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Autore: Vuby    26/12/2014    0 recensioni
Elici ha quattordici anni ed è una schiava...finché non decide di fuggire. Partirà così per una fuga apparentemente infinita, con la compagnia da cui meno si aspettava d'essere accompagnata.
Elici racconta la sua storia come un fantasy che affronta le tematiche del viaggio e della lotta tra bene e male, dell'amicizia e del tradimento.
Dalla brano:
"Mi volto e davanti a me compare una zolla di muschio celeste, fluttua in aria come uno spirito ed emana una luce rassicurante e inquietante contemporaneamente. Come in trance mi avvicino, senza staccare gli occhi dalla pianta magica che mi acceca col suo bagliore e provo ad afferrarla, ma proprio quando le mie dita sfiorano la superficie morbida, sento qualcosa conficcarmisi in mezzo alle scapole, portando con sé la sensazione che qualcuno stia tentando di strapparmi la pelle con le mani; poi sento un liquido caldo e appiccicoso bagnare il corsetto e capisco che è finita. Probabilmente non vedrò mai più Peter o Glea. Morirò qui. Il mio ultimo pensiero corre a mio padre, poi svengo."
Spero di avervi incuriosito e che la storia vi piaccia! Ciau!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono avvolta da una nebbia densa e impenetrabile, non riesco a vedere dove mi trovo, ma ad un certo punto vedo una figura avanzare in mezzo alle nubi dirigendosi verso di me. Sembra quasi che voli, che fluttui come una creatura eterea, come un fantasma. Continua ad avanzare e un dubbio sorge in me; sarà dall'andatura composta o dalla forma della sagoma, ma sento di conoscere quella persona. Mi si avvicina e finalmente ci troviamo di fronte, faccia a faccia e allora la osservo finalmente: ha i capelli rossi, color carota e occhi neri. Neri come non ne ho mai visti, come solo un demone potrebbe averli, o semplicemente la figlia di un demone. Mi sorride e prima che il sogno si dissolva provo a dire qualcosa: «Ciao, Cara...»Mi sveglio di colpo e subito penso di essere ancora nella Baracca, al castello di Malfest, è solo guardando il soffitto che mi accorgo però di essere nella casetta di Ghell e Glea, le gemelle malefiche. Una lacrima mi sfugge ripensando a Cara...è colpa mia se lei è morta...non sarei dovuta andare da Makera...Comincio a piangere e nella stanza, da sola, ascolto i miei singhiozzi rimbombare mentre penso a lei. Quando andai la prima sera da lei cominciammo a parlare e lei mi disse una frase che non dimenticherò mai "A volte piango senza motivo. Piango fino a sfinirmi." io le chiesi il perché e lei rispose "Perché so che così, quando sorriderò, i miei sorrisi saranno sinceri. È stupido, lo so, ma mi aiuta a star meglio." Continuo a piangere e quando mi calmo sprofondo nuovamente in un sonno agitato, e sogno mia madre, per la centesima volta.
***
Mi sveglio che il sole dev'essere già alto. Mi siedo con la schiena poggiata alla parete e comincio a mangiucchiare le pellicine delle dita mentre aspetto, finché dopo qualche minuto entra Jack: ha la camicia tutta sporca però ha un panciotto nuovo, nero lucido come i pantaloni infilati negli stivali grandi; mi rivolge un sorriso compassionevole e la rabbia mi monta dentro, per il fatto che mi guarda come se fossi un cucciolo smarrito,  per il fatto che si consideri sempre superiore a me. Credo che se non fossi così stanca lo strangolerei. Si scosta e dietro di lui compare Glea, al fianco di Ghell, che sostiene il mio sguardo ostile, poi Jack indietreggia mentre le gemelle entrano e si chiudono la porta alle spalle.
Ghell sorride.《Ricominciamo da dove avevamo lasciato.》
***
《Mi chiamo Elici, ho quattordici hanni, ero la schiava personale del conte Malfest, sindaco della città di Calessey.》
《Perché proprio tu?》mi interrompe Ghell con fare sprezzante e sufficiente. 
《Mia madre era sua moglie,  lo tradì con un servo e nacqui io, lei fu giustiziata e Malfest mi odia come non odia nessun altro.》
《E il tuo amico di là? Era anche lui uno schiavo?》
《No. Lui...lui era il fratello di Cara...》 l'ultima parola è solo un sussurro e sento qualcosa rompersi in me, le lacrime mi rigano il volto ma le due continuano a osservarmi con sguardo gelido.
《Chi è Cara?》
《Era.》
《Cosa "era"》
《Chi era!》
《È stata ammazzata?》vedo con la coda dell'occhio Glea che le lancia un'occhiata di rimprovero, ma non ce n'è bisogno,  in fondo è andata così, non c'è altro modo di dirlo. 
