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Autore: kiku_san    10/11/2008    4 recensioni
La televisione ha organizzato un maxi-show per celebrare la nuova musica tedesca che ha conquistato l’Europa. Ospiti d’onore? Ovviamente i Tokio Hotel, quelli che hanno aperto la strada a tutti gli altri. La manifestazione durerà quattro giorni, nei quali i gruppi e i solisti si contenderanno il favore del pubblico. Quattro giorni nei quali nasceranno conflitti, gelosie, rivalità, ma anche amicizie inattese e amori assolutamente imprevedibili.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cinema Bizarre, Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

4° GIORNO


Appena tornato all’hotel Bill si ficcò sotto le coperte, era stanchissimo e l’indomani sarebbe stata una giornata pesante.
Quando aprì gli occhi e vide le cifre digitali rosse proiettate sul soffitto che indicavano le cinque di mattino, gli uscì un gemito. Cercò di rilassarsi e di cacciare dalla testa tutti i pensieri che non volevano andarsene: tra tutti era soprattutto la rabbia nei confronti di Strify a farlo agitare e anche, doveva ammetterlo, la delusione che Yu gli aveva provocato.
“Ti sta bene” si sgridò mentalmente “Come ti è venuto in mente di fidarti di uno così, farti fare un massaggio, ma si può essere può idioti.”
“Non è mica successo niente di male” gli diceva un’altra voce “In fondo si è trattato di un semplice massaggio senza nessun secondo fine.”
Riuscì a tirare le otto in questo stato, poi si alzò e andò in bagno. Lo specchio gli rifletté il suo viso sciupato, con delle belle occhiaie come sovrappiù.
“Giusto quello che ci vuole per oggi che è la finale.”
Si fece una doccia caldissima e poi si sdraiò sul letto con il viso impiastricciato da una crema, che la pubblicità diceva prodigiosa per stendere i lineamenti del volto.
In realtà avrebbe voluto andare da Tom per confidarsi con lui ma sicuramente Tom stava dormendo con Fie dopo essersela spassata. Lo invidiò una volta di più!
Alle dieci decise che Fie avrebbe dovuto essersene già andata e vestitosi alla belle e meglio andò dal fratello.
“Ehi Tom” chiamò dopo aver bussato un sacco di volte senza avere avuto risposta, “Devo tornare più tardi?”
Niente.
”Allora mi vuoi rispondere?”
Finalmente la porta si aprì, se Bill si sentiva uno straccio, Tom lo era veramente.
“Che cosa ti è successo?”
“Bho, mi sono svegliato adesso.”
“Non hai dormito a letto” disse Bill entrando e dando un’occhiata al letto ancora fatto.
“Direi di no” fece sorpreso Tom.
“Ma stai bene?”
“Direi di no.”
“Cos’hai?”
“Penso di aver bevuto troppo ieri sera.”
“E Fie?”
Tom rise amaro.
“Bella domanda fratellino.”
“Che vuoi dire?”
“Che l’ho aspettata tutta notte e poi mi sono addormentato.”
“Non è venuta?”
“Come vedi.”
“Ti ha fatto sapere qualcosa?”
“Niente, comunque appena mi sistemo gliela faccio pagare cara, chi cazzo crede di essere quella?”
“Comincia con il farti una doccia e cambiati i vestiti” disse Bill turandosi il naso.
