Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Angelina88    22/12/2014    0 recensioni
Vi ricordate? Abbiamo lasciato Hermione Ron ed Harry nel dormitorio maschile e quest'ultimo si stava chiedendo se Kreacher gli avrebbe portato uno spuntino.
Subito dopo veniamo catapultati sulla banchina del binario 9 e tre quarti a King's cross e sono passati ben diciannove anni. Come ha fatto la comunità magica a riprendersi durante quegl anni? Come si sono ripresi dallo sconforto e dal dolore causato dalle ingenti perdite? Che è successo nelle vite di Harry, Ron ed Hermione nel corso d quei diciannove anni? Bè, vorrei provare a raccontarlo io...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente, Albus Severus Potter, Albus Silente, Un po' tutti | Coppie: Arthur/Molly, Harry/Ginny, Luna/Neville, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I Ragazzi stettero tre giorni alla Tana intenti a preparare le valige. Sia Harry e Ginny che Hermione e Ron avevano prenotato i biglietti aerei che li avrebbero condotti alle destinazioni prescelte.
Ginny tentò di convincere George ad unirsi a loro ed accompagnarli in Senegal, ma lui preferí declinare l’invito e occuparsi dei Tiri Vispi Weasley. Passava al negozio la maggior parte delle sue giornate riprendendo in mano i progetti lasciati in sospeso. Lasciava Verity a gestire la clientela mentre lui nel retrobottega sprigionava tutta la sua inventiva e il suo ingegno.
Una mattina Angelina Johnson, sua ex compagna di scuola e di squadra, andò a trovarlo. Appena varcata la soglia del negozio la ragazza non poté impedirsi di guardarsi attorno ad occhi sgranati e a bocca aperta: tutti quei colori e quei prodotti strabilianti la estasiarono. I gemelli Weasley le erano sempre piaciuti, era uscita con Fred per un breve periodo dopo il Ballo del Ceppo ma non aveva funzionato: Il ragazzo era un po’ troppo vanesio per i suoi gusti, ciònonostante lo aveva lasciato a malincuore; la sua morte l’aveva profondamente sconvolta.
Verity le si avvicinò chiedendole se poteva esserle d’aiuto, interrompendo cosí i suoi pensieri.
« Sí, vorrei vedere George Weasley, se è possibile »
« Chi devo annunciare? »
« Angelina, Angelina Johnson »
« Pazienti un minuto »
Dopo qualche istante Angelina fu invitata a raggiungere il retrobottega. Si avvicinò rapidamente alla stanza ed entrò, qui vide George in piedi con un gran sorriso di benvenuto tutto per lei. Gli si avvicinò e lo abbracciò forte:
« George! Che bello vederti! »
« Anche per me Angie! Come stai? »
« Abbastanza bene, e tu piuttosto? »
« Cerco di tirare avanti... »
Angelina sciolse l’abbraccio e George la invitò ad accomodarsi all’altro capo della scrivania.
« Allora, Bellezza, come procedono i tuoi studi? »
« Molto bene, ho finito il tirocinio e ora sono guaritrice a tutti gli effetti! »
« Congratulazioni! » Esclamò George con un gran sorriso
« Bè, altrettanto a te, questo posto è una favola! »
« Grazie Angie! Ma dimmi, giochi ancora a Quidditch? »
« Sí, nel tempo libero, ma a livello amatoriale... Senti, ora devo andare. Ti va di vederci una di queste sere? »
« Certo, con immenso piacere! Ti mando un gufo appena son libero »
Angelina si congedò lasciando un bacio sulla guancia dell’amico, poi se ne andò premurandosi di salutare e ringraziare Verity. George dal canto suo la seguí con lo sguardo finché fu nel suo campo visivo, sfiorando la zona in cui le labbra della ragazza si erano posate provocando una notevole accelerazione del suo battito cardiaco. Poi con un sospiro si rimise al lavoro.
 
 
Intanto alla Tana Harry e Ginny avevano finito di fare i bagagli e si godevano abbracciati il panorama della finestra della stanza della ragazza:
« Senti, Harry, ma una volta in Senegal dove staremo? »
« Dall’ospite dei miei zii. Si chiama Amadou Lo e da quanto dice Hestia Jones, oltre ad essere un mago straordinario è anche una persona estremamente gentile »
« Sono a dir poco elettrizzata, non vedo l’ora che sia domani per partire! »
« Anch’io... è il nostro primo viaggio da soli! »
«Già, e spero che sia il primo di una lunga serie... »
«Te lo prometto, Amore... »
Ginny avvampò:
« È la prima volta che mi chiami amore! »
« Bè? Non gradisci? »
«Oh sí, gradisco da morire » rispose lei con aria sognante. Harry la prese per i fianchi , lei fissò i suoi grandi occhi luminosi in quelli incredibilmente verdi del suo ragazzo e lui con un gran sorriso le disse:
« Ti adoro piccola Weasley » e la baciò.
Fu un bacio dolce e tenero che li tenne deliziosamente impegnati per lungo tempo dopodiché si stesero sul letto di Ginny a coccolarsi teneramente.
Hermione e Ron stavano infilando le ultime cose nelle valige. La giovane strega aveva fatto una lista dell’occorrente e man mano riempiva i bagagli, la spuntava con la penna.
« Sai se ci sono scuole di magia in Australia? » Domandò Ron mentre sigillava con un colpo di bacchetta la sua valigia.
