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Autore: Valerye    26/12/2014    1 recensioni
E se una ragazza appena diciasettenne si innamorasse per la prima volta? E se il ragazzo fosse un suo insegnante? E se entrambi provassero un'attrazione forte e un sentimento mai provato prima per entrambi? Quale scelta decideranno di fare??
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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~~Mi preparai di fretta e feci anche lo zaino dato che ieri sera mi sono dimenticata , guardai gli orari educazione fisica , educazione fisica, storia , musica , scienze sarebbe stata una giornata leggera pensai ad educazione fisica avremmo fatto pallavolo storia spiegava , musica si guardava un film che palava della vita di Mozart e scienze saremmo andati in laboratorio si insomma una giornata niente male . Arrivata a scuola mi accorsi che i miei compagni erano già andati in palestra ero arrivata leggermente in ritardo , ma non di molto su per giù di 3 minuti e loro erano già in palestra , con grande scocciatura mi dovetti dirigere tutta sola in palestra che si trovava dall’altra parte della strada quando mi girai per cominciare ad andare mi scontrai con qualcuno o meglio sbattei contro il petto di una persona e chi era? Il bel professore che da ormai qualche settimana mi fa andare fuori di testa – scusi- dissi io – non ti preoccupare , stavo cercando la professoressa di fisica - - è in palestra - e tu cosa ci fai qua?- - sono arrivata in ritardo e pensavo anche io di trovare la prof in classe ma a quanto pare proprio oggi hanno deciso di andare prima in palestra , io ci devo andare per forza se vuole ci andiamo insieme- alla parola insieme al prof si illuminarono gli occhi – si va bene- disse forse un po’ troppo in fretta tanto che poi si corresse e con voce più formale disse – fammi strada- quella frase mi ricordò il primo giorno che ci siamo “conosciuti” quando mi chiese di portarlo in quella via era iniziato tutto da lì o forse già da prima non so bene . Mentre camminavamo si poteva toccare con mano l’imbarazzo tra di noi il primo a parlare fu il prof – come va con arte?- esitai un attimo prima di rispondere non sapevo se dire la verità e la bugia – riesco a seguire bene e capisco tutto – bugia forse anche lui se n’era accorto che avevo detto una frottola – va bene- disse in fine mentre salivamo le scale della palestra – De Marco pensavo che non venivi a scuola oggi non eri in classe prima - - mi scusi sono arrivata in ritardo - - va bene ora vai a cambiarti e velocemente intanto che i tuoi compagni cominciano il riscaldamento – dagli spalti si sentirono delle lamentele – ma prof- - no la prego- - forza scansafatiche sono 3 giri di riscaldamento- dopo aver assistito a quella scena andai a cambiarmi , stranamente ci misi poco – eccoti forza anche tu fai 3 giri di corsa- - ma prof non posso fare palleggi con i miei compagni?- - F A I I L R I S C A L D A M E N T O- uffa non avevo voglia di fare riscaldamento ma lo feci e velocemente in modo da inserirmi subito dentro il gioco poi non so come mai l’occhio mi scappò sugli spalti dove c’era il prof , ma cosa ci fa li? Ma non ha lezione? Vidi la prof che gli si avvicinò , era una bella donna giovane avrà avuto anche lei sui 20 anni cosa che mi bastò a volerla lontana da lui ma a quanto pare quello che volevo io non si sarebbe avverato dato che gli si avvicinò ancora di più cosa potevo fare? – scusi prof non mi sento bene posso fermarmi un minuto- - si va bene – mi sedetti vicino a loro abbastanza da sentire di cosa stanno parlando ma non senza creare sospetti dopo 5 secondi continuavano a parlare di una gita che il prof voleva farci fare e si stavano organizzando per accompagnarci pensai che era una bell’ idea magari vedere le opere dal vivo mi avrebbe aiutato a capirci di più , ci speravo molto dato che ultimamente non riuscivo a studiare arte . Le due ore di educazione fisica passarono veloci , per me passavano sempre veloci magari perché mi divertivo molto mi piaceva giocare a palla volo da piccola l’ho fatto per due anni, intanto che giocavo pensai che era meglio se anticipavo il piano con Alberto allora chiesi alla prof se potevo andare in bagno e andai negli spogliatoi mandai un messaggio al mio amico – dobbiamo anticipare il piano , parte da questo intervallo ok?