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Autore: CastaDiva    23/12/2014    2 recensioni
Dopo quattro anni lontane Michiru e Haruka si ritrovano purtroppo non con i migliori auspici. La prima impegnata a districarsi con il suo ritorno alla vita scolastica giapponese e il suo debutto sulla scena musicale, la seconda alle prese con una dura riabilitazione a seguito di un incidente.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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Tic tac, tic tac, tic tac. Il pendolo dell'orologio ( vecchio regalo di suo padre ) scandivano il tempo e producevano l'unico rumore in una stanza che, sebbene la presenza dell'uomo sul tavolo intento ad usare il suo portatile, pareva vuota.
Il cigolio della porta creò un nuovo suono che andò ad unirsi a quello dell'orologio. Un rumore di passi, di scarpe che venivano tolte e pantofole infilate contribuì a creare una bizzarra sinfonia. L'uomo si mosse fino al soggiorno dove, con sua somma sorpresa, trovò il compagno incollato allo schermo del computer.
" Ancora lì? " domandò perplesso Kunzite vedendo che Zoisite non si era mosso da quando lui era uscito la mattina.
Senza ricevere alcuna risposto l'uomo si diresse in cucina per preparare qualcosa per sè ed il compagno che sicuramente non aveva ancora mangiato.
" Come mai sei tornato a quest'ora? " domandò il più giovane dopo una ventina di minuti, dando almeno segno di aver percepito la presenza dell'altro.
" Non c'era molto da fare al lavoro oggi " rispose lui senza distogliere l'attenzione dal wok dove stava saltando delle verdure " Per cui ho preferito rincasare prima piuttosto che starmene in ufficio a fare niente."
" Beh, se proprio non hai nulla da fare potresti aiutarmi no? " propose Zoisite chiudendo il computer.
L'altro uomo sorrise chiudendo il gas. Apparecchiò la tavola per due facendo segno al compagno di venire a mangiare.
L'appartamento dei due uomini era un ampio locale unico, il cui affitto veniva pagato per la maggior parte dal più grande. Kunzite aveva venticinque anni, alto, aitante e dai lunghi capelli albini. Lavorava per la Dark Kingdom, una delle più importanti holding del Paese. Era entrato nel ramo editoriale come redattore ed in breve tempo aveva scalato i vertici tanto che la presidentessa Beryl l'aveva voluto tra le sue fila, riconoscendone il valore. Inutile dire che il suo stipendio era notevolmente lievitato, per cui poteva permettersi di mantenere il compagno che era ancora alle prese con l'apprendistato da psicologo.
 " Mi puoi aiutare allora? " chiese nuovamente Zoisite. Il fatto che prima non si fosse negato gli dava buone speranze.
" In che modo? " domandò l'altro posando le bacchette " Ma soprattutto, cosa ci guadagno? "
" Mi pare di averti dato molto ieri sera " alluse il più giovane per niente intimorito dal tono dell'altro. Sapeva che, nonostante la loro relazione, la mentalità di Kunzite era basata sullo scambio di favori. Tu dammi qualcosa e avrai qualcos'altro da me. Gli piaceva quel suo modo di essere, non dava spazio a fraintendimenti o patemi inutili.
" Questo è sicuro " sorrise Kunzite " Qualcosa deve averti scosso per averti reso così " caloroso " ieri. Il favore ha qualcosa a che fare con quello? "
" Sì " confermò senza tanti giri di parole lo psicologo passandogli una stampa fatta al computer che ritraeva una ragazza " Michiru Kaiou, cosa sai trovarmi su di lei e la famiglia? "
"Kaiou eh? " mormorò il più grande guardando la foto " Una famiglia piuttosto in vista, in che guai mi vuoi far cacciare? E perchè proprio lei? "
Un sorriso beffardo si dipinse sul volto di Zoisite. Non potrà mai dimenticare la reazione che ebbe Michiru quando, sicuro di scioccarla, le aveva detto quella frase.
 
“ Chi in famiglia ha fatto degli abusi su di te?  “
 
Oh, scioccata lo divenne di sicuro, ma non come lui si era aspettato. Un chiudersi ermeticamente in se stessa, una reazione violenta come quella avuta prima quando l'aveva toccata no, Michiru all'udir quelle parole lo guardò con uno sguardo da gelare il sangue. I suoi occhi erano ghiaccio puro che fendevano la sua carne come i più coltelli più affilati. Lo avrebbe ucciso, sicuramente. Zoisite aveva dovuto alzarsi conscio di aver essere in pericolo e, con una scusa delle più banali, si era ritirato.
Aveva perso. Una ragazzina neanche maggiorenne lo aveva battuto. Dopo un primo momento di angoscia una notevole eccitazione era cominciata a salirgli. Quello sguardo, quella persona che l'aveva domato rendendolo una nullità, l'avrebbe distrutta. L'avrebbe scalfita pezzo per pezzo fino a che l'unica cosa che gli avrebbe rivolto sarebbe stata una supplica di farla finita, una preghiera di perdonarla per ciò che aveva fatto. L'avrebbe annientata o sarebbe perito nel farlo. Si eccitava al solo pensiero. Era la prima volta nella sua vita che provava del desiderio sessuale per una femmina, anche se era conscio che si trattasse di semplice desiderio di dominazione. O voglia di essere dominato. Sì, perchè nonostante gli rodesse ammetterlo, gli era piaciuto dal profondo dell'anima essere stato guardato in quella maniera. La sera, più volte si era concesso al suo compagno per placare il desiderio, mentre l'immagine di lei rimaneva costane nella sua mente.
 
" E' una ragazza molto interessante " disse semplicemente Zoisite.
" Questo sicuramente, basterebbe il minimo scandalo che col cognome che porta venderemmo milioni di copie delle nostre riviste, scandalistiche e non " gli concesse Kunzite.
" Che ne dici se ti dessi qualche dritta per far nascere questo scandalo? " propose lo psicologo sapendo che quella era una proposta più che allettante per l'altro. " In cambio voglio solo ogni informazione possibile su lei e la sua famiglia, anche quelle che sicuramente i Kaiou vi impediranno di pubblicare a suon di minacce. "
" Metterei a rischio la mia carriera se ti facessi sfuggire qualche informazione riservata " gli fece notare Kunzite.
