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Autore: scbiebersloveg    27/12/2014    4 recensioni
Lui era tornato dopo avermi lasciato lì da sola, dopo aver rotto il mio cuore in mille pezzi, era andato via senza pensarci due volte.
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Era sempre più bello, i capelli biondo cenere alzati in una cresta impeccabile, indossava dei jeans a cavallo basso e una maglietta bianca che metteva in evidenza i suoi muscoli più evidenti dall’ultima volta, era più alto ed era perfetto, come sempre.
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Sapevano solo che lui era partito e che per tutti questi mesi eravamo rimasti in contatto.
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“Spiegami perché ti sei scopato quella puttana! Spiegami perché sei partito! Spiegami perché sei tornato e spiegami chi è quella stronza che ti porti sempre dietro!”
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"Io ti amo, non ho mai amato nessuno, fino a che ho incontrato te, la mia bambolina, amore mio perdonami”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chaz, Justin Bieber, Ryan Butler, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Richiusi la porta velocemente, non volevo vederlo, odiavo quel ragazzo come mai avevo odiato qualcuno.

“Ellen, aspetta” non riuscivo a chiudere quella maledetta porta, il suo piede la bloccava e più io spingevo lui più spingeva dall’altro lato.

“Aspetta un corno! Vai via!” diede una spinta forte e mi ritrovai a terra e il sedere dolorante.

“Ti sei fatta male?” mi corse incontro per aiutarmi ma lo spinsi via.

“Non toccarmi” cercai di alzarmi appoggiandomi al divano e con vari sforzi riuscii a mettermi in piedi.

“Mi dispiace, non volevo farti del male” si toccò la fronte imbarazzato.

Questo è bipolare o cosa?! “Si okay, prossima battuta”

“Sono serio” mi guardò come se stessi delirando.

“E io sono Ellen, adesso sparisci” indicai la porta con un dito.

“Ellen smettila” quasi urlò.

“Smettila cosa? Ma sei coglione! Non voglio vederti te ne devi andare!” urlai spingendolo fuori.

“Ma cosa ti ho fatto?!” ma che faccia tosta!

“Cosa mi hai fatto David? Cosa mi hai fatto!?” non trovavo nemmeno le parole per esprimere quanto fossi scioccata “Hai quasi cercato di violentarmi!”

“Ma ero ubriaco!” si giustificò.

“Questo non cambia niente!” esclamai.

“Ellen ti prego, voglio solo parlarti, alla festa ero ubriaco e lo so sono un coglione anche per averti trattato male alla partita di basket ma sono così fottutamente geloso!” ammise quasi con le lacrime agli occhi.

“Geloso?” domandai incredula.

“Si geloso!” urlò all’improvviso spaventandomi “Sono geloso di quel biondino del cazzo che non ti merita, io ti amo Ellen e se non posso averti io non ti avrà nemmeno lui” spalancai gli occhi per il suo cambio d’umore improvviso “Sono geloso e ti amo” ripeté nel caso non avessi sentito, si, era bipolare.

“Si si certo David ma adesso vai via” non diedi retta alle sue parole, soprattutto la parte in cui parlava di Justin, volevo solo che andasse via, avevo avuto fin troppe confessioni d’amore oggi e alla sua poco ci credevo.

“Tu non mi credi” capitan ovvio il ragazzo “Tu non mi credi!” urlò dando un pugno sul muro “Perché non mi credi! Perché non puoi semplicemente amarmi come ti amo io! Perché devi essere così difficile e stronza!” mi urlò contro come se la colpa fosse mia, che poi colpa di cosa? “Lui non ti ama!” diede un altro pugno nel muro “Sono io quello che ti ama davvero! Io!” si avvicinò lentamente, non avevo aperto bocca da quando aveva iniziato il suo sfogo e più si avvicinava più mi allontanavo.

“David, calmati” non sapevo cosa fare, non avevo mai conosciuto questo suo lato.

“Non posso calmarmi! Tu devi amarmi” mi ritrovai schiacciata al muro e il suo viso a pochi centimetri dal mio “Tu sarai mia” mi sussurrò all’orecchio.

“Lasciami” cercai di spingerlo via ma inutilmente “David vai via! Non toccarmi!” urlai spingendolo di nuovo con tutta la forza.

“Non respingermi principessa, lo so che mi vuoi” portò le mani su i miei fianchi.

“Non chiamarmi in quel modo e togliti di dosso!” posai le mani sul suo petto e stavolta riuscii ad allontanarlo cogliendolo di sorpresa.

