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Autore: Vavi_14    26/12/2014    0 recensioni
A pochi mesi dalla morte dei loro genitori, Itachi e Sasuke si ritrovano improvvisamente soli, obbligati a coniugare gli studi con la gestione di un'Azienda prestigiosa che il maggiore ha ereditato in quanto primogenito della famiglia Uchiha. In questa situazione già ostile accadrà un fatto imprevisto che sconvolgerà per sempre le vite dei due fratelli. Starà a loro decidere se arrendersi alla crudeltà del fato, oppure continuare a lottare assieme per riemergere dal baratro che minaccia di inghiottirli per sempre.
***
Ho deciso di provare a pubblicare una long alla quale sono molto affezionata, perciò spero tanto di riuscire a far appassionare anche voi.
La storia contiene più di un nuovo personaggio e l'OOC è solo per sicurezza, io ho fatto del mio meglio! :)
[Prologo modificato]
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 3
Salite e discese

 

 

 


Alla fine, paradossalmente, era proprio a scuola che riusciva a scacciare i pensieri per qualche ora. Se non altro perché il suo eccentrico compagno di banco, nonché migliore amico, non faceva altro che tormentarlo da quando mettevano piede in classe fino al suono della campanella dell'ultima ora.
Ogni scusa era buona per attaccare conversazione: dal programma che avevano dato la sera prima in tv, al compito in classe della settimana successiva, fino ad arrivare alle solite lamentele per essersi scordato la merenda a casa. Così, come al solito, Naruto finiva col chiedere un “prestito” a Sasuke, prestito che sapeva non gli avrebbe mai restituito. Ma a Sasuke non importava niente dei soldi, o almeno non in quel particolare momento della sua vita. Sapeva bene che Naruto, a differenza sua, non navigava nell'oro, e poteva immaginare i disagi che questo gli procurava. Ma proprio lui, quel ragazzo biondo dall'aria un po' svampita, gli aveva voluto bene dal primo momento che si erano conosciuti, senza sapere quale fosse la sua situazione familiare, soltanto cogliendo nei suoi occhi un'empatia che li avrebbe legati fino all'adolescenza e anche oltre. Un'amicizia, la loro, che non aveva bisogno di molte parole per essere alimentata. O meglio, Naruto spesso si addentrava in lunghe conversazioni, la maggior parte delle volte prive di senso logico, che Sasuke si limitava a far finta di ascoltare; però quando si presentava un problema, un problema vero, bastava osservare il volto di Naruto per capire che qualcosa non andava, senza che ci fosse bisogno di uno dei suoi sermoni. E così, segretamente, anche se Sasuke gli rinfacciava spesso di non sopportarlo, di averne abbastanza di lui e delle sue crisi logorroiche, in fondo ne aveva bisogno e non riusciva ad immaginare come sarebbe stata la sua vita se non ci fosse stato quel terremoto biondo a scuoterla nel profondo.

Oltre a Naruto, c'era un'altra persona che con il tempo si era guadagnata la sua fiducia; una ragazza all'apparenza timida, dalla strana capigliatura rosa che nascondeva di poco due grandi occhi verdi. Sakura, da sempre innamorata di Sasuke, aveva cercato di avvicinarlo come meglio poteva e, dopo poco tempo, quello che era iniziato come un tentativo di “conquista” si era trasformato in un'amicizia duratura. Sasuke le aveva confessato più volte di considerarla “solo” come una cara amica, stroncando di netto tutte le speranze che lei riponeva in un possibile loro fidanzamento. Nonostante questo gli era rimasta vicina, aveva cercato di mettere da parte i sentimenti che provava per lui e, soprattutto in quel momento così difficile, aveva dimostrato di saper gestire la situazione e aveva tentato di arginare l'isolamento del ragazzo.

