Espugnazione.
Altra
corsa, altra sosta. Erano mesi che giravano per le strade della
Georgia, disperati alla ricerca di qualcosa che al momento sembrava
presente solo nei loro sogni. Molti si chiedevano cosa si aspettasse
di trovare Rick. Diceva voleva qualcosa di fortificato, di sicuro, ma
cosa esattamente? Cosa sperava di trovare? Una fortezza? Un castello?
Che intendeva per fortificato? Non c'erano che case e quelle certo
non erano fortificate. Senza considerare le madrie di zombie che mese
dopo mese aumentavano a vista d'occhio, diventando sempre
più
pericolosi.
Si
fermarono nuovamente per la strada, dopo l'ennesima fuga e Rick si
poggiò sul cofano dell'auto con la cartina, sperando fosse
essa
stessa a darlgi la soluzione. Ogni singolo giorno cercava la risposta
lì sopra, ma non c'era niente da fare, restava immutata,
senza via
di fuga. E Lori intanto arrivava allo scadere del suo tempo. Ocean si
fermò col cavallo vicino all'auto con lo sportello aperto,
dove
all'interno era seduta scomodamente la donna visibilmente incinta
quanto visibilmente scocciata. Scese e si avvicinò a lei,
preoccupata.
<<
Tutto bene? >> le chiese affacciandosi a guardarla. Lori
si
mosse come se fosse stata appena svegliata, era costantemente
immersa nei suoi pensieri e nei suoi timori. Le fece un sorriso
distratto e annuì. Non avevano mai legato troppo le due,
Ocean
l'aveva sempre considerata un po' antipatica con la sua aria da
strafottente, solo perchè la moglie del capo, ma
ciò non toglieva
che era incinta. Si ricordava di quando aveva assistito sua sorella
nella gravidanza: sempre piena di dolori, con la schiena incurvata e
il bisogno di tenere le gambe al caldo. Non riusciva a immaginare
come fosse possibile sopportare un tale peso in quel periodo, tra
fuggi fuggi, paure e spaventi.
<<
Hai bisogno di qualcosa? >> chiese ancora, ignorando i
discorsi
che Rick, Hershel, Maggie e Glenn facevano guardando la cartina,
sapendo che tanto non sarebbe mai stata utile.
<<
No, grazie. >> sorrise ancora Lori. Un sorriso di
cortesia,
solo per ringraziarla di aver pensato a lei. In realtà aveva
bisogno
di tutto: cibo, acqua, calore e un letto morbido. Stava impazzendo.
Ma sapeva che l'unica via possibile era quella della sopportazione.
Ocean annuì e si allontanò, lasciandola sola con
i proprio
pensieri, di cui al momento sembrava tanto gelosa, vista la fatica
che faceva a staccarsene.
<<
D'accordo! >> concluse T-Dog la loro riunione, mentre
Daryl
riavvolgeva la cartina e si apprestava a metterla via <<
Facciamo un salto al riuscello prima di andare, dobbiamo rifornirci
d'acqua. La bolliremo più tardi. >> disse e si
allontanò
accompagnato da Glenn e Maggie, lasciando solo Rick con Herhsel che
subito non esitò a dire la sua << Non
può continuare a
spsostarsi. >> disse riferendosi a Lori, e intraprendendo
così
una discussione con l'uomo.
<<
Bene. >> disse Ocean sgranchendosi la schiena e
avvicinandosi a
Daryl, le lunghe cavalcate di quei giorni la stavano facendo a pezzi,
sentiva anche lei il bisogno di un letto morbido, e non era incinta!
<<
Visto che qui è prevista una sosta, mi sa che ne approfitto
per fare
un giro nei paraggi. Magari troviamo qualcosa di utile, e mi
sgranchisco un po' le gambe: sono a pezzi. >>
comunicò
continuando a contorcersi nel tentativo di stirare muscoli e
scrocchiare articolazioni quasi bloccate.
<<
Vengo con te. >> disse Daryl sistemando la cartina nel
borsone
appeso alla sua moto << Quel gufo di prima non ci ha
sfamati
abbastanza. >> disse lasciando sottointendere le sue
intenzioni
di andare a caccia. Prese la balestra e se la caricò in
spalla,
prima di avviarsi insieme alla sua compagna, seguita dal suo fedele
Max, e inoltrarsi poi nel bosco.
Il
cane camminava davanti alla coppia, scodinzolando e annusando l'aria,
sempre entusiasta, come se non capisse veramente quello che stava
succedendo intorno a loro, o forse senza dargli il giusto peso.
Più
volte Ocean aveva invidiato il suo essere sempre felice e il suo
accontentarsi delle piccole cose. Un bastone lanciato lontano e
diventava il cane più felice del mondo.
<<
Ehy, sacco di pulci! >> lo richiamò Daryl,
senza essere
veramente scortese: era semplicemente il suo modo di fare
<<
Perchè non usi il tuo fiuto per trovare qualcosa da
mangiare? >>
<<
Non è un cane da caccia. >> lo corresse Ocean,
lanciandogli
un'occhiataccia.
<<
Andrebbe addestrato. >> continuò Daryl sulla
sua linea di
pensiero, guardandosi attentamente attorno, cercando qualsiasi cosa
potesse portare loro al cibo.
Seguirono
dei binari, con l'unico scopo di poter ritrovare facilmente la strada
del ritorno e proseguirono per neanche una mezz'oretta, quando a un
tratto Max si fermò e si voltò verso la sua
destra, guardando oltre
un'apertura concessa dagli alberi. Daryl non ci fece caso e
proseguì,
guardandosi attorno e cercando. Ocean, raggiunto il cane, si
fermò a
guardare nella sua direzione.
<< Ehy, D! >> chiamò il
suo compagno << Guarda. >>
Daryl
la raggiunse velocemente e guardò a sua volta: una prigione.
Avevano
recinti e mura. Il luogo fortificato, ecco cosa stavano andando
cercando, e non era stata una cartina a suggerire loro la via, ma
solo il caso. Il destino.
Peccato
solo fosse invasa dagli zombie.
<<
Che peccato. >> disse Daryl, lasciando cadere nel vuoto
le
speranze. Sarebbe stato un posto perfetto, benchè in altre
occasioni
mai avrebbe creduto di arrivare a credere che una prigione potesse
essere una casa perfetta.
<<
Parliamone con Rick. >> insistette lei <<
Forse riusciamo
a trovare un modo per entrare. >> disse prima di fare
dietrofront, senza aspettare il suo amico, e dirigendosi velocemente
verso la strada con un'esplosione di entusiasmo degna del suo cane.
Daryl continuò a osservare a lungo il luogo scoperto,
indeciso,
prima di seguire Ocean che già aveva cominciato a correre.
Potevano
farcela. Sentiva era possibile.
A
lungo era scappata la speranza dalle loro mani, e ora che era tornata
facevano quasi fatica a riconoscerla.
<<
Possiamo farcela. >> fu la decisione di un Rick
emozionato e
trepitante di riuscire a chiamare di nuovo casa un luogo fisso.
Rick
aprì un varco nella prima recinzione con delle tenaglie,
fece
passare velocemente i suoi compagni oltre, guardandosi attorno con
agitazione, intimorito all'idea di essere attaccati dall'orda prima
di riuscire a mettersi in salvo.
<<
Svelti!! >> li sollecitò. Entrò per
ultimo anche lui, e Daryl
e Glenn subito si affaccendarono per chiudere con dei cavi in ferro
l'apertura appena fatta. Si ritrovarono tra due fuochi, zombie a
sinistra e zombie a destra, incastrati in un vialetto in ghiaia che
collegava le torri di guardia esterne.
Corsero
silenziosi, Daryl a capo, Ocean vicino a Lori con Molly sulle spalle,
troppo lenta per correre da sola, che stringeva la sua presa sulla
ragazza con tutta la forza che aveva, intimorita all'idea di cadere,
sapendo che Ocean poteva sorreggerla ben poco: doveva avere le mani
libere per poter usare la spada. Gli zombie che andavano accalcandosi
alle recizioni davano la fretta necessaria. Il lavoro andava fatto
con rapidità e attenzione.
