Ciao!
Sono un po’ impaziente di
pubblicare questo cap, visto che nel prossimo ci sarà il vero e proprio “boom”.
In questo si evidenziano comportamenti e riflessioni che si trascineranno nei
prossimo capitoli, anche se mi piace semplicemente per il fatto che per una
volta, forse la prima, vedremo una Debora un po’ meno… controllata! Leggendo
capirete a cosa mi riferisco, eheh!
Detto ciò, grazie a coloro
che hanno recensito lo scorso cap:
Freeze: Grazie mille per la
precisazione, prometto che la prossima volta farò più attenzione a scrivere le
misure per intero ^^ hai proprio ragione, nei libri lo spessore aiuta a
comprendere ciò che succederà invece con le fic è più difficile, ma comunque ti
dico che per ora ho scritto 53 cap e me ne mancano altri due. Quindi spero che
questo dato ti aiuti in seguito! ^^ Sarò crudele, ma mi piace quando i lettori
sono incuriositi dalla storia, e ad essere onesti mi fa anche un piacere perché
vuol dire che c’è interesse. Quindi… Cosa ne pensi di questo cap? Spero
continuerai a seguirmi! ^^
Vero15Star: Ti ringrazio,
come sempre Daniele si conferma sempre più cretino, e di sicuro la tua idea su
di lui peggiorerà dopo questo cap… Eh si, la suspense circa l’eliminazione
doveva esserci, ma non sono mai così cattiva, ihih. L’importante è che “Tutto è
bene quel che finisce bene”, no? ^^Spero che continuerai a seguirmi facendomi
sapere il tuo parere!
95_angy_95: Che bello che
Andrea ti sia simpatico!E’ la prima volta che una lettrice lo apprezza, è una vera gioia per me, è uno dei miei
personaggi preferiti, a volte lo adoro mooolto più di Niko, anche perché
rappresenta il mio ragazzo ideale, eheh. Spero che questo cap ti aia piaciuto!
Credo che aggiornerò sabato,
hasta luego!
La vostra milly92.
Capitolo 21
Anche L’Occhio Vuole La Sua Parte
Salutare Luigi fu molto
difficile, forse ancora di più che dire addio a Rosangela. Mi sentivo un pò in
colpa ad essere sincera, e continuavo a ripetermi: “Almeno Niko è ancora
dentro, no?” .
Con lui terminò il club delle
scommesse, con nostro sommo dispiacere, ma Vincenzo disse che non sarebbe stata
la stessa cosa decidemmo di scioglierlo definitivamente perchè nessuno sarebbe
mai stato capace di rimpiazzarlo.
Eppure, quando se ne andò,
sentii un senso di gioia e leggerezza invadermi: era finito l’incubo, il
rischio, e mi dissi che mi sarei dovuta godere di più ogni istante trascorso lì
con tutti i ragazzi.
“Hai visto, ce l’abbiamo
fatta” mi disse Niko quella notte, mentre eravamo in salotto. Erano le due
passate, e ancora ci decidavamo ad andare a letto, ancora elettrizzati.
“Ce l’hai fatta” lo corressi.
“Grazie anche a te, però,
davvero” affermò.
Stetti zitta un secondo,
prima di dire: “Ma non credi sia stata anche un po’ colpa mia? Cioè…” abbassai
la voce, “Con la storia di Daniele, ti sei distratto...”
“Ma no, dai, non è così. Non
mi distrarrà mai, quel pivello”
“Ok, ok!” affermai, visto che
si stava iniziando a scaldare al solo udire quel nome.
Restammo lì con gli altri,a
festeggiare.
“Deb, vuoi?” mi domandò
gentilmente Rossella, porgendomi una bottiglia di birra.
Esitai, dato che ero astemia,
ma poi la accettai, presa dall’euforia, e iniziai a bere, mentre la ragazza mi
trascinava con sé sul tavolino del soggiorno ed iniziavamo a ballare sulle note
di canzoni movimentate. Tutti ci applaudivano, e la scenetta si allargò quando
si unirono Vincenzo, Angela e Max, che Rossella tirò per la cravatta, costringendo
a ballare con lei… Dopo la prima
bottiglia ne bevvi un’altra, e un’altra ancora…
Non so che ora ci
addormentammo…
So solo che quella mattina,
appena aprii gli occhi, vidi intorno a me qualcosa che non era la mia stanza.
