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Autore: Vale29_86    27/12/2014    3 recensioni
"...E ad un tratto, c’è di nuovo “quella cosa” nel suo sguardo; qualcosa, che non riesco ancora a capire, ma che ho iniziato a notare da un po’ di tempo ormai. Da prima della Mietitura…
Non aveva mai avuto “questo” sguardo prima, almeno non con me. Non è solo dolcezza, è qualcosa di più. Qualcosa che non so spiegare… Mi guarda così per un momento, poi allunga la mano e la passa tra una ciocca dei miei capelli: - Sarà meglio andare a finire di prepararci… - afferma - saranno le dieci a momenti!... - io annuisco, Lui prende la porta, ma prima di entrare, si volta un momento e mi strizza l’occhio con un sorriso: - A dopo!... - dice. Ed è di nuovo il solito Aris..."
PREMESSA:
Tentativo di PREQUEL della saga di Hunger Games!
Una storia di pura invenzione che parte dal “Mondo“ di Hunger Games.
E' la storia di una grande amicizia (che forse è qualcosa di più), sullo scenario dei Giochi, vissuti proprio dai giovani protagonisti...
I personaggi citati, a parte Caesar Flickerman, Claudius Templesmith, e il Presidente Snow, ​
sono tutti inventati da me. Ho anche ridisegnato il Distretto (10) in questione a mio gusto... Spero che la storia vi piaccia.
Buona Lettura! :)
Vale
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Caesar Flickerman, Claudius Templesmith, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Presidente Snow
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The District'
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Quando Atala termina di leggere, i Favoriti si dirigono direttamente verso le armi più letali, iniziando a maneggiarle subito con disinvoltura, quasi come se nella vita, non avessero fatto altro; ed effettivamente, credo che sia proprio così…

La gola seccata, all’istante, dal nervosismo, mi ritrovo a deglutire, cercando di mandar giù, quella poca saliva che mi è rimasta in bocca. Aris, accanto a me, mi posa una mano sulla spalla, e con fare spiritoso, per sdrammatizzare, mi sussurra: - «Che ne dici, di imparare ad accendere un fuoco, per iniziare?! Giusto per “scaldarci” un po’…» - io faccio un verso a metà tra uno sbuffo e una risata; solo Lui, può riuscire a scherzare e fare battute, in una situazione tesa, come “questa”…; sorrido divertita: - «Ok!» - dico.

Il corso per imparare ad accendere il fuoco, non è esattamente il più “popolare”; ma, forse, è meglio così, non voglio avere gli altri Tributi intorno, se posso evitarlo. 
L’istruttore ci spiega come trovare la legna adatta, che deve essere rigorosamente secca, e ci mostra i vari metodi di innesco del fuoco: ad esempio, il metodo “A Trapano Manuale” (una base di legno e un bastoncino, che produrrà calore, tramite la frizione impressa dallo sfregamento delle mani sul bastoncino), il metodo della lente d’ingrandimento (che sfrutta la luce del sole, ma credo che gli unici che potrebbero trovarlo utile nell’Arena, portando entrambi gli occhiali, sarebbero i Tributi del Tre), e ancora il metodo delle pietre (che ovviamente sfrutta due pietre focaie, che producono la scintilla che innesca il fuoco)… in realtà, “l’impresa” si rivela più facile del previsto, io ed Aris, non siamo ancora velocissimi ad accendere il fuoco, ma, in poco tempo, padroneggiamo le varie tecniche ormai perfettamente: così, decidiamo di passare a qualcos’altro:
- «Io, direi che con il fuoco, ce la caviamo bene, ormai!...>​> - afferma Aris: - « Che ne dici, di passare ad altro?!» - chiede. Io gli dico che sono d’accordo: - «A cosa vuoi passare, ora?!>​> - gli chiedo. Lui fa una delle sue espressioni scherzose da “Ma devo fare tutto io?!”, e protesta: - «Ehi, io ho suggerito prima! Ora tocca a te; Proponi, scansafatiche!>​> - io metto su, un “finto broncio offeso”, poi gli sorrido divertita e suggerisco: - «Vogliamo provare lo Stand, per imparare a “trovare o costruire un riparo-rifugio”?!...>​> - Aris, imitando l’espressione e le movenze che Rosewood, adotta quando sta riflettendo su qualcosa, inizia ad accarezzarsi la barba perfettamente rasata, dai Preparatori del suo Staff; poi “rifacendogli il verso”, enuncia: - «Si. Direi, che potrebbe tornarci utile!...>​> - io rido ancora. Non posso farci niente, non gli resisto quando scherza…

