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Autore: Olympies    27/12/2014    3 recensioni
Sentivo il suo cuore battere attraverso il legno della mia arma - Un'altra allusione simile e giuro che ti tolgo le mutande davanti alla McGranitt-
- Evans, se vuoi togliermi le mutande possiamo farlo anche in privato. A vicenda-
Un piccolo movimento del polso e i suoi pantaloni caddero a terra, mostrando a tutti le gambe nude e ben piazzate.
- Credevo ci saremmo spogliati in un'altra circostanza, ma sono felice che abbia fatto tu il primo passo! Ci vediamo nello scompartimento dei Prefetti! Mi piaci così, intraprendente...- un altro gesto della mano e anche le mutande caddero, ma io non guardai, mi voltai e lo lasciai lì, con il gambero al vento.
[...]
Davanti al pollo arrostito che era stato preparato per la cena, la situazione non migliorò.
Pottter, scortato dalla sua B.A.D.A.G.D. ( Banda di Amici Disagiati Affetti da Gravi Deficit), si sedette vicino al mio sedere, ancora dolorante per le piaghe da decubito causate dalla mia posizione di disperazione assunta sul treno.
- Evans, sono abbastanza certo che quest'anno potremmo diventare più civili. Mi sento maturato, cambiato, un ragazzo nuovo, proprio come te. Quindi ti propongo un patto- annunciò.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 4

Le settimane erano trascorse velocemente e dicembre aveva preso piede, prepotente.
Nulla era cambiato dall'uscita ad Hogsmeade, per lo meno apparentemente: tutta la scuola aveva ormai accettato la mia presunta relazione con Potter ed erano rimasti in pochi a girarsi per osservarci, quando lui mi cingeva le spalle col braccio.
Gli studenti più sospettosi ci indicavano ancora, a colazione o a cena, e qualche ragazzina si ostinava a scoppiare in lacrime, quando io e lui entravamo in Sala Grande; io mi limitavo ad osservare la disperata di turno, basita.
- Devo averle promesso un'uscita, un anno fa- si giustificava lui, prendendo posto e lanciando la sua solita occhiata fugace al tavolo Corvonero.
Mi ero abituata anche a quello.
Il due dicembre, un venerdì, mi stavo dirigendo a passo spedito verso l'aula di Trasfigurazione, quando Marlene mi comparve accanto - Cosa c'è, stavolta?- chiese, addentando una mela che si era conservata dalla colazione.
- Cosa?- la guardai interrogativa.
- Hai l'espressione solita- si spiegò.
- Scusa, cosa stai dicendo?-
- Hai la tua solita faccia! Quella che ti incolli quando qualcosa ti sta davvero facendo incazzare-
Io alzai un sopracciglio - Veramente non sono mai stata meglio - Bugia - Mancano due settimane alle vacanze, la gente ha smesso di ridere al mio passaggio, sono in pari col programma di Difesa e posso scegliere se trascorrere il  Natale ad Hogwarts, in Danimarca dai miei cugini o a casa, coi miei- Bugia astronomica.
Non mentivo così dal mio ottavo compleanno, quando la prozia Rosalie si era presentata a casa con un raccapricciante set di calze, calzine e calzette dai colori improbabili. Rabbrividii solo al ricordo.
Marlene si morse visibilmente le guance per non ridere - Sei ridicola, lo sai, vero?-
- Prego?- mi finsi indignata.
Sì, certo che lo so.
- Sei proprio ridicola. Ad Hogwarts restiamo solo io e Black, una vacanza a tre con lui per te sarebbe un incubo. I tuoi cugini danesi puzzano di zuppa di cipolla - e qui alzò un dito ammonitore - e non negare, perchè me l'avrai ripetuto sei volte la scorsa estate, e passare le vacanze a casa tua sarebbe come passarle in galera, con Petunia guardia carceraria. Odi le vacanze perchè preferiresti studiare tutti i giorni dell'anno, ma, soprattutto, la cosa che davvero ti fa bruciare quelle chiappette d'oro che ti ritrovi è la situazione con Potter!- abbassò il dito e schioccò la lingua, soddisfatta. Aspettava un applauso, forse.