Avevo un enorme mal di testa e sentivo un respiro profondo e regolare proprio
vicino a me.
Abbassai lo sguardo e, con la
testa che mi girava un po’, notai che una mano stringeva la mia, avvolta ai
miei fianchi.
C’era qualcuno dietro di me.
O forse ero io che stavo avanti a qualcuno.
All’erta, ancora assonnata,
mi voltai e… E mi accorsi di stare sul divano del salotto, distesa, tra le
braccia di Niko.
Si, avete letto bene. Avevo
dormito con Niko sul divano, diamine!
Indossavo ancora i vestiti
che avevo indossato dopo il serale, dei jeans con un top, e Niko invece aveva
ancora indosso la camicia e i pantaloni della prime time.
Ero letteralmente tra le sue
braccia, ma la domanda era: come diavolo avevo fatto a finire addormentata lì
sopra, e soprattutto con lui?!
Guardai l’orologio affisso
alla parete: erano quasi le sette.
Sarei rimasta volentieri lì,
a dormire ancora tra le braccia di quel dio, e stavo ancora decidendo cosa
fare quando la porta del salotto si
aprì. Subito chiusi gli occhi, fingendo di dormire e stringendo ancora la mano
di Niko.
“Ehi, ma che…? Oh!”
Era la voce di Daniele,
stupita. Lo sentii camminare rapidamente, uscire fuori dalla stanza. Che
cavolo, ci mancava solo lui!
Eppure a lui, ovviamente,
seguì lo zio Max, che scoppiò a ridere.
“Ehi…”sbottò una voce
assonnata.
Cacchio! Niko si era
svegliato! Lo sentii alzarsi e lasciare la mia mano.
“Dormi, Debora, dormi!” mi dissi.
“Max, ma che fai?” lo sentii
chiedere con la voce impastata dal sonno.
“Potrei farti la stessa
domanda! Insomma, mi avevi detto che l’avresti portata nella sua stanza dopo
che si era ubriacata!” lo rimbeccò Massimo.
Cacchio, mi ero ubriacata sul
serio!
“Infatti, devo essermi
addormentato anch’io insieme a lei…” si scusò l’altro, stiracchiandosi e
facendomi quasi cadere dal divano. Ma
c’era qualcosa di strano nel suo tono…
“Si, certo… Scommetto che sei
rimasto a guardarla e ti sei addormentato vicino a lei… Anche se sembravate due
sposini a dir la verità…”
Max aveva iniziato a
sghignazzare e ridere più rumorosamente, così mi dissi che sarebbe stata
un’ottima scusa per svegliarsi. Dopotutto, fingere di dormire era una delle mie
specialità sin da quando ero una bambina e fingevo di dormire mentre mia madre
e mio padre preparavano la calza la notte dell’Epifania!
“Oh, ma cos…?” feci,
girandomi su un fianco e aprendo gli occhi.
Si zittirono, guardandomi.
Vidi Niko che mi fissava.
“Ma cosa… cosa è successo?
Niko perché sei sul divano con me? Anzi, perché io sono sul divano?!” chiesi,
facendo la voce più assonnata possibile, alzandomi e stropicciandomi gli occhi.
“Oh, beh, in realtà…”
“In realtà avete dormito
insieme sul divano” completò Max. Niko lo guardò male, così si affrettò ad
aggiungere: “Scusate, ma vado a fare colazione, sto morendo di fame…!” prima di
volatilizzarsi.
“Allora, mi spieghi che è
successo?” chiesi a Niko, alzandomi dal divano, con la testa ancora dolorante.
“Beh, vedi, ieri hai bevuto
molto, e… ti sei ubriacata…” iniziò, mettendosi a sedere normalmente. “Alla
fine tutti sono andati a dormire ma tu eri ancora sveglia, dicevi cose strane…
Così sono andato nella mia stanza ed ho detto a Massimo che sarei tornato subito
perché ti eri addormentata e che ti avrei portata nella tua stanza. Era la mia
intenzione, ma è stato difficile fatti addormentare!”