« No. Ce n’è una in Nuova Zelanda dove si recano generalmente tutti i giovani maghi d’Oceania. »
« Interessante,  mi aiuti a scegliere i vestiti per il viaggio? »
« Io quando viaggio cerco di vestirmi nel modo più comodo possibile, quindi ti suggererirei di mettere quei jeans leggeri e quella polo di cotone a righe »
« Che tra l’altro mi hai regalato tu... » Disse il ragazzo con un tenero sorriso « Quanto hai detto che durerà il viaggio?»
« Quattordici ore Ron, te l’ho detto mille volte »
« Quindi non è uno scherzo? » Rilanciò il ragazzo speranzoso
« No Ron. Comunque come ti ho già detto non voleremo di filato per tutto il tempo perché facciamo scalo a Bombay »
« E se ci andassimo in Thestral? Mi mette un po’ in ansia l’idea di viaggiare alla Babbana »
« Ero convinta che non ti fosse piaciuta granché la sgroppata in Thestral, o sbaglio? »
« Di sicuro adesso che posso vederli sarà meno inquietante, per lo meno non avrò più l’impressione di essere a cavallo del nulla. Ma visto che hai già ritirato i biglietti presumo che dovrò rassegnarmi e farmene una ragione »
« Precisamente Ron » disse Hermione al tempo seccata e divertita
« Ora Hermione » cominciò il giovane esitante « Vuoi essere cosí gentile da darmi un bacio? »
« Che richiesta cortese » Ridacchiò Hermione deliziata tendendo il braccio « Su, vieni qui, vedrò cosa posso fare...»
Ron si avvicinò sorridente, il cuore che batteva a mille all’ora. Non si era ancora abituato all’effetto che la vicinanza di Hermione gli faceva. Erano anni ormai che starle vicino provocava in lui strane reazioni:le sue mani tremavano leggermente, il suo cuore era in perenne tachicardia e il suo stomaco sembrava esser pieno di farfalle svolazzanti. E il suo sorriso, Santo Cielo, come resistere a quel gran sorriso disarmante?
Ron si era avvicinato e le aveva preso la mano tesa, ancora qualche passo e fu a pochi centimetri dalle sue labbra. Si fermò e Hermione colmò raggiante la distanza.
Una mezz’oretta dopo la voce della signora Weasley giunse fino a loro: la cena era servita.
Ron e Hermione si alzarono dal letto piuttosto scarmigliati e ridacchiando si misero a sistemarsi capelli e vestiti a vicenda.
« Sí, direi che ora sei presentabile! » disse soddisfatta Hermione  prendendo il ragazzo per mano e conducendolo verso la porta, avevano cominciato a scendere le scale quando Ron le disse:
« Non ti facevo cosí passionale, sai?! »
Hermione un po’ spiazzata gli rispose:
«Forse sei tu che tiri fuori lati di me di cui io stessa ero ignara »
« Uhm, voleva essere un complimento? »
Hermione rise di cuore:
« Sí Ron, lo è»
« Vuoi dire che con Krum?...»
« Con Viktor avevo quattordici anni ed ero poco più di una bambina, comunque no, non era come con te; era lui che conduceva e io mi limitavo a seguirlo... con te invece mi sento libera ed intraprendente!»
« Sono lusingato » mormorò Ron imbarazzato e compiaciuto al tempo. Lei sfoggiò uno dei suoi più affascinanti sorrisi e lo precedette in cucina. Hermione si sedette accanto a Ginny e tra una chiacchera e l’altra consumarono la cena.
 
La mattina seguente albeggiò su un cielo terso e privo di nuvole. I quattro ragazzi raggiunsero, dopo aver calorosamente salutato la famiglia Weasley, l’aeroporto di Heathrow con la metropolitana e una volta fatto il check in, scoprirono con immenso piacere che i loro gates erano adiacenti. Passarono dunque insieme le ore che li separavano dal momento dell’imbarco comportandosi nel modo più babbano possibile ( impresa che per Ginny e Ron fu piuttosto ardua ). Il volo di Harry e Ginny fu il primo ad essere annunciato quindi i due si accomiatarono dagli amici e si imbarcarono. Raggiunsero i posti che erano stati loro assegnati e si sedettero impazienti di cominciare il viaggio.
Nel frattempo Ron ed Hermione erano stati riconosciuti dalle gemelle Patil, che come spiegarono, stavano andando in India per una visita ai nonni.
« Verrete a ricostruire Hogwarts, vero? » chiese loro Hermione
« Ma certo, non ci perderemmo l’evento per nulla al mondo! » esclamò Padma
« Come sta Harry? » chiese Parvati
« Sta bene, sta andando a farsi una vacanza con mia sorella »
« Oh, stanno di nuovo insieme? »
« Sí, certo »
« E voi due, andate in India? »
« No, in Australia. Facciamo solo scalo a Bombay »
Il loro volo venne annunciato e i quattro andarono ad imbarcarsi. Le gemelle presero posto qualche sedile dietro a quelli di Ron ed Hermione che si sedettero in attesa del decollo.
Gli aerei partirono Harry e Ginny superarono il disagio di trovarsi a kilometri e kilometri da terra ascoltando musica; Ron invece continuava a mormorare atterrito frasi tipo:
« Ma siamo sicuri che questi cosi siano affidabili? Era meglio viaggiare in Thestral. Non mi fido della tecnologia babbana... »
E diventava verde ad ogni brusco cambiamento di rotta o di quota. Hermione lo ignorava ostentamente sfogliando distratta l’ampia gamma di riviste a disposizione. Quando non ne potè più del delirante borbottio del suo compagno gli sussurrò:
« Credevo che per appartenere a Grifondoro bisognasse essere coraggiosi... »
Al che Ron punto sul vivo tacque, senza però cessare di lanciare occhiate preoccupate fuori dal finestrino.