" Lo stesso vale per me visto che per darti l'informazione devo contravvenire al segreto professionale " replicò il più giovane.
" Dimmi " disse l'altro accettando tacitamente l'accordo.
" Tenou Haruka " esordì lo psicologo " Al momento non ne so ancora molto ma pare essersi innamorato della giovane Kaiou, forse ricambiato, e la cosa sembrerebbe andare avanti da anni " decise di non sbugiardare il vero sesso della pilota primo perchè troppe informazioni avrebbero potuto comprometterlo, erano pochi a sapere il suo sesso reale e lui uno dei più sospettabili, in secondo luogo, il suo sesso aggiungeva del pepe alla vicenda ma non era fondamentale.
" Non mi sembra una grande bomba " affermò Kunzite picchiettando con le dita sul tavolo " Una cotta tra adolescenti, sarebbero una bella coppia da copertina lo ammetto ma niente di che. E' vero che ultimamente la ragazza ha subito un aumento di attenzioni a causa del suo paventato concerto insieme al gruppo idol del momento, ma niente di così esaltante e niente per cui rischiare di inimicarsi i Kaiou. Lui poi era molto seguito dalla stampa e dal pubblico ma prima del suo incidente. E' sparito da un bel pò ormai e di conseguenza l'attenzione è scemata. Ed infine, non si creano articoli con supposizioni.  "
Zoisite sorrise incrociando le braccia e accavallando le gambe " Effettivamente non sono stato molto chiaro, perdonami. " disse, non era da lui andare di fretta. " Come sai da un pò ho cominciato a lavorare come psicologo part-time nella clinica Mugen per ottenere i crediti necessari al conseguimento della laurea. Beh, ti ricordi che ti avevo detto di aver incontrato lì quel mio compagno di università, Mamoru Chiba? Anche lui sta lavorando lì e grazie a lui sono venuto a conoscenza del fatto che attualmente Haruka Tenou è un loro degente. "
" Una clinica riabilitativa eh? L'incidente deve essere stato duro. " constatò l'altro interessandosi alla vicenda. Tenou non era certo famosissimo e la sua notorietà era calata ma un bell'articolo strappalacrime sul suo recupero non sarebbe stato male, soprattutto per le ragazzine che amano quel genere di storie e sempre loro sono le prime ammiratrici del pilota biondo. Però Kunzite era certo che ci fosse dell'altro sotto, e non una semplice bottarella, il compagno doveva avere un bello scoop per volergli paventare uno scambio di favori.
" Ha perso una gamba " sentenziò Zoisite " Ha quasi concluso il percorso riabilitativo e serve un parere psicologico per farlo tornare a casa, ed è qui che arriva il bello. Chiba mi ha fornito delle informazioni riservate per potermi fare un'idea sul soggetto ed è lì che ho incontrato il nome di Michiru Kaiou, la ragazza si occupa di assisterlo in alcune lezioni di recupero in acqua. Nel pomeriggio sono riuscito a parlarle. I due sono stati insieme, come semplici amici, per un anno prima che lei partisse per l'Europa e lui poi esordisse tra i piloti junior. La cosa però mi puzza e oggi nel colloquio con Tenou-san cercherò di reperire informazioni sulla vera natura del loro rapporto anche se, per intuito personale, e tu sai bene che non mi sbaglio mai, posso affermare per sicuro che c'è del tenero tra quei due. "
Il più grande stette per qualche minuto in silenzio cercando di ricapitolare le informazioni ricevute.
" Effettivamente messa così è molto diversa la cosa " disse infine.
" Il giovane astro nascente dei motori giapponesi, costretto ad un drammatico stop a causa di un incidente in cui ne è uscito menomato è pronto a tornare grazie all'aiuto e l'amore della sua fidanzata che incurante del fatto che ora gli manchi un arto l'ha sempre sostenuto. Contemporaneamente lei, dopo essere tornata dall'Europa ed aver speso tempo per il recupero dell'amato è in procinto di far decollare la propria carriera. " romanzò Zoisite.
" Una storiella romantica al punto giusto per fomentare le ragazzine e che al contempo pare un lancio programmato per le rispettive carriere in grado di far nascere voci contro. " rise Kunzite. “ Inoltre a breve ci saranno i balli di ingresso in società, la figlia dei Kaiou sebbene non ufficialmente visto che è fuori età debutterà anche lei ed uno scossone nella sua vita privata potrebbe aprire a prospettive interessanti- “
" Fa loro delle foto facilmente equivocabili e trova un giornalista esperto che ricami la cosa ed eccoti un articolo che farà vendere copie su copie e, dulcis in fundo, ho idea che la loro storia sarà abbastanza lunga per scriverci sopra per un bel pò " suggerì lo psicologo.
" Prima di sguinzagliare il gatto ed il topo però voglio più certezze " affermò Kunzite alzandosi da tavola " Oggi hai la seduta con il ragazzo giusto? Vedi di confermare la tua teoria dell'innamoramento, per il resto ci penserò io. Il gossip rosa non deve essere accurato al cento per cento, ma almeno evitiamo di mettere insieme due che magari neanche si sopportano "
" Aspettati una mia chiamata entro il pomeriggio " disse Zoisite alzandosi a sua volta. Doveva prepararsi, a breve avrebbe avuto un incontro importante.
 
" Ferma "
Al suono di quell'imperativo  Michiru depose l'archetto del suo violino interrompendo la musica. Sapeva il motivo dietro a quell'ordine. Aveva sbagliato, e più di una volta. Era dura per lei ammetterlo, figuriamoci accettarlo, ma non era dell'umore giusto per suonare. Era ancora troppo nitido il ricordo del giorno precedente, di ciò che si erano dette lei e Haruka.
" Oggi andiamo spedite eh? " commentò sarcasticamente il maestro Kanzai versandosi un bicchiere d'acqua. Fece segno all'allieva se ne voleva anch'essa ma lei rifiutò.
" Deve esserle capitato qualcosa di notevole per averla scossa al punto da non riuscire a seguire perfettamente il tempo " constatò l'uomo una volta dissetatosi.
