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Autore: BettyLovegood    21/12/2014    3 recensioni
Alice è una semidea.
Il suo migliore amico Lucas è un satiro.
Ha un fratellastro gemello che non ha mai conosciuto.
Suo padre è un dio.
La morte di sua madre non è stata casuale.
Dal capitolo 5:
Alice si era definitivamente stancata. –Mi sapete dire chi diamine è questo Percy?- urlò improvvisamente.
 Ma la ragazza non dovette aspettare una risposta. Qualcuno uscì dalla porta.
 Era un ragazzo alto con i capelli neri scompigliati e gli occhi verde mare. Era la copia esatta di Alice.
La ragazza lo studiò: il modo in cui curvava le spalle, il viso, i lineamenti , tutto era così simile a lei.
Era come vedere se stessa in versione maschile.
Dal capitolo 14:
-Alice, domani posso dire a tutti di essere andato a letto con te?- Mi ha chiesto improvvisamente.
 Ho alzato la testa per guardarlo e lui é scoppiato a ridere.
 -Sto scherzando!- ha detto.
 Ho riso insieme a lui. Se c'é una cosa che Leo sa fare é farmi ridere nei momenti più tristi e io lo adoro per questo.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Mostri, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finirono di cenare in silenzio. Ogni tanto Leo faceva una battuta per smorzare la tensione ma dopo la minaccia di Frank di trasformarsi in un orso e di staccargli la testa tacque.
Annabeth non era ancora tornata al tavolo, la vedevano seduta al tavolo con Chirone.
Il tridente e la civetta se ne erano andati giá da un pó quando il centauro radunó tutti i semidei attorno al fuoco.
Alice si alzó controvoglia e seguí gli altri. Tutti guardavano lei e Percy e mormoravano tra loro.
Chirone richiamó l'attenzione di tutti e parló con voce forte.
-Semidei, diamo il dovuto benvenuto alla nostra nuova amica Alice, figlia di Nettuno, per noi Poseidone.- disse indicando con un gesto la ragazza seduta al fianco di Percy.
Un breve applauso si alzó dalla folla.
-Bene, ora vi starete tutti chiedendo perché oltre ad un tridente é comparsa anche una civetta.- Continuó il centauro osservando la folla di semidei. -Annabeth ci spiegherá tutto.- Aggiunse poi voltandosi verso Annabeth, ancora immersa nel grosso libro.
La ragazza si alzó dal tavolo e raggiunse il centauro.
-La nostra amica Alice é una figlia di Nettuno nata sotto la benedizione di Minerva, il che ci riporta alla leggenda romana di Minerva.- Disse la bionda osservando il fuoco.
Dopo qualche istante di silenzio parló nuovamente.
-Secondo questa leggenda Minerva fu rapita da Aracne che voleva ucciderla per averla trasformata in un ragno. Dato che nell'antica Roma Minerva  era considerata una dea minore nessuno si prese il disturbo di cercarla. Ma dopo qualche giorno dalla sparizione Nettuno, il Dio del mare, decise di mandare dei semidei alla sua ricerca. Una volta tornata sana e salva sull'Olimpo chiamó a raccolta tutti gli dei in una riunione di emergenza. In questa riunione maledisse tutti gli dei perché nessuno si era scomodato a salvarla. La maledizione , ovviamente, é stata scaricata sui figli degli dei ed infatti é per questo che tutti siamo dislessici. Prima i semidei potevano leggere benissimo il greco, il latino e qualsiasi altra lingua senza che tutte le parole si mischiassero tra loro. Nessuno fu risparmiato da questa maledizione, neanche i figli del Dio del mare. Minerva volle peró premiare Nettuno.- Annabeth si fermó qualche secondo e prese il libro dal tavolo. Voltó qualche pagina e poi lesse. -Una figlia del Dio del mare, degna della mia benedizione, sará dotata di grandi poteri. Le doneró  sapienza e magia.-
Annabeth richiuse il libro, attorno a loro regnava il silenzio. Tutti stavano guardando Alice e lei si chiese il perché. Non era lei la ragazza di cui parlava la leggenda, lei non aveva nessun potere.
-É lei che stanno cercando i romani?- chiese una ragazzo dalla folla indicando Alice.
