Anime & Manga > Vocaloid
Ricorda la storia  |      
Autore: Hitsuki    27/12/2014    4 recensioni
{ fluff; comico; demenziale? }
— Appena pensava al Re di porcellana, sottomesso però a lei Regina degli uomini, riaffiorava il fratello fra i pensieri impastati dalla confusione. Desiderava porgere una coroncina di fiori sul capo del fratello, per renderlo completamente il suo piccolo Re. […] Il servo aveva già trovato nel giardino fiori da cogliere per Rilliane: fra rose, crisantemi, anemoni e calendule scelse il giglio. Un giglio bianco, lo stelo piegato leggermente di lato, ancora imperlato di rugiada dell'alba, puro come quel giorno tanto simbolico. Era struggente, meravigliosamente struggente, il suo combattere la coltre di neve. La neve era fredda, imperturbabile, ma si scioglieva al solo tocco del Sole, Re del Cielo e la Luna, sua Regina. ×
L'augurio di un ventisette dicembre eterno fra gigli e bambole di porcellana.
[ • Evil Saga | what if?; tutti son felici e contenti ]
[ • auguri Kagamine!! ♡♡ ]
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaito Shion, Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ebbene sì, oggi è il compleanno dei miei amati Kagamine (anche se, ormai si sa, Lenno scritto in giallo banana (è il mio husbando/waifu bananito) rimane il mio preferito) (io e Lenno siamo la OTP più canon) e dato che quest'anno ho scritto davvero parecchio su loro due e nel fandom in generale volevo comunque fare loro gli auguri con una fanfiction. Fluff, per una volta, perché sono una brava persona; ringraziatemi, avrei potuto dedicarmi all'angst come mio solito ma non l'ho fatto - il che per me è male. Sono una brava persona anche perché questa fanfiction l'ho scritta ad inizio dicembre, per esempio volevo tipo scrivere anche su Haytham Kenway ma tipo non ho la cognizione del tempo e quindi non ho tipo (anzi senza "tipo" sono orribile sCUSAMI DADDY HAYTHAM) fatto nulla, mentre invece per i Kagamine sono stata puntuale e sono riuscita a trattenermi dal pubblicarla prima. (vbb, non è che ci voglia molto a bloccarsi dal pubblicarla maaa sono così fiera!! di poter fare gli auguri a questi due)
E quindi yeee eee la mia OTP (anche se qui il loro è un rapporto fraterno, poi se la volete vedere come una implicit!Kagaminecest bop fate voi) nel fandomm compie gli anni e yeee e ee e ho scritto tanta roba quest'anno su loro due e i Vocaloid in generale e yeeee eee la Evil Saga è la mia preferit a quiiindi ecco qui la fanfiction. Palesemente what if?, se ci sono un paio di robette improbabili un perché c'è; volevo solo dedicare ai miei gemellini peccaminosi, per una benamata e santissima volta, uno sprazzo di fluffosità e comicità (comicità?? ?) nell'ambientazione di una delle Saghe più (di)struggenti dei Vocaloid.
Soo nothing, buona lettura e Happy Natale in ritardo (oggi nevica, finalmente! Sarà un caso?).  [ma soprattutto auguri, piccolini miei♡♡]
~ Hitsuki.


 
 2
7

1
2

 

 
L'Aroma di un Giglio che sboccia fra due fratelli 」  
 
Era quasi buffo di come la Figlia del Diavolo stesse facendo riposare la sua ira all'interno di una stanza tanto angusta quando il giardino era uno fra i più bei petali di nuvole caduti dal cielo, tinteggiante di vivida quiete e poesia, e che neppure le altre immense stanze del castello attirassero l'attenzione della fanciulla. Gli venne da sorridere vedendo il letto a baldacchino dove la sorella riposava che ora si stagliava davanti a lui; lei aveva piegato le lenzuola, pulito i cuscini e parve che le rose dorate della trapunta sbocciassero rigogliose solo perché quello era un giorno speciale e non lo avrebbe fatto sentire un servo - così gli aveva detto poco fa. Davvero adorabile, da parte sua.
 Sfiorò il letto, le dita che tratteggiavano il contorno dei ricami rimembrando un passato bruciante ma al contempo sepolto, assopito come la rabbia della sorella - una rabbia che in molti definivano furia, ma in realtà portava il nome di solitudine.
 Dopo poco sbatté le palpebre, sussultò e ritrasse la mano come se avesse toccato qualcosa di profano. Picchiò un palmo umido sulla fronte, sentendo il sudore della mano affogare i suoi pensieri. Chiuse velocemente la porta, pur senza fare eccessivo rumore.
 
***
 
La giovane Rilliane era la Regina non solo del suo bel Regno, ma anche delle cinque bambole di porcellana nella stanza; portava vestiti acquamarina la Principessa, blu il Principe, rosso il Cavaliere, giallo il Re e giallo scuro la Regina - varie altre li circondavano, ma dei sudditi a lei non importava particolarmente. Soprattutto apprezzava la bambola del Re, poiché nonostante i suoi portamenti nobili si dimostrava umile e altruista in ogni suo minimo gesto. Appena pensava al Re di porcellana, sottomesso però a lei Regina degli uomini, riaffiorava il fratello fra i pensieri impastati dalla confusione. Desiderava porgere una coroncina di fiori sul capo del fratello, per renderlo completamente il suo piccolo Re.
 Portò titubante le narici poco sopra il bordo della tazza di te' caldo, assaporando per un attimo il suo profumo, subito dopo cominciandolo a bere con una velata voracità; gli occhi erano fissi sui dolcetti accanto a lei, dalle medesime tinte delle sue bambole, le pupille avide di altro zucchero che potesse addolcire la realtà. 
 Quello era un giorno speciale, si diceva, ma tutto sembrava monotono accanto a lei. Avrebbe già tagliato la testa a qualcuno, se non fosse stato per il fratello poco amante della morte. Poggiò la tazza ormai vuota sulla scrivania, sbuffando.
 