" Mi rincresce enormemente " si scusò mesta la giovane.
" Ma no, ma no, sono contento invece. " disse Kanzai che fino a quel momento, nonostante gli errori, non aveva aperto bocca " Lei dipingeva vero? " chiese poi, sorprendendo Michiru.
" Sì, quando ero piccola " rispose lei " Poi ho smesso per concentrarmi sulla musica relegando alla pittura una parte misera del mio tempo, negli ultimi anni poi l'ho completamente abbandonata.  "
" Lo immaginavo. " sussurrò l'uomo. In realtà, grazie alle sue conoscenze altolocate, era riuscito a reperire parecchie informazioni sulla sua giovane allieva. Un suo vecchio amico, Sakuragi, deteneva una nota galleria d'arte e gli raccontò di come, durante una banale mostra dei lavori dei figli delle famiglie più in vista, il quadro della figlia dei Kaiou suscitò più di un commento ammirato, persino da chi dell'arte aveva fatto un lavoro. Ammise inoltre che a fine serata volle comprare il dipinto della bambina. Certo, non avrebbe di certo potuto esibirlo con gli altri quadri della sua galleria, ma quel lavoro era ora appeso nel suo ufficio, e lì Kanzaki potè ammirarlo.
" Le dirò Kaiou, ho avuto modo di vedere uno dei suoi quadri grazie ad un mio amico e devo dire che sono stupefatto, secondo me dovrebbe seriamente pensare ad una carriera in parallelo come pittrice. "
" Non mi sono mai impegnata, nè ho mai studiato seriamente la pittura, è stato ed è solo un hobby. " affermò Michiru. I suoi genitori non le avevano mai prospettato la carriera di pittrice e lei non l’aveva ricercata, le piaceva avere una dote che non veniva mercificata ma rimaneva solo a suo uso e consumo
" E si vede " dichiarò lui facendola irritare leggermente. L'uomo però corse presto ai ripari iniziando a spiegare " Il quadro che ho visto era sentimentale. Non era certo la tecnica, seppur buona, a spiccare, ma ciò che il pittore aveva infuso all'interno del dipinto "
L'animo della ragazza parve quietarsi. Kanzai trattenne una risata e dentro di sè riscontrò come, se punta nell'orgoglio, Michiru riuscisse a mostrare facilmente le proprie emozioni, rabbia più che altro, che fosse un retaggio della sua discendenza irlandese? Del resto sono famosi per essere delle teste calde.
" Tutto questo cosa centra con il fatto che oggi io non ci stia con la testa? " domandò lei non riuscendo a cogliere il perchè di quella inutile divagazione.
" Centra centra mia cara " affermò lui prendendosi una libertà di lessico che sorprese l'interlocutrice " Sebbene tu abbia sbagliato, cosa che io non ritengo vero in parte, hai dimostrato personalità. Ora devi soltanto imparare ad unire il tuo stato d'animo con la musica. La tecnica ormai la conosci a memoria, è giunto il momento di piegarla al tuo volere. "
Michiru non parlò. La prima volta che il maestro le aveva parlato in quel modo, pensò che fosse fuori di testa. Poi però fu il turno della donna della Galaxia record che la criticò per l'impersonalità della sua musica. Potevano essere entrambi nel torto certo, ma non era forse Kanzai il maestro più famoso e ricercato dell'intero Giappone? E quella manager, se ricopriva quel ruolo in un'azienda importante come la Galaxia record di certo non era incompetente. Entrambi poi non si fecero alcun problema a farle delle critiche nonostante il cognome che portava, segno che credevano fermamente in ciò che le avevano detto e che non si sentivano intimiditi da possibili ripercussioni.
Da quanto tempo poi aveva smesso di provare piacere quando suonava? Pareva interminabile. Da che ne aveva memore, poco dopo aver manifestato la passione e l'abilità per la musica i suoi genitori le misero addosso svariati maestri che, come detto da Kanzai tempo prima, non fecero altro che renderla una macchina perfetta per poter esibire al pubblico il piccolo prodigio. Con la pittura invece, era stato tutto più facile e più bello, nessuna costrizione, poteva esprimersi come voleva. Questo almeno fino a quando, spaventata dalle sue stesse emozioni, smise di farlo. Erano passati quattro anni dall'ultima volta che prese un pennello in mano.
" E non voglio di certo che la stessa cosa accada con la musica " pensò la ragazza. Aveva impiegato troppo tempo per ricostruire la propria mente, non avrebbe rischiato di vanificare i propri sforzi, non ora. Il fatto di poter suonare meccanicamente e senza impegno o emozione era stata una manna dal cielo, un premio per tutti gli anni spesi a rendere la sua tecnica perfetta.
Adesso però il suo fragile equilibrio si era rotto e lei doveva ricostruirlo. Il primo problema era da ricercarsi nella causa dello stesso. Le parole dello psicologo? No, per quanto l'avessero colpita, non era stato lui la causa scatenante quanto piuttosto una spiacevole aggiunta. Il tutto era nato da Haruka e ciò che si erano dette in piscina. Dopo l'imbarazzo era sopraggiunto un senso di vuoto che ancora l'attanagliava. Doveva sistemare le cose.
 
 
Con un sorrisetto divertito ( che non sfuggì alla paziente ) Zoisite si preparò per la seduta. Aveva già abbastanza informazioni, la scelta era unicamente tra il gettare la bomba subito o divertirsi nel dare l'impressione ad Haruka di aver la situazione sotto controllo per poi sconvolgerla. Visto che la prima possibilità era utilizzata con le persone che gli causavano un misero interesse era facile immaginare quale strada avrebbe intrapreso l'uomo.
Erano ormai chiusi in quella stanza da cinque minuti e non una sola parola era stata detta salvo le presentazioni di circostanza. Zoisite aspettava che fosse Haruka a fare la prima mossa. Lei era una pilota, un'ex velocista, a suo parere un animo da guerriera. Era certo che non se ne sarebbe stata zitta per un'ora. Con questa consapevolezza il medico sfogliava svogliatamente il fascicolo datogli da Mamoru. In attesa.