“Forse è meglio, oggi abbiamo una giornata dura che ci aspetta e guarda come sono ridotto.”
“A chi lo dici!”
Tom era appena uscito dal bagno ancora in accappatoio, che bussarono alla porta.
“Vado io, comincia a vestirti.”
Quando Bill aprì si trovò di fronte Fie.
“Cercavo Tom.”
“Sei un po’ in ritardo e adesso abbiamo da fare” rispose Bill cercando di chiudere la porta.
Fie riuscì a infilarci un piede: “Scusa Bill ma ho bisogno di vedere Tom.”
“Chi è?” la voce del chitarrista arrivò dal fondo della stanza.
“Tom sono io” disse ad alta voce Fie.
Bill la incenerì con uno sguardo, ma si fece da parte.
Fie entrò: “Bill avrei bisogno di parlare con Tom, puoi uscire.”
“Eh no bella mia, sei tu che devi uscire, non certo mio fratello.”
Bill sorrise radioso a quelle parole.
“Ti prego Tom, ci metto solo un momento.”
“Hai sentito cosa ha detto Tom, devi andartene” rincarò la dose Bill.
Fie guardava Tom con due occhi da cucciola, afflitti e pieni di speranza mista a dolore.
“Va bene ma solo un minuto, non ho molto tempo, Bill per favore ci puoi lasciare soli, ti raggiungo io fra un attimo in camera tua.”
Il sorriso di Bill svanì, ma ubbidì.
“Allora sentiamo” fece Tom sorridendo amaramente.
“Siamo rimasti in radio fino alla e due, c’erano un sacco di ragazzi all’ascolto e ci hanno fatto un mucchio di domande.”
“Ben per voi.”
“Poi il nostro manager mentre stavamo per tornarcene all’hotel ci dice che dobbiamo fare una comparsata in un locale, dove si erano radunati alcuni ragazzi dei nostri fan-club. Io non sapevo cosa fare.”
“Forse una telefonata?”
“Sì volevo ma mi sono detta: finisco presto, sarà solo una mezz’ora e poi vado da lui e gli faccio una sorpresa.”
“Infatti la sorpresa me l’hai fatta.”
“Dio mi dispiace, Tom ti prego, ero sui carboni ardenti al locale, chiedilo alle altre, continuavo a supplicare di andarcene, ma eravamo circondate da una folla di gente e quando ho capito che avrei fatto troppo tardi ero incastrata tanto da non riuscire neanche a prendere il cellulare.”
“Bella scusa, bene, comunque ora ho da fare.”
“Tom hai ragione ad essere arrabbiato, ma non è colpa mia, quando siamo tornate, erano già passate le tre, sono venuta a bussare in camera tua ma non mi ha risposto nessuno, ho pensato che forse dormivi e non ti ho voluto disturbare.”
“Gentile da parte tua.”
“Tom perdonami ti prego, questa notte sarò tutta tua cascasse il mondo.”
Così dicendo Fie gli si avvicinò abbracciandolo e baciandolo prima con timore e dolcezza e poi sempre più appassionata.
Tom che inizialmente aveva risposto al bacio quasi controvoglia, si trovò a ricambiarla e a decidere che in fondo poteva anche perdonarla visto che lei era veramente pentita.
“Cosa mi dai se ti perdono?” disse staccandosi un po’.
“Stanotte tutto quello che vuoi.”
“Tutto, tutto? Guarda che potrei chiederti molte cose.”
”Penso che tutto ciò che mi potrai chiedere non potrà che essere piacevole.”
“Va bene, prometti.”
“Prometto.”
“Allora sei perdonata, ma stasera cascasse il mondo tu sarai nel mio letto.”
“Cascasse il mondo Tom.”

