Allarmeeee! Allarmeeeeee! Sabotaaaaaggio!!!!
Torno dalle vacanze estive e che succede? Il mio computer decide all’improvviso che “l’hardwere” è sovraccarico e mi cancella tutte le fanfictions scritte fino ad allora.
Che tragico incidente, direte voi, che siete sempre in buona fede. Ma invece no! Io so la verità! È un complotto! Questa fanfiction è troppo scandalosa per gli Uchiha, così i loro fan si sono riuniti e le fangirl di Itachi e Sasuke più abili con il computer si sono introdotte nel mio database e hanno distrutto tutto!
Ne sono più che sicura!
Non biasimatemi dunque, se per un po’ sono caduta in depressione e non sono anadata avanati. Ma ora eccomi qui, con un capitolo nuovo di zecca, riveduto e (s)corretto.
Godetevi sto’ capitolo e perdonatemi per l’attesa, se potete.
Oh, a proposito! Se non recensirete ho deciso che la ritirerò.
Come dite? “ma è una bastardata”? Certo! Ma il punto è che oggi mi sento molto Uchiha… >8D
Risposte ai commenti:
x Crystal alchemist: dicono che ridere faccia buon sangue, ma ridere per mezz’ora ti dissangua direttamente. Perciò ti consiglio di moderarti. Buon divertimento e perdona l’attesa.
X ladyflowers: Ebbene sì, Itachi e Rock Lee sono quasi praticamente gemelli e ci tengo a far sapere di essere stata la prima a notarlo U.U perdona l’attesa.
X elly chan: Ho letto la tua descrizione, tra l’altro interessante, e devo dire che ora che aggettivi come “uchiha” e “hyuga” sono stati ufficialemte coniati, non ti resta che cominciare a usarli. Perdona l’attesa.
X neko rika: Non lo portano dall’estetista…ma in un posto molto peggiore per quanto analogo…muahahah…ma questo si scoprirà nel capitolo sei. Ti ringrazio per aver notato che la descrizione degli Uchiha non è del tutto fittizia,ma, in quanto una parodia, semplicemente la verità trattata in chiave comica. Ho scelto Lee come fratello degli Uchiha proprio perché, da tutti i punti di vista, il suo stile di vita è completamente opposto al loro. Il contrasto crea un sacco di possibili battute e gag. Perdona l’attesa.
X atena 11: Grazie per i complimenti. Sasuke forse soffrirà più di Lee in questa fic…quindi biasima lui e non Lee! Perdona l’attesa.
X windgoddes: il capitolo uno è davvero unico: persino io che l’ho scritto, rileggendolo rido, ed è difficile che gli altri capitoli siano all’altezza, lo so, ma io tento ugualemente. Non ti preoccupare perché ci saranno mille occasioni ancora, per ridicolizzare gli Uchiha, ma il punto è che io adoro accanirmi anche sugli Hyuga, più che altro perché penso che Sasuke e Neji si contendano il primo posto come Essere Più Sgradevole Dell’ Universo. Perdona l’attesa.
X stella marina: imoto-sama!!!! 8D questo capitolo è inedito anche per te! E per tua gioia e gaiezza è quasi Itachi-centric U.U Itachi santo subito (o perlomeno beato)!!! Come suona secondo te San Itachi? …mhh a me piace: “ S. Itachi, il protettore della cataratta” … Bello!
X Prof: la tua è stata una delle recensioni più recenti e quindi ti devo ringraziere sentitamente perché mi ai spinto a riscrivere il capitolo cancellato. Cercherò di far incontrare Sasuke e Itachi il più spesso possibile perché anch’io adoro vederli litigare ( sono un diavolo, lo so…). Perdona l’attesa.
