Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Jinny82    23/12/2014    1 recensioni
Oracoli, profezie, Unicorni, Folletti, Stelle e Dei.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo corto, solo 8 pagine di word stavolta. Ma due pov XD (vado a letto, diceva, domani evo alzarmi presto, diceva, sistemo solo il passaggio che manca, diceva ...)




Velk chiuse gli occhi e posò la fronte sulla pagina del grosso tomo che stava consultando, arruffandosi i capelli, nervoso. Shazan era partito la settimana precedente, insieme a Kerahm e Felrhagh, uno dei fratelli maggiori di Kerahm. Prima di partire, gli aveva portato una pila di libri più alta di lui, che ora giaceva posata alla meno peggio in un angolo della casupola, vicino ad un piccolo tavolo che era stato posizionato sotto la finestra. Tutti libri in cui erano riportate le profezie. O in cui si citavano le profezie. In altri le profezie venivano analizzate. Altri ancora raccontavano di profezie che già si erano avverate, anche se lui ed Alkim ancora non vi erano nominati. Non ancora, si trovò  pensare Velk, ma appena fossero giunti alla Città Sacra, tutti avrebbero saputo che erano ancora vivi … rabbrividì leggermente. Condividere la Memoria degli Unicorni della Grande Foresta voleva anche dire avere vivido il ricordo della notte in cui erano andati per ucciderli. La notte in cui la donna che li avrebbe dovuti allevare era morta, pur riuscendo ad arrivare fin li, mettendoli in salvo … si trovava spesso a chiedersi come fosse vivere a contatto con altri Immortali. A lui ed Alkim non mancava nulla. Sahìn-Mihèn li amava come una madre, Shazan faceva loro da padre (aveva anche detto loro che ormai era talmente abituato a vederli che quasi si stupiva non si fossero ancora trasformati in Centauri). Yekhnas li rendeva invisibili agli altri Naamemh, anche se aveva preso consapevolezza di questo solo da poco. Ma non potevano negare di essere diversi da quelli che li circondavano. Non che la cosa sarebbe cambiata di molto, in effetti, una volta arrivati alla Città Sacra, probabilmente. Erano i figli del Grande Incesto. Avevano dalla nascita poteri che gli altri Immortali faticavano ad acquisire, perché loro madre era una dea. Una dea che per proteggerli dagli altri dei aveva dato loro il Potere dell’Oracolo e del Protettore. Cosa che però di certo non li avrebbe salvati da quelli che li volevano morti fuori dalla Volta Celeste. E cosa che aveva dato non poco fastidio ad Amouin, da quello che aveva percepito durante la trasfigurazione. Non che si fosse aspettato sarebbe stata un’esperienza piacevole, ma anche la dea non gli aveva dato l’aria di essere particolarmente felice di dover trasfigurare usando il figlio del Grande Incesto … Da quello che alcuni dicevano degli dei, probabilmente Neheryl aveva reso loro due Oracolo e Protettore solo per fare dispetto alla gemella. Alzò lo sguardo a scrutare fuori dalla finestra, sentendo l’imprecazione di Alkim. Lo vide alzarsi, velocemente e contrattaccare, ma Yekhnas si alzò in volo,cosa che fece imprecare di nuovo Alkim. Velk ridacchiò alla scena. Da quando Kerahm era partito, era Yekhnas ad allenare Alkim. Ed avere a che fare con qualcuno che ti spariva da davanti e ti arrivava addosso dall’alto sembrava essere abbastanza frustrante … si stiracchiò e riprese a consultare il libro che aveva sotto gli occhi. La Profezia del Distruttore. Quella per cui qualsiasi coppia di gemelli che nascesse nella casata dei Nalkahim, la stirpe degli Imperatori del Nord, era guardata con sospetto. La Profezia aveva una serie di versioni. L’unica cosa su cui concordavano tutte era la stirpe d’appartenenza del Distruttore. In alcune versioni nasceva addirittura solo, nonostante nella maggioranza si parlasse di due gemelli, entrambi con il Marchio, ma solo uno l’aveva dalla parte giusta. Solo uno dei due era dotato del potere di distruggere Creature Magiche e Immortali, ma nessuno sapeva quale fosse il lato “giusto” per il Marchio, ne come il Marchio si sarebbe presentato, o a quale età. Anche su quello nessuno concordava.
