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Autore: Giorgia_Farah    27/12/2014    1 recensioni
Alexia vive nel suo mondo fatato, insieme alla famiglia, un ragazzo che ama, degli amici stupendi. Ma il futuro le riserverà eventi al di là di ogni sua aspettativa: con l'arrivo di un fratellastro, un padre che non ha mai conosciuto, la sua vita cambierà. Un misto di avventure, pericoli, passioni, sogni infranti, battaglie e scontri, l'eterna storia di questa giovane vampira sarà un portale che vi porterà in un mondo mai conosciuto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 21

Passò il mese di Aprile, e vi entrò Maggio. Drakon incominciò a farsi più attaccato a me, cercò di capire la natura di mio figlio ma già nei libri era scritto quello che si sapeva, e che fine sarebbe stata la mia. Solo quest’ultima consapevolezza metteva in allarme la mia famiglia, tranne Consuelo che non vedeva l’ora di diventare zia.

Finalmente quei mesi spiegai tutto i miei amici, come pensavo non la presero bene e continuavano a dirmi che se lo avrei tenuto sarebbe finito tutto. Perfino Lilly che amava tanto i bambini mi ordinò disperatamente di abortire. Naturalmente, per me era fuori discussione.

Incominciarono a farmi tante telefonate, e ogni giorno mi chiesero come stavo, e mi venivano spesso a trovare. Nell’aria circolava una strana attesa, forse per vedere tutto questo finire al più presto, o forse era perché io stessa non vedevo l’ora di osservare il bambino fra le mie braccia.

Per quante volte che mangiavo al giorno, il cibo che mi compravano non entrava nemmeno dentro il frigo o nella credenza. Mangiavo più del solito, il bambino aveva sempre più fame, tanto che Mattew mi diceva: “Se ti salverai, al posto dell’Alexia di una volta vedrò una balena’’, e tutti attaccarono a ridere. E poi c’era Jessica che si preoccupava veramente che sarei veramente diventata cicciottella dopo il parto, il mio corpo snello per lei era un modello perfetto per gli esperimenti dei suoi vestiti che aveva iniziato a cucire.

Poi un pomeriggio, alla fine del mese, mi esaminai di nuovo il bambino: lo vidi cresciuto, dalla consistenza pesava 100 grammi ed era cresciuto di 15 centimetri, sempre accovacciato su se stesso, sentivo il suo cuoricino già cresciuto battere forte, in quel mese gli organi di sensibilità si erano sviluppati al massimo.

“Amore’’, lo chiamai con le lacrime per la commozione, e vidi la sua testolina muoversi appena oltre la tasca che lo proteggeva. Mi si fermò il cuore, sapere che cercava la mia voce era una sensazione unica.

Però anche le cose più belle certe volte finiscono con il peggiorare: agli inizi di Giugno subentrò il vomitò del cibo umano. Ogni cosa che mangiavo di non andava bene al mio corpo, non lo digeriva, e presto, molto presto, incominciai a sentirmi deboli. Drakon e Alucard tentarono di darmi qualche medicinale ma senza riuscirci, iniziai ad avvertire maggiormente il freddo, anche se il calore del bambino mi riscaldava la pancia, e avevo forti attacchi di febbre. Cercarono di farmi mangiare quel poco di cibo umano che riuscivo a non rigurgitare, per il resto era un sacco di medicine che mi somministravano per farmi star bene, ma nemmeno quelle non funzionarono. Mi dovettero mettere nel letto, ogni minuto venivo controllata da qualcuno. Drakon e Alucard erano tra i tanti che mi stavano di più accanto, nei giorni in cui mi trasferì temporaneamente a Redmoon anche la mia famiglia venne ogni giorno a trovarmi. I miei amici vennero a vedermi di rado, impegnati con il lavoro, perfino mamma aveva rimandato il pagamento alla nostra casa per il centro di bellezza per starmi più accanto. Fu una pugnalata al cuore per entrambe, ma infondo capivo che lo faceva per il bene.

Era appunto quello che tutti si aspettavano: il momento più atroce della gravidanza? Mille volte mi chiesi se mamma ha avuto la mia stessa esperienza mentre era incinta di me, ma non lo chiesi mai a voce nel timore di spaventarla di quanto non lo fosse già.

Alla metà di Giugno le condizioni non cambiavano, anzi, peggiorarono: il mio corpo iniziò a dimagrire per via del poco cibo che assumeva il mio corpo: presto mi sarei ritrovata pelle-ossa. Uno scheletro che camminava con una pancia che assomigliava ad una montagna.

Quel che mi preoccupava però non era il mio stato, anche le complicazioni della mia salute sentivo ancora la forza rimasta per andare avanti, ma era il rischio di perdere il bambino a causa della malnutrizione.

Era un pomeriggio come tanti in quel mese, sempre con un silenzio tombale che mi faceva sentire ogni sentimento che provava ogni componente della mia famiglia, ero coperta dalla testa ai piedi. Fuori c’era il caldo che io non riuscivo a sentire in quei giorni. Alucard era sotto le coperte insieme a me cercando di riscaldarmi, mentre il resto delle persone mi guardavano tremare e soffrire in silenzio, era una situazione un po’ imbarazzante sapere che indossavo due pigiami mentre tutti gli altri dei vestiti leggieri.

Mamma che stava ai miei piedi si alzò e si inginocchiò davanti a me, dove era semicoperto il mio viso. “Vuoi un’altra coperta?’’, mi chiese dolcemente, accarezzando la chioma di capelli umida.

“Sì’’, mormorai.

Drakon si alzò dalla sedia accanto al camino e si diresse verso l’armadio per prendere una coperta più grande di quella che avevo sopra dove mamma lo aiutò per stenderla sopra noi due. Presto un’ondata di calore mi invase il corpo diminuendo il tremore. Mezz’ora dopo i denti sisero di tremare, il corpo non era più acquattato su stesso e mi accucciai fra le braccia del mio fidanzato. Lui iniziò a cullarmi dolcemente come una bambina, posò delicatamente la testa sopra la mia: aveva paura forse di fracassarmi il cranio, ora che ero talmente debole da non reggermi in piedi da sola.

“Stai al caldo, tesoro?’’, mi sussurrò Alucard, la voce era mielata.

“Sì, ora sì’’

“Vuoi qualcos’altro?’’, mi chiese Drakon sfregandomi la spalla in modo affettivo.

Alzai appena la testa verso di lui. “Ehm, ho sete’’

Alucard sospirò, come suo padre. “Non possiamo, Alì, non riesci a digerirlo’’

Deglutii, era più di un’ora che mi brontolava la pancia anche se mi avevano dato mezzo panino e un dolciume. “Ma il piccolo a fame’’

Alucard guardò implorante il padre, disperato per quello che non poteva riuscire a fare, mentre Drakon non sapevo che espressione avesse.

All’improvviso si sentii uno schianto ai piani di sotto, i due vampiri si girarono verso la porta e Consuelo scese dal letto dove stava fingendo di giocare con le bambole accanto ad Alucar, mentre Hendrik era accanto a sua moglie seduta nel posto di prima.

“Che succede? Arriva qualcuno, sento dei passi ’’, disse la bambina saltellando fino alla porta.

“Li sento anche io’’, disse Alucard e diede uno sguardo veloce al padre. “Vai a vedere chi è, mi pare di conoscere il suo odore ma non ne sono sicuro ’’, ordinò.

