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Autore: Chie_Haruka    24/12/2014    1 recensioni
Questa è la storia problematica di una ragazza che ha perso suo padre, il suo pilastro di vita. Da Quando non c’è più si è chiusa parecchio, come un riccio. Evitando contatti con chiunque. Non ha mai amato fare amicizie ne tanto meno fare conversazioni lunghe.
Suo padre sapeva bene che sarebbe morto e per questo ha lasciato a sua figlia, molte lettere in cui ci sono messaggi per lei.
Nel tentativo, sua zia l’obbliga ad andare all’università. Ciò implicherà un grande sforzo da parte di Evee che la condurrà pian piano alla verità. Ma quanto sente che sta per afferrare ciò che vuole, qualcuno gli sbarrerà la strada, cambierà la sua vita, cambierà lei. . .
E lei da quel momento capirà cosa voleva dirgli suo padre. Cosa voleva suo padre per lei.
Lo interpreterà a modo suo ma alla fine ci riuscirà. Ma prima dovrà vedere l’inferno, l’altro lato, ciò che ognuno di noi nasconde.
Questa storia non ha niente di normale, siete stati avvertiti xD
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quello che si supponeva essere il fratello di quella pazzoide, non è altro che fantasia mia.
Mi guardava, sorrideva . . . poi, iniziò a mutare.
La sua faccia cambiò. Adesso davanti a me c’era Rin.
Parlavano ma non mi sentiva.
Svegliati” mi sussurrò all’orecchio, per diventare delle bolle d’acqua.
Affondavo sempre più, in quel lago di dolore e angoscia.
Era un lago limpido, dove potevo ammirare il cielo.
Quando toccai il fondo, mi sembrò il paradiso. Era morbido e pieno di papaveri rossi, che man mano saliva in superficie.
Quando non ci fu più niente, nemmeno un petalo, sparì anche l’acqua.
Vuoto totale.
C’ero io e il buio.
Camminavo senza una metà per precisa. Mi ostinavo a tenere gli occhi aperti in quell’oscurità, perché troppa era la paura che qualcuno o qualcosa potesse solo sfiorarmi.
Alla fine, in lontananza vidi qualcuno avvicinarsi a me.
Passi lenti e calcolati. Silenziosi. Nessun rumore, nessun odore, nessun colore.
Poi . . .
La figura sconosciuta era di fronte a me, che poi così sconosciuta non era.
Ero io.
Una me.
“Buffa sono” provai a dire. Ma si mossero solo le labbra.
- Si, lo sei. Lo siamo. Possiamo cambiare, se lo desideriamo entrambe. – mi rispose l’altra.
Non capivo e capivo al contempo. Avevo già in mente di cambiare, mi stavo sforzando di farlo e questa mi sembrava un opportunità.
“Come?” ingenuamente. Ma sapevo, in fondo ma in fondo in un cantuccio del mio cuore, come stavano le cose, o almeno parzialmente.
Mi porse la mano e sentii una strana sensazione invadermi il corpo.
Dopo aprii gli occhi e constatai dove mi trovavo.
Era buio e bagnata.
Una grotta? Una prigione? Credo entrambe.
Vedevo qualche ombra qua e là, solo perché in alto c’era una piccola fessura in cui filtrava la luce esterna.
Sentivo un dolore atroce alle braccia e bruciore ovunque. A stento avevo la forza per respirare. . .
Quindi, non capisco il senso di legarmi con tanto di catene.
Sarà che vorranno prendere precauzione, ma lo trovo ridicolo.
Adesso dei tonfi si avvicino a passo spedito verso di me.
Tum. Tum. Tum.
Il suono dei passi si confonde con quello delle gocce che cadono dal tetto, picchiettando giù nel ruvido pavimento.
Adesso la figura si è fermata davanti a me e respira in modo irregolare.
- Vediamo di riprendere il discorso, da dove lo avevamo lasciamo, mhm? – una voce femminile entrò prepotente dentro la mia testa, facendomi urlare.
 
 
---
 
Dopo il terzo spinello, vado in camera per distendermi e, no non era quello che volevo trovare.
Karol è seduto nel letto intento a limarsi gli artigli.
Brutta faccenda. Adesso che vuole questo psicopatico?
- Vedi di sparire – dico atono.
Lui sembra non ascoltarmi e continua a fare quello che stava facendo prima, poi guizzò i suoi verso i miei per un breve istante e iniziò a parlare.
- Ho incontrato quell’umana, Evee. – disse in tono pacato.
Certo, che ne ha di fegato per parlarmi in questo modo.
Senza pensarci gli salto addosso, gli slogo entrambi i polsi e poi con entrambe le mani inizio a stringere attorno al suo collo.
- Falla breve  e magari sarà in dolore. – soffiai vicino alla sua faccia.
- Noemi è la mia nuova padrona. Sai in questo momento Jin si starà occupando della tua umana. – sputò con tranquillità.
Stritolai con più forza, nel frattempo sentii l’odore di Evee sbiadirsi. Era qui e se ne andata. Che problema ha? Perché se n’è andata?
Quando mi rendo conto di aver spezzato l’osso del collo e aver staccato la testa di Karol, mi stacco da lui e vado alla ricerca disperata di quella mocciosa senza cervello.
Arrivò troppo tardi. Ormai non c’è più nessuno. Solo la scia dei loro odori.
Vedo macchie di sangue. Il sangue di Evee.
Sento crescere la rabbia sempre più, non riesco a vedere più niente e iniziò a distruggere ogni cosa che mi capita a tiro.
L’hanno uccisa e la colpa è mia. Solo mia. Sono uno stupido. Non dovevo lasciarla da sola.
No, invece l’ho lasciata con quella traditrice di Jin.
Ma me la pagherà. Poco ma sicuro.
 