Altre differenze concernevano i motivi che avrebbero portato il Distruttore a scatenare la sua furia e chi ne sarebbe stato colpito. Per alcuni si trattava semplicemente di una creatura malvagia, che avrebbe distrutto indifferentemente Immortali e Creature Magiche per pura smania di potere. I Mortali sarebbero stati immuni a questo, dato che non credendo nella Magia, questa non poteva essere usata contro di loro in nessuna sua forma. Per altri, invece, veniva soggiogato da qualcuno, o da qualcosa, e questa era la causa scatenante. Altri ancora sostenevano il cattivo fosse il gemello del distruttore, quindi si dava la colpa di tutto al troppo attaccamento che, da sempre, i componenti della dinastia imperiale del Nord tendevano ad avere tra fratelli. Un’ultima versione diceva, invece, che il gemello del Distruttore sarebbe stato imprigionato e soggiogato, e a subire le ire del Distruttore sarebbero stati solo i colpevoli. Era la versione che Velk preferiva. O quella che gli provocava ansia in misura più sopportabile, quantomeno …. Quella che gli dava la sensazione di poter essere in qualche modo controllata.
Per alcuni il Distruttore era uno dei figli del Grande Incesto, quindi si sentiva in qualche modo responsabile per … tutto, in realtà. Per moltissimo tempo i Nalkahim stessi, nonostante quanto si dicesse sul loro morboso attaccamento alla famiglia, si erano premurati di eliminare ogni coppia di gemelli non appena si fosse affacciata sul mondo. L’attuale Oracolo, l’Imperatore ed il Sommo Sacerdote erano i primi ad essere sopravvissuti a quella specie di massacro. Erano tre, quindi non costituivano un problema.
Lui e Alkim, invece, lo costituivano eccome un problema. In quanto Oracolo e Protettore, teoricamente non potevano venire eliminati, nonostante, appunto, ci avessero già provato, e probabilmente, pensò il piccolo, sentendo un brivido gelato scendergli lungo la schiena, ci avrebbero riprovato. Ma anche se erano l’Oracolo e il Protettore, questo non voleva dire che magari un giorno il Marchio non sarebbe apparso … Erano ancora solo bambini, avevano tutto il tempo per sviluppare poteri anche malvagi … quindi, concentrarsi sulle profezie che poteva in qualche modo controllare gli sembrava, al momento, la cosa migliore da fare. Se si fosse trattato di lui, o di Alkim, avrebbe potuto personalmente cercare di evitare che il potere del Distruttore si scatenasse. E in ogni caso, quasi tutte le profezie dicevano che il Distruttore, o il suo gemello, ad un certo punto sarebbe arrivato alla Città Sacra, quindi le probabilità di poter entrare in contatto con loro ed evitare il disastro erano molto alte. Forse gli piaceva pensarlo. Ma sperava davvero tanto di avere ragione … Perché c’era anche un’ultima versione della profezia. E quella lo terrorizzava davvero. Il Distruttore arrivava al massimo del proprio Potere, e l’unico in grado di fermarlo era il suo gemello. Ma per fermarlo, l’unica soluzione che aveva era ucciderlo … rabbrividì ripensandoci. Alkim aveva poteri di difesa da quando erano nati, e li aveva sempre usati per proteggerlo, quindi non riusciva  a concepire che potesse nemmeno pensare di ucciderlo. In quanto a lui, non avrebbe mai torto un capello al proprio gemello, nemmeno se si fosse rivelato essere una creatura malvagia, e Alkim non si sarebbe mai rivelato tale, era assolutamente impossibile.
Infine, in un angolo ben nascosto della Memoria, c’era qualcosa. Non era ben chiaro, come se si trovasse a vederlo attraverso un vetro appannato, quindi non riusciva a capire cosa fosse, sapeva solo che era legato alla Profezia del Distruttore. E ormai non riusciva più a gestire l’ansia che la possibilità di essere coinvolto gli provocava.