Arrivarono
al grosso cancello che dava sul cortile e da lì all'entrata
della
prigione e si fermarono, cominciando a prepararsi per ciò
che andava
fatto. Ocean fece scendere Molly dalle sue spalle, concedendole come
sempre qualche carezza e un sorriso.
<<
Andrà tutto bene, vedrai. Presto avrai un lettino tutto tuo.
>>
le sussurrò per tranquillizzarla. Molly si strinse a lei,
aggrappandosi alla sua gamba, scaricando in quell'abbraccio tutta la
paura e l'agitazione che le correva in corpo << Mi fanno
paura
questi mostri. >> sussurrò, nascondendo il
viso tra i suoi
abiti.
<<
Ora io, Rick e Daryl andiamo a cacciarli via. Tu resta sempre insieme
a Lori e Carol, non allontanarti per nessuna ragione, capito?
>>
ordinò, ricevendo in risposta un movimento d'annuizione
della testa.
<<
Chiudiamo quel cancello. >> cominciò a
comunicare Rick,
attirando i suoi compagni, pronti ad ascoltare e obbedire
<<
Tutti questi li uccidiamo. Entro stasera il cortile è
nostro. >>
<<
Come chiudiamo il cancello? >> chiese Hershel.
<<
Ci penso io. Sono il più veloce. >> si
offrì Glenn, ricevendo
uno sguardo terrorizzato di Maggie. Probabilemente era d'accordo con
lui, ma l'idea di vederlo correre solo in mezzo agli zombie
sicuramente non era di suo gradimento.
<<
No. Tu, Maggie, Beth e Ocean li attirate da quella parte. Daryl, tu
ti sposti sull'altra torre. Carol, hai una buona mira ormai, prenditi
il tuo tempo, non abbiamo munizioni da sprecare. Hershel, tu e Carl
salite su questa torre. Io corro verso il cancello. >>
disse
dando le direttive, e non ci fu nessuno che ebbe niente da obiettare,
ma tutti erano già corsi ai propri posti, pronti e pieni di
energie,
decisi a conquistare casa loro.
Ocean,
insieme agli altri, cominciò a urlare, cercando di attirarli
e corse
nella direzione indicata da Rick, sollecitando anche Max ad abbaiare.
Si poggiò alla rete quando fu ormai distante, e con la spada
perforò
i crani di quelli che l'avevano seguita, passando attraverso i fori
della recinzione.
<<
Forza! >> urlò ancora perquotendo la rete con
la spada,
facendo quanto più rumore possibile.
Rick
entrò nel cortile, silenzioso, curvo in avanti, attento e
velocissimo. Sparò a qualche zombie troppo vicino, cercando
di non
farsi fermare da questo e contando sulla copertura che i suoi
compagni sulle torri gli stavano fornendo. Riuscì ad
arrivare al
cancello, diede un calcio a uno zombie sulla soglia, allontanandolo,
e con una forza che poche volte gli era stato richiesto di utilizzare
lo chiuse, bloccandolo con dei moschettoni e una catena. Il rumore
fece girare molti degli zombie nel cortile, che smisero di dare
ascolto alle prede dietro la rete e si diressero verso di lui.
Sparò
qualche colpo, riuscendo incredibilmente a mantenere il sangue freddo
quando vide che stava per venire accerchiato, trovo una via di fuga e
ci si infilò, correndo verso un'altra torre e chiudendocisi
velocemente dentro, protetto.
<<
Sparate!!! >> ordinò Daryl quando vide che il
loro amico era
in salvo, e con un'esecuzione degna dei peggiori campi nazisti in
pochi minuti tutto ciò che camminava nel cortile si
trovò steso a
terra, privo di vita.
Il
sole stava calando e loro avevano una nuova casa.
Il
sorriso si dipinse sui loro volti, ormai consapevoli che potevano
rilassarsi e si mossero verso il cortile per godersi la loro meritata
sicurezza. Daryl fece i complimenti a Carol per l'ottima mira
dimostrata e sorrise nel vedere la sua amica così
entusiasta. Passò
vicino a Molly che guardava i suoi compagni ancora intimorita:
chissà
se mai si sarebbe abituata a tutto quello. Daryl si fermò,
si
sistemò nuovamente la balestra in spalla e la
sollevò da terra,
prendendola in braccio. Non che avesse bisogno di aiuto per
camminare, ma sapeva che tenerla stretta al petto era il modo
migliore per farla sentire al sicuro << Andiamo,
mostriciattolo. >> disse sforzando la voce nell'istante
in cui
la sollevò. Molly si fece prendere con
tranquillità, e sistemò
immediatamente la testa sulla sua spalla, stringendo la sua camicia
tra le dita, in cerca di calore e conforto.
Ocean
corse verso l'entrata del cortile, tenuta aperta da un'ormai enorme
Lori. Gli occhi spalancati di fronte a tanta meraviglia: era immenso!
Era sicuro! Ed era tutto loro. Avevano cercato a lungo, rischiando la
vita ogni singolo giorno, perdendo ogni speranza, sicuri che ormai
non ci fosse che da rassegnarsi e aspettare la fine dentro una
casupola qualunque, in attesa del giorno che non sarebbero
più
riusciti a scappare. Aspettando che il figlio di Lori li avrebbe
uccisi, attirando gli zombie con i suoi pianti . E invece no. Tutte
quelle terribili verità erano andate cadendo in un istante,
seguendo
l'esempio degli zombie che ora giacevano al suolo privi di ogni forma
di vita. Si fermo per un istante, ammirando l'immenso spazio
concesso. I recinti avrebbero donato loro tutto ciò di cui
avevano
bisogno. Non aveva più paura di un gruppo, non aveva
più paura di
perderli o di vedere il proprio territorio invaso da dei pazzi con
delle armi, perchè sapeva che tutto sarebbe stato diverso.
Il nuovo
gruppo, il gruppo di Rick, sapeva difendersi a differenza del suo,
che all'inizio erano solo dei poveri sprovveduti disperati. Sapeva
che con loro ce l'avrebbe sicuramente fatta. Erano persone con forza
e coraggio, lei stessa ora aveva forza e coraggio. Tutto sarebbe
andato per il meglio.
Il cuore le esplose di gioia e si voltò
istintivamente, guardando le persone dietro di lei. Era il posto
più
bello del mondo, loro erano le persone più belle del mondo.
Non si
era sentita così felice da tanto tempo. Incrociò
per un attimo gli
occhi di Daryl, che non potè che ricambiare il suo sorriso:
era la
prima volta che vedeva quel volto. Lo stesso di quella fotografia
digitalizzata su una macchinetta ormai scarica e abbandonata in una
fattoria in fiamme. Gli occhi le brillavano e il sorriso le
illuminava il volto. Era totalmente diversa da quando l'aveva
conosciuta. Gli occhi di Ocean corsero via e andarono a posarsi sul
cane che camminava sempre dritto e fiero dietro di loro, mai
abbattuto.
<<
Andiamo Max!!! >> lo chiamò prima di correre
via, donando alle
sue gambe tutta l'energia che ancora possedeva. L'adrenalina le stava
facendo venire voglia di saltare. Max, coinvolto nell'entusiasmo
della padrona, scattò e la inseguì, scodinzolando
come un folle,
abbaiando, sentendo che gli era concesso. Ocean si voltò a
guardarlo, continuando la sua corsa all'indietro, e ridendo
allargò
le braccia per stimolarlo ancora << Vieni!!
>>, urlò
prima di inciampare, non abituata certo a correre al contrario, e
rotolare un paio di volte nell'erba. Si scosse frastornata, ma non
privata della sua allegria, allegria che esplose ancora in risate
quando il cane la raggiunse e le si scaraventò addosso,
leccandole
il viso senza darle possibilità di fuga.
<<
Non avevamo tanto spazio da quando abbiamo lasciato la fattoria!
>>
rise Carol, entrando a sua volta nel campo e correndo allegra verso
Rick, dall'altra parte, godendosi lo spazio appena conquistato. I
suoi amici le fecero coro con urla entusiaste e risa, tutti felici
per poter finalmente dire:
<<
Daddy, questa è casa nostra? >>
<<
Sì, Molly. E' casa nostra. >> e Daryl le
sorrise sincero,
prima di scompigliarle amorevolmente i capelli.