Mentre ci dirigiamo alla nuova postazione, mi guardo intorno, accorgendomi che le tribune sopraelevate, che corrono tutt’intorno alla palestra, sono stipate di uomini e donne in vesti viola scuro: gli Strateghi, venuti ad osservarci. Saranno una ventina; non so come ho fatto a non accorgermi del loro arrivo. Alcuni sono compostamente e comodamente seduti, altri si spostano avanti e indietro, lungo le tribune, osservandoci e prendendo appunti, certi, confabulando tra loro, ed altri, si consultano con gli istruttori. Altri ancora, ci ignorano totalmente, troppo intenti ad attingere dall’inesauribile banchetto allestito per loro sugli spalti. 
Mi domando che genere di valutazioni faranno su di noi; per Capitol City, siamo solo dei “Pezzi di Carne”… Buoni solo per Scommettere.

Alla Postazione “Trovare o Costruire un Riparo”, non siamo più soli… i Tributi, del Tre, del Cinque e dell’Otto, si sono uniti a noi. Io, avrei preferito continuare a stare sola con Aris. Non voglio rischiare di “avvicinarmi” troppo agli altri Tributi; soprattutto non vorrei avvicinarmi troppo ai ragazzini del Cinque, per loro provo già una certa empatia. Sarà per la loro età, o per i loro visetti dolci… se sto loro troppo vicino, finirò certamente con l’affezionarmi: come si può fare la conoscenza di qualcuno che tra pochi giorni, potresti, dover uccidere? E’ per questo, che ho deciso di non imparare nessuno dei nomi, dei miei Rivali; perché a quel punto, nessuna scusa varrebbe più, sarebbero “Persone” a tutti gli effetti. Ed io non posso permettermi di pensarla così… non, se voglio sperare di sopravvivere. 
Intanto, l’istruttore spiega che, ovviamente, i possibili rifugi, sono diversi, a seconda del clima, dell’ambiente, e del “materiale” che abbiamo a disposizione. Le regole generali, sono di organizzare un bivacco prima che faccia buio, scegliere, se è possibile, una zona sopraelevata per costruire, evitare il letto di fiumi asciutti, valutare i possibili imprevisti di una determinata zona, preferire un riparo alle spalle di una roccia o di un rialzo in modo da poter tenere d'occhio solamente una strada, e prima di utilizzare una grotta come rifugio controllare che non sia abitata da animali feroci (se la caverna è vuota, ma all'interno ci sono feci e avanzi di cibo freschi, l’animale che la abita, tornerà da un momento all’altro)… 
In climi molto freddi, ad esempio, è opportuno costruire un riparo di piccole dimensioni, in modo che mantenga più facilmente il calore, e che questo, non si disperda al suo interno. Gli isolanti più comuni sono sicuramente le foglie secche, la paglia, l’erba… si può, addirittura, creare un buon rifugio nella neve, scavando una buca profonda o una trincea, e coprendola con un telo o con della vegetazione; bisogna però, evitare la neve friabile e troppo soffice. 
In climi pluviali, invece, dove bisogna fare i conti con le piogge, se si costruisce un rifugio, è opportuno che il tetto sia leggermente inclinato, in modo da far scivolare via la pioggia, e che sia molto solido e possibilmente impermeabile; un telone anti-pioggia da stendere sopra il riparo, sarebbe perfetto, ad esempio, ma in assenza di questo, si possono utilizzare rami e foglie larghe, come quelle di palma, di banano, ecc... 
In climi e luoghi come la giungla, è preferibile non dormire mai a diretto contatto col terreno (per via degli insetti, i piccoli animali, i rettili e i serpenti velenosi, che potrebbero nascondersi nel fogliame), ma possibilmente su rifugi rialzati, ad esempio sfruttando la biforcazione di un albero… Nel deserto, invece, si deve costruire un rifugio basso, ricordandosi di creare “un’intercapedine d’aria”, di notte nel deserto, infatti, oltre che con il freddo, bisogna combattere con le tempeste di sabbia, e senza una camera d’aria, si finirebbe per soffocare. 

