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Autore: Ray Wings    26/12/2014    1 recensioni
Non voltare la testa, non andartene di nuovo! Sono cambiata. Sì, è vero, non sono più Alice! E questa ti sembra una colpa? Tu e il tuo strafottutissimo gruppo del cazzo mi avete trascinata qui: è solo colpa vostra. Mai più, mai più rivedrò gli occhi di mia sorella o di mia madre, ed è solo colpa vostra. Mai più rivedrò i tuoi occhi. Ma quelli non voglio nemmeno ricordarli, vuoti e disperati, mentre affondavano e annegavano e io impotente sulla spiaggia a pregare.
Mi avete lasciata sola, cazzo!
Sono rimasta in un angolo a piangere, come ho sempre fatto, aspettando l'arrivo di qualche supereroe dimenticandomi che questa è la fottuta realtà! Che qui si muore!
E sono morta.
Dimentica Alice...te la sei portata via.
So che sei un sogno, stai sfumando, comincio a non vederti più e so che quando aprirò gli occhi sarò di nuovo sola. Ma non voltare la testa. Guardami fino alla fine...guarda l'Oceano. Fino alla fine. Come ho fatto io. Pregando, sciocco, di svegliarti.
Manu. Guardami.
Ora sono Ocean.
[In revisione]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Espugnazione.

Altra corsa, altra sosta. Erano mesi che giravano per le strade della Georgia, disperati alla ricerca di qualcosa che al momento sembrava presente solo nei loro sogni. Molti si chiedevano cosa si aspettasse di trovare Rick. Diceva voleva qualcosa di fortificato, di sicuro, ma cosa esattamente? Cosa sperava di trovare? Una fortezza? Un castello? Che intendeva per fortificato? Non c'erano che case e quelle certo non erano fortificate. Senza considerare le madrie di zombie che mese dopo mese aumentavano a vista d'occhio, diventando sempre più pericolosi.
Si fermarono nuovamente per la strada, dopo l'ennesima fuga e Rick si poggiò sul cofano dell'auto con la cartina, sperando fosse essa stessa a darlgi la soluzione. Ogni singolo giorno cercava la risposta lì sopra, ma non c'era niente da fare, restava immutata, senza via di fuga. E Lori intanto arrivava allo scadere del suo tempo. Ocean si fermò col cavallo vicino all'auto con lo sportello aperto, dove all'interno era seduta scomodamente la donna visibilmente incinta quanto visibilmente scocciata. Scese e si avvicinò a lei, preoccupata.
<< Tutto bene? >> le chiese affacciandosi a guardarla. Lori si mosse come se fosse stata appena svegliata, era costantemente immersa nei suoi pensieri e nei suoi timori. Le fece un sorriso distratto e annuì. Non avevano mai legato troppo le due, Ocean l'aveva sempre considerata un po' antipatica con la sua aria da strafottente, solo perchè la moglie del capo, ma ciò non toglieva che era incinta. Si ricordava di quando aveva assistito sua sorella nella gravidanza: sempre piena di dolori, con la schiena incurvata e il bisogno di tenere le gambe al caldo. Non riusciva a immaginare come fosse possibile sopportare un tale peso in quel periodo, tra fuggi fuggi, paure e spaventi.
<< Hai bisogno di qualcosa? >> chiese ancora, ignorando i discorsi che Rick, Hershel, Maggie e Glenn facevano guardando la cartina, sapendo che tanto non sarebbe mai stata utile.
<< No, grazie. >> sorrise ancora Lori. Un sorriso di cortesia, solo per ringraziarla di aver pensato a lei. In realtà aveva bisogno di tutto: cibo, acqua, calore e un letto morbido. Stava impazzendo. Ma sapeva che l'unica via possibile era quella della sopportazione. Ocean annuì e si allontanò, lasciandola sola con i proprio pensieri, di cui al momento sembrava tanto gelosa, vista la fatica che faceva a staccarsene.
<< D'accordo! >> concluse T-Dog la loro riunione, mentre Daryl riavvolgeva la cartina e si apprestava a metterla via << Facciamo un salto al riuscello prima di andare, dobbiamo rifornirci d'acqua. La bolliremo più tardi. >> disse e si allontanò accompagnato da Glenn e Maggie, lasciando solo Rick con Herhsel che subito non esitò a dire la sua << Non può continuare a spsostarsi. >> disse riferendosi a Lori, e intraprendendo così una discussione con l'uomo.
<< Bene. >> disse Ocean sgranchendosi la schiena e avvicinandosi a Daryl, le lunghe cavalcate di quei giorni la stavano facendo a pezzi, sentiva anche lei il bisogno di un letto morbido, e non era incinta!
<< Visto che qui è prevista una sosta, mi sa che ne approfitto per fare un giro nei paraggi. Magari troviamo qualcosa di utile, e mi sgranchisco un po' le gambe: sono a pezzi. >> comunicò continuando a contorcersi nel tentativo di stirare muscoli e scrocchiare articolazioni quasi bloccate.
<< Vengo con te. >> disse Daryl sistemando la cartina nel borsone appeso alla sua moto << Quel gufo di prima non ci ha sfamati abbastanza. >> disse lasciando sottointendere le sue intenzioni di andare a caccia. Prese la balestra e se la caricò in spalla, prima di avviarsi insieme alla sua compagna, seguita dal suo fedele Max, e inoltrarsi poi nel bosco.
Il cane camminava davanti alla coppia, scodinzolando e annusando l'aria, sempre entusiasta, come se non capisse veramente quello che stava succedendo intorno a loro, o forse senza dargli il giusto peso. Più volte Ocean aveva invidiato il suo essere sempre felice e il suo accontentarsi delle piccole cose. Un bastone lanciato lontano e diventava il cane più felice del mondo.
<< Ehy, sacco di pulci! >> lo richiamò Daryl, senza essere veramente scortese: era semplicemente il suo modo di fare << Perchè non usi il tuo fiuto per trovare qualcosa da mangiare? >>
<< Non è un cane da caccia. >> lo corresse Ocean, lanciandogli un'occhiataccia.
<< Andrebbe addestrato. >> continuò Daryl sulla sua linea di pensiero, guardandosi attentamente attorno, cercando qualsiasi cosa potesse portare loro al cibo.
Seguirono dei binari, con l'unico scopo di poter ritrovare facilmente la strada del ritorno e proseguirono per neanche una mezz'oretta, quando a un tratto Max si fermò e si voltò verso la sua destra, guardando oltre un'apertura concessa dagli alberi. Daryl non ci fece caso e proseguì, guardandosi attorno e cercando. Ocean, raggiunto il cane, si fermò a guardare nella sua direzione.
<< Ehy, D! >> chiamò il suo compagno << Guarda. >>
Daryl la raggiunse velocemente e guardò a sua volta: una prigione. Avevano recinti e mura. Il luogo fortificato, ecco cosa stavano andando cercando, e non era stata una cartina a suggerire loro la via, ma solo il caso. Il destino.
Peccato solo fosse invasa dagli zombie.
<< Che peccato. >> disse Daryl, lasciando cadere nel vuoto le speranze. Sarebbe stato un posto perfetto, benchè in altre occasioni mai avrebbe creduto di arrivare a credere che una prigione potesse essere una casa perfetta.
<< Parliamone con Rick. >> insistette lei << Forse riusciamo a trovare un modo per entrare. >> disse prima di fare dietrofront, senza aspettare il suo amico, e dirigendosi velocemente verso la strada con un'esplosione di entusiasmo degna del suo cane. Daryl continuò a osservare a lungo il luogo scoperto, indeciso, prima di seguire Ocean che già aveva cominciato a correre.
Potevano farcela. Sentiva era possibile.
A lungo era scappata la speranza dalle loro mani, e ora che era tornata facevano quasi fatica a riconoscerla.
<< Possiamo farcela. >> fu la decisione di un Rick emozionato e trepitante di riuscire a chiamare di nuovo casa un luogo fisso.