La
sera calò e per la prima volta, dopo così tanto
tempo, non fu una
notte di paura e ansia. Il fuoco acceso davanti a loro riscaldava i
cuori, oltre che il corpo, e il cibo che si stavano gustando era il
loro meritato premio. Stavano morendo di fame e stanchezza, ma
avrebbero volentieri resistito ancora un po': ormai non dovevano
più
scappare. Non dovevano avere più fretta. Con calma avrebbero
sistemato quel posto e l'avrebbero reso una casa perfetta.
Daryl
montava la guardia all'entrata del cortile, camminando avanti e
indietro sopra un auto che era stata trascinata e poggiata
lì.
L'unico che non fruiva del calore del fuoco. Ma era bene che,
nonostante la sicurezza, non si lasciassero andare completamente e
continuassero ad avere lo stesso un occhio aperto. In quel momento
Daryl era il loro occhio.
<<
Ti piace? >> chiese Ocean a Molly, seduta a terra,
davanti a
lei, tra le sue gambe e la schiena poggiata al suo petto. Molly
sorrise e annuì, continuando a spolpare con accanimento
quell'ossicino che stringeva tra le dita. Ocean le sorrise di rimando
e, lasciandola mangiare, senza disturbarla troppo, le sfece la coda
dei capelli, cercando poi di pettinarli alla bene e meglio con le
dita.
<<
Domani raduneremo i corpi >> disse T-Dog <<
Voglio
tenerli lontani dall'acqua. Se riuscissimo a scavare un canale
sotterraneo sotto il recinto, avremmo acqua fresca a
volontà. >>
<<
Il terreno è buono. >> disse Hershel,
continuando a fare
piani, seguendo la scia di pensieri di T-Dog << Potremmo
coltivare dei semi, dei pomodori, dei cetrioli, della soia.
>>
poi il suo sguardo si spostò su Rick, l'unico, apparte
Daryl, che
non era lì con loro. Aveva passato tutta la sera solo, a
passeggiare
intorno al recinto, controllando di tanto in tanto la
stabilità di
esso.
<<
Questo è il terzo giro che fa. >>
constatò il vecchio <<
Se ci fosse stata una parte danneggiata l'avrebbe vista.
>> ma
nonostante l'evidente preoccupazione di tutti, il discorso cadde
lì.
Da quando avevano lasciato la fattoria, da quando Rick aveva scoperto
che sua moglie era incinta, da quando aveva ucciso il suo migliore
amico, non era stato tranquillo nemmeno per un attimo. E sicuramente
tutto quell'accumulo di stress prima o poi l'avrebbe distrutto, se
già non stava cominciando a farlo.
<<
Qui non è male per partorire il bambino. >>
disse Beth a Lori
<< Sei al sicuro. >> e Lori non
potè che sorridere. Era
preocupata, e forse il posto non la convinceva come gli altri, ma
probabilmente era solo perchè ancora non riusciva ad
accettare
l'idea che non avesse avuto dei medici a sostenerla e un ospedale
disinfettato a cui dare in mano la vita del suo bambino. Ancora
faceva tanta fatica ad abituarsi alla loro nuova vita.
<<
Posso averne ancora? >> chiese Molly, guardando i
presenti,
intimorita all'idea di ricevere un no come risposta. Glenn sorrise,
intenerito e si allungò per primo ad afferrare un altro
cosciotto
sulla padella improvvisata e porgendoglielo con un <<
Tieni.
Devi crescere. >>
Molly
non se lo fece ripetere due volte e riprese subito a mangiare,
affamata come poche volte lo era stata.
<<
Come si dice? >> l'ammonì Ocean, con lo stesso
tono di una
mamma, riprendendo ad aggiustare i suoi capelli tutti arruffati.
<<
Grazie, Glenn. >> disse timida la bambina, nascondendo il
viso
tra le spalle, imbarazzata per non essersi ricordata da sola di
essere beneducata. Glenn rise, rispondendo con un <<
Prego >>
di cortesia.
<<
Bethy. >> chiamò Hershel, voltando la testa
verso sua figlia
<< Canta Teddy Riley per me. Non lo sento da quando tua
madre
era ancora viva. Potresti cantare The Parting Glass. >>
sorrise
l'uomo, mettendo in evidente imbarazzo la ragazza.
<<
Non la vuole sentire nessuno. >> disse Beth, sostenendo
lo
sguardo del padre, cercando di suggerirgli con gli occhi di non
insistere.
<<
Perchè no? >> sorrise Glenn, amichevole. Era
un giorno di
festa, la musica avrebbe accompagnato divinamente il loro salottino
allegro. Beth arrossì e si lasciò convincere,
facendo poi risuonare
la voce delicata e morbida, come un ruscello che scorre tra le rocce
di una montagna. Il silenzio era l'unico accompagnamento che la
ragazza aveva, tutti attenti e concentrati, alleggeriti e riscaldati.
Era uno dei pochi momenti in cui potevano concedersi di chiudere gli
occhi e lasciarsi andare.
Daryl
e Carol tornarono dal loro posto di guardia, e come gli altri non
proferirono parola, lasciando fosse solo la dolcezza del canto ad
accompagnare la loro serata. Molly finì di spolpare anche
quell'ossicino e silenziosamente si accoccolò tra le braccia
della
ragazza dietro di lei, poggiando il viso tra i suoi vestiti, calda e
sicura, si sentiva finalmente bene. Ocean sorridendo le
scostò una
ciocca di capelli dal viso, accarezzandoglielo, e la tenne stretta a
sè, osservando i suoi occhi che lentamente si chiudevano
lasciandosi
prendere dal sonno, cullata da quella dolce ninna nanna. Maggie
sorrise e guardando complice la sorella cominciò a cantare
insieme a
lei, perdendosi nel loro mare di ricordi. Malinconici ma felici,
perchè ormai potevano permettersi di ricordare, smettendo di
rincorrere un futuro che costantemente scivolava dalle dita. Potevano
fermarsi e guardare indietro, sorridendo alle persone lasciatesi alle
spalle. Anche Rick li raggiunse e si inginocchiò tra sua
moglie e
suo figlio, ammorbidito anche lui, ma non abbastanza.
<<
Bellissimo. >> commentò commosso Hershel al
termine della
melodia delle sue figlie, che aveva lasciato tutti più
leggeri e col
cuore pacifico.
<<
Meglio andare a dormire. >> intervenne poi Rick, rompendo
un
po' la magia << Domani sarà un giorno
importante. Io starò di
guardia laggiù. >>
<<
Che vuoi dire? >> chiese Glenn, non capendo cos'altro ci
fosse
da fare. Si erano conquistati il loro posto, cos'altro serviva?
<<
So che siete tutti esausti. >> cominciò Rick,
mostrando di
avere ancora un po' di umanità nonostante il nervoso lo
schiacciasse
<< E' stata una grande vittoria, ma purtroppo dobbiamo
fare
ancora un piccolo sforzo. Gli zombie sono quasi tutti guardie o
prigionieri, hanno preso questo posto anche fin troppo presto,
significa che le provviste saranno ancora intatte. Potrebbe esserci
un'infermeria, magari uno spaccio. >>
<<
Un'armeria. >> aggiunse Daryl, sottolineando ancora come
fosse
necessario non abbassare la guardia. Avevano poche munizioni,
dovevano fare rifornimento nel caso fosse stato necessario usarle
ancora.
<<
Dovrebbe essere fuori dalla prigione, ma non troppo lontana.
>>
rispose Rick << Nell'ufficio del direttore ci saranno
informazioni per locarlizzarla. Armi, cibo, medicine! Questo posto
potrebbe essere una miniera d'oro! >>
<<
Le munizioni sono troppo poche. >> fece notare Herhsel,
preoccupato che quella ricerca e lavoro di cui parlava Rick avrebbe
portato loro più problemi che veri vantaggi. E se non ci
fosse stato
niente?
<<
E' per questo che dobbiamo entrare! Uno affianco all'altro.
>>
insistette invece Rick << Dopo quello che abbiamo
passato...
Possiamo farcela, ne sono sicuro! Questi stronzi non hanno speranze.
>> concluse, esortandoli a fare ancora di più.
E così li
lasciò, permettendo loro di prendersi la notte per riposare
corpo e
mente, pronti per lottare ancora.