Dall'altra parte Haruka scrutava. Di certo non si aspettava di trovarsi di fronte un uomo del genere. Pensava ad un anonimo ometto di mezza età con due fondi di bottiglia davanti agli occhi ed un atteggiamento impossibile. Invece si trovava un effeminato ( di una tipologia diversa da quella di Fish-eye, difatti lo psicologo benchè di lineamenti delicati e fraintendibili non celava il suo essere maschio ) di bell'aspetto ( per quanto per ovvi motivi questo punto non la toccasse minimamente ) con un atteggiamento impossibile.
" Allora, ti pagano per guardare i tuoi pazienti? " gli domandò sprezzante mentre un ampio sorriso apparve sul volto dell'uomo nel sentir le sue prime parole.
" Per ascoltarli " la corresse accavallando le gambe in una maniera troppo femminile " Ma per farlo ho bisogno che parlino. "
" Beh, non ho nulla di interessante da dirti, è stata Setsuna ad obbligarmi a venire qui " affermò la bionda incrociando le braccia al petto.
" Setsuna-san eh..." ripetè Zoisite andando a riprendere una pagina del fascicolo. Operazione inutile visto che aveva precedentemente parlato con la donna, ma questo Haruka non poteva saperlo e lui non aveva intenzione di farglielo capire. Non avrebbe fatto altro che renderla ancora meno collaborativa  " La tua sorella adottiva. Vedo che sei molto legata a lei per aver accettato di parlare con me . " decise di evitare i formalismi per parlarle. Lei non l'aveva fatto con lui e, per parlare con una persona come Haruka, era meglio assecondarne il tono per evitare di innervosirla.
" E' una rompiscatole e se non venivo mi avrebbe rotto l'anima all'infinito " disse Haruka " Oltre al fatto che se voglio uscire di qui devo avere la tua approvazione "
" Io penso invece che tu sia consapevole dei sacrifici che sta facendo per  te e che tu non la voglia disturbare più del dovuto "
" Sciocchezze " bofonchiò la bionda allontanando per la prima volta lo sguardo dal volto dell'uomo.
" Sarà... " sussurrò lui " In ogni caso finchè non avrai la mia approvazione non ti puoi muovere dalla clinica giusto? Dunque direi che per te è meglio collaborare "
Haruka diede un grugnito d'assenso.
" Bene " disse sorridente l'uomo " Che mi sai dire di Michiru Kaiou e del rapporto che hai con lei? "
" Cosa diavolo centra Michiru con me?! " strillò la pilota. Oltre alla veemenza, lo psicologo non si fece sfuggire la mancanza di suffisso, cosa fatta anche dall'altra ragazza.
" Mi è stato riferito che hai evidenti sbalzi d'umore in sua presenza " mentì l'uomo conscio però di aver detto qualcosa di credibile " Devo accertarmi le motivazioni dietro a questo comportamento e se questo è deleterio, una persona con un trauma come il tuo ed un periodo di recupero da seguire ha bisogno di avere la mente stabile. C'è da dire poi che nascondere il tuo sesso di per sè è già una grande fonte di stress, devo sapere a quali pericoli emotivi puoi incorrere con quella ragazza  "
" Tokyo è grande, probabilmente non la incontrerò più al di fuori della clinica " sentenziò Haruka " E se mi creerà problemi potrò sempre lamentarmi con il mio medico e levarla dalle lezioni di recupero "
" Vedo una certa reticenza a parlare di lei " constatò Zoisite scrivendolo sul suo taccuino " Dovrò tenerne conto "
" Siamo state compagne di scuola per un anno, in seconda media, tutto qui " disse la pilota.
" So per certo che il rapporto con lei non si limita solo a questo quindi direi di evitare di minimizzare le cose ed andare dritta al punto " chiarì lui per evitarle ogni possibile scappatoia.
" Setsuna ha proprio la lingua lunga " sussurrò a denti stretti Haruka. Non poteva sapere che quella consapevolezza nelle parole dell'uomo non derivava da un ipotetico dialogo con la sorellastra ma dal breve incontro che lo psicologo aveva avuto con Michiru. Zoisite era pronto ad usare tutte le sue possibilità per ottenere ciò che voleva, anche correre dei rischi.
" L'amore è quanto di più destabilizzante per una ragazza " affermò con fare amichevole e comprensivo " Anche per una che si finge uomo, anche per una che lo nega. "
" Non lo nego, è solo che non fa per me " dichiarò lei sembrando decisamente più fragile agli occhi dell'uomo. Trovava interessante quella discrepanza tra le due ragazze, Haruka che si faceva passare per un uomo aveva dei modi spesso rudi ed un'apparenza che seppur indiscutibilmente affascinante  metteva in soggezione,  aveva un'anima decisamente femminile la cui sfrontatezza nascondeva un carattere insicuro e fragile. Michiru dall'altra parte, elegante e aggraziata, dai modi pareva un'antica geisha giapponese remissiva ed accomodante che però poteva prendere il sopravvento con un solo sguardo e, Zoisite ne era sicuro, covava dentro di sè una determinazione quasi stoica.
" L'amore non fa per te o lei ? " domandò lo psicologo.
" C'è una qualche differenza? " chiese la paziente.
" Questo sarò io a giudicarlo " sentenziò l'uomo.
 
 
Quel giorno alla scuola media-superiore Taizai si sarebbero tenute le semifinali delle regionali scolastiche di nuoto. Da quando frequentava Michiru, Haruka assisteva ad ogni sua gara se gli impegni con la squadra di atletica leggera lo permettevano e lo stesso valeva per l'altra ragazza. Questo cambiamento nelle abitudini della bionda non era di certo passato inosservato a Setsuna che con un sorrisetto sornione la guardava dal sedile posteriore dell'auto. La ragazza frequentava un dopo-scuola aperto anche nel fine settimana, gli esami di ammissione per le università erano vicini e lei aveva puntato niente poco di meno che la Todai, la più prestigiosa università del Giappone.
" Ti piace così tanto guardarmi? " sbuffò la più giovane che a sua volta la osservava nel riflesso dello specchietto della macchina.
" Stavo solo pensando che è inusuale per te rinunciare a guardare una gara del motomondiale per andare a vedere quella di un'amica. Anzi, ad essere onesta è già un evento che tu abbia un'amica " rispose Setsuna.
