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Autore: Aeltanin    26/12/2014    4 recensioni
Il Natale delle famiglie Malfoy e Zabini sembra godere delle più rosee prospettive di riuscita.
Tutto cambia a causa di un incontro a Diagon Alley, che porterà scompiglio, mettendo in bilico gli equilibri della famiglia Malfoy e conducendo Draco ad un incontro speciale e inaspettato.
« Malfoy! » Draco rabbrividisce, sapendo quanto l’uso del cognome sia pericoloso e letale, se pronunciato dalla sua dolce metà « Vattene subito o da questo momento in poi la tua mano destra acquisterà vita propria per quanto la userai! »
{Draco/Hermione {Blaise/Daphne
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Nota iniziale: Scusate il mio ritardo, imploro perdono. Ho avuto qualche problema alla linea internet e benchè volessi pubblicare due giorni fa, non sono riuscita a farlo. Spero che leggerete uguamente volentieri la mia storia e che mi farete sapere che ne pensate.
Grazie sempre di essere presenti per me. Vi lascio alla lettura, che spero per voi sia piacevole!

 


 






Capitolo 2.

A Natale tutte le strade conducono a casa

 

 

 

 

 

Draco si ritrova a passeggiare per le via della Londra babbana senza una meta precisa e con un unico pensiero per la testa: Hermione e Lydia. Si domanda cosa stanno facendo, se Hermione sta sorseggiando il suo infuso di elleboro serale e se è triste al pensiero di averne riempito solo una tazza; se Lydia dormirà serenamente, senza che qualcuno le legga una storia prima di addormentarsi. E lui? Cosa farà? Vagherà per sempre per quelle vie buie, incapace di trovare il suo posto nel mondo? 

Non si accorge di essere arrivato a Vauxhall Roade di aver quasi oltrepassato l’orfanotrofio di Stockwell2Torna indietro di un passo e osserva quelle lugubri inferriate, concentrandosi sulla coltre di neve che ha ricoperto del tutto la scarsa vegetazione presente all’interno del parco. Nessuna luce filtra attraverso le vetrate imponenti dell’edificio; nella grande sala centrale su un lungo tavolo di legno sono disposti una quindicina di bambini di tutte le età. 

Non sa perchè si è fermato ed interessato ad un posto simile; sa solo che la tristezza che lo pervade si è accentuata. Che vita fanno quelle creature? A che cosa pensano prima di dormire? Perchè i loro genitori li hanno abbandonati? O perchè sono morti lasciandoli senza affetti? Che giustizia c’è in tutto questo? 

Ed è inevitabile non pensare a Lydia. L’affetto di una madre, per lei che ha la fortuna di averla, è insostituibile. Ma quel padre che l’ha rinnegata e che adesso senza pietà l’ha strappata a lui, come ha potuto osare farlo cinque anni prima? Come ha potuto quella bimba meravigliosa fare a meno del supporto di uno dei genitori? Eppure forse, nel suo piccolo, pensa Draco, lui ha fatto qualcosa per non farle pesare l’assenza del padre biologico. L’ha amata fin da subito, fin da quando, appena nata, i suoi occhi vispi si sono posati sul suo viso e fin da quanto l’incanto del sorriso di Hermione che gliela pose tra le braccia, gli fece capire quanto quella bambina avrebbe significato per lui.

E con lo stesso sguardo vispo e indagatore un bimbo lo sta osservando attraverso un piccolo oblò di vetro, spannandolo con il palmo della mano. Non appena si accorge che anche Draco l’ha notato, subito abbassa il capo, nascondendosi alla sua vista. Proseguono con questa pantomima ancora un paio di volte, finché Draco, incuriosito dal comportamento del bambino, decide di afferrare i battenti del grande portone e chiedere di poter entrare. Nonostante l’iniziale riluttanza della direttrice, Draco riesce ad ottenere di poter visitare l’edificio, utilizzando una dose cospicua di fascino Malfoy.