Il
giorno successivo arrivò in fretta, forse anche troppo.
Ocean si
alzò in piedi e tentò di portare le braccia
più in alto possibile,
stirandosi e cercando la forza di fare altro lavoro. Rick era
già
intento a dare ordini e distribuire i compiti, distrutto più
di
tutti, ma pur sempre il capo branco e su di lui si contava.
<<
Io, Daryl, Glenn, Maggie e T-Dog entriamo. >>
comunicò. Ocean
li raggiunse, cogliendo solo quell'ultima parte delle direttive
fornite e intervenne << Scordatelo che rimango dietro la
rete
questa volta! >> disse piegandosi e raccogliendo da terra
la
sua cotta di maglia, che troppo spesso non aveva utilizzato,
nonostante ne avesse avuto bisogno. Rallentava con la sua pesantezza.
Ma da quanto aveva capito in quella missione non serviva la
velocità,
solo l'attenzione e la precisione. Rick la osservò mentre si
infilava la pesante maglia ad anelli addosso, sopra i suoi vestiti e
se la sistemava con un paio di scrollate.
<<
Non sono solo quella che si arrampica sugli alberi per raccogliere
frutti. >> disse avvicinandosi ai suoi compagni sempre
intenta
a sciogliersi e sistemarsi per impedire alla pesante cotta di
intralciarla. Rick annuì, acconsentendo alla sua proposta,
ritenendo
anche lui che un aiuto in più non avrebbe fatto male. E
Ocean aveva
dimostrato più volte di essere un'ottima risorsa, ma troppo
spesso
preferiva lasciarla nelle retrovie per permetterle di occuparsi di
Molly e a protezione di chi da solo non ce l'avrebbe fatta.
<<
Ti sta enorme. >> constatò Daryl con un
sorriso divertito
vedendola arrivare con quella camicia in ferro che sarebbe dovuta
arrivare alla vita e che invece a lei quasi arrivava alle ginocchia.
<<
Non era mia. Ma ti assicuro che è molto utile.
>> disse
voltandosi, mostrando una spalla, dove un paio di anelli erano
incrostati di sangue e un paio anche spezzati << Morso da
zombie. >> spiegò. Era stato solo grazie a
quell'ingrombrante
e pesantissima camicia se era sopravvissuta qualche volta.
<<
Ok, andiamo! >> incitò Rick, avvicinandosi al
cancello che
lui stesso aveva chiuso il pomeriggio prima << Mi
raccomando,
stiamo vicini. >> ordinò ancora. Entrarono
velocemente e si
sistemarono in cerchio, dandosi le spalle a vicendo, guardando in
ogni direzione, pronti a colpire e salvare le spalle degli altri
dietro di loro. Gli zombie cominciarono ad attaccare, e, come si
potè
immaginare, si andarono a schiacciare contro quello che in pratica
era un riccio. Camminavano lentamente, passetto per passetto,
incitati sempre dalla voce di Rick, spaventato all'idea di perdere la
formazione, e atterrando tutti gli zombie che trovavano sulla via.
Gli
altri del gruppo, rimasti dietro la rete metallica, cominciarono a
fare rumore urlando e scuotendola, cercando di attirarli da loro e
allontanarli dal gruppo che continuava a fendere colpi.
<<
Mi sto quasi divertendo. >> disse Ocean mentre estraeva
la sua
spada dal viso di uno di quelli che aveva appena atterrato.
<<
Ocean!! >> la richiamò Rick, notando che si
era allontanata
troppo per finirlo. Ocean rispose al richiamo e tornò
velocemente in
formazione. Un solo errore e sarebbero morti tutti, dovevano restare
uniti, ne valeva la vita anche degli altri.
<<
T!! Maggie!! >> chiamò ancora, richiamando
anche loro e
costringendoli a tornare velocemente ai loro posti.
Si
guardarono attorno, avevano percorso il piccolo cortiletto prima
dell'entrata della prigione e lentamente erano riusciti a liberarlo.
Potevano entrare.
<<
Ci siamo quasi. >> incoraggiò Glenn i suoi
amici, già stanchi
e affaticati nonostante avessero fatto ben poco. Ma sulle spalle
avevano mesi di corse e combattimenti, la stanchezza era più
che
plausibile.
Rick
aprì una porta in ferro che conduceva all'interno e diede
un'occhiata dentro, assicurandosi non ci fosse nessuno, poi si
avvicinò alla seconda parte del cortile, separato dal primo
da delle
colonne. Diede un'occhiata dall'altra parte e si schiacciò
immediatamente contro il muro.
<<
Indietro! >> sussurrò ai suoi compagni che lo
imitarono. Un
numero indefinito di zombie li aspettavano, molti di più che
quelli
appena uccisi. Inoltre qualcuno di loro, che già si stava
avvicinando, erano corazzati. Probabilmente erano vecchie guardie. La
cosa avrebbe reso più difficile la loro missione.
Un
paio di loro li videro e si avvicinarono rapidamente. Daryl
provò a
scoccare una freccia ma rimbalzò sul loro casco protettivo.
Nessuno
disse << Cazzo! >> ma tutti lo pensarono.
Rick guardò i
suoi compagni, cercando il loro sostegno, poi si lanciò
verso il
nemico, cercando del coraggio sperduto dentro lui. Si stavano
giocando il tutto per tutto. I suoi compagni fecero altrettanto e
cercarono di combattere la nuova minaccia, senza troppi successi
inizialmente. L'unica cosa che riuscivano a fare era allontanarli e
tentare invano di colpirli per tentare di sfondare la corazza. Ocean
ne spintonò via uno, avvicinatosi troppo e si
voltò a guardare
chiunque avesse accanto << Sotto il casco! Mirate al
collo! >>
suggerì a Maggie, l'unica vicino abbastanza da sentirla e
cogliere
l'informazione. Non era sicura che quello bastasse a ucciderli, ma a
suggerirle l'idea erano stati sempre i vecchi racconti e le storie di
quando ancora era Alice. Al tempo dei cavalieri, quando vennero fuori
le armature, tutti credevano fossero impenetrabili e le temevano, ma
in realtà bastava conoscerle un pelo per sapere che potevano
essere
aggirate con facilità: le giunture erano i punti deboli, i
punti
scoperti, e il collo. Non fece in tempo a guardare se la ragazza
aveva seguito il suo consiglio che si lanciò contro uno di
loro,
spingendolo con una spalla e cercando di imprimere la forza
necessaria in quello spintone per buttarlo a terra. La pesantezza
della cotta l'aiutò a farlo cadere, sotto il suo peso, e
atterrata
su di lui si affrettò ad afferrargli il casco, spingerglielo
indietro, sollevandogli così la testa e infilzando la sua
spada
sotto il suo mento. Rotolando scese da sopra il corpo ormai morto e
atterrò sulla schiena, stanca e affaticata. T-Dog si
avvicinò a lei
appena in tempo per uccidere uno zombie che già gli si era
lanciato
contro, approfittando della sua posizione scomoda e distrazione. Le
porse la mano e l'aiutò ad alzarsi << Grazie.
>> gli
disse lei accettando ben volentieri l'aiuto. Gli ultimi due furono
uccisi da Rick e Daryl che avevano appena chiuso il cancello di un
altro cortile, pieno zeppo di quei cosi.
<<
Sembra sicuro. >> constatò Glenn guardandosi
attorno.
<<
Non consideri quel cortile laggiù. >>
indicò Daryl, smentendo
le sue affrettate speranze << E questa è una
civile. >>
disse ancora indicando un cadavere poco lontano da loro.
<<
Potrebbe esserci un'apertura da qualche parte. >>
constatò
Rick.
<<
E se fosse crollato un muro? Non possiamo ricostruire tutto.
>>
disse Glenn.
<<
Non possiamo rischiare che ci sia un punto debole. >>
ribattè
Rick << Dobbiamo entrare per forza. >>
disse prima di
avviarsi verso uno degli ingressi.
Daryl,
dietro di lui, aprì la porta, permettendogli di avere le
mani libere
nel caso avesse dovuto sparare, ma per fortuna non ce ne fu bisogno.
Dentro sembrava tranquillo, o almeno a vederlo da lì.