X sushiprecotto: è davvero un onore averti per lettrice ^///^!!! E quanti complimenti! Comunque io trovo che “uchiha Lee” sia un ipotesi più che plausibile, ma adirittura ovvia; se ci pensi, combacia tutto: La faccenda del chakra, la somiglianza tra Itachi e Lee (XD), e la questione dei “genitori ignoti”(XDXD)..per quanto in effetti se fosse Gai il padre di Lee io ne sarei troppo felice! Senza contare che la mia migliore amica è ancora convinta che lo sia davvero!!! ( …io: “ma tori, guarda che è impossibile..hanno un cognome diverso!”… lei:“ non ha importanza, sono troppo uguali uù” ..XD). Comunque ho dato a Itachi un “taglio” impertinente proprio perché volevo che risultasse (e mi stesse) simpatico, dato che il vero “cattivo” della situazione qui è Sasuke (XD scusa ma lo odio). Itachi svolgerà il ruolo di protettore di Lee per l’intera fan fiction, è sarà sempre in buona fede, anche quando involontariamente lo ferirà o confonderà.
Quindi ancora grazie per i complimenti [ fa la nice-girl-pose e sorride con il luccichio] e perdona l’attesa.
Capitolo
quarto:
“
l’Allenamento speciale a inizio!
Il
primo passo per diventare Uchiha è senz’altro quello di mettere un piede
nella tomba!
Ma
avete idea di quanto faccia male una tazza?!”
Mentre scendeva le
scale, intento a uscire dall’ospedale, Itachi non poté fare a meno di dare
un’occhiata di traverso al fratellino, che trotterellava allegro al suo
fianco:
Quello spandex verde.
Probabilmente l’abito
meno Uchiha che mente umana (o disumana, più probabilemte) avesse potuto
concepire.
Itachi alzò un po’
di più lo sguardo, e stavolta a meritarsi un’ occhiata di traverso fu il
caschetto. Se si nasceva benedetti dai nerissimi e affascinanti capelli corvini
da Uchiha, si chiedeva Itachi, come si poteva volere, con spontanea volontà,
rovinarli con un taglio del genere?
Per non parlare del
modo in cui Lee gesticolava e si esprimeva… pollici versi, sorrisi
scintillanti, frasi insensate…
Insomma, dall’androne
delle scale alla soglia dell’ospedale Rock Lee aveva collezzionato talmente
tante occhiate storte dal fratello che Itachi rischiava di diventare strabico.
Rischio che questi non
poteva ovviamente permettersi, ragion per cui, raggiunta e superata la porta
della clinica, si fermò, alzando un braccio, perché il fratellino piccolo lo
imitasse.
« Nii-san, perché ci fermiamo? Andiamo, io non vedo l’ora di fare qualcosa con te!» asserì entusiasta il “piccolo” Lee.
Itachi sospirò. Ecco
la cosa veramente meno Uchiha che il suo nuovo fratello possedeva, ancor meno di
spandex e caschetto: entusiasmo, affetto, allegria, gioia di vivere…
“Nessun problema”,
pensò Itachi, “gliela faccio passare io, la voglia di vivere”.
Sarebbe stato un
percorso lungo e faticoso, rendere uno come Lee un Uchiha, ma Itachi non si
sarebbe arreso per nulla al mondo.
Lanciò un occhiata
agli scaldamuscoli arancio-fluorescenti di Lee ,e, senza riuscire a trattenersi,
deglutì.
…sarebbe
stato un percorso molto lungo e faticoso.
Ma da qualcosa si
doveva pur cominciare.
« Otouto-chan, credo
sia arrivato il momento di fare un discorsetto, io e te. » spiegò torvo
Itachi, e, con tali parole, un qualsiasi interlocutore avrebbe intuito che il
“discorsetto” che si prospettava era velato di minaccia.
Ma sta di fatto che Lee
non fosse un interlocutore “qualsiasi”, bensì uno di quelli che vede tutto
con le lenti rosa guarnite di inguaribile ottismo, e infatti, invece di
allarmarsi, sorrise sbrilluccicamente e rispose:
« Giusto nii-san. Mi
hai letto nel pensiero! Io e te dobbiamo conoscerci meglio: andiamo da qualche
parte a parlare, prima di qualsiasi altra cosa! ».
Itachi lo fissò con educata perplessità. Non era esattamente quello che aveva in mente ma…perché no?