“Cosa… cosa dicevo o facevo?”
chiesi, intimorita dalla risposta.
“Beh, dicevi cose come… Beh,
eri ubriaca, ovvio…!”
“Cosa dicevo?” chiesi
disperata.
“Ok, te lo dico… Diciamo che
più che altro mi facevi dei complimenti, ma hai anche cacciato delle parolacce,
tipo : “Lasciami stare, stronzo, voglio ballare…”. Tutto qui!”
Tutto qui?! Oddio…
“Cosa intendi per
complimenti?” chiesi.
Lui scrollò le spalle. “Beh,
cose del tipo: “Sei troppo figo stasera, mi sarebbe dispiaciuto andare via…”
Arrossii come una matta,
nascondendomi il volto. “Oddio, scusami, non ero in me…”
“E poi” riprese, con tono
quasi leggero,cercando di farmi capire che non era successo nulla, “Ho dovuto
sudare sette camicie per farti sedere sul divano, e…” rise, “Ho dovuto
raccontarti una storia per farti calmare ed addormentare… Ma mi sono
addormentato anche io…”
Mi sorrise. “Su, dai, non è
niente, eri ubriaca…”
“Che c’entra, chissà cosa
penserai ora di me! Io volevo restare per te, per farti continuare questo
percorso…” esclamai, anche se un po’ mentivo.
“Facciamo una cosa, fingerò
di essere ubriaco e ti dirò anche io una cosa… segreta” mi rivelò, con un tono
calmo e tranquillo.
Annuii, ancora imbarazzata.
Cosa poteva mai essere?
“Vedi, verso le quattro mi
sono svegliato e mi sono ritrovato vicino a te. Avrei voluto portarti a letto,
ma eri così… bella, sembravi un
angioletto, così ho fatto finta di nulla e ti ho stretta a me,
riaddormentandomi”.
Aveva lo sguardo basso, ed
era arrossito.
Incredula, sorrisi dolcemente
prima di accarezzargli una guancia. “Non fa niente, tranquillo” lo rassicurai,
presa da un moto di affetto superiore al solito.
“Meno male, credevo la
prendessi a male, insomma, dopo tutti i miei discorsi sul fatto che per m sei
solo un’amica, cioè, sei solo un’amica…”
“Solo un’amica, no?” chiesi.
“Oh, si, certo, sei solo
un’amica, solo un’amica” ripeté imbarazzato.
Restammo zitti per un bel
po’, prima di deciderci ad andare a colazione.
“Io vado a cambiarmi prima”
gli dissi, “Ed ho bisogno di una bella doccia dopo la sbronza, è la prima volta
che mi ubriaco” ammisi.
“Non avevo dubbi” rispose
sorridendo.
Qualche minuto dopo, mentre
l’acqua tiepida mi massaggiava il corpo, non facevo altro che sorridere come
una cretina per tutto ciò che era successo. Possibile? Possibile? Ma
soprattutto… era tutto vero? Cercai di scovare nella mia mente… Non ricordavo
niente, ricordavo solo fino a quando io ballavo con Rossella. Ma perché mi ero
ubriacata?!
Mezz’ora dopo, a colazione,
eravamo tutti un po’ silenziosi: si sentiva la mancanza di Luigi, era lui
quello che spesso faceva il caffè e raccontava barzellette, trattenendoci a
tavola più del dovuto.
“I giudici verranno oggi
pomeriggio, sono impegnati in un’intervista” annunciò Richard, facendo un
ingresso in cucina a suo parere plateale.
Annuimmo, ma Lara disse:
“Cavoli, io sono curiosa!”
Di certo vi starete chiedendo
chi sia questa Lara: era l’ultima entrata nel programma, aveva fato il suo
ingresso proprio la sera prima, ma io ero così presa dal rischio di
eliminazione che non vi avevo nemmeno badato; mi ero resa conto della sua
presenza solo al rientro del loft. Aveva trentun anni, era abbastanza bassa, ed
era già famosa nel loft per la sua passione per le canzoni soft, lente, quasi
funerarie.
“Comunque da martedì ognuno
canterà due brani” aggiunse lei, “Me lo ha detto Silvia ieri sera”.