Jason si alzó da terra e raggiunse Annabeth.
-Si, stanno cercando lei. I figli di Nettuno non sono ben visti dai romani.- Disse gettando uno sguardo veloce a Percy. - E lei é anche nata sotto la benedizione di una dea minore, per i romani.- Jason si passó una mano fra i capelli e sospiró. - Da piccoli al Campo Giove ci hanno insegnato che la ragazza della leggenda non doveva vivere, doveva essere uccisa perché non é degna di vita.-
Alice fissó il volto di Jason.
-É colpa sua se i romani ci danno la caccia, é colpa sua se non possiamo lasciare il Campo, é colpa sua se non possiamo vedere i nostri genitori. Che cosa ci fa ancora qui? Deve andarsene!- urló un ragazzo.
La folla mormoró, Percy e Leo scattarono in piedi.
-Lei non va da nessuna parte Malcom. É una semidea come tutti noi e ha il diritto di stare qui.- disse Percy gettando un' occhiataccia al ragazzo.
Malcom divenne tutto rosso. - Io..io volevo solo dire  che non vedo la mia famiglia da tanto per colpa dei romani.-
-Malcom ha ragione.- urló una ragazza -Lei deve andarsene!-
Diverse urla si alzarono.
-Deve andarsene!-
-Cacciatela, é una romana!-
-Mandatela via, ci fará uccidere tutti!-
La ragazza si era definitivamente stancata di tutto questo. Da quando era arrivata al Campo era andato tutto storto: tutti la guardavano, tutti la giudicavano e adesso volevano perfino cacciarla. Beh, se proprio doveva essere cacciata preferiva andarsene da sola.
-ME NE VADO!- urló improvvisamente Alice alzandosi in piedi. Aveva gli occhi lucidi e il viso rosso. In realtà non voleva andarsene, ma infondo quei ragazzi avevano ragione, era lei la causa dei loro problemi.
Leo le prese un braccio e la fece voltare verso di lui.
-Che diamine stai dicendo? Tu non vai da nessuna parte, ti uccideranno se esci di qui!- Le disse. Non aveva il suo solito sorriso, quello che la rassicurava. Aveva un'espressione strana in viso.
-Devo andarmene, loro hanno ragione, vi causo solo guai.- disse con voce tremante. Un mormorio di assenso si levó dalla folla.
Leo si voltó verso di loro. -Bene.- urló. -Se va via lei vado via anche io. E buona fortuna con le difese del Campo che ho istallato.-
I semidei iniziarono ad urlare. Molti erano convinti che Alice se ne dovesse andare ma c'era un bel pó di gente convinta del contrario.
Alla fine Chirone riportó il silenzio.
-Nessuno andrá via dal Campo.- disse con voce forte. -Come ha detto Percy Alice é una semidea e come tale ha il diritto di stare qui. Ci sará una missione, parleremo con i romani e li faremo ragionare. Ne riparleremo domani, ora tutti a dormire.-
I semidei si dispersero mormorando.
Alice non si mosse, stava ancora li ferma ad osservare il fuoco. Percy si avvicinó a lei e le strinse un braccio.
-Ehi sorella, ti va di andare a dormire?- chiese. Alice annuí.
-Sai come figlia di Nettuno hai il diritto di dormire nella Capanna di Poseidone, Annabeth si trasferirá nuovamente nella Capanna 21- disse con voce bassa.
Alice scosse il capo. -No. Annabeth ha bisogno di te, io sto bene nella Capanna 21.- disse.
Percy le rivolse un sorriso per ringraziarla e iniziarono a camminare.

Leo si avvicinó al loro, aveva la maglia bruciacchiata e puzzava di fumo.
-Cosa diamine hai combinato Valdez?- gli chiese Percy guardandolo.
Lui fece un gesto con la mano per dirgli di lasciare perdere. -Alice possiamo parlare?- chiese guardando la ragazza.
Alice si scusó con Percy e si avvicinó al ragazzo.
-Hai per caso preso fuoco?- chiese osservandolo.
-Qualcosa del genere.- disse lui con noncuranza.
Alice lo guardó con aria interrogativa e lui sbruffó.
