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Autore: Lily Liddell    27/12/2014    3 recensioni
Post-Mockingjay | Hayffie | Effie's POV {+Evelark}
~
Sequel di Rain.
{Potranno comunque essere lette separatamente.}
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Sono passati due mesi da quando Haymitch, Katniss e Peeta sono tornati al Distretto 12. Effie non se la passa bene, Plutarch le dà una mano ma il suo appartamento è stato distrutto durante i bombardamenti; è ancora psicologicamente sconvolta dall’esperienza in prigione e spera che il tempo guarisca le ferite.
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Capitolo 1:
Io non so più chi o che cosa sono. Al 13 ero una capitolina, alla Capitale sono una ribelle… Fortunatamente, fra le quattro mura di questo appartamento, sono solo Effie.
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Capitolo 18:
Dal momento che Peeta e Katniss hanno deciso di sposarsi pochi giorni prima del compleanno della ragazza, a lui tocca il compito di preparare non una, ma due torte.
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Capitolo 38:
L’odore pungente del detersivo s’infiltra nelle mie narici e non riesco a combattere la nausea.
I fumi profumati che evaporano dai vestiti appena lavati non sono nocivi ma mi vanno direttamente alla testa, causandomi continui capogiri.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Atmosphere'
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P
etrichor
6x01 Piccoli imprevisti
 
L’acqua calda della doccia mi accarezza la pelle mentre mi insapono i capelli. Credo sia venuto il momento di tagliarli.
Magari potrei anche provare a convincere Haymitch a spuntare i suoi – e a radersi un po’, visto che nelle ultime settimane ha lasciato che la situazione barba diventasse fuori controllo.
Ho sentito Annie qualche giorno fa e ci ha chiesto se volevamo passare le vacanze estive al Distretto 4 con loro; prima di accettare ho voluto comunque chiedere conferma a Katniss. Sua madre vive ancora lì e non volevo prendere questa decisione senza prima parlarne con lei.
So che le due sono rimaste in contatto telefonico anche dopo il matrimonio, ma Katniss non ne parla mai apertamente e io non insisto.
Non ha avuto nulla da ridire, però, quindi fra un mese e mezzo saremo tutti sul treno, per passare l’estate al mare.
Il più contento di tutti credo sia Pan, che non vede l’ora di rivedere Finn.
Mi sono alzata prima del solito questa mattina e voglio restare ancora un po’ sotto la doccia per essere coccolata dal getto
caldo; lo scrosciare dell’acqua che mi tuona nelle orecchie ha un non so che di rilassante.
Poi il getto diventa improvvisamente gelido, senza alcun preavviso – e con un grido e un repentino movimento del braccio, spingo con il gomito la manovella, interrompendo il flusso.
Odio questa vecchia casa.
Mentre cerco di riscaldare le membra intorpidite strofinando i palmi delle mani contro le braccia, esco dalla doccia e avvolgo attorno al corpo un asciugamano e attorno ai capelli un altro.
Forse potrei far arrivare dalla Capitale qualche sapone un po’ più delicato e di qualità superiore. Solo perché mi sono trasferita definitivamente qui non significa che io debba rassegnarmi all’idea di usare uno shampoo economico.
Non mi sorprende che i miei capelli si stiano rovinando.
Di fronte allo specchio, mentre mi lavo i denti, comincio anche la solita ispezione.
Prima era settimanale, ma dopo il mio ultimo compleanno – due mesi fa – è diventata quotidiana. Cerco nuove rughe e nuovi capelli bianchi. Fortunatamente raramente ne trovo. Oggi, però, sono sfortunata e mi sembra che le righe attorno agli occhi si siano inspessite.
Forse oltre ai saponi potrei farmi mandare anche qualche crema.
Con i capelli ancora bagnati, torno in camera e comincio a vestirmi.
Haymitch è ancora a letto – e ci resterà ancora per diverse ore – ma è sveglio e segue con occhi pigri ogni mio movimento.
