Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: StregattaLunatica    25/12/2014    3 recensioni
Reyna Cousland è l'Eroina del Ferelden e Comandante dei Custodi Grigi.
Mentre assolve i suoi doveri come Comandante ad Amaranthine, i ricordi delle battaglie e dei massacri accaduti durante il Flagello la tormentano, levandole il sonno la notte.
Tutti hanno sofferto e perso ciò che avevano di più caro durante il Flagello che ha martoriato il Ferelden, nessuno escluso.
Ma la colpa che le opprime il cuore, non le permetterà mai più di conoscere la pace.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache del Thedas'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sigrun osservò i cadaveri delle Madri della Nidiata un ultima volta, scuotendo il capo con espressione disgustata. Seguì il piccolo gruppo per il passaggio che li avrebbe riportati in superficie, ripensando con dolore ai suoi compagni caduti.
Osservò Anders e Giustizia parlare in modo concitato in testa al gruppo, ma non riuscì a capire se stessero discutendo di qualcosa di positivo o negativo. Il mago gesticolava con fervore, mentre l'uomo mezzo putrefatto si limitava a dargli risposte brevi ma secche, non alzando mai la voce. Aveva un aspetto orrendo...ma ci avrebbe fatto l'abitudine.
Lanciò un occhiata alle sue spalle, e vide Reyna procedere in silenzio con espressione cupa in volto. L'aveva osservata sin da quando si erano inoltrati nelle profondità di Kal'Hirol, ed aveva notato subito che la sua serietà marziale doveva celare altro. «Qualcosa non va?» le chiese la donna, e Sigrun s'accorse di essersi soffermata a guardarla più a lungo del dovuto. «No, niente. Solo che...il tuo è uno sguardo familiare.»
«Eri fra i membri della Legione dei Morti che si è unita a noi a Denerim? Forse ci siamo già viste lì.»
«No, non intendevo in quel senso.» Reyna si accigliò, ed allentò il passo tenendo ben sollevata la torcia con la mano destra, facendo luce su entrambi i loro volti «Allora cosa?»
«Hai lo stesso sguardo che avevano molti della Legione.» la donna irrigidì impercettibilmente le spalle ed assottigliò lo sguardo. «Una volta fatto il nostro funerale, siamo definitivamente morti. Diveniamo come fantasmi che si aggirano nelle Vie Profonde cercando di mantenere al sicuro gli altri, massacrando più Prole Oscura possibile. Alcuni di noi avevano lo stesso sguardo che hai tu ora. Lontano, perso e tormentato...come se fossero veramente fantasmi. Io non ho mai veramente abbracciato questa dottrina. Il nostro obbiettivo non è poi così diverso da quello dei Custodi in effetti. Ma tu...porti tutti i segni di chi ha perso più di quanto non sia disposto ad ammettere. Non...ti è rimasto proprio nulla?»
La donna rimase per qualche istante in silenzio, come stesse soppesando le sue parole o decidere se risponderle o meno.
«Ho chi mi ama e chi mi aspetta, si.»
«Ma per te non è abbastanza?» Reyna sospirò, ed abbassò il braccio per porgere la torcia alla nana. Lei la prese, ed il fuoco gettò bagliori inquietanti sui tratti del Comandante. «È più di quanto meriti.» le rispose per poi darle le spalle ed allontanarsi, venendo inghiottita dalle ombre.

Il gruppo procedeva con passo fermo e sicuro per le tortuose strade che conducevano verso le Montagne Gelide. Avevano trovato Redcliffe in condizioni a dir poco pietose e disperate. 
E tanti saluti ai letti comodi.
Reyna era sempre stata una credente, ma mai avrebbe pensato di partire ala ricerca delle Sacre Ceneri di Andraste. Ed ora doveva ritrovarle per conto di un nobile. Le sembrava sacrilego usare le ceneri per qualcosa di così....mortale. Ma che scelta aveva? Come se non si sentisse già abbastanza le mani legate.
Aumentò il passo per star dietro alle ampie falcate di Sten, il Qunari era esageratamente alto rispetto a tutti loro. Diede uno sguardo allo spadone che portava in spalla, e non potè fare ameno di celare un sorrisetto compiaciuto. Come lui stesso le aveva detto, era riuscita a trovare una singola spada in un paese in guerra. Almeno da Redcliffe ne era uscita una cosa buona. Beh, due in realtà...
Più di una volta, si era chiesta come dovevano apparire le donne della sua razza. S'immaginava alte e possenti guerriere degne di uno degli epici racconti di Leliana. Ma Sten era stato chiaro su quel punto. Alle donne non era permesso combattere. All'interno del Qun almeno.