-Ho litigato con quell'idiota di Drew. Secondo lei sono solo un patetico ragazzino che non é buono a niente, quindi per lei potevo anche lasciare il Campo insieme a te.- disse mentre si osservava la maglietta. -Cosí le ho detto che se non la smetteva di dire stupidaggini l'avrei fatta incenerire da Festus.-
Alice osservó il ragazzo. -Lo avresti fatto davvero?- gli chiese.
-Cosa, farla incenerire? Ma certo, non appena avró finito di lavorare con Festus la ragazza dovrá stare molto attenta.- disse con un sorriso.
-Intendevo dire andare via. Saresti davvero venuto via con me dal Campo?- 
Leo fissó la ragazza. -Ma certo che sarei venuto con te!- Le disse.
-Ma perché?- gli chiese lei. -Tu qui hai tutto: amici, famiglia, una casa. Con me saresti stato abbandonato in mezzo alla strada e per giunta  in pericolo di vita.-
Leo sorrise tristemente. -So cosa vuol dire essere soli, non m'importa dei mostri o dei romani, non ti avrei mai lasciato andare via da sola.- Le disse guardandola negli occhi.
Alice s'immerse negli occhi color nocciola del ragazzo e sorrise.
-Diamine Valdez, mi stupisci sempre di piú.- Gli disse.
Leo scoppió a ridere. -E questo é solo l'inizio.- Disse facendole l'occhiolino.
Alice scoppió a ridere.
-Allora ho il permesso di accompagnarti a casa?- chiese porge sole un braccio.
-Ma certo.- Disse stringendosi a lui.
-Leo non mi hai ancora detto come mai hai preso fuoco.- osservó la ragazza mentre iniziavano a scendere verso la spiaggia.

-Alice!- qualcuno la chiamó da lontano, lei si voltó e vide Jake venirle incontro.
-Ehi Jake.- salutó lei una volta che quest'ultimo si era avvicinato.
-Ciao Alice, posso parlarti?- le chiese rivolgendole un sorriso a trentadue denti.
Alice osservó il bel volto del ragazzo. Tutto di lui era perfetto, dai capelli biondi fino alle labbra rosa che si aprivano in quello splendido sorriso.
-Chi é lui?- chiese Leo interrompendo la sua osservazione.
-Ah giusto!- Disse lei guardando il ragazzo al suo fianco.
-Leo lui é Jake Evans, figlio di Ecate. É lui che ha scoperto quella cosa su mia madre.-
Leo studió il ragazzo in silenzio.
-Cosí é lui che ti ha fatto piangere stamattina.- Disse gettando un'occhiataccia al ragazzo.
-Io sono Leo Vadez, figlio di Efesto. Sono il ragazzo che l'ha consolata.- disse porgendo una mano al biondo.
Jake strinse forte la sua mano in quella del ragazzo rivolgendogli a sua volta un'occhiataccia.
-Allora Alice possiamo parlare?- chiese il biondo rivolgendole un sorriso.
-Ma certo, dimmi.- gli disse lei.
Jake guardó Leo. -Da soli se é possibile.-
Alice si voltó verso il ragazzo. -Leo ti dispiace?- disse.
Leo guardó la ragazza, con aria triste  poi scosse la testa.  -Ok.- disse semplicemente mentre si allontanava.
-Ehi Valdez!- Lo richiamó lei avvicinandosi.
Leo si voltó e lei gli diede un bacio sulla guancia. -Grazie di tutto.- gli disse sorridendogli.
Leo fu colpito da quel gesto, si portó una mano alla guancia e poi sorrise. Si voltó e se ne andó.
Alice raggiunse Jake, che stava osservando Leo che camminava.
-É il tuo ragazzo?- chiese.
Alice scoppió a ridere. -Chi Leo? É solo un buon amico.-
Jake spostó finalmente lo sguardo dalla sagoma di Leo, che ormai si vedeva a malapena e sorrise alla ragazza.
-Allora non hai un ragazzo?- Chiese.
Alice fissó il bel volto del ragazzo.
-É di questo che mi vuoi parlare?-  gli chiese a sua volta lei alzando un sopracciglio.
Jake rise. -Non proprio, ero solo curioso.-
Camminarono in silenzio per un pó. Alice studió bene il volto del ragazzo: era tutto perfetto, l'unica cosa che non andava era una lunga cicatrice che partiva da dietro l'orecchio sinistro e proseguiva sul collo.