Drakon uscii sinceramente interessato, con Consuelo dietro che voleva seguire mio padre. Sentivo anche io dei passi che si salivano le scale e pian piano si allontanavano perché presero la direzione sbagliata, e poi quelli svelti di Drakon e Consuelo, e pure io sentii l’odore familiare dell’individuo. Il bambino si mosse appena dentro di me, quel mese aveva iniziato a contorcersi e a farsi sentire, e mi diede tre calcetti leggeri: era per avvertirmi perché riconobbi subito la persona che si addentrava per il castello.

Finalmente sentii i passi di lui fermarsi perché incontrarono quelli di Drakon e di Consuelo. Non erano tanto lontani.

“Ciao, come stai?’’, rispose secca Consuelo.

“Bene, e tu?’’, chiese dolcemente la voce.

“No’’, puntualizzò sincera lei.

Ci fu un minuto di silenzio, anche Alucard sentiva dato che dentro di se iniziò a ribollire un ruggito.

“Dov’è Alexia?’’, chiese di nuovo la voce, questa volta più dura. “Mi hanno detto che sta molto male e che potrebbe morire’’

“Chi te l’ha detto?’’, chiese Drakon.

“Non è il momento delle spiegazioni. Voglio sapere dove la tenete nascosta’’

Mi voltai debolmente verso la porta, all’improvviso desideravo rivederlo. “Louis! Sei tu, sei qui?’’, urlai verso il corridoio.

Sentii il suo respiro fermarsi per una frazione di secondi. “Ah, allora è qui che la tenete’’

“Sì, da qualche settimana….Aspetta!’’, lo fermò Drakon, ma a quel punto Louis aveva iniziato a correre verso dove aveva sentito la mia voce. Arrivava verso la direzione giusta, il cuore iniziò a battermi frenetico quando lo vidi oltre il corpo di mamma e mi parava per metà; in quel tempo era diventata molto protettiva, senza trascurare che fu lui stesso a tradirmi e per questo era ancora arrabbiata.

Louis non era cambiato per niente, a parte per i capelli che si era tagliato e l’abbronzatura appena visibile. Indossava dei pantaloncini corti di jeans e una maglietta verde a maniche corte. Vidi il suo sorriso allargarsi appena mi vide, però non mi aveva vista del tutto. Fece per avvicinarsi ma mamma mi coprii perfino il viso, impedendomi la visuale.

“Kate, mi dispiace’’, disse Louis cercandola di farla ragionare.

“Ti consiglio di andartene via, ora, traditore prima che ti affoghi con il mio stesso potere’’, lo minacciò lei, stringendo i pugni.

“Mamma, per favore, fammi parlare con lui ’’, supplicai con voce lieve.

“Non deve toccarti’’, disse senza voltarsi verso di me.

“Ciao Alexia, come stai?’’, mi chiese oltre mia madre, cercando con la testa di riuscire a vedermi.

“Bene, e tu? Sono felice di vederti, sono tanti mesi che non ci vediamo’’

Lo sentii ridere appena. “Eh già! Sembra essere passato un’eternità’’

Risi appena anche io, poi mi voltai verso di mamma. “Mamma, tranquilla, fammi parlare con lui ’’, la rassicurai, e questa volta funzionò. Frustrata fece un sospiro e si scostò da me, nell’aria c’era qualcosa che sapeva di terrore, paura, attesa. Perfino il mio fidanzato aveva smesso di respirare.

Louis restò fermo a guardarmi, per capire se quella ragazza scheletrica era veramente l’Alexia Kennedy che una volta conosceva. Poi sorrise, sospirò rilassato, e si avvicinò a me, mi afferrò le mani nascoste dalle tre coperte e me le strinse alle sue. Era così piacevole il calore. Il bambino diede un calcetto e sobbalzai appena. Il ragazzo mi guardò preoccupato e poi lanciò uno sguardo infastidito a Alucard.

“Mi hanno detto che sei molto malata, e che forse rischierai di morire, è vero?’’, chiese dolcemente.

“Be, credo che chiunque ti abbia detto questa cosa abbia sbagliato, per quanto all’ultima informazione credo che non può essere trascurabile’’

“Jessica mi ha detto che ti sei messa con Alucard”

“Sì, questa volta vedo che il colpevole ha detto la verità’’. Se Jessica si sarebbe di nuovo presentata a Redmoon ne avrebbe sentite tante. Anche se, infondo, mi aveva fatto un favore. Non avevo mai pensato a Louis in quei mesi, ma sotto sotto sentivo la sua mancanza.

“Sono felice per te ’’, era sincero. Ne ero felice.

“Anche io sono felice che ti trovi bene con Jennifer’’

Sorrise, ma poi ritornò serio. “Mi pare che sia un po’ tardi per i piumoni e per il pigiama, non credi?’’, azzardò.

Risi di cuore. “Sì, però serve per noi’’

“Noi?’’

“Ehm…’’, guardai rispettivamente Alucard che si era immobilizzato.

“Mi vuoi dire che succede, Alexia? Sono corso qui disperato pensando che stavi veramente per morire, invece ti trovo più peggio del solito. Senza offesa, ma hai un aspetto orribile. E poi mi vieni a dire che non sei malata quando in realtà sembra che sia l’incontrario’’

Mi morsi il labbro, avrei tanto desiderato evitare quelle sue domande, ma non sapevo dove azzeccare una via d’uscita. Tra gli sguardi allarmanti della mia famiglia, mi levai le coperte pesanti di dosso e visto che non riuscivo a sollevarmi chiamai a mamma.

“Mamma, mi aiuti, per favore?’’, gli porsi le braccia e lei mi afferrò forte per non lasciarmi cadere. Appena trovai l’equilibrio per stare in piedi, mi alzai le due magliette di lana che mi riscaldavano la pancia gonfia. Sembrava una piccola montagna, quel mese i fianchi mi si erano allargati per fare spazio al bambino, il mio corpo era in continua trasformazione.

Involontariamente, guardai l’espressione smarrita e spaventata di Louis, non parlava, non emetteva un movimento, tanto da lasciarmi imbarazzata e ricoprii goffamente il pancione; arrossii sulle guance.

Il silenzio, però, non faceva che aumentare l’imbarazzo, finché Louis non squadrò Alucard che si era alzato dal letto e non lo vidi avanzare minacciosamente verso di lui.

“Tu! Maledetto, la stai uccidendo!’’, urlò nel momento stesso in cui vidi le fiamme ardenti nelle sue mani.

Drakon fu abbastanza veloce per fermarlo prima che attaccasse. Alucard, intanto, si era messo sulla difensiva, gli altri immobilizzati dalla paura come me e mamma. Mi accorsi di averla stretta tanto forte per il panico.

Drakon gli afferrò le braccia per immobilizzarlo. “Stai calmo! Nemmeno noi pensavamo che capitasse una cosa del genere’’, cercò di farlo ragionare babbo. Louis frustrato si levò le mani possenti di Drakon dalle spalle e per farlo barcollò all’indietro e ci mancò poco che cadde.

“Louis, ascoltami, a tutti noi c’ha sorpresi questo, ma poi abbiamo iniziato ad accettarlo’’, tentai di dire.

“Accettarlo! Dai, andiamo Alexia ti conosco bene, sei tu che hai imparato ad accettarlo ma gli altri no, ho capito quello che ti sta facendo quella cosa: ti sta uccidendo. Guarda tu stessa, che nemmeno resti in piedi!’’