«Sten.» lo chiamò facendo si che rallentasse per non costringerla a mettersi quasi a correre. Lui voltò il capo, aspettando che le si affiancasse per poi riprendere a camminare più lentamente. «Cosa c'è Kadan?» la donna sorrise, si sentiva appagata da quel cambio di porsi nei suoi confronti Specialmente pensando a come le si rivolgeva all'inizio. Non che ora fosse diventato un chiacchierone, ma almeno era più cordiale. Reyna prese la propria sacca, e vi frugò all'interno sino ad estrarne un piccolo fagottino. Lo porse al Qunari, che lo guardò accigliato per poi svolgere la stoffa candida.
I biscotti sembravano ancora più piccoli nelle sue grandi mani, emanavano un buon profumo di burro ed uvetta. Un lampo passò nello sguardo del Qunari, che guardò con stupore malcelato la donna. «Me li ha dati la cuoca di Redcliffe assieme alle altre provviste. Mi hai detto che ti piacciono, ed ho pensato che ti avrebbero fatto piacere.» Sten riavvolse i biscotti nella stoffa, tornando ad assumete la solita espressione imperscrutabile. Reyna tentennò, non riuscendo a capire cosa stesse pensando. «Ho appena violato qualche essenziale principio del Qun?» gli domandò con tono sarcastico, ostentando una risatina. Sten mise via i biscotti nella propria sacca, per poi frugarvi al suo interno.
Lei allungò il collo per cercare di capire cosa stesse cercando, e lui ne tirò fuori l'ultima cosa che si sarebbe mai immaginata. 
Il Qunari le porse una cordicella al quale era appeso un ciondolo di fattura povera in ferro battuto. Reyna se la rigirò fra le mani, osservandola con stupore misto a curiosità. Era di forma romboidale, con incise alcune linee trasversali. «Cos'è?» domandò incuriosita. Sten ne sfiorò le linee con la punta dell'indice con delicatezza inaspettata.
Le indicò le linee che formavano tre simboli triangolari, li sfiorò uno ad uno a partire dall'esterno verso l'interno. «Arishock, Arigena ed Ariqun. Sono gli organi principali del Qun. Esercito, artigiani, sacerdoti.» la curiosità della donna s'impennò come un cavallo imbizzarrito. Raramente Sten parlava della sua gente, ancora meno di sua spontanea volontà. Ma non lasciò che il suo stupore rovinasse il momento. «Tu sei fra questi quindi?» chiese indicando il triangolo esterno «Arishock. Da quello che mi hai detto i vostri nomi hanno un significato preciso per le vostre mansioni...Sten cosa vuol dire?»
«Avanguardia.» lei tornò a guardare il ciondolo, per poi accigliarsi «Perchè mi stai mostrando questo?»
«È tuo.» Reyna si fermò di colpo, ed il Qunari con lei non appena se ne fu reso conto. «Aspetta...mi stai regalando un ciondolo con simbolo del Qun? Perchè? Senti, se è per i biscotti non devi darmi qualcosa in cambio. Sono un regalo e non è necessario che ricambi, davvero.» lui sembrò accigliarsi per un attimo «Non ti piace?»
«Certo che mi piace! Davvero è fantastico da parte tua. Mi hai presa in contropiede lo devo ammettere, anche perchè sai quanto mi incuriosisca la tua gente. Non sapevo nemmeno che aveste la concezione di “regalo”. Beh, non so quasi niente in realtà...Ma, insomma sei davvero sicuro di volerlo dare proprio a me?» il Qunari rimase in silenzio per un attimo così lungo che la donna pensò non avrebbe più aperto bocca. Le parve di leggere la curiosità nei suoi occhi, ma solo per un istante. Non era da Reyna parlare così tanto ed a quel modo, come una ragazzina incredula. Si diede della stupida per aver permesso allo sbigottimento di far momentaneamente uscire quel lato di lei. Quando lei fece per aggiungere qualcosa, lui le rispose. «Si.» le diede le spalle e se ne andò, lasciandola lì con il ciondolo in mano.
Davvero, faticava spesso a capirlo ma fino a questo punto non era mai arrivato.
Riprese a camminare lentamente, osservando il regalo con curiosità. Non pensava che ridargli la sua spada l'avrebbe fatto aprire sino al punto di regalarle qualcosa di così personale. Evidentemente quell'arma significava per lui davvero molto, se valeva la vita di un'intera famiglia ed un dono per lei.
Sorrise, per poi metterselo al collo ed alzare lo sguardo verso il cielo. «Il Creatore ha veramente uno strano senso dell'umorismo» mormorò mentre si riuniva al proprio gruppo.
Inaspettatamente, le cose buone uscite da Redcliffe divennero tre.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: StregattaLunatica