Quando siamo soddisfatti e sicuri, di quanto abbiamo appreso, io ed Aris, con calma, passiamo alla postazione successiva. Una dopo l’altra, le studiamo e le sfruttiamo, quanto più possibile; impariamo a riconoscere le erbe medicinali e commestibili; ad esempio, spesso, le piante che contengono "succo lattiginoso" sono velenose. Padroneggiamo tutti i tipi di nodi che l’istruttore ci insegna, impariamo a costruire trappole ed esche, scoprendo che di notte i pesci, sono più docili, e si riesce a pescarli più facilmente, attirandoli con la luce di una torcia, ed, infine ci dedichiamo anche alla mimetizzazione, che, oltretutto, è abbastanza divertente… 

A mezzogiorno, ci riuniscono tutti insieme, per il pranzo, in una grande sala, vicina alla palestra; ci sono dei tavoli, e dei carrelli, colmi di cibo, da cui, ognuno, può servirsi da solo. I Favoriti, si raggruppano, chiassosamente, intorno ad un unico tavolo, per dimostrare la loro superiorità, e far capire agli altri che non meritano la loro attenzione; mettendo in chiaro, inoltre, che non si temono l’un, l’altro. Degli altri, i più, siedono da soli: nessuno rivolge la parola a nessuno. Nessuno, guarda nessuno… Io ed Aris, ovviamente, mangiamo insieme. Parliamo e scherziamo come nostro solito. Gli altri, a volte, ci fissano incuriositi: soprattutto i Favoriti, ma il loro sguardo, più che curioso è decisamente infastidito, dal modo in cui l’attenzione si concentra su di noi, offuscando loro. Io ed Aris, però, per il momento, non ce ne curiamo. 
Ora, siamo intenti a ripassare tra noi, le varie nozioni apprese durante la mattinata; è incredibile, quante cose diverse siamo riusciti ad apprendere ed assimilare, in sole due ore. Sto elencando, ad Aris, le varie piante e le loro proprietà, quando mi rendo conto di aver perso la sua attenzione. Sta fissando qualcosa sul mio collo. Quando gli chiedo che gli prende, sobbalza, sovrappensiero. Poi risponde: - «Niente… è che hai qualcosa, qui…!>​> - si tocca un punto del collo con l’indice: - «deve esserti rimasto addosso un po’ di colore, dalla postazione di mimetizzazione…». 
Mi faccio guidare, cercando di pulire il punto, ma a quanto pare non riesco a trovare la macchia. Aris, allunga la mano verso il mio collo, con tocco delicato: - «Aspetta… faccio io!...» - dice. Sento le sue dita strofinare, leggermente, la mia pelle. Mi ritrovo a guardarlo, quasi senza rendermene conto; Lui, accorgendosi del mio sguardo arrossisce lievemente, come ha fatto questa mattina, quando gli ho pulito il baffo di cioccolata. Ritira la mano e si mette a sedere: 
- «Ok. Fatto!...» - dichiara un po’ bruscamente. Onestamente, sono un tantino spiazzata, dallo strano modo di porsi , che assume, certe volte, nei miei confronti. Ma dal suo sguardo sfuggente, capisco, che è meglio cambiare argomento, così torno alle piante, ed anche Aris, sembra tornare il solito di sempre.