Ancora con quel soprannome! “Lui non è una cosa, tanto meno un assassino. È un bambino come tanti, solo che è speciale’’

“Speciale? Speciale in cosa: forse a uccidere con classe la sua mamma!’’, sembrava volesse deridermi. Ora era vicino a me.

“No, ti sbagli’’, dissi piano.

Ma lui non mi ascoltò e si rivolse a Drakon. “Dovete intervenire subito, prima che esca. Lei stessa mi aveva spiegato la natura dei bambini vampiro, me lo ricordo, e se non intervenite ora…’’

“No! Ormai ho deciso, e comunque non sta a te ordinarmi quello che devo o non devo fare’’, risposi con più serietà che riuscivo ad ottenere.

“Ma non ti sei vista, Ali? Guardati!”

“Mi sono vista tante volte e non me ne vergogno, farei di tutto per far vivere mio figlio ’’

“Stai cercando di far vivere un assassino, Alì’’

“Tu non lo conosci, e comunque non sono affari che ti riguardano. Specialmente la mia vita non ti deve riguardare, dato che sei stato tu ad infischiartene di me molto tempo prima che io lo sapessi’’

Per Louis fu un pugno allo stomaco, per un lungo istante rimase in silenzio, pensieroso, poi si girò verso Drakon. “Potete lasciarmi solo con lei? Devo parlarle’’, chiese cortese, forse l’unico briciolo di educazione che riusciva a mostrare.

Tutti uscirono dalla stanza senza ribattere, mamma intanto mi aiutò a mettermi sotto le coperte e poi uscii lanciando un ultimo sguardo fulmineo a Louis, Alucard la seguii subito dopo, particolarmente infastidito della presenza di Louis, e chiuse la porta alle spalle di Louis; oltre la stanza sentivo i passi della mia famiglia allontanarsi, e si unirono nella biblioteca.

Louis si sedette accanto ai miei piedi, io mi accarezzavo il pancione. Il bambino dentro di me si stava muovendo.

“Vedo che ti trovi bene con Alucard’’, osservò.

Arrossii appena, sapevo cosa intendeva: dava la colpa a lui per aver generato la creatura dentro di me; in tal caso feci finta di niente. “Sì, molto’’, ammisi un sorrisetto.

Ricambiò e ritornò serio. “Da quanto hai saputo che….?’’, era come se trovasse disgustoso pronunciare la parola.

“In Aprile ero al terzo mese di gravidanza’’

“Ah’’

“E…e come vanno le cose con Jennifer?’’, ancora mi sembrava orrendo pronunciare il suo nome.

“Bene, due mesi fa mi sono fidanzato con lei’’, sorrise.

“Ma è magnifico!’’, e che vi piaccia o no ero veramente felice per lui: ognuno aveva trovato il compagno e la compagna della loro vita, la felicità è la cosa più importante di tutto.

“E vedo che anche tu porti un anello ’’

“Me lo ha dato Alucard a Natale’’

“È molto bello ’’

Il sorriso mi si allargò. “Grazie’’

Cercò di dire un’altra cosa ma ci ripensò. “Da quanto tempo…voi due….?’’

“Non sono cose e ti riguardano, Louis’’, risposi ferma, nascondendo l’imbarazzo.

“Okay’’, alzò le mani. “Mi spieghi allora questa storia?’’

“Non c’è niente da spiegare, è tutto qui e chiaro. Vedi, il bambino è stato un miracolo per me’’, accarezzai il pancione. “Io…non potevo avere figli’’

“Fin qui ci sono arrivato anche io’’

“Ma io ne ho uno, e…’’

“Lo vedo chiaramente, però non capisco perché lo desideri così tanto. Nel nostro mondo esiste anche un altro metodo per avere un bambino: adozione. Perché vuoi rischiare la vita, proprio ora, quando puoi prendere tranquillamente un bambino in un orfanotrofio?’’

“Per me avere un bambino naturale è più importante, non che lo sia anche un bambino adottato, ma…io lo desidero con tutto il cuore. Lui mi capisce’’

“Oh, campisco! Madre e figlio compatibili perfino dentro la pancia. Sai che ti dico? Che nel lato vampiresco siete particolarmente simili’’

Risi della sua comicità. “Chissà, può darsi che avrà il mio stesso carattere’’

Alzò un sopracciglio. “A me sembra che avrà lo stesso carattere assassino del padre’’

“Tu non conosci Alucad, quindi non puoi giudicarlo’’

Strinse le labbra. “Bene, allora devo aspettarmi un maschietto? Magari la prossima volta che mi rivedrai sarà quando porterò uno scatolone con fiocchi e palloncini azzurri, e forse fra due o tre anni il vampirello mi chiamerà zio Louis’’

Risi di nuovo. “Non si sa nemmeno se è maschio o femmina. Di solito controllo io per vedere il vero sesso del piccolo, ma penso che aspetterò fino al parto’’

“Già, in tal modo potrà vederlo solo Alucard, e tu te ne andrai da questa terra come aria’’

“Non essere spiritoso. Perché non potrei vederlo? Non ti fidi di me? Sono più forte di quanto tu creda, ti ho perfino rotto il braccio ’’

“Rompermi il braccio è una cosa ma essere squarciati la pancia da un bambino-vampiro dento di te è un’altra’’

Annuii. “Lo sapevo, non riesci a comprendermi come sempre. Tu non sai che cosa significa avere una vita dentro che si muove. È una cosa bella, unica, e non me la voglio perdere. Fosse l’ultima cosa che avrò della mia esistenza’’

“Ti ho sempre compreso, Alexia, anche se certe volte ero arrabbiato o geloso, ma ti volevo bene. E non ti illudere che non sappia cosa significa attendere un bambino perché lo so già’’

Non capii. “Che vuoi dire?’’

“Jennifer aspetta un bambino da me, è da tre mesi che è incinta’’

Le lacrime mi uscirono da sole. “Oh! Oh Louis, che bello! Non sai quanto sono felice per voi! E sapete se è maschio o femmina?’’

“Ancora no, ma io spero maschio ’’

Gli strinsi la mano. “Sono felice, davvero felice, sarai un ottimo papà’’

Sorrise triste. “Vorrei che fosse lo stesso per te. Anche se…’’

“Louis, andrà tutto bene, stai tranquillo ’’

Rise. “Non funziona con me, non riuscirai mai a convincermi di stare tranquillo quando tu stessa vai incontro al suicidio. È una cosa da pazzi, Alexia, come posso spiegarti che è pericoloso, un sogno sprecato? Vuoi che mi metto a parlare tutte le lingue del mondo?’’

Sospirai. “Puoi anche non capirmi, dato che non sei riuscito a capirmi in quei mesi lontani che ti ho amato, veramente ti ho amato’’, respinsi un nodo alla gola.

Allora lui si sdraiò accanto a me, con la schiena appoggiata allo schienale del letto e le gambe piegate. “Non sono venuto qui per parlare del nostro passato, ma di te e della tua pazzia’’

“Voi maschi, siete tutti uguali’’

Mi squadrò. “Sono ancora legato a te Alexia, ti voglio bene, e per questo voglio riappacificarmi con te. Non sai quante volte ti ho pensato in questi mesi che non ci siamo visti’’

“Sì, anche io ti ho pensato, almeno un po’. E no, non sono disposta a perdonarti. Mi hai fatto troppo, troppo male. Dolori come questi non si dimenticano più nella vita, anche se Drakon tenterà di trasformarmi una volta che avrò finito il parto’’

I suoi occhi divennero due fessure. “E può riuscirci? È in grado di farlo?’’