" La gara la sta registrando papà dunque non c'è nessun problema " ribattè Haruka " E per il resto forse non lo sai ma a differenza tua sono molto popolare "
" Su questo non c'è dubbio " esclamò la più grande avvicinando il capo al sedile del passeggero " Ma c'è una bella differenza tra le tue tante ammiratrici di cui non ti importa nulla e questa ragazza che è in grado di farti rinunciare ad uno dei tuoi passatempi preferiti. "
" C'è solo una cosa che può modificare il comportamento di una ragazza " s'intromise Latika che fino a quel momento era rimasta in silenzio concentrata sulla guida.
" L'amore " esclamarono all'unisono madre e figlia.
" Finitela voi due " intimò loro Haruka girandosi, per quanto possibile dalla cintura di sicurezza, verso il finestrino. Non era in grado di dire quando i suoi famigliari si fossero resi conto della sua omosessualità, di certo, fu per lei un bel fastidio in meno non dover spiegare come e perchè non provasse alcun interesse per i ragazzi. In cuor suo però teneva un cruccio. Nonostante i coniugi Meiou l'avessero sempre considerata una di famiglia, non mostrando la benchè minima differenza di trattamento rispetto alla loro figlia naturale, Haruka si era ritrovata a pensare che forse questo loro accettare il suo essere omosessuale fosse stato facilitato dal fatto che comunque lei non era Setsuna.
Latika lasciò la figlia minore davanti alla scuola mentre con Setsuna si sarebbe diretta verso il dopo-scuola, raccomandando ad Haruka di non fare troppo tardi visto che le giornate cominciavano ad accorciarsi e nonostante non fosse il fulgido esempio dell'archetipo, non era comunque prudente per una ragazza uscire con il buio.
Un leggero vento scompigliò i capelli della bionda e questa si strinse nel suo cappotto. Presto l'inverno sarebbe arrivato e se ne cominciava già a sentire la presenza imminente. Poco dopo aver varcato al soglia della scuola Haruka si guardò intorno alla ricerca della palestra. Quando le gare si tenevano nell'istituto di Michiru la seguiva fin negli spogliatoi visto che le ragazze della squadra conoscevano il suo sesso e non urlavano isteriche quando la trovavano fuori dallo spogliatoio, anzi. Durante le trasferte però, per evitare le solite spiegazioni su come lei non fosse un maschio, preferiva andare direttamente sugli spalti. Mentre avanzava, vide due ragazzi correre verso il retro dell'edificio principale. Vista la loro età , con conseguente crisi ormonale, ed il fatto che di lì a poco si sarebbe tenuta una gara con belle ragazze in costume, non fu difficile per lei immaginare che quei due si stessero precipitando nella palestra, ragion per cui decise di seguirli. Quel che trovò dietro quel muro non fu però quel che si aspettava. Vi era un capannone malmesso, probabilmente utilizzato per contenere gli attrezzi di chi si occupava della manutenzione del giardino, e davanti ad esso quattro ragazzi seduti intorno ad un computer portatile, due dei quali erano quelli visti poco prima da lei. Appurato di essersi sbagliata stava per ritornare sui suoi passi quando le parole di quelli attirarono la sua attenzione.
" Allora, l'hai sistemata? " chiese il ragazzo posizionato davanti allo schermo, due grossi fondi di bottiglia a fargli da occhiali.
" Certo, terzo angolo in alto, piena visuale degli armadietti della squadra ospite " rispose  uno dei due ragazzi che Haruka aveva visto correre come se non ci fosse un domani.
" Perfetto!! " esclamò il quattrocchi che iniziò ad armeggiare con la tastiera. " Oh, a quanto pare le ragazze sono già dentro "
A queste parole gli altri tre si strinsero attorno allo schermo in trepida attesa mentre al contempo la bionda si avvicinò andando dietro le loro spalle, tanto quelli erano così assorti che avrebbe potuto camminare coi piedi di piombo e comunque non l'avrebbero sentita.
" Ehi Takagi,fai una zoomata su Kaiou " disse ad un certo punto uno di loro.
Al sentir nominare Michiru immediatamente il sangue ribollì nella testa di Haruka.
" Già, quella ne vale dieci di ragazze, guarda che tette " affermò un altro.
" Dai che si spoglia... "
Un coro fatto di ovazioni si udì in quel piccolo ritrovo, interrotto dal rumore di un pugno preso in pieno volto da uno dei ragazzi da parte di Haruka. Dopo un attimo di spaesamento il gruppo inveì contro di lei, forte del proprio numero.
La bionda però non era minimamente intimidita da loro anzi, non perse neanche tempo ad urlar loro contro preferendo alzare subito le mani. Nonostante fossero una contro tre ( l'occhialuto rinunciò subito a combattere ) Haruka riuscì abilmente a metterli al tappeto, pur subendo qualche cazzotto di troppo. Visti i suoi amici a terra l'unico sopravvissuto guardando il volto irato della ragazza preferì abbandonare il suo computer e dileguarsi. Questo fu immediatamente recuperato da Haruka che come una furia corse fuori dalla scuola per dirigersi verso la prima fermata dell'autobus nelle vicinanze.
 
Yosuke Meiou era intento a preparare il suo cerimoniale pre-gara. Birra ghiacciata, panino gigante, patatine e, vista l'assenza delle donne di casa, dopo esseri fatto la doccia era coperto solo da un accappatoio. Era nel bel mezzo della complessa opera di riempimento del panino quando sentì distintamente la porta di casa aprirsi per poi richiudersi con un tonfo. Subito dopo un rumore di passi veloci che si conclusero nella stanza di Haruka.
" La gara della tua amica è già finita? " domandò dalla cucina " La corsa non è ancora iniziata, vuoi venire a vedere? " Non sentendo nessuna risposta l'uomo alzò leggermente le spalle per poi ritornare alle sue faccende. Negli ultimi tempi Haruka stava diventando decisamente femminile. Aveva già subito i problemi dell'adolescenza con la prima figlia e, se l'esperienza insegna, meno ficcava il naso nelle faccende di una ragazza in crisi e meglio era.