 

« Cosa desidera esattamente, signore? Non siamo soliti ricevere nessuno per ora di cena! » Irritato non poco dall’acida domanda della signora, Draco ricorre ad un altro espediente efficace: il denaro.

« Un gentiluomo non può decidere di fare della beneficienza? Sono certo che non vorrebbe mai privare questi bambini di un dono in più, questo Natale! » É certo di aver fatto colpo; l’espressione della ossuta direttrice si rilassa e un sorriso smagliante le si dipinge sul volto rugoso.

« Oh, prego si accomodi pure, signor Malfoy ».

« Grazie » le risponde garbato, assecondando il gesto gentile del braccio della direttrice, che lo invita a proseguire per il lungo corridoio buio. Viene condotto nella grande sala da pranzo, spoglia ed essenziale. Nota la frugalità dei pasti e la rigorosità dei bambini, che ad un cenno della direttrice, lo salutano educatamente. Draco sposta lo sguardo su ognuno dei loro visi, ma non rintraccia quello del bambino che tanto lo ha incuriosito. La signora, che ha seguito minuziosamente il percorso dei suoi occhi indagatori, non può fare a meno di notare l’assenza di… 

« Scorpius! Dove ti sei cacciato? » Draco non si è accorto della piccola testa bionda che lo sta analizzando scrupolosamente dall’alto in basso, proprio di fianco a lui. Non appena il suo sguardo si posa sul volto di Scorpius, questi si allontana di poco, con occhi timorosi, nascondendosi dietro le gambe della direttrice.

« Buo… Buonasera signore » balbetta timido. Draco sorride; è strano vedere un bambino tanto educato in un posto simile. Tenta di avvicinarsi, ottenendo solo di farlo indietreggiare ancor di più. Non è ancora riuscito a vedergli gli occhi, appositamente celati da una folta frangia biondo chiaro.

« Non devi avere paura di me, voglio solo salutarti » gli dice con un sorriso caloroso. 

« Temo che Scorpius non abbia la stessa voglia, signor Malfoy! » gli inveisce contro la signora direttrice. 

« Beh, lasci che sia lui stesso a dirmelo. Hai forse paura di me, piccolo? » Nonostante il tono gentile con cui gli si rivolge, Scorpius non sembra voler rispondere. C’è qualcosa di strano nel suo sguardo; un sorriso malizioso che contrasta con il suo fare timoroso. 

« E’ meglio che vada allora. Ecco a voi il mio il mio regalo di Natale! » Draco deposita sul tavolo da pranzo una cospicua somma di denaro, che fa quasi girare la testa alla direttrice. I bambini si avvicinano uno per volta e raccolgono la loro banconota e ringraziano Draco con un piccolo inchino e un sorriso radioso. Si sente così bene, che potrebbe cambiare il mondo! Aver reso il Natale di quelle creature un po’ migliore lo invade di una positività inaudita. Scorpius non ha ancora raccolto la sua banconota e Draco se ne accorge. 

« Non è forse di tuo gradimento il regalo, Scorpius? » gli chiede garbatamente Draco. Il bimbo scuote la testa. « Se ti faccio così paura, allora vado subito. Scusami di averti turbato » e si avvia verso l’uscita dell’orfanotrofio.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Lydia è a cena con Ron e Harriet. Sta rigirando i pezzettini di carne arrosto nel piatto da almeno dieci minuti. Con il gomito poggiato sulla tavola e la tempia adagiata sopra, ascolta le mirabolanti avventure di Quiddich del padre. E la sua oca bionda non aiuta…

 

« …E poi ho fatto quella parata pazzesca! La partita si è conclusa per trecentocinquanta a trenta! »

« Per non parlare, Ronnie caro, della partita contro le Holiday Harpies! »

« Oh si, davvero un successo! Per merito mio, naturalmente… »

« Senza di te non avrebbero vinto, sei il migliore in assoluto… » “Che schifo”, pensa Lydia con orrore. Forse è per questo che sua madre l’ha lasciato.