- Uao, hai quasi raggiunto una T in Divinazione- feci per oltrepassarla, ma lei mi bloccò con il braccio - Lens, levati!- protestai.
- Perchè non lo ammetti?-
- Cosa?-
- Che la situazione con Potter ti destabilizza-
- Di che parli?- sbuffata tattica.
- Del fatto che finché la gente rideva di voi, avevi qualcosa da rimproverargli. Ora, invece, ti limiti a fingere la tua parte negli spazi pubblici, giusto per coprire la sua relazione con quella White. Finché avevi da schiamazzare contro James, potevi vantare almeno un certo rapporto con lui. Adesso non siete altro che una messinscena-
- Ti rendi conto delle cazzate che sei riuscita a dire in soli 37 secondi?- mi divincolai e allungai il passo, sfrecciando verso l'aula e prendendo posto a sedere al secondo banco.
Lens si sedette indietro, accanto a Minus, ma mi mandò un bigliettino volante:
 
Ridicola
 
Accartocciai il pezzo di carta e me lo nascosi nella tasca interna della divisa.
Ero visibilmente rossa in viso, il cuore mi batteva senza motivo in petto, come impazzito, e le mani mi sudavano.
Madonna, ero davvero ridicola.
Mi sentivo pizzicata nell'orgoglio, perchè tutto ciò che la mia amica aveva detto era vero, ma mi vergognavo troppo ad ammetterlo.
- Ehi, mi siedo qui- una voce alla mia destra mi fece riemergere dal mio mare di merda.
- Perchè?- scattai subito, squadrando Potter, che si era amabilmente svaccato nel posto vicino al mio.
- Perchè voglio- scrollò le spalle.
- Io no-
- Scusa, è tutto a posto?- mi guardò da sotto gli occhiali, turbato.
Turbato lui? Io ero sull'orlo di una crisi isterica. Forse il mio era un disturbo di personalità multipla.
- No, ti sei seduto qui, quindi no, non è tutto a posto- gracchiai, sistemando la pergamena per gli appunti al centro del banco, la penna e l'inchiostro a due centimetri di distanza, perfettamente allineati, la borsa dei libri nell'angolo del tavolo e la bacchetta parallela alla carta.
Ecco, lo sapevo, il mio era un disturbo ossessivo compulsivo.
- Stai bene? Sei tutta rossa..-
- Certo che sono rossa, Potter, mi hai forse vista bionda fino ad oggi?-
- No, intendevo...-
- Taci un po' se vuoi stare qui. Altrimenti alza le chiappe e vattene-
Lui si guardò intorno, poi mi si avvicinò veloce - Lily- allontanati immediatamente - cosa è  successo? Ho fatto qualcosa di sbagliato?- sì, mi stai vicino.
- Sì- sibilai.
- Cosa?-
- Niente-
- Come niente?!-
- Potter se dico niente è niente-
- Se una donna dice niente è tutto! Me l'ha spiegato Emma...- un fuoco mi divampò in petto.
- Cosa mi frega degli insegnamenti che ti impartisce la tua nuova fiamma mentre io vi faccio da palo?-
- Qual è il tuo problema, Evans?- ora James si era allontanato, sollevando le sopracciglia.
- Senti, non lo so. Vuoi fare l'amico? Oppure vuoi fare il fidanzato? Credevo che la cosa si sarebbe limitata alle lezioni di Pozioni-
- Ma se mi siedo tre materie su quattro vicino a te da un mese, ormai- era stupefatto, forse sconcertato.
Io stavo letteralmente dicendo una stronzata dopo l'altra e sentivo gli occhi di tutti puntati su di me.
- Fa' un po' come ti pare- la chiusi lì, le guance in fiamme.
- Ma che ti prende...- borbottò lui, alzandosi e andando a sedersi vicino a Lupin.
Già, cosa mi stava prendendo?
Una voce, tremendamente simile a quella di Mary, mi canticchiò nella testa che ero gelosa.
Figurati se sono gelosa! Semplicemente non mi piace essere usata per inciuci amorosi, ecco. Di Potter, oltretutto!
Sì, sicuramente il problema era quello.
Non ascoltai un fico secco di quello che la McGranitt spiegò, infine, al termine della lezione, schiaffai tutte le mie cianfrusaglie nella borsa e me la diedi a gambe prima che un altro bigliettino di Marlene mi raggiungesse.