Rick aprì un varco nella prima recinzione con delle tenaglie, fece passare velocemente i suoi compagni oltre, guardandosi attorno con agitazione, intimorito all'idea di essere attaccati dall'orda prima di riuscire a mettersi in salvo.
<< Svelti!! >> li sollecitò. Entrò per ultimo anche lui, e Daryl e Glenn subito si affaccendarono per chiudere con dei cavi in ferro l'apertura appena fatta. Si ritrovarono tra due fuochi, zombie a sinistra e zombie a destra, incastrati in un vialetto in ghiaia che collegava le torri di guardia esterne.
Corsero silenziosi, Daryl a capo, Ocean vicino a Lori con Molly sulle spalle, troppo lenta per correre da sola, che stringeva la sua presa sulla ragazza con tutta la forza che aveva, intimorita all'idea di cadere, sapendo che Ocean poteva sorreggerla ben poco: doveva avere le mani libere per poter usare la spada. Gli zombie che andavano accalcandosi alle recizioni davano la fretta necessaria. Il lavoro andava fatto con rapidità e attenzione.
Arrivarono al grosso cancello che dava sul cortile e da lì all'entrata della prigione e si fermarono, cominciando a prepararsi per ciò che andava fatto. Ocean fece scendere Molly dalle sue spalle, concedendole come sempre qualche carezza e un sorriso.
<< Andrà tutto bene, vedrai. Presto avrai un lettino tutto tuo. >> le sussurrò per tranquillizzarla. Molly si strinse a lei, aggrappandosi alla sua gamba, scaricando in quell'abbraccio tutta la paura e l'agitazione che le correva in corpo << Mi fanno paura questi mostri. >> sussurrò, nascondendo il viso tra i suoi abiti.
<< Ora io, Rick e Daryl andiamo a cacciarli via. Tu resta sempre insieme a Lori e Carol, non allontanarti per nessuna ragione, capito? >> ordinò, ricevendo in risposta un movimento d'annuizione della testa.
<< Chiudiamo quel cancello. >> cominciò a comunicare Rick, attirando i suoi compagni, pronti ad ascoltare e obbedire << Tutti questi li uccidiamo. Entro stasera il cortile è nostro. >>
<< Come chiudiamo il cancello? >> chiese Hershel.
<< Ci penso io. Sono il più veloce. >> si offrì Glenn, ricevendo uno sguardo terrorizzato di Maggie. Probabilemente era d'accordo con lui, ma l'idea di vederlo correre solo in mezzo agli zombie sicuramente non era di suo gradimento.
<< No. Tu, Maggie, Beth e Ocean li attirate da quella parte. Daryl, tu ti sposti sull'altra torre. Carol, hai una buona mira ormai, prenditi il tuo tempo, non abbiamo munizioni da sprecare. Hershel, tu e Carl salite su questa torre. Io corro verso il cancello. >> disse dando le direttive, e non ci fu nessuno che ebbe niente da obiettare, ma tutti erano già corsi ai propri posti, pronti e pieni di energie, decisi a conquistare casa loro.
Ocean, insieme agli altri, cominciò a urlare, cercando di attirarli e corse nella direzione indicata da Rick, sollecitando anche Max ad abbaiare. Si poggiò alla rete quando fu ormai distante, e con la spada perforò i crani di quelli che l'avevano seguita, passando attraverso i fori della recinzione.
<< Forza! >> urlò ancora perquotendo la rete con la spada, facendo quanto più rumore possibile.
Rick entrò nel cortile, silenzioso, curvo in avanti, attento e velocissimo. Sparò a qualche zombie troppo vicino, cercando di non farsi fermare da questo e contando sulla copertura che i suoi compagni sulle torri gli stavano fornendo. Riuscì ad arrivare al cancello, diede un calcio a uno zombie sulla soglia, allontanandolo, e con una forza che poche volte gli era stato richiesto di utilizzare lo chiuse, bloccandolo con dei moschettoni e una catena. Il rumore fece girare molti degli zombie nel cortile, che smisero di dare ascolto alle prede dietro la rete e si diressero verso di lui. Sparò qualche colpo, riuscendo incredibilmente a mantenere il sangue freddo quando vide che stava per venire accerchiato, trovo una via di fuga e ci si infilò, correndo verso un'altra torre e chiudendocisi velocemente dentro, protetto.
<< Sparate!!! >> ordinò Daryl quando vide che il loro amico era in salvo, e con un'esecuzione degna dei peggiori campi nazisti in pochi minuti tutto ciò che camminava nel cortile si trovò steso a terra, privo di vita.
Il sole stava calando e loro avevano una nuova casa.
Il sorriso si dipinse sui loro volti, ormai consapevoli che potevano rilassarsi e si mossero verso il cortile per godersi la loro meritata sicurezza. Daryl fece i complimenti a Carol per l'ottima mira dimostrata e sorrise nel vedere la sua amica così entusiasta. Passò vicino a Molly che guardava i suoi compagni ancora intimorita: chissà se mai si sarebbe abituata a tutto quello. Daryl si fermò, si sistemò nuovamente la balestra in spalla e la sollevò da terra, prendendola in braccio. Non che avesse bisogno di aiuto per camminare, ma sapeva che tenerla stretta al petto era il modo migliore per farla sentire al sicuro << Andiamo, mostriciattolo. >> disse sforzando la voce nell'istante in cui la sollevò. Molly si fece prendere con tranquillità, e sistemò immediatamente la testa sulla sua spalla, stringendo la sua camicia tra le dita, in cerca di calore e conforto.
Ocean corse verso l'entrata del cortile, tenuta aperta da un'ormai enorme Lori. Gli occhi spalancati di fronte a tanta meraviglia: era immenso! Era sicuro! Ed era tutto loro. Avevano cercato a lungo, rischiando la vita ogni singolo giorno, perdendo ogni speranza, sicuri che ormai non ci fosse che da rassegnarsi e aspettare la fine dentro una casupola qualunque, in attesa del giorno che non sarebbero più riusciti a scappare. Aspettando che il figlio di Lori li avrebbe uccisi, attirando gli zombie con i suoi pianti . E invece no. Tutte quelle terribili verità erano andate cadendo in un istante, seguendo l'esempio degli zombie che ora giacevano al suolo privi di ogni forma di vita. Si fermo per un istante, ammirando l'immenso spazio concesso. I recinti avrebbero donato loro tutto ciò di cui avevano bisogno. Non aveva più paura di un gruppo, non aveva più paura di perderli o di vedere il proprio territorio invaso da dei pazzi con delle armi, perchè sapeva che tutto sarebbe stato diverso. Il nuovo gruppo, il gruppo di Rick, sapeva difendersi a differenza del suo, che all'inizio erano solo dei poveri sprovveduti disperati. Sapeva che con loro ce l'avrebbe sicuramente fatta. Erano persone con forza e coraggio, lei stessa ora aveva forza e coraggio. Tutto sarebbe andato per il meglio.
Il cuore le esplose di gioia e si voltò istintivamente, guardando le persone dietro di lei. Era il posto più bello del mondo, loro erano le persone più belle del mondo. Non si era sentita così felice da tanto tempo. Incrociò per un attimo gli occhi di Daryl, che non potè che ricambiare il suo sorriso: era la prima volta che vedeva quel volto. Lo stesso di quella fotografia digitalizzata su una macchinetta ormai scarica e abbandonata in una fattoria in fiamme. Gli occhi le brillavano e il sorriso le illuminava il volto. Era totalmente diversa da quando l'aveva conosciuta. Gli occhi di Ocean corsero via e andarono a posarsi sul cane che camminava sempre dritto e fiero dietro di loro, mai abbattuto.