« Si, ehm… ma Lydia, stai ascoltando? » le chiede Ron, leggermente indispettito dalla distrazione della figlia. Come può restare indifferente ai suoi racconti?! “Inaudito!” pensa.

« Tesoro » comincia Harriet con tono lezioso « non ti piace la carne? Possiamo chiedere qualcos’altro, se desideri… ». Lydia la guarda a mala pena; Ron non si accorge neanche della sua esistenza. Vorrebbe rispondere che non è la carne a non piacerle, ma tutto l’insieme. Comincia a pentirsi di aver accettato di andare con Ron…

« No, è buona, ma… » si interrompe, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore « è che ho tanto sonno e voglio andare a dormire ». Ron è sconvolto; il volto di Harriet si è trasformato in quello di una iena.

« Come… come hai sonno? » le chiede Ron con la voce leggermente alterata, non riuscendo a trattenere l’indignazione.

« Sono stanca e vorrei tanto andare a letto, Ron… » 

« Come mi hai chiamato? Io sono tuo padre! » Ron le si avvicina minaccioso; Lydia indietreggia, un po’ impaurita e un po’ arrabbiata. Come si permette questo signore che appena conosce, di inveirle contro in questo modo?

« Io… scusa … » gli occhi le si riempiono di lacrime, che suo malgrado non riesce a controllare. Sta in silenzio, ma il viso comincia a rigarsi. Vuole solo tornare a casa, da sua madre e da Draco.

« Ti stai per caso annoiando? Ti ho comprato ciò che volevi, ti ho portato nel miglior ristorante di Diagon Alley, ti ho lasciato ordinare il piatto più costoso… »

« Io non volevo compra… » cerca di interromperlo invano Lydia, ricordandosi di come le abbia ficcato tra le braccia l’ultimo giocattolo uscito e come abbia ordinato lui per tutti al ristorante.

« Sei solo una bambina viziata! Ah, ma da adesso in poi ci penserò io alla tua educazione! » Lydia non riesce più neanche a respirare. Si sente fuori posto, le mani le tremano e la presa di Ron sul suo braccio le sembra troppo stretta. Ripensa per un momento agli occhi delusi di Draco, quando si è separata da lui. Nella sua mente vorticano tante immagini; tra tutte quella più nitida è il ricordo di lei e sua madre il giorno che sono andate a vivere con Draco. Le sembra quasi reale l’abbraccio del suo biondo preferito e le lacrime di gioia sul volto della madre. E’ tutto e solo ciò che ha sempre desiderato. Perchè è stata così stupida da seguire quel brutto rossiccio? Notando che Lydia non risponde, Ron ne approfitta per mettere ancor più il dito nella piaga.

« Vuoi andare a dormire? Bene, andiamo pure! » esclama Ron, furibondo. Prende Harriet per un braccio e trascina Lydia per la vita. Entra nel primo camino vicino e pronuncia l’indirizzo di casa sua. « Vauxhall Road, numero 15 ».

 

 

 

***

 

 

 

 

Draco si trova già fuori dall’orfanotrofio e calpesta la fitta coltre di neve che ricopre il parco intorno. Un soffio di vento più gelido degli altri gli sbatte sulle guance, arrossandole lievemente. Si accosta alla gola con gesto automatico il bavero del cappotto e si siede su una panchina dissestata che costeggia l’edificio. E’ quel freddo inopportuno a fargli desiderare addosso le mani di Hermione, che seppur piccole e sapienti, lo sanno scaldare in ogni modo possibile. Quando torna da lavoro, sfinito, ad un orario improponibile, lei è lì, pronta ad alleviargli la fatica. Gli slaccia la cravatta con dolce maestria e gli accarezza con i palmi aperti la base del collo e il torace. Continua, facendogli scivolare la camicia dalle spalle scarne e baciandogli l’incavo tra la clavicola e l’inizio della spalla. E’ a questo che pensa tutto il giorno, è a questo che aspira alla fine della giornata. Saperla rannicchiata sul sofà con la testa tra le gambe e a sorseggiare da sola il suo infuso serale lo fa sentire male.