“Bello, sono andato in
ballottaggio per un solo brano, figuriamoci con due!” esclamò sarcastico Niko.
“Su, fratellino, non essere
pessimista, dopotutto sei andato in ballottaggio una volta sola, molti di noi
ci sono andati più di due volte…” lo rincuorò Rossella.
“Si, e poi non ci andrai,
tranquillo: farò io una campagna pubblicitaria per te, lo farò senza dubbi pur
di non dovermi sorbire una Debora piagnona e che poi si ubriaca, ballando sui
tavoli e dormendo con il primo che gli capita sottotiro!” dichiarò altezzoso
Daniele, con uno sguardo furente.
La conseguenza fu
prevedibile: Niko si irrigidì, stritolando quasi la tazza che aveva tra le mani
e lanciandogli un’occhiata torva, che lo avrebbe ucciso se solo avesse potuto.
Anche Massimo, Andrea e
Francesco si voltarono verso di lui, mentre io credevo di non aver udito bene.
“Senti, Daniele, non sono
affari tuoi, di sicuro non sono venuta vicino a te…” iniziai, cercando di
controllarmi, ma fui interrotta da Niko.
“Gli piacerebbe che tu
andassi da lui! Sei solo geloso!”
“Geloso di cosa?” rispose
Daniele sprezzante. “Che tu riesci a farla stare al tuo gioco e scopartela
grazie alla tua celebrità e al tuo bel visino da riempire di pugni?”
Quella frase mi colpì come un
colpo di cannone al cuore, mi sentii le guance in fiamme, e quasi non mi resi
conto di Niko, Massimo ed Andrea che gli si scagliavano contro.
“Cosa hai detto?! Ma stai
scherzando…? Io… Non sono come te, non ci proverai mai a… A… insomma, ha sedici
anni!” balbettò Niko a causa della furia.
“Forse non lo sai, ma due
persone possono essere amiche, rispettarsi, e, perché no, dormire insieme anche
se tra loro non c’è niente oltre all’amicizia! Ma tu sei così… Così… Così perverso che non ci arrivi!” aggiunse Andrea, fin troppo
tranquillamente rispetto al suo scatto precedente.
Ma quello che stava reagendo
di più era Max: lo aveva afferrato per la collottola, dicendo: “Non osare più
dire queste cose, Debora non farebbe mai una cosa di questo genere…”. Anzi, più
che altro ringhiava.
Subito mi avvicinai, aiutando
Rossella, Francesco, Richard e Dante a separarli. Dopo innumerevoli sforzi ci
riuscimmo, ma continuavano a lanciarsi occhiate torve e rabbiose.
“Ragazzi, per favore, la
prossima volta ignoriamolo” dissi poco dopo, mentre eravamo tutti nella mia
stanza. “Vi ringrazio, ma a causa sua non dobbiamo… Cioè, dovete…”
“Deb, no! La deve piantare,
mi sta tirando le botte di mano ogni santo giorno!” esclamò Max, appoggiato
alla scrivania.
“A chi lo dici” aggiunse Niko
sbuffando.
“Il fatto è che oggi ha
davvero esagerato” riprese Andrea. “Cioè, quando ha cacciato fuori quella cosa… Non lo sapevo nemmeno io,
il fatto del divano”
“Deve averci visto mentre
dormivamo” ragionai, anche se lo sapevo per certo.
“Si, ma, insomma… Come può
pensare che noi… Insomma…” arrossì Niko, proprio come me. “Eravamo vestiti di
tutto punto…” aggiunse, come per dare una spiegazione più ovvia.
“Vabbè, che c’entra,
sembravate davvero… Cioè, così abbracciati… A me avete fatto tenerezza più che
altro” spiegò Max. “Di certo, anche se fosse successo, non sareste rimasti… svestiti…”
“Ma non è successo!”
s’infervorò Niko, rossissimo in viso.
“Calma, sembra quasi ti
dispiaccia” affermò sorridendo Andrea, facendo ridere Massimo.
“Dai, basta” affermai decisa,
sempre più color porpora. “Rimane sempre il fatto che quello stupido rompe le
scatole a ripetizione…”
“E’ solo geloso” disse Andrea.