« Devi chiamare Thom per sistemare il tetto. » Gli dico, infilandomi un paio di orecchini e guardandolo attraverso lo specchio di fronte a me. Metto giusto un paio di gocce di profumo sui polsi e dietro le orecchie, poi comincio a selezionare dei cosmetici.
È da un po’ che ho ripreso a truccarmi, non eccessivamente, giusto per nascondere le imperfezioni che aumentano ogni giorno di più sul mio viso.
Dormo male, mangio poco e sono sempre nervosa… e la mia pelle ne risente.
Ma è un brutto periodo al Palazzo di Giustizia, la mia scrivania è sempre piena di carte da leggere e firmare, e da documenti da controllare.
E poi se voglio passare l’estate con la mia famiglia, al Distretto 4, devo portarmi avanti col lavoro – altrimenti sarà un disastro e non potrò godermi veramente la vacanza.
Haymitch si volta dandomi le spalle, portandosi le coperte fino al collo, rispondendomi che dopo ci penserà lui.
Roteando gli occhi, rimetto tutto in ordine e prendo ad asciugare un po’ i capelli, prima di tirarli su in un elegante – e pratico – chignon.
Svegliare Pan è molto più facile, mentre lui si veste io preparo la colazione per tutti e tre. Mangio velocemente, lasciandolo in cucina e metto da parte la colazione per Haymitch assieme ad un sandwich per il pranzo nel caso dovessi fare tardi.
Riempio la ciotola di Pumpkin di croccantini, e poi esco assieme a Pan, tirandolo per un braccio quando lui vuole andare a vedere le oche – è già tardi, dovrebbe essere a scuola.
Fuori c’è Peeta che si prepara ad andare in panetteria; ci offre un passaggio e per una volta accetto volentieri. Mentre siamo sul suo furgone gli chiedo io di passare da noi più tardi, per controllare il tetto. Ogni volta che piove, l’acqua comincia a filtrare da qualche parte e ci allaga il salotto.

Al lavoro la giornata non è diversa dalle ultime settimane, e per le tre del pomeriggio ho finito.
Mentre aspetto che Pan esca da scuola, mi fermo un po’ a parlare con Nelly e Flux – ormai è diventata un’abitudine. Non so esattamente se diamo diventate amiche, perché quello che ho con loro è un tipo di rapporto che non avevo mai sperimentato prima.
Le amiche che avevo alla Capitale erano diverse da loro – e per quanto consideri Annie e Johanna mie amiche, in loro due c’è qualcosa di diverso, abbiamo condiviso momenti che ci legano ad un livello superiore.
Ma loro due – Flux e Nelly – mi piacciono. Mi diverto con loro, e chiacchieriamo di argomenti più o meno seri. Ogni tanto ci incontriamo anche, qualche volta a casa mia, qualche volta da loro. È una bella sensazione avere qualcuno con cui confrontarsi e parlare, non lontano da casa.
Ci salutiamo poco dopo, mentre torno con Pan verso casa, a piedi.
Già mentre entriamo nel Villaggio dei Vincitori, sento che c’è qualcosa che non va.
In genere è tutto calmo e silenzioso, invece adesso c’è un brusio continuo di gente che borbotta agitata.
Preoccupata, mi chino e prendo in braccio Pan con un lamento – lo faccio istintivamente, quasi non me ne accorgo.
La paura si intensifica passo dopo passo, quando mi rendo conto che le persone si affollano nei pressi di casa nostra.
« Che succede, mamma? » Il bambino non nasconde la sua preoccupazione, mentre i suoi occhi vagano nella direzione della folla, allungando il collo.
Gli porto una mano alla testa e la tengo premuta contro il mio collo, con fare protettivo. « Non lo so. » Gli rispondo, mentre un miliardo di scenari catastrofici si susseguono davanti ai miei occhi, come se fossero reali.
Potrebbe essere successo di tutto, mi dico.
Haymitch potrebbe essersi sentito male.
Peeta potrebbe aver avuto un episodio ed aver ferito Katniss nel mentre.
Katniss potrebbe essersi fatta male mentre era a caccia.
Forse era stata attaccata da un animale selvatico.