 

« Signor Draco » la voce squillante di un bambino lo desta dalle sue tristi riflessioni. « Signor Dr… Malfoy. Perchè è tanto triste? » lo chiama ancora, non avendo ottenuto prima risposta. Draco si volta appena; nota una zazzera biondo chiaro occupargli la visuale e sorridergli furbamente.

« Cose da adulti. Non hai più paura di me, Scorpius? » gli chiede di rimando, dedicandogli un’occhiata bieca; poi aggiunge « Hai preso la tua parte di regalo alla fine? » termina tranquillamente, scrollandosi alcuni fiocchi di neve depositati sulle gambe esposte. Il bimbo nega con vigore, abbassando gli occhi. Draco di rimando fruga all’interno della tasca e pesca una banconota del valore doppio di quella prima offertagli. Gli occhi di Scorpius si riempiono di lacrime, che riesce a trattenere a fatica. Poi scosta lo sguardo, per evitare di fargli notare il suo disagio.

« Io… non ho bisogno di denaro. Io voglio solo che la mia mamma guarisca. Voglio questo regalo… » sospira all’improvviso, facendo sobbalzare Draco. Non può fare a meno di pensare quanto questo bambino stia soffrendo, quanto il peso di avere un genitore lontano possa essere insopportabile. E’ incredibile quanto un bambino possa insegnare ad un adulto, quanto possa essere più maturo di un adulto stesso. E in quel momento Draco ha imparato molto: niente conta se non c’è l’amore. E quel bimbo biondo, che assomiglia tanto ad un angelo, sembra essergli stato mandato per condividere con lui le sue pene. 

« Ehi » gli si rivolge, Draco, battendo con la mano sul posto vuoto accanto a lui « Vieni qui e raccontami tutto ». Il bimbo compie qualche passo incerto verso di lui, strizzandosi a fatica la sciarpa sottile intorno al collo. Draco si sfila il mantello pesante e lo adagia sulla schiena esile del piccolo, che tenta di resistere a tanta cortesia. Ma non appena quella lana pregiata gli tocca la schiena, non può fare a meno di stringere i lembi ancor di più e accucciarvisi dentro. 

« Grazie mille, signor Draco » lo ringrazia, mentre i suoi occhi si illuminano di felicità. Draco non può fare a meno di notare il velo opaco che invade l’azzurro di quegli occhi, come se un vetro appannato impedisse alla loro naturale energia di venir fuori e dare gioia al mondo. Quello sguardo, Draco lo sa, è lo stesso che aveva lui da bambino.

« Io la conosco, signore, l’ho vista qualche volta sui giornali. Ha salvato tante vite al San Mungo… »

« Davvero? Ma come puoi sapere queste cose? Come puoi saper leggere? Quanti anni hai? » 

« Quasi sei anni! La signorina Hastings ci insegna tante cose, anche se a volte è antipatica e ci sgrida, perchè siamo stanchi e vogliamo solo giocare ». Scorpius porta automaticamente una mano a coprire la bocca. Si rende conto di aver appena parlato male della direttrice. Se lo venisse a sapere lo metterebbe sicuramente in punizione. « Oh, la prego, signore, non volevo dire questo, non le riferisca quello che le ho detto! » lo supplica, allarmato. Draco gli da un buffetto sulla guancia e gli tende la mano. Il bimbo ci sta un po’ a capire, poi la afferra con fermezza e gliela stringe. « Sarà il nostro segreto, Scorpius » sorride, facendogli l’occhiolino. Le labbra di Scorpius non riescono a contenere le risa. E’ talmente tanto felice di stare in compagnia del signor Malfoy!

