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Autore: Figuringmyselfout    23/12/2014    1 recensioni
Tra tutte le figlie della famiglia principale degli Asakura proprio io dovevo essere scelta per sposalo.
Lui, che mi aveva rovinato la vita, ma che l'aveva anche trasformata in meglio….
Un matrimonio per creare un'alleanza con due persone che si odiano. Che cosa stupida…
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madara Uchiha
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ma non si può lanciare una pietra e poi nascondere la mano! “Madara, fermo là! Spiegami cosa vuoi dir-“ Feci in tempo solo a vederlo uscire dalla camera. Maledetto!
Uscii anch'io per ritrovarlo ma stava parlando con una guardia e aveva un'espressione che non mi piaceva “Mari, torna dentro e restaci fino a quando non manderò qualcuno a chiamarti” Qualcosa non andava, anche mio padre mi diceva la stessa cosa prima di partire per una guerra. Se ne andò parlocchiando a bassa voce con quel poveretto. Suvvia, Madara caro, non andrò mica a raccontare i tuoi segretucci a tutti… A questo punto, tanto vale tornarmene a prepararmi il bagno. Dopo aver passato più di un’ora  nella vasca sentii qualcuno entrare “Dove sei?” era Madara. “In bagno ma non-“ come non detto… per la seconda volta mi vide in tutta la mia gloria “Sai che se la porta è chiusa c'è un motivo?” “Non c'è niente che io non abbia già visto” Brutto ……
Mi lanciò il kimono che avevo appoggiato accanto al lavandino “Vestiti e raggiungimi in camera” Bhe almeno se ne va. Mi vestii e presi un asciugamano per i capelli “Allora, cosa c'è di così importante da dover disturbare il mio bagno?” “Domani io, Izuna e l'esercito partiremo. Il clan Imagawa non ha preso molto bene la morte di Akihiko e ci sta per attaccare”
“Ma perché? Insomma anche il clan Ryofumi ha riconosciuto il suo tradimento” “Il clan Imagawa cerca da anni un pretesto per poterci attaccare e ora, finalmente, ce l'ha” “Capisco. Ma quindi lascerai il villaggio sguarnito?”
“Lascerò degli uomini, ma comunque non dovrebbe volerci molto” ”E io avrò il comando eh? eh? eh?” “Si, ma lascerò comunque qualcuno a controllarti” Avevo un sorriso ebete in faccia e Madara mi guardava esasperato, finii di asciugarmi i capelli e andammo a mangiare. C'era un silenzio tombale: tutti si stavano preparando mentalmente per domani. Soltanto io, Izuna e Madara eravamo completamente rilassati “Ne, Izuna, quanti giorni starete via?” “Probabilmente 5” Cinque giorni senza Madara… Eheheheheh “Non ti fare strane idee Mari, se dovessi scoprire che hai fatto qualcosa che non dovevi fare verrai severamente punita.” ”Ma cosa vuoi che faccia?” Continuò a mangiare senza dire nulla. All'improvviso si sentì un tuono e qualche donna urlò. Pfff…femminucce. Poco dopo iniziò un temporale e le ragazze corsero fuori, probabilmente per raccogliere i panni. Sono in questi momenti che amo essere quella che sono: una menefreghista con un titolo importante: Continuai a mangiare facendo finta di nulla e Izuna rideva sotto i baffi “Andiamo, devo sistemare dei documenti prima di partire.” “E non puoi farlo senza di me?” Si sentì un tuono ma sembrò essere partito dagli occhi di Madara “Ahhh ok, ok, ho capito. Però mi porto dietro il piatto”  “Muoviti” Prima di uscire chiesi ad una donna sulla quarantina di portare in camera nostra delle bottiglie di sakè. Eh già, ho proprio bisogno di bere dopo la freneticità di questi ultimi giorni e poi, non saprei che altro fare dato che fuori piove e Madaruccio ha da fare.