L'unica pecca
era il buio che impediva di guardare più in la di un paio di
metri.
C'era qualche finestra, ma erano opache e la luce che penetrava era
appena sufficiente. Si sparpagliarono, controllando la prima saletta,
dove sembrava fosse passato un uragano. Tavoli spostati, cartacce per
terra e tutto sottosopra. Rick silenziosamente con dei gesti
indicò
le zone da controllare, e come sempre i suoi compagni obbedirono
scrupolosamente. Con passi leggeri e lenti si inoltrarono nella sala,
controllando porte, angoli e finestre. C'era una scala che portava a
un sopralivello, una specie di cabina di controllo e lì si
inoltrò
Rick, silenzioso, acquattato e con l'arma pronta davanti a
sè.
Percorse gli ultimi scalini correndo, caricandosi per un eventuale
combattimento, ma arrivato in cima conferì che non ce n'era
bisogno.
L'unico cadavere presente, seduto sulla sedia, la testa reclinata
all'indietro, non sambrava intenzionato ad alzarsi.
Controllò con la
punta del coltello che non fosse solo dormiente e lentamente si
chinò
su di lui, prendendogli le chiavi dalla cintura. I loro fiati erano
così rumorosi, echeggiavano per tutto l'ingresso, quasi
quanto i
loro cuori palpitanti e intimoriti. Rick mostrò le chiavi ai
suoi
compagni, che annuirono e tornò da loro.
Si
avvicinarono alla prima porta a sbarre, l'aprirono facendola cigolare
rumorosamente, ed entrarono rapidi e silenziosi. Le armi spiegate
davanti a loro, sempre pronti, senza permettere a nessuna distrazione
di attentare alla loro vita.
Erano
entrati nel primo blocco. Il blocco C.
Lo
percorsero, controllando tutte le celle al pian terreno. Sembravano
vuote, e se non lo erano comunque i cadaveri restavano fermi a terra,
senza nessuna intenzione apparente di alzarsi e tentare di morderli.
Daryl cominciò a salire le scale che portavano al piano
superiore, e
Ocean gli andò dietro. Anche lì molte celle erano
vuote. Rick li
raggiunse velocemente non appena ebbe finito di controllare il piano
inferiore e li seguì lungo il corridoio che percorreva tutto
il
perimetro della stanza.
Il
cuore sobbalzò quando uno zombie, attirato dai rumori, si
schiacciò
contro la sua cella, allungando le mani all'esterno nel vano
tentativo di afferrarli. Un altro, vicino a lui, fece altrettanto.
Fortuna volle che le due celle erano chiuse e loro non potevano far
altro che rumoreggiare e spingersi sempre più contro le
sbarre.
Daryl e Ocean li uccisero, ponendo fine ai loro lamenti, conficcando
le proprie lame nella loro testa e sospirarono, cercando di
rilassarsi e guardandosi attorno.
<<
Sembra sicuro. >> constatò lei affacciandosi
di sotto dal
parapetto e dando un'ulteriore controllata << Certo ci
vorrebbe
una bella ripulita. >>
Rick
annuì, sorridendo come poche volte aveva fatto ultimamente,
e scese
le scale << Andiamo a chiamare gli altri.
>> Glenn e
Maggie uscirono, facendo quello che era stato ordinato. T-Dog
afferrò
lo zombie nella prima cella e cominciò a trascinarlo,
seguendo il
consiglio di Ocean e cominciando a dare la famosa "ripulita".
La ragazza tirando un sospiro di sollievo cominciò a
sfilarsi la
cotta di dosso, aiutata da Daryl che, vicino a lei, la vedeva un po'
impacciata nei movimenti. Uscita di lì, lasciò a
Daryl l'indumento,
permettendole di alleggerirsi, e lei cominciò a roteare le
spalle e
allungare la schiena << Mio Dio, quell'affare mi uccide
tutte
le volte. >>
<<
Prima o poi ti farai le ossa. >> disse Daryl dandole una
pacca
incoraggiante su una spalla, prima di allontanarsi e lasciar cadere
la cotta di Ocean su una panca lì vicino.
<<
Sinceramente, spero di non doverla più indossare.
>> disse lei
seguendolo e scendendo le scale, pronti a dare una mano a T-Dog.
Lori
e gli altri arrivarono, portandosi dietro le proprie cose,
guardandosi attorno e cercando di familiarizzare con quei muri.
<<
Che ne dite? >> chiese Rick al suo gruppo vedendolo
arrivare.
<<
Casa dolce casa. >> rispose Glenn, visibilmente
entusiasta,
come gli altri, di aver finalmente un posto fortificato dove
rifugiarsi.
<<
E' sicura? >> chiese Lori, ancora un po' preoccupata.
<<
Quest'ala sì. >> rispose suo marito,
sorridendo ancora, felice
anche lui di aver finalmente realizzato quel desiderio espresso quasi
otto mesi prima, quando erano fuggiti dalla fattoria e
miracolosamente si erano ritrovati.
<<
E il resto della prigione? >> chiese Hershel.
<<
Domattina cercheremo la mensa e l'infermeria. >>
informò
ancora Rick.
<<
Quindi dormiremo nelle celle? >> la voce di Beth
trasmetteva
tutta la sua incredulità. Sembrava assurdo che fossero stati
loro
stessi a correre e lottare per andare a chiudersi dentro una cella di
prigione.
<<
Ho trovato le chiavi addosso a una guardia. Anche Daryl ne ha una
copia. >> spiegò ancora il capo gruppo.
<<
Io non dormo in gabbia! >> informò Daryl,
facendo trasparire
la sua riluttanza e il suo spirito libero e ribelle << Mi
metto
nella guardiola. >>
Il
gruppo si guardò nuovamente attorno, incredulo, ma
compiaciuto.
<<
Benvenuti, signori e signore, al Grand Hotel 5 stelle, tutto
compreso, gestito dalla stimatissima società Rick &
co. >>
invenì Ocean, mascherando la voce quel tanto che bastava a
somigliarla a quella dei grandi commentatori del circo,
enfatizzandola a dismisura. Allargò le braccia e
improvvisò un
inchino, strappando, con quella sua ondata di teatralità,
qualche
risata.
<<
Prego scegliete pure la stanza che più vi aggrada.
>> continuò
lei la recita, facendosi da parte per permettere al gruppo di
passarle davanti, ma restando inchinata e col braccio teso verso le
celle << Potrete godere di tutti i confort che solo un
Hotel di
lusso come il nostro può offrire. >> Carol le
passò davanti
ridendo, prima di entrare dentro una delle celle, pronta a sistemare
le proprie cose << C'è anche la colazione in
camera? >>
chiese divertita.
<<
E' il minimo! >> rispose Ocean, lasciandosi scappare
anche lei
una risatina, contenta di vedere come fosse riuscita nel suo intento
di alleggerire i cuori e permettere un po' di ilarità. Si
voltò
verso le scale, dietro di lei, e cominciò a salirle
velocemente a
due a due << Vieni Max! >>
chiamò e come sempre il cane
obbedì.
Si
infilò in una cella qualunque, la penultima prima della
guardiola
dove stava Daryl e la osservò un po' prima di entrare,
studiando
quella che sarebbe diventata la sua camera da letto.
<<
Io dormo sopra! >> disse frettolosamente, come un
ragazzetto in
viaggio con i compagni di classe, lanciandosi sul letto a castello, e
con un salto, dandosi la spinta sul lettino sotto, arrivo a quello di
sopra e ci si lasciò cadere pesantemente, sentendo
finalmente pace
per i muscoli irrigiditi dalla fatica e dalle mille volte che era
stata costretta a dormire per terra.
Max
saltò sul lettino sotto e anche lui cercò il suo
posto confortevole
prima di acciambellarsi e chiudere gli occhi, già pronto a
godersi
il suo meritato riposo. Dei leggeri passi destarono la ragazza, che
aprì gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento che si
stava
già addormentando e si alzò a controllare chi
stesse facendo visita
alla sua cella.
