Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: scbiebersloveg    24/12/2014    3 recensioni
Lui era tornato dopo avermi lasciato lì da sola, dopo aver rotto il mio cuore in mille pezzi, era andato via senza pensarci due volte.
---
Era sempre più bello, i capelli biondo cenere alzati in una cresta impeccabile, indossava dei jeans a cavallo basso e una maglietta bianca che metteva in evidenza i suoi muscoli più evidenti dall’ultima volta, era più alto ed era perfetto, come sempre.
---
Sapevano solo che lui era partito e che per tutti questi mesi eravamo rimasti in contatto.
---
“Spiegami perché ti sei scopato quella puttana! Spiegami perché sei partito! Spiegami perché sei tornato e spiegami chi è quella stronza che ti porti sempre dietro!”
---
"Io ti amo, non ho mai amato nessuno, fino a che ho incontrato te, la mia bambolina, amore mio perdonami”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chaz, Justin Bieber, Ryan Butler, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Aprii la finestra uscendo sulla piccola terrazza, respirai a fondo e lasciai entrare in camera l’aria fredda di Dicembre, il Natale era alle porte.
Quella mattina mi ero svegliata di buon umore e avevo deciso di fare pulizie nella mia camera, avevo ricavato 4-5 buste di vestiti che non indossavo più e avevo cambiato radicalmente la mia stanza, avevo spostato il letto, i mobili e anche le foto sulle pareti, avevo lasciato una parete vuota e l’avevo ricoperta di foto. Mi buttai sotto la doccia esausta, lavai per bene i capelli e mi avvolsi in un asciugamano; mi asciugai velocemente e cercai qualcosa di adatto da indossare per il clima invernale: indossai un paio di jeans con un semplice maglione bianco, asciugai i capelli legandoli in una coda alta, mi truccai e infilai soldi e telefono nelle tasche. Mi trascinai le grandi buste dietro gettandole giù per le scale visto che avevo un fratello inutile.

“Ma che cazzo?!” mi ritrovai davanti un Harley assonnato in mutande “La smetti con sto casino!” chiuse la porta della sua camera dietro di se e mi sorpassò scendendo le scale.

“Che persona inutile!” esclamai e si girò guardandomi dalla fine delle scale.

“Cazzo vuoi?” esclamò, dolce come una caramella.

“Ma hai bisogno di un paio di occhiali?” alzò un sopracciglio in attesa di spiegazioni “Io, le buste pesanti, le scale, fratello, aiutare me, neanche per idea” alzai gli occhi e scesi le scale sorpassandolo “Scendi quelle buste idiota” indicai le due buste rimanenti sulle scale e me ne andai in cucina.

“Buongiorno anche a te sorellina” mi urlò dietro.

“Anche a te fratellone!” ridacchiai e da brava sorella gli preparai la colazione, preparai due tazze di latte caldo e riempii dei cornetti di nutella.

“Mh…sei troppo buona questa mattina, cosa è successo?” mi guardò dallo stipite della porta.

“Perché dovrebbe esserci un motivo per preparare la colazione al mio fratellone?” afferrai un cornetto immergendolo nel latte.

“Okay spara, cosa vuoi?” camminò lungo il tavolo e incrociò le braccia fissandomi dall’alto.

“Che usi dei vestiti, ecco cosa voglia, ma non hai freddo?” lo guardai mentre alzava gli occhi “Comunque, voglio le chiavi della macchina, una qualsiasi” quasi si strozzò con il cornetto e mi fulminò con lo sguardo.

“Scordatelo” disse semplicemente.

“Scordatelo non mi vestirò o scordatelo non ti darò la macchina?” domandai anche se sapevo la risposta.

“Non ci provare Ellen” mi ammonì con lo sguardo.

“Provare cosa?” lo guardai innocentemente.

“So cosa cerchi di fare, vuoi raggirarmi in modo che ti dica dove siano le chiavi, non provarci”

Spalancai gli occhi fingendomi offesa “Ma che persona pensi che io sia fratellone!” mi portai una mano sul cuore.

Roteo gli occhi mentre un piccolo sorriso gli si formava sul volto “Si Ellen, certo, se proprio vuoi la macchina, prenditi la patente”

“Ma io so guidare!” portai le braccia in alto.

“Ma non hai la patente!” mi imitò.

“Ma dai” lo pregai trascinando la i.

“No” e se ne andò chissà dove per la casa.

“Ti odio!” gli urlai dietro.

“Non è vero sorellina, lo so che mi ami” si vantò dall’altra parte della casa, cacciai un urlo di frustrazione e andai alla ricerca delle chiavi.
Cercai ovunque, nei vasi, sotto i letti, nel divano, tra i cuscini, nei mobili in cucina, sotto i mobili, ma niente.

“Cerchi questo?” un Harley, pulito e vestito mi apparse davanti reggendo tra le mani il piccolo porta chiave che conteneva tutte le chiavi.

“E dove vai adesso?!” gli urlai dietro mentre si dirigeva verso la porta del garage.

“Esco” capitan ovvio mio fratello.

“Ma non puoi lasciarmi qui!” roteo gli occhi.