<< Andiamo Max!!! >> lo chiamò prima di correre via, donando alle sue gambe tutta l'energia che ancora possedeva. L'adrenalina le stava facendo venire voglia di saltare. Max, coinvolto nell'entusiasmo della padrona, scattò e la inseguì, scodinzolando come un folle, abbaiando, sentendo che gli era concesso. Ocean si voltò a guardarlo, continuando la sua corsa all'indietro, e ridendo allargò le braccia per stimolarlo ancora << Vieni!! >>, urlò prima di inciampare, non abituata certo a correre al contrario, e rotolare un paio di volte nell'erba. Si scosse frastornata, ma non privata della sua allegria, allegria che esplose ancora in risate quando il cane la raggiunse e le si scaraventò addosso, leccandole il viso senza darle possibilità di fuga.
<< Non avevamo tanto spazio da quando abbiamo lasciato la fattoria! >> rise Carol, entrando a sua volta nel campo e correndo allegra verso Rick, dall'altra parte, godendosi lo spazio appena conquistato. I suoi amici le fecero coro con urla entusiaste e risa, tutti felici per poter finalmente dire:
<< Daddy, questa è casa nostra? >>
<< Sì, Molly. E' casa nostra. >> e Daryl le sorrise sincero, prima di scompigliarle amorevolmente i capelli.

La sera calò e per la prima volta, dopo così tanto tempo, non fu una notte di paura e ansia. Il fuoco acceso davanti a loro riscaldava i cuori, oltre che il corpo, e il cibo che si stavano gustando era il loro meritato premio. Stavano morendo di fame e stanchezza, ma avrebbero volentieri resistito ancora un po': ormai non dovevano più scappare. Non dovevano avere più fretta. Con calma avrebbero sistemato quel posto e l'avrebbero reso una casa perfetta.
Daryl montava la guardia all'entrata del cortile, camminando avanti e indietro sopra un auto che era stata trascinata e poggiata lì. L'unico che non fruiva del calore del fuoco. Ma era bene che, nonostante la sicurezza, non si lasciassero andare completamente e continuassero ad avere lo stesso un occhio aperto. In quel momento Daryl era il loro occhio.
<< Ti piace? >> chiese Ocean a Molly, seduta a terra, davanti a lei, tra le sue gambe e la schiena poggiata al suo petto. Molly sorrise e annuì, continuando a spolpare con accanimento quell'ossicino che stringeva tra le dita. Ocean le sorrise di rimando e, lasciandola mangiare, senza disturbarla troppo, le sfece la coda dei capelli, cercando poi di pettinarli alla bene e meglio con le dita.
<< Domani raduneremo i corpi >> disse T-Dog << Voglio tenerli lontani dall'acqua. Se riuscissimo a scavare un canale sotterraneo sotto il recinto, avremmo acqua fresca a volontà. >>
<< Il terreno è buono. >> disse Hershel, continuando a fare piani, seguendo la scia di pensieri di T-Dog << Potremmo coltivare dei semi, dei pomodori, dei cetrioli, della soia. >> poi il suo sguardo si spostò su Rick, l'unico, apparte Daryl, che non era lì con loro. Aveva passato tutta la sera solo, a passeggiare intorno al recinto, controllando di tanto in tanto la stabilità di esso.
<< Questo è il terzo giro che fa. >> constatò il vecchio << Se ci fosse stata una parte danneggiata l'avrebbe vista. >> ma nonostante l'evidente preoccupazione di tutti, il discorso cadde lì. Da quando avevano lasciato la fattoria, da quando Rick aveva scoperto che sua moglie era incinta, da quando aveva ucciso il suo migliore amico, non era stato tranquillo nemmeno per un attimo. E sicuramente tutto quell'accumulo di stress prima o poi l'avrebbe distrutto, se già non stava cominciando a farlo.
<< Qui non è male per partorire il bambino. >> disse Beth a Lori << Sei al sicuro. >> e Lori non potè che sorridere. Era preocupata, e forse il posto non la convinceva come gli altri, ma probabilmente era solo perchè ancora non riusciva ad accettare l'idea che non avesse avuto dei medici a sostenerla e un ospedale disinfettato a cui dare in mano la vita del suo bambino. Ancora faceva tanta fatica ad abituarsi alla loro nuova vita.
<< Posso averne ancora? >> chiese Molly, guardando i presenti, intimorita all'idea di ricevere un no come risposta. Glenn sorrise, intenerito e si allungò per primo ad afferrare un altro cosciotto sulla padella improvvisata e porgendoglielo con un << Tieni. Devi crescere. >>
Molly non se lo fece ripetere due volte e riprese subito a mangiare, affamata come poche volte lo era stata.
<< Come si dice? >> l'ammonì Ocean, con lo stesso tono di una mamma, riprendendo ad aggiustare i suoi capelli tutti arruffati.
<< Grazie, Glenn. >> disse timida la bambina, nascondendo il viso tra le spalle, imbarazzata per non essersi ricordata da sola di essere beneducata. Glenn rise, rispondendo con un << Prego >> di cortesia.
<< Bethy. >> chiamò Hershel, voltando la testa verso sua figlia << Canta Teddy Riley per me. Non lo sento da quando tua madre era ancora viva. Potresti cantare The Parting Glass. >> sorrise l'uomo, mettendo in evidente imbarazzo la ragazza.
<< Non la vuole sentire nessuno. >> disse Beth, sostenendo lo sguardo del padre, cercando di suggerirgli con gli occhi di non insistere.
<< Perchè no? >> sorrise Glenn, amichevole. Era un giorno di festa, la musica avrebbe accompagnato divinamente il loro salottino allegro. Beth arrossì e si lasciò convincere, facendo poi risuonare la voce delicata e morbida, come un ruscello che scorre tra le rocce di una montagna. Il silenzio era l'unico accompagnamento che la ragazza aveva, tutti attenti e concentrati, alleggeriti e riscaldati. Era uno dei pochi momenti in cui potevano concedersi di chiudere gli occhi e lasciarsi andare.
Daryl e Carol tornarono dal loro posto di guardia, e come gli altri non proferirono parola, lasciando fosse solo la dolcezza del canto ad accompagnare la loro serata. Molly finì di spolpare anche quell'ossicino e silenziosamente si accoccolò tra le braccia della ragazza dietro di lei, poggiando il viso tra i suoi vestiti, calda e sicura, si sentiva finalmente bene. Ocean sorridendo le scostò una ciocca di capelli dal viso, accarezzandoglielo, e la tenne stretta a sè, osservando i suoi occhi che lentamente si chiudevano lasciandosi prendere dal sonno, cullata da quella dolce ninna nanna. Maggie sorrise e guardando complice la sorella cominciò a cantare insieme a lei, perdendosi nel loro mare di ricordi. Malinconici ma felici, perchè ormai potevano permettersi di ricordare, smettendo di rincorrere un futuro che costantemente scivolava dalle dita. Potevano fermarsi e guardare indietro, sorridendo alle persone lasciatesi alle spalle. Anche Rick li raggiunse e si inginocchiò tra sua moglie e suo figlio, ammorbidito anche lui, ma non abbastanza.
<< Bellissimo. >> commentò commosso Hershel al termine della melodia delle sue figlie, che aveva lasciato tutti più leggeri e col cuore pacifico.
<< Meglio andare a dormire. >> intervenne poi Rick, rompendo un po' la magia << Domani sarà un giorno importante. Io starò di guardia laggiù. >>
<< Che vuoi dire? >> chiese Glenn, non capendo cos'altro ci fosse da fare. Si erano conquistati il loro posto, cos'altro serviva?
<< So che siete tutti esausti. >> cominciò Rick, mostrando di avere ancora un po' di umanità nonostante il nervoso lo schiacciasse << E' stata una grande vittoria, ma purtroppo dobbiamo fare ancora un piccolo sforzo. Gli zombie sono quasi tutti guardie o prigionieri, hanno preso questo posto anche fin troppo presto, significa che le provviste saranno ancora intatte. Potrebbe esserci un'infermeria, magari uno spaccio. >>
<< Un'armeria. >> aggiunse Daryl, sottolineando ancora come fosse necessario non abbassare la guardia. Avevano poche munizioni, dovevano fare rifornimento nel caso fosse stato necessario usarle ancora.