《È stata uccisa dai soldati di Malfest. I suoi schiavi si sono rivoltati e io e Cara abbiamo approfittato della situazione per fuggire e andare da suo padre Makera, ma con noi c'era Nam,  figlio adottivo di Malfest...》continuo la storia e le MB mi ascoltano in silenzio fino alla fine e da quello che mi dicono comprendo che il vortice era una trappola magica utilizzata da loro per cacciare le prede che non si trovano qui a Neverland e noi ci siamo cascati come dementi. 
《Quindi noi non abbiamo modo di tornare alla nostra terra?!?!》salto in piedi e il panico mi affera nella sua morsa facendomi battere il cuore a mille, la testa mi brucia: da questo viaggio non c'è via di ritorno. Non so perché ho tanta paura in realtà: ero così ansiosa di andarmene, prima! Ma adesso... adesso mi sento come un cucciolo smarrito che ha paura di allontanarsi dal nido. Glea mi fa cenno di sedere così cerco di calmare il respiro,  il battito cardiaco si calma di un poco. 
《Avete detto che questa è Neverland,  l'isola che non c'è,  giusto?》
Annuiscono dubbiose.
《Quand'ero piccola c'era una serva anziana,  Castela. Ogni sera mi raccontava la storia di un bambino,  Peter Pan si chiamava. Ecco,  lui era amico delle fate -la sua migliore amica era Campanella- ma un giorno una di esse lo tradí, rivelando al malefico dittatore la sua posizione. Il dittatore decise allora di far guerra a coloro che non si alleavano con lui,  tra cui Peter, che però formó un esercito. Un esercito composto dai bambini con le più fervide fantasie mai viste e grazie a un aiuto delle fate essi aquisirono dei poteri basati sui loro sogni. Alla fine Peter vinse e governò su Neverland e su tutte le razze presenti per il resto dei suoi giorni con saggezza,  assieme a Campanella.》 Solo ora mi accorgo che non sono sola, alzo gli occhi tornando alla realtà. Glea e Ghell mi guardano come se avessi detto la storia più famosa del mondo però. 
《Sì,  Peter è molto conosciuto ovunque, sai,  lui ha creato i MicroBimbi per mezzo delle fate. È morto quasi duecento anni fa e dopo alcune guerre interne  al trono è salita la regina Marin, ha regnato... quanto?》Glea si rivolge a Ghell 《Centotrent'anni. Poi è arrivato il dittatore che l'ha avvelenata, adesso ci tiene tutti sotto tiro, aspettando anche solo un minuscolo errore per uccidere qualcuno.  Non sappiamo nulla di lui, nemmeno di che razza sia o da dove sia spuntato.》Glea annuisce con aria complice e lo sguardo grave. 
《Domani vi lasceremo andare, sarete liberi,  ma vi avverto: non durerete una settimana da soli.》Detto questo Ghell si volta e apre la porta, esce seguita a ruota da Glea e Jack mi viene incontro ma io gli passo accanto senza degnarlo di uno sguardo e lo urto con la spalla. Sono furiosa con lui e non so nemmeno perché,  fantastico,  era proprio la cosa che mi serviva vista la nostra situazione! In ogni caso, credo che gli dovrò parlare, stasera:non possiamo andarcene,  ma non possiamo nemmeno rimanere qua e dobbiamo imparare ad andare d'accordo se vogliamo sopravvivere. 
*** 
Quando mi sveglio è ancora buio, cominicio a preparare un sacco con le cose che mi potrebbero servire mentre ascolto il silenzio che abita la casa e la radura circostante, l'unico rumore è quello della leggera brezza che fa frusciare le foglie e...ah no, è Jack che russa. Gli do un calcio alla spalla e subito si sveglia,  suppongo che il gemito di dolore che emette sia per il fatto che quella era la spalla appena guarita...non so. 《Preparati, ce ne andiamo.》 annuisce e si comincia a preparare. 
Usciamo silenziosamente, i primi raggi del sole cominciano ad illuminare il cielo e la foresta. Con cautela mi volto e chiudo la porta. Una fitta di dolore mi attraversa il fianco sinistro, poi sento qualcosa conficcarmisi nella carne, la mia visuale viene coperta da miriadi di puntini rosso sangue,  intravedo il viso di un uomo, sbatto la testa e tutto si fa buio.



 
Note della Nither: e così si conclude la prima parte della storia! Diciamo che in realtà fin'ora è stata un'introduzione a quella che poi sarà la vera avventura!  È per questo che vi chiedo di non giudicare Dragonfly in base a questi primi capitoli ma di aspettare un po'. La seconda parte uscirà più avanti e non sarà più narrata in prima persona ma in terza, ci saranno nuovi personaggi e comincerà il viaggio di Elici e Jack. Cosa ne pensate?  Alla prossima! 
   
 
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