^^^^^^^^^^^^


La giornata trascorse in un baleno, tra mille impegni, prove e vari cambi d’abito.
Finalmente l’ultima serata della manifestazione ebbe inizio.
Tutti si erano preparati al meglio, tutti erano nervosi e anche un po’ emozionati.
Bill si diede un ultima occhiata allo specchio: il make-up gli aveva coperto gli ultimi segni di occhiaie e di stanchezza, gli occhi truccati brillavano di energia.
Gustav era come al solito silenzioso e super-concentrato, Georg tentava qualche accordo con il basso e Tom si sistemava per la millesima volta la chitarra a tracolla.
E poi eccoli sul palco, il boato del pubblico, le urla, i loro nomi gridati e infine il silenzio e la musica e la voce di Bill che si materializzava toccando tutti coloro che lo stavano ascoltando. Ecco di nuovo la magia che solo i quattro ragazzi sapevano creare, un alchimia di chissà che.
La musica non era ancora svanita del tutto che applausi, urla, grida ripresero.
Lo show continuò e fu la volta dei Cinema Bizarre.
Il gruppo stava preparando anch’esso un nuovo album che sarebbe uscito con l’anno nuovo e ripropose la nuova canzone che già avevano suonato live “Crashing and burning”.
Era una canzone molto delicata e con una melodia ipnotica che la sosteneva, che te la faceva subito entrare nel cervello.
Strify era elegantissimo, Yu era seduto su di uno sgabello e lo accompagnava con la chitarra. Naturalmente anche i Cinema Bizzarre raccolsero ovazioni e consensi.
Alla fine non era rimasto altro che dare inizio al televoto.
I partecipanti erano stati fatti accomodare in platea nelle prime file.
Bill stava facendo ogni tipo di scongiuro e con gli occhi chiusi pregava. Non aveva ancora fatto l’abitudine alla tensione prima di una premiazione, ogni volta si diceva che anche se non avessero vinto non sarebbe caduto il mondo e ogni volta nel momento fatidico pregava che fossero di nuovo primi e poi si sarebbe accontentato e non avrebbe chiesto di più.
Se Dio lo avesse ascoltato probabilmente lo avrebbe fulminato.
Per i Cinema Bizzarre era un’altra questione, il loro manager aveva detto che arrivare entro i primi tre sarebbe stato da considerare un buon risultato, in fondo il loro successo era cosa piuttosto recente e naturalmente tutti si aspettavano che i Tokio Hotel fossero i primi.
Il presentatore aprì la busta: “Signori e signore al terzo posto si classifica LaFee.
Applausi, grida e la cantante salì sul palco per ritirare il premio. Anche se cercava di non darlo a vedere sembrava piuttosto delusa.
“Al secondo posto i Cinema Bizzarre”
I ragazzi si abbracciarono, era il miglior risultato che potessero sperare.
“Al primo posto i Tokio Hotel”
Bill potè respirare, gli abbracci lo soffocarono, anche loro si ritrovarono sul palco accecati da centinaia di flash.
I soliti discorsi di circostanza, foto, sorrisi, strette di mano e finalmente la serata si concluse.