Si sedettero sulla spiaggia e Alice spostó il suo sguardo sul mare.
Suo padre era il Dio del mare, quando l'aveva sentito non riusciva a crederci. Eppure non doveva sembrarle tanto strano. Lei aveva sempre amato il mare.
-É strano no?- le disse Jake intercettando il suo sguardo. -Scoprire che tuo padre é una divinità.-
Alice ci pensó un pó su. -Ho sempre pensato a mio padre come un ubriacone grasso che se ne sta tutto il giorno sul divano a guardare la tv, senza lavorare, senza pensare minimamente al fatto che avesse una figlia. Invece adesso scopro che é addirittura un dio. Si, é molto strano.- Disse - E tu quando lo hai scoperto?-
Jake sorrise. -Io ho sempre saputo di mia madre, a differenza degli altri semidei sono cresciuto con il mio genitore divino.-
Jake fece un sospiro. -Mio padre é morto quando io ero piccolo e dopo aver girato mezza America da un parente all'altro alla fine mia madre é venuta a prendermi. Mi ha detto che io ero troppo importante per crescere con i mortali. Cosí sono cresciuto con lei, sono arrivato al Campo solo quest'inverno. Mia madre ha detto che c'era bisogno di me.-
Alice spostó lo sguardo dal mare e fissó il ragazzo. -Mi dispiace per tuo padre.-
Jake sorrise. -E a me dispiace per tua madre.- Disse. -E scusa per stamattina.- Aggiunse.
-Non fa niente, infondo avevo sempre pensato che ci fosse qualcosa di piú sotto. Non era una semplice malattia la sua.- Disse scrutando il mare.
-Alice sai che non é colpa tua vero?- disse lui ad un tratto.
La ragazza non rispose, continuó a fissare l'acqua in silenzio. 
Era colpa sua, solo colpa sua.
Nessuno poteva farle cambiare idea.
-Allora di cosa volevi parlarmi?- Chiese  cambiando discorso.
Jake sospiró. -Dovrai allenarti con me, a quanto pare puoi usare la magia.-
Alice sorrise. - Bene. -
-E Percy ti aiuterà a recuperare i tuoi poteri sul mare.- Aggiunse poi lui sorridendo a sua volta.
-Fantastico.- Rispose lei entusiasta.
Non vedeva l'ora di cominciare.
-Domani mattina, dopo la riunione verrai alla casa di Ecate con me e vedremo di cosa sei capace.- Disse sorridendo.
-Oh non sottovalutarmi Evans, a quanto pare sono molto potente.- Disse sorridendo.
Jake scoppió a ridere. -Vedremo, Alice vedremo.-
I due si alzarono dalla spiaggia e Alice raggiunse la sua Capanna.
-Buonanotte Jake.- Disse sorridendo al ragazzo.
-Mmh, a me non dai un bacio?- chiese lui divertito.
Alice rise. -Solo se sarai un buon maestro.- Gli disse.
Jake rise a sua volta. -Preparati perché io sono un insegnate fantastico.- Disse facendole l'occhiolino.
-Lo vedremo Evans, lo vedremo.- Lo prese in giro lei.
Jake rise nuovamente. -Buonanotte splendore.-
-Buonanotte Jake.-
Alice entró in casa e sospiró.
Forse non era tanto male stare al Campo. Pensó mentre si buttava sul letto e si addormentava.


Furono diversi colpi alla porta che la svegliarono.
Aveva avuto di nuovo lo stesso incubo dell'altra volta e si era svegliata alle tre del mattino in un bagno di sudore. Fortunatamente non aveva urlato, evitando di svegliare Percy. Si era riaddormentata piano piano, vinta dalla stanchezza.
La ragazza si alzó controvoglia e si trascinò alla porta. L'apri e si trovo davanti un sorridente Leo.
-Buongiorno Raggio di sole.- la salutó.
Alice sbadiglió. -Buongiorno Leo.-
-Sai che sei in ritardo per la riunione?- disse lui entrando in casa.
-Riunione?- Chiese la ragazza mentre raccoglieva i capelli in una coda disordinata.
-Si la riunione, quella dove si deve capire se sbatterti o no fuori dal Campo.- disse lui sedendosi sul letto disfatto e osservando il comodino.