Cerco volti familiari in tutte le persone che si voltano verso me e Pan, ma non trovo nessuno e questo non fa altro che agitarmi di più. Dove sono?
Non posso correre con Pan in braccio, ma se potessi lo farei.
Ignoro il solito starnazzare, quando mi avvicino a casa. Forse Haymitch è stato beccato da una di quelle maledettissime oche.
Sento due braccia afferrarmi per le spalle e mi volto sgraziatamente, con gli occhi sbarrati dalla paura.
Peeta fa un passo indietro, forse intimorito dal mio sguardo spaventato.
« Che è successo? » Gli chiedo immediatamente. Sono felice di vederlo, almeno so che lui sta bene, ma il modo in cui mi guarda può voler dire solo una cosa.
« Niente di grave. » Si affretta a dirmi, mentre faccio scendere Pan e lo prendo per mano.
Il ragazzo mi fa cenno di seguirlo e senza esitare lo faccio.
« Peeta, » Cerco di incitarlo; siamo accanto al suo furgone, mi apre lo sportello posteriore per far salire Pan. Io lo sollevo e lo faccio sedere sul sedile, prima di allacciargli frettolosamente la cintura di sicurezza.
Mi arrampico sul sedile del passeggero e mi tiro dietro lo sportello.
Dopo aver messo in moto, Peeta finalmente si decide a parlare, gettando un’occhiata a Pan – attraverso lo specchietto retrovisore. « Haymitch è caduto dal tetto. Ma sta bene. Sta bene. » Ripete, più convincente, quando mi volto verso di lui spaventata.
È come se il mio cuore stesse cercando di schizzarmi via dal petto. Guardo di fronte a me, inspirando piano e la strada mi sembra che si stia allungando.
« Katniss è con lui adesso. » Continua a parlare, probabilmente per non lasciare che cada un silenzio imbarazzante che mi farebbe solo preoccupare di più.
Vorrei poter chiudere gli occhi, respirare lentamente e cercare di tranquillizzarmi – invece mi sporgo all’indietro, oltre il mio sedile e accarezzo il ginocchio di Pan con un sorriso che spero sia convincente. « Va tutto bene, tesoro. Hai sentito lo zio Peeta? » Lui annuisce, è un po’ pallido e io mi sento molto peggio.
Sono costretta a tornare seduta composta. Mi porto una mano alla fronte, sto sudando. Combatto contro la nausea che mi stringe lo stomaco. « Come? » Chiedo alla fine, mentre Peeta si addentra in una zona del Distretto che non credo di aver mai visitato.
Il ragazzo lancia un’altra occhiata al bambino e mi chiedo se ci sia qualcosa che non possa dire. Comincio a sentire gli occhi che pizzicano di lacrime, ma mi sforzo e le caccio dentro.
Peeta mi stringe una mano, questo suo gesto mi calma inspiegabilmente e riesco a respirare un po’ più normalmente.
Riporta la mano sul volante, prima di parlare – con la voce leggermente incerta. « Ero passato dopo il lavoro per sistemare il tetto, ma ha detto che ci pensava lui… »
« Lo uccido. » È un sussurro, e dovrebbe essere solo per me – preferirei che Pan e Peeta non avessero sentito, ma non è così.
Il ragazzo mi sorride, mentre mio figlio rimane in silenzio.
Che diavolo gli è saltato in mente? Poteva ammazzarsi, poteva rompersi il collo. Basta solo questo pensiero e il cuore torna a martellarmi nel petto.
Scuoto la testa, cercando di allontanare l
’idea e mi volto di nuovo verso Peeta. « Perché non lo hai fermato? »
Dal suo sguardo capisco che si sente in colpa e improvvisamente mi dispiace di averglielo chiesto. « Ci ho provato, Effie. Sul serio – non ha voluto sentire ragioni. »
Sospiro, sapendo quanto possa essere cocciuto Haymitch quando ci si mette.