^^^^^^^^^^^^


Naturalmente tutti dovevano essere presenti all’after-show che era stato organizzato.
Solo il tempo di riprendere fiato, farsi una doccia e cambiarsi d’abito e poi di nuovo si ritrovarono tra la gente che non faceva che complimentarsi con gli uni e gli altri.
“Che c’è fratellino, mi sembri un po’ teso, ormai è tutto finito, abbiamo vinto e soprattutto la canzone è piaciuta, ora ti puoi rilassare.”
“Certo” sorrise Bill con un bicchiere in mano “Ma sarò più rilassato quando domani lasceremo questo posto, non voglio avere nessun contatto con i nostri cari colleghi, non vedi come ci guardano? Se potessero ci ucciderebbero.”
“L’invidia è una brutta bestia che ci vuoi fare, meglio però essere invidiati che invidiare ti pare? Cavolo, hai visto come ci guardava LaFee dopo la premiazione, comunque sai che ti dico, fregatene e goditi il momento.”
“Sì, basta che non si avvicini qualcuno di mia conoscenza, giuro che non li reggo più.”
“Stai alludendo ancora a Strify e compagnia.”
“Mmm.”
“Perché dovrebbero avvicinarsi, hanno avuto il secondo posto, è più di quello che speravano.”
“E di quello che meritavano.”
“Dai lascia perdere, io sto attaccato alla gonna di Fie, questa sera prendo la rivincita su tutte le altre volte che sono andato in bianco.”
Stava per voltarsi quando andò a sbattere contro Yu che si era avvicinato.
“Scusa sexgott, allora è l’ultima sera dobbiamo tirare le somme se non sbaglio.”
“Quali somme scusa?” fece Tom colpito da improvvisa e sospetta amnesia.
“Quante ragazze ti sei fatto finora?”
“Mica avrai preso sul serio quella scommessa, io l’ho detto così per dire.”
“Ho capito, ho vinto io.”
“Non hai capito proprio niente sai.”
“Io me ne sono fatte quattro.”
“Guarda non ti rispondo neanche, sei patetico.”
“Ieri me la sono spassata con due, sai non volevo far torto a nessuna.”
“Guarda che non mi interessano le tue prestazioni e comunque la qualità vale più della quantità; ora scusa ma ho qualcuno meglio di te che mi aspetta.”
“Chi? La tipa delle Debbie Rockt? Stai attento perché quella è una tosta.”
“E tu come fai a saperlo?”
“Me l’hanno detto, è stronza.”
“Penso di riuscire ancora a cavamela con una ragazza senza bisogno dei tuoi avvertimenti, che tra l’altro nessuno ti ha chiesto.”
Yu alzò le spalle e si ritrasse per lasciare passare Tom.
Poi si avvicinò a Bill, che di fianco al fratello aveva ascoltato tutto.
“Senti Bill volevo chiarire una cosa.”
“Senti tu piuttosto, non ho nessunissima voglia di parlare con te ne con nessun altro del tuo gruppo, perciò se non ti dispiace preferirei che te ne andassi, sai se perdi tempo potresti rischiare di uscire fuori dalla media.”
“Che media?”
“Delle ragazze fatte in quattro notti.”
“No davvero senti io non ho raccontato niente del massaggio, cioè non che ci fosse nulla di male, ma non mi sembrava il caso, il fatto è che quello stronzo di Kiro mi ha visto uscire dalla tua camera e allora ho dovuto dirlo agli altri: tutto qui.”
Yu teneva gli occhi bassi, fissi sul bicchiere che aveva in mano, il tono di voce era carezzevole.
“OK, tanto non c’è problema, come hai detto tu non si è trattato che di un massaggio.”
“Allora non sei arrabbiato?”
-Certo che lo sono brutto stronzo- avrebbe voluto gridargli Bill, ma non sapeva neanche lui il perché, perciò pensò bene di tenere a freno la lingua e di fare il superiore.
“Figurati, ho altre cose per la testa, mi ero pure dimenticato.”
“Bene” e Yu gli fece un sorriso liberatorio.
Bill sperò che in questo modo la conversazione fosse finita e il chitarrista se ne andasse, ma Yu non sembrava aver voglia di lasciarlo e cominciò a parlare delle canzoni che avevano presentato.
Si sedettero su di un divano e a Bill sembrò che il tempo volasse e che tutta la gente che affollava il locale scomparisse.

