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Autore: sofcwrites    25/12/2014    1 recensioni
Noemi subisce la violenza del bullismo sulla pelle e nel cuore ogni giorno a scuola. E’ in quinta liceo e i suoi compagni non riescono ad accettare la sua omosessualità. Un giorno, viene picchiata talmente veementemente da finire in ricovero all’ospedale, dove si innamora della dottoressa tirocinante, Eva.
Dal testo:
"Tutti la guardavano sprezzanti, con disgusto, quasi; ma lei camminava a testa alta, fiera di sé e di ciò che era. Dichiarare la propria omosessualità fu un passo avanti per lei, e non aveva intenzione, proprio ora, di rinnegare la sua vera natura, solo per far felice qualche povera anima destinata probabilmente all’inferno. Ma questo, loro, sembravano non capirlo. Coglievano il suo sguardo fiero come uno di sfida. E questa sfida, la accettavano."
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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A scuola poteva vedere la cattiveria negli occhi di tutti. Sembravano pronti ad accogliere quella scintilla, il casus belli, che serviva loro per bruciare per l’eternità. E chi era lei per fornirli di tutto ciò? Una ragazza semplice, semplicemente stufa. Stufa della situazione, del nascondersi, della scuola, della vita. Non poteva più sopportare tutto ciò, era snervante. Doveva uscire allo scoperto.
-L’hanno ridotta in quel modo per questo?- chiese Pietro, anche lui sconcertato.
Erano seduti sulle scale d’entrata del grande edificio ospedaliero, al momento deserte a causa dell’orario. Stavano mangiando la pasta portata da lui, discutendo, come al solito, della giornata; e, ovviamente, era saltata fuori la storia di Noemi.
Eva annuì debolmente, col capo chino.
-E’ terribile! Che razza di mostri!-
Per un minuto intero calò il silenzio, nessuno dei due sapeva cosa dire. Pietro continuava a guardare l’amica, incerto sul da farsi, quando lei prese l’iniziativa e parlò.
-Dobbiamo uscire allo scoperto-
Gli occhi di lui si sbarrarono con immediatezza alla dichiarazione di lei. Era forse impazzita? Probabilmente sì.
Noemi provò per la prima volta nella sua vita l’incertezza. Era passata più di mezz’ora dall’arrivo delle amiche, quelle di cui più si fidava, e da esattamente mezz’ora le sue gambe tremavano in preda alla paura. Pian piano si convinse di non potercela fare, e, senza che se ne potesse rendere conto, quasi tutte le amiche avevano ormai lasciato la casa, tranne una, Elisa. Lei era forse la migliore tra tutte, quella per cui avrebbe sacrificato la vita, se solo avesse detto una parola. Non c’era assolutamente nulla di romantico, o di sessuale, in ciò che provava per lei. Era un amore platonico, amichevole. Elisa capiva sempre quando qualcosa non andava, a anche quella volta non si sbagliò.
-Cosa succede, Nemi?-
La chiamava Nemi, per abbreviare il già corto nome che aveva.
-Devo confessarti una cosa. Una cosa grande, che mi sono tenuta dentro per tempo, molto tempo-
Elisa, senza capire, la squadrò confusa.
-Sono gay.
-E, scusa, come saresti giunta a questa conclusione?-
Le chiese, forse persino più sconcertato di prima. La domanda sembrò spiazzare Eva, la quale probabilmente non sapeva lei stessa l’origine della sua affermazione.
-Non possiamo finire come questa ragazza, Pie’-
Gli strinse le mani con le sue e il suo sguardo cercò comprensione nei grandi occhi color cioccolato dell’amico.
-Ed è proprio per questo che gli altri non devono sapere, giusto? Stai dicendo cose senza senso-
Eva si bloccò un momento, a pensare. “Forse ha ragione lui”, si ritrovò a pensare, “Ha sempre ragione lui”.
-Però…-Eva si mosse il labbro, in cerca di risposte. Più per se stessa che per l’amico, - Come possiamo vivere una vita all’ombra?-, alla fine disse, lo sguardo teso e disperato.
Entrambi guardarono verso il basso, consapevoli della propria punizione: passare l’eternità a fingere di essere qualcun altro.
Il mattino dopo, Noemi si sentì più felice, rincuorata. Essersi aperta con qualcuno sembrò per la prima volta essere stata la cosa giusta da fare. O almeno, lo era sembrata finché non era arrivata a scuola. Era leggermente in ritardo rispetto al solito, quindi si aspettò di vedere già il gruppo di amiche nel solito posto, a fianco all’albero di fichi, ma non c’era nessuno. Avanzò lungo il cortile della scuola, per cercarle, ma tutti la guardavano con circospezione. Improvvisamente, vide Elisa e le altre, e le raggiunse correndo nella loro direzione, ma quando Elisa se ne accorse le se rivolse subito con aria contrariata per allontanarla.
-Ehi, ehi! Che pensi di fare? Non vogliamo una deviata come te nel nostro gruppo!-
Il sorriso di Elisa gridava cattiveria, i suoi occhi dolore. Probabilmente non voleva nemmeno fare ciò che era sul punto di fare, ma sembrava mossa da un istinto, o forse da una paura. “Ha paura di rimanere sola, se non lo farà”, si disse Noemi, e, con questo, la giustificò. Si girò dall’altra parte, offesa, e raggiunse l’ingresso della scuola superiore, ignorando completamente gli sguardi che la seguivano.
Improvvisamente, Pietro alzò lo sguardo verso l’amica.
-Hai ragione-
Nella testa di Eva, sembrava aver raggiunto un’epifania spirituale, che lo aveva portato a delirare. Ma lei si limitò a dipingere uno sguardo interrogativo sul suo volto.
-Non possiamo vivere all’ombra. Dobbiamo uscire allo scoperto-



A/N
Ecco il mio regalino di Natale ^^ Questo capitolo mi piace particolarmente, quindi spero che il feedback sia positivo. Il prossimo, invece, per ora è una schifo (pazientite, perchè mi toccherà riscriverlo). Vi auguro buon Natale e felice anno nuovo! 
-Veggi-
   
 
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