- ricevetti subito la riposta – si va bene- spensi il telefono lo rimisi in cartella e mi avviai a finire la lezione soddisfatta. –Parlami delle guerre puniche- - le guerre puniche sono tre e sono state combattute da romani e Cartaginesi…- la prof entrata in classe disse che avrebbe interrogato e io ero tranquilla ,mi aveva interrogato poco tempo prima ma a quanto pare aveva deciso di rinterrogarmi ,non avevo studiato lo ammetto ma grazie all’aiuto dei miei compagni e della mia memoria me la sono cavata con un 7 . La campanella suonò – finalmente l’intervallo – mi ero lasciata sfuggire questa frase e per fortuna la prof non l’aveva sentita se no avrebbe fatto qualche commento acido , mi diressi subito alle macchinette dove trovai Alberto e il professore che vigilava , mi avvicinai ad Alberto – ciao- e gli stampai un bacio sulla guancia che era molto vicino alla bocca e lui ricambiò solo che il bacio me lo diede sulla bocca , un bacio a stampo fui piacevolmente sorpresa dalla cosa , voleva dire che lui prendeva sul serio il suo ‘ruolo’ , con la coda dell’occhio vidi il professore che era diventato rosso dalla rabbia ero curiosa di sapere quanto avrebbe resistito prima di fare una sfuriata – cosa prendi caro?- dissi al mio complice guardando la macchinetta – mah io prendo una focaccia e tu tesoro?- - io le croccantelle - - cos’hai dopo? – mi chiese – musica e scienze una noia- - ti accompagno a casa? Anche io esco all’una- - si certo , grazie- prendemmo la nostra merenda e andammo al piano di sopra mentre salivamo gli dissi – dovresti fare l’attore, no veramente sei bravo- - sei spiritosa oggi guarda che io parlavo seriamente per dopo , se vuoi ti do un passaggio a casa - - si grazie ,allora amico mio toglimi una curiosità! Chi è la ragazza che ti piace e che stai facendo ingelosire?- - no , non te lo dico - - e daiiiiii – quando facevo così la mia voce assomigliava a quella di un bambino che vuole un gioco più volte me lo avevano detto e io avevo imparato a sfruttarlo a mio favore – non vuoi dirmelo?- qui sfoggiai la mia arma segreta : gli occhi da gatto di Shrek . Mi venivano bene e quasi nessuno riusciva a resistere ai miei occhi da gattino indifeso – Vale no ti dirò nulla- appunto quasi nessuno e in quei quasi ero compreso Alberto che scocciatura ero così curiosa di sapere chi era la ragazza , ma tanto glielo farò dire prima o poi. L’intervallo finì ed ecco che si apprestava ad iniziare l’ora di musica , avrei voluto dormire per la lentezza e la noiosità della lezione ma non potevo il prof mi avrebbe beccata e quindi misi la mia testa sulle due mani che erano appoggiate sul banco e ripensai a prima . Ero proprio sicura che avrebbe funzionato? E se a lui non interessasse di me ? no, non era possibile me lo aveva detto lui che era geloso a questo punto speravo solo che il piano andasse come lo avevo pianificato , non potevo tirarmi indietro adesso che era iniziato .Il suono rimbombante e anche un po’ fastidioso della campanella mi riportò alla realtà , mi ricomposi e aspettai la professoressa di scienze .Stavo guardando attentamente la porta dell’entrata per scorgere la figura minuta della prof entrare , ma nella stanza non entrò una donna sulla quarantina con un viso dolce e la voce candida e delicata , adoravo quella