<< Dovrebbe essere fuori dalla prigione, ma non troppo lontana. >> rispose Rick << Nell'ufficio del direttore ci saranno informazioni per locarlizzarla. Armi, cibo, medicine! Questo posto potrebbe essere una miniera d'oro! >>
<< Le munizioni sono troppo poche. >> fece notare Herhsel, preoccupato che quella ricerca e lavoro di cui parlava Rick avrebbe portato loro più problemi che veri vantaggi. E se non ci fosse stato niente?
<< E' per questo che dobbiamo entrare! Uno affianco all'altro. >> insistette invece Rick << Dopo quello che abbiamo passato... Possiamo farcela, ne sono sicuro! Questi stronzi non hanno speranze. >> concluse, esortandoli a fare ancora di più. E così li lasciò, permettendo loro di prendersi la notte per riposare corpo e mente, pronti per lottare ancora.

Il giorno successivo arrivò in fretta, forse anche troppo. Ocean si alzò in piedi e tentò di portare le braccia più in alto possibile, stirandosi e cercando la forza di fare altro lavoro. Rick era già intento a dare ordini e distribuire i compiti, distrutto più di tutti, ma pur sempre il capo branco e su di lui si contava.
<< Io, Daryl, Glenn, Maggie e T-Dog entriamo. >> comunicò. Ocean li raggiunse, cogliendo solo quell'ultima parte delle direttive fornite e intervenne << Scordatelo che rimango dietro la rete questa volta! >> disse piegandosi e raccogliendo da terra la sua cotta di maglia, che troppo spesso non aveva utilizzato, nonostante ne avesse avuto bisogno. Rallentava con la sua pesantezza. Ma da quanto aveva capito in quella missione non serviva la velocità, solo l'attenzione e la precisione. Rick la osservò mentre si infilava la pesante maglia ad anelli addosso, sopra i suoi vestiti e se la sistemava con un paio di scrollate.
<< Non sono solo quella che si arrampica sugli alberi per raccogliere frutti. >> disse avvicinandosi ai suoi compagni sempre intenta a sciogliersi e sistemarsi per impedire alla pesante cotta di intralciarla. Rick annuì, acconsentendo alla sua proposta, ritenendo anche lui che un aiuto in più non avrebbe fatto male. E Ocean aveva dimostrato più volte di essere un'ottima risorsa, ma troppo spesso preferiva lasciarla nelle retrovie per permetterle di occuparsi di Molly e a protezione di chi da solo non ce l'avrebbe fatta.
<< Ti sta enorme. >> constatò Daryl con un sorriso divertito vedendola arrivare con quella camicia in ferro che sarebbe dovuta arrivare alla vita e che invece a lei quasi arrivava alle ginocchia.
<< Non era mia. Ma ti assicuro che è molto utile. >> disse voltandosi, mostrando una spalla, dove un paio di anelli erano incrostati di sangue e un paio anche spezzati << Morso da zombie. >> spiegò. Era stato solo grazie a quell'ingrombrante e pesantissima camicia se era sopravvissuta qualche volta.
<< Ok, andiamo! >> incitò Rick, avvicinandosi al cancello che lui stesso aveva chiuso il pomeriggio prima << Mi raccomando, stiamo vicini. >> ordinò ancora. Entrarono velocemente e si sistemarono in cerchio, dandosi le spalle a vicendo, guardando in ogni direzione, pronti a colpire e salvare le spalle degli altri dietro di loro. Gli zombie cominciarono ad attaccare, e, come si potè immaginare, si andarono a schiacciare contro quello che in pratica era un riccio. Camminavano lentamente, passetto per passetto, incitati sempre dalla voce di Rick, spaventato all'idea di perdere la formazione, e atterrando tutti gli zombie che trovavano sulla via.
Gli altri del gruppo, rimasti dietro la rete metallica, cominciarono a fare rumore urlando e scuotendola, cercando di attirarli da loro e allontanarli dal gruppo che continuava a fendere colpi.
<< Mi sto quasi divertendo. >> disse Ocean mentre estraeva la sua spada dal viso di uno di quelli che aveva appena atterrato.
<< Ocean!! >> la richiamò Rick, notando che si era allontanata troppo per finirlo. Ocean rispose al richiamo e tornò velocemente in formazione. Un solo errore e sarebbero morti tutti, dovevano restare uniti, ne valeva la vita anche degli altri.
<< T!! Maggie!! >> chiamò ancora, richiamando anche loro e costringendoli a tornare velocemente ai loro posti.
Si guardarono attorno, avevano percorso il piccolo cortiletto prima dell'entrata della prigione e lentamente erano riusciti a liberarlo. Potevano entrare.
<< Ci siamo quasi. >> incoraggiò Glenn i suoi amici, già stanchi e affaticati nonostante avessero fatto ben poco. Ma sulle spalle avevano mesi di corse e combattimenti, la stanchezza era più che plausibile.
Rick aprì una porta in ferro che conduceva all'interno e diede un'occhiata dentro, assicurandosi non ci fosse nessuno, poi si avvicinò alla seconda parte del cortile, separato dal primo da delle colonne. Diede un'occhiata dall'altra parte e si schiacciò immediatamente contro il muro.
<< Indietro! >> sussurrò ai suoi compagni che lo imitarono. Un numero indefinito di zombie li aspettavano, molti di più che quelli appena uccisi. Inoltre qualcuno di loro, che già si stava avvicinando, erano corazzati. Probabilmente erano vecchie guardie. La cosa avrebbe reso più difficile la loro missione.
Un paio di loro li videro e si avvicinarono rapidamente. Daryl provò a scoccare una freccia ma rimbalzò sul loro casco protettivo.
Nessuno disse << Cazzo! >> ma tutti lo pensarono. Rick guardò i suoi compagni, cercando il loro sostegno, poi si lanciò verso il nemico, cercando del coraggio sperduto dentro lui. Si stavano giocando il tutto per tutto. I suoi compagni fecero altrettanto e cercarono di combattere la nuova minaccia, senza troppi successi inizialmente. L'unica cosa che riuscivano a fare era allontanarli e tentare invano di colpirli per tentare di sfondare la corazza. Ocean ne spintonò via uno, avvicinatosi troppo e si voltò a guardare chiunque avesse accanto << Sotto il casco! Mirate al collo! >> suggerì a Maggie, l'unica vicino abbastanza da sentirla e cogliere l'informazione. Non era sicura che quello bastasse a ucciderli, ma a suggerirle l'idea erano stati sempre i vecchi racconti e le storie di quando ancora era Alice. Al tempo dei cavalieri, quando vennero fuori le armature, tutti credevano fossero impenetrabili e le temevano, ma in realtà bastava conoscerle un pelo per sapere che potevano essere aggirate con facilità: le giunture erano i punti deboli, i punti scoperti, e il collo. Non fece in tempo a guardare se la ragazza aveva seguito il suo consiglio che si lanciò contro uno di loro, spingendolo con una spalla e cercando di imprimere la forza necessaria in quello spintone per buttarlo a terra. La pesantezza della cotta l'aiutò a farlo cadere, sotto il suo peso, e atterrata su di lui si affrettò ad afferrargli il casco, spingerglielo indietro, sollevandogli così la testa e infilzando la sua spada sotto il suo mento. Rotolando scese da sopra il corpo ormai morto e atterrò sulla schiena, stanca e affaticata. T-Dog si avvicinò a lei appena in tempo per uccidere uno zombie che già gli si era lanciato contro, approfittando della sua posizione scomoda e distrazione. Le porse la mano e l'aiutò ad alzarsi << Grazie. >> gli disse lei accettando ben volentieri l'aiuto. Gli ultimi due furono uccisi da Rick e Daryl che avevano appena chiuso il cancello di un altro cortile, pieno zeppo di quei cosi.
<< Sembra sicuro. >> constatò Glenn guardandosi attorno.
<< Non consideri quel cortile laggiù. >> indicò Daryl, smentendo le sue affrettate speranze << E questa è una civile. >> disse ancora indicando un cadavere poco lontano da loro.