In fin dei conti, era da secoli che non chiacchierava con qualcuno, e sembrava un’idea stuzzicante. Insomma, non parlava veramente con qualcuno da anni: nel covo dell’akatsuki aveva una reputazione da Uchiha da mantenere, e perciò non si sviscerava in confidenze; “anche perché, diciamocelo,” si disse tra sé e sé lo splendido moro con aria snob “ cosa avrei da spartire io con quel branco di soggettoni?”.
E poi c’era Sasuke che diventava isterico al minimo commento. “ Voglio dire: ehi!” pensò sempre Itachi volgendo gli occhi al cielo “ok ok, ho sterminato la nostra famiglia e ogni tanto ti torturo un pochino, ma non mi sembra tutta questa gran motivazione per cercare di farmi la pelle”.
A parte quello, ora che
ci pensava, con chi aveva fatto una bella chiacchierata, l’ultima volta?…ah
sì, gli pareva di ricordare…era… “ma certo!” ricordò Itachi “Shisui
Uchiha! Che caro ragazzo..che fine avrà mai fatto? …oh che sbadato!”
l’affascinante Uchiha si batté con voluttà una mano sulla fronte
“…l’ho ucciso io!”.
Insomma, tornando al
dunque, non sembrava male l’idea di scambiare due chiacchiere con Lee. Avrebbe
preso due piccioni con una fava: si sarebbe svagato a racontare qualcosa di sé,
apprendendo anche qualcosa su di lui, per poterlo correggere! Sembrava
un’ottimo piano.
Rock Lee tossichiò. «
Nii-san..ci sei? » domandò apprensivo, picchiettando la spalla del fratello
« sei perso nei tuoi
pensieri da almeno sette minuti.. tutto bene? Hai avuto un attacco di quelli che
chiamano “flashback”? alcuni miei amici ne soffrono spesso! ».
« Oh no, mio caro
otouto-chan… » una luce sospetta velava gli occhi rossi di Itachi « …tutto
apposto..tutto.. eccellente. » sorrise stirando le labbra « andiamo in
un posticino tranquillo, vuoi? ».
Rock Lee sfoderò un
sorriso vittima di overdose di dentifricio e cominciò a elencare:
« be’, io ho quelche
posto carino da proporre; ci sarebbe Ichiraku… »
« Oh no! » interuppe
sdegnato Itachi « mi ci vedi a succhiare spaghetti in una tavola calda? »
« …oppure ci
sarrebbe un negozio di dolciumi sulla terza strada.. » continuò Lee senza
pardersi d’animo.
« …e come faccio io
poi ad entrare nei miei vestiti, dopo essermi abbuffato di pasticcini? »
« … magari
preferiresti un ristorante vero e prorio…? »
« …ba’, troppa
gente, confusione, cameriere arrapate che ci provano con me.. »
« … un take away
allora? Che ne dici di un take away? »
« … ah! Non esiste
cibo meno sano di take away. Mangi quella roba una volta sola e metti subito su
due chili ».
« …e fammi
indovinare, non ti andrebbe neanche un bel piatto di curry eh? »
« … io odio il cibo
piccante. »
Rock Lee si ritrovò in
posizione fetale per terra, circondato da fuochi fatui in un aura bluastra:
Itachi era talmente incontentabile da minare persino il suo ottimismo!!
“ Ma deve pur esserci
qualcosa che gli vada bene!” pensò il piccolo neo-Uchiha con le fiamme negli
occhi.
« Trovato!!! andiamo
in una sala da tè!!! » urlò « è un posto discreto, servono snak leggeri ed
è tutta roba sana! ».
Itachi parve pensarci
su.
« Andiamo! » supplicò
Lee « non prenderemo neanche i dolcetti, soltanto tè..ti preeeeeeeeeego! ».
« Ma tè senza
zucchero. » sentenziò Itachi.
« certo!! »
« affare fatto, dunque
» concesse il maggiore « e conosco anche una sala da tè dove potremmo andare.
Ci sono stato con un collega, una volta. ».