« Dove sono i tuoi genitori? gli chiede improvvisamente Draco, che se ne pente subito, dopo essersi soffermato sullo sguardo vacuo del bambino.

« Mio padre è… è morto prima che io nascessi. La mia mamma invece è la più bella di tutte, anche se adesso è malata. Si trova da tanto tempo in un ospedale scozzese, è per questo che mi trovo qui. Non ho altri parenti. Ci solo solo io. » termina con aria afflitta. « Signor Draco… » riprende un attimo dopo, con euforia e aspettativa « visto che lei è il migliore di tutti i medici del mondo e dell’universo e di tutte le galassie, non può curare la mia mamma? La prego… » gli chiede singhiozzante, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Draco non resiste: gli stringe le mani tra le sue e asseconda il suo volere.

« Non sono bravo in tutto Scorpius, non posso illuderti di saper curare tua madre… ma posso provarci. Quand’è che viene a trovarti? »

« Lei non può venire a trovarmi. E’ attaccata a tante macchine e non è possibile staccarla da lì » spiega triste Scorpius, capendo che per Draco non è possibile raggiungerla.

« E se andassimo noi? Se le facessimo una sorpresa? » Draco ricorderà il sorriso di Scorpius di quel momento come uno degli attimi più belli della sua vita e i suoi occhi come le gemme più lucenti che abbia mai visto. Non capisce se sia pioggia quella che gli cola sul volto o le proprie lacrime, lacrime di gioia.

« Lei farebbe questo per me? Nessuno ha mai fatto qualcosa per me! Oh grazie signor Malfoy, grazie, grazie, grazie! » gli si getta al collo, quasi come fosse una piuma e Draco gli scompiglia i capelli. 

« Allora, perché è tanto triste, signor Malfoy? » Scorpius ritenta, ostentando una tenera espressione. Passa solo qualche secondo prima che alcune voci concitate attirino la loro attenzione.

« Da oggi questa sarà casa tua, Lydia Weasley. Mi prodigherò affinché quel Mangiamorte venga spedito dove merita di stare! » la presa di Draco sulla schiena di Scorpius si allenta di botto. Il bimbo lo osserva, attento, ritrovando nell’elegante signore qualcosa di familiare, qualcosa di lui. Un profumo, un aroma, un gesto, una espressione.

« É per lei che è triste, vero? » Draco non riesce ad articolare alcun suono. Scorpius prende l’iniziativa e lo trascina a fatica con una manina verso il luogo di provenienza delle voci. Non si spiega neanche lui, perché senta l’impulso irrefrenabile di andare, ma sa che è necessario arrivare in tempo. « Se vuole una cosa, se la prenda, signor Draco! Altrimenti un altro bambino più veloce di lei, gliela soffierà sotto il naso! »

 

 

 

***

 

 

 

 

« Draco non è un mangia-qualcosa, Draco è super bravo! » Lydia non ha smesso di scalciare un attimo, rendendo notevolmente più complicato a Ron di portarla dentro casa.

« Il tuo“Draco” » le fa il verso « lo sai quante cose cattive ha fatto a me e tua madre durante la scuola? Sai come chiamava tua madre? » gli occhi di Ron, dardeggianti, la trapassano quasi da parte a parte « la chiamava “sangue sporco”! » La bimba riflette per un attimo: perchè mai Draco avrebbe dovuto far soffrire la madre e i suoi amici? Perchè si comportava così quando era più giovane? Hermione le ha sempre ribadito che c’è un motivo a tutto e che i gesti di ogni persona, siano essi gesti gentili o gesti cattivi, sono sempre giustificati da un motivo. E a lei basta sapere che Draco ama sua madre e che adesso è il solo capace di renderla felice e di farla sentire speciale in ogni momento. Che importa ciò che è successo prima? Lydia smette di agitarsi e si ferma, attonita, a guardare un punto dietro di lei. Si da un pizzicotto per capire se è un sogno o la realtà.

« Draco! » urla, incredula.