Chiusa nella propria camera Haruka cercò freneticamente l'adattatore del proprio computer. Con uno scatto felino tornò sul proprio letto dove aveva lasciato il computer preso a quei ragazzi. L'adattatore combaciava. Ora, con il pieno di corrente ed il computer in funzione, la ragazza si apprestò a cercare il video incriminato. Voleva sapere cosa quelli avessero visto di Michiru. La sua Michiru. Una profonda gelosia si era impossessata del suo corpo tanto che le dita tremavano sulla tastiera rendendole difficoltosa la ricerca.
Finalmente riuscì a trovarlo. Non senza trepidazione Haruka fece partire il video che mostrò ai suoi occhi l'immagine dello spogliatoio femminile della Taizai, gremito di ragazze. Non fu difficile trovare Michiru. Lei spiccava su tutte. Mentre parlava con le compagne si sbottonava la camicetta bianca per poi levarsela ed adagiarla aggraziatamente dentro all'armadietto mostrando allo schermo il suo torso coperto solo dal reggiseno. Da qui l'immagine zoomò su di lei ed Haruka potè ricordare che fu in quel momento che attaccò i ragazzi. Dunque era certa che, sebbene la videocamera avesse continuato a registrare, quelli non avevano potuto vedere. Dunque avrebbe potuto benissimo chiudere il video, ma non lo fece. Le immagini mostrarono Michiru levarsi anche la gonna rimanendo solamente in biancheria intima. Mentre era intenta a parlare la ragazza si slacciò il gancio del reggiseno le cui spalline ricaddero sulle braccia, le coppe ancora sostenute da un seno piuttosto sviluppato per la sua età. Infine, fu il turno della biancheria di abbandonare il corpo della quattordicenne, non prima che la ragazza prendesse il costume dalla propria sacca. Come prima, il sangue di Haruka le ribolliva nelle vene e poteva dire che la temperatura corporea le si fosse alzata di almeno un grado, ma non di certo per colpa di quei ragazzi. L'unica " colpevole " era Michiru.
Quando Setsuna e Latika tornarono a casa trovarono un inusuale silenzio salvo il rumore della televisione. Nel soggiorno, Yosuke era intento a guardare i commenti post-gara e a mala pena si era accorto dell'arrivo di moglie e figlia.
" Haruka non è ancora tornata? " chiese la donna guardando l'orologio da polso. La bionda le aveva assicurato che finita la gara della sua amica sarebbe tornata dritta a casa. Per quell'ora avrebbe dovuto essere insieme al padre a discutere sulla corsa appena conclusa.
" E' tornata qui prima del previsto " rispose Yosuke abbassando appena il volume della televisione" Si è chiusa in camera e non è mai uscita, neanche per guardare insieme la partita "
Latika guardò negli occhi la figlia che comprese al volo. Si diresse nella propria camera per lasciare la cartella per poi andare a bussare alla porta della stanza della sorella.
Quando sentì bussare, Haruka era appena uscita dal bagno attiguo alla propria camera. In accappatoio, aprì, facendo entrare nella stanza Setsuna.
" Haruka... " la più grande con faccia sconfortata le fece segno di tornare in bagno. La bionda detestava asciugarsi i capelli e se la cosa era tollerabile d'estate di certo non era la stessa cosa nel periodo invernale.
Haruka obbedì, non aveva proprio voglia di stare a discutere si sedette ed attese che l’altra la seguisse. Setsuna l'aiutò,cercando di velocizzare quel procedimento che la sorella tanto detestava, nonostante i suoi capelli, corti e fini, impiegassero pochissimo per asciugarsi, decisamente meno del tempo che ogni volta perdevano lei e sua madre per convincerla ad utilizzare quel cavolo di asciugacapelli.
" Sai perchè sono qui? " chiese la più grande una volta spento il phon ed averlo inserito nel suo scompartimento.
" Per gongolare del fatto che sei la prima anche nella classe del dopo-scuola? " scherzò Haruka alzandosi, superando in altezza la sorella. Nonostante fosse più piccola di tre anni, l'aveva presto raggiunta ed in sesta elementare era diventata ufficialmente più alta di lei, cosa che, benchè non lo avrebbe mai ammesso, dispiacque un pò alla più grande che desiderava che Haruka rimanesse la sorellina piccola ancora per qualche anno.
" Non sono un'egocentrica come te " ribattè Setsuna seguendola nella camera. " Ha detto papà che sei tornata subito, cosa ne è stato della gara della tua amica?  "
" Niente di che, non mi andava più di vederla " rispose Haruka mentre prendeva dal proprio comodino il cellulare. Numerose chiamate perse, tutte dello stesso numero, il suo. Il giorno dopo almeno con lei avrebbe dovuto trovare una scusa convincente.
" Haruka, non prendermi in giro " la pregò la sorella sedendosi sul letto. Sapeva che qualcosa l'aveva sconvolta per obbligarla a cambiare così repentinamente programma, e l'unica cosa, o meglio, persona che le veniva in mente era quella ragazzina, Michiru Kaiou. Dopo che Haruka aveva accettato lei ed i propri genitori come nuova famiglia nessun altro era riuscito ad entrare in confidenza con lei. Forse la causa era da ricercarsi ancora nei traumi dovuti all'incidente, forse invece era semplicemente una persona schiva e solitaria di natura, come del resto lo erano loro e dunque questo fatto non li impensierì mai più di tanto. Tutto però era cambiato quando la bionda incontrò lei. All'improvviso faceva tardi a rientrare perchè andavano insieme in città, rinunciava al fine settimana per guardare le sue gare lei, che aveva sempre detestato i cellulari per timore di essere controllata costantemente si era ritrovata a non mollarlo quasi mai, scrivendo chissà quali messaggi e restando in attesa di una risposta che non si faceva mai tardare.
" So quanto è importante lei per te e... "
" No che non lo sai!! " l'aggredì Haruka. Nessuno lo sapeva, nessuno doveva saperlo, neanche Michiru, soprattutto Michiru. Lei era entrata di prepotenza nella sua vita contro la sua volontà , ed ora lei si ritrovava a lottare per evitare di perderla o, se non altro, evitare di farsi odiare da Michiru. Perchè Haruka era sicura che se mai avesse scoperto cosa provava per lei, cosa aveva fatto spinta dai suoi beceri e bassi istinti, si sarebbe sentita disgustata.