Tom e Fie si stavano divertendo, avevano ballato e bevuto, ora stanchi e un po’ sudati erano stravaccati su un divanetto. Fie teneva la testa sulle ginocchia di Tom che, abbassato sul suo viso, la baciava con impazienza.
“Scusate se vi disturbo” una voce li fece trasalire, Tom alzò la testa per vedere chi fosse così ficcanaso da venirli a disturbare.
“Ehi come va?” Fie aveva girato gli occhi e con slancio improvviso si era alzata per abbracciare Kiro, “Siediti con noi.”
“Beh non vorrei disturbare.”
“Figurati non disturbi affatto.”
Kiro sorrise e si sedette completamente a proprio agio.
“Vi conoscete?” azzardò Tom.
“Sì da un sacco di tempo” rispose Fie e Kiro annuì felice.
“Io e Kris siamo solo amici, vorrei precisare.”
Kiro rimase un attimo pensieroso, poi gli occhi gli brillarono.
“Oh sì certo ho capito: tu e lui state insieme, certo Tom non devi pensare male, io e lei siamo solo due mattacchioni, ci divertiamo a fare scherzi, casini, cose di questo genere, niente sesso tra noi.”
“Niente sesso, si intende” rise Fie abbracciando Kiro.
“Che tipo di scherzi?” si informò Tom .
“Cose sceme, molto sceme, è meglio non dirle ci prenderesti per bambini dell’asilo” Kiro ridacchiava.
“Faccio portare qualcosa da bere, va bene?” propose poi e prima che Tom potesse dire qualcosa, l’ordinazione era già partita.
Una bottiglia di champagne fu svuotata senza che Tom se ne potesse rendere conto, Kiro e Fie ridevano come stupidi ricordando i loro vecchi scherzi.
Alla terza bottiglia, Tom sussurrò a Fie : “Penso che hai bevuto abbastanza, molti se ne sono già andati, direi che se ce ne andiamo anche noi non daremo nell’occhio.”
“Come vuoi amore” gli soffiò la ragazza nell’orecchio.
Si alzarono, Kiro li seguì.
All’uscita si separarono con grandi baci.
Finalmente anche quello scocciatore se ne era andato, ora lui e Fie erano soli e tra poco avrebbe insegnato alla ragazza come ci si divertiva sul serio.

Georg si stava proprio svagando, lui era un tipo che alle feste si sballava davvero, gli piacevano un sacco e quella era proprio riuscita bene, aveva appena finito di ballare con una tipa niente male, si sarebbe fatto una birra per rinfrescarsi e poi se ne sarebbe tornato in albergo, guardandosi in giro non vedeva nessuno dei suoi amici, forse erano già rientrati.
Si alzò e chiese un’auto per tornare in hotel, era solo, quella sera non era riuscito a rimediare niente, lui era disponibilissimo a divertirsi ma la ragazza che si portava a letto doveva rispondere ad alcune caratteristiche ben precise, non era di bocca facile come Tom, soprattutto doveva scattare qualcosa: una simpatia immediata e un’attrazione fisica, senza questo preferiva lasciare stare.
Stava salendo sull’auto, quando si sentì chiamare.
“Scusa Georg stai tornando all’hotel?”
Cazzo non poteva essere vero! Era Denise, quella rompicoglioni, possibile che certa gente non la capisse proprio quando non era aria. Anche gli individui insistenti davano sui nervi a Georg.
“Sì, perché?” disse con tono freddo.
“In questo momento non ci sono più auto e siccome sto tornando anch’io ti spiacerebbe se andiamo insieme?”
Che faccia tosta, certo che era dura a capire le cose. D’altra parte non poteva rifiutarsi e il tragitto era di un quarto d’ora, poteva sopportarlo.
“Sali.”
Denise non se lo fece ripetere, si accomodò accanto a lui, sorridendo.
Appena l’auto partì un silenzio gelido calò su di loro, Georg cercò un diversivo guardando fuori dal finestrino ma era tardi e ormai le strade erano deserte.
Erano quasi arrivati quando la ragazza si schiarì la voce imbarazzata.
“Georg io….ehmmm volevo scusarmi… per il mio comportamento di questi giorni. Certo tu avrai pensato che sono una grande rompicoglioni.”
“No, figurati!” fece il bassista.
“Beh se lo hai pensato hai fatto bene, mi sono proprio comportata male, è la prima volta nella mia vita che mi capita di essere così insistente. Il fatto è che da un sacco di tempo volevo conoscerti…beh appena ti ho visto in TV mi sei subito piaciuto e … pensavo che ci potesse essere qualcosa tra noi in questi giorni. E’ strano che con te mi sia comportata così, di solito penso che tra due persone debba scattare un feeling speciale, non mi accontento facilmente. Ti ho proprio rotto, scusa, è che il feeling non è stato reciproco e io non mi sono rassegnata.”
“Scusa com’è la tua teoria sul feeling..sai mi interessa” disse Georg avvicinandosi.
  
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