<< Potrebbe esserci un'apertura da qualche parte. >> constatò Rick.
<< E se fosse crollato un muro? Non possiamo ricostruire tutto. >> disse Glenn.
<< Non possiamo rischiare che ci sia un punto debole. >> ribattè Rick << Dobbiamo entrare per forza. >> disse prima di avviarsi verso uno degli ingressi.
Daryl, dietro di lui, aprì la porta, permettendogli di avere le mani libere nel caso avesse dovuto sparare, ma per fortuna non ce ne fu bisogno. Dentro sembrava tranquillo, o almeno a vederlo da lì. L'unica pecca era il buio che impediva di guardare più in la di un paio di metri. C'era qualche finestra, ma erano opache e la luce che penetrava era appena sufficiente. Si sparpagliarono, controllando la prima saletta, dove sembrava fosse passato un uragano. Tavoli spostati, cartacce per terra e tutto sottosopra. Rick silenziosamente con dei gesti indicò le zone da controllare, e come sempre i suoi compagni obbedirono scrupolosamente. Con passi leggeri e lenti si inoltrarono nella sala, controllando porte, angoli e finestre. C'era una scala che portava a un sopralivello, una specie di cabina di controllo e lì si inoltrò Rick, silenzioso, acquattato e con l'arma pronta davanti a sè. Percorse gli ultimi scalini correndo, caricandosi per un eventuale combattimento, ma arrivato in cima conferì che non ce n'era bisogno. L'unico cadavere presente, seduto sulla sedia, la testa reclinata all'indietro, non sambrava intenzionato ad alzarsi. Controllò con la punta del coltello che non fosse solo dormiente e lentamente si chinò su di lui, prendendogli le chiavi dalla cintura. I loro fiati erano così rumorosi, echeggiavano per tutto l'ingresso, quasi quanto i loro cuori palpitanti e intimoriti. Rick mostrò le chiavi ai suoi compagni, che annuirono e tornò da loro.
Si avvicinarono alla prima porta a sbarre, l'aprirono facendola cigolare rumorosamente, ed entrarono rapidi e silenziosi. Le armi spiegate davanti a loro, sempre pronti, senza permettere a nessuna distrazione di attentare alla loro vita.
Erano entrati nel primo blocco. Il blocco C.
Lo percorsero, controllando tutte le celle al pian terreno. Sembravano vuote, e se non lo erano comunque i cadaveri restavano fermi a terra, senza nessuna intenzione apparente di alzarsi e tentare di morderli. Daryl cominciò a salire le scale che portavano al piano superiore, e Ocean gli andò dietro. Anche lì molte celle erano vuote. Rick li raggiunse velocemente non appena ebbe finito di controllare il piano inferiore e li seguì lungo il corridoio che percorreva tutto il perimetro della stanza.
Il cuore sobbalzò quando uno zombie, attirato dai rumori, si schiacciò contro la sua cella, allungando le mani all'esterno nel vano tentativo di afferrarli. Un altro, vicino a lui, fece altrettanto. Fortuna volle che le due celle erano chiuse e loro non potevano far altro che rumoreggiare e spingersi sempre più contro le sbarre. Daryl e Ocean li uccisero, ponendo fine ai loro lamenti, conficcando le proprie lame nella loro testa e sospirarono, cercando di rilassarsi e guardandosi attorno.
<< Sembra sicuro. >> constatò lei affacciandosi di sotto dal parapetto e dando un'ulteriore controllata << Certo ci vorrebbe una bella ripulita. >>
Rick annuì, sorridendo come poche volte aveva fatto ultimamente, e scese le scale << Andiamo a chiamare gli altri. >> Glenn e Maggie uscirono, facendo quello che era stato ordinato. T-Dog afferrò lo zombie nella prima cella e cominciò a trascinarlo, seguendo il consiglio di Ocean e cominciando a dare la famosa "ripulita". La ragazza tirando un sospiro di sollievo cominciò a sfilarsi la cotta di dosso, aiutata da Daryl che, vicino a lei, la vedeva un po' impacciata nei movimenti. Uscita di lì, lasciò a Daryl l'indumento, permettendole di alleggerirsi, e lei cominciò a roteare le spalle e allungare la schiena << Mio Dio, quell'affare mi uccide tutte le volte. >>
<< Prima o poi ti farai le ossa. >> disse Daryl dandole una pacca incoraggiante su una spalla, prima di allontanarsi e lasciar cadere la cotta di Ocean su una panca lì vicino.
<< Sinceramente, spero di non doverla più indossare. >> disse lei seguendolo e scendendo le scale, pronti a dare una mano a T-Dog.
Lori e gli altri arrivarono, portandosi dietro le proprie cose, guardandosi attorno e cercando di familiarizzare con quei muri.
<< Che ne dite? >> chiese Rick al suo gruppo vedendolo arrivare.
<< Casa dolce casa. >> rispose Glenn, visibilmente entusiasta, come gli altri, di aver finalmente un posto fortificato dove rifugiarsi.
<< E' sicura? >> chiese Lori, ancora un po' preoccupata.
<< Quest'ala sì. >> rispose suo marito, sorridendo ancora, felice anche lui di aver finalmente realizzato quel desiderio espresso quasi otto mesi prima, quando erano fuggiti dalla fattoria e miracolosamente si erano ritrovati.
<< E il resto della prigione? >> chiese Hershel.
<< Domattina cercheremo la mensa e l'infermeria. >> informò ancora Rick.
<< Quindi dormiremo nelle celle? >> la voce di Beth trasmetteva tutta la sua incredulità. Sembrava assurdo che fossero stati loro stessi a correre e lottare per andare a chiudersi dentro una cella di prigione.
<< Ho trovato le chiavi addosso a una guardia. Anche Daryl ne ha una copia. >> spiegò ancora il capo gruppo.
<< Io non dormo in gabbia! >> informò Daryl, facendo trasparire la sua riluttanza e il suo spirito libero e ribelle << Mi metto nella guardiola. >>
Il gruppo si guardò nuovamente attorno, incredulo, ma compiaciuto.
<< Benvenuti, signori e signore, al Grand Hotel 5 stelle, tutto compreso, gestito dalla stimatissima società Rick & co. >> invenì Ocean, mascherando la voce quel tanto che bastava a somigliarla a quella dei grandi commentatori del circo, enfatizzandola a dismisura. Allargò le braccia e improvvisò un inchino, strappando, con quella sua ondata di teatralità, qualche risata.
<< Prego scegliete pure la stanza che più vi aggrada. >> continuò lei la recita, facendosi da parte per permettere al gruppo di passarle davanti, ma restando inchinata e col braccio teso verso le celle << Potrete godere di tutti i confort che solo un Hotel di lusso come il nostro può offrire. >> Carol le passò davanti ridendo, prima di entrare dentro una delle celle, pronta a sistemare le proprie cose << C'è anche la colazione in camera? >> chiese divertita.
<< E' il minimo! >> rispose Ocean, lasciandosi scappare anche lei una risatina, contenta di vedere come fosse riuscita nel suo intento di alleggerire i cuori e permettere un po' di ilarità. Si voltò verso le scale, dietro di lei, e cominciò a salirle velocemente a due a due << Vieni Max! >> chiamò e come sempre il cane obbedì.
Si infilò in una cella qualunque, la penultima prima della guardiola dove stava Daryl e la osservò un po' prima di entrare, studiando quella che sarebbe diventata la sua camera da letto.
<< Io dormo sopra! >> disse frettolosamente, come un ragazzetto in viaggio con i compagni di classe, lanciandosi sul letto a castello, e con un salto, dandosi la spinta sul lettino sotto, arrivo a quello di sopra e ci si lasciò cadere pesantemente, sentendo finalmente pace per i muscoli irrigiditi dalla fatica e dalle mille volte che era stata costretta a dormire per terra.