Mise un segnalibro tra le pagine e, sbuffando, chiuse il libro. Si preparò un involto con qualche frutto ed uscì dalla casupola. Sahìn-Mihèn lo guardò allontanarsi, ma si limitò a raccomandargli di non uscire dalla Foresta e di tornare prima che facesse buio. Velk annuì e si addentrò nella foresta. A quell'ora ormai faceva troppo caldo per cui qualunque creatura si avventurasse fuori dalla frescura della propria tana ... Arrivò al limitare della Foresta dopo qualche ora di cammino, e si rese conto che non sarebbe mai riuscito a tornare prima che facesse buio ... Ingoiò l'ansia che questo pensiero gli diede e cercò con lo sguardo le tracce che gli servivano. Qualcosa che aveva visto nella Memoria. E poi le vide. Ben camuffate, ma lui riusciva a distinguerle bene, ora, una serie di orme, tutte nella stessa direzione. Iniziò a seguirle, consapevole di essere osservato e seguito. Probabilmente l'avevano fiutato appena si era avvicinato agli ultimi alberi. Con la coda dell'occhio vide un movimento alla sua destra, e scartò istintivamente di lato. Le zanne del lupo strapparono la manica della tunica, e Velk si trovò seduto a terra. 
<< Voglio solo parlare con Olrang ...>> disse, cercando di tenere ferma la voce. Il lupo si avvicinò, scrutandolo da ogni angolazione, mentre altri si avvicinarono. Velk aveva la vista annebbiata dalle lacrime, ma non osava alzare il braccio per asciugarle. A malapena riusciva a respirare
<< E di cosa vuoi parlare con Olrang?>> chiese il lupo, dopo averlo annusato. Era talmente vicino che Velk ne sentiva il calore. Si costrinse ad alzare lo sguardo, anche se era terrorizzato a morte. Ormai le lacrime gli bagnavano completamente il volto, ma riuscì comunque a guardare negli occhi il lupo. Un enorme lupo nero, con qualche striatura grigia. Lo riconobbe. Era nella Memoria. Non solo la notte in cui erano arrivati alla Grande Foresta, ma precedente. Qualcosa che l'aveva trascinato fin li.
<< Sette anni fa non ci hai uccisi ...>> mormorò
<< Quindi mi hai riconosciuto, piccoletto? Allora è vero che Sahìn-Mihèn vi ha trasmesso la Memoria ...>> sbuffò Olrang, allontanandosi leggermente e sedendosi. Gli altri lupi si sedettero a loro volta, apparentemente tranquilli, e Velk si concesse di asciugarsi il viso 
<< Anche i cuccioli di immortali sono carini ...>> ridacchiò una delle femmine, seguita a ruota dalle altre. Olrang ringhiò leggermente, e quelle si zittirono.
<< Allora, cosa ti ha spinto ad allontanarti dalla Grande Foresta? È rischioso, e noi siamo l'ultimo dei tuoi problemi. I Naamemh potrebbero trovarti ...>>
<< Ho bisogno di sapere se io e mio fratello potremmo essere ... Se uno di noi due potrebbe essere il Distruttore ... >>
Olrang lo guardò, corrugando la fronte
<< Alcune profezie lo danno come possibile, e non sempre il Marchio appare subito. E ... So che anche voi avete una Profezia a riguardo ...>>
Olrang lo osservò ancora per un momento, poi si avvicinò. Velk si irrigidì, ma il capobranco si limitò a dargli un buffetto col muso
<< Né tu né tuo fratello siete il Distruttore. Mancano ancora centinaia di anni alla sua nascita. >> 
<< Nemmeno le Stelle ...>>
<< Le cose che le Stelle ignorano di sapere sono infinite. Noi da quaggiù abbiamo una visuale decisamente più ampia. Sei più tranquillo, ora, piccolo Oracolo?>> chiese Olrang, aiutandolo ad alzarsi. Velk annuì
<< Bene, ora fila. >>
Velk non se lo fece ripetere due volte. Appena vide gli alberi, ci si tuffò, e si rese conto che il sole stava già tramontando. Sahìn-Mihèn si sarebbe arrabbiata sicuramente ... Oltretutto aveva due grossi strappi sulla tunica, era sporco di fango e puzzava di lupo ... E ad un tratto si rese conto di non avere idea di dove si trovasse. Eppure lui e Alkim avevano esplorato ogni anglo della Foresta ... Iniziò di nuovo inconsapevolmente a piangere. Il sole calò velocemente, e come se non bastasse, cominciò a cadere una pioggerella leggera che inzuppò ben presto sia il bambino che il terreno, che divenne quasi subito scivoloso. Cadde più di una volta, infradiciandosi completamente. Ad un tratto, scivolando, finì a sbattere contro un albero e rimase rannicchiato a terra, scosso dai singhiozzi. Un rumore gli fece alzare lo sguardo di scatto. Quando si trovò davanti Yekhnas, si rese conto di aver inconsapevolmente lanciato un richiamo ad Alkim ...