“Dove devi andare?” domandò annoiato.

“Devo portare quelle buste alla chiesa” le indicai.

“Oh mio dio, ma tu hai un cuore!” esclamò fingendosi scioccato.

“Idiota” mi incamminai verso il garage ma lui mi richiamò.

“Ellen, le buste” guardai prima lui, poi le buste.

“Prendile” dissi ridendo ed entrando nel garage, lo sentii borbottare qualcosa ma dopo un po’ mi raggiunse trascinandosi le buste dietro.

Mi accompagnò di fronte la chiesa e lasciai le buste al parroco.

“Ellen, ma quanto sei cresciuta!” mi disse appena gli fui davanti, beh è ovvio, l’ultima volta che ci siamo visti avevo sette anni, adesso ne ho sedici…quasi diciassette.

Cercai di svignarmela il più presto possibile o Harley me l’avrebbe fatta fare a piedi fino a casa.

“Ellen!” qualcuno mi chiamò appena uscii dalla piccola chiesa, mi girai trovandomi davanti il biondino.

“Niall!” esclamai salutandolo con un bacio sulla guancia.

“E’ da tanto che non ci vediamo!” esclamò “Come mai sei qui?”

“Piccola donazione” risposi semplicemente.

“Ellen! Ti muovi!” mi voltai verso il mio fratello rompi palle.

“Facciamo un giro? Ti accompagno io a casa” mi sorrise il biondo.

“Harley! Resto con Niall” annuì e partì subito verso non so dove…

Passammo per il piccolo parco vicino la chiesa e andammo a sederci su una delle tante panchine chiacchierando.

“Ma…quindi sei ritornata con Justin?” guardò i bambini giocare distogliendo lo sguardo da me.

“Si” risposi e lo guardai rattristirsi.

“Lo ami?” lo guardai senza capire perché quelle domande.

“Si…” risposi esitante, non sapendo se dirglielo o no.

“Ellen, so che lo ami, ma sei sicura che faccia bene per te?” domandò all’improvviso.

“Cosa vuoi dire?” sentivo già la rabbia salire.

“Non ha una buona reputazione con le ragazze a scuola, lo sanno tutti che quello che vuole è solo scopare e quando ci riuscirà ti abbandonerà” disse convinto delle sue parole “Ti farà del male” lo guardai mentre lui era sempre più convinto delle sue parole.

“Ma cosa cazzo stai dicendo” risi istericamente “Tu non sai un cazzo Niall”

“Ma so che ti farà soffrire” alzò un po’ la voce.

“Ma cosa ne vuoi sapere tu, di me, di Justin, non sai un cazzo, non sai come sono andate e come stanno le cose quindi non venire a farmi questa sparata del cazzo!” io e il controllo della rabbia siamo una cosa sola, lo so, da notare il sarcasmo.

“Ma io lo dico per te, perché mi importa di te Ellen!” si passò una mano tra i capelli “Io- io…Ellen io…”

“Tu cosa Niall!?” sbottai impaziente.

“Io ti amo!” mi urlò contro.

Rimasi paralizzata a quelle parole, avevo la bocca spalancata, balbettai a vuoto cercando di formulare una frase sensata ma le parole mi morirono in gola. “T-tu cosa?” speravo di aver capito male.


“Io ti amo Ellen” respirai profondamente cercando di non avere scatti di rabbia e far cose di cui mi sarei pentita “Non posso sopportare che tu stia con un altro che non sono io, l-lui non ti merita, il suo unico obbiettivo è solo il sesso” Niall tastava la mia pazienza “E’ un coglione, ti farà solo soffrire” lo fulminai con lo sguardo appena pronunciò quelle parole, non avevo intenzione di restare ancora calma quando il coglione era lui, stava sparando cazzate su Justin da quando avevamo iniziato a parlare, lui non sapeva assolutamente niente.

“Come ti permetti di dire queste cose, non hai idea di cosa stai dicendo perché tu non sai niente e non hai nessun diritto di offendere e soprattutto consigliarmi cosa mi fa bene o no quindi sparisci dalla mia vista perché sono stata fin troppo buona con te oggi!” non aspettai una sua risposta me ne andai direttamente, ero particolarmente ‘dolce’ oggi, beh, dolce a modo mio, non riuscivo a credere alle sue parole, dopotutto aveva già avuto la sua occasione ma era andato via e senza pensarci due volte aveva chiuso ogni tipo di rapporto con me e nonostante gli anni passati avevo sofferto, avevo pianto notti perché provo sentimenti forti per quel ragazzo, non era amore, ma gli volevo bene anche se a pensarci adesso, trovavo ridicole le notti passate a piangere e disperarmi per lui; non provavo più niente per lui ma gli volevo bene, era orami un amico.

“Hey signorina, cosa ci fa tutta sola? Vuole un passaggio?” mi girai di scatto pronta a dirne quattro a quel maniaco quando incontrai due occhi nocciola e un sorriso smagliante, sorrisi come una cogliona in mezzo alla strada.

“Mi scusi ma non accetto passaggi dagli sconosciuti” ridacchiò e con un cenno del capo mi invitò a salire in macchina.