 
Dopo otto ore di volo Harry e Ginny giunsero a Dakar. Scesero dall’aereo, recuperarono i bagagli e infine uscirono dall’aeroporto. Il clima era molto caldo ma non essendo afoso era piacevole. Si guardarono attorno un po’ spaesati ma  videro ben presto un’alta figura, vestita di una lunga veste viola, venire verso di loro:
« Il signor Potter e la signorina Weasley? » Chiese l’uomo in un ottimo inglese
« Sí, e lei deve essere il signor Lo! » disse Harry stringendogli la mano.
« Mi chiami Amadou la prego e mi dia del tu! »
« Va bene ma la cosa sarà reciproca » concluse Harry sorridendo
« Signorina lei è incantevole! »
« Grazie! » rispose Ginny stringendo a sua volta la mano dell’uomo « Ma chiamami Ginny, d’accordo? »
Chissà perché Harry si era figurato un mago anziano e venerabile, una versione africana di Silente. Invece Amadou era poco più vecchio di loro. Era alto, robusto e nero come l’ebano; aveva grandi occhi che brillavano di intelligenza, un largo naso e un gran sorriso sincero costellato da denti di un candore abbagliante.
« Non ho detto ai tuoi zii che saresti venuto, ho preferito che fosse una sorpresa »
« Oh, non gli farà nè caldo nè freddo vedermi, sai? Credevo solo giusto venire di persona e annunciargli che possono tornare a casa. »
« Io non darei cosí per scontata la loro reazione, succendono tante cose in un anno... »
« Per far cambiare i Dursley ci vorrebbe un miracolo... »
« Bè, a volte i miracoli accadono... »
Harry guardò Ginny perplesso e lei gli restituí un’ occhiata divertita.
Avevano raggiunto la vettura di Amadou, una 4x4 bianca imponente e bellissima. Sistemarono le valige nel bagagliaio e presero posto nell’auto.
« Ci sono tanti maghi in Senegal? » si informò Ginny
« Ti dirò: la situazione africana è diversa da quella che conoscete perché qui non ci nascondiamo, anzi! Tutti gli africani sanno che la magia esiste e sono prevalentemente i babbani a rivolgersi a noi per servigi magici. Non esiste neppure una scuola di magia perché ai maghi piace formare da sè i propri discendenti e alla base siamo tutti guaritori. Visto che i babbani si rivolgono a noi più che altro per essere curati diciamo che la nostra formazione è incentrata su questo aspetto della magia, sta poi al mago o alla strega la volontà di completare la sua formazione  abbracciando gli altri campi della magia. Io per esempio sono stato formato da mio nonno e a sedici anni ho cominciato ad esercitare la professione. Poi dopo il diploma superiore alla scuola babbana sono andato a Beauxbatons per seguire una formazione di quattro anni e mi sono diplomato cosí in stregoneria. Inoltre per tornare alle differenze tra l’Africa e l’Europa, noi non usiamo le bacchette. Ci piace far fluire direttamente il nostro potere nell’oggetto che vogliamo incantare, trasfigurare, stregare o guarire. Con la tecnica chiamata imposizione delle mani. Io comunque possiedo una bacchetta, quando sono andato a Beauxbatons ho dovuto procurarmene una ma la uso molto di rado e di fronte a magie che mettono a dura prova il mio potenziale.»
Ginny ed Harry ascoltavano completamente rapiti
« Siamo anche molto abili in erbologia... in guarigione ci serviamo essenzialmente di erbe... capita molto di rado una malattia che richieda altre arti magiche. Comunque ogni tanto capita. »
« Esistono i maghi oscuri? » Domandò Harry
« Oh, certo, sono numerosi e altamente popolari. Devi sapere che qui quando si vuole ferire qualcuno si ricorre alla magia oscura contro di lui... gettarsi malocchi e sortilegi va parecchio di moda qui, e per farlo i babbani si appellano ai maghi oscuri. »
« Quindi qui la magia è a servizio dei babbani »
« No, è che esiste un solo mondo e maghi e babbani si aiutano a vicenda »
« Che aiuto può volere un mago da un babbano? »
« Io ricevo le erbe medicamentose da un babbano che abita in Casamance, la regione più verde del Senegal, dove crescono tutte le erbe e le piante di cui ho bisogno nella mia attività. Siccome è molto lontana questo signore me la fa arrivare con una corriera e inoltre se una persona che ho curato è rimasta soddisfatta dai miei servigi, apporterà altri clienti e quindi del lavoro per me. Qui non esiste un ospedale, sapete, ogni guaritore lavora per proprio conto ed è dunque essenziale l’intercessione dei babbani. »
« E le creature oscure? »
« Ce n’è a bizzeffe! Ci sono Deumm e Djinn che mettono a dura prova i nostri poteri per non dire la nostra pazienza e poi ci sono creature invisibili e incorporee che si manifestano sottoforma di aliti di vento e fanno danni e provocano fastidi... Ma approfondiremo l’argomento alla prossima occasione perché siamo arrivati!»
L’auto si era fermata davanti ad una grande casa bianca di tre piani. Sulla porta erano seduti in cerchio dei ragazzi. Harry non fece in tempo a scendere dalla macchina e prendere la sua valigia che si sentí afferraree stringere. Voltò la testa e riconobbe suo cugino Dudley:
« Hey! Fammi respirare Big D! »
« Oh sí, scusa Harry è che sono cosí contento di vederti!!!»
Harry fu liberato e si girò ad osservare il cugino. Dudley era molto abbronzato ed era anche notevolmente dimagrito. Indossava una canotta di cotone bianca e dei pantaloncini neri
« Dud, che ti è successo? »
Dudley sorrise compiaciuto
« Tanto sport e vita all’aria aperta...»