“Ha consultato vecchi amici, senza dirgli la mia condizione, senza sospettare niente. Abbiamo anche fatto molte ricerche, ma il risultato è sempre lo stesso’’

“Allora?’’

Coprii la pancia con la coperta. “Le probabilità che Drakon potrà riuscire a trasformarmi sarà…due su dieci’’

Silenzio tombale. “Ti sei intrappolata da sola, Alexia’’, rispose con voce strozzata. Sospirò e si alzò dal letto, si era arreso.

“Dove vai?’’, chiesi sorpresa mentre lui si avvicinava lento alla porta.

Mi diede un ultimo sguardo prima di andarsene. “Dove vuoi che vada? Vuoi che resti per sempre intrappolato in un castello che mi puzza di cadavere, che resti accanto a te mentre ti tieni dentro un demone? Non resterò qui a vederti soffrire, osservare giorno dopo giorno che quella cosa che tu chiami “bambino” ti succhia la vita. Mi dispiace, ma non mi lasci altra scelta. Non ti scomodare a cercarmi’’, aprii la porta e se la sbatté furiosamente dietro le spalle.

Un secondo dopo scoppiai in lacrime, dispiaciuta anche se in quel momento non riuscivo a capire di cosa; forse era la consapevolezza di non averlo mai più rivisto. Volevo rivederlo, sentivo che non diceva sul serio. Lo conoscevo, si sarebbe fatto vivo, ma la tristezza non mi lasciò il tempo di ragionare su niente. Affondai il viso sul cuscino, affogando tutte le lacrime calde che mi uscivano dagli occhi, e accarezzai la pancia per far in modo che il bambino non notasse la mia tristezza. Non volevo che anche lui fosse triste.

Lo sentii calciare, e le lacrime si fermarono, poi un’altra volta più forte, voleva attirare la mia attenzione? Calcio altre due o tre volte come per lottare contro la sacca, all’ultima volta restai senza fiato prima di tirare un urlo agghiacciante. Nel corridoio sentivo improvvisamente i passi veloci di Alucard e Drakon avanzare. Un fitta dolorosa mi aveva lacerata un fianco, non sapevo il punto di origine del dolore ma intuivo che qualcosa dentro di me si era rotto.

Mi svegliai tre ore dopo da quando ero svenuta, il colpo di dolore era stato immenso da tramortirmi, e mi svegliai distesa nel letto però con qualcosa di diverso. Il fianco da cui era sorto la rottura non la sentivo più perché Alucard me l’aveva addormentata. Nel momento stesso in cui entrarono nella stanza, e mi videro svenuta, Alucard fece in fretta ad addormentare temporaneamente la fitta nel mio fianco con il suo potere e trovò facilmente il problema dentro di me.

Il cielo era di un colore dorato, lo vedevo dalla luce che entrava dal camino spento, mi trovavo a pancia in su, il braccio diafano di Alucard mi sosteneva la nuca e mi faceva da cuscino. Eravamo solo io e lui nella stanza, chissà dove fossero gli altri.

Mi voltai lentamente verso il mio di lui, memorizzando prima di tutto che se avessi fatto un movimento rapido mi sarebbero venute le vertigini, la maglietta alzata scopriva la parte addormentata, nel lato sinistro del corpo, era completamente nera, come un’enorme mora. Metteva i brividi, era così che riduceva la pelle quando il suo potere entrava nel corpo di qualcuno.

“Sento un formicolio’’, mi lamentai.

Lui intanto non smetteva di accarezzarmi la testa. “Ti ho addormentato la parte rotta’’, rispose dolcemente, come una mamma al suo bambino.

“Che è successo?’’, una parte del suo potere mi impediva di ricordare alcuni particolari. Ad esempio non mi ricordavo mezza chiacchierata tra me e Louis oppure il motivo di cui era venuto a cercarmi. E quanto ero felice di rivederlo. Solo mentre i secondi passavano lentamente cominciavo a ricordare tutto.

“Ti ho trovato svenuta nel letto, mi sono spaventato’’

Rimase zitta per tre secondi per formulare la frase che volevo dire. “Il bambino… il bambino aveva iniziato a calciare e poi…poi mi ha fatto male. Non ha fatto apposta’’

“Si vede che gli dava fastidio la compagnia di Louis ed era felice di liberarsene’’, non sembrò una risata felici.

“Ma cosa mi sono rotta?’’

“Una costola. Devo lasciarti la parte addormentata finché non guarisci. Il ché vuol dire maggior malore per te dato che il mio potere non lo sopporti’’. Si vedeva che ci stava male, malissimo.

Gli sollevai il mento per guardarmi. “Non ti preoccupare, se non ci fossi tu a quest’ora…’’

“A quest’ora saresti morta di dolore!’’, esclamò. E si ritrasse da me. “Alexia, non sopporto vederti in queste condizioni, non mi piace. Comincio a pensare che forse Louis aveva ragione’’

Spalancai la bocca, basita. “Vuoi dire che è colpa di nostro figlio?’’

“Alexia, giorno dopo giorno di vedo soffrire, e non c’è nessun’altra causa che il feto che porti dentro ’’

“Alucard, no, ti prego. Non ti ci mettere anche tu, per favore’’

Si mise seduto sul letto, le mani fra i capelli. “È vederti soffrire…che mi fa diventare pazzo’’

Mi sentivo impotente, distesa nel letto mentre lo vedevo disperato. Poi si voltò verso di me, mi rivolse uno sguardo dolce e innocuo che mi faceva compassione. “Alexia, ti amo, non ti voglio perdere’’, si distese di nuovo, il suo viso sopra il mio a pochi centimetri di distanza.

“Nemmeno io ti voglio perdere, amore. E non voglio perdere nemmeno lui ’’, massaggiai il pancione. Dentro sentii un calcetto leggero.

“Alexia, per favore, non costringermi a vivere un’eternità solitaria’’

Lo guardai in cagnesco. “Non riesco ad ubbidirti’’

Strinse le labbra e guardò con disperazione la pancia prima che la toccasse affianco alla mia mano, si volse di nuovo a guardarmi. “Non penso di essere un amante dei bambini. Certo, sono graziosi e gentili, ma questo….questo è come me: ti sta uccidendo da dentro, è un assassino come me. Non c’ha nemmeno un altro sinonimo per definirlo gentile’’

“Se continui così, non ti guardò più nella faccia’’

“Ascoltarmi ti salverà la vita’’

“La mia vita sì, ma non la sua’’

“C’è l’adozione’’

“Potrò comodamente adottare un bambino fra un anno o due se vorrò avere un altro figlio ’’

Affondò la testa sul cuscino, con una smorfia che mi sapeva di arresa, orrore, e sempre disperazione. Rimase immobile senza parlare, senza respirare, e io rimanevo a guardarlo.

“Pensavo che saremo stati felici, insieme. Ma…insomma, io voglio entrambi. Vi amo più della mia stessa vita, non posso rinunciare ne all’uno meno che all’altro. Siete l’unica mia ragione di vita, entrambi. Alucard, tu mi hai dato un sogno che avevo paura di non poter mai avere. E il bambino è il sogno che si sta per avverare. Non desidero altro nella vita se non voi due’’

Ma lui non si moveva. “Alucard, ti prego, non litighiamo più di questa cosa. Il litigio è l’unica cosa che mi fa soffrire e non il piccolo’’

Gli picchiettai la spalla, ma nemmeno quello lo fece muovere. Nel silenzio della stanza, ritornai a guardare il pancione e l’enorme mora che mi addormentava il dolore. il bambino non calciava più, probabilmente si era addormentato, ma sentivo ugualmente fame. Chissà se si sentiva veramente al sicuro dentro di me, dove gli arrivava poco cibo e forse sentiva anche l’odio che tutti provavano verso di lui.