“Dove andava principessa?” mi chiese dopo essere entrata in macchina.

“A casa” sbuffai incrociando le braccia al petto.

“Mh…beh, cambio di programma principessa, si va in spiaggia” spalancai gli occhi.

“In spiaggia?” lo guardai cercando di capire se fosse uno scherzo ma non lo era per niente “Mike fa un freddo cane!” alzai le braccia mentre lui se la rideva per le mie parole “Che cazzo ridi idiota” non potei evitare di ridacchiare, si, ha una risata contagiosa.

“Freddo cane El?” imitò le mie parole ridendo ancora di più, incrociai le braccia al petto aspettando che la smettesse.

“Hai finito?” aveva le lacrime agli occhi “Ma insomma, cosa ho detto di così divertente!”

“Scusami principessa, ma sei troppo divertente” si strofinò gli occhi e girò le chiavi per accendere l’auto.

“Beh, modestamente” mi vantai.

“Modesta la ragazza” ridacchiò.

“Sempre” riposi ridendo “Ma dai Mike, dimmi dove andiamo” lo pregai.

“In spiaggia, te l’ho detto!” esclamò.

“Ma fa freddo!”

“Stai rifiutando un gelato Jhonson?”

“Non lo farei mai Benson” alzai le mani.

“Cosa ci facevi lì tutta sola?” con Mike stavo così bene che dimenticavo tutti i problemi, mi aveva fatto dimenticare totalmente del piccolo litigio con Niall al parco.

“Non ero sola, ero con quell’idiota di Niall” mi imbronciai mentre lui mi guardò confusa.

“Se ti ha fatto del male lo prendo a pugni” strinse il volante impaziente di sentire la mia spiegazione, gli sorrisi sentendo le mie guance arrossarsi e cercai di nasconderlo.

“Mi ha detto…che mi ama” dissi velocemente l’ultima parte, non ero più tanto sicura di volerglielo dire.

“Cosa?” domandò non avendo capito.

“Mi ha detto che mi ama” frenò di colpo la macchina e il mio corpo si spostò avanti e indietro sbattendo la fronte sul cruscotto.

“Lui cosa?!” urlò guardandomi scioccato, calma ragazzo.

“Ahi! Porca troia Mike sta più attento!” mi portai una mano alla fronte massaggiando il punto ferito, si sarebbe formato di sicuro un bernoccolo.

“Uh, scusami El” accostò l’auto e mi tolse le mani dalla fronte “Almeno non c’e sangue” scrollò le spalle guardandomi innocentemente.

“Che fortuna!” esclami sarcasticamente.

“Ma adesso spiegami cosa è successo” lo fulminai con lo sguardo.

“Ma grazie eh; hey Ellen, stai bene? Si grazie Mike” imitai la sua voce.

“Dai non è niente” rise “Però adesso racconta”

“Ha iniziato a dirmi che Justin non va bene per me e che a scuola non ha una buona reputazione con le ragazze perché vuole solo portarsele a letto, ma tutti sappiamo che non è più così da ormai tanto tempo” alzai gli occhi al cielo ricordando le sue parole.

“Wow, chi l’avrebbe mai detto, è innamorato di te” nemmeno lui riusciva a crederci “Beh, che ne dici di palarne mangiando un bel gelato” annuii ridendo alla sua idea e in nemmeno cinque minuti arrivammo davanti alla piccola gelateria sulla spiaggia.

“Cosa pensi di fare?” eravamo seduti ai tavoli della gelateria gustandoci i nostri gelati.

“Cosa vuoi che faccia? Io non lo amo” dissi non prestandogli molto attenzione e concentrandomi sul mio gelato alla nutella.

“Si Ellen, l’avevo capito”

“Non lo so Mike, ammetto che mi dispiace perderlo come amico, è comunque stato una parte importante nella mia vita anche se sono passati anni”

“Prova a dirgli che vuoi essergli solo amica, forse sarà solo una piccola cotta perché adesso sei impegnata per lui ed è geloso per averti perso” spiegò la sua teoria.

“Forse” risposi ripensando alla chiacchierata col biondo.
 
****

“Ci vediamo principessa” mi sorrise facendo un occhiolino.

“Mi sono divertita Mike, a presto” gli lasciai un bacio ed entrai in casa, avrei dovuto passare più tempo con Mike, come ai vecchi tempi, ci divertivamo sempre insieme.

“Sono a casa!” urlai sperando che Harley fosse tornato ma non c’era, mi avvicinai alla cucina per prendere qualcosa da mangiare ma il campanello suonò, imprecai contro chiunque ci fosse dietro quella porta e sbuffando la aprii trovandomi il ragazzo che mai mi sarei aspettata di trovare davanti la porta di casa mia.


Ciao principesse! Spero che il capitolo vi piaccia, anche se fa uno po' schifo ma okay, perdonatemi, ci tenevo a postarlo anche per farvi gli auguri quindi scusatemi se ci sono errori ma io ho controllato però sono le 3 quindi...
Auguri a tutte, buona vigilia e buon natale e se non aggiornerò prima di gennaio BUON ANNO NUOVO! 
Un bacio, a presto ;)
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: scbiebersloveg