Alice si portó una mano alla fronte. -La riunione!- urló 
Si precipitó nell'armadio e estrasse un jeans e una maglia. Stava per spogliarsi li, quando poi si ricordó di essere in compagnia di Leo. Si fermó con le mani sui pantaloncini.
-Per me puoi farlo, non ho mica vergogna.- Disse lui facendole l'occhiolino.
Alice gli tiró un cuscino in faccia e sparí nel bagno. Si cambió velocemente e ritornó nella stanza.
Leo stava comodamente steso sul letto con un libro in mano.
-Valdez!- lo sgridó lei avvicinandosi e togliendogli il libro da mano. -NON.OSARE.MAI.PIÚ.TOCCARE. I. MIEI.LIBRI!.- gli disse puntandogli un dito contro. Posó il libro al suo posto e si infiló le scarpe.
-A volte mi fai davvero paura.- disse Leo guardandola.
Alice fece un sorrisetto. -Il grande Leo Valdez ha paura di una piccola ragazzina?-
-Si, se quella piccola ragazzina ti urla contro come hai appena fatto tu.-
Alice scoppió a ridere. -Andiamo.-gli disse uscendo.
Leo la seguí fuori.
-Allora, cove voleva mister fantastic da te ieri sera?- chiese il ragazzo mentre attraversavano l'arena.
-Si chiama Jake.- Disse lei.
-Si beh, cosa voleva Jake da te?- chiese nuovamente lui.
-Voleva sapere se tu eri il mio ragazzo.- disse lei alzando le spalle.
-E tu gli hai risposto..?-
-Che era vero. Insomma sono o non sono perdutamente innamorata di te?- Disse Alice scoppiando a ridere.
Leo sbruffó. - Alice Garden smettila di prendermi in giro!- Le disse con una finta aria offesa. -Sul serio cosa voleva?-
Alice sorrise. -Deve darmi lezioni di magia, non é fantastico?.-
-Si, come no.- Disse lui con scarso entusiasmo.
-Cosa c'é Valdez, sei geloso?- Gli disse prendendolo in giro.
-Geloso di lui? Ma mi hai visto? Sono fantastico.- Disse lui sorridendo e allargando le braccia.
Alice lo guardó dalla testa ai piedi e poi rise.
-Cos'ha lui piú di me?- chiese Leo guardandola.
Alice assunse una finta aria pensierosa. -É alto, biondo, muscoloso e ha degli occhi meravigliosi.- disse infine.
Leo sbruffó e Alice scoppió a ridere di nuovo.
-Io sono molto piú interessante di lui.- disse Leo fermandosi. Erano arrivati davanti alla Casa Grande.
Entrarono e raggiunsero la sala dove si trovavano giá diversi semidei seduti attorno ad un tavolo da ping pong.
-Lo so.- sussurró all'orecchio dell'amico. -É per questo che sono innamorata di te no?- Gli disse facendogli l'occhiolino.
Leo sorrise e prese posto al fianco di Hazel.
- Finalmente siamo al completo.- Disse Percy alzandosi dal suo posto e facendo cenno ad Alice di accomodarsi. La ragazza prese posto al fianco di Annabeth.
-Allora Chirone é dovuto salire urgentemente sull'Olimpo stamattina presto, quindi non sará presente. Ha lasciato l'incarico di supervisione a me e a Jason.- Disse Percy indicando il compagno al suo fianco.
-Chi deciderá chi partirá per la missione?- Chiese un ragazzo biondo alzando una mano.
-É giá stato deciso stamattina insieme a Chirone.- disse Jason.
-Dato che la missione implica entrare al Campo Giove andremo io, Percy, Frank e Leo.-
Alice spostó lo sguardo su Leo, seduto dall'altro lato del tavolo che aveva la testa bassa. Leo doveva partire e non gliel'aveva detto.
-Perché Leo?- chiese nuovamente il biondo -I romani non lo odiavano?-
-Perché i romani ti odiano?- chiese Alice al ragazzo.
Leo evitó il suo sguardo e non le rispose.
-L'estate scorsa ha quasi distrutto Nuova Roma perché era impossessato da uno spirito.- Le spiegó Frank.