<< Non allontanarti dalla Foresta e torna prima che faccia buio cosa vogliono dire?!>> lo aggredì il Naamemh. 
<< Prima lasci fuori tuo fratello da quello che ti passa nella testa, mandandolo nel panico, poi lo chiami all'improvviso, mandandoci tutti nel panico!>>
<< Dovevo sapere ...>> singhiozzò Velk. Yekhnas sospirò. 
<< Sei in un tale stato che è impossibile sgridarti! Intanto andiamo a casa.>> sbuffò, prendendolo in braccio. Velk gli si abbandonò contro, tirando su con il naso. Sentì la mano di Yekhnas premergli leggermente sulla nuca
<< Scemo.>> gli borbottò contro. Velk sospirò un'ultima volta e chiuse gli occhi, troppo stanco per fare qualsiasi altra cosa. 

Alkim vide Yekhnas atterrare nella Radura tenendo Velk tra le braccia, e corse verso di loro. 
<< Sta bene. È solo stanco morto e bagnato fradicio ...>>
Alkim annuì, asciugandosi gli occhi. 
<< Metto a scaldare dell'acqua. Puzza di lupo ...>> sospirò Sahìn-Mihèn, precedendoli all'interno della casupola.
<< È arrabbiata?>> chiese Velk, aprendo gli occhi.
<< Lei non lo so, io si.>> borbottò Alkim. Entrò a sua volta nella capanna. Aprì l'armadio, prendendo una coperta e un telo per asciugare
<< Dovresti sgridarlo ...>> mormorò all'indirizzo di Sahìn-Mihèn. Lei si girò a guardarlo
<< Mi sembra già abbastanza sconvolto ... >>
Alkim sbuffò. Yekhnas entrò ed aiutò Velk a mettersi seduto. Alkim avvolse la coperta attorno alle spalle del fratello, poi scoppiò in un pianto dirotto.
<< Scusa ...>> mormorò Velk, abbracciandolo. Alkim si staccò, asciugandosi gli occhi, poi si allontanò, andandosi a sedere sul proprio giaciglio. 
" Non volevo farti spaventare ..." gli arrivò il pensiero di Velk
" Non tenermi fuori, Velk, ti prego ..." 
" Non volevo. Ma ... Allo stesso tempo non volevo che capissi che avevo paura " ammise Velk. Alkim si girò verso il tavolo. Yekhnas e Sahìn-Mihèn erano accanto al fuoco, e parlavano a bassa voce. Velk si era tirato la coperta fin sopra la testa, rannicchiandosi sulla sedia, e guardava un punto indefinito davanti a sé, asciugandosi ogni tanto gli occhi. Alkim sospirò e si alzò. Velk si girò a guardarlo e fece per dire qualcosa, invece gli uscì solo in singhiozzo. Alkim allora lo abbracciò
<< Mi dici di cos'avevi così paura da non volermene parlare?>> chiese ad alta voce, asciugandogli il viso. Yekhnas e Sahìn-Mihèn si girarono. Velk indicò il grosso tomo posato sul tavolo sotto la finestra
<< Profezie?>> chiese Sahìn-Mihèn. Velk annuì. Alkim lo strinse un po' più forte
<< La profezia del Distruttore ...>> mormorò Velk dopo un po'
<< In alcune versioni il Distruttore è uno dei figli del Grande Incesto ... ma c'era qualcosa nella Memoria su una Profezia dei Lupi ...>>
<< Sei uscito dalla Foresta?!>> gridò Sahìn-Mihèn. Alkim sentì Velk sussultare tra le sue braccia. Non l'avevano mai vista arrabbiarsi con nessuno, tantomeno con loro
<< Sono andato da Olrang.>> mormorò Velk, guardando Sahìn-Mihèn negli occhi
<< Il che vuol dire che hai rischiato di farti mangiare e di farti trovare da tutti i Naamemh che vi stanno cercando!>> sibilò Sahìn-Mihèn. 
