Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: s1mo94    26/12/2014    1 recensioni
Gli occhi fragili di un bambino sono costretti ad osservare ciò che nessuno di noi vorrebbe mai vedere. Ma non tutto è perduto, la speranza c'è sempre, in qualsiasi situazione, perché la speranza vive finché noi viviamo.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quel giorno decisero di ignorarlo, a pranzo non era sceso a mangiare con loro, mentre il pomeriggio lo passarono in piscina.
Non pensarono nemmeno a come fare per cercare di avvicinarsi, Alessio credeva che forse quello era il modo giusto, magari sarebbe andato lui stesso a parlare con loro quando si sarebbe stancato di stare da solo.
Era quasi l’ora di cena, i ragazzi aiutavano Cristina in cucina, eccetto Daniele che era a farsi la doccia.
- Scenderà stasera? - domandò Valentina.
- Fatti suoi - rispose Mirco.
Dopo poco tempo se lo trovarono davanti:
- Voglio andarmene - disse convinto - qua non mi piace per niente.
Cristina era stupita tanto quanto i tre ragazzi che si trovavano con lei:
- Perché? - gli chiese.
- Sembra che siate tutti felici, come se non avete sofferto, io non sopporto questo clima.
- Noi ci comportiamo così per evitare di stare soltanto a piangere - ribatté Mirco - siamo stati male, ma se stiamo insieme le cose vanno meglio, sei tu che non capisci che bisogna aiutarsi a vicenda.
Ma lo ignorò:
- Allora? - si rivolse alla donna - quando posso andarmene? Ho già preparato tutto.
- Devi capire che non puoi andare via così su due piedi, bisogna innanzitutto trovarti un’altra sistemazione e poi…
- No - Stefano la interruppe e avanzava verso di lei minaccioso - io voglio andarmene adesso.
Mirco si frappose fra lui e Cristina:
- Hai sentito che ha detto? Non può mandarti via subito.
- Ma la fai finita di stare sempre in mezzo? - lo spinse via - mi sembri il loro difensore.
- Cerchiamo di calmarci tutti - disse preoccupata la donna.
- Io non mi calmo affatto - Stefano sembrava irrequieto.
- Va bene - Cristina alzò le mani in segno di impotenza - però devi darmi tempo almeno fino a domani.
Lui sbuffò, poi tornò al piano di sopra dicendo a bassa voce qualcosa che Alessio non capì.
Dopo pochi secondi Daniele raggiunse i suoi amici:
- Avete litigato di nuovo con quel tizio? - domandò - l’ho incontrato e sembrava alquanto irritato.
- Ha detto che vuole andare via - rispose Valentina.
- Davvero? Che bellezza almeno ce lo leviamo di torno.
- Non dire così - lo ammonì Cristina - anche lui è come voi.
- A me non sembra, sinceramente sono contento che se ne vada - si rivolse agli altri - voi no?
Ma non ottenne risposta.
- Beh? - allargò le braccia - cosa c’è?
- Forse abbiamo sbagliato - ragionò Mirco.
- Non puoi salvare chi non vuole essere salvato - gli fece notare il suo amico.
- In ogni caso - intervenne la donna - dobbiamo aspettare almeno fino a domani, adesso direi di andare a mangiare.
 