« Stai proprio bene! »
« Grazie Harry! Ma dimmi di te! Come mai sei qui? »
« Bè, Voldemort è morto e quindi ora potete tornare a casa »
« Oh... » Dudley non sembrò molto felice della notizia
« Ah, Dudley, lei è Ginny... » gli disse passando un braccio attorno alle spalle della rossa e avvicinandola al cugino    « È la mia ragazza »
« Oh, piacere! » disse stringendole la mano « Anch’io ho la ragazza sai, Harry? »
« Ah sí? » Harry dominò l’improvviso e repentino bisogno di scoppiare a ridere
« Sí, è quella là seduta davanti alla teiera... Te la presento? »
« Se vuoi... » Harry non riuscí a trattenere un sorriso: “da quando Dudley era cosí gentile e posato? Amadou doveva avergli fatto qualche strano sortilegio” pensò divertito.
La ragazza si avvicinò: era piuttosto massiccia e la sua pelle era più chiara rispetto a quella di Amadou (che osservava  divertito la scena appoggiato alla sua auto).
La ragazza tese la mano:
« Ciao Harry, io sono Kadia »
« Piacere Kadia » ribatté Harry stringendole la mano.
« Dai Harry, entriamo, sono sicuro che la mamma non vede l’ora di vederti »
Harry aggrottò la fronte e stretta la mano di Ginny nella sua si apprestò a seguire il cugino all’interno. Salirono una rampa di scale eDudley bussò ad una porta. Dopo esser stati invitati ad entrare varcarono la soglia e trovarono Petunia seduta in poltrona con un libro tra le mani. Appena si accorse del nipote chiuse il libro e con un sorriso timido e imbarazzato salutò:
« Ciao Harry! »
«Ciao zia »
« È un piacere vederti, come stai? »
« Bene grazie, e tu? » rispose Harry a disagio mentre sua zia si avvicinava e prendeva il suo viso tra le mani. Petunia lo guardò fissò negli occhi ( cosa che aveva sempre evitato con cura ) e rispose:
« Hai i suoi stessi occhi, lo sai? Gli occhi di mia sorella, della mia Lily... »
Petunia distolse lo sguardo che si era fatto pericolosamente umido. Harry era esterrefatto. Ginny sorrideva commossa accanto a lui e gli accarezzava dolcemente la mano
« Oh Harry » riprese la zia, gli occhi traboccanti di lacrime « Potrai mai perdonarmi per aver reso la tua infanzia un incubo?» E cominciò a singhiozzare sommessamente.
Per Harry questo fu troppo:
« Ma insomma, che vi è successo a tutti quanti? » sbottò
« Ci siamo solo accorti di quanto siamo stati ingiusti con te » rispose la voce di Vernon alla sua spalle.
Harry si lasciò caderesopraffatto sul letto e guardò i suoi zii in faccia.
« Felice di vederti ragazzo! Vedo che stai bene »
« Sí zio, io sto bene, voi piuttosto, vi siete ammattiti? O è il sole d’Africa che vi ha fatto sobbollire il cervello? »
« Io direi – se mi è permesso intervenire - che il sole d’Africa vi ha sciolto il cuore » Disse Ginny e agitando la bacchetta fece apparire dal nulla una comoda poltrona sulla quale si accomodò sorridendo, e continuò:
« Io sono Ginevra Weasley ed è un piacere conoscervi »
« Ci siamo già viste o sbaglio? A King’s Cross forse? »
« Sí esatto ma non ci eravamo presentate» rispose a Petunia continuando a sorridere.
Amadou intervenne
« Bene, io vi lascio qui a chiaccherare, più tardi vi presenterò mia moglie! Buona continuazione! »
Uscí dalla stanza lasciando i Dursley soli con Harry e Ginny.
« Zia, zio » cominciò Harry « sono venuto a dirvi che Voldemort è stato sconfitto, quindi non siete più in pericolo e potete tornare a casa »
« Oh, mi mancherà questo posto... ma quella che porti è una notizia bellissima! »
« Già, chi l’ha sconfitto? » chiese Vernon
« Io, insieme ai miei amici Ron ed Hermione e agli altri che hanno combattuto contro il suo esercito »
« Congratulazioni ragazzo! » Esclamò compiaciuto zio Vernon
« E voi, cosa avete fatto in questi mesi? »
« Un sacco di cose » rispose Dudley « Io per esempio sono stato coi miei nuovi amici in un sacco di posti fantastici. Sai che c’è un lago, chiamato “Lac Rose” che è per l’appunto rosa a causa della forte concentrazione di sale nell’acqua?  Al tramonto è come se brillasse... sembra magia! » esclamò Dudley entusiasta « Poi ho visitato delle spiagge bellissime come Ngor e Saly. Con mamma e papà abbiamo fatto un safari in un parco nazionale, poi siamo stati alle cascate di Kedougou e infine abbiamo visitato siti storici come Gorée e il palazzo della repubblica »
« Avete fatto i turisti insomma! »
« Sí » riprese Petunia « Io ho pensato anche molto a te e sono giunta alla conclusione che sono stata una pessima zia e non mi sarei mai perdonata se tu fossi morto prima che io ti porgessi le mie scuse »
« Non c’è problema zia! »