-É proprio per questo che deve venire.- Disse Percy mentre si passava una penna da una mano all'altra. -Deve far capire che non é stata colpa sua, deve chiedere scusa.-
-Ma perché partire in quattro?- chiese una ragazza grossa con una bandana militare in testa. -Tre é il numero perfetto per le missioni, in quattro attirerete piú mostri.-
- Sia io che Percy siamo stati pretori. In estate Reyna ha proclamato Frank pretore. Quindi noi tre abbiamo un certo numero si semidei che ci dará retta.- Spiegó Jason.
 -Inoltre viaggeremo con Festus, che grazie alle nuove istallazioni ci fará da protezione per i mostri.- aggiunse Leo accenando un sorriso.
-Bene, qualcuno ha qualcosa da aggiungere?- Chiese Percy alla fine.
-Voglio venire con voi.- disse Alice guardando il fratello.
-Alice non puoi.- Le disse Jason.
-Perché no? Tutto questo riguarda me! Loro vogliono me, io non vi faró rischiare la vita per me.- Disse alzandosi in piedi.
-Alice noi non rischiamo la vita al Campo Giove, siamo ex pretori . Reyna ci ascolterá, lei ci ha giá aiutato in passato. Quella che rischia la vita lá fuori sei tu.- Le disse Percy guardandola negli occhi.
-Ma...ma ci sono i mostri.- Disse lei.
Percy sorrise. -Non preoccuparti, abbiamo affrontato cose peggiori di quelle stupide gorgoni. -
-Ma..-
-Niente ma Alice, ritorneremo sani e salvi al piú presto, non preoccuparti.- la rassicuró Jason con un sorriso.
Alice si abbandonó sulla sedia sconsolata.
- Bene, qualcun altro ha da aggiungere qualcosa?- chiese Percy.
-Ok, allora il comando sará lasciato ad Annabeth, come su richiesta di Chirone. - Disse dopo qualche istante di silenzio.
-Ora, Leo é pronto Festus?- chiese Jason.
Il ragazzo annuí.
 -Ci vediamo fra quindici minuti fuori dal confine.- disse Percy. -La riunione é conclusa, grazie a tutti.-
I semidei si alzarono mormorando e lasciarono la sala. Alice uscí fuori.

-Alice.-
La ragazza si voltó, era Leo.
-Perché non mi hai detto niente?- chiese.
Il ragazzo non rispose.
-Leo, perché non mi hai detto niente?- ripeté la ragazza.
Era arrabbiata, molto arrabbiata. Non voleva che nessuno rischiasse la vita per lei, soprattutto se qual qualcuno era Leo o Percy.
E in piú Leo non le aveva detto niente. Lui che le aveva promesso si non lasciarla sola ora partiva per una missione, lui che ora stava li davanti a lei con lo sguardo fisso sulle sue mani senza dirle una parola.
-Lascia stare.- disse la ragazza, si voltó e fece per andarsene ma Leo le prese la mano.
-Mi dispiace.- Disse semplicemente. -Devo farlo per forza.-
Alice  guardó la mano del ragazzo stretta nella sua e scosse il capo.
-Non devi farlo per forza.- disse lei. -Nessuno ti obbliga, puoi restare quí con me.-
Leo sorrise. -Per quanto mi piaccia la tua idea non posso, devo andare. Portó finalmente rimediare allo sbaglio che ho fatto.-
Dalla voce del ragazzo Alice capí che si sentiva terribilmente in colpa. Dalla storia che le aveva raccontato Jason avevano dovuto abbandonare il Campo Giove per un imprevisto. Quell'imprevisto era stato causato da Leo.
La ragazza sospiró.
-Sta attento.- gli disse solamente e Leo le rivolse il sorriso piú bello che lei avesse mai visto. Non era un semplice sorriso, di quelli che le faceva per rassicurarla o per farla ridere. Quel sorriso esprimeva felicità.
Si incamminarono insieme in silenzio verso il bosco. Leo sveglió Festus che li seguí fino ai confini, dove erano giá radunati diversi semidei.
-Ehi vecchio amico, come stai?- Disse Jason al drago di metallo mentre lo accarezzava.
Alice si avvicinó a Percy e lo abbracció.
-Ritorneremo presto, non preoccuparti.- Le disse lui all'orecchio.