La sala da tè proposta
da Itachi si rivelò essere un posto più tetro di quanto le aspettative di Lee
suggerissero.
L’assenza totale di
finistre, l’ambiente spoglio e i rivestimenti neri di tutto il mobilio
facevano pensare che l’ambiente del locale fosse stato progettato da un
arredatore cieco. E depresso.
La strana coppia si
accomodò ( ma “scomodò” sarebbe una forma verbale più coretta, in quanto
le sedie della saletta avevano ben poco di comodo ) a uno dei tavoli.
Esclusi i due Uchiha e
il gestore, la sala era deserta.
« Che posto
malinconico! Molto poco giovanile » commentò Lee con sguardo critico.
« Invece sappi che
dovrai abituarti a questo tipo di ambiente. » lo rimproverò Itachi a mezza
voce, senza poter essere udito distintamente.
Quando furono tutti e
due impegnati a soffiare sulle tazze bollenti, si creò il silenzio.
Itachi ne approfitto
per riflettere; doveva trovare un incipit di discorso per introdurre al
fratellino qualche esempio di tipica vita da Uchiha. Ma la cosa si stava
rivelando problematica:
“Uhm..con cosa potrei
cominciare?” si chiese Itachi, massaggiandosi languidamente una tempia “
magari così …: “ dunque fratellino, devi sapere di essere uno degli ultimi
della nostra stirpe, dato che tutti i nostri parenti sono stati uccisi da
me…” no,no, questa non va affatto bene. Potrei provare con: “ Sasuke e io
stiamo attraversando una fase un po’ difficile… da sette anni. Ma prima o
poi passerà…”. No, neanche questa va. Uhmm.. potrei provare con un
approccio spiritoso..: “ strapparci gli occhi a vicenda è tradizione di
famiglia, sai…ti ho mai detto che i tuoi sono molto graziosi?” …Naaaaa, lo
spaventerei e basta.”
« Nii-san » Lee
interuppe il filo dei pensieri di Itachi « mi stavo chiedendo…tu di che ti
occupi? ».
Itachi alzò lo
sguardo, con gratitudine; quella si che era una domanda provvidenziale: poteva
cominciare a parlare di sé attraverso il suo lavoro. Sembrava un incipit poco
trumatico, ma per non shockare Lee avrebbe comunque dovuto barare un po’.
« Mio caro fratellino
» iniziò Itachi, tenendo elegantemente la tazza di tè a mezz’aria, come
fosse stato un calice di champagne, « io sono un membro della prestigiosa
Akatsuki che… ».
S’interuppe quando
vide che Lee trasaliva e mandava di traversò il suo tè. Gli diede qualche
moderato colpetto sulla spalla, finché Lee non prese una lunga boccata d’aria
e..:
« Ma l’Akatsuki non
era un organizzazione malvagia i cui membri erano pericolosi ricercati di
diversi paesi riuniti con lo scopo comune di catturare tutti i demoni con le
code per ottenere il loro potere così da poter scatenare e contrallare guerre a
loro piacimento con poi lo scopo finale di conquistare il mondo e regnare
sovrani sul caos? » riprese fiato « eh? ».
A quelle parole, Itachi
rimase apparentemente impassibile. Il suo Inner invece avvampava di collera: “
Maledette scan spoiler di internet che rovinano il lavoro alla gente!” gridava
infuriato “ ma qualcuno la pagherà per questo…ah se la pagherà!”.
Urgeva una balla da
rifilare al più presto a Lee. Fortunatamente, Itachi era un ottimo attore:
« Chi mai ti ha detto
una cosa del genere?» esclamò simulando lo sdegno più genuino « L’akatsuki
è un orgazziozione rispettabilissima. Ti dirò di più. Noi ci occupiamo
di..ehm.. operazioni di aiuto umanitario. L’akatsuki è un po’ l’ONU delle
cinque terre. Non faremo mai del male a nessuno, siamo tutti paladini della
giustizia, specilamente io, modestamente. L’akatsuki combatte per il bene
dell’umana stirpe in tutta la sua interezza » concluse, esagerando un po’.