<< Però adesso so che il Distruttore nascerà solo tra centinaia di anni. Non è nessuno di noi due ...>>
Sahìn-Mihèn sospirò, per poi tornare a controllare il fuoco. Alkim vide gli strappi sulla tunica del fratello e sentì di nuovo l'angoscia assalirlo. Strinse le mani a Velk, che si girò a guardarlo, per poi abbassare il viso
<< Scusate ...>> mormorò << Non volevo farvi preoccupare ... Ma ...>>
<< Hai messo in pericolo tutti, oltre ad aver rischiato tu!>> sbuffò Sahìn-Mihèn << E adesso lavati.>> aggiunse, riempiendo la tinozza ed uscendo, prendendo subito le sue sembianze normali. Alkim sentì il gemello aggrapparglisi
<< Non volevo ...>> singhiozzò
<< Lo so.>> sospirò Alkim
<< Si calmerà, vedrai. Si è spaventata e preoccupata, come tutti del resto. Dovevi vedere tuo fratello ...>> intervenne Yekhnas. 
Alkim arrossì
<< Lo sa che sono un piagnone.>> sbuffò, mentre aiutava Velk a spogliarsi per lavarsi. 
<< Sono io che non sapevo che lui fosse un piagnone ...>> ridacchiò, asciugando di nuovo il viso di Velk, aiutandolo poi ad entrare nella tinozza. Velk ridacchiò. Una volta pulito e rivestito, si mise sulla soglia, scrutando il buio. Alkim gli si avvicinò e Velk gli prese la mano. Yekhnas era tornato alla caverna scavata bella roccia, poco lontano dalla radura, dove viveva. Ormai la notte doveva dormire, almeno in po'. Da quando aveva iniziato ad addestrare Alkim, quantomeno. 
<< Per Yekhnas è dura, eh? Alzarsi la mattina, dormire di notte ... Non è nella sua natura ...>> mormorò Velk
<< Ho sempre paura che s'addormenti durante l'addestramento, in effetti.>> ammise Alkim, con un sorriso. Sentì la mano di Velk stringere un po' di più la sua e si girò a scrutarlo. Per la prima volta in sette anni notò una serie di piccole differenze tra i loro visi. Il modo in cui Velk teneva sempre le sopracciglia leggermente corrucciate, quando pensava a qualcosa. Il piccolo neo sulla guancia sinistra, che lui non aveva. Una ciocca di capelli leggermente più scura sulla tempia. Sapeva che ad una prima occhiata nessuno li avrebbe potuti distinguere, ed effettivamente nemmeno lui aveva mai notato queste cose, che però erano sempre state li ... Velk si girò per un attimo a guardarlo negli occhi
<< Prima .. Ho avuto davvero paura ...>> mormorò. Alkim si morse le labbra, aspettando che continuasse
<< Non siamo mai usciti dalla Foresta. E ... Beh, di Olrang ricordavo solo ... L'intenzione di ucciderci la notte in cui siamo arrivati. Ha tentato di attaccarmi, ma solo per spaventarmi. Infatti sono riuscito ad evitarlo ...>>
<< Non fare più cose così stupide! Non senza di me, almeno!>> si trovò a supplicare Alkim. Velk sospirò e tornò a guardare fuori dalla porta
<< Nelle Profezie, quasi in tutte, dicono che uno dei due gemelli, per propria volontà o perché soggiogato, per un certo periodo diventa ... cattivo. E in quel caso, è il fratello, che sia lui il Distruttore o no, ad ucciderlo ... >>
Alkim si sentì gelare a quelle parole
<< Siamo fortunati, perché non toccherà a noi. Almeno non di persona ...>>
Alkim abbassò il viso, serrando gli occhi
<< Sono contento che tu sia andato a controllare ... E anche un po' che tu me l'abbia detto dopo aver controllato ...>> mormorò << Non ho davvero idea di come avrei potuto reagire, avendo un dubbio simile ... Ma d'altro canto, avrei preferito che tu non l'avessi affrontata da solo ...>>
<< Ci saranno altre situazioni simili che dovrò affrontare da solo, Alkim ...>> sospirò Velk. Ad Alkim sembrò molto più grande, in quel momento. Il bambino terrorizzato di qualche ora prima era scomparso. Si fosse trovato di nuovo solo e al buio, in quel momento, non avrebbe avuto bisogno di aiuto ... 
<< Non lasciarmi indietro!>> quasi gli ordinò. Velk si girò a guardarlo, sorpreso. Poi captò i suoi pensieri, e sorrise
<< Ma se sei tu quello che ormai si muove come un adulto!>> borbottò. Alkim fece per ribattere, ma un movimento davanti a loro lo zittì. Sahìn-Mihèn era tornata. Si avvicinò ai due bambini, e diede una leggera spinta a Velk, che per tutta risposta le circondò il collo con le braccia, affondandole il viso nella criniera. Alkim sospirò, sollevato. Ora avevano di nuovo la stessa età, si trovò a pensare.