Mi avvicinai alla porta ancora aperta e mentre stavo per uscire mi raggiunse tirandomi per i capelli, caddi a terra cacciando un urlo di dolore, avevo sentito i capelli staccarsi.

“Non scappare piccola” si abbassò al mio livello visto che ero ancora a terra e me lo ritrovai addosso, mi baciò con forza e con una palpata al sedere riuscì ad infilare la sua lingua nella mia bocca; muovevo le gambe cercando di colpirlo dove potevo mentre le mie mani erano bloccate dalle sue, dalla bocca passò al collo, sembrava un cammello, mi stava sbavando addosso ma che schifo! “Non fare la preziosa Ellen, lasciati andare” mi guardò negli occhi e passò una delle sue mani sul mio corpo passando dal seno al sedere e così lasciò una delle mie mani, mi calmai fermando piedi e mani, passai una mano tra i suoi capelli e per il ciuffo lo spinsi sulle mie labbra, lo sentii sorridere e stavolta ricambiai il bacio, le sue mani erano sul mio corpo, una sul mio sedere e una sul seno e mi stavo innervosendo più di quanto non lo fossi prima, se non le toglieva le tagliavo, capovolsi la situazione mettendomi sopra di lui e staccandomi dalle sue labbra gli sorrisi.

“Idiota” non gli diedi il tempo di capire che lo colpii nei gioielli di famiglia, mi alzai e dopo avergli dato un calcio nello stomaco scappai via.

Correvo il più veloce possibile con la vista sfocata a causa delle lacrime che cercavano di uscire dai miei occhi, non volevo piangere, io non dovevo piangere ma in quel momento erano il mio unico sfogo, avevo bisogno di prendere a pugni il mio sacco o qualunque cosa potesse capitarmi davanti, continuai a correre senza mai voltarmi; arrivai a destinazione con l’affanno e le gambe che cedevano per il troppo sforzo, mi asciugai le lacrime con la manica del maglione e attraversai correndo il cancello -fortunatamente aperto- e il viale della villetta.


Justin

Boom, colpii di nuovo il muro con la piccola pallina, boom, rimbalzò di nuovo e tornò indietro, l’afferrai al volo e la lanciai ancora una volta facendola poi rotolare sotto il letto, bene, troviamo un altro passatempo; mi alzai da letto e presi la chitarra suonando melodie a caso.
Dopo aver suonato per cinque minuti posai la chitarra già annoiato e composi il numero che volevo sul telefono, schiacciai il tasto verde e aspettai che rispondesse, dopo vari squilli la chiamata si staccò e ricomposi il numero ma di nuovo nessuna risposta, non mi preoccupai molto, conoscendo Ellen si era addormentata oppure aveva la vibrazione e non sentiva il telefono.
Poggiai la testa sul cuscino deciso a schiacciare un sonnellino ma prima che potessi chiudere gli occhi il campanello suonò, aspettai che qualcuno andasse ad aprire ma poi ricordai di essere solo in casa, sbuffai sonoramente e mi trascinai giù per le scale mentre il campanello suonava ininterrottamente, ero pronto a dirne quattro a chiunque rompeva i coglioni dall’altro lato della porta; girai la maniglia e la aprii.

“Si può sapere che cazzo ave-“ mi bloccai vedendo la ragazza in lacrime davanti a me, prima che potessi dire altro mi si buttò addosso avvolgendo braccia e gambe intorno al mio corpo stingendomi forte, la sua faccia era nell’incavo del mio collo e sentivo le sue lacrime scivolare dai suoi occhi, rimasi fermò cercando di elaborare il tutto poi la strinsi altrettanto forte, chiusi la porta con un calcio ed entrai nel salotto, lasciai che sfogasse il suo pianto anche se morivo dalla voglia di sapere cosa fosse successo, non riuscivo a vederla così triste e in lacrime “Ellen, sssh, basta” cercai di calmarla accarezzandole i capelli e lei mi strinse ancora più forte “Basta Ellen, ti prego basta, non riesco a vederti così, dimmi cosa è successo” questo sembrò farla calmare almeno un po’ perché alzò la testa, incontrai i suoi occhi rossi e gonfi, era raro vedere Ellen piangere e mi si spezzava il cuore a vederla, asciugai alcune lacrime che cadevano ancora dai suoi occhi “Basta amore mio, non riesco a vederti così” le baciai la fronte “Che ne dici di farmi un sorriso?” sforzò uno dei sorrisi più finti che avessi mai visto sul suo volto e scossi la testa “Così non va bimba” le solleticai la pancia e rise “Ecco, molto meglio” mi abbracciò ancora.