Rock Lee spalancò gli
occhioni luccicanti in stile uke: « davvero? » mormorò con una vocina
ammirata.
« Certo. » confermò
Itachi solenne « nell’akatsuki siamo tutti bravi ragazzi ».
« Tobi è un bravo
ragazzo! » disse Tobi emergendo da sotto il tavolo per vivere il suo glorioso
momento di comparsa.
« Visto? » fece
notare Itachi a Lee, rifilando a Tobi un calcio di gratitudine nelle costole. Il
povero shinobi dalla maschera lecco-leccosa scomparve come era venuto. « noi
dell’akatsuki siamo i giustizieri delle cinque terre! » concluse Itachi, che
con quel gioco cominciava pericolosamente a prenderci gusto.
Rock Lee scoppiò a
piangere. La cosa prese Itachi contropiede.
Certo, era abituato a
far piangere la gente, ma solo quando lo voleva lui. Era la prima volta che
faceva piangere qualcuno accidentalmente.
« Tutto bene? »
domandò incuriosito « per sbaglio ho calciato anche te, per caso? ».
« No! » urlò Rock
Lee, gettandosi addosso a Itachi, prendendo le mani di questi tra le sue
« tutt’altro! Sono
così felice! Perdonami, non avevo capito che fossi un Eroe tra gli eroi! È un
autentico onore averti per fratello!!! ».
Rock Lee non poteva
credere alla sua fortuna; ogni minuto che passava adorava di più il suo
fratellone, che ora, oltre che ninja carismatico tutto d’un pezzo, si rivelava
anche membro di un team di impavidi e leali protettori del bene. Insomma, ormai
Rock Lee vedeva l’Akatsuki come un bimbo di sei anni vede i Power Ranger.
Aha! Itachi colse la
palla al balzo: era proprio dove voleva arrivare, ovvero alla fase di “cieca
ammirazione”. Era arrivato il momento di giocare duro.
« Sei davvero così
orgoglioso di me? » domandò il rapace rampollo, con voce candida.
« Ovvio! » sentenziò
Lee, asciugandosi una lacrima.
« …e faresti tutto
per me? »
« Certo, lo prometto!
».
Bingo!
Improvvisamente gli
occhi di Itachi parvero come brillare. Ma non della stessa luce di Rock Lee,
gioiosa e determinata. Era piutosto un luccichio di lucida follia, come un segno
che sanciva l’inizio di un nuovo perverso gioco, che Itachi si sarebbe svagato
a condurre. Non prometteva niente di buono.
« Molto bene..» iniziò
Itachi con malizia « allora avrei subito una richiesta per te. »
« Sì! Fratellone,
mettimi pure alla prova! » urlò Lee con ingenuità.
« Dunque, la mia
richiesta è.. »
« Sì? »
« Cambia »
« …Come? » domandò
Lee, sbigottito.
« Ai sentito bene. »
rispose Itachi, riducendo gli occhi a due fessure « Cambia. Sei vuoi diventare
un Uchiha, cambia. Se non vuoi deludermi, cambia. Cambia i tuoi vestiti, cambia
i tuoi capelli, cambia i tuoi modi di fare, cambia carattere, cambia vita.
Cambia te stesso.
Non è mia intenzione
traumatizzarti, ma devo essere sincero. Tu non hai nulla di Uchiha. Anzi, ti dirò
di più, sei l’assoluta nemesi di come un Uchiha dovrebbe essere. ».
Rock Lee, che fino a un
attimo prima era al culmine della felicità, ci rimase di sasso.
La sua espresione era
virata da “ Sono-felice-di-essere-al-mondo-perché-è-un-posto-meraviglioso-e-idilliaco-e-te-lo-dimostro-comportandomi-come-Spongebob”
a “Accidenti-forse-dovrei-svegliarmi” in meno di un decimo di secondo.
Itachi aveva spento il
suo entusiasmo come una secchiata d’acqua annulla il fuoco. E pensare che era
stato proprio lui a incoraggiarlo!