« Sí invece! Io volevo bene a Lily sai? Eravamo molto unite, ma quando lei fu ammessa in quella scuola io impazzii di gelosia e credetti di odiarla. Ora invece so che odiavo me stessa perché non ero come lei. E cosí ci siamo divise. Poi è morta e sei arrivato tu, cosí piccolo e indifeso. Ma io non avevo ancora superato il mio rancore e la mia gelosia e tu mi ricordavi troppo lei. Lei con i suoi occhioni vivi e furbi che esploravano il mondo e vedevano cose che io non potevo vedere. Lei cosí brillante e intelligente, lei cosí strana e potente... tutto ciò che avevo detestato in lei lo trovavo in te e non riuscivo a sopportarlo. Non so se chi l’ha conosciuta te l’ha mai detto ma le assomigli in un modo incredibile. E non sto parlando dei tuoi occhi, sto parlando del tuo cuore, del tuo essere... la tua gentilezza innata, la tua delicatezza, la tua dolcezza, il tuo altruismo... hai preso tutto questo e molto di più da lei. Mi dispiace Harry che tu abbia conosciuto l’affetto di una famiglia altrove, quando avrei dovuto dartelo io. Scusami Harry! »
« Fa niente zia davvero, non preoccuparti, è acqua passata! »
« Posso abbracciarti Harry? »
« È proprio necessario? » chiese impacciato Harry
« È importante per me »
« Allora abbracciamoci! » Cercò di sdrammatizzare Harry
Il ragazzo si alzò dal letto, la donna si alzò dalla poltrona. Si vennero incontro, lei aprí le braccia e lo strinse al petto. In un primo momento le braccia di Harry rimasero inerti lungo il corpo, poi però percepí un profumo, o meglio un odore straordinariamente simile a quello che ricordava come l’odore di sua madre e a quel punto le sue braccia andarono ad unirsi dietro la schiena di sua zia stringendola come se ne andasse della sua vita. Si sentí rabbrividire, chiuse gli occhi e si rese conto che era da tutta la vita che aspettava quell’abbraccio, solo ora si rese conto che abbracciare Petunia era un po’ come abbracciare lei... In tutti quegli anni non si era mai accorto che le due donne avevano lo stesso profumo e calde lacrime presero a scorrergli lungo le guance. La zia si accorse dal suo respiro che stava piangendo e lo strinse più forte a sé cercando di consolarlo e sentendosi orribilmente in colpa perché sapeva di essere causa di quel dolore. Harry si rivide bambino,  rivide se stesso trotterellare dietro alla schiena della zia seguendola come un’ombra ovunque lei andasse finché un giorno aveva smesso e si era chiuso in se stesso chiedendosi che cosa ci fosse di tanto sbagliato in lui da non meritare nemmeno un briciolo di considerazione.
Ora tutto era chiaro e aveva capito tante cose non per questo però era facile da accettare. Cercò di calmarsi e arrestare il pianto e dopo qualche minuto la zia sciolse l’abbraccio, gli asciugò le lacrime dalle guance e tornò a sedersi sulla poltrona.
« Qualcun’altro vuole abbracciarmi o posso sedermi? »
Scoppiarono tutti a ridere e Harry tornò a sedersi sul letto sorridendo a Ginny.
Amadou entrò  nella stanza per condurre Harry e Gnny al loro appartamento che contava una grande stanza da letto, un salottino confortevole ed una moderna sala da bagno.
« Mi è sembrato ipocrita dividervi in stanze separate visto che anche io e mia moglie abbiamo dormito tante volte insieme prima del matrimonio. Ma forse la pensate diversamente? »
Harry guardò Ginny con aria interrogativa e lei rispose:
« No, va benissimo cosí »
« Ne sono lieto. Ecco » disse voltandosi verso la porta « lei è Cassy, mia moglie »
Sulla soglia era apparsa una bellissima ragazza nera come il cioccolato al latte con lunghissimi riccioli rasta. Sorrise e a quel gesto la stanza parve illuminarsi
« È un onore conoscervi ragazzi! »
« Il piacere è tutto nostro » rispose Harry con calore
« Tu mi ricordi qualcuno » le disse Ginny pensierosa
« Forse Lee Jordan... è il mio fratellino»
« Dai, sei inglese?! »
« Al cento per cento! Diplomata ad Hogwarts a pieni voti. Lavoro per il Ministero, alle relazioni internazionali»
« E come vi siete conosciuti tu e Amadou, se non sono indiscreta? »
« Ci siamo conosciuti in Francia. Io ero là per uno stage e lui si stava diplomando a Beauxbatons »
« Capisco »
« Ragazzi, rinfrescatevi un po’, il pranzo sarà pronto tra mezz’ora »
Amadou e Cassandra si congedarono e Harry e Ginny rimasero soli nel salottino
« Senti Harry, tagliamo la testa al toro... hai intenzione di farlo? »
« Fare cosa? » domandò Harry confuso
« Andiamo, tu ed io soli in quel letto...»
« Ah... bè, tu che ne pensi?»
« Non rigirarmi la domanda, l’ho chiesto prima io! »
« Ehm » Harry si prese un po’ di tempo per pensare, mentre Ginny lo guardava divertita « Bè, Amore, io penso che sia una cosa importante e che per farla bisogna essere pronti. Cioè, voglio dire che quando si decide di fare qualcosa bisogna essere in grado di accettarne ogni conseguenza... Sinceramente ora non me la sento , non tanto per un ipotetico bambino che potremmo avere, anche se in effetti non mi sento affatto pronto per fare il papà, ma più che altro è per il sentimento. Non fraintendermi: io ti amo. Ma prima di esplorare i recessi del tuo corpo vorrei esplorare quelli della tua anima. »
L’ultima frase di Harry fece passare a Ginny la gran voglia di ridere che le aveva provocato la prima parte del discorso. Soffocata dall’emozione gli disse:
« Oh Harry, anch’io ti amo! E sono d’accordo con te, lo faremo quando saremo pronti »
« Vieni qui »
Ginny si avvicinò e Harry la strinse forte a sè, inspirando a pieni polmoni quel soave profumo di fiori che emanavano i suoi capelli e gli faceva battere forte il cuore.