“Perché non venite a studiare da me oggi pomeriggio?” sussurrò la ragazza, coprendosi la bocca con una mano per non farsi sentire dalla professoressa.
Sakura era sempre stata un'alunna modello, prestava la massima attenzione durante le lezioni, aveva i quaderni pieni zeppi di appunti ordinati in modo quasi maniacale e mirava a prendere il massimo dei voti in tutte le discipline. Nell'ultimo periodo però, troppo presa dal disagio di Sasuke, le sue prestazione scolastiche erano notevolmente diminuite, provocando il disappunto di entrambi i genitori. Lei aveva deciso di non curarsene sicura che, una volta passata quella burrasca, le acque si sarebbero calmate e avrebbe potuto tranquillamente recuperare le sue carenze. Così quella mattina, ignorando la spiegazione di latino, preferì rivolgersi ai suoi due migliori amici, invitandoli a passare da lei quel pomeriggio.
Prima che Naruto sbottasse in un'esplosione di felicità, Sasuke decise di precederlo.
“Ti saremo solo d'intralcio”
Evitò accuratamente di precisare che in realtà solo Naruto sarebbe stato d'intralcio in un lungo e noioso pomeriggio di studio, approfittandone per rifiutare l'invito della ragazza.
Sakura capì al volo che quella risposta doveva significare l'ennesimo rifiuto da parte di Sasuke, l'ennesimo tentativo di chiudersi in se stesso, di evitare il più possibile di stare in mezzo agli altri. Eppure decise di non demordere.
“Dai, faremo qualche pausa, sono sicura che Naruto ce la farà” replicò con un sorriso, ottenendo come risposta un assenso vigoroso da parte del biondo. Ma oltre questo Sasuke non parve cambiare idea e tutto ciò che Sakura riuscì a guadagnare fu una sgridata da parte della professoressa che la invitò a ripetere la versione da cima a fondo.