 « Smettila Weaslebee3, lasciala andare subito » ordina perentorio. Draco, sorprendendo perfino se stesso, riesce a mantenere comunque una calma invidiabile; non deve far capire a quell’ammasso inutile di muscoli, quanto la situazione lo turbi. Tuttavia, non appena ha visto Lydia costretta a sottostare al volere di Weasley, ha sentito una incontenibile scarica di adrenalina magica solleticargli i palmi della mani. Stringe le dita a pugno, per evitare azioni sconsiderate. Ma se è così sicuro di star trattenendo la sua magia, come mai Weasley si ritrova schiantato sul portico di casa sua? Ed è allora che si ricorda di non essere solo, di aver al suo fianco…

« Scorpius! Sei stato tu? » gli chiede Draco, più attonito che sorpreso. Il bimbo si porta le mani dietro la schiena e comincia a mordicchiarsi l’interno delle guance. Non riesce a parlare; è inspiegabile persino per lui ciò che ha fatto. La bella bambina dai capelli rossi lo guarda con stupore e gli si avvicina subito. Draco assiste alla scena senza intromettersi. 

« Draco, è stato lui! » urla Lydia, finalmente libera, correndo verso Scorpius. Quando gli è ad un palmo di naso, cauta gli prende le mani e le osserva: sono innaturalmente rosse e bollenti. Gliele sfiora dolcemente, ma non le è sfuggita la smorfia di dolore sul viso di Scorpius. « Oh » esclama Lydia, imbarazzata, ritraendo subito le sue mani « Scusami tanto! Non volevo farti male! » Draco si è progressivamente avvicinato loro, senza perdersi ogni minimo sguardo tra i due. Lydia si accorge di averlo vicino e lo guarda solo un secondo, senza sapere cosa fare. Ma si riscuote, quasi subito, riscaldata da quegli occhi così familiari, così meravigliosamente suoi.

« Draco, mi sei mancato così tanto! Non ho bisogno di un altro padre, io ho già te! » e subito Draco si accascia sulle ginocchia, vinto da una forza superiore, portandosi alla sua altezza. Famiglia, casa e amore è quello che prova, quando lei si rifugia tra le sue braccia. Le accarezza istericamente i capelli, le braccia, le mani. Lydia gli sfiora il viso, si aggrappa alle sue spalle, gli piange sul petto. « Perchè ci hai messo così tanto a venire a prendermi?! » le sue parole lo feriscono più di quanto sia disposto ad ammettere, ma ha ragione. Non avrebbe mai dovuto lasciarla andare con Weasley dal principio.

« Perchè avevo bisogno che qualcuno mi facesse ricordare le mie priorità » risponde mesto, volgendo il suo sguardo verso Scorpius, che li osserva, imbarazzato, in disparte. Lydia si asciuga velocemente una lacrima con la manica del cappotto e si fionda di nuovo verso quel bimbo biondo tanto bello, ricordandosi improvvisamente di una cosa importante.

« Deve essere curato, papà, le sue mani scottano! » Draco sente le gambe molli al solo sentire Lydia appellarlo come “papà”: teme che non si abituerà mai alla cosa. Riesce comunque ad acquistare un minimo di contegno, a esaminare le manine scarne di Scorpius e a constatarne l’inusuale temperatura. Il flusso di magia spontaneo deve avergli causato qualche lesione interna. Va curato immediatamente. Draco attira Lydia e Scorpius per la vita, cercando di toccare quest’ultimo con più delicatezza possibile. 

« Tesoro, stammi attaccata e… Scorpius… » continua con sguardo a metà tra il minaccioso e il divertito, prima di smaterializzarli tutti a Malfoy Manor « poi mi spiegherai il perché di questa magia involontaria… » termina, ottenendo un sorriso bieco da parte del bambino. A Natale tutte le strade conducono a casa.