Max saltò sul lettino sotto e anche lui cercò il suo posto confortevole prima di acciambellarsi e chiudere gli occhi, già pronto a godersi il suo meritato riposo. Dei leggeri passi destarono la ragazza, che aprì gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento che si stava già addormentando e si alzò a controllare chi stesse facendo visita alla sua cella.
Molly era arrivata all'entrata, stringendo come sempre la sua bambola e guardando Ocean un po' titubante. Le voleva bene, così come voleva bene a Daryl, però loro spesso erano via e passavano poco tempo con lei. Le avevano spiegato che era per il suo bene, andavano in giro per assicurarsi di trovare cibo e un posto sicuro, per questo non stavano spesso con lei, ma questo l'aveva sempre intimorita. Aveva paura di restare di nuovo sola. E aveva paura che loro si dimenticassero di lei, anche perchè le volte che tornavano erano sempre presi da tante altre cose, e andavano sempre dove diceva Rick.
<< Molly. >> sorrise Ocean << Vieni!! >> la invitò ad entrare. La bambina non se lo fece ripetere due volte e corse verso il letto, allargando le braccia e allungandole verso la ragazza la quale si stese di pancia, e sporgendosi verso di lei l'afferrò e la tirò su. La fece stendere tra lei e il muro dietro, assicurandosi così che non sarebbe caduta se si fosse girata nel sonno, la strinse a sè e rapidamente, senza neanche rendersi pienamente conto, cadde nel sonno più profondo.

<< Niente male. >> disse Rick esaminando il piccolo tesoro riversato sul tavolo, tesoro che avevano rubato quella mattina stessa ai cadaveri delle guardie uccise il giorno prima << Granate accecanti e stordenti. Roba forte. >>
<< Ma che ore sono? >> bofonchiò Ocean, interrompendoli e costringendoli a voltarsi per vederla arrivare barcollante, i capelli ancora spettinati e una mano che torturava selvaggiamente un occhio che non decideva ad aprirsi. Fece uno sbadiglio e si avvicinò al tavolo.
<< Buongiorno. >> disse Rick, senza riuscire a trattenere un sorriso divertito.
<< Siete già a lavoro! Non mi avete chiamata, perchè? >> lamentò lei dando un'occhiata alle cose poggiate sul tavolo.
<< Sembrava tu stessi dormendo bene, ci dispiaceva disturbarti. >> disse ancora Rick, non riuscendo nuovamente a nascondere un sorriso divertito. Sorriso che comparve anche sui volti degli altri suoi compagni, complici in quella beffa sempre più evidente, ma che Ocean non riusciva a cogliere. Che avevano da essere tanto divertiti?
<< La prossima volta sarebbe gradito tu facessi dormire anche noi. >> disse T-Dog, l'unico ad accennare a cosa stavano pensando.
<< Che? >> chiese ancora Ocean, confusa, cominciando a essere un minimo infastidita. Che aveva fatto? Perchè la prendevano in giro in quella maniera?
<< Russavi come il peggiore degli ubriaconi la notte di capodanno. >> arrivò la delucidazione di Daryl, l'unico che come al solito non si faceva problemi a sputarti in faccia ogni sorta di schifosa verità. Ocean spalancò gli occhi, sentendosi sveglia improvvisamente, imbarazzata come poche volte era successo.
<< Era Max! >> provò a salvarsi, giustificandosi, e facendo ancora ridacchiare Rick, che lasciò cadere lì il discorso e tornò al suo lavoro di ispezione.
Daryl alzò uno dei caschi, guardandolo disgustato mentre rovesciava sul pavimento un liquido nerastro e appiccicaticcio << Io non mi metto questa merda. >>
<< Potremmo bollirli. >> disse T-Dog cercando una soluzione.
<< Non basterebbe tutta la legna del bosco. >> rispose ancora Daryl, deciso a non voler rischiare, e visibilmente disgustato << E poi siamo arrivati fin qui senza quei cosi. >> disse ancora cominciando a provare qualche colpo nell'aria con un bastone in ferro.
<< Hershel. >> a chiamare fu Carol, arrivata in quel momento << Puoi venire un momento? >>
<< Va tutto bene? >> chiese subito Rick, preoccupato per sua moglie. Erano in crisi da mesi, a malapena si parlavano, ma lui continuava ad amarla e a preoccuparsi che avesse solo il meglio.
<< Sì. Niente di cui preoccuparsi. >> sorrise la donna prima di dirigersi nuovamente verso la cella da cui era arrivata, seguita dal vecchio, lasciando solo il gruppetto.
<< Cos'è questo? >> chiese Ocean, cominciando a svegliarsi veramente, prendendo in mano quella che sembrava una granata, ma senza esserne troppo sicura. Se la rigirò tra le mani un paio di volte prima che Daryl gliela strappasse via con una certa violenza << Torna ai tuoi pisolini. >> le disse prima di rimettere l'oggetto sul tavolo.
Ocean lo fulminò: lo odiava quando si comportava così, con quell'aria da superiore e saccentino. Odiava quando la trattava come una sprovveduta.
<< Non parlarmi così! >> rispose acida, già sull'orlo di un'incazzatura, prima di prendere un altro oggetto a caso dalla tavola, senza guardarlo troppo, solo per il gusto di "trasgredire le regole" e dimostrare che non avrebbe fatto come diceva lui. Si accorse troppo tardi dell'errore, quando ormai il liquido appiccicoso che colava da quello che sembrava un parastinchi le aveva riempito la mano. Fece un espressione disgustata e lentamente riposò l'oggetto sulla tavola, sotto gli occhi divertiti e quasi soddisfatti di Daryl, che ancora affermava la sua superiorità.

Ritornato Hershel dal suo incontro con Lori il gruppo si riunì all'entrata del blocco C e lì si prepararono per un'altra retata. Alcune delle corazze prese dalle guardie erano riusciti a pulirle a sufficienza e se le stavano mettendo, utili a proteggerli. Daryl, come aveva detto, rifiutò di infilarsi quegli affari che troppo erano stati a contatto con budella e chissà quale schifezza marcia. Ocean fece altrettanto, tanto aveva già la sua cotta a proteggerla e il casco le avrebbe solo impedito di guardarsi bene attorno. Stava bene com'era. Carl provò a infilarsi uno dei caschi, senza successo: troppo grande, scivolava via; e suo padre subito intervenne prendendoglielo dalle mani.
<< Questo non ti serve. Voglio che tu rimanga qui. >> spiegò lui.
<< Stai scherzando?! >> chiese incredulo suo figlio, sempre pieno della voglia di lanciarsi contro il pericolo e dimostrare il suo valore.
<< Non sappiamo cosa troveremo lì. Se dovesse succedere qualcosa tu saresti l'unico uomo rimasto a proteggere il gruppo. Voglio che tu gestisca le cose qui. >> spiegò suo padre.
<< Sicuro. >> annuì Carl, sorprendendo i presenti, convinti che si sarebbe ribellato ancora, come spesso faceva ultimamente.
<< Grandioso. Andiamo! >> concluse Rick prima di voltarsi nuovamente verso il suo gruppo e aspettare fossero tutti usciti, per poi seguirli. Percorsero i corridoi del blocco C, che già avevano testato essere sicuri e arrivarono di fronte alla "prima porta del mistero". Cosa c'era oltre era tutto un interrogativo, ma presto avrebbero avuto le loro risposte. Daryl infilò la chiave nella fessura della porta a sbarre e l'aprì lentamente, sperando di evitare rumore, invano. Schiacciati contro il muro, guardinghi, con solo l'aiuto delle loro torcie a illuminargli la via e i respiri così affannosi da sembrare assordanti, camminarono lungo il primo corridoio, più o meno in fila dietro Rick. La bianca luce delle torcie correva da un angolo a un altro di quei muri grigiastri, sporchi e a tratti spaventosi, con le loro strane e minacciose ombre.