 
 
Tre giorni dopo . . .
 
Rin non trovò nulla. Neanche una traccia. Un lavoro pulito, e si sarebbe complimentato se non fosse che la cosa lo riguardasse.
Rimase lì, in quel luogo di cui ormai ne restava cenere e un mucchio di cadaveri qua e là.
Nessuno a visto niente. Nessuno sapeva niente.
Le sigarette consumate in quelle ore ormai non si poteva contare. . .
Ormai si era perso nei suoi pensieri, più macabri e contorti.
Pensava a come far fuori Jin e Noemi. E se l’avrebbe raggiunto l’amato padre in quel momento avrebbe fatto brandelli della sua carne.
Ma per quello c’era tempo. La sua priorità era quelle due puttane.
Proprio in quel momento spuntò il diavolo.
- Che cazzo hai combinato?  Ti sei bevuto il cervello? – gli sbraitò contro Richard.
- Evee è morta. – quest’ultimo sbiancò. Per quanto un vampiro potesse sbiancare, sia chiaro.
- Menti. . . – disse flebilmente.
- Davvero? E secondo te perché la città e in questo stato? – allargò le braccia enfatizzando la cosa.
- Chi? – domandò.
- Noemi! Visto che non sai farti mai i cazzi tuoi, la colpa è tua. L’hai mandata tu! E come vedi questo è il risultato! – urlò infuriato, colpendo le macerie di alcune case.
Richard rimase perplesso, voleva spiegazioni da parte di Noemi per il suo comportamento. Ovviamente ne avrebbe pagate le conseguenze, anche se ciò implicava una guerra tra i due clan.
Guerra che si prospettava da molto, ma che nessuno delle due fazioni aveva in mente di fare realmente. Ma, a volte il destino tira colpi bassi e sinistri a cui non possiamo sfuggirci.
Richard non badò minimamente a Rin, non aveva neanche più voglia di ucciderlo. Gli avevano negato il suo giocattolo, dopo anni di attesa e adesso? Adesso una mocciosa, un moscerino, un niente glielo aveva portato via?
Oh, si. Adesso anche lui era arrabbiato.
Così lasciò il figlio, lì, a logorarsi per andare da Noemi.
Quando arrivò non fu uno bello spettacolo. Persino per lui, grande uccisore, gli si accapponò la pelle.
“ Chi ha mai fatto una cosa del genere?” si chiese realmente spaesato e tremendamente spaventato.
Ogni cosa distrutto. I corpi del clan Aku erano stati smembrati e poi impalati su, in aria, con delle barre di ferro. Noemi, suo padre e i suoi servi, la stessa sorte. Mancava all’appello Jin.
Di Evee nessuna traccia.
Per terra c’era una scritta fatta con il sangue: “ Arriverà anche il tuo turno, Richard. Abbi fede”.
---
 
 
 