Una volta in camera si accomodò alla scrivania e iniziò a smistare i fogli in due file più o meno ordinate io, mi misi a bere. Spero non gli dispiacerà se mi ubriacherò un po’. Non mi è mai successo prima e, non so cosa potrei arrivare a fare tuttavia, so per certo che non lascerà mai che mi imbarazzi davanti a tutti dato che metterei in ridicolo pure lui se lo facessi. Così mi scolai bottiglia dopo bottiglia fino a che non arrivai a contarne 12 ma probabilmente ero solo io a vedere doppio.  Dopo che finii la settima mi costrinse a fermarmi “Ma perché? Il sakè è così buono…”  “Può anche esserlo ma non ho intenzione di sentirti tutta la notte mentre vomiti” “Uffa…” Giocherellai per un po con le bottiglie vuote ma poi mi annoiai e mi diressi verso Mada-chan (Ah, che carino. Mi piace questo diminutivo. Penso proprio che inizierò a chiamarlo così più spesso) Mi buttai a peso morto sulla sua schiena e lo abbracciai infilando la faccia tra i suoi capelli “Hai un buon odore” “Levati” “Suvvia, Mada-chan, non fare il guasta feste…” Mi afferrò il polso e, tirandomi, mi fece finire tra le sue braccia: ero seduta sulle sue gambe mentre le mie erano all'aria. E ridevo come un'imbecille. “Non chiamarmi più così” “Cosa c'è? Solo perché credi di essere grande, grosso e minaccioso non vuol dire che tu non possa avere un nome carino” He he lo stavo facendo infuriare… Upss “Credo di esserlo? E sentiamo, come sarei in realtà?”  “Un grande e grosso porcospino, ovviamente” alzò un sopracciglio e per un momento pensai che stesse per buttarmi chissà dove ma poi fece uno dei suoi sorrisetti malefici. Fu li, che capii di essere fregata. “E non hai paura di poterti pungere?” “certo che no, e poi sono certa che non mi faresti mai del male” “Come fai ed esserne certa?” “Perché sono sicura che in fondo, molto, molto, molto in fondo tu mi voglia un po’ di bene” Mi avvinghiai al suo collo, alzandomi leggermente e misi le gambe ai lati del suo bacino “insomma, lasci solo a me certe libertà e non credere che non abbia notato quanto eri felice quando ti ho difeso dalle accuse di Imagawa” Senza permettermi di aggiungere altro mi afferrò per il bacino e mi buttò a terra immobilizzandomi le mani sopra la testa. Ovviamente ridevo ancora come una cretina. Mi guardò, cercando di spaventarmi facendo gli occhi cattivi, ma ero troppo brilla per farci caso. Riuscii (non si sa come) a liberare una mano dalla sua presa e la misi dietro al suo collo. Attirandolo a me lo baciai, sorprendendolo. Idiota, non dovresti abbassare la guardia con me, soprattutto se ho dell'alcol nelle vene. Usai questo suo momento di distrazione per ribaltarci: ero seduta sopra di lui e, guardandolo negli occhi, gli passai una mano sul petto, sentendo qualcosa irrigidirsi sotto di me “Mhhh… Qualcuno si sta dando alla pazza gioia qui…” Ripresi a ridere ma Madara sembrava tutt'alto che divertirsi. Era serissimo e con una mano mi costrinse ad abbassarmi sopra di lui. Mi baciò per un tempo che mi parve interminabile mentre faceva viaggiare le sue mani su di me. Non mi opposi minimamente anzi, mi piaceva da impazzire. Le mie, di mani, ispezionavano il suo petto, senza tralasciare nulla. La temperatura stava notevolmente aumentavo: cominciò a slacciarmi il kimono ma, ad un certo punto, si fermò e, con il suo sorrisetto, disse “Fila a dormire. Non ho intenzione di sorbirmi le tue lagne domani mattina” “Ma, Madara! Non puoi fare così: quando inizia una cosa, devi finirla…” “Non ti preoccupare, la finiremo. Ma quando sarai sobria.” Detto ciò si alzò e uscì dalla stanza. Dove credeva di andare? Fuori c'era un temporale e, per giunta, è quasi inverno. Fa alquanto freddo… A me è bastata la folata di vento che è entrata quando ha aperto la porta per farmi rabbrividire. Mi alzo dal pavimento e mi infilo tra le coperte dopo un po, però, ricomincio a sentire un caldo incredibile: inizio a togliermi vari strati fino a che, non rimango con addosso un solo misero pezzo di stoffa.
Ad un certo punto della notte sento qualcosa di freddo e lievemente bagnato, apro leggermente gli occhi e vedo Madara “Continua a dormire” “Mhh… sei freddo. Se non ti riscaldi rischi di prendere un raffreddore. Vieni qui.” Lo feci avvicinare e lo abbracciai “Dovresti prenderti più cura di te stesso.”
  
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