" Avrei tanto voluto nascere normale "  sussurrò a denti stretti la bionda in modo tale da spaccare letteralmente il cuore di Setsuna che, per la prima volta in vita sua, si ritrovò senza parole.
 
" I mesi successivi cercai di comportarmi con Michiru come se nulla fosse accaduto e, salvo qualche caduta, posso dire di aver retto " sentenziò la pilota " Alla fine dell'anno scolastico lei se ne andò in Europa, non ci vedemmo più ma posso dire di non aver infangato il nostro rapporto. "
" Devo dire che sono colpito " ammise Zoisite sincero " Non pensavo mi avvenimenti così personali nel dettaglio, ero pronto a lottare un pò di più "
" Ciò che provavo per Michiru appartiene al passato " sentenziò la bionda, omettendo però di dire che la figura della violinista era ancora l'assoluta protagonista dei suoi sogni, soprattutto poi dopo averla reincontrata. Ma del resto, la cosa non era importante, Michiru era una bella ragazza e non bisognava per forza considerarla l'amore della vita per fare certi sogni su di lei.
" Se raccontare di lei mi farà uscire di qui... " continuò " Tanto vale parlare. "
" Bene, direi che abbiamo finito " dichiarò lo psicologo allungandosi dalla sedia per prendere un plico di fogli posti su un tavolino.
" Di già? " domandò Haruka visibilmente sorpresa.
" Sei una persona che non ama aprirsi agli altri e ciò che mi hai detto è piuttosto personale " chiarì l'uomo " Ciò sta ad indicare una ferma risolutezza nell'uscire dalla clinica e visto ciò dubito che tu sia così debole da andare in crisi per una ragazza, per quanto importante per te. Non ho bisogno d'altro. Anche se non sembra non sono un chiacchierone ficcanaso e quando ritengo che un paziente abbia uno stato mentale soddisfacente non mi metto a spulciare nella sua vita privata "
" Uao, perfetto allora " esclamò Haruka alzandosi dalla sedia. Forse lo aveva giudicato male, al momento, era diventato il suo medico preferito, chiaro, conciso e che soprattutto se ne fotte della sua vita privata. " Quando potrò uscire di qui? "
" Non posso dirti i tempi burocratici della clinica " rispose lui alzandosi a sua volta " Oggi stesso compilerò il modulo di rilascio a cui dovrò allegare una spiegazione argomentata del perchè della mia scelta. Penso di riuscire a consegnare il tutto entro la fine dell'orario lavorativo se non ci sono altri casi credo che la clinica ti permetterà di uscire già domani pomeriggio "
" Bene " dopo averlo salutato, Haruka uscì dalla stanza decisamente più sollevata di quando vi entrò in precedenza. Tutto stava andando secondo i piani, e lo stesso pensava l'uomo. Quando la ragazza fu fuori, prese dalla tasca della propria giacca un cellulare con cui si premurò di avvertire Kunzite delle novità.
 
Haruka uscìra oggi pomeriggio dalla clinica.
Questo breve e conciso messaggio era arrivato pochi minuti prima sul cellulare di Michiru che ora si stava dirigendo alla clinica nella Mercedes guidata dall'autista di famiglia. Era stata una pena per lei non uscire immediatamente dalla classe in cui si trovava nel momento in cui aveva ricevuto il messaggio, appena suonata la campanella di fine lezioni si era fiondata nel cortile e, cellulare alla mano, aveva chiamato l’autista.  Fortunatamente aveva buona memoria ed era in grado di ricordarsi la strada da indicare all'uomo che, come istruito, non fece domande sul luogo in cui la giovane padrona voleva essere portata.
 La violinista non poteva sapere chi le avesse inviato quel messaggio ma aveva un'idea di chi poteva essere stato. Setsuna Meiou quella misteriosa quanto irritante donna che gravitava intorno alla pilota. Forse l'aveva fatto per ridere di lei? Di come Haruka ormai l'ignorasse? Logorata da questi pensieri la ragazza arrivò vicino alla clinica. Diede l'ordine all'autista di fermarsi poco prima di entrare nel perimetro, era meglio non farsi vedere eccessivamente visto che tecnicamente lei non doveva neanche trovarsi lì  in quanto quel giorno non c'era lezione. Cercando di mantenere un profilo basso entrò nell'edificio dirigendosi quasi meccanicamente verso il reparto dove era collocata la camera di Haruka. Lì, nel corridoio adiacente alla stanza, reincontrò Demand, intento a chiacchierare con una donna dai capelli verdi e dai vestiti piuttosto succinti, che pendeva dalle sue labbra. Anche l'uomo parve accorgersi di lei tanto che abbandonò l'interlocutrice per venirle incontro.
" Che piacere rivederla Miss Kaiou " le sorrise lui con fare ammaliante appoggiandosi appena al muro " Quale evento l'ha portata qui?  Forse ha ripensato alla mia proposta di darle consigli? "
" Stavo andando nella camera di una mia amica " le rispose fredda la ragazza per niente intenzionata ad intrattenersi con l'uomo e sperò che le sue parole fossero  chiarificatrici del fatto che non voleva perdere tempo con lui.
Un forte rumore, e seguente imprecazione all'interno della stanza posta poco più in là di Demand, salvarono Michiru da una conversazione che non voleva assolutamente sostenere. La violinista si precipitò all'interno trovando Haruka che inveiva contro Setsuna.
" Potresti essere più delicata? " strillava la bionda mentre si accertava che il suo portatile non avesse nessun graffio.
" Se prima del mio arrivo avessi messo già le cose in valigia come ti avevo raccomandato... " esordì la donna raccogliendo la spina dell'alimentatore in cui era inciampata " A quest'ora eravamo già in macchina ed il tuo computer non avrebbe rischiato nulla "
" Come mi mancherà il tuo disordine " sorrise Takeda, immobile sul suo letto mentre assisteva a quella divertente diatriba. Fu il primo ad accorgersi della presenza di Michiru, le due sorelle troppo intente a bettibeccare tra l'oro. " Buon pomeriggio " la salutò con un cenno della mano " Cercava qualcuno? "
Sentendo l'uomo, sia Haruka che Setsuna si voltarono verso la porta inconttando la figura della ragazza. Il volto delle due non mostrò altro che stupore, entrambe ignare del perchè lei si trovasse lì.