***
 
Il servo aveva già trovato nel giardino fiori da cogliere per Rilliane: fra rose, crisantemi, anemoni e calendule scelse il giglio. Un giglio bianco, lo stelo piegato leggermente di lato, ancora imperlato di rugiada dell'alba, puro come quel giorno tanto simbolico. Era struggente, meravigliosamente struggente, il suo combattere la coltre di neve. La neve era fredda, imperturbabile, ma si scioglieva al solo tocco del Sole, Re del Cielo e la Luna, sua Regina. Colse anche qualche biancospino, altro fiore da lui amato, e delle agrimonie trovate più in là. Il giardino della sorella era indubbiamente rigoglioso, ma fra essi non riuscì a trovare - neppure fra i ciuffi d'erba - coraggio abbastanza per consegnarle la piccola composizione simboleggiante il loro rapporto.
 Strinse il mazzetto di fiori e rimase per un attimo immobile, mimetizzandosi fra le statue imprigionate nell'edera del giardino. Chiuse le palpebre inspirando ed espirando, il petto che si muoveva impercettibilmente, sentendo un venticello sfiorargli con le sue dita trasparenti i capelli biondi. 
 Dopo un po' aprì con forza gli occhi e il venticello fuggì spaventato; avrebbe voluto picchiare una mano a pugno sul palmo dell'altra, ma si ricordò del mazzetto che teneva in mano. Si limitò solo a uno sguardo soddisfatto.
 Chiese alle guardie posizionate accanto al cancello di farlo uscire, e dopo un po' finalmente i due gli diedero il permesso.
 
***
 
Il rumore dell'orologio a pendolo era angoscioso; faceva un solco sempre più grande sul tempo, fino a quando avrebbe eliminato completamente quel giorno e uno nuovo sarebbe iniziato. La Regina terrena terminò di mangiare l'ultimo dolcetto sotto gli occhi in disappunto del Re del Cielo, leccandosi le labbra deliziata.
 L'atmosfera era strana, non avrebbe saputo spiegarlo in altro modo. Era strana, sì. Aveva quasi ansia, più del solito.
 Udì dei passi al piano sottostante del castello, numerosi passi che sbattevano con autorità sul pavimento. Urla di nessun genere si levarono. Altri passi, stavolta lungo le scale tentennanti di legno, avrebbe osato dire che le persone misteriose - pericolose - fossero quattro. Contemplò le bambole di porcellana sul davanzale, mettendo una mano sulla guancia pallida, e dopo un po' comprese di star picchiettando con le dita sulla scrivania allo stesso ritmo dei passi sulle scale. Si bloccò, chiudendo la mano a pugno.
 I passi cessarono.
 Sapeva che quelle persone erano dall'altra parte della porta. Osservò impotente la maniglia girarsi, ricordandosi che l'unica oltre a lei a possedere la chiave della stanza fosse suo fratello. 
 La porta si aprì.
 «Auguri, nostra Regina!». Come un coro che riscaldò la paura gelida di Rilliane, all'unisono quattro persone apparvero nella stanza. Il bel Kyle e la dolce - anche troppo, per i suoi gusti - Michaela, la ribelle Germaine dai capelli più ordinati del previsto ma con l'immancabile armatura color rubino. In particolare spiccava nonostante la corporatura gracile un giocane fanciullo; due pozzanghere ove s'affacciavano il cielo e le nuvole erano i suoi occhi, mentre una zazzera d'oro nata da un telaio componeva i suoi capelli. La Regina sorrise divertita, giungendo le mani in una preghiera che chiedeva di rendere quel giorno eterno. Dopo saluti, chiacchiere e risate, si rivolse al ragazzo. «Davvero hai fatto tutto questo per me?».
 Il giovane arrossì e non ci fu bisogno neppure di un piccolo cenno del capo per comprendere che il suo far nascere pozze pudiche sulle guance equivaleva a un sì. Michaela si trattenne dal ridere notando il suo sguardo imbarazzato.
 Rilliane strinse a sé il fratello e sentì un profumo dolce di fiori pervaderla; prese perciò anche il mazzolino che l'altro teneva, quasi tuffando il volto nell'annusare il giglio bianco. La stretta dei due si trasformò in un abbraccio al sapore di giglio appena sbocciato, mentre le risate gioiose degli ospiti circondavano ancor più l'atmosfera di una felicità mai nata fra le mura del castello.
 La fanciulla tastò i capelli di Alexiel, sentendoli caldi sotto il suo palmo gelido e non esitò ad intimargli una frase piena d'affetto. «Ricordati che non è il mio compleanno, ma il nostro! Auguri, fratello mio!».
 E anche Alexiel si ritrovò a sorridere, con il sapore dei fiori appena colti sulle labbra screpolate.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Vocaloid / Vai alla pagina dell'autore: Hitsuki