“Gli brucia che Niko sia tuo amico…”
Non risposi, pensando che più
o meno Daniele mi aveva dato della ragazza facile. Come poteva pensare una cosa
simile?
Beh, certo, mi vedeva in giro
sempre con i ragazzi, mi aveva vista ballare come una cubista su un tavolo
ubriaca, mi aveva vista dormire su un divano con uno…
Mi dissi che sarei dovuta
cambiare, stare sempre dietro alle ragazze.
Perchè cambiare a causa sua?
Ma lui rappresentava anche coloro che mi guardavano dalla tv… Se apparivo così
a lui apparivo così a tutti…
“Ragazze, cosa fate di
bello?”
Erano le cinque, e gli over
25 stavano con la Sfortuna per l’assegnazione dei brani. Mi ero detta che avrei
dovuto fare qualche piccolo sforzo ogni tanto e stare con loro, parlando delle
scemenze di cui parliamo solo noi ragazze.
“Aspettiamo” rispose Samanta,
mentre Rita annuiva.
“Io più che altro aspetto il
mio boy che ancora si decide ad uscire dalla sua stanza” fece Rossella, quasi
scocciata.
“Il suo boy, sentitela!”
enfatizzai ridendo. “Mi fa piacere, Andrea è un bravissimo ragazzo”
“Eh, lo so” mi rispose, anche
se nel suo sguardo leggevo qualcosa di strano, quasi un velo di tristezza.
“Senti,Ross, so che
ultimamente ci sto più vicina del solito” iniziai, decisa a chiarire, pensando
che la sua espressione fosse dovuta a un po’ di gelosia. “Ma spero che non ti
dia fastidio,io…”
“Ma che, Deb! Non mi da
fastidio… E so che tu hai in testa altre persone!” mi rispose lei, facendo
l’occhiolino, mentre le altre due ridevano. Lì per lì sembrò serena, poi,
mentre Max passava davanti a noi e ci salutò, si rabbuiò di nuovo, mordendosi
un labbro.
“Ma cosa dite, ragazze,
sentiamo, e chi sarebbe…?”
“Lo sai tu, e questo è
l’importante” fece Rita evasiva, dandosi arie di importanza.
Anche dopo l’assegnazione dei
brani, me ne stetti un po’ più con Rita e Samanta, che in quanto life coaches dei
Gold Boyz e Max non avevano prove, ma dopo un po’ iniziai ad annoiarmi. Erano
diventate vere amiche, ed io lì in mezzo mi sentivo un’intrusa... Erano le mie
compagne di stanza, certo, ma non ci parlavo mai così tanto da sapere i loro
fatti più personali.
“Ieri durante il backstage ho
visto Erika” disse Rita mentre si limava le unghie.
“E chi è?” chiesi.
“La sua migliore amica” mi
rispose Samanta come se fosse una cosa ovvia.
“E mi ha detto che Stefano si
è messo con Maria!” continuò sbuffando Rita.
“E chi sono?” chiesi
nuovamente.
“Allora, Stefano è l’ex di
Rita che ha sempre sbavato dietro Maria, la peggior nemica di Rita, che però lo
ha sempre respinto perché a lei piaceva il cugino della sorella di una compagna
di classe di Anna, la vicina di Rita…”
rispose.
Annuii, capendoci ben poco.
Ma alla fine di quella giornata giunsi ad una conclusione: non me ne fregava di
cosa potevano pensare gli altri di me, quell’occasione era unica, ed io di
certo non l’avrei sprecata a fare cose che non volevo!
“Ho notato che sei stata
molto con le ragazze oggi” mi salutò Massimo quella sera, mentre ero sul
terrazzo.
“Si…”
“Come mai? Ci sei mancata a
cena”
“Solo a cena?”
“Sempre” sorrise lui.
“Allora? Come mai?”
“Beh, sai… Ho pensato che
stando con voi, comportandomi come ho fatto ultimamente, la gente potrebbe
pensare di me ciò che pensa Daniele, ma alla fine mi sono detta che non
m’importa del giudizio altrui, non sto facendo nulla di male”.