A pranzo finito, rientriamo tutti in palestra. Riesco a percepire gli sguardi degli altri Tributi su di noi, ma cerco di non badarci. Mi guardo intorno, cercando Rosewood; aveva detto che ci avrebbe osservato, ma forse non gli hanno dato il permesso, perché non riesco a trovarlo da nessuna parte. Gli Strateghi, invece, sono riuniti tutti in un punto delle tribune, e parlottano tra loro, lanciando, ogni tanto, sguardi a un Tributo, o ad un altro; a volte indicando, persino, qualcuno. Quando noto il loro sguardo puntato su Me ed Aris, mi blocco per un attimo, presa alla sprovvista… Aris, per attirare la mia attenzione, dà un colpetto, con il braccio, sul mio: - «Che ne dici di imparare a maneggiare un coltello?!... Con la “sopravvivenza”, a quanto pare, ce la caviamo abbastanza, dopotutto. Credo, dovremmo iniziare a prendere confidenza con le armi, a questo punto…!» - afferma. Il suo tono si è fatto più serio, non c’è più traccia di “gioco”. Annuisco, e ci dirigiamo alla postazione. 

A quanto pare, non siamo i più scarsi, tra i nostri “compagni di corso”, in questa abilità. L’istruttore, spiega come colpire e come ripararsi dai colpi, con i vari tipi di coltello; ogni lama, ha una misura e una struttura diversa, che ne caratterizza il peso, la resistenza e la forza del colpo: quindi ogni coltello deve essere adoperato in un determinato modo. Lo Stiletto, o pugnale, con la sua lama simmetrica ed affilata su entrambi i lati, è il coltello da combattimento per eccellenza, e può essere usato, sia per affondo, che per taglio. La Daga, è praticamente uguale allo Stiletto, ma di dimensioni maggiori. Il Bowie, è un coltello da lavoro, dalla lama molto pesante, lunga e dritta; si usa sia di punta, che di taglio, ma il suo peso, ne favorisce il “secondo” utilizzo. Lo Skinner, è un coltello da caccia, corto e tozzo, e dalla punta semi assente. Per via della sua forma, può essere usato solamente di taglio; difatti, principalmente, si usa per scuoiare le prede. Le varie Spade, data la maggiore lunghezza della loro lama, favoriscono chi le usa, permettendogli, di non doversi avvicinare troppo al nemico. La lama, spesso, ma non sempre è a doppio filo, e consente quindi di ferire da entrambi i lati. Possono essere usate sia di punta che di taglio; le lame Dritte, sono più adatte per affondi e stoccate, quelle Curve, come ad esempio il Machete, sono più adatte ai colpi di taglio. L’istruttore, ci mostra, aiutato da un’assistente, le mosse, che le varie armi consentono di compiere in combattimento. Io, intanto, prendo mentalmente appunti, cercando di registrare ogni informazione possibile. Poi, l’istruttore, ci fornisce dei coltelli da addestramento e un’assistente per ciascuno, permettendoci di esercitarci nel combattimento; io ed Aris, almeno nelle esercitazioni, non ce la caviamo male, ma, devo ammettere, che Aris è più bravo di me. Io, lo batto solo in una cosa, per ora: il lancio dei coltelli. Non sono, certo, brava; ma dopo un po’ di tempo passato, da entrambi, a provare e lanciare, io sono riuscita a colpire e trafiggere un bersaglio, alla fine. Lui no...

Abbiamo passato parecchio tempo, alla postazione sulle armi da taglio; molto di più, di quanto non ne abbiamo dedicato alle altre, precedentemente. Quindi, decidiamo di cambiare e passare a qualcos’altro, prima della fine della giornata: ma credo che ci tornerò, ancora, domani… 
Io ed Aris, ci separiamo un po’; Lui, come consigliato da Rosewood, si dedica per parecchio tempo, al corpo a corpo; dove, senza sorprese, riesce molto bene. Gli istruttori, si congratulano con Lui, e gli propongono di insegnargli tecniche di combattimento avanzate, in cui riesce molto bene. Io, invece, mi improvviso arciera, alla postazione “tiro con l’arco”, ma devo ammettere che non fa proprio per me. Non ho abbastanza forza per tendere l’arco, e con quell’arma così ingombrante, non sono proprio capace di prendere la mira. Tutte le mie frecce, finiscono inesorabilmente per mancare il bersaglio. A dirla tutta, neanche si avvicinano all’obbiettivo… 