 
Hermione e Ron intanto erano atterrati all’aeroporto di Sidney e grazie alla magia del deluminatore erano riusciti a localizzare i genitori di Hermione e a materializzarsi nel quartiere di Perth dove si erano stabiliti.
Si appostarono di fronte alla casa discutendo la maniera di indurli ad uscire. Decisero infine di attirarli fuori casa sfruttando il chiasso prodotto da un detonatore abbindolante. Non appena esso prese a strombazzare Monica e Wendell si precipitarono in giardino.
Hermione si commosse alla vista dei genitori e si stupí nell’accorgersi che sua madre era notevolmente ingrassata, lei che era cosí attenta alla linea. Indugiò beandosi della loro presenza, contenta del fatto ce stavano bene e sembravano felici finché Ron non la scosse dal suo torpore dandole un gentile colpetto sul braccio. Hermione si avvicinò furtiva alla coppia e con rapidi movimenti della bacchetta sciolse gli incantesimi di memoria. I suoi genitori restarono bloccati qualche istante sbattendo le palpebre e Hermione e Ron raggiunsero il cancello della casa. Monica li vide ed emise un urlo di gioia; corse ad aprire il cancello e abbracciò forte la figlia:
« Hermione, bambina mia! Credevo di averti perduta! »
« Oh mamma... »
Hermione si sciolse in lacrime e la madre la cullò dolcemente finché si calmò. Poi anche il padre la prese tra le braccia e la sollevò facendola girare in tondo. Poi la depose:
« Hey streghetta, perché siamo qui? »
« Entriamo in casa Wendell »
« Mamma, papà, prima voglio presentarvi Ronald Weasley, il mio... » Hermione esitò
« Fidanzato, signori Granger » concluse Ron per lei « E a questo proposito signor Granger vorrei chiederle la mano di sua figlia »
Hermione si portò le mani alla bocca mentre suo padre sorrise:
« Nulla in contrario se mia figlia è d’accordo... che ne dici streghetta, accettiamo? »
Hermione annuí, era ammutolita
« Sembrerebbe che sia d’accordo, benvenuto in famiglia Ronald! » disse Wendell stringendolo in un abbraccio. Ron prese Hermione per mano, le diede un bacio tra i capelli cespugliosi e seguí i Granger in casa.
« Allora signorina, hai qualcosa da spiegarci, vero? »
« Sí mamma... vi ricordate che vi avevo annunciato lo stato di guarra del mondo magico, no? »
I genitori annuirono ed Hermione continuò
« Bè, le cose si sono complicate e i compari di Voldemort hanno cominciato a dare la caccia ai Nati Babbani. Io poi che ero nota per essere amica di Harry Potter, ero doppiamente in pericolo e di conseguenza lo eravate anche voi. Ho quindi dovuto ricorrere ad accorgimenti per garantire la vostra sicurezza e la vostra incolumità, ho dunque modificato le vostre memorie in modo che non sapeste più di avere avuto una figlia ed ho instillato in voi l’ardente desiderio di trasferirvi in Australia. Ecco. Ora è tutto finito: abbiamo vinto la guerra e Voldemort è morto... Cosí eccomi qua...non avete idea di quanto mi siete mancati, ho pensato a voi ogni istante... »
« Anche noi abbiamo pensato a te! »
« Come? Non è possibile! »
« Tu credi che un semplice, ( senza offesa ) incantesimo o quello che è, possa far dimenticare ad una madre sua figlia?! Certo, qualcosa ha fatto... il ricordo di te era cosí vacuo e sfuggente che era vagamente percepibile ma comunque era lí! Sentivo un grande vuoto in me, avevo l’impressione di averti perduta ma non sapevo nè come nè in che circostanza »
« Alla fine » continuò il padre « abbiamo tradotto questo vuoto in desiderio di maternità e il risultato è che tra quattro mesi avrai una sorellina! »
« Ma dai! Non ci credo, è una notizia splendida! Ecco perché mi sembravi ingrassata! Tanti auguri! » Esclamò estasiata Hermione
« E per voi invece? Immagino sia stato un anno particolarmente intenso »
« Altrochè signor Granger... A Harry, Hermione e me era stata affidata un’importantissima e altrettanto pericoloa missione: dovevamo trovare e distruggere oggetti in cui Voldemort aveva nascosto pezzi della sua anima nel tentativo di rendersi immortale » I Granger rabbrividirono « Abbiamo vissuto per mesi in una tenda, nutrendoci per lo più di funghi e radici commestibili, poi siamo stati catturati e torturati e infine a scuola ha avuto luogo la battaglia finale. Abbiam perso parenti e amici, mio fratello è rimasto ucciso ma poi Harry ha ucciso Voldemort e tutto è finito... Ora dobbiamo ricostruire la scuola e le nostre vite anche... »
Hermione posò la sua mano su quella di Ron e la strinse forte.
« Ci dispiace per tuo fratello, e per i vostri amici. Ma siamo fieri di voi, in fondo siete solo dei ragazzi, ma avete avuto il coraggio e la grinta che molti adulti nemmeno anno. È giusto piangere i propri morti ma rallegratevi per aver reso il vostro mondo migliore. »
Ron sorrise mesto e appoggiò la testa sulla spalla di Hermione
« Siete proprio una bella coppia » asserí la signora Granger e i ragazzi sorrisero
« Che ne dite di andare su di sopra a riposare un po’ mentre io metto insieme qualcosa per cena? » I due annuirono e Wendell fece strada, li condusse in una camera piccola ma confortevole in cui troneggiava un letto a una piazza e mezza.