“Brava, nipotina! E poi senza
di te qui non sarebbe la stessa cosa, vale la pena sorbirsi le tue lagne per il
ballottaggio pur di continuare ad averti qui! Quel Daniele è solo invidioso del
fatto che tu non gli concedi la tua amicizia, e fai bene! Non pensarlo, lui
pensa che vuoi bene a Niko solo per il suo aspetto…” approvò lui,
abbracciandomi.
Ricambiai l’abbraccio, prima
di separami a causa di una forte botta.
Rientrammo in casa e vedemmo
il caos: l’ingresso e il salotto erano pieni di cuscini e una lampada era
caduta per terra.
I Gold Boyz, Lara, Rossella, Niko
e Vincenzo e Angela dei Dj stavano facendo la lotta con i cuscini dei vari
divani.
“Eh no, qui non si lotta
senza di me!” urlai, mentre prendevo un cuscino ed Max mi imitava, lanciandolo
chissà dove. Destino, colpii proprio Niko.
“Questa me la paghi!”
ribattè, lanciandomene uno e urtandomi.
“E tu mi paghi questa! Oh,
dov’è un cuscino quando serve?!” urlai freneticamente, ridendo.
In pochi secondi mi ritrovai
a ripararmi il capo con le mani, prima di venire travolta da Niko che era
caduto grazie ad una cuscinata di Dante.
“Oggi ce l’hai proprio con me,
eh” affermai, continuando a ridere.
“Non è colpa mia se sei così
soffice e bella da stringere” mi rispose, mandando in aria senza badarci troppo
il cuscino che gli avevano lanciato e continuando a starmi vicino.
Eravamo praticamente distesi
sul pavimento, e la lotta andò avanti senza di noi.
“Mi mancava questo nella
lista dei complimenti, qui a Music’s Planet” ammisi imbarazzata.
“Abituatici, che ne riceverai
molti altri dal sottoscritto!” affermò, dandomi un lieve bacio sulla guancia.
Sorrisi come la solita demente,
ma quel sorriso si cancellò dal mio volto quando, in preda ad una crisi di
insonnia, quella sera non riuscii a dormire ripensando ad una stupidissima
frase che Max mi aveva detto quella sera.
“Lui pensa che vuoi bene a Niko solo per il suo aspetto…”
Era così? Daniele aveva
ragione?
Provai ad immaginarmi un Niko
brutto, pieno di brufoli, con occhiali e apparecchio, più grasso, ma subito
diedi termine a quella fantasia, infastidita. Non sopportavo l’idea di sembrare
così superficiale; mi imposi che Niko mi piaceva anche per il suo carattere.
Strano, mi sono sempre piaciuti i ragazzi
intellettuali, romantici, che condividono le mie stesse passioni! Invece Niko è
diverso; non è intellettuale, non condividiamo nulla, io sono una semplice
studentessa, lui è un cantante…. E poi, a volte è un po’ troppo impulsivo,
subito si arrabbia, invece a me piacciono i tipi calmi, ma anche più
divertenti, che fanno le battute ogni tre secondi. Ma soprattutto, più chiari,
non ambigui come lui.
Mi addormentai in preda ai
quei pensieri, dicendomi: “Anche l’occhio vuole la sua parte”, senza sapere
davvero cosa pensare.
Qualche Anticipazione:
“Pessima giornata, dopotutto
è venerdì 13” mi ricordò Andrea, accasciandosi ancora di più sul divano.
______________
“Ovviamente questo è un punto
di partenza, ragazzi, voi potete comunicarmi eventuali modifiche che vorreste
apportare, anche perché ci sono altri autori che vorrebbero avere l’onore di
aiutarvi” spiegò.
______________
“Allora non sono l’unica a
pensarlo!” esclamai, ma mi zitti di botto perché Massimo veniva verso di noi.
Sembrava davvero abbattuto, ci salutò a stento e andò chissà dove.
______________
“Non devi dire niente” mi
rassicurò, stringendomi a sé lentamente, come se fossi una bambola di cristallo
che si sarebbe potuta rompere facilmente.
______________
Ci separammo, e lui riprese
la chitarra, ma proprio in quel momento entrò Maria, facendoci sobbalzare.
“Siete qui! Vi sto cercando da secoli… Dobbiamo andare!” esclamò.