Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Sakura Hikari    23/12/2014    2 recensioni
Raccolta di flashfiction, dedicate interamente alla Grelliam.
1)Buon Natale
2)Rabbia
3)Distrazioni
4)Ah, Parigi!
5)Niente è impossibile
6)Appuntamento
7)Al mattino
8)Basta che funzioni
9)Di fogli smarriti e gesti inaspettati
10)Mutande rosse
11)Kiss the girl
12)Sguardi insistenti
13)Prima il dovere, poi il piacere
14)With a little help from my friend
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Grell Sutcliff, William T. Spears
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Di fogli smarriti e gesti inaspettati
 

Prompt di Amaerise: Fem!Grelliam: quando Wilma ha il ciclo Grell sa che deve starle lontana, scritta in occasione del Drabble Event lanciato su faccialibro. Parole: 455
 

Grell amava tutto della sua donna: il suo portamento, la sua eleganza, ma soprattutto la sua capacità di farle correre certi brividi di piacere lungo la schiena con uno solo dei suoi sguardi glaciali.
Ma c’era anche quel periodo del mese, durante il quale Grell aveva imparato che era meglio averci a che fare il meno possibile.  A questo pensava mentre guardava la sua compagna rovesciare il contenuto di alcuni cassetti sulla propria scrivania alla ricerca di un importante documento. In quei momenti diventava completamente un’altra persona: la sua usuale compostezza si sgretolava, la sua imperturbabilità scompariva e cominciava a perdere il controllo delle sue azioni e della sua voce.
“Eppure avrei giurato che fosse qui da qualche parte…”, ripeteva agitata, mentre passeggiava su e giù per l’ufficio.
“Wilma, se non ti darai una calmata ti verranno le rughe.”, le disse Grell, frugando a sua volta all’interno di uno degli armadietti alla ricerca di quel dannato foglio.
“Sutcliffe, per piacere, smettila di dire sciocchezze! Devo consegnare questo documento entro le sei di pomeriggio, o ne andrà della mia carriera!”, scattò l’altra, con una nota isterica nella voce.
Grell odiava vederla in quello stato, soprattutto perché la sua agitazione si comunicava anche a lei: già si sentiva le mani sudaticce e una familiare sensazione di contrazione alla bocca dello stomaco.
D’altra parte dell’ufficio, invece, Wilma sembrava sul punto di entrare in iperventilazione.
“Potresti averlo dimenticato a casa.”, ipotizzò Grell.
Wilma scosse la testa. “Impossibile. E anche se fosse, non posso lasciare il mio posto per andare a ritirarlo.”
Grell scosse la testa e, mentre stava già per passare oltre, lo trovò, in mezzo a una pila di scartoffie. “Eccoti qua!”, esclamò trionfante. “Wilma, ho trovato il tuo bimbo smarrito!”
“Non è mio figlio.”, ribatté lei, ma Grell vide un lampo di sollievo nei suoi occhi. Lo prese e lo infilò dentro una carpetta già piena. Si fermò, e sembrò ponderare con cura le parole prima di dire: “Beh, Sutcliffe… mi sei stata davvero d’aiuto. Grazie.”
Questo la spiazzò. Wilma non l’aveva mai ringraziata prima, o almeno, non l’aveva mai fatto in maniera così esplicita: era la persona più orgogliosa e testarda che conoscesse (esclusa ovviamente la sottoscritta), e avrebbe preferito mordersi la lingua piuttosto che ammettere di dover qualcosa a chicchessia, Grell questo lo sapeva bene. Eppure, avrebbe giurato che in quel momento ci fosse della gratitudine nella sua voce. Sentì i battiti del suo cuore accelerare.
“Adesso puoi andare.”, la congedò freddamente.
“In realtà”, cominciò Grell, cogliendo la palla al balzo. “Pensavo di andare a prendermi una tazza di tè. Ne vuoi una anche tu?”
“Sì, perché no.”, rispose Wilma distrattamente. Grell sorrise: era già tornata ad essere la fredda Wilma che conosceva ed amava.



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