La mattina successiva Alessio notò subito che Stefano non era in camera, spostò lo sguardò sull’orologio e vide che era nettamente più tardi della mattina precedente. Pensò che faceva leggermente meno caldo dei giorni indietro.
Si alzò e andò in bagno, dopodiché si diresse al piano inferiore. Vide Serena e Stefano sulla porta:
- Ciao - gli sorrise la donna vedendolo sulle scale, mentre il ragazzo fece finta di non vederlo.
Alessio pensava che probabilmente Stefano stava andando via, si fermò un istante, poi continuò fino al salone dove c’erano i suoi amici.
- Neanche ha salutato - sentì dire da Daniele.
- Già - affermò Mirco, che poi scrutò Alessio sulla porta - ce l’hai fatta a svegliarti - gli disse scherzando.
Lui fece cenno di sì, poi si mise seduto e iniziò anche lui a fare colazione.
Rimasero in silenzio finché non ritornò Serena.
- Insomma che gli è successo? - domandò Daniele - adesso che è andato via puoi dircelo.
La donna si appoggiò alla parete:
- Sì - rispose con un sospiro, poi si spostò e si mise anche lei seduta - suo padre è in carcere da quando Stefano aveva dieci anni, ha vissuto con sua madre fino all’anno scorso, poi lei si è uccisa e lui ha iniziato a vivere in casa famiglia. Come vi dicevo quando è arrivato, ne ha cambiate già tre, adesso sembra che due suoi zii sono finalmente disposti a prendersi cura di lui finché suo padre non uscirà di galera.
- Avrà anche passato una brutta esperienza - intervenne Mirco - ma non è giusto comportarsi così, non è colpa nostra se gli è successo questo.
- Non tutti reagiscono allo stesso modo, c’è chi chiede aiuto e si fa forza a vicenda, come voi, ma c’è anche chi se la prende con il mondo intero e pensa che nessuno sia in grado di capirlo, come Stefano. Comunque sono sicura che prima o poi si calmerà, ha solo bisogno di tempo.
I ragazzi finirono di mangiare in silenzio, Alessio notò che i suoi amici non riuscivano ad essere completamente contenti del fatto che Stefano fosse andato via.
 
- È una specie di fallimento.
Mirco era in camera di Alessio e stavano parlando del ragazzo che era appena andato via.
- Fallimento? - Il bambino non aveva capito.
- Non siamo riusciti a farlo sentire a casa, e così è andato via. Ma ormai non possiamo fare più niente.
- Non potevamo fare niente neanche prima, da quando è arrivato non ha fatto altro che comportarsi male con noi.
- Già - Mirco si mise seduto vicino al suo amico - forse non sono tanto bravo ad aiutare le persone.
- Perché dici così?
Lui non rispose, teneva lo sguardo fisso verso la finestra, così Alessio provò a consolarlo:
- Hai aiutato me, se non ci fossi stato tu adesso sarei solo.
- Sicuramente ci sarebbe stato qualcun altro, io sono una nullità.
Alessio era preoccupato, non aveva mai visto il suo amico in quello stato e non sapeva come aiutarlo.
- Forse è meglio che resto un po’ da solo - Mirco si alzò - ci vediamo dopo ok?
- Sei sicuro di voler restare da solo?
Lui scosse la testa, poi tornò indietro, abbracciò Alessio e scoppiò a piangere:
- Non ce la faccio, provo a non pensare alla mia vita, ma non ci riesco - si staccò dal suo amico e si rimise seduto - l’unica cosa che riesco a fare è maledire il mio destino. Quando avrò diciotto anni mi sbatteranno fuori di qua e non ho un posto dove andare. Mi illudo dicendo che prima o poi qualcuno mi verrà a prendere, ma so che non è così, e quando ve ne andrete anche voi resterò solo per l’ennesima volta.
- Non ti lascerò solo.
- E come fai a saperlo? Non siamo noi a decidere, non possiamo fare niente ed è meglio che ti metti in testa l’idea che prima o poi ci divideremo.
- Anche se succederà ti vorrò sempre bene, non mi dimenticherò di te.
Mirco si asciugò gli occhi e si sforzò di sorridere: - Forse è meglio evitare di pensare a queste cose.
Alessio fece cenno di sì, ma sapeva che il suo amico non stava bene, voleva fare qualcosa per lui, ma non aveva nessuna idea.
- Ora vado - disse Mirco - adesso voglio davvero restare un po’ da solo.
- Scusa se non riesco ad aiutarti.
Il ragazzo lo guardò stupito: - Ma che dici?
- Tu hai fatto tanto per me e lo continui a fare, ma io non faccio mai niente per te.
Mirco gli mise una mano sulla spalla:
- Invece fai tanto, anche se non lo sai.
Poi uscì dalla stanza e Alessio rimase sul suo letto a ragionare su quello che il suo amico gli aveva detto. Alla fine si convinse che entrambi non avrebbero potuto sopportare neanche per qualche ora l’uno la mancanza dell’altro.


Salve a tutti e grazie a chi sta leggendo e seguendo la mia storia :)
Vi avviso che il capitolo 11 sarà pubblicato nel pomeriggio di sabato 3 gennaio a causa di impegni lavorativi...Grazie ancora :)
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: s1mo94