« ma..ma io non
capisco… » balbettò Lee « pensavo che essere un Uchiha dipendesse solo dal
grado di parentela.. pensavo di essere già un Uchiha…e che il mio unico
dovere fosse quello di imparare le tecniche di famiglia..e..e.. di conoscere te
e Sasuke-otouto.. ».
Itachi congiunse le
mani intrecciando le dita e poggiò i gomiti sul tavolo. Sospirò in modo
teatrale, socchiudendo gli occhi.
« Ero sicuro che ti
fossi fatto questa idea. » sibilò « ma sappi che essere Uchiha non è solo un
questione ereditaria. Essere un Uchiha…è un arte! Noi non siamo una delle
famiglie ninja più potenti mai esistite solo per lo sharingan: la nostra
gerarchia si basa su precise regole che ci rendono unici e inimitabili. ».
Rock Lee ascoltò
seriamente, ma al termine del discorso azzardò un sorriso:
« Vorrà dire che sarò
un Uchiha a modo mio…! Essere Uchiha e essere me stesso. Contemporanemente. ».
Itachi tamburellò il
tavolo con le dita. “Ha la testa più dura di Sasuke” pensò, provando quasi
tenerezza “non vuole proprio capire”.
« Temo tu abbia
dimenticato qualcosa » esclamò con un sorisetto angelico « Voilà! ».
Itachi frugò nella sua
casacca dell’akatsuki e ne estrasse un plico di fogli, sventolandolo di fronte
a Lee.
« Ma quello è il
contratto del terzo capitolo! » esclamò Lee, che ricordava ancora con
chiarezza i capitoli precedenti nonostante la pezzente autrice non aggiornasse
da mesi.
« Esatto. » rispose
Itachi quasi annoiato « qui dice che ti impegni a diventare un Uchiha a tutti
gli effetti, rispettando le mie regole e i miei insegnamenti… ».
Lee, impallidì, constatando ciò che il fratello diceva.
« …e in fondo c’è
la firma che ai apposto…senza neanche leggere prima le condizioni del
contratto… che gesto sconsiderato, mio caro fratellino. »
« Ma sei stato tu a
dirmi di firmare senza leggere! » sbottò Rock Lee, appena un po’ offeso.
« Prima regola degli
Uchiha: non fidarsi. Nemmeno di quello che ti dicono i famigliari…specialmente
di quello che ti dicono i famigliari…» lo apostrofò Itachi mostrando un
sorriso ferino « cerca di essere meno ingenuo, d’ora in poi ».
Rock Lee, la cui
notevole pazienza cominciava a venire meno, si fermò un attimo a pensare.
Non sapeva ancora
esattamente cosa suo fratello intendesse fargli fare, ma a pelle gli dava
l’idea di qualcosa di innaturale per lui. Tutto quel discorso sui cambiamenti
non gli aveva fatto per niente piacere. Non che avesse qualcosa contro il suo
fratellone, anzi, lo adorava senza mutamenti, ma forse ciò che voleva per lui
non gli era convenzionale. Tutto qui. Forse un educato rifiuto di aderire alle
regole del clan non sarebbe stata la fine del mondo.
Itachi parve leggergli
nel pensiero:
« Ascolta, scherzi a parte, il contratto si può anche strappare » disse Itachi, improvvisamente serio e addolcito « o meglio, in realtà io non posso costringerti a fare nulla. Ma devo ammettere che..ecco..in qualche modo tu mi piaci. Mi ispiri. È vero che non sembri affatto un Uchiha, e che siamo molto diversi, ma se mi dessi l’opportunità di ammaestrarti..ciò, volevo dire… istruirti nell’atre dell’essere Uchiha.. sono sicuro che potresti fare grandi cose. ».
Rock Lee lo guardò
negli occhi. Sembrava sincero. E inoltre …*“snif”*…Rock Lee non poteva
non commuoversi per un discorso simile!
“ Cosa mi direbbe Gai
sensei se fosse qui?” si chiese pensieroso il piccolo Uchiha, fissando il
vuoto.