La ragazza annuí e lo lasció.
-Ehi Alice posso chiederti un piacere?- chiese improvvisamente lui.
-Tutto quello che vuoi.- gli rispose lei sorridendo.
Percy si guardó attorno e posó il suo sguardo su Annabeth che stava parlando con Jason e Piper.
-Puoi starle vicino?- chiese.
-Ma certo.- Disse lei . -Non preoccuparti, siamo cosí uguali che non noterá neanche la differenza.- Aggiunse con un sorriso.
Percy rise. -Grazie.- Le disse abbracciandola di nuovo.
-Grazie a te Percy.- Gli rispose lei.
Lui sorrise e andó verso la sua ragazza. Alice salutó Jason e Frank con un abbraccio e con la raccomandazione di stare attenti e poi andó da Leo, che stava armeggiando con Festus.
-Ehi Leo hai un minuto?- chiese.
-Anche due per te Raggio di sole.- le disse lui sorridendo ma senza staccare gli occhi dalla grossa vite che stava stringendo.
Alice osservó per un pó il ragazzo muovere qualche filo. Dopo qualche minuto finalmente si voltó verso di lei.
-Scusa, una piccola correzione al navigatore.- Disse sorridendole.
-Leo, sta attento.- Le disse lei per la seconda volta.
Leo alzó un sopracciglio divertito. -Ci tieni molto a me vedo.-
Alice gli diede un leggero pugno sul braccio. -Chi mi consolerá ora che tu sei via? Chi mi sveglierá la mattina? E soprattutto chi mi fará sorridere?- Disse lei guardandolo.
Leo l'abbracció. -Torneró prima del previsto, non preoccuparti.- Le sussurró all'orecchio.
Rimasero per un pó cosí abbracciati. Leo profumava di olio per motori e benzina. Dopó un pó si separarono e il raggazzo osservó i suoi amici. Percy ed Annabeth si stavano scambiando un lungo, appassionato bacio.
-Che ne dici di un bel bacio di buona fortuna?- chiese lui.
Alice rise e gli diede un bacio sulla guancia.
-Ma io non intendevo un bacio cosí.- disse lui.
Lei lo guardó e scoppió a ridere.
-Per il momento fatti bastare questo. Ritorna qui e ne riparleremo.-
-É una promessa?- Chiese lui con aria seria.
-Io non prometto niente.- gli rispose  la ragazza.
-Avanti! Avró bisogno di un motivo per tornare oppure potrei decidere anche di restare via per sempre.-
Alice lo guardó per un pó e poi sospiró.
-E va bene, te lo prometto.- Disse infine sorridendo.
Leo le sorrise di nuovo con il suo sorriso carico di felicitá e poi salí in groppa a Festus.
-Sbrigatevi gente. - urló il ragazzo agli atri.
Salirono tutti e quattro sul drago ( che era stato reso comodo dai lavori di Leo) e si allontanarono.
Alice rimase sulla collina a fissare il punto dove erano spariti e poi si allontanó con Piper, Annabeth e Hazel.
-Spero vada tutto bene.- moromoró Hazel.
Nessuno le rispose, ma tutte erano d'accordo con lei.
-Deve per forza andare tutto bene. -Pensó Alice.



L'ANGOLO DELLA SCRITTRICE :3
Eccomi quiiiiii! ;D
Allora scusate se ci ho messo molto, dovevo aggiornare ieri ma mia cugina che viene dal Norde (xD) ha deciso di farmi una sorpresa e all'ultimo momento me la sono ritrovata davanti casa ;D
Quindi è colpa sua se tarderò con gli aggiornamenti u.u
Comunque questo capitolo è un pò più lungo degli altri e c'è tanta Aleo *-*
Spero vi piaccia :3
Allora come sempre ringrazio: icedisland, Percabeth7897, GioM03 e il mio cuoricino Angy ( <3) per aver recensito. :3
Siete la mia gioia gente, non so cosa farei senza di voi <3
Inoltre ringrazio anubis347 per il messaggio ;3
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui.
Fatemi sapere che ne pensate della storia :D
Tanti baci semidivini, with love BettyLovegood <3

P.S: da notare la scritta rossa, in tema natalizio *-*


 
   
 
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