Mi sentii così in colpa che scoppiai a piangere, e il vampiro si mosse subito accanto a me ed incontrai le sue labbra. Non seppi cosa lo fece muovere, o le mie lacrime e le mie suppliche, mi fece solo capire che con il bacio ci eravamo perdonati a vicenda. Ci trovammo ad accarezzare entrambi il pancione per un lungo minuto pieno di affetto. Anche il bambino sentii l’amore dato che iniziò subito a calciare. Alucard si staccò subito da me sorpreso.

“Che?’’, chiese.

“Che?’’

Ci guardammo senza capire. “Hai detto qualcosa?’’

“Ehm, avrei dovuto? C’eri tu che mi serravi la bocca’’

“Ma ho sentito qualcuno parlare’’

Mi guardai intorno alla stanza, ma non c’era nessuno, e non avvertivo rumori lungo il corridoio. Gli altri stavano mangiando e parlavano sottovoce. Può darsi che aveva sentito loro.

“Di sicuro sono gli altri’’, incalzai.

Chiuse gli occhi, concentrato. Sollevò la mano, tese l’orecchio. “No, no, è qualcosa di piccolo’’, rispose lentamente. Intanto sfiorava con la mano ogni angolo del mio corpo.

“Consuelo?’’

“No, molto più piccolo’’

Lo guardai spaventata. “Ma che…?’’

“Sssh!’’, a quel punto aprii lentamente e guardò confuso la mia pancia, dove si era posata la sua mano, e un misto di allegria lo faceva sorridere. Io lo guardavo disorientata.

“Ma che hai? Chi è che parla?’’

“Il…il bambino’’, balbettò.

Mi tremarono le mani quando anch’io toccai la pancia. “Il…il bambino…parla?’’, singhiozzai, gli occhi gonfi.

“No…Aspetta!’’, poi rise. “Lo vedo’’, il suo sguardo guardava in un altro universo.

“Lo vedi? Ma che….come?’’

“È lui che mi fa vedere le immagini. Ma non so come…come fa. Lo vedo dentro la sacca…è bellissimo’’

“Davvero? E com’è?’’, il mio viso pieno di ammirazione, bagnato dalle lacrime di gioia.

“Sssh! Un attimo….mi ha fatto sentire la tua voce’’

“E come?’’, lo riempivo di domande quando in verità potevo farne a meno. Ma ero così sorpresa e felice da non capire quasi niente.

“Attraverso un’immagine…è un ricordo….Lo vedo sorridere quando sente la tua voce. Gli piace’’

Guardai affettuosamente il pancione. “Ti piace la mia voce, amore? La tua sarà più bella della mia, sicuro ’’

“Sta sorridendo’’

“Davvero?’’

“Sì, e sorride anche ora che sente la mia’’

“È impossibile non amare la tua voce, è più bella e irreale di qualsiasi altri’’

Si scorse per baciarmi, e il bambino calciò. Al termine del bacio, Alucard scoppiò a ridere. “Gli piace sentire che ci baciamo’’

“Sente?’’

“Sente tutto, ogni cosa, perfino le nostre voci adesso’’, ritornò subito con lo sguardo sognante. “Mi sta facendo sentire il brontolio della pancia…credo che abbia fame’’

“Non ti devi preoccupare, piccolo mio, adesso troveremo subito di mangiare. Vedrai, la mamma si prenderà cura di te ’’

“Come il papà’’, aggiunse Alucard, guardandomi oltre le ciglia folte.

Lo osservai sbigottita quando pronunciò la parola “papà”, dentro di me si accese una gioia infinita. “Ma pensavo che prima non ti importasse niente del bimbo’’

Fece segno di no con la testa. “Nel momento stesso in cui ho capito quanto ti amasse, quanto ti ammira, ho capito il mio errore. E mi pento, per questo chiedo perdono a tutte e due. Pensavo che fosse come me, ma invece mi sono sbagliato, ha il carattere della mamma: dolce, al sicuro, sente di amare ognuno di noi, e poi è così felice di avere noi due come genitori’’

Se fosse stato umano, a quest’ora sarebbe scoppiato a piangere come me per la commozione. Incontrai le mani con le sue, quasi non me ne accorsi, e ci trovammo a coprire tutto il pancione. Guardai il gonfiore. “Oh, amore! Anche io sono felice di averti, non sai quanto mamma ti desiderava, quanto ti aspettava. E anche papà è felice di averti. Entrambi non vediamo l’ora che tu esca per vederti. Ti amo così tanto, bambino mio’’, dissi, soffocando un singhiozzo. Dopo un secondi volsi ad Alucard uno sguardo interrogatore.

Sorrise. “Mi ha fatto vedere un suo sorriso. Sta dicendo che ti ama’’

“E che ti fa vedere adesso?’’

Aspettò un attimo. “Mi sta facendo sentire di nuovo il brontolio. Ha tanta fame’’

“Anche la mamma ha fame, piccolo, ma non ti preoccupare. Adesso provvederemo’’

“Non avrei mai pensato una cosa del genere, credevo di essermi sbagliato, ma ora avverto l’amore che questa creatura prova per te. Mi sta facendo vedere che sfiora la sacca con le manine: ti ama tanto, e promette di non farti del male ’’

“Sono sicura che non ne avrai nessuna intenzione’’, poi ritornai a guardare Alucard, confusa. “Ma come fa a farti vedere queste cose?’’

“Secondo te, come fai tu ad avere il potere della vita, Kate come fa ad avere il potere dell’acqua? Questo è il potere del bambino: riesce a comunicare con me attraverso le immagini passate, presenti, e future. Oppure delle immagini di sua fantasia dato che ha una mente molto sviluppata. Ma credo che avrà più di un altro potere oltre che a questo, lo sento più speciale: mi fa proiettare nella mente le voci delle persone, come se ce le avessi vicino all’orecchio. Mi sta facendo sentire l’argomento di te e Louis in base a cosa si ricorda’’. Arrossii un po’. “E poi….poi ha capito il mio potere’’

Sgranai gli occhi. “Come ha fatto?’’.

“Non lo so, ma c’è riuscito. Mi ha solo fatto vedere una nebbia nera e spaventosa’’. Ed era così che si presentava il suo potere ai miei occhi: nero, lugubre, e spaventoso.

Rise. “Ora mi sta facendo sentire la voce di Kate e mi ha proiettato l’immagine di una cascata. Significa che mi vuol dire che tua mamma ha il potere dell’acqua. Ora mi sta facendo vedere una fiamma e sentire la voce di Louis: ha capito che lui ha il potere del fuoco’’

“Ma che potere è?’’

“È un potentissimo dono, al di fuori del nostro. È un potere psichico, di gran lunga il più raro’’

“Ne sai qualcosa, tu?’’

“L’ho letto sui libri ma non ho mai visto vampiri con questo potere’’

“Non ha preso in eredità i nostri doni?’’

“No, ma sembra che….è più grande di noi due messi insieme. Come se noi gli avessimo dato abbastanza potenza sovrumana per questo potere inestimabile’’

“E adesso che dice?’’