Quando Aris, lascia la postazione per il corpo a corpo, decido, di abbandonare, definitivamente, anche io quella di tiro con l’arco; proprio “non è nelle mie corde”. La giornata è quasi finita, così, decidiamo di rilassarci un po’, con un percorso ad ostacoli, pieno di punti da saltare ed altri in cui arrampicarsi. Gli altri Tributi che lo hanno provato, lo hanno trovato complicato, ma io e Lui, ce la caviamo bene. Abbiamo passato tante di quelle giornate a correre e ad arrampicarci, al Distretto... 
I Favoriti ci guardano. E’ da quando eravamo alla postazione “armi da taglio”, che lo fanno. Soprattutto, guardano Aris. Lo hanno osservato a lungo mentre si trovava nell’area del corpo a corpo. Li vedo confabulare tra loro, e la cosa un po’ mi preoccupa; così lo faccio notare ad Aris, che mi conferma di essersene accorto, ma liquida la faccenda, dicendomi, di non badare loro, e di non preoccuparmi. Non lo faccio. Dopotutto, non si può smettere di preoccuparsi a comando; ma dato, che Lui non vuole parlarne, evito l’argomento. A distrarmi, sono gli Strateghi, che hanno ricominciato a scrutarci. Ci fissano, parlano tra loro, e si consultano con gli istruttori. 
Mi domando cosa stiano dicendo… 
A giornata finita, abbiamo finalmente il permesso di tornare ai nostri alloggi, al Decimo piano. Sono così stanca, che vorrei solo, poter andare subito a dormire, ma saltare la cena, non è un’opzione; Rosewood, ci vuole seduti al tavolo, e puntuali, per una “Cena Strategica”: a quanto pare, anche se io non l’ho visto nei sotterranei, o sulle tribune rialzate della Palestra, alla fine, è riuscito comunque, ad ottenere il permesso per osservarci durante l’addestramento. 

Entro in camera mia, mi spoglio, buttando la mia “divisa” per terra, e mi concedo una doccia rigenerante e rilassante. Ho i muscoli tesi ed indolenziti dall’addestramento della giornata, e la testa che scoppia, per tutte le nozioni apprese. Per la prima volta, da che sono qui, non ho per niente fame. Vorrei solo, potermi buttare sul letto e dormire. Ma il pensiero, che un altro giorno è già passato, e che l’Arena è sempre più vicina, mi sveglia all’istante. La stanchezza è rimasta, ma la voglia di dormire, è passata del tutto; quasi come se non dormendo, il tempo smettesse di passare. Ma non è così…
Finita la doccia, vado all’armadio, e lo programmo a caso, spingendo tutti i tasti con la mano; sono troppo stanca anche per scegliere un indumento. Mi ritrovo davanti, un vestito giallo, leggero e grazioso, dal corpetto disegnato e ricamato, con un motivo delicato, leggermente scollato sul collo e senza maniche, corto alle ginocchia, e con una gonna morbida e vaporosa. Scarpe ballerine in tinta. Lo indosso, senza troppo entusiasmo, memore della delusione avuta sul treno, provando abiti più "femminili", e scoprendo che non donano affatto al mio aspetto; con mia grande sorpresa, invece, noto che mi sta molto bene. Sembra quasi, che sia stato disegnato apposta per me. Mi osservo nello specchio, stupita e vagamente gratificata. Questa sera, nonostante il mio pessimo umore e la mia stanchezza, devo ammettere di essere davvero carina. I capelli li lascio sciolti; tanto, grazie alle “tecnologie” di Capitol, sono perfettamente pettinati e lucenti. 
Esco dalla mia stanza, diretta in Sala da Pranzo; Aris, esce dalla sua, nello stesso momento. Mi guarda, quasi meravigliato: - «Sei carina!...» - dice. Io, lo guardo “ironica”: - «Sempre quel tono sorpreso!...» - sorrido. Lui sorride, dolcemente di rimando. 
Arrivati in Sala da Pranzo, troviamo Menodora Dellis, intenta a cercare di avviare una conversazione con un Ethan Rosewood, poco collaborativo. Prendiamo posto a tavola, e subito i “Senza-Voce” iniziano a servirci. La cena, come sempre è ottima e abbondante. Finiamo di mangiare in silenzio; oggi i nostri Stilisti, non sono presenti al banchetto. 