" E così è vero che te ne vai " mormorò sommessa la violinista, dopo l'arrabbiatura iniziale ora nella sua voce e nel suo animo vi era solo rassegnazione.
La bionda guardò la sorella ma nei suoi occhi vi lesse solamente lo specchio della propria perplessità, per la prima volta, ne era certa, lei non centrava niente. Setsuna lentamente si avvicinò al letto di Takeda e questo, capita la situazione, si fece aiutare dalla donna a mettersi sulla sedia a rotelle ed una volta sistemato uscirono dalla stanza, premurandosi di chiudere la porta dietro di loro. Per quanto riguarda Demand, oltre ad Emearulde che era ripartita all'attacco ci pensò Setsuna a farlo rimanere fuori dalla camera per lasciare le due ragazze libere di chiarirsi.
Rimasta sola con Michiru, Haruka riprese a sistemare la propria valigia con falsa incuranza verso l'altra.
" Allora? " esclamò la violinista seccata per il suo comportamento. In un certo senso la situazione era ironica, lei, adulata e ammirata da tutti non riusciva ad ottenere l'attenzione dell'unica persona di cui bramava la considerazione. Michiru, sempre perfetta, ed in virtù di ciò creava un naturale effetto magnetico sugli altri ora si trovava affannata dalla corsa fatta per raggiungerla, disordinata nella sua divisa quasi sfatta e con i capelli che stavano risentendo del suo umore, accaldata dalla fatica e dalla frustrazione. Se avesse avuto uno specchio di fronte si sarebbe scandalizzata, però al suo posto ora vi era Haruka, la schiena di Haruka che non dava nessun segno di voltarsi per notarla.
" Si può sapere perchè mi tratti così? " domandò adirata la violinista " Pensavo che tra noi le cose si stessero sistemando, invece a volte sembriamo tornate vicine come prima, altre mi tratti come se non fossi mai tornata dall'Europa "
" Non potremmo mai tornare allo stesso rapporto che avevamo in passato " esclamò la pilota girandosi di scatto. " E' passato troppo tempo e troppe cose sono cambiate. Tu sei andata in Europa per la musica mentre io ho iniziato con le gare. Ora tu sei ad un passo dal debutto mentre io devo ricominciare da capo. Devo ricostruire me stessa Michiru, non il nostro rapporto "
" Ti aiuterò, non devi escludermi dalla tua vita per poter ritornare quella che eri " obbiettò Michiru.
" Aiutarmi? " ripetè la bionda con una risatina ironica " Michiru, hai una minima idea di com'erano le cose? Flash news, la mia vita non si è fermata quattro anni fa, sono andata avanti anche senza di te. Cosa nei sai tu di come ero? "
" Non è colpa mia se hai rotto tutti i contatti con me " le rinfacciò l'altra serrando i pugni tanto da farsi quasi male, stava per perdere il controllo e lo sapeva.
" Scusa, ma non sono una da relazioni a distanza " la schernì nuovamente Haruka chiudendo con un gesto secco la propria valigia. " Tu hai deciso di andartene, hai fatto la tua scelta ora accetta le conseguenze "
" Io sarei rimasta se tu avessi voluto " dichiarò Michiru " Quando però ti dissi che i miei genitori volevano mandarmi a Vienna non battesti ciglio. "
" Oh beh, una ragazzina di quattordici anni avrebbe avuto molta voce in capitolo. Ed in ogni caso non vedo perché la mia opinione avrebbe dovuto contare di più di quella dei tuoi genitori.  " disse la bionda che ricordava bene il giorno in cui l'altra glielo disse. Il giorno in cui il loro rapporto cambiò per sempre, ma non come avrebbe voluto lei. La pilota posò la valigia a terra allungandone la maniglia per poterla portare meglio e mosse i primi passi verso la porta, cercando di oltrepassare l'altra ragazza.
" Tu eri l'unica che mi avrebbe potuto far rimanere in Giappone, l'unico motivo per non scappare " disse in modo meccanico, senz'anima, la violinista, con un tono che Haruka mai le aveva sentito e proprio per questo si fermò per guardarla " Ed ora, il ricordo di te mi spinge a pensare a cose che non vorrei, a cose che pensavo di aver dimenticato, a cose che vorrei dimenticare... " Michiru iniziò a tremare portandosi le mani sulla testa.
" O...oi, Michiru stai bene? " le chiese la pilota toccandole appena il braccio. Voleva allontanarsi da lei ma la crisi che stava avendo l'altra aveva mandato all'aria ogni suo proposito.
" Ho bisogno di te Haruka " mormorò con le lacrime agli occhi la violinista scattando fino a legare l'altra in un abbraccio. Le mani di Michiru cinsero la schiena della bionda in modo serrato dandole appena lo spazio per respirare, la testa incollata al suo petto. Haruka non aveva neanche il tempo per pensare a come quella posizione così stretta fosse un pericolo per lei e l'intenzione di ignorare Michiru, era troppo scioccata per il comportamento anomalo dell'altra. Conosceva la violinista e di certo quello non era un subdolo piano per legarla a sè, la sua dignità non lo avrebbe permesso, piuttosto l'avrebbe presa a pugni. No, quella non era la Michiru che con ostinazione e superbia si era inserita dentro la sua vita.
“ Tu sei  la persona più importante. “ mormorò Michiru prima che il suo corpo cedette, fortunatamente sostenuto dalla bionda che se la ritrovò svenuta tra le braccia.
 
 
 
 
 
 
Fine del dodicesimo capitolo!! Scritto pure piuttosto velocemente devo dire. Dopo aver speso l’undicesimo a levarmi di torno i personaggi secondari ( mi sono accorta poi che era di una lunghezza disarmante mamma mia XD ) ecco un capitolo quasi interamente incentrato sulle due protagoniste ed anche il prossimo penso sarà così. Che dire, alla prossima e Buon Natale.
   
 
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