Attesi qualche secondo, impaziente. “Mi sta facendo vedere di nuovo la cascata….e ora un bicchiere di vino, e….sta ripetendo l’immagine. E….ora mi ha fa sentire il battito del tuo cuore’’

“Ma che significa?’’

Alucard staccò la mano dal pancione e me lo coprii subito, mi strinse forte a se per riscaldarmi, eravamo accucciati alle coperte. Stava per dire qualcosa quando la porta si palancò.

All’inizio pensai che fosse un’illusione. “Sei tornato?’’

“Vedo che la peste vuole farsi valere’’, disse sprezzante Louis, era sempre con i vestiti di quel pomeriggio, azzardò un passo avanti.

Io e Alucard ci lanciammo uno sguardo interrogatorio. Poi capii: il bambino aveva indebolito il nostro udito, procurando la nostra attenzione; un po’ aveva preso dal padre.

“Non sta giocando ad una partita’’, incalzò Alucard rigido.

Rise. “Senti chi parla, il paparino che prima voleva uccidere il proprio figlioletto’’

Alucard stette per alzarsi ma io lo fermai. “Mi sembrava che non avevi più motivi per vedermi’’, incalzai.

“Me ne rimane soltanto uno’’

Rimanemmo tutti in silenzio, poi entrarono gli altri parzialmente incuriositi e preoccupati, Drakon lanciò uno sguardo minaccioso a Louis e poi si avvicinò a me. Hendrik sfiorò il mio ex-fidanzato con la spalla, mentre lo squadrava, e anche lui si avvicinò a me.

Drakon mi esaminò la parte addormentata, al suo tatto iniziai a tremare, Hendrik invece mi si sedette sotto i piedi. “Come stai? Dormito bene?’’, mi accarezzava i piedi sperando di riscaldarmeli.

“Sì, benissimo’’, in parte dicevo la verità. “Avete sentito tutto, voi?’’

Abbassò lo sguardo. “Sì, ma per fortuna Alucard è intervenuto presto ’’

“Di cosa state parlando? Che è successo?’’, interruppe Louis che non era al corrente del fatto.

Hendrik non azzardò a sollevare lo sguardo verso l’interessato, guardava sempre me con compassione. “Il bambino gli ha spezzato una costola’’, rispose piano.

“COSA!?”, urlò lui. “Maledizione!”, era così arrabbiato che sentivo avrebbe rotto qualcosa con i pugni stretti. Mi preparavo al peggio invece cercò di calmarsi.

Si avvicinò al letto, parò il viso di Hendrik con la sua schiena e guardò con odio la pancia gonfia. “Quella cos….’’, poi si fermò perché vide la mia espressione, sempre con il dito indicato nel pancione. “Quel bambino non fa altro che ucciderti lentamente, ti farà soffrire in modo che entro il parto tu non abbia le forze di andare avanti. Alexia, dobbiamo intervenire subito!’’

“Tu non lo conosci!”, urlai. Non calcolai però le possibilità che la mia gola era arsa dalla mancanza di sangue da più di tre ore, e cominciai a tossire rumorosamente. Alucard fu rapido a mettermi la mano davanti alla bocca, quando la levò tutti rabbrividimmo alla vista del sangue nella mano pallida di lui.

Spaventata, non mi accorsi chi dei presenti porse immediatamente un fazzoletto al mio fidanzato per pulirmi la bocca. Feci da sola, per non rendere il silenzio più imbarazzante. Le mani incominciarono a tremare furiosamente: non solo per la paura ma anche per il freddo.

“Accidenti, Louis, dovevi venire proprio a mettere bocca su tutto?’’, lo rimproverò mia madre. “Oppure vuoi farti conoscere come “il secchione” che vuole decidere ogni cosa di mia figlia?! I litigi e le urla non fanno altro che peggiorarle la salute’’

Louis la infuocò con lo sguardo. “L’assassino dentro il suo ventre non fa bene alla salute di Alexia!”, incalzò.

“Smettila di chiamarlo in quel modo, ragazzo, ha un significato: bambino. Dentro il suo ventre non vedo e sento altri che un bambino’’, anticipò Alucard, più furioso di prima.

“Tu che ne sai, parassita?’’

“L’ho visto, mi ha dato una dimostrazione del suo potere’’, sorrise, dimenticando la litigata.

Drakon alzò lo sguardo verso il figlio adottivo, quando prima era impegnato a toccarmi ed esaminare il ventre e la parte addormentata, dove già riuscivo a notare le ossa. “Sul serio?’’, chiese.

“Sì, poco fa, prima che entrasse Louis’’, poi si voltò verso il ragazzo. “Ci hai per caso origliati?’’, la sua voce improvvisamente dura e minacciosa.

Alzò il sopracciglio. “Non ho un udito sviluppato come voi mostri, quindi se anche lo avrei fatto non avrei capito niente. Nel momento stesso in cui sono entrato era da dieci secondi che stavo accanto alla porta, ho solo capito che c’erano delle immagini’’

“Erano le immagini che il bambino mi ha mostrato’’

“Che ti ha mostrato?’’, chiese Consuelo trotterellando fino a me. si sedette sul letto e mi afferrò la mano destra scheletrica. Le sorrisi rincuorata, era bello sentire il suo calore.

“Una cascata, un bicchiere di vino, e mi ha fatto sentire il rumore di un cuore che batte’’

Avrei desiderato tanto vederle anche io, sicuramente erano state molto belle, linde, quasi vere. Eppure….guardai allo stesso tempo Louis: avevamo capito. Gran parte di risultato era stato merito anche di Consuelo: il calore delle sue manine. Il sangue. Oh, oh!

“Mi sembra evidente’’, disse fra se Louis.

“Cosa?’’, chiese di rimando Hendrik.

“Papà, il piccolo ha sete’’, risposi io.

“Questo lo sappiamo tutti’’

“Ma non quella sete di quel sangue animale’’, corressi.

Anche Alucard adesso mi guardò. “Ha sete di sangue….vuole il sangue umano ’’

Fulminò subito accanto a Drakon. “Hai degli avanzi?’’

“No, devo procuramelo’’, si voltò verso di me. “Ce la fai a resistere ancora per qualche minuto?’’

“Vai a caccia?’’

Deglutii. “Sì, arrivo subito’’

“Alucard viene con te?’’

“No, io rimango qui, non ti lascio ’’, rispose accarezzandomi la pancia. Non soltanto voleva lasciar e me, ma non voleva lasciare nemmeno il piccolo.

“Torno subito’’, disse Drakon e un secondo dopo sparì.

Restammo pochi secondi in silenzio, poi mi rivolsi a Alucard. “Ho tanto freddo ’’, era da tanto che stavo tremando e non volevo chiederlo a nessuno però mi parve una necessità.

Prima che Alucard parlò, Louis lo puntualizzò. “Okay, ci penso io. Tanto ormai ho capito che devo far parte della congrega’’, si avvicinò a passo veloce verso il letto, a mezza strada fu fermato da Alucard: faccia a faccia.

“Scordatelo! Non la toccare’’, lo minacciò.

“Sto facendo un favore alla “casa dei vampiri”, amico. E poi ammettilo: sto anche facendo una gentilezza anche il tuo figlioccio’’

Vidi la mano bianca di Alucard allungarsi velocemente lungo la spalla di Louis e stringerla tanto forte da lasciarmi senza fiato. Avevo paura che gli spezzasse l’osso.

