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Autore: Diarly    25/12/2014    2 recensioni
In un mondo non tanto lontano dal nostro, in un'epoca prossima, qualcosa di misterioso e di complesso appare agli occhi della nostra protagonista. Infy, appena sedicenne, all'improvviso sarà costretta ad espandere i suoi orizzonti, messa a confronto con un pianeta a lei sconosciuto finora.
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non sarà per niente divertente
"Uhm?" biascicai assonnata. "Infy, svegliati! Dobbiamo andare a fare colazione", dice esasperata Giusy. "Sì, sì, mi alzo", le rispondo facendole una smorfia. Non ho per nulla voglia di alzarmi, ma oggi è giovedì e si terranno le lezioni extra scolastiche; non che abbia la minima idea di cosa ci faranno fare, in ogni caso sospetto che sarà noioso e una perdita di tempo. Così faccio per alzarmi, ancora mezza addormentata mi lavo i denti e mi cambio in jeans aderenti, una T-shirt azzurra e le mie amatissime All Stars blu. Mi pettino i capelli con aria assente, per poi lavarmi un po' la faccia e sono pronta. Insieme a Kety e Giusy mi dirigo al piano terra dopo una serie di scale infinite e... pericolose, sì, perché i gradini fluttuano! Però sono abbastanza vicini l'uno dagli altri quindi non si è mai fatto male nessuno. Sempre meglio dell'ascensore, mi dico, perché quello ha una parete olografica che ti impedisce di cadere, però puoi vedere fuori come se fosse un vetro, e non è bello guardare cosa c'è sotto i tuoi piedi quando sei a cinque piani d'altezza. Fortunatamente la mia camera si trova solo al secondo, ma non serve a rassicurarmi granché.

Arrivate alla mensa facciamo colazione e Kety, inconsapevolmente, cerca di confortarmi: "Lo sai che queste lezioni non sono per niente noiose? Anzi, dicono che sono super divertenti e che facciano anche un po' paura, ma non so perché - Nessuno si è scucito molto su questo proposito." Be', Kety sembra molto sicura delle dicerie che ha orecchiato, ma io non sono d'accordo: di solito dicono tutti così. Lo facevano anche i miei genitori, quando andavamo al parco giochi, 'Sarà divertente! Dai molla quei libri sullo spazio, che a una bambina come te tutta allegra e birbante serve sfogarsi.' Certo come no, allegra e birbante... ma quando? Semmai depressa e isolata! E poi... divertente? Un parco giochi? Se mai era un parco horror. Mi ricordo come se fosse ieri l'esperienza che ho avuto quando ci andai la prima volta: le altalene erano in plastica sintetica e rischiavano di piegarsi ogni volta che si aumentava la velocità, per non parlare dei robot! All'epoca c'erano ancora i G74, conosciuti erroneamente anche come "Amici di giochi", che tecnicamente dovevano badare ai bambini mentre i genitori si riposavano e chiacchieravano tra loro, liberi dall'onere di dover sempre tener un occhio sui propri pargoli. L'unica pecca? Erano inquietanti! Con il loro 'sorriso' che in verità era, più che altro, una fessura talmente grande da poter benissimo essere utilizzata per strapparti la mano. E non parliamo di tutte quelle volte che mi impediva di giocare perché pensava che mi potessi far del male: era sempre appicicato e non recepiva il messaggio "Mi stai facendo male, mollami il braccio!" Talvolta, quando ci ripenso e vedo la scena con occhi nuovi, devo ammettere che i G74 avrebbero avuto più successo sotto il nome di 'Robopedofilo'.

Dopo colazione ci dirigiamo in palestra - perchè sì, in questa astronave c'è anche una palestra, benché non ci sia ancora stata - seguendo la mandria di persone. Appena entriamo tutte e tre non possiamo far a meno di rimanere a bocca aperta: personalmente, non ho mai visto una palestra del genere! É grandissima, ha delle piastrelle a cubetti piccoli di gomma, ma lucenti e delle grosse vetrine oscurate. Più che una palestra sembra una stanza degli interrogatori. Cercando di osservare un po' i dintorni mi soffermai a guardare alcuni ragazzi più avanti, che erano arrivati prima di noi, intrattenersi con le piastrelle di gomma: uno di loro, un po' più alto di me, stava effettivamente saltellandoci sopra. Il che fece venir voglia di provarci anche a me e rimasi incredibilmente sorpresa nello scoprire che la sensazione era paragonabile al saltellare sopra un letto. Dopo dieci minuti di attesa entrarono i nostri tre professori: una donna e due uomini; lei era alta, snella e con una coda un po' scompigliata, sulla trentina. Gli altri due condividevano l'altezza elevata, ma erano decisamente meno slanciati e più muscolosi. Uno portava i capelli castani corti, mentre quello con la capigliatura corvina li teneva un poco più lunghi ed erano più mossi. L'unica rappresentatrice del gentil sesso richiese la nostra attenzione, per poi iniziare a parlare: "Benvenuti tutti sull'astronave Nunally! Ormai abbiamo solo più pochi giorni da dover trascorrere qui..." E in quel momento prese la parola il professore con i capelli castani "E siamo ora pronti e lieti di potervi far vedere un piccolo accenno di ciò che vi aspetterà appena arrivati al liceo. Io sono Ivan e lei era Augustine. Adesso passo la parola ad Andrew, che vi spiegherà cosa faremo oggi"

"Grazie Ivan. Bene ragazzi, come avrete di sicuro già notato le vetrine sono oscurate e il pavimento è di una gomma stranamente lucente; tutto questo serve per quello che faremo oggi. Se ora volgete l'attenzione alle vetrine, potete notare che si stanno rischiarando, e se guardate più attentamente sarete in grado di vedere che sono olografiche. Ognuna di esse rappresenta ciò che avete scelto di fare al liceo che, parlando in termini più precisi, è in verità un'accademia." S'interruppe per rivolgerci un lieve sorriso, poi prese un profondo respiro per continuare a parlare: "Adesso vogliamo che vi avviciniate al corso di studi che avete scelto, e che tocchiate la vetrina su cui il vostro indirizzo scolastico sta scritto. Noi saremo qui fuori a gurdarvi... buona fortuna" e con questo uscirono, lasciandoci soli e nella più completa confusione. "E buona fortuna?" ripetei tentennante. "Be'...non ci ho capito niente, ma io ci provo!" scattò Giusy, tutta elettrizzata, per poi avviarsi verso la vetrata sulla storia, mentre Kety si avvicina alla mia stessa vetrata riguardante la scienza. "Sarai nella mia stessa classe!" osservai, felice, facendola sorridere. "Non lo so se ci metteranno in classe insieme, lo spero tanto." Mi girai verso Giusy per dirle quanto mi dispiaceva di non essere nel suo stesso corso, ma lei non c'era più, così come le altre persone. E la porta era ancora chiusa. Io e Kety ci scambiammo uno sguardo sorpreso e, non senza un certo timore, decidemmo di toccare anche noi quell'ologramma. Come un lampo mi ritrovai immersa in un miliardo di luci colorate, somiglianti a quelle natalizie nei giorni festivi sulla Terra; ciò che stavo vedendo era bellissimo e semplicemente mozzafiato.

Quindi, forse, alla fine mi ero sbagliata sul fatto che non mi sarei divertita.

Salve a tutti, vorrei ringraziare chi mi ha recensito i capitoli precedenti e chi lo farà, accetto consigli, .....sono alle prime armi e non so se la storia, sta avanzando abbastanza bene, grazie di tutto, BUON NATALE!!!!!! ^_^
   
 
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