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Autore: Cee4    22/12/2014    1 recensioni
Un pasticciaccio rom-com insolito in SeoulCity
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, G-Dragon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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aine 8
Jiyong si fece timido, preso di sorpresa dalla sua confessione. Si sentì lusingato e allo stesso tempo in colpa, sapendo che non poteva ricambiare i sentimenti di Aine. Poggiò una mano sulla testa di lei, per poi scompigliarle leggermente i capelli mentre le rivolgeva un sorriso dispiaciuto.
La ringraziò di essere abbastanza coraggiosa da confessargli i propri sentimenti e le disse quanto era grato che lei provasse tutto ciò per lui. Ad ogni modo, si schiarì la voce. Fu diretto, non era lo stesso per lui e non lo sarebbe mai potuto essere. Terminò il tutto, cercando di non ferirla troppo, con un "Questo oppa non è poi un così buon partito, lo sai?".
L'espressione di Aine, dapprima preoccupata, si fece più distesa. Scoppiò a ridere, rischiando di strozzarsi con la torta di riso che aveva in bocca. Aveva ottenuto una risposta seria, davvero credibile, ad una battuta che aveva preso le sembianze di uno stupido gioco.
-Così questo è ciò che si prova ad essere scaricate da Jiyong-sshi, uh?-.
Lui annuì gonfiando le guance e guardando davanti a sé. Aveva l'aria di chi voleva perdersi nell'orizzonte.
Erano quasi le tre del pomeriggio. Prima di addentrarsi maggiormente nel parco Naksan, avevano deciso di riposarsi su una piattaforma in legno. La vista era meravigliosa. Si riusciva anche a scorgere la  N Tower grazie alla limpidezza del cielo. 
Poco più in là, un gruppo di anziani era intento a giocare a godori. Nessuno lo aveva ancora riconosciuto fortunatamente.
Solo, erano riusciti a sentire il bisbiglio delle due ajumma che piazzavano la posta. "Che bel giovane", avevano detto prima di ritornare alle carte.
-Aine-sshi, a questo punto possiamo abbandonare ogni formalità non credi?-.
-Uhm, ok. Ehm. Kwon. Posso chiamarti così?-.
Lui sorrise. L'ultima volta che qualcuno lo aveva chiamato in quel modo era stato alle lezioni di hip hop. Aveva avuto forse quattordici anni, o quindici. -Che ne dici di Ai?-.
Lei scosse il capo. -Aine sarebbe perfetto-.
-Allora, Aine, potresti darmi la mano?-.
Titubante, lei allungò il braccio verso di lui. Jiyong le alzò leggermente la manica della camicia e cinse il suo polso con un braccialetto.
-Mi dispiace per tutto quello che è successo-.
Si trattava di un doppio filo rosso con appeso un sole. Un sole le cui pietre luccicavano a seconda della luce.
-Non posso accettarlo, pagare le cure è stato più che abbastanza. Cioè, si vede che non è uno di quei cosi carucci ma finti che vendono nei negozietti di Hongdae. Davvero non posso-.
Jiyong si piegò in avanti, con una mano sulla fronte, per poi portarsi indietro coprendosi metà volto. Non avrebbe smesso di ridere, almeno non nell'immediato presente.
-Ti senti bene?-, domandò lei.
Lui annuì continuando in una risata che sembrava essere sul punto di mescolarsi con delle lacrime.
-Kwon!Kwon!! Kwon!!!-. Aine,esasperata, gli infilò una torta di riso tra le labbra.
Jiyong si zittì finalmente. Con ancora metà boccone in bocca, si alzò controllando di non avere delle briciole sui pantaloni. Lei  fece lo stesso.
-Andiamo?-.
Aine annuì, guardandosi le ginocchia.
Fu un pomeriggio sereno, un piccolo universo parallelo e perfetto dove entrambi passeggiavano fianco a fianco.  Lui aveva scoperto che i genitori di lei,un giapponese ed un'irlandese, si erano conosciuti all'aeroporto di Incheon durante uno scalo che era durato sei ore. Lei aveva annotato mentalmente quanto a lui non piacessero lo yogurt e le noci.
Si lasciarono attraversare dalle parole, diventando felicemente un po' più pesanti.
Ad un certo  punto, furono presi d'assalto dalla corsa di studenti delle medie che giocavano ad un due tre stella.
Jiyong l'afferrò per la vita.
In realtà, si afferrarono a vicenda, temendo uno scenario simile all'incidente. Per fortuna, scamparono illesi anche all'orda di adolescenti in pausa dai propri doveri scolastici.
Ad ogni modo, lui era riuscito a sentire a sè i fianchi di Aine. Erano più piccoli di quanto avesse potuto scorgere o immaginare.
Scesero un numero infinito di scale,visitarono il museo dedicato alla storia del parco. Aine fu colpita da quanto lui fosse curioso ed entusiasta su qualsiasi cosa.
Mentre percorrevano la via che li portava dal quartiere dipinto di Inwha fino all'ultima tappa di quel minitour, videro un'altra massa di ragazzini e ragazzine correre per la strada.
Lei domandò una dolce bambina con le treccine lunghe fino al petto perché si affannassero in quel modo e lei "C'è  Jun Ki di quel drama sulla SBS".
Aine e Ji si fissarono per un istante, chinandosi l'uno sull'altro perché le risate erano troppo forti perché lo stomaco le contenesse.
Lui la prese per mano. Fu un istante. La trascinò, mettendosi a correre pure lui.
Si vollero bene per il tempo che le loro dita furono intrecciate. Le mani scivolavono a causa del calore, tuttavia la presa rimase salda.
Si arrestarono.
-Ah, mi gira la testa, sento che vomiterò-. La fronte di lui era imperlata di sudore  e la T-shirt bianca un po' più adesa al suo corpo.
-...-.
-Tranquilla, non su di te. Sei troppo bella in questo momento perché possa rovinarti-. Jiyong le sorrise, sistemandole una ciocca di capelli in disordine. Tenero, delicato.
Lei lo baciò assaggiando timidamente solo la superficie delle sue labbra.

^^
Un po' di fluff ed un *piccolo* passo in avanti. Buone feste da tutto lo staff di Bloom :)
Ogni commento è ben accetto.
xxx
   
 
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