Molly
era arrivata all'entrata, stringendo come sempre la sua bambola e
guardando Ocean un po' titubante. Le voleva bene, così come
voleva
bene a Daryl, però loro spesso erano via e passavano poco
tempo con
lei. Le avevano spiegato che era per il suo bene, andavano in giro
per assicurarsi di trovare cibo e un posto sicuro, per questo non
stavano spesso con lei, ma questo l'aveva sempre intimorita. Aveva
paura di restare di nuovo sola. E aveva paura che loro si
dimenticassero di lei, anche perchè le volte che tornavano
erano
sempre presi da tante altre cose, e andavano sempre dove diceva Rick.
<<
Molly. >> sorrise Ocean << Vieni!!
>> la invitò ad
entrare. La bambina non se lo fece ripetere due volte e corse verso
il letto, allargando le braccia e allungandole verso la ragazza la
quale si stese di pancia, e sporgendosi verso di lei
l'afferrò e la
tirò su. La fece stendere tra lei e il muro dietro,
assicurandosi
così che non sarebbe caduta se si fosse girata nel sonno, la
strinse
a sè e rapidamente, senza neanche rendersi pienamente conto,
cadde
nel sonno più profondo.
<<
Niente male. >> disse Rick esaminando il piccolo tesoro
riversato sul tavolo, tesoro che avevano rubato quella mattina stessa
ai cadaveri delle guardie uccise il giorno prima <<
Granate
accecanti e stordenti. Roba forte. >>
<<
Ma che ore sono? >> bofonchiò Ocean,
interrompendoli e
costringendoli a voltarsi per vederla arrivare barcollante, i capelli
ancora spettinati e una mano che torturava selvaggiamente un occhio
che non decideva ad aprirsi. Fece uno sbadiglio e si
avvicinò al
tavolo.
<<
Buongiorno. >> disse Rick, senza riuscire a trattenere un
sorriso divertito.
<<
Siete già a lavoro! Non mi avete chiamata,
perchè? >> lamentò
lei dando un'occhiata alle cose poggiate sul tavolo.
<<
Sembrava tu stessi dormendo bene, ci dispiaceva disturbarti.
>>
disse ancora Rick, non riuscendo nuovamente a nascondere un sorriso
divertito. Sorriso che comparve anche sui volti degli altri suoi
compagni, complici in quella beffa sempre più evidente, ma
che Ocean
non riusciva a cogliere. Che avevano da essere tanto divertiti?
<<
La prossima volta sarebbe gradito tu facessi dormire anche noi.
>>
disse T-Dog, l'unico ad accennare a cosa stavano pensando.
<<
Che? >> chiese ancora Ocean, confusa, cominciando a
essere un
minimo infastidita. Che aveva fatto? Perchè la prendevano in
giro in
quella maniera?
<<
Russavi come il peggiore degli ubriaconi la notte di capodanno.
>>
arrivò la delucidazione di Daryl, l'unico che come al solito
non si
faceva problemi a sputarti in faccia ogni sorta di schifosa
verità.
Ocean spalancò gli occhi, sentendosi sveglia
improvvisamente,
imbarazzata come poche volte era successo.
<<
Era Max! >> provò a salvarsi, giustificandosi,
e facendo
ancora ridacchiare Rick, che lasciò cadere lì il
discorso e tornò
al suo lavoro di ispezione.
Daryl
alzò uno dei caschi, guardandolo disgustato mentre
rovesciava sul
pavimento un liquido nerastro e appiccicaticcio << Io non
mi
metto questa merda. >>
<<
Potremmo bollirli. >> disse T-Dog cercando una soluzione.
<<
Non basterebbe tutta la legna del bosco. >> rispose
ancora
Daryl, deciso a non voler rischiare, e visibilmente disgustato
<<
E poi siamo arrivati fin qui senza quei cosi. >> disse
ancora
cominciando a provare qualche colpo nell'aria con un bastone in
ferro.
<<
Hershel. >> a chiamare fu Carol, arrivata in quel momento
<<
Puoi venire un momento? >>
<<
Va tutto bene? >> chiese subito Rick, preoccupato per sua
moglie. Erano in crisi da mesi, a malapena si parlavano, ma lui
continuava ad amarla e a preoccuparsi che avesse solo il meglio.
<<
Sì. Niente di cui preoccuparsi. >> sorrise la
donna prima di
dirigersi nuovamente verso la cella da cui era arrivata, seguita dal
vecchio, lasciando solo il gruppetto.
<<
Cos'è questo? >> chiese Ocean, cominciando a
svegliarsi
veramente, prendendo in mano quella che sembrava una granata, ma
senza esserne troppo sicura. Se la rigirò tra le mani un
paio di
volte prima che Daryl gliela strappasse via con una certa violenza
<<
Torna ai tuoi pisolini. >> le disse prima di rimettere
l'oggetto sul tavolo.
Ocean
lo fulminò: lo odiava quando si comportava così,
con quell'aria da
superiore e saccentino. Odiava quando la trattava come una
sprovveduta.
<<
Non parlarmi così! >> rispose acida,
già sull'orlo di
un'incazzatura, prima di prendere un altro oggetto a caso dalla
tavola, senza guardarlo troppo, solo per il gusto di "trasgredire
le regole" e dimostrare che non avrebbe fatto come diceva lui.
Si accorse troppo tardi dell'errore, quando ormai il liquido
appiccicoso che colava da quello che sembrava un parastinchi le aveva
riempito la mano. Fece un espressione disgustata e lentamente
riposò
l'oggetto sulla tavola, sotto gli occhi divertiti e quasi soddisfatti
di Daryl, che ancora affermava la sua superiorità.
Ritornato
Hershel dal suo incontro con Lori il gruppo si riunì
all'entrata del
blocco C e lì si prepararono per un'altra retata. Alcune
delle
corazze prese dalle guardie erano riusciti a pulirle a sufficienza e
se le stavano mettendo, utili a proteggerli. Daryl, come aveva detto,
rifiutò di infilarsi quegli affari che troppo erano stati a
contatto con budella e chissà quale schifezza marcia. Ocean
fece
altrettanto, tanto aveva già la sua cotta a proteggerla e il
casco
le avrebbe solo impedito di guardarsi bene attorno. Stava bene
com'era. Carl provò a infilarsi uno dei caschi, senza
successo:
troppo grande, scivolava via; e suo padre subito intervenne
prendendoglielo dalle mani.
<<
Questo non ti serve. Voglio che tu rimanga qui. >>
spiegò lui.
<<
Stai scherzando?! >> chiese incredulo suo figlio, sempre
pieno
della voglia di lanciarsi contro il pericolo e dimostrare il suo
valore.
<<
Non sappiamo cosa troveremo lì. Se dovesse succedere
qualcosa tu
saresti l'unico uomo rimasto a proteggere il gruppo. Voglio che tu
gestisca le cose qui. >> spiegò suo padre.
<<
Sicuro. >> annuì Carl, sorprendendo i
presenti, convinti che
si sarebbe ribellato ancora, come spesso faceva ultimamente.
<<
Grandioso. Andiamo! >> concluse Rick prima di voltarsi
nuovamente verso il suo gruppo e aspettare fossero tutti usciti, per
poi seguirli. Percorsero i corridoi del blocco C, che già
avevano
testato essere sicuri e arrivarono di fronte alla "prima porta
del mistero". Cosa c'era oltre era tutto un interrogativo, ma
presto avrebbero avuto le loro risposte. Daryl infilò la
chiave
nella fessura della porta a sbarre e l'aprì lentamente,
sperando di
evitare rumore, invano. Schiacciati contro il muro, guardinghi, con
solo l'aiuto delle loro torcie a illuminargli la via e i respiri
così
affannosi da sembrare assordanti, camminarono lungo il primo
corridoio, più o meno in fila dietro Rick. La bianca luce
delle
torcie correva da un angolo a un altro di quei muri grigiastri,
sporchi e a tratti spaventosi, con le loro strane e minacciose ombre.
Al
primo svincolo trovarono le prime celle, aperte, che proiettavano la
loro ombra a righe su dei cadaveri stesi a terra, apparentemente
immobili, ricoperti di polvere e forse un po' di muffa. Rick si
avvicinò lentamente, restando coperto dai suoi amici, e
controllando
con tutto il tempo che riteneva necessario l'affidabilità
del
passaggio. Glenn con una vernice spray disegnò una freccia
su un
muro, per permettersi di ritrovare successivamente la via del
ritorno, e rivoltandosi andò a sbattere contro una
spaventatissima
Maggie, che non riuscì a trattenere un verso di soprassalto,
ma che
si riprese subito con un paio di respiri.
