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Autore: Jane The Angel    11/11/2008    5 recensioni
"Quella parola, quella maledetta parola, ancora risuona nella mia mente mentre esco dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle.,, - questa ficcy non tiene conto degli avvenimenti del terzo film...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FALLIMENTO

Quella parola, quella maledetta parola, ancora risuona nella mia mente mentre esco dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle.
   Sono mesi che vado avanti così. Mesi che le porte che mi chiudo alle spalle sono tante quante quelle che mi vengono sbattute in faccia.
   Fin’ora ho continuato a dirmi “Dai, Ryan, resisti, ce la farai, la prossima volta sarà quella buona”. E allora tornavo a casa, scendevo nella sala prove nel seminterrato e provavo, provavo, provavo: per ore e ore, ogni giorno.
   Perché la prossima volta doveva essere quella buona. Perché dovevo essere al meglio, dare il massimo.
   Ce l’avrei fatta, lo sapevo.
   Ora non lo so più.
   Quello che so è che nell’ultimo anno e mezzo non ho ricevuto altro che risposte negative, e non ho più voglia di pensare alla prossima volta. Non ho più la forza di dirmi che la prossima volta la risposta sarà si.
   Tremo, mi sento morire, all’idea di sentirmi dire ancora una volta: “Mi spiace, sarà per la prossima volta.”
   Odio, odio quel “Mi spiace” pronunciato dagli esaminatori dei provini in tono spento, impersonale, come se godessero nel farti capire che non è così, che in realtà non gliene frega niente.
   Detesto quel “Sarà per la prossima volta”, che sembra venir detto apposta per darti false speranze, per farti credere che ce la puoi fare quando non è così.
   Stupido. Sono stato uno stupido
   Ci credevo davvero. Credevo che ce l’avrei fatta. Ne ero certo, sicuro di avere il talento necessario.
   Quanto sono stato idiota.
   Il ballo è sempre stato tutto per me.
   C’era il canto, dite?
   Beh, sbagliate. È vero, ero bravo a cantare. Ma anche Sharpay lo era, e lo era più di me.
   Nel ballo, il migliore sono sempre stato io. In famiglia, a scuola, a Lava Springs… nessuno era al mio livello. Mia sorella chiedeva il mio aiuto per le sue coreografie, i Wildcats mi hanno chiesto collaborazione al Talent Show.
   E io, come un’idiota, ho creduto che significasse qualcosa… non voleva dire nulla.
   Si, è vero, ero il migliore. Ero il migliore ballerino di un piccolo universo ovattato con confini molto stretti in cui, in effetti, alla maggior parte delle persone il ballo neanche interessava.
   Non avevo mai considerato che una volta fuori, fuori dalle mura protettive di un mondo in cui tutti erano sempre pronti a restare impressionati dalla mia bravura, quel mio talento su cui facevo affidamento sarebbe risultato misero, nel migliore dei casi mediocre.
   No, non faccio pena… non sono un cattivo ballerino.
   Ma nella massa, tra una folla di ballerini con la mia stessa preparazione, io svanisco.
   Ero così certo di riuscire che non ho mai nemmeno preso in considerazione che la realtà potesse essere differente.
   E così, oggi, il macigno che mi opprime è ancora più pesante.
   Fallimento.
   È così, Ryan Evans ha fallito.
   Nell’unica cosa in cui sentivo di essere migliore, in cui sapevo di avere qualche chance per distinguermi, mi ritrovo a malapena nella media.
   Ho fallito, nell’unico obiettivo che avevo nella vita.
   Fin’ora, ho percorso la strada della danza. Ogni singolo passo che ho mosso nel grande universo della vita era finalizzato a raggiungere quest’obiettivo.
   Ma adesso?
   Cosa dovrei fare ora che l’obiettivo si è rivelato disperatamente al di fuori della mia portata?
   Cosa me ne faccio adesso degli anni passati a provare, ad inventare coreografie, a migliorarmi?
   So cosa direbbero i miei genitori: tesoro, con la danza è andata male, ma ci sono altre cose che puoi provare.
   Loro non capiscono.
   Non riescono a capire cosa significa fallimento.
   Non è solo il mio futuro che viene influenzato: è anche il mio passato, ogni singolo istante della mia vita che mi ha portato a questo. La consapevolezza di aver fallito mi porta a rivivere la mia vita a ritroso, a dilaniarmi nella furia di ogni momento sprecato a correre dietro a quello che, ora lo so, non era altro che un sogno irraggiungibile.
   E per la prima volta, seriamente, sono davvero conscio di cosa significa fallire: significa rendersi conto di aver sprecato la propria vita.
   Ed è quello che ho fatto: io, Ryan Evans, ho fallito. Ho sprecato la mia vita.   

_____________Nota di Herm90
Ebbene si, non sono scomparsa^^ periodo di pausa, sto lavorando ad altre cose e così ho per un po' accantonato efp, ma non posso sparire del tutto, è qui che ho pubblicato per la prima volta qualcosa, è questo sito che mi ha fatto conoscere persone speciali... Titty, Aqua, Vivy, Barby, Jud, Armony e tante altre...
Ho iniziato  a lavorare a questa ficcy tantissimo tempo fa, nemmeno ricordo quando: oggi l'ho ritrovata e completata, ma senza tener conto dell'ultimo film.
Fatemi sapere se vi piace, e anche se vi fa schifo^^

  
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