“Oh, John! Un uomo come te, crescere due bei figlioli cosi…tutto solo…deve esser stata dura per te, ti fa onore…ma non senti di aver bisogno di un aiuto, qualche volta? Non senti il bisogno di dare ai ragazzi una figura femminile…di  riferimento?”  chiese Karina soavemente.

John aveva lo sguardo sorpreso e perso nel vuoto.


Dean sbottò per primo:

“Non è forse  squallido questo discorso, considerando come la mamma è morta???”

“DEAN, NON PERMETTERTI DI USARE QUESTO TONO!” gridò John.

“Mi dispiace, io non volevo offendere, non…” biascicò Karina.

“Dean ha ragione, papà…e poi non…lo sa Karina il lavoro che facciamo??” chiese titubante Sam.

“Certo che si!!” disse John isterico.

“John, adesso basta, non prendertela con loro. È colpa mia. Solo colpa mia. Ho urtato la loro sensibilità.”



Dean a quel punto scappò da quella casa e da quel vomitevole pranzo, e Sam lo seguí, gridando “Dean, Dean!!!”
 


Dean continuava  a camminare, senza quasi guardare la strada.

“Dean, fermati un attimo, vuoi farti investire??” disse Sam, costringendolo a fermarsi.

“A chi importerebbe?” chiese Dean con il fiato corto.

“Importa a me.” Disse Sam baciandolo dolcemente.
 


“E anche a papà, anche se si sta comportando da emerito coglione.” Disse poi.

“Dovremmo parlarci, lo sai?” chiese Dean.

“Si, lo so. “
 
 
 
 
 
 
 






*

Dean e Sam erano al bar a prendere un gelato, e caso vuole che dopo qualche minuto spuntò li anche Kathleen.

Sam si guardò in giro nervoso in cerca di Dean, ma lui era andato in bagno.


“Ciao Sam, il fratellino ti manda al bar da solo?” chiese Kathleen civettuola con i suoi lunghi capelli, contornati per metà da un fiocco rosso.

“Kathleen. Diventi ogni giorno sempre più…”

“Bella?” chiese Kathleen sbattendo le ciglia.

“Simpatica.”  Disse Sam con un sorriso freddo.


“Perché sei cosi con me, Sam? Sei sempre cosi…freddo… hai la ragazza per caso?” chiese, quasi strusciandosi sul bancone del bar.

“non è questo. Forse non mi trovo a mio agio con le ragazze troppo intraprendenti.” Disse lui freddo.

“Mmm…capisco, ti piace dominare, eh?” chiese Kathleen quasi leccandosi un dito.

Sam non voleva neanche guardarla.

Ma quanto cazzo ci mette Dean ad arrivare?

“Eh dai Sam, fammi un sorriso…” disse Kathleen cercando di prendergli la mano.

“Ehm, non mi piace quando mi prendono la mano, scusa.”

Kathleen lo guardò basita da quel rifiuto.

 

E poi arrivò Dean.

“Kathleen…il tuo arrivo è sempre cosi tempestivo.” Disse Dean, prendendo la mano di Sam, facendolo alzare dallo sgabello cui era seduto.
 
Kathleen si mise a fissare la mano di Sam ancora stretta in quella di Dean. Sam non faceva alcun movimento per toglierla, anzi la presa si fece ancor più salda.


Affetto fraterno molto forte?

“Beh, piacere di averti incontrata, ma noi abbiamo affari urgenti da sbrigare, ci si sente!” disse Dean con un sorriso più finto del monopoli, trascinando con sé Sam, tenendogli sempre la mano.

Solo affetto o….?

Kathleen sorrise maligna.
 
















Note dell'autrice: 

Spero che questo capitolo sia stato abbastanza di sostanza stavolta, e comunque dal prossimo dovrebbe succedere qualcosa :))