Ocean
fiancheggiò Rick e si avvicinò al primo cadavere
a terra, posò la
punta del suo stivale su un fianco e lo smosse un po', scuotendolo,
aspettando di vedere se si svegliasse: ma restò immobile e
questo
tranquillizzò in parte il gruppo. La ragazza
guardò il capogruppo,
senza proferire parola, intimorita dagli echi che avrebbero
comunicato la loro presenza altrove, a chissà quale mostro
nascosto
dietro quale angolo. Bastò il suo sguardo a comunicare con
lui:
"sono morti". Passarono rapidamente, buttando gli occhi a
qualsiasi cella incontrassero lungo il loro cammino, pronti a
uccidere qualsiasi cosa si muovesse contro le loro aspettative. Si
schiacciarono di nuovo contro il muro quando arrivarono allo svincolo
successivo, dietro Rick, aspettando che guardasse oltre e
controllasse lo stato del passaggio successivo. Fece nuovamente
correre la torcia su ogni muro, guardò i suoi compagni,
lasciando
fossero nuovamente gli occhi a parlare, e col cuore che gli batteva
quasi in gola si incamminò per il secondo corridoio, che
sembrava
completamente vuoto. Con la torcia indicò il punto a Glenn
dove fare
la seconda freccia, e a Ocean, sempre di fianco a lui, dove dare
un'occhiata per assicurarsi fosse sicuro. I suoi compagni obbedirono
all'istante, poi finito l'incarico, tornarono ad affiancarsi a lui.
E
lentamente arrivarono al terzo svincolo, dove oltre già si
potevano
sentire i primi versi gutturali che annunciavano la presenza di
ospiti indesiderati. Con rapidità Rick guardò
oltre, per constatare
quanti fossero e capire se erano abbattibili o meno, ma appena
svoltato l'angolo si trovò di fronte a una mandria di numero
imprecisato, tutti accalcati sull'altro, e questo lo convinse a non
tentare nemmeno...per il momento. Allungò un braccio,
bloccando il
cammino a Daryl, accanto a lui, e fece un rapido passo indietro,
schiacciandosi e nascondendosi dietro l'angolo, ma ciò non
bastò
perchè la luce delle torce attirò i mangiatori di
carne, che
aumentando famelici i loro versi, cominciarono a dirigersi verso le
loro prede cercando di aumentare il passo per quanto possibile.
<<
Indietro! Torniamo indietro! >> disse Daryl voltandosi e
cominciando a ripercorrere velocemente i suoi passi.
<<
Via!! >> gridò Rick ai suoi compagni,
autoritario, spaventato
per l'ostacolo appena incontrato. Hershel indietreggio, inciampando
in un cadere e quasi cadendo a terra, mentre i suoi compagni gli
passavano davanti affrettati, correndo via. Si rimise velocemente in
piedi e li seguì. Daryl puntava la balestra a ogni angolo,
prima di
svoltare, sapendo bene anche lui stesso che non avrebbe avuto tempo
di contrastare eventuali mandrie se se li fossero trovati davanti.
<<
Da questa parte! >> urlò nuovamente Daryl,
colto dalla fretta,
mentre correva lungo i corridoi che a malapena faceva in tempo di
vedere, sentendo già il fiato puzzolente dei putridi sul suo
collo.
Maggie e Glenn, davanti a tutti, correndo più rapidamente
degli
altri, arrivarono a un ulteriore svincolo, dove Maggie si
trovò di
fronte altri zombie e sarebbe stata afferrata se non ci fosse stato
Glenn a tirarla indietro << No, di qua no!
>> comunicò
prima di correre dall'altra parte e seguire il gruppo che
già aveva
svoltato dove di dovere. Corsero rapidi, cercando di stare uniti, ma
altri zombie, sbucati dalla loro sinistra, costrinsero Maggie e Glenn
a fermarsi e deviare, separandosi dal resto del gruppo, e infilandosi
dentro la prima porta trovata, con la speranza che fosse abbastanza
per restare al sicuro almeno per un po'.
Il
resto del gruppo riuscì, dopo mille corridoi superati e
angoli
svoltati, a seminare i loro inseguitori, a discapito del loro
orientamento che stavano cominciando a perdere. Si inginocchiarono
sotto una grata, riuscendo a tenere sotto controllo un corridoio
dall'altra parte, e a stare al sicuro per qualche secondo,
finchè
non sarebbero stati trovati.
<<
Dove sono Glenn e Maggie? >> chiese Rick sottovoce,
accorgendosi solo in quell'istante dell'assenza dei suoi amici.
<<
Dobbiamo tornare indietro! >> disse Hershel, preoccupato
per
sua figlia, riuscendo in maniera strabiliante a nascondere il panico
che già si stava impossessando di lui. Aveva un incredibile
sangue
freddo, e questa era una qualità eccellente.
<<
Si, ma da che parte? >> chiese Daryl, non sapendo cosa
intendesse con "tornare indietro" visto che avevano corso a
lungo e non sapevano dov'erano e dove avevano perso i loro compagni.
La
mandria passò oltre e i versi si allontanarono, fino a
quando non li
sentirono più e Rick fu il primo ad alzarsi e tornare sui
suoi
passi, sperando di ritrovare i compagni persi. Superarono un
corriodio, andando oltre, ma non prima che Hershel si fermasse e
cercasse di chiamare sua figlia, invano. Proseguirono silenziosi, con
l'unico sottofondo dei loro cuori, e la voce di Hershel, dietro di
loro, che continuamente chiamava sottovoce << Maggie!
Glenn!
>>.
Poi
all'improvviso la sua voce fu interrotta da delle urla di dolore, e
il resto del gruppo si voltò immediatamente, riconoscendo
nei versi
il loro compagno Hershel. Rick superò gli altri e fu il
primo a
giungere dal vecchio, sparando in testa allo zombie che stava
strappando via la carne dal suo polpaccio. Il rumore dello sparo
indicò la via anche ai due ragazzi che si erano persi,
giungendo
immediatamente sul luogo, dove Maggie non riuscì a
trattenere un
urlo disperato rivolto al padre a terra, ferito, e inevitabilmente
sul punto di morte. Ma lo sparo non richiamò solo
l'attenzione dei
due ragazzi, e ben presto gli zombie che erano riusciti a seminare,
tornarono sui loro passi, ritrovandoli e andando loro incontro.
<<
Presto! >> incitò Ocean, passando oltre Rick e
Glenn che
cercavano di tirare in piedi Hershel per portarlo via, e si
avvicinò
ai primi zombie che andavano loro incontro, impugnando la sua spada,
e aprendo il cranio a chi era pericolosamente troppo vicino ai suoi
amici. Daryl sparò una freccia in faccia a un altro, che
quasi aveva
morso la ragazza, la quale impegnata a uccidere i primi due non
l'aveva visto avvicinarsi. Ocean indietreggiò, guardando con
attenzione quelli che continuavano ad avanzare e lanciando un occhio
rapido alle sue spalle per controllare se gli altri erano riusciti ad
alzare Hershel e portarlo via. Ma voltandosi non vide solo i suoi
amici intenti a scappare, ma anche un ulteriore fonte di
preoccupazione: un'altra mandria stava arrivando loro alle spalle.
<<
Siamo bloccati! >> annunciò Rick prima di
imboccare un
corridoio qualsiasi sulla sinistra << Indietro! Indietro!
>>
ordinò ancora ai suoi compagni. Ocean si guardò
attorno, confusa e
spaventata, prima di essere destata dalla mano di Daryl che
afferrandola per il polso la trascinò via, seguendo il resto
del
gruppo.
Si
trovarono chiusi in un altro vicolo cieco: il corridoio imboccato non
portava da nessuna parte e l'unica via di fuga era un portone chiuso
con dei catenacci e dei lucchetti.
<<
T-Dog! Apri la porta! >> chiese Rick, impegnato a tenere
in
piedi il vecchio, e Maggie gli fece eco. Il ragazzo si
lanciò contro
la porta, e cercò di sfondare il lucchetto colpendolo col
retro in
ferro della sua arma. Daryl sparò a un altro zombie, ormai
troppo
vicini, e cercò di allontanarne un altro con un calcio.