« Ha detto- » Comincia di nuovo il ragazzo, prima di fermarsi. Sembra pensarci un attimo, prima di continuare con un’espressione strana sul volto. « Ha detto che ti lamenti sempre che non fa nulla in casa e voleva fare lui questa volta. »
Distolgo lo sguardo, sentendo un groppo in gola. « Oh, splendido! » La mia risata nervosa risuona all’interno del veicolo. « Quindi adesso è colpa mia. »
« Non ho detto questo. » Si affretta a specificare, ma sorrido amaramente, rivolta al finestrino in modo che nessuno mi veda.
« Tu no, ma lui lo farà. »

L’ospedale del Distretto 12 è praticamente identico a quello che c’era al Distretto 13. O forse sono io che li vedo tutti uguali, ormai.
Anni fa, non sono nemmeno sicura che questo posto esistesse.
Per quanto ne so potrebbe essere stato tirato su dal nulla, dopo la guerra. Uno degli obiettivi principali del nuovo governo è sempre stato l’uguaglianza fra i Distretti. E nonostante ci siano ancora molte differenze, la distanza si è notevolmente accorciata.
Volti assolutamente anonimi mi passano di fianco, mentre tengo stretta la mano di mio figlio e seguo Peeta a testa alta.
Prima di vederlo sento la sua voce.
Sta urlando qualcosa ma non riesco a capire cosa. Quello che mi sorprende è che un’altra voce gli risponde, urlandogli contro. È Katniss e sembra piuttosto arrabbiata.
Io e Peeta ci scambiamo uno sguardo preoccupato e poi affrettiamo il passo. Sappiamo dove andare – basta seguire le grida.
Arriviamo appena in tempo per vedere un infermiere sollevare di peso Katniss per farla uscire da una stanza, e lei se lo scrolla di dosso, prima di vederci.
Punta dritta verso di me con gli occhi spiritati. « Quell’idiota si ammazzerà! » Ringhia, poi i suoi occhi cadono su Pan e borbotta delle scuse.
Io decido di lasciare il bambino con Peeta, e raggiungo Katniss, poggiandole una mano sul braccio. Non credevo si sarebbe preoccupata così tanto.
« Il dottore ha detto che se non la smette di bere morirà e a lui non sembra nemmeno importare. » Torna a guardarmi ma stavolta rimango ferma, con uno sguardo confuso dipinto sul volto. Ma di che sta parlando?
« Credevo- credevo che fosse caduto dal tetto… » Balbetto, cercando di capirci qualcosa.
Sul viso di Katniss sembrano passare una serie di emozioni. Per un attimo riflette anche la mia stessa confusione, poi si rilassa. « Sì, sì. Si è rotto un polso, ma sopravviverà – cosa che invece non farà se continua ad ubriacarsi. »
È ancora visibilmente scossa, ma riesco a cavarle qualche informazione. Haymitch non era del tutto sobrio quando è salito sul tetto e una volta arrivato qui, oltre a sistemargli il polso, gli hanno anche fatto dei controlli generali.
A quanto pare i suoi reni se la passano abbastanza male – chissà perché ma la cosa non mi sorprende affatto.
Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, solo speravo ci avrebbe messo un po’ più tempo.
Do a Katniss il compito di tornare a casa e di svuotare l’armadietto dei liquori – dicendole che troverà la chiave nel cassetto del mio comodino – poi mi accerto che Pan stia ancora con Peeta e finalmente mi lasciano entrare.
Haymitch è seduto su un lettino; sta ancora litigando con il medico in piedi di fronte a lui – con due infermiere che stanno cercando di sistemargli il tutore attorno al braccio –  riesco ad intuire dagli stralci di conversazione che sento, che si sta categoricamente rifiutando di assumere i medicinali che gli sono stati prescritti, ma quando la porta si chiude alle mie spalle e i nostri occhi s’incontrano, si zittisce immediatamente, distogliendo lo sguardo con fare colpevole.
Sospiro, rivolgendomi direttamente al dottore, mentre mi avvicino. « Se non è un problema, può parlare con me di tutto. Mi assicurerò che prenda le medicine. » La mia voce è stanca; solo a guardarlo – e a sentirlo litigare con chiunque cerchi di avvicinarsi troppo – riesco a capire che sta bene. Almeno in apparenza, e almeno per ora.