“Non ti azzardare a chiamare in quel modo mio figlio ’’, mostrava i denti. Ci mancava poco che assumeva la posa di attacco.

“Mammina me l’ha fatta la bocca, parlo come mi pare ’’

“Ti conviene frenare le parole altrimenti ti faccio tacere per sempre’’

“Smettetela, tutti e due! Altrimenti sarò io a farvi tacere entrambi!’’, urlai. Non sapevo in quale modo sarei riuscita a farli star zitti, ma in un modo o nell’altro bastarono le parole. Anche se Alucard cedette e lasciò passare Louis, rimaneva sempre il fuoco d’odio che scintillava nei suoi occhi rossi.

Vidi Louis sorridermi vittorioso mentre si toglieva le scarpe e si metteva sotto le coperte, scivolai un tantino verso la sua direzione in modo di sentire presto il calore. Mi ero dimenticata come era abbracciare un corpo più caldo di quello umano, era bellissimo e piacevole. Nemmeno le coperte furono abbastanza da riscaldarmi dal gelo al confronto di quello che Louis stava facendo. E un minuto dopo ero completamente rilassata, al mio agio, sotto le coperte calde del letto, misi i piedi vicino alle sue gambe. Nel momento stesso mi si riscaldarono perfino le unghie delle dita, Louis rabbrividii.

“Accidenti, sei di ghiacciolo Alexia’’

Risi appena, la testa contro il suo petto.  “ Il fuoco era spento’’, mormorai.

Supposi che diede uno sguardo controllore al camino. “Il tuo fidanzatino deve imparare ad accenderlo, allora’’, disse sarcastico.

Alucard, dietro di me, trattenne il respiro. Si trovava in ginocchio tra il letto e mi stringeva la mano scoperta; era l’unico contatto che potevo avere con lui.

Il bambino si mosse appena e allo stesso tempo sobbalzai. Consuelo che era sempre sopra il letto, con le gambe incrociate, rise sotto i baffi.

“Che è successo?’’, chiese Louis, sorpreso.

“Niente di grave, il bambino ha calciato’’

Di nuovo quel sorrisetto vittorioso. “Faccio repellere anche il cucciolo, eh?’’

“Oh, no! Scommetto che mi ha fatto capire che anche a lui piace molto il caldo’’

“Tzzs, figuriamoci!”

“Vuoi sentire?’’

Alzò un sopracciglio. “Che?’’

“Come calcia’’

“Lo so come calciano i bambini, Jennifer me lo farà sentire senza che tu intervenga per prima. Comunque, grazie per il pensierino’’, rispose sprezzante.

“Andiamo, Louis, lo so che desideri sentirlo. Ti conosco bene, a te piacciono i bambini’’, lo incoraggiai.

“I bambini in generale mi piacciono ma questa cosa che porti in grembo…..’’, rabbrividì.

“Posso sentirlo io!’’, si offrì Consuelo alzando la mano.

Mi levai subito le coperte di dosso e alzai appena le magliette, la pelle era liscia a forma di palla, ed era una strana e bellissima sensazione vedere la pancia gonfiarsi giorno dopo giorno per far spazio ad una vita.

La bambina portò le due mani sulla pelle gonfia e io smossi appena il lato destro del corpo, un attimo dopo Consuelo rise dalla sorpresa, spruzzava felicità da tutti i pori, e non potei fare a meno di sorriderle.

Si studiò il pancione. “Sarà un maschio o una femminuccia?’’, chiese, pimpante.

“Non lo so, vorrei saperlo quando nasca’’

“Però bisogna darle un nome, non credi?’’, chiese Louis.

“Ovvio, però…non se non certa’’

“Hai pensato a dei nomi?’’, chiese Hendrik.

Sorrisi timida. “Sì, ma non credo che vanno bene’’, balbettai. Mia sorella, intanto, aveva staccato le sue mani dal mio ventre e si sdraiò nell’unico piccolo spazio che divideva me e Louis: accanto alle mie gambe. I suoi occhi iniziarono a sognare, le gambe le faceva dondolare e il viso se lo sosteneva fra le mani. Louis ritornò ad abbracciarmi come prima, facendo attenzione alla parte addormentata.

Alucard era sempre accanto al letto in ginocchio, e mi studiava. Mi accarezzò la testa.

“A me piaceranno comunque’’

“Mmm! Perché non lo chiamate Demon se fosse un maschio e Diavoletta se una femmina?’’, azzardò Louis, comico. Gli lanciai una gomitata, sapevo che scherzava, e lui si piegò in due ridendo. Ad Alucard, invece, non piacque molto.

“Dovevano darti come secondo nome Ignorante, e Imbecille per terzo’’, disse Alucard fra i denti.

Trattenni una risata, Louis invece ritornò serio.

“Insomma, quali dei nomi hai scelto?’’, chiese mamma, per placare di nuovo un sicuro attacco di rabbia fra i due.

“Be’….ehm! Avrei voluto aspettare qualche settimana dopo il parto per dirvelo. Volevo che fosse una sorpresa’’

“Un mese più o un mese in meno, non farà male a nessuno’’, precisò Louis.

Gli sguardi interessati della mia famiglia, non fece altro che arrossirmi le guance, tutti i loro sguardi puntati su di me o sul pancione, che accarezzavo sotto le coperte. Solo guardando il viso di Alucard riusciva a non mettermi a disagio.

“Avevo pensato che se fosse stato un maschio lo avrei chiamato…Luca. Perché nel nome di Alucard si nasconde Luca, e poi…perché Luca e Louis hanno le stesse lettere iniziali’’, e vidi il sorriso di Alucard allargarsi fino a formare le fossette sulle guance. Lo stesso valeva per Louis.

Quest’ultimo alzò le sopracciglia. “Mi piace, non è male. È un nome tradizionale e comune’’, disse.

“Anche a me piace molto!’’, cinguettò Consuelo.

“Già, tesoro, è bellissimo”, approvò anche mamma. Hendrik invece sorrise, e mi fece l’occhiolino. Segno che anche lui era d’accordo.

“E se fosse una femmina?’’, chiese a sua volta Louis.

“Per il nome di una femminuccia….è stato difficile trovarlo. Però ho pensato ad un nome che significasse quanto sia bello avere questo bambino, poi ho pensato a prezioso, inestimabile valore, dato che per me….è un gioiello. Per cui mi piacerebbe molto chiamarla Gioiella’’

E silenzio fu. Louis storse le labbra, pensieroso. “Bè….non è male…’’

“Non ti piace?’’

“No, non ho detto questo’’

“No, non è brutto. È bellissimo, mi piace molto’’, anticipò Alucard, accarezzandomi la mano. “Sarebbe adatto sicuramente a nostra figlia, la più preziosa che avremo. Mi piace il nome Gioiella’’

Ci scambiammo un sorriso, poi lui si girò verso la porta. Drakon era arrivato: presto avvertii anche io i suoi passi veloci, ed entrò nella camera con tre bustine di plastica in mano. Alla vista del sangue non fece che provocare una fiamma ardente dentro la gola. Lo avvertivo di più il calore e il profumo, era altrettanto più buono di quello animale. Forse il più buono di Louis, anche il bambino sentii l’odore del sangue umano ed incominciò a scalciare forte, cercai di mettermi seduta però avevo paura che mi sarei rotta qualcos’altro se solo mi sarei alzata. Fortunatamente Louis afferrò i due cuscini che aveva sopra la sua testa e li appoggiò sopra il mio in modo di farmi stare con la testa alzata, anche i cuscini erano caldi, così tanto da farmi riscaldare le orecchie.