<<
Forza! >> incitò ancora Rick, colto dal
panico: se T-Dog non
sarebbe riuscito ad aprire la porta velocemente sarebbero stati
sopraffatti.
Daryl
sparò a un altro zombie, cercando di indietreggiare per non
essere
afferrato, ma uno di loro, al fianco di quello atterrato, gli si
lanciò contro a fauci aperte, non dandogli il tempo di
realizzare e
agire. Ocean con uno scatto si piazzò davanti al suo amico,
facendolo indietreggiare un il braccio sinistro e alzò il
destro,
intercettando il morso dello zombie. Si sentì un
raccapricciante
rumore, simile a delle unghie su una lavagna, che fece venire la
pelle d'oca a tutti. Daryl era già pronto a gridare al
disastro
vedendo lo zombie con la bocca che si stringeva intorno al braccio
della sua amica, messasi davanti a lui per salvarlo. Ma la paura e la
disperazione scemarono all'istante, quando si ricordò e vide
che
Ocean era ben protetta dalla cotta di maglia, che cigolava sotto i
denti ben serrati del mostro. Ocean conficcò la spada nella
sua
fronte, tenendo ben saldo il braccio, come se fosse stata lei ad
afferrare lui e non il contrario, poi su incitazione di Rick
indietreggiò e si infilò all'interno della stanza
appena aperta da
T-Dog.
<<
Chiudi!! >> ordinò di nuovo Rick ai compagni
dietro di lui, e
di nuovo T-Dog intervenì, schiacciandosi contro la porta,
cercando
di bloccarla con la sua forza. Daryl si poggiò al secondo
sportellone, di fianco a lui e Ocean fece altrettanto, sperando di
essere d'aiuto ai suoi amici con la sua misera forza.
<<
Ehy! >> chiese aiuto Rick, che assisteva il suo amico
steso a
terra, dolorante che lamentava la sua paura e la sua sofferenza.
<<
Vai, vai! >> disse Daryl a Ocean, invitandola ad andare
da Rick
<< Ce la facciamo. >>
Ocean
annuì e andò in aiuto del suo amico, il quale
comunicava con gli
occhi tutto il panico che si stava impadronendo di lui. La ragazza si
inginocchiò vicino a Hershel, insieme a Glenn e Maggie che
piangeva
disperata, accarezzando il viso di suo padre.
<<
Andrà tutto bene. >> disse Rick cercando di
far coraggio forse
più a se stesso che agli altri, e cominciò a
slacciarsi la cintura
dei pantaloni. La tirò via dalle asole e l'avvolse intorno
alla
coscia del vecchio, stringendola più forte che poteva, nel
disperato
tentativo di bloccare la circolazione del sangue. Ocean capì
cosa
stava per apprestarsi a fare, e capì anche perchè
era stata
chiamata ad aiutarlo: cercò di far uso del peso del suo
corpo,
sbilanciandosi in avanti e poggiando le mani sulle due gambe
dell'uomo. Doveva tenerlo fermo, se si fosse agitato e divincolato
avrebbero rischiato di fargli del male e basta.
<<
D'accordo. C'è solo un modo per salvarlo. >>
disse Rick,
sollevando un'ascia, sperando e pregando che avesse ragione.
Guardò
Ocean, che gli diede il consenso con un gesto del capo,
comunicandogli che era pronta e facendo un sospiro raccoglitore fece
cadere l'arma sulla gamba dell'uomo, un bel pezzo prima del morso,
con tutta la forza che aveva, cercando energia anche nelle urla che
accompagnavano i suoi colpi. Il sangue schizzò ovunque,
colpendoli
in viso, ma non era certo questo che costrinse Ocean a voltarsi e
chiudere gli occhi, mentre lottava contro gli spasmi del vecchio, che
si divincolava per il dolore a ogni colpo, e tentava disperatamente
di tenerlo fermo. Era il dolore. Il dolore nel sentirlo urlare e nel
vedere e constatare che, se mai fossero realmente riusciti a
salvarlo, il poveretto non sarebbe più stato in grado di
camminare
da solo. E in un periodo come quello, dove correre era alla base
della sopravvivenza, questa era una situazione disperata.
<<
Andrà tutto bene. >> Ocean cercò di
rassicurare il poveretto,
guardandolo in viso e cercando di trattenere la paura di fronte a
quello sguardo deturpato dalla disperazione e dal dolore. Dopo
qualche colpo Hershel smise di urlare, nonostante Rick continuasse a
colpire, e svenne incapace di sopportare ancora quel dolore.
Rick
finì il suo lavoro e il suo volto disgustato si
trasformò
immediatamente, cercando di ricomporsi, di riprendersi e di
rilassarsi. Aveva tagliato via una gamba da un uomo vivo, da un uomo
che era uno dei suoi migliori amici, si sentiva morire dentro, e in
cuor suo sperava che tutto quello non fosse stato fatto invano.
Guardò in volto i suoi amici, cercando nei loro occhi il
coraggio e
la rassicurazione: aveva agito d'impulso. Aveva agito bene? Erano
d'accordo con quanto fatto? Potevano loro dargli la rassicurazione
che cercava?
Ocean
sospirando abbassò la testa, cercando di distendere anche
lei i
nervi e lasciando finalmente la presa sull'anziano steso a terra. Ora
potevano respirare: avevano corso fino a quel momento, senza darsi il
tempo di capire cosa stesse succedendo, dove andare e cosa fare. Era
successo e basta. Ora avevano bisogno di stopparsi un attimo,
prendere fiato e rimettere in ordine le cose. La più
importante di
tutte era che erano ancora vivi. Quasi non ci credevano, ma erano
ancora tutti lì, nonostante il pericolo scampato e la paura
avuta.
Erano lì tutti, insieme, al sicuro. E pregarono che Hershel
non
sarebbe stato da meno. Respirava ancora, era ancora vivo, ma
chissà
ancora per quanto.
<<
State giù! >> sussurrò Daryl, dalla
porta, lasciandola un
attimo incustodita, sovraccaricando le energie di T-Dog. Rick si
abbassò immediatamente, senza neanche voltarsi per vedere il
motivo
di tale ordine, fidandosi ciecamente del suo amico, e così
fecero
gli altri, acquattandosi.
Ocean,
l'unica che poteva vedere cosa c'era alle spalle di Rick, standogli
di fronte, lanciò uno sguardo in direzione di Daryl,
seguendo poi i
suoi occhi per vedere cosa avesse destato il loro compagno, che
repentino aveva alzato la balestra e la torcia, puntandoli verso le
ombre dietro a una rete e avvicinandosi cautamente a loro, pronto a
sparare se fosse stato necessario.
Delle
divise blu si intravedevano, ombre che li osservavano, volti, uomini,
ma chi erano? Amici? Nemici? Mangiatori di carne? Da quella posizione
Ocean non riusciva a capire, erano troppo distanti e troppo
nell'ombra per riuscire a scorgere bene i loro volti. Non si
dimenavano, non facevano versi gutturali affamati, questo faceva
sperare non fossero zombie. Anche se questo non era proprio fonte di
rassicurazione: i vivi erano peggiori dei morti. Su questo tutti
erano d'accordo. Gli zombie era relativamente facile aggirarli e
ucciderli, i vivi avevano l'intelligenza necessaria a contrastarli,
ingannarli e sparare un colpo di pistola prima di dar loro tempo di
alzare le armi.
<<
Porca puttana. >> sussurrò uno degli individui
dietro la rete.
Ecco le loro risposte.
Erano
vivi.
La
domanda ora era: erano nei guai?
Angolino
dell'autrice
Oooooohhhhh
e ce l'abbiamo fatta ad aggiornare pure sta volta xD mamma mia,
faccio sempre più fatica a rispettare i tempi. Spero non mi
vogliate
male per questo T__T
Comunque...volevo solo approfittare di questo
spazietto per farvi gli auguri di Natale, tutto qui :) E già
che ci
sono anche gli auguri di Buon Anno ( a meno che miracolosamente non
riesca ad aggiornare prima xD)
Un saluto.
Ray.