Al primo svincolo trovarono le prime celle, aperte, che proiettavano la loro ombra a righe su dei cadaveri stesi a terra, apparentemente immobili, ricoperti di polvere e forse un po' di muffa. Rick si avvicinò lentamente, restando coperto dai suoi amici, e controllando con tutto il tempo che riteneva necessario l'affidabilità del passaggio. Glenn con una vernice spray disegnò una freccia su un muro, per permettersi di ritrovare successivamente la via del ritorno, e rivoltandosi andò a sbattere contro una spaventatissima Maggie, che non riuscì a trattenere un verso di soprassalto, ma che si riprese subito con un paio di respiri.
Ocean fiancheggiò Rick e si avvicinò al primo cadavere a terra, posò la punta del suo stivale su un fianco e lo smosse un po', scuotendolo, aspettando di vedere se si svegliasse: ma restò immobile e questo tranquillizzò in parte il gruppo. La ragazza guardò il capogruppo, senza proferire parola, intimorita dagli echi che avrebbero comunicato la loro presenza altrove, a chissà quale mostro nascosto dietro quale angolo. Bastò il suo sguardo a comunicare con lui: "sono morti". Passarono rapidamente, buttando gli occhi a qualsiasi cella incontrassero lungo il loro cammino, pronti a uccidere qualsiasi cosa si muovesse contro le loro aspettative. Si schiacciarono di nuovo contro il muro quando arrivarono allo svincolo successivo, dietro Rick, aspettando che guardasse oltre e controllasse lo stato del passaggio successivo. Fece nuovamente correre la torcia su ogni muro, guardò i suoi compagni, lasciando fossero nuovamente gli occhi a parlare, e col cuore che gli batteva quasi in gola si incamminò per il secondo corridoio, che sembrava completamente vuoto. Con la torcia indicò il punto a Glenn dove fare la seconda freccia, e a Ocean, sempre di fianco a lui, dove dare un'occhiata per assicurarsi fosse sicuro. I suoi compagni obbedirono all'istante, poi finito l'incarico, tornarono ad affiancarsi a lui.
E lentamente arrivarono al terzo svincolo, dove oltre già si potevano sentire i primi versi gutturali che annunciavano la presenza di ospiti indesiderati. Con rapidità Rick guardò oltre, per constatare quanti fossero e capire se erano abbattibili o meno, ma appena svoltato l'angolo si trovò di fronte a una mandria di numero imprecisato, tutti accalcati sull'altro, e questo lo convinse a non tentare nemmeno...per il momento. Allungò un braccio, bloccando il cammino a Daryl, accanto a lui, e fece un rapido passo indietro, schiacciandosi e nascondendosi dietro l'angolo, ma ciò non bastò perchè la luce delle torce attirò i mangiatori di carne, che aumentando famelici i loro versi, cominciarono a dirigersi verso le loro prede cercando di aumentare il passo per quanto possibile.
<< Indietro! Torniamo indietro! >> disse Daryl voltandosi e cominciando a ripercorrere velocemente i suoi passi.
<< Via!! >> gridò Rick ai suoi compagni, autoritario, spaventato per l'ostacolo appena incontrato. Hershel indietreggio, inciampando in un cadere e quasi cadendo a terra, mentre i suoi compagni gli passavano davanti affrettati, correndo via. Si rimise velocemente in piedi e li seguì. Daryl puntava la balestra a ogni angolo, prima di svoltare, sapendo bene anche lui stesso che non avrebbe avuto tempo di contrastare eventuali mandrie se se li fossero trovati davanti.
<< Da questa parte! >> urlò nuovamente Daryl, colto dalla fretta, mentre correva lungo i corridoi che a malapena faceva in tempo di vedere, sentendo già il fiato puzzolente dei putridi sul suo collo. Maggie e Glenn, davanti a tutti, correndo più rapidamente degli altri, arrivarono a un ulteriore svincolo, dove Maggie si trovò di fronte altri zombie e sarebbe stata afferrata se non ci fosse stato Glenn a tirarla indietro << No, di qua no! >> comunicò prima di correre dall'altra parte e seguire il gruppo che già aveva svoltato dove di dovere. Corsero rapidi, cercando di stare uniti, ma altri zombie, sbucati dalla loro sinistra, costrinsero Maggie e Glenn a fermarsi e deviare, separandosi dal resto del gruppo, e infilandosi dentro la prima porta trovata, con la speranza che fosse abbastanza per restare al sicuro almeno per un po'.
Il resto del gruppo riuscì, dopo mille corridoi superati e angoli svoltati, a seminare i loro inseguitori, a discapito del loro orientamento che stavano cominciando a perdere. Si inginocchiarono sotto una grata, riuscendo a tenere sotto controllo un corridoio dall'altra parte, e a stare al sicuro per qualche secondo, finchè non sarebbero stati trovati.
<< Dove sono Glenn e Maggie? >> chiese Rick sottovoce, accorgendosi solo in quell'istante dell'assenza dei suoi amici.
<< Dobbiamo tornare indietro! >> disse Hershel, preoccupato per sua figlia, riuscendo in maniera strabiliante a nascondere il panico che già si stava impossessando di lui. Aveva un incredibile sangue freddo, e questa era una qualità eccellente.
<< Si, ma da che parte? >> chiese Daryl, non sapendo cosa intendesse con "tornare indietro" visto che avevano corso a lungo e non sapevano dov'erano e dove avevano perso i loro compagni.
La mandria passò oltre e i versi si allontanarono, fino a quando non li sentirono più e Rick fu il primo ad alzarsi e tornare sui suoi passi, sperando di ritrovare i compagni persi. Superarono un corriodio, andando oltre, ma non prima che Hershel si fermasse e cercasse di chiamare sua figlia, invano. Proseguirono silenziosi, con l'unico sottofondo dei loro cuori, e la voce di Hershel, dietro di loro, che continuamente chiamava sottovoce << Maggie! Glenn! >>.
Poi all'improvviso la sua voce fu interrotta da delle urla di dolore, e il resto del gruppo si voltò immediatamente, riconoscendo nei versi il loro compagno Hershel. Rick superò gli altri e fu il primo a giungere dal vecchio, sparando in testa allo zombie che stava strappando via la carne dal suo polpaccio. Il rumore dello sparo indicò la via anche ai due ragazzi che si erano persi, giungendo immediatamente sul luogo, dove Maggie non riuscì a trattenere un urlo disperato rivolto al padre a terra, ferito, e inevitabilmente sul punto di morte. Ma lo sparo non richiamò solo l'attenzione dei due ragazzi, e ben presto gli zombie che erano riusciti a seminare, tornarono sui loro passi, ritrovandoli e andando loro incontro.
<< Presto! >> incitò Ocean, passando oltre Rick e Glenn che cercavano di tirare in piedi Hershel per portarlo via, e si avvicinò ai primi zombie che andavano loro incontro, impugnando la sua spada, e aprendo il cranio a chi era pericolosamente troppo vicino ai suoi amici. Daryl sparò una freccia in faccia a un altro, che quasi aveva morso la ragazza, la quale impegnata a uccidere i primi due non l'aveva visto avvicinarsi. Ocean indietreggiò, guardando con attenzione quelli che continuavano ad avanzare e lanciando un occhio rapido alle sue spalle per controllare se gli altri erano riusciti ad alzare Hershel e portarlo via. Ma voltandosi non vide solo i suoi amici intenti a scappare, ma anche un ulteriore fonte di preoccupazione: un'altra mandria stava arrivando loro alle spalle.
<< Siamo bloccati! >> annunciò Rick prima di imboccare un corridoio qualsiasi sulla sinistra << Indietro! Indietro! >> ordinò ancora ai suoi compagni. Ocean si guardò attorno, confusa e spaventata, prima di essere destata dalla mano di Daryl che afferrandola per il polso la trascinò via, seguendo il resto del gruppo.
Si trovarono chiusi in un altro vicolo cieco: il corridoio imboccato non portava da nessuna parte e l'unica via di fuga era un portone chiuso con dei catenacci e dei lucchetti.