Finita la cena, Rosewood, senza troppi giri di parole (come al solito), inizia a parlare:
- «Devo ammettere, che sono piacevolmente sorpreso da voi due!...» - inizia. Il suo tono, è meno scontroso del solito; sembra quasi compiaciuto: - «A dirla tutta, non mi aspettavo grandi cose da voi, vi credevo senza speranza. Ma devo ricredermi! Vi ho osservato, oggi, e siete abbastanza abili, tutto sommato. Ma, bando alle ciance, parliamo di cose serie; la vostra Strategia!» - dice. Io ed Aris, annuiamo, attenti e concentrati: - «In “Sopravvivenza”, ve la cavate, abbastanza bene; io vi consiglierei di non perderci più troppo tempo: magari, passateci per un ripasso delle cose più importanti, ma concentratevi su altro. Allenatevi con i Coltelli; siete ancora grezzi, ma avete un'attitudine abbastanza sviluppata, e saper usare il coltello, nell’Arena, potrebbe salvarvi la vita! Inoltre, continuate con i Percorsi ad Ostacoli; la gente li sottovaluta, ma sono utili. Voi siete già abbastanza agili e preparati fisicamente; se continuate ad allenarvi, sarete più in forma e veloci degli altri, e in caso doveste trovarvi nella situazione di dover scappare, non riusciranno a starvi dietro. Allenatevi un po’ anche con i pesi; mettere su qualche muscolo in più, non guasterebbe. A tutti e due… E, infine, Aris, tu continua con il Corpo a Corpo. Sei più forte di quanto credessi! Tu, Mina, invece dedicati al Lancio dei Coltelli; hai un talento naturale, ma devi affinarlo e addestrarti! Potreste seriamente, dare del filo da torcere, agli altri Tributi. Se tutto va bene, uno di voi due, potrebbe persino, sperare di vincere…» - ci guarda soddisfatto. Io ed Aris, ci rivolgiamo un mezzo sorriso, poi annuiamo ancora a Rosewood. 
Menodora Dellis, ci annuncia trionfante, che la sua strategia per accalappiare i “migliori” Sponsor, sta dando i suoi frutti, e che in molti sono interessati a noi due. Poi lei e Rosewood, ci consigliano di andare a dormire; - «Domani, sarà un’altra lunga giornata!...» - dicono. Non ce lo facciamo ripetere due volte. Ci alziamo, diamo la buona notte e filiamo, verso le nostre stanze. Arrivati davanti alla sua, Aris, si gira verso di me, mi sorride ancora e chinandosi, mi lascia un delicato bacio sulla guancia: - «Buona notte.» - dice. Io gli sorrido di rimando, augurando la Buona notte anche a Lui. 
Entra nella sua camera, ed io nella mia. La divisa che avevo buttato sul pavimento, non c’è più; sarà sicuramente stata presa dai "senza-voce", per essere lavata e preparata per domani… Sono sfinita. Vado in bagno, mi lavo i denti, e cerco un pigiama nell’armadio. Poi finalmente mi butto a letto; non faccio in tempo a toccare il cuscino, che sono già crollata. 
Speriamo, che domani non arrivi troppo presto.

(CONTINUA nella PARTE 7...)


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Note dell'Autore:
Buongiorno Gente di EFP!! :)
Eccoci giunti alla PARTE 6 (Fine del "Capitolo 7"),  
di "The District"!! :)

Il Primo Giorno di Addestramento, si è concluso,
e i nostri Protagonisti, a quanto pare, hanno scoperto i loro Talenti...
Saranno abbastanza in gamba, da sopravvivere all'Arena?!
Lo scoprirete solo leggendo!! ;) 

Sperando, prossimamente, di trovare qualche commento, in più...

Vi saluto e vi dò appuntamento al Prossimo Capitolo! ;)
P.s.: Si, è vero... ad un certo punto, Mina, ha rubato una frase ad Hermione; ma adoro quella frase e il modo in cui la dice!! LOOOOL!! xD
Buona lettura.

Vale
   
 
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