“Grazie” la sua voce uscì come un sussurrò e si schiarì la gola.

“Mi spieghi cosa è successo? Chi ti ha fatto piangere così tanto?” le accarezzai una guancia.

“No ho solo-solo litigato con H-Harley” sorrise innocentemente “Niente di che s-sai, cose tra fratelli” scosse la mano.

“Ellen” la richiamai.

“No davvero Justin! Non è successo niente, ho solo litigato con-“

“Ellen!” stavo iniziando ad arrabbiarmi, sapevo che mentiva, riuscivo a capirlo, la conoscevo meglio di chiunque altro e potevo capire che mentiva dal suo comportamento e dai suoi occhi, quando mentiva iniziava a balbettare e posava lo sguardo ovunque senza mantenerlo su qualcosa per nemmeno 5 minuti “Non mentirmi e dimmi cosa è successo” sospirai sonoramente cercando di mantenere la calma, camminai verso il tavolo da pranzo e poggiai Ellen li sopra restando tra le sue gambe.

Ellen

Sospirai prima di iniziare a raccontargli cosa fosse successo “Sono tornata a casa e subito dopo qualcuno ha suonato alla porta, e-era David” chiusi gli occhi aspettando la sua reazione che non tardò ad arrivare.

“Quel David?!” strinse la presa su i miei fianchi “Cosa ti ha fatto? Ti ha toccata?! Giuro che se solo ha osato toccarti lo uccido” per quanto amassi quel suo lato protettivo e geloso nei miei confronti avevo paura di dirgli il resto.

“E entrato in casa dicendo di amarmi e che è geloso perché tu non mi ami e-e non mi meriti e ha detto che se non sarò sua non-non sarò nemmeno tua e Justin io ho cercato di non farlo entrare ma lui è entrato e ti prego Justin non fare nulla e non arrabbiarti ma lui-lui” parlai velocemente, sospirai guardandolo negli occhi.

“Fottuto bastardo!” esclamò dando un pugno sul tavolo su cui ero seduta “Tu sai che non è vero Ellen, vero?” sorrisi leggermente, faceva così tanto il duro ma era così insicuro, credeva di non essere abbastanza.

“Sh,sh,sh Justin” gli presi il viso tra le mani baciandolo a stampo “Lo so, non preoccuparti, va tutto bene” lo rassicurai e sorrise.

“Continua, cosa è successo dopo?” mi guardò negli occhi appoggiando la sua fronte sulla mia.

“Ma niente, ti ho detto tutto!” distolsi lo sguardo dal suo.

“Ellen” si lamentò facendomi capire che non ci credeva.

“Io te lo dico Justin, però devi promettermi che non farai niente, non adesso, resterai qui con me” lo pregai con lo sguardo.

“Va bene El, te lo prometto” mi baciò.

“Io gli ho detto di andare via e allora lui si è arrabbiato perché non lo amo e mi ha bloccato contro il muro così lo spinto via e-e lui mi ha tirato per i capelli” mi fermai guardandolo, stringeva i pugni e aveva gli occhi chiusi “E non ti dico più niente Justin” scesi dal tavolo allontanandomi da lui.

“Cosa, no Ellen devi dirmi cosa è successo” mi tirò per il braccio fermando la mia camminata avanti e indietro per il salotto.

Sospirai e chiusi gli occhi continuando a parlare “Mi ha tirato i capelli e-e si è steso sul mio corpo e io ho provato ad allontanarlo ma mi aveva bloccato le mani e nonostante i miei calci non si smuoveva” parlai velocemente giustificandomi.

“Continua” il suo tono era arrabbiato, potevo sentirlo; ancora con gli occhi chiusi continuai a raccontare.

“Mi ha baciato e-e io ho ricambiato cos-”

“Tu cosa!?” aprii gli occhi e lo vidi fermò dov’era prima con le mani strette in due pugni e gli occhi spalancati.

“No aspetta fermo!” esclamai “Non è come pensi fammi finire! Ho ricambiato il bacio solo per fargli credere che lo volevo anch’io e che mi avesse convinto con le sue parole ma l’ho fatto solo per scappare e infatti ci sono riuscita” in due passi mi raggiunse e mi strinse forte a se interrompendo la mia parlantina, mi sollevò da terra e io ricambiai l’abbraccio.

“Giuro Ellen” mi prese il viso tra le mani “Che appena lo vedo gliela faccio pagare”
  
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