Come per magia, la
figura opaca del sensei si materializzò di fronte all’allievo:
“ Non arrenderti
mai Lee..e..e..e.!” disse l’apparizione, con uno scadente effetto eco da
telefilm fantasy anni ottanta “ arriva fino in fondo senza
paura…r.a…a…a!”.
“Giusto!” rispose
Lee all’apparizione, “ottimo consiglio, Sensei!!”.
Inoltre non poteva
arrendersi dopo che Sasuke lo aveva insultato. Doveva dimostrargli di essere un
buon fratello maggiore! Lee si voltò di scatto notando un'altra figura opaca
sull’altro versante del tavolo:
“ Non sarai mai
uno di noi..o.i..i..i !!” esclamò la versione spettro/subconscio di
Sauke.
“ Diventerò Uchiha
per dimostrarti il contrario!” s’infiammò Lee davanti alla visione.
“ Fottitti..i..i..i”
biascicò la versione eterea di Sasuke sottovoce.
« Fratellino..ci sei?
».
Puff…puff.
Gai sensei e Sasuke svanirono in uno sbuffo di fumo, quando le parole di Itachi
scossero Lee.
Questi scuoté
vigorosamente la testa, per eliminare del tutto quella sensazione di
tamponamento mentale.
« Nii-san! » urlò
Rock Lee « e va bene! Qualsiasi siano le condizioni poste, io mi adatterò per
diventare un Uchiha! ».
Itachi nascose un
sorriso dietro la tazza di tè.
« Molto bene. » disse
l’Uchiha, frugando nella cassacca dell’akatsuki « allora cominciamo da
subito con le correzioni. Sappi che la prima cosa che dovrai cambiare di te
stesso sarà la tua mentalità. E da lì che tutto a inizio. ».
Rock Lee fece
volenterosamente su e giù con la testa, convinto.
« Sappi innanzitutto,
che la prima cosa che ti chiedo, sarà di non mostrarti mai più felice per
qualcosa » spiegò Itachi, prendendo in mano un taccuino nero, estratto da i
recessi della sua palandrana « perché gli Uchiha sono sempre freddi e
controllati ».
« Wow…ehm…proprio
per nulla al mondo? » domandò Lee preoccupato « però ti ho visto sorridere
più volte, se posso permettermi di dirtelo ».
Itachi gli lanciò un
sorrisetto malizioso:
« Stiamo diventando
impertinenti eh? Fai bene. Domanda sensata. Io in effetti sorrido. Ma sempre con
malvagità e moderazione. Perché non provi? Forza fammi vedere un sorriso
malvagio. ».
Rock Lee, con buona
volontà, tentò. Era come vedere un uccello provare nuotare o un pesce nel
disperato tentativo di librarsi in volo. Itachi fece una smorfia.
« Be’ su questo
lavoreremo in seguito. Ora osserva questo. » disse, mostrando il taccuino nero
al fratellino « da oggi in poi, questo sarà il quaderno con le tue
valutazioni, i tuoi progressi e tutto ciò che riterrò necessario appuntare su
di te. Cominciamo ad usarlo subito. ».
Lee fissò il quaderno
come se la sua stessa vita dipendesse da cosa ci sarebbe stato scritto dal
fratello maggiore.
« Altro insegnamento.
Qualsiasi cosa un Uchiha faccia, è una cosa tragica. Ogni cosa tragica, si
aggiunge al portfolio di flashback tragici di un Uchiha, che può rivenderseli
ogni qual volta ne avesse bisogno. ».
A quella frase, Lee non
resistette e scoppiò a ridere (più moderatamente che poté) :
« Ma questo è impossibile! » esclamò « ci sono cose che capitano che non hanno nulla di tragico. Se ad esempio…che so..a un Uchiha cadesse qualcosa addosso..non sarebbe comico e basta? Come farebbe a diventare tragico un qualcosa del genere? ».
A quelle parole, Itachi
non si scompose; aprì il taccuino e lo poggiò sul tavolo, insieme a una penna.
Poi sollevo in alto la sua tazza da tè, ormai vuota e…
“ Crash”.
