in posizione di guardia quando il padre lo chiamò per avvertirlo che tra poco sarebbe arrivato zio Bolin e Varrick per la foto di famiglia. Si distrasse solo per un attimo, ma tanto bastò a Korra per lavarlo da capo a piedi.
«Mai abbassare la guardia, Shouta.» lo riprese con un sorriso. Il ragazzo le sorrise di rimando e ravviandosi i corti capelli corvini ammise la sconfitta. Che poi non era una sconfitta vera e propria, si stavano solo allenando. Quando però Korra si avvicinò per il consueto inchino, Shouta le giocò un tiro mancino e con uno sgambetto l’atterrò nel fango.
«Mai abbassare la guardia, mamma!» la canzonò prima di venire trascinato a sua volta a terra, nella novella pozza. Scoppiarono a ridere, stretti in quella comica scena.
Mako, sentendo strane risate provenire dal campo, si affacciò dalla finestra e la scena che gli si presentò davanti lo lasciò impietrito: cosa non aveva capito, sua moglie, di “tra poco dobbiamo fare la foto”?
L’uomo si schiaffò una mano in faccia e raggiunse i due, che avevano preso a schizzarsi.
«Korra, che diamine… combinate?» disse « Bolin tra poco sarà qui e i vostri vestiti sono tutti imbrattati!»
Lei, per tutta risposta, si alzò, tirò su il figlio e dominò l’acqua del laghetto addosso a tutti e tre e poi fuori dai loro vestiti.
In poco meno di un minuto, erano lindi e pinti e un ghigno di soddisfazione si dipinse sul viso della donna.
«Dicevi?»
Un istante dopo il campanello suonò e l’espressione di Mako era a metà tra la rassegnazione e lo sconforto. Korra non sarebbe mai cambiata e loro figlio era esattamente uguale a lei.