Riuscii a nascondermi in Biblioteca per tutta la giornata, di certo lì non avrei trovato nessuno di disturbante.
Saltai pranzo e cena, perchè la fame era l'ultima cosa che mi attanagliava in quel momento.
Ero gelosa o no? No, non lo ero.
Però la visione di quei due, durante le ronde notturne, schiacciati contro un muro a pomiciare mentre io perlustravo i corridoi faceva fare il giro del mondo alla mia pazienza.
Lei non era neanche troppo scema, anzi, tentava addirittura di trattarmi bene, nonostante io le avessi rivolto tre parole in un mese: levati, taci e mh.
"Mh", per la precisione, era quella che più le rivolgevo. Potevo considerarla una parola? Non mi posi il problema.
Mi sento solamente sfruttata, ecco tutto. Chiunque reagirebbe così.
- Un demente e una gallina, una coppia perfetta, peccato mi stiano sempre tra i piedi- dissi tra me e me, ricopiando una frase da un antico manuale di pozioni sulla mia pergamena per gli appunti..
- Grazie Evans, non troppo dolce, che poi mi si cariano i denti- Potter era comparso alle mie spalle senza che me ne accorgessi.
- Cosa ci fai tu qui?!- spalancai la bocca, sorpresa.
Potter non era mai entrato in Biblioteca in sette anni, probabilmente.
- Un giro-
- Fra i libri, certo-
- Va bene, ero venuto a cercarti-
-...Per?-
-Parlare- disse semplicemente, sedendosi accanto a me, sulla panca.
Io sbuffai per la milionesima volta - Ma non c'è nulla di cui parlare!- protestai, iniziando a ritirare le mie carte.
Se la sua intenzione era quella di iniziare una lunga e amichevole conversazione, aveva sbagliato persona.
- Invece sì, eccome. Per esempio - mi bloccò un braccio, ma io mi liberai con uno strattone fulmineo - Ecco, vogliamo parlare di questo?- mi guardò dritto negli occhi.
- Mi disturba il contatto fisico-
- No, ti disturbo io - sorrise tristemente - E la cosa mi dispiace, perchè credevo che fossimo diventati amici-
- Scusa?!- boccheggiai per la stronzata appena proferita - Amici?! Io e te? Potter ma cosa blateri?-
- Andiamo! Sederci vicini a lezione, chiacchierare nei corridoi..-
- Sì, far finta di stare insieme, di abbracciarti, di baciarti, insabbiare la tua relazione con Emma.. amici, esattamente!- sbottai, infuriata.
- Allora è questo il problema? - James era incredulo.
- Quale? Non c'è nessun problema, oltre ai soliti...-
- Invece sì, eccome!- sbatté più volte le palpebre - tu sei gelosa!-
- Ma perchè non taci?- sibilai, afferrai la mia borsa e uscii dalla Biblioteca.
Lui mi seguì a grandi falcate - Tu sei gelosa- ripetè una volta in corridoio.
Io tirai fuori la bacchetta e gliela puntai dritta in petto - Smettila di dire sciocchezze-
- Se non fossi gelosa non reagiresti così!- ridacchiò.
-No, non hai capito. No sono gelosa, mi sento semplicemente usata- ripetei ancora, stavolta a una seconda persona.
- No. Un tempo saresti solo stata felice della situazione. Tu, Evans, hai solo il culo che brucia- allontanò la mia bacchetta dal suo petto e mi piantò il suo sguardo addosso.
Io avvampai.
- Levati- biascicai, andandomene.
La sua mano afferrò la mia divisa svolazzante e mi tirò a sé. Non so come, non so perché, non so per quanto, ma in due secondi mi ritrovai le sue labbra sulle mie, di nuovo.
Stavolta nessuno dei due si allontanò imbarazzato o irritato, né io mi preoccupai della gente intorno, essendo tecnicamente una coppia.
Quando, infine, si staccò, i suoi occhi impalarono di nuovo i miei - Allora, sei gelosa o no?-
Io strinsi le labbra, con uno spintone lo allontanai e scappai via.
Cristo se ero gelosa.
   
 
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