donna era capace di metterti a tuo agio durante le interrogazioni e ti aiutava se per sbaglio ti impappinavi rimanendo pretenziosa , sulla soglia riuscì a intravedere lui ,cosa ci faceva nella nostra classe ora ? oggi non c’era arte , distratta da quei pensieri non mi resi neanche conto che il mio professore era entrato e stava per dire qualcosa – oggi la professoressa Alendrini non c’è e faccio supplenza io – si fermò un secondo prima di andare avanti sembrava che stava riflettendo se dire o meno la frase seguente – De Marco vieni , dato che sei la capo classe , devo darti i fogli della gita che si ha in programma di fare , sono nel mio ufficio seguimi -mi guardò di sfuggito , ero sicura che di tutto voleva parlarmi tranne che di scuola però annuì e lo segui senza fare domande – intanto che io e la vostra compagnia siamo via ci sarà Franca a curarvi , mi raccomando non voglio sentire casino- si affrettò a dire mentre era sull’uscio della porta . Una volta raggiunto il suo studio che si trovava al piano di sopra come quello degl’altri insegnanti mi fece entrare e chiuse la porta , restammo lì in quella stanza , aveva un odore famigliare , il suo , quell’odore mi ricordava tanto la liquirizia e il bacio che lui mi aveva dato l’altra sera , si le sue labbra sapevano di liquirizia e io avrei potuto non staccarmi più da esse per quanto erano buone per quanto le bramavo dal profondo delle mie viscere che le nostre labbra si sfiorassero ora quel ricordo mi sembra così lontano e distante . Quella stanza era grande con due finestre l’arredamento era semplice : una libreria piena di libri e dizionari che affiancava una cattedra , anch’essa grande sopra c’erano delle scartoffie e delle penne dentro l’astuccio , dietro il tavolo una sedia nera semplice ma elegante , di fianco alla scrivania c’erano dei cassetti e vicino ad essi il cestino . Era arredato per il giusto necessario . Fui io ad interrompere il silenzio che di aveva fatto compagnia dall’uscita della classe – mi doveva dare delle scartoffie , giusto?- lui sembrava non trovare le parole perché per qualche volta aprì e chiuse la bocca senza far uscire nessuna frase o parola – davvero stai con quello?- dalla sua voce captai una nota di disprezzo per Alberto allora mi affrettai a rispondere – si - - non ci hai messo molto a rimpiazzarmi come vedo- - quando tu mi hai detto che non ne valeva la pena , perché è quello che hai detto, lui mi è stato di conforto e ha saputo sostenermi senza chiedere nulla- - io non ho detto che non ne valeva la pena Valeria io sono il tuo professore maledizione e tu la mia alunna , per natura dovremmo odiarci non salutarci quando ci incontriamo invece noi ci siamo baciati - - non trovare scuse , io sto andando avanti cerca di farlo anche tu- dissi questa frase e aprì la porta per uscire ma sentì qualcosa o meglio qualcuno che mi afferrò per il polso facendomi rientrare dentro e sbattendomi al muro – ah – mi sfuggì un gemito lui mi strinse forte contro il muro tenendomi ancora al polso , ci guardammo negl’occhi per pochi secondi , riuscì a scorgere nei suoi un acceso desiderio; di baciarmi di sfiorare ogni angolo della mia pelle il desiderio di avermi. Lui guardandomi mi disse – io non posso andare avanti sapendo che il marmocchio può toccare , baciare , far sorridere e far ridere la ragazza che io non posso avere , lo so è egoista ma io sono così l’uomo più egoista del mondo – mi lasciò , avrei voluto continuare a stargli così pericolosamente vicino e sentire il suo respiro regolare sulle mie labbra ma lui si allontanò prendendo dei fogli a caso – prendigli e fai finta che sono delle informazioni della gita- mi mise nelle mani dei fogli – ora andiamo – non replicai e mi limitai a seguire le sue indicazioni.
  
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