<< T-Dog! Apri la porta! >> chiese Rick, impegnato a tenere in piedi il vecchio, e Maggie gli fece eco. Il ragazzo si lanciò contro la porta, e cercò di sfondare il lucchetto colpendolo col retro in ferro della sua arma. Daryl sparò a un altro zombie, ormai troppo vicini, e cercò di allontanarne un altro con un calcio.
<< Forza! >> incitò ancora Rick, colto dal panico: se T-Dog non sarebbe riuscito ad aprire la porta velocemente sarebbero stati sopraffatti.
Daryl sparò a un altro zombie, cercando di indietreggiare per non essere afferrato, ma uno di loro, al fianco di quello atterrato, gli si lanciò contro a fauci aperte, non dandogli il tempo di realizzare e agire. Ocean con uno scatto si piazzò davanti al suo amico, facendolo indietreggiare un il braccio sinistro e alzò il destro, intercettando il morso dello zombie. Si sentì un raccapricciante rumore, simile a delle unghie su una lavagna, che fece venire la pelle d'oca a tutti. Daryl era già pronto a gridare al disastro vedendo lo zombie con la bocca che si stringeva intorno al braccio della sua amica, messasi davanti a lui per salvarlo. Ma la paura e la disperazione scemarono all'istante, quando si ricordò e vide che Ocean era ben protetta dalla cotta di maglia, che cigolava sotto i denti ben serrati del mostro. Ocean conficcò la spada nella sua fronte, tenendo ben saldo il braccio, come se fosse stata lei ad afferrare lui e non il contrario, poi su incitazione di Rick indietreggiò e si infilò all'interno della stanza appena aperta da T-Dog.
<< Chiudi!! >> ordinò di nuovo Rick ai compagni dietro di lui, e di nuovo T-Dog intervenì, schiacciandosi contro la porta, cercando di bloccarla con la sua forza. Daryl si poggiò al secondo sportellone, di fianco a lui e Ocean fece altrettanto, sperando di essere d'aiuto ai suoi amici con la sua misera forza.
<< Ehy! >> chiese aiuto Rick, che assisteva il suo amico steso a terra, dolorante che lamentava la sua paura e la sua sofferenza.
<< Vai, vai! >> disse Daryl a Ocean, invitandola ad andare da Rick << Ce la facciamo. >>
Ocean annuì e andò in aiuto del suo amico, il quale comunicava con gli occhi tutto il panico che si stava impadronendo di lui. La ragazza si inginocchiò vicino a Hershel, insieme a Glenn e Maggie che piangeva disperata, accarezzando il viso di suo padre.
<< Andrà tutto bene. >> disse Rick cercando di far coraggio forse più a se stesso che agli altri, e cominciò a slacciarsi la cintura dei pantaloni. La tirò via dalle asole e l'avvolse intorno alla coscia del vecchio, stringendola più forte che poteva, nel disperato tentativo di bloccare la circolazione del sangue. Ocean capì cosa stava per apprestarsi a fare, e capì anche perchè era stata chiamata ad aiutarlo: cercò di far uso del peso del suo corpo, sbilanciandosi in avanti e poggiando le mani sulle due gambe dell'uomo. Doveva tenerlo fermo, se si fosse agitato e divincolato avrebbero rischiato di fargli del male e basta.
<< D'accordo. C'è solo un modo per salvarlo. >> disse Rick, sollevando un'ascia, sperando e pregando che avesse ragione. Guardò Ocean, che gli diede il consenso con un gesto del capo, comunicandogli che era pronta e facendo un sospiro raccoglitore fece cadere l'arma sulla gamba dell'uomo, un bel pezzo prima del morso, con tutta la forza che aveva, cercando energia anche nelle urla che accompagnavano i suoi colpi. Il sangue schizzò ovunque, colpendoli in viso, ma non era certo questo che costrinse Ocean a voltarsi e chiudere gli occhi, mentre lottava contro gli spasmi del vecchio, che si divincolava per il dolore a ogni colpo, e tentava disperatamente di tenerlo fermo. Era il dolore. Il dolore nel sentirlo urlare e nel vedere e constatare che, se mai fossero realmente riusciti a salvarlo, il poveretto non sarebbe più stato in grado di camminare da solo. E in un periodo come quello, dove correre era alla base della sopravvivenza, questa era una situazione disperata.
<< Andrà tutto bene. >> Ocean cercò di rassicurare il poveretto, guardandolo in viso e cercando di trattenere la paura di fronte a quello sguardo deturpato dalla disperazione e dal dolore. Dopo qualche colpo Hershel smise di urlare, nonostante Rick continuasse a colpire, e svenne incapace di sopportare ancora quel dolore.
Rick finì il suo lavoro e il suo volto disgustato si trasformò immediatamente, cercando di ricomporsi, di riprendersi e di rilassarsi. Aveva tagliato via una gamba da un uomo vivo, da un uomo che era uno dei suoi migliori amici, si sentiva morire dentro, e in cuor suo sperava che tutto quello non fosse stato fatto invano. Guardò in volto i suoi amici, cercando nei loro occhi il coraggio e la rassicurazione: aveva agito d'impulso. Aveva agito bene? Erano d'accordo con quanto fatto? Potevano loro dargli la rassicurazione che cercava?
Ocean sospirando abbassò la testa, cercando di distendere anche lei i nervi e lasciando finalmente la presa sull'anziano steso a terra. Ora potevano respirare: avevano corso fino a quel momento, senza darsi il tempo di capire cosa stesse succedendo, dove andare e cosa fare. Era successo e basta. Ora avevano bisogno di stopparsi un attimo, prendere fiato e rimettere in ordine le cose. La più importante di tutte era che erano ancora vivi. Quasi non ci credevano, ma erano ancora tutti lì, nonostante il pericolo scampato e la paura avuta. Erano lì tutti, insieme, al sicuro. E pregarono che Hershel non sarebbe stato da meno. Respirava ancora, era ancora vivo, ma chissà ancora per quanto.
<< State giù! >> sussurrò Daryl, dalla porta, lasciandola un attimo incustodita, sovraccaricando le energie di T-Dog. Rick si abbassò immediatamente, senza neanche voltarsi per vedere il motivo di tale ordine, fidandosi ciecamente del suo amico, e così fecero gli altri, acquattandosi.
Ocean, l'unica che poteva vedere cosa c'era alle spalle di Rick, standogli di fronte, lanciò uno sguardo in direzione di Daryl, seguendo poi i suoi occhi per vedere cosa avesse destato il loro compagno, che repentino aveva alzato la balestra e la torcia, puntandoli verso le ombre dietro a una rete e avvicinandosi cautamente a loro, pronto a sparare se fosse stato necessario.
Delle divise blu si intravedevano, ombre che li osservavano, volti, uomini, ma chi erano? Amici? Nemici? Mangiatori di carne? Da quella posizione Ocean non riusciva a capire, erano troppo distanti e troppo nell'ombra per riuscire a scorgere bene i loro volti. Non si dimenavano, non facevano versi gutturali affamati, questo faceva sperare non fossero zombie. Anche se questo non era proprio fonte di rassicurazione: i vivi erano peggiori dei morti. Su questo tutti erano d'accordo. Gli zombie era relativamente facile aggirarli e ucciderli, i vivi avevano l'intelligenza necessaria a contrastarli, ingannarli e sparare un colpo di pistola prima di dar loro tempo di alzare le armi.
<< Porca puttana. >> sussurrò uno degli individui dietro la rete. Ecco le loro risposte.
Erano vivi.
La domanda ora era: erano nei guai?


Angolino dell'autrice
Oooooohhhhh e ce l'abbiamo fatta ad aggiornare pure sta volta xD mamma mia, faccio sempre più fatica a rispettare i tempi. Spero non mi vogliate male per questo T__T
Comunque...volevo solo approfittare di questo spazietto per farvi gli auguri di Natale, tutto qui :) E già che ci sono anche gli auguri di Buon Anno ( a meno che miracolosamente non riesca ad aggiornare prima xD)
Un saluto.

Ray.

   
 
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