« Starete un po’ stretti ma è l’unica camera che c’è a parte la nostra... siete fortunati che non l’abbiamo ancora trasformata nella stanza della piccola Phoebe »
« Cosa che avremmo potuto risolvere con un colpo di bacchetta papà... comunque avete scelto proprio un bel nome per la mia sorellina! » disse Hermione dando un bacio al suo papà
« Allora a più tardi, buon riposo! » Wendell uscí dalla stanza e chiuse la porta dietro di sè.
« Com’è che le valige sono già qui? » Chiese Hermione
« Mentre tu ti facevi abbracciare e coccolare dai tuoi genitori io ho fatto salire le valige »
« Sei un genio Ron! »
« Grazie » rispose lui abbacchiato sedendosi sul letto. Hermione gli si sedette vicina e lo abbracciò, sapeva che parlare di Fred gli metteva addosso una grande malinconia, la sua morte era ancora troppo fresca perché si potesse parlarne senza risentirne. Ron aveva appoggiato la testa sul petto di Hermione e cerceava di concentrarsi sul rumore del battito del suo cuore per non badare alle lacrime che stavano per uscirgli dagli occhi “ tum, tum; tum, tum” sussurrava Ron al ritmo del cuore di Hermione ma le lacrime inondarono le sue guance malgrado i suoi sforzi
« Avrei preferito morire io al suo posto, tu non hai idea dell’importanza che Fred aveva nella nostra famiglia, tu non hai idea di quanto tutti noi lo ammiravamo, del bene che gli volevamo »
« Io penso che nella tua famiglia tutti siano importanti e si vogliano bene allo stesso modo sei tu che ti fai strani film in merito »
« Non puoi capire Hemione, nel caso dei gemelli è diverso: erano l’anima delle feste e delle riunioni di famiglia, sapevano rendere straordinarie ed eccitanti giornate che altrimenti sarebbero state terribilmente noiose, te ne sei accorta quando cercavano di sabotare la Umbridge, solo che a casa non avevano bisogno di cervi volanti o girandole, bastavano loro ad intrattenerci e farci ridere... non saremo più gli stessi Weasley.  E non oso pensare a come deve sentirsi George, loro hanno sempre ammesso che non si percepivano come entità singole ma come una sola entità, hanno sempre detto di essere una cosa sola. Ho sempre invidiato il loro rapporto, la loro unità, la loro complicità, il loro essere assolutamente indissolubili... Come deve sentirsi George? Mutilato? Spezzato? E mia mamma? Lei che non ha mai perso occasione per sgridarli e ripetere che non era affatto contenta della loro condotta? Chissà come deve sentirsi? E Ginny? Lei che è sempre stata laloro ombra, li adorava i gemelli e a sua volta aveva un posto speciale nei loro cuori... E Percy lui che ha in qualche mod...»
Hermione lo interruppe
« No, Ron, non puoi addossarti e capire il dolore di tutti quando già il tuo dolore è enorme e ingestibile. Non pensare a come stanno loro, pensa a come stai tu e non cercare di capire, perché non è possibile, devi solo accettare e convivere con questa nuova realtà. Anche a me piaceva Fred, lo ammiravo tanto, cosí impavido, coraggioso e geniale ma piangerlo fino a finire le mie lacrime non lo riporterà indietro e comunque finché il suo ricordo vive nei nostri cuori lui sarà sempre qui con noi. Non pensare al dolore degli altri tesoro, cerca solo di essere più forte del tuo »
Anche Hermione piangeva e le sue lacrime cadevano sulla testa di Ron, lei trasse un profondo respiro e si calmò continuando a consolare Ron. Dopo un po’ anche lui si calmò e si stese sul letto. Hermione gli si rannicchiò vicina, Ron percorse con le dita le linee del suo viso e prese a carezzarle i capelli:
« Sei bellissima »
« Grazie Ron »
« Sono contento che tu mi abbia scelto, è un onore per me essere il tuo ragazzo »
« Lo stesso vale per me Weasley! » Lui sorrise e la abbracciò. I due si assopirono e Ron fece uno strano sogno: vagava su un prato verde apparentemente senza meta ma sapeva che stava per incontrare qualcuno e infatti poco lontano, appoggiato al tronco di un melo vide un uomo, prese a correre e quell’uomo dai capelli rossi, le lentiggini e un gran sorriso non era altri che Fred. Ron lo abbracciò e Fred ricambiò:
« Hey fratellino, hai finito di fare il piagnone sentimentale?! Sono solo morto, non è mica la fine del mondo, la vita va avanti Ronald e non voglio che siate tristi, voglio che vi godiate ogni istante delle vostre meravigliose vite e che mi ricordiate nei momenti più felici, d’accordo fratellino? Mi dai la tua parola che non piangerai più per me? »
« Farò del mio meglio... Ma ti trovo bene... »
« Il Paradiso è una pacchia e io sono sempre stato particolarmente bello. » Gli disse facendogli l’occhiolino
« Spero che tu non stia facendo impazzire gli angeli e i santi! »
« Certo che sí, anche Gesù e Maria se è per questo, sennò che divertimento ci sarebbe?! »
« Spero tu stia scherzando »
« Bè lo scoprirai quando mi raggiungerai se è vero o no... ma ora ti devo lasciare devo arbitrare la partita di Quidditch tra Cherubini e Serafini... Stammi bene fratellino, ti voglio bene!»