<< Non farmi più preoccupare così, per favore.>> sospirò l'Unicorno. Velk annuì, senza staccarsi. 
<< Non piangere, piccolo, non sono più arrabbiata ... E non lo ero neanche prima. Mi sono preoccupata, tutto li. Hai fatto una cosa rischiosa, e te ne sei reso conto ...>>
Velk annuì di nuovo, ancora col viso affondato nella criniera dell'unicorno. Alkim si morse le labbra. Velk sentì il suo pensiero e lo trascinò nell'abbraccio. 
<< Siete piccoli, continuiamo a dimenticarcelo ... Finché non fate qualcosa " da grandi" come Velk oggi, e allora ci preoccupiamo ... Ma ho sbagliato ad arrabbiarmi in quel modo, prima. Quella che Velk voleva sapere era una cosa che io non sapevo, e che nella Memoria non è altro che un vago accenno ...>>
Alkim sentì il fremito d'ansia del gemello, e gli si strinse più vicino. 
<< Non mi avresti mai lasciato andare, e non puoi uscire dalla Foresta ...>> mormorò Velk. 
<< Vero ...>> concesse Sahìn-Mihèn. 
<< E non volevi passare anche a me la tua paura ...>> sospirò Alkim. Velk si staccò dall'abbraccio, ancora scuro in volto
<< Spero che adesso non ci trovino ...>> mormorò. Sahìn-Mihèn gli diede un colpetto con il muso
<< Non sottovalutare i poteri di Yekhnas. Non lascerà di certo che vi trovino così facilmente ...>>
<< E che provino pure ad avvicinarsi ...>> mormorò Alkim. Si staccò a sua volta e sorrise al gemello
<< Posso affrontarli. Magari non tanti per volta, ma non siamo più due neonati. Adesso so usare una spada. E sono consapevole di cosa possa fare o meno col mio potere. Quindi non preoccuparti. >>
Velk annuì, poi rientrò nella capanna. Alkim fece per seguirlo, ma Sahìn-Mihèn lo trattenne
<< Durante l’addestramento al Tempio, non potrete usare il contatto mentale. Lo sai, vero?>>
Alkim si morse le labbra, accigliandosi, ma annuì. Non lo trovava giusto, ma era la legge della Città Sacra, e andava rispettata
<< Non sarà come mentre ti alleni adesso e Velk studia. Sarà sempre. E potrete ristabilirlo solo quando lui sarà ufficialmente proclamato nuovo Oracolo e tu suo Protettore. Dieci anni …>>
<< Ho un po’ di tempo per abituarmi all’idea, ancora. E poi … da quello che ha detto Himmel l’ultima volta che ha portato notizie dalla Città Sacra, non è detto che l’attuale Oracolo regga per così tanto … >> sospirò e chiuse per un momento gli occhi
<< Dover andare la mi terrorizza. Che Velk abbia sempre a che fare con gli dei, indebolendosi un po’ di più ogni volta, mi spaventa a morte. E … e se rimanesse ferito come successe all’Oracolo di adesso? E se … >> non riuscì a finire la frase. Non riusciva nemmeno a concepire l’idea, in realtà
<< Questi sono i momenti i cui vorrei che tu ti comportassi per la tua età, non per il tuo ruolo, piccolo …>>
Alkim alzò il viso e tentò di sorridere, stringendosi nelle spalle
<< Vorrei poterlo fare.>> mormorò. Poi entrò nella casupola. Velk era già steso sul proprio giaciglio, e s’era addormentato, esausto per la paura provata. Alkim prese la candela che era sul tavolo e si avvicinò ai giacigli, stendendosi a sua volta. Soffiò sulla fiamma, prendendo il proprio posto nel giaciglio accanto a quello del gemello. Dopo un attimo, sentì un fruscio al suo fianco, e le dita di Velk si intrecciarono alle sue. Non dissero nulla. Anche le loro menti rimasero in silenzio. Si limitarono ad addormentarsi, le dita intrecciate, le teste leggermente rivolte l’una verso l’altra, l’espressione finalmente rilassata.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Jinny82