« Ahiooo!!!! » urlò
Lee: Itachi gli aveva lanciato la tazza in testa, spaccandola in mille pezzi.
Il povero piccolo
Uchiha si massaggiò la testa contusa: « ma perché lo hai fatto?!? » domandò
con le lacrime agli occhi. Dal canto suo, Itachi stava scrivendo freneticamente
sul quadernetto. Quando ebbe finito, con la massima calma, lo porse a Lee, che
prese a leggere ad alta voce:
« “ …E fu così
che, proprio mentre il giovane terminava la sua domanda, il dispotico fratello
maggiore, accecato da un ira funesta, gli lanciò la tazza, privo di pietà
alcuna. I frammenti di ceramica si spezzarono in mille pezzi esattamente come il
cuore del giovane Uchiha colpito: la sua profonda fiducia era appena stata
calpestatae tradita, ed egli era nuovamente una vittima, come d’altronde era
sempre stato. Rivoli di sangue cremisi colarono sulla sua fronte immacolata,
come lacrime di un dolore inesprimibile che avrebbe segnato la sua vita…per
sempre..” ma…ma…è così tragico! ». disse Lee, sbalordito. Itachi
annuì appena.
« Visto? Anche se non
tutto ciò che ti succede è tragico, tu pensalo comunque come tale. Il resto
verrà da sé. E in ogni caso, abbiamo appena dato vita al tuo primo flashback.
» l’Uchiha sorrise maliziosamente « e ti dirò che non è niente
male…anzi…notevole. Credo che tu abbia un talento naturale per i flashback
tragici. ».
« Davvero? » chiese
Lee, lusingato ma anche frastornato « ma non ho fatto altro che prendermi un
tazzata in testa e soffrire… ».
« Appunto. ».
Itachi iniziò ad
alzarsi da tavola.
« Eh? Itachi nii-san..
dove stai andando? Non dovevi istruirmi sulle caratteristiche Uchiha? » domandò
Lee, alzandosi anche lui. Itachi rise dell’ingenuità del fratello.
« Ma sì che continuo
a istruirti. Ma non basta certo un pomeriggio solo a insegnarti tutto.
Cercheremo di farci le ossa anche un po’ on the road. E poi siamo in
ritardo per un appuntamento. »
« Un appuntamento? »
domandò Lee inseguendo il fratello, che era già per strada « e con chi? E
dove? ».
« Ti sto portando a
conoscere un po’ dei miei colleghi » rispose Itachi, criptico « così ne
approfitteremo per occuparci anche del tuo look ».
« Perché? Cos’ha il
mio look che non va? » chiese Lee, nel disperato tentativo di capire cosa non
andasse nel portare un caschetto, una tuta aderente verde e scaldamuscoli
fluorescenti arancione. Itachi rispose senza nemmeno voltarsi:
« Sarei tentato di
dirti “tutto”, ma sarei un gran bastardo se lo facessi…oooops! L’ho
fatto… ».
Fine capitolo quarto
Note:
So che questo capitolo
è un po’ statico, ma nel prossimo dovrebbe esserci un po’ più di
dinamismo.
Domando ancora perdono
per il ritardo, e ringrazio coloro che nonostante il tempo trascorso non si sono
dimenticati di me e della fanfiction.
Oltre tutto ho una
richiesta di aiuto da farvi: ho realizzato delle immagini sulla fanfiction, ma
essendo imbranata riguardo tutto ciò che concerne il computer, non ho capito un
gran ché delle istruzioni del sito per la pubblicazione delle immagini. Se
qualcuno sapesse darmi qualche piccola delucidazione in riguardo, glene sarei
eternamente grato.
Ad esempio:
l’immagine va trasferita prima su “Front-page”, come gli scritti? E se sì,
come? E che s’intende per “peso” delle immagini?
Scusate la mia
imbranataggine, e se siete abbastanza pazienti, rispondetemi.
Attenzione: non condivido ciò che afferma Itachi in questo
capitolo riguardo alle scan spoiler, di conseguenza, non mi prendo la
responsabilità di sue possibile aggressioni a chi si occupa delle sudette.