E prese a camminare allontanandosi da Ron
« Ti voglio bene anch’io Fred! E guarda giù ogni tanto »
Fred non si voltò ma agitò la mano in segno di saluto e Ron si svegliò. Sorrise ma aveva una gran voglia di piangere, tenendo fede alla promessa fatta al fratello si fece forza e si trattenne. Guardò Hermione che dormiva ancora profondamente e scese di sotto. Chiese alla signora Granger se aveva bisogno di aiuto e si mise a preparare la tavola.
Poco dopo andò a svegliare Hermione e cenarono. Monica aveva preparato le sue migliori ricette e i ragazzi mangiarono con gusto. Dopo cena sparecchiarono e lavarono i piatti. Lasciarono i signori Granger davanti alla tv e loro andarono in terrazza, avvolti in coperte si sedettero su due sdraio, ciascuno con una tazza di camomilla fumante tra le mani. Davanti a loro brillavano le luci della città. I due sorseggiarono le bevande in silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri finché Hermione non mormorò:
« Non riesco a credere che hai chiesto la mia mano a mio padre! »
« Bè, una volta l’ho visto fare in un film babbano che piace a mia mamma e quella scena mi ha talmente colpito che mi ero ripromesso di fare la stessa cosa. »
« Sei incredibile! » Lo guardò e gli sorrise
« Sei felice di diventare sorella maggiore? »
« Oh, sí! Non vedo l’ora, anche se temo che me la godrò poco  visti i miei progetti per il futuro »
« A proposito! Sai che io e Harry vogliamo fare gli Auror, ma noi non abbiamo ancora ben capito cosa vuoi fare tu! »
« Ma sí che ve l’ho detto! Far crescere il C.R.E.P.A. »
« Sí tesoro, fin lí ci siamo ma cosa intendi? »
« Allora, al Ministero esiste l’Ufficio controllo e regolazione delle creature magiche. Io vorrei proporre un disegno di legge che lo trasformi nell’ Ufficio di Cooperazione e Interscambio tra Creature Magiche. Insomma è assurdo che al Ministero della Magia non lavorino altre creature, tanto vale che si chiami Ministero dei Maghi allora! Inoltre in questo ufficio ci sarebbero almeno un goblin, un elfo domestico, un Centauro e un Lupo Mannaro per cominciare e poi vedrò se si può ampliare l’invito ad altre crature come Poltergeist, Banshee e Maridi. E insieme a loro costruire un mondo che non sia più solo a misura di mago ma di ogni creatura magica esistente... »
Tutto tacque. Hermione accigliata guardò Ron  pensando che si fosse addormentato, invece era lí che la fissava ad occhi sgranati
« Bè? Che ne pensi? »
« Sei straordinaria Hermione, da quanto tempo è che pensi a tutto questo? »
« Da qualche anno... quindi pensi che sia fattibile? »
« Bè, col tuo cervello e la tua tenacia penso non ci sia niente al mondo che tu non possa fare! »
« Oh Ron! »
Hermione si alzò dalla sua sdraio, andò a sedersi in braccio a Ron e lo abbracciò forte. Lui la strinse a sua volta e stettero cosí a parlare sommessamente finché non andarono a letto.
Il giorno dopo tornarono a Sidney, visitarono la città e ne approfittarono anche per comprare souvenirs per famigliari e amici. Vagarono per ore, mano nella mano nella brulicante città finché dopo il tramonto, esausti, tornarono a Perth. Dopo essersi lavati e cambiati consumarono la cena assieme ai genitori di Hermione e poi salirono in camera.
« Hermione, ti fidi di me? »
« Ma certo Ron, perché me lo chiedi »
« Shht » disse lui posando l’indice sulle labbra della ragazza « prendi la mia mano e seguimi »
Hermione gli strinse la mano e lui si smaterializzò portandola con sè su una spiaggia deserta e illuminata da una gran luna piena.
« Dove mi hai portato? »
« In un posto speciale... »
« È bellissimo, ma fa troppo freddo per fare il bagno! »
« Io in realtà avrei altri progetti » e agitando la bacchetta evocò una normalissima tenda babbana
« Vuoi passare la notte qui? »
« Sí... » la guardò intensamente negli occhi e aggiunse in un sussurro « e voglio fare l’amore con te... »
« Oh Ron... »
Ron la attirò a sè e cominciò a baciarla dolcemente, stettero cosí in piedi avvinghiati l’uno all’altra per un po’ di tempo, poi il ragazzo la prese per mano e la portò nella tenda dove si sdraiarono e ricominciarono a baciarsi dopo un po’ Hermione estrasse la sua bacchetta
« Che fai? »
« Evanesco! » I vestiti di Ron scomparvero
« Hermione! » disse lui divertito e imbarazzato
« Che c’è, sto solo accelerando il processo »
« Era più romantico spogliarsi alla babbana »
« Spogliami alla babbana allora! »
« No, hai ragione, è una perdita di tempo... » estrasse a sua volta la bacchetta e ripete l’incantesimo di Hermione che si ritrovò di colpo nuda.
La luce della luna illuminava i loro corpi, i visi arrossati per l’imbarazzo di stare per la prima volta nudi e i respiri affannosi, i due si avvicinarono e tra carezze e baci si donarono l’uno all’altro. La risacca del mare attuttiva i rumori che provenivano dalla tenda, ma nei dintorni non c’era anima viva.
I due giacevano abbracciati, lo sguardo rivolto alle onde del mare e al loro incessante movimento
« Spero di non averti fatto male... »
« No Ron, è stato perfetto... »
« Ti amo Hermione » le disse dandole un bacio tra i capelli
« Ti amo anch’io Ronald » e detto questo la ragazza si strinse più forte a lui
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Angelina88