- Rin – la piccola Evee ,con la sua vocina, chiamava il suo adorato Rin, affinché si svegliasse.
La piccola Evee quella sera non aveva sonno. Spesso dormiva insieme a lui nel grande lettone, accoccolata insieme a lui.
Quella sera suo padre gli aveva raccontato di babbo natale, ma lei non gli credeva. Diceva che non era impossibile, che un signore grasso, scendesse giù dai camini per portare regale a tutti i bambini del mondo.
Ovviamente, come di consueto, Rin scoppiò a ridere vedendo la sua bimba così intelligente già da piccola.
James, non ne era tanto contento. Voleva che la sua piccola avesse un infanzia dolce e piena di allegria. Ma ogni volta, la piccoletta guastava i suoi piani.
- Per favoreee – si lamentava Evee, scuotendo forte Rin.
Di rimando aprì un occhio e osservò la piccola.
- Che c’è stavolta? – disse con voce impastata dal sonno ma con dolcezza.
- Voglio accendere il camino! – trillò la piccola.
- Perché ? – disse realmente curioso, svegliandosi del tutto.
Sapeva che la sua piccoletta aveva strane idee, ma di notte non c’era verso di fermarla.
- Non voglio che quel coso scende giù dal camino. Così se ci prova si brucia. – gli rispose Evee convinta delle sue parole.
Rin la guardò con tanto d’occhio. Come poteva una bambina di tre, fare un ragionamento simile?
Un po’ era felice e un po’ triste. Non voleva che Evee diventasse qualcosa che non fosse Evee.
Dolce.
Ecco. Per Rin, Evee era dolce. Non solo di aspetto e di sapore ma anche come bambina. In tutto e per tutto.
- Va bene diavoletto, ma dopo a nanna! – disse in tono di chi non accettava nessuna replica.
Evee annui e subito i due scesero giù ad accendere quel benedetto camino.
Il vampiro, ormai era abituato a quelle sue stravaganti richieste. Se glie l’avrebbe chiesto avrebbe spostato anche montagne intere. Tanto lui poteva veramente!
Prese la legna, la posò sul camino e poi l’appiccò.
- Siii – urlò contenta la bimba.
- Shhh – gli sussurrò, tappandogli la bocca.
Si sarebbero svegliati anche i morti con la sua vocina stridula.
- Adesso andiamo – gli disse Rin prendendola in braccio.
Evee aveva sonno, infatti poggiò la sua testolina nel petto di lui. Ma ciò, non fermo la sua testolina.
- Rin. . . perché esiste natale? E perché si danno i regali? – iniziò a domandare.
A Rin venivano i dubbi ogni qual’ora apriva la bocca. Aveva paura che un giorno la bimba potesse chiedere da dove venissero i bambini.
Anche se scocciato e assonnato tentò di rispondere. Anche perché, se non rispondeva il piccolo diavoletto non avrebbe dormito.
- Niente. . .  Natale è un festa per riposare e mangiare. I regali . . – ci pensò su. – i regali è una dimostrazione di affetto verso le persone a noi care. – concluse Rin distendendosi nel letto con Evee.
- Tu provi affetto per me? – chiese la bimba.
Rin non sapeva se ridere o piangere in quel momento. Così, senza tante cerimonie, uscì il regalo per Evee. Stavolta non sapeva rispondergli a parole.
- Chiudi gli occhi, diavoletto! – la rimproverò.
Evee obbedì. E quando Rin fini di toccarla con le sue mani gelate, li riaprì.
Gli aveva messo al collo una catenina d’argento, con un diamante come ciondolo.
La bimba l’osservava curiosa. Poi dissolse lo sguardo dal regalo e saltò addosso a Rin.
- Grazie! – disse. – Adesso ti do il mio di regalo. –
Rin non si aspettava minimamente di ricevere un regalo da lei. Che poi che regalo poteva mai essere?
- Però chiudi gli occhi. – gli ordinò la piccola.
A Rin scappò un risolino, ma poi si fece serio assecondandola.
La bimba, appena fu sicura che il suo Rin avesse chiuso bene gli occhi, scoccò un sonoro bacio sulla bocca di Rin.
Glielo avevo visto fare a una ragazza con Rin. E quel giorno tenne il broncio per l’intera giornata. Era gelosa, gelosissima! Non voleva che il suo Rin fosse condiviso con altri.
Rin shoccato aprì gli occhi.
Adesso non sapeva realmente che gli passasse in quella testolina bacata, ma era contento.
Contento perché la sua Evee gli voleva bene.
- Notte Rin! – lo liquidò, girandosi dall’altra parte del letto.
Rin, anche se voleva contestare non poté farlo, visto che la bambina era caduta nel mondo dei sogni.
Voleva chiederli perché l’aveva fatto, da chi l’avesse visto . . . perché si sa, che i bambini ripetono ogni cosa che vedono dai grandi.
Ma si limitò a coprire il suo piccolo corpicino con le lenzuola ed avvicinarsi a lei.
- Buon natale, diavoletto – gli sussurrò.
 
 
 
 
 
Angolo Autore:
 
Buon Natale Genteee <3 scusate il ritardo, ma la mia fantasia se ne era andata a pu . . .. ehm dicevo? Ah, si. Si è fatta un pò di vacanze xD
Allora non ve lo aspettavate? Noo? Ebbene signori. Rin non stava facendo quello che avete immaginato. Evee non si era svegliata quella volta. E . . . BOOM. Chi ha ucciso chi? E Evee dov’è?
Volevo aggiornare oggi anche per farmi gli auguri u.u non solo coccolosa? Per chi come me fa cose in piccolo per Natale o magari si ritrova in qualche rimpatria di familiare a cui non frega un cippa della tua presenza magari si ci mette a leggere. Io lo faccio xD In ogni momento della giornata e dell’anno. Si, e ho pure una vita sociale XD
Cmq penso ci siamo degli errori. . . forse orrori xD in caso ditemelo che lo sistemo u.u
Ok,  a parte i deliri. Buone feste a tutti <3
Un abbraccio, Haru <3
   
 
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