 

 



***

 

 

 

A discapito dell’aspettativa di Draco, Hermione non si trova affatto a Malfoy Manor. Un momento di panico l’ha invaso: Lydia se n’è accorta subito e gli ha preso una mano, consegnandogli una lettera che ha trovato in cucina, quando è andata a controllare la sua torta…

« Che cos’è? » le chiede, allarmato, mentre spalma un unguento violaceo sulle mani di Scorpius, che subito, avverte sollievo.

« Credo che sia per te. C’è il tuo nome e questo strano simbolo sopra… » indica Lydia. Draco osserva il simbolo e sbianca: Hermione ha disegnato una strana protuberanza cilindrica e una mano. Non promette niente di buono.

« Emh… amore di papà » le dice, imbarazzato « che ne dici di andar a giocare in salone con Scorpius e fargli conoscere Nolah e gli altri elfi? Devo fare una… cosa… » termina, speranzoso. Lydia lo guarda un attimo confusa, per poi trascinare Scorpius con lei.

« Certo, papi! » Non appena il vociare dei bambini si fa sempre più lontano, Draco apre la lettera e, sempre più terrorizzato, si allenta il colletto della camicia. E’ una strillettera. Non può di certo ignorarla! Quella donna lo ucciderà prima o poi!

 

 

 

 

 

DRACO LUCIUS MALFOY!

Come hai osato lasciarmi da sola di punto in bianco, senza dirmi dove fossi andato!?! Sei uno stupido furetto permaloso!
Sono veramente disgustata!
Oggi ho vagato per tutta Londra, chiedendo di te in ogni bottega e negozio, senza che nessuno sapesse dirmi dov’eri!
Al San Mungo non ti fai vedere da giorni e i tuoi colleghi e amici sono tutti terrorizzati!
Alex ha costretto Blaise e Daphne ad andare a cercarti perfino in Africa, minacciandoli di soggiogare tutti gli elfi domestici e farsi smaterializzare ovunque avesse voluto, se non lo avessero accompagnato loro!
“Zio Dlaco è andato siculamente da Lydia e io voglio andale a plendele lui con gli elfi e poi voglio andale da quella donnola per plendele anche Lydia, così Lydia mi vollà pel semple bene!”
Sai dove mi trovo adesso? In Messico! E guarda caso neanche lì ci sei! 
E sappi, caro, che quel simbolo sulla lettera non è casuale! Arrangiati di conseguenza!
Ti odio e ti amo, ma ti odio di più!

 

 

Hermione incazzata Jean Granger

 

 

« Santissimo Salazar! »



 


1: Vauxhall Road è la via dove si trova probabilmente l'orfanotrofio in cui Voldemort ha trascorso la sua infanzia.
2: lo "Stockwell Orphanage è probabilmente il nome dell'orfanotrofio dove è cresciuto Voldemort. Ho trovato le informazione su yahoo.
3: "Weaslebee" è l'equivalente italiano di Weasleyuccio. Draco lo chiamò così in Harry Potter e il progioniero di Azkaban, quando Ron ed Hermione si trovavano sulla neve e Harry, sotto il mantello dell'invisibilità, combattè Draco a palle di neve, facendolo scappare a gambe levate.


Note finali: Ebbene, il personaggio misterioso è Scorpius! C'è dell'altro in ballo, molto altro. Scorpius non è un bambino qualunque, non è solo un orfano e non è il figlio di Draco. Ma non posso dirvi altro. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, dove vedremo le famiglie Zabini e Malfoy nuovamente felici e insieme festeggeranno il Natale. Ma non ci saranno solo loro... :) Colgo l'occasione per augurarvi di trascorrere delle belle feste e augurarvi un buon anno nuovo! 
Grazie a chi legge in silenzio, a chi segue la mia storia e a chi mi regala un sorriso in più, recensendo i miei capitoli. Per me non esiste regalo migliore di ricevere le vostre opinioni e saper di aver fatto breccia nel vostro cuore. 

Aeltanin Astoria


 

 

 

   
 
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