Il dottore mi guarda un attimo perplesso, poi le sue mani si stringono attorno alla cartellina che sta reggendo. « Beh, se è un parente non c’è alcun problema. »
La risposta comincia automatica, « Sono sua- » e poi mi fermo, incerta. Sono la sua cosa, esattamente? Non siamo sposati e di certo non sono la sua fidanzata.
Il dottore continua a fissarmi, in attesa. Possibile che non sappia chi sono? Insomma chiunque in questo Distretto conosce il mio nome. Ma non tutti conoscono la mia faccia, ormai…
A salvarmi è la porta che si apre e Pan che si fionda sul letto di Haymitch, saltandogli in braccio e gettandogli le braccia al collo.
Haymitch stringe gli occhi in un’espressione di dolore, ma ricambia l’abbraccio. « Piano, ragazzino. Mi fa male. » Lo rimprovera, ma non c’è severità nella sua voce.
Subito dopo la testa di Peeta spunta dalla porta, un po’ imbarazzato. « Scusami, Effie. È scappato e non sono riuscito a riprenderlo. »
Con un sorriso gli faccio cenno di non preoccuparsi, mentre rimane fermo sulla soglia – prima di decidere di entrare.
Torno a guardare il dottore, che sbatte le palpebre confuso dalla velocità degli eventi, poi sembra che un lampo gli attraversi gli occhi e si raddrizza. « Oh. Miss Trinket, mi dispiace non l’avevo- senza… » Prende un profondo respiro, guardando di sottecchi Haymitch, e credo di leggergli un po’ di timore negli occhi, prima di riprendere a parlare. « Comunque! Prego, mi segua così potremo parlare più tranquillamente. »
Lascio la stanza senza con una maschera inespressiva sul volto e torniamo in corridoio.
Qui mi spiega la situazione di Haymitch. Non è critica, ma se non vuole che lo diventi, dovrà smettere di bere definitivamente e seguire la cura che gli è stata prescritta.
Secondo il dottore il polso guarirà in otto settimane o giù di lì; non è questo quello che mi preoccupa.
Haymitch ha già provato a smettere di bere… non ha mai funzionato, non fino in fondo.
Ora le cose sono diverse, però. Ha già ridotto molto le dosi, forse questa è la volta buona.

Le prime settimane trascorrono in fretta e senza troppi intoppi – gli antidolorifici che prende per il polso rotto sostituiscono perfettamente gli alcolici.
I problemi cominciano ad arrivare quando deve smettere di prenderli. Comincia ad andare in astinenza – non come l’ultima volta, ma riesco a vederlo.
Tenta di tenerlo nascosto, per Pan, forse per me – o per entrambi. Non lo so.
Quello che so è che mi fa male vederlo in questo stato, ma per il suo bene non mollo e nemmeno lui lo fa.
Sono sinceramente speranzosa.

 
A/N: Salve!
Eccoci qua. Tutto tornato normale. La mia follia natalizia è finita e sono tornata la solita, vecchia, perfida me. :D
Un paio di cose da dire. Effie non è veramente così vecchia come crede, ma essendo il suo punto di vista, lei si vede così.
E Haymitch, beh era ora che smettesse definitivamente di bere. Non poteva andare avanti in questo modo senza conseguenze e di certo non voglio che stia male! Fate il tifo per il nostro ex-mentore!! XD

Ora, in condizioni normali un polso rotto e la situazione dei reni di uno che beve da più di trent’anni non dovrebbero essere facilissime da curare. Però stiamo parlando di Panem. Insomma credo che in tutto quel tempo la medicina abbia fatto passi da gigante, se non nei Distretti almeno nella Capitale, e ora stanno cercando di parificare le condizioni della nazione.
Comunque, ho mille cose in serbo per questo sesto anno, e anche per quello che verrà.
Vedrete, vedrete… le cose stanno per cambiare – di nuovo.
Grazie mille a tutti, alla prossima e ancora buone feste!
 

x Lily
   
 
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