Nell’altra mano Drakon reggeva un bicchiere di cristallo, Alucard si fece volontario per aiutarlo parandomi però la vista del sangue. Consuelo allungo la testa per vedere, anche mamma e papà si sporsero per aiutarli, ma non riuscii a vedere un granché, soltanto io e Louis eravamo gli unici a sentire un rumore simile ad uno strappo di plastica, e un liquido che scendeva rumoroso verso il bicchiere. Deglutii, un po’ spaventata e affamata, mancava quasi che attaccai il ragazzo accanto a me perché la fame peggiorò d’improvviso, e i canini si allungarono velocemente facendomi male. Non mi chiesi di quale povero innocente apparteneva tutto quel sangue, altrimenti avrei rifiutato di bere peggiorando la salute del bambino.

La nostra pazienza venne ricompensata quando vidi Alucard girarsi verso di me ed avanzare con il bicchiere di sangue in mano, ogni suo passo era il battito del mio cuore. Non era per paura che vedevo quel sangue, ma per desiderio, anche se dovevo considerare che soltanto una volta avevo assaggiato un sangue di un uomo e solo quella volta ero riuscita a non dissanguinarlo totalmente. Ora ci sarei riuscita? Sarei stata in grado di resistere alla sete. Trovai per caso la mano di Louis e glie la strinsi, non seppi il motivo di quel gesto, avevo solo bisogno di sostegno.

Alucard si sedette accanto al letto, vicino a me e mi avvicinò il bicchiere al viso.

Non feci in tempo ad avvicinare le labbra al vetro del bicchiere che una mano lo afferrò. “Che significa? Deve bere il sangue umano?’’, chiese spaventato.

“Hai un’altra alternativa?’’, ribatté Alucard infastidito del suo gesto.

“Portatela all’ospedale, fategli una flebo e metteteci dentro il sangue così i medici lo scambieranno per una medicina’’. Non sembrava male come idea, ma io odiavo alla follia gli aghi, punture, vaccini e robe varie. Da piccola piangevo sempre quando mamma mi portava a fare i vaccini anche se non mi sarebbero serviti a molto.

“Va bene anche così, Louis’’, lo consolai io, la voce improvvisamente debole.

Louis stette per dire qualcos’altro ma ci ripenso, stette e zitto e cercò di guardare la coperta per distrarsi alla vista del bicchiere. Un po’ mi faceva compassione: non mi aveva mai vista cacciare, soltanto mordere e ruggire. Questo per lui superava ogni altra cosa più spaventosa. Avrei voluto mandarlo via per non rischiare di farlo vomitare ma ormai ero incantata sul bicchiere.

“Sei sicura di farlo?’’, chiese Drakon dietro Alucard.

“Sì, papà’’. Afferrai il bicchiere con la mano libera e me lo portai vicino al mento.

“Forse è meglio che usciate’’, ordinò Drakon.

Mamma prese la mano di Consuelo e si avvicinò al marito. “Rimanete accanto alla porta, io rimango con lei’’, incoraggiò. Ambedue mi guardarono con un’espressione di dispiacere e tristezza, non per supplicare mamma di rimanere con me ma perché dovevo subire una cosa del genere. Consuelo fu veloce da darmi un bacio sulla guancia dove ormai avevano la meglio le ossa del viso, e poi uscii con il padre dalla stanza. Mamma si sedette accanto al letto, con Alucard dietro, e mi guardava teneramente, nelle sue labbra era presente un sorriso di incoraggiamento.

“Ci vuoi ripensare, Alexia? Possiamo fare in un altro modo, se voi’’, disse Alucard, forse perché aveva notato che il bicchiere tremava a causa della mano che lo sorreggeva.

“No, no, va bene così’’, ripetei, cercando di sorridere.

Strinsi il bicchiere e strizzai gli occhi, pensai solo che dovevo farlo per il bambino, pur sapendo che la mia preoccupazione era far del male a qualcuno, premetti le labbra sul bicchiere e inclinai appena l’oggetto. Il liquido mi spense l’incendio dentro la gola, tanto da desiderarne ancora, feci una grande sorsata e mi staccai dal bicchiere. Il sangue aveva un ottimo odore, era caldo, e poi sapeva di pane e farina, legno e pino.

Era di gran lunga molto più saporito e squisito di quello di Louis, piano piano il calore del sangue scese fino ad arrivare al bambino, dove prima continuava a calciare ora si era rilassato.

“Mi piace, è molto buono’’, risposi.

I sorrisi della mia famiglia si allargarono gioiosi, perfino Louis che ora aveva deciso di partecipare alla scena, e il silenzio inquietante di prima ora non esisteva più, era piano di speranza e felicità. Il bambino a ogni mia sorsata si muoveva, e io sorridevo, ridevo sotto i baffi. Forse era l’allegria del bambino che arrivava a me, voleva che anche io sapessi che stava bene.

Alucard posò la mano sulla coperta dove era alzata dal pancione. Dopo due secondi lo vidi sorridere. “Mi ha detto che sta bene, e ne vuole ancora’’

A quel punto finì tutto il bicchiere, con una sete che cresceva ad ogni minuto. “E anche io ne voglio ancora’’, aggiunsi, mostrandogli il bicchiere vuoto, sorridendogli con le labbra sporche di rosso.

Alucard mi afferrò il bicchiere e si avvicinò al padre dove fecero lo stesso lavoro di prima, mamma approfittò quel poco minuto per avvicinarsi accanto a me, mi strinse la mano. “Sono orgogliosa di te ’’

“Mamma, è solo grazie a te che ho capito quanto sia importante essere una madre’’

Sorrise. “Avvolte mi sembra scorretto sapere che il mio passato sarà identico al tuo futuro, ma poi…’’, accarezzò la coperta gonfia sopra il pancione. “Poi vedo quanto ami e ammiri il tuo bambino, e capisco quanto sei fortunata’’

Gli presi la mano e glie la baciai. “Ora capisco quanto mi avessi amato anche se ero stata molto cattiva dentro di te, durante la tua gravidanza’’

Si asciugò gli occhi gonfi. “Che tu ci creda o no, ogni mio dolore era una felicità immensa perché sapevo che crescevi dentro di me, e presto di avrei vista’’

“Vorrai bene al bambino come tu hai amato me?’’

“Ho solo paura che tu non possa vedere il piccolo appena in tempo’’

“Lo vedrò mamma, ne sono certissima’’

Mamma sorrise un’altra volta e poi ritornò al suo posto perché era tornato Alucard, lo ringraziai, bevvi piano e ascoltai i movimenti del bambino, qualche minuto dopo però non lo sentii più perché si era addormentato e mi sentii sazia dopo due bicchieri. Nel tavolo rimaneva appoggiato solo una busta di sangue.

Appoggiai la testa sul cuscino, pesantemente stanca, le palpebre mi cadevano. Non seppi chi mi aveva levato il bicchiere dalle mano perché mi rovai a occhi chiusi, poi sentii una pressione ghiacciata al polso: era la mano di Drakon.

“Il cuore sta riprendendo il suo battito regolare’’, mormorò, giusto per non rischiare di non disturbarmi dato che mi stavo addentrando verso il sonno. Sentii mia madre e Louis sospirare. Del tutto stanca, ammisi solo un sorriso, poi il mio corpo si rilassò del tutto e mi addormentai.

   
 
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