****

A dire la verità, la facoltà di medicina non era un ambiente nel quale Itachi si sentiva a proprio agio. Passeggiando per i corridoi si potevano incontrare gruppetti di due o tre studenti, riuniti a chiacchierare sottovoce, quasi non volessero farsi sentire dagli altri. Si respirava un'aria di competizione, dove tutti cercavano di ingraziarsi il professore di turno in vista di un futuro tirocinio negli ospedali più prestigiosi. Erano davvero poche le persone che, come lui, non avevano parenti che potessero avviarli alla professione di medico.
Le amicizie che era riuscito a costruire durante quel primo anno di Università si riducevano a qualche ragazzo con il quale scambiava poche parole e talvolta qualche appunto, nonché una ragazza di nome Mitsuki che aveva conosciuto il primo giorno di lezione e con la quale era andato subito d'accordo.
La ragazza gli aveva chiesto alcune informazioni riguardo l'orario dei corsi e si era mostrata spaesata tanto quanto lui. Da quel momento avevano iniziato a parlare del più e del meno, a frequentare insieme le lezione e talvolta anche a studiare assieme all'Università in vista degli esami. Da subito gli era sembrata una ragazza seria, forse un po' timida ma molto generosa, mai invadente e sempre disponibile all'ascolto. Con il passare del tempo aveva poi scoperto un lato di lei che non conosceva, una determinazione e una tenacia che sembravano quasi cozzare con il suo viso dolce, quasi da bambina, che teneva incorniciato da lunghe onde nere spesso raccolte in cima alla testa.
Con lei riusciva ad aprirsi più che con chiunque altro, le aveva raccontato particolari della sua vita che non aveva mai detto a nessuno e che pensava non avesse mai avuto il coraggio di tirar fuori. Così Mitsuki era al corrente della sua situazione familiare, dell'incidente che qualche mese prima gli aveva portato via entrambi i genitori e della situazione difficile che stava passando l'azienda di famiglia. Le aveva raccontato tutto diverse settimane dopo l'accaduto, una volta superato il primo momento di choc durante il quale gli riusciva difficile persino alzarsi dal letto.
Lei non l'aveva mai compatito, anzi aveva da subito cercato di rafforzarlo, di proporre il suo aiuto se mai ne avesse avuto bisogno, di coinvolgerlo nei suoi scrupolosi programmi di studio che poi si risolvevano sempre in chiacchierate ad oltranza fino a notte tarda. Tant'è che suo cugino Shisui aveva cominciato ad insospettirsi e a pensare che tra loro ci fosse qualcosa di più di una semplice amicizia, soprattutto quando alla domanda “Cosa avete fatto fino alle undici di notte?!” Itachi rispondeva tranquillamente: “Parlato”.
Non c'era niente che riusciva a rilassarlo tanto quanto le ore passate con lei a discutere del più del meno, dal complesso tomo di Anatomia che aveva dato loro del filo da torcere all'ignoranza dei concorrenti del Talk Show che avevano trasmesso quella sera in TV. Quando stava con lei aveva l'impressione di trovarsi con un'amica di vecchia data, gli sembrava di conoscerla da sempre. Era stata proprio Mitsuki a proporgli di scambiarsi i numeri di telefono, in modo da poter comunicare più velocemente in caso di bisogno per "questioni universitarie" ; o almeno questa era stata la scusa che aveva avanzato la ragazza quando lui l'aveva guardata tra il perplesso e l'imbarazzato, incerto se accettare o meno quell'ulteriore passo in avanti per il loro rapporto.
In realtà Itachi usava molto poco il cellulare ed ancora meno lo utilizzava per scrivere messaggi, ad eccezione delle rare volte in cui doveva comunicare con suo fratello e spesso si ritrovava a preferire un SMS piuttosto che la solita chiamata durante la quale Sasuke rispondeva per monosillabi, mettendo a dura prova la sua sacrosanta pazienza di fratello maggiore.
Itachi, soprattutto durante l'ultimo periodo, aveva preferito evitare di far andare Mitsuki a casa sua, sapendo che per Sasuke sarebbe stato meglio non avere “estranei” attorno, almeno fino a quando la situazione non si fosse stabilizzata.
Non era raro infatti che il fratello minore scoppiasse in improvvisi attacchi di collera, per poi chiudersi subito dopo in camera sua senza uscire fino al giorno successivo. In quei casi era meglio lasciarlo stare, sebbene Itachi avesse avuto più volte l'istinto di tirarlo fuori a forza pur di non lasciarlo solo a gestire quel dolore troppo grande. Ma poi si arrendeva e preferiva rimandare il discorso al giorno seguente quando però, puntualmente, Sasuke gli rivolgeva appena la parola, evitando accuratamente di incrociare il suo sguardo. In quei momenti si sentiva totalmente impotente, inutile, come se ormai non potesse fare più nulla per risollevare il morale di Sasuke e allora, solo allora, anche il suo finiva sottoterra e gli ci volevano giorni e giorni di lavoro mentale per ristabilire quell'equilibrio che, seppure precario, era riuscito a costruirsi dopo la morte dei genitori. Sasuke purtroppo non era stato in grado di fare lo stesso e bastava un nonnulla per mandarlo in escandescenza o per vederlo chiudersi a riccio e non spiccicare parola durante tutta la settimana. A volte gli sembrava persino che cercasse di evitarlo, di parlargli il meno possibile, forse perché stare con lui gli ricordava troppo la vita in famiglia, la vita normale che aveva condotto fino a qualche mese prima. E così per un certo periodo si era fatto da parte, aveva cercato di lasciargli i suoi spazi, di non pressarlo a mangiare o ad uscire dalla sua stanza.
Contrariamente alle sue previsioni però, Sasuke non si era mostrato affatto sollevato da questo suo atteggiamento, anzi sembrò soffrirne di più e diventare ancora più irascibile del solito. Così capitava che, mentre un attimo primo gli aveva intimato di lasciarlo in pace, un secondo dopo gli rimproverava di non esserci mai quando lui ne aveva bisogno, di essere sempre occupato con lo studio e di non avere mai tempo da dedicargli. Ma Itachi era pur sempre un ragazzo e non era facile per lui mostrarsi più forte del minore, perché era sicuro che di questo Sasuke aveva bisogno, di un appiglio solido al quale aggrapparsi nei momenti di malinconia e con il quale scontrarsi nei momenti di rabbia. D'altronde, lo ripeteva spesso anche a Mitsuki, non era questo il ruolo dei fratelli maggiori? La ragazza puntualmente annuiva e gli rispondeva con un sorriso, ricordandogli però che avrebbe dovuto pensare anche un po' a sé stesso, altrimenti avrebbe finito con l'annullarsi completamente in funzione dei bisogni di Sasuke.
Ma forse quel giorno, quell'usuale venerdì mattina passato all'Università, poteva davvero segnare l'inizio di una lenta risalita dal baratro. Sentì il cellulare vibrargli nella tasca e fu realmente sorpreso di leggere il mittente del messaggio: Sasuke. Mitsuki fu quasi sicura di scorgere sul suo volto un'espressione di sollievo, quasi si fosse finalmente liberato di un'enorme macigno che gli gravava sulla schiena da troppo tempo.
 

Resto a studiare da Sakura.
A più tardi,
Sasuke

  
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