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Autore: DaisyBuch    27/12/2014    1 recensioni
Cosa fareste voi se una misteriosa voce vi ordinasse di mettervi un anello e vi trasportasse nell'antica Grecia? Questo è quello che è successo ad Athena, una ragazza di quindici anni che deve aiutare i personaggi dei miti a risolvere le storie a cui sono legati.
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DAL CAPITOLO 17:
Athena si lasciò sfuggire un gemito di paura, le guardie stavano aprendo il cancello e loro due si strinsero forte la mano, ancora una volta per infondersi coraggio. Li spinsero dentro e sentirono cigolare dietro di loro il cancello di legno che si chiudeva. Era un suono terribile. Athena si sentì in trappola, si sentì sola ed adesso come non mai voleva girare l’anello e tornarsene a casa.
Ci fu un suono assordante e metallico che rimbombò per molto tempo, era come se fosse il campanello che designava l’ora del pasto.. e forse era proprio quello.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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[Nota: Questo capitolo è stato scritto prima del precedente, ma la storia continua con il mito di Amore e Psiche, questa parte è una delle ultime del primo volume.] ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- L’umana tornò da Iris, passarono tutto il tempo a mangiare, rincorrersi e giocare con le altre ninfe. Athena riscoprì quei momenti di serenità, dove tutto sembrava perfetto ed eterno. Era il momento migliore di qualsiasi altro, le ninfe erano dolcemente licenziose, danzavano, cantavano e si pavoneggiavano facendo scherzi agli umani, talvolta facendo finta di sedurli, e tra qualcuno di loro c’era anche qualche dio.
Apollo passava proprio da quelle parti, mentre Athena e le altre giocavano a nascondersi tra gii alberi della boscaglia; il compito più difficile era quello di Athena dato che le driadi si trasformavano semplicemente in arbusti.
-Così non è giusto!- gridava ridendo Athena, che si guardava attorno cercando di scoprire qualcuna tra le sue nuove amiche.
-Parli da sola?- Apollo sbucò da qualche parte, e la ragazza fece un salto per lo spavento.
-Per tutti i fulmini, mi hai spaventata.- ridacchiava guardandolo. Apollo era davanti a lei, con le sue vesti d’oro splendenti e l’aura divina che emanava come una lanterna, no.. come il sole. Lui era lucente come il sole. Athena restò senza fiato per un attimo, poi si accorsero entrambi che erano l’uno davanti a l’altra senza fiatare, e l’umana si convinceva che era perché lui aveva un influsso divino su di lei.
-La mia amica driade, mi ha riferito che sei stato tu a salvarmi dalle onde del mare.- ruppe il silenzio per prima. Ebbene, Iris le aveva raccontato che non era stato Poseidone a impedirle di affogare, come invece credeva la ragazza, e le raccontò anche di come Apollo si era adirato contro il mare, scomparendo poi prima che lei potesse riprendere coscienza. Apollo s i grattava la testa in evidente imbarazzo.
-Sono dei ringraziamenti? Dovresti costruirmi una statua per queste mie azioni generose.- alzò gli occhi al cielo.
-Beh..- Athena non staccò gli occhi da lui, fece un passetto indietro e si inchinò leggermente, -grazie.- disse sinceramente.  – E non preoccuparti, ti renderò molti doni. - rise.
-Non devi inchinarti, l’ho fatto di mia sponte. – le rispose. Athena non sapeva più cosa dirgli, ma per fortuna lui riprese il discorso.
-Ho saputo che sei stata vittima del minotauro, è stato un atto coraggioso.- ammise.
-L’ha ucciso Teseo, io non ho fatto nulla.- spiegò alzando le spalle. Altro silenzio imbarazzante.
-E Poseidone?- chiese infine Apollo  dopo quelli che sembravano secoli. Era lì che voleva andare a mirare, voleva sentire se all’umana interessassero ancora i sentimenti del re del mare, e se fossero ricambiati.
-Sta per sposarsi con Anfitrite.- sospirò, e si accorse che mentre lo stava dicendo non le importava più. Che fosse felice con lei, loro due non avrebbero mai avuto un futuro.
-A proposito di spose, tu non ne hai una che ti aspetta? – lo punzecchiò. Inoltre sapeva che gli dei erano molto indifferenti a questi legami coniugali, basti pensare che nemmeno un mese fa circa correva disperato dietro a Dafne, anche se non era proprio colpa sua.
-Ti riferisci alla madre di Aristeo?- chiese incredulo.
-Certamente.-
-Io non ho spose.- esclamò indignato.
-Non ancora!- sussurrarono ridendo gli alberi attorno a loro. Athena avvampò per l’imbarazzo, e Apollo si guardava intorno impettito.
Grazie a Zeus arrivò Ermes a salvare la situazione. Ermes era il messaggero alato degli dei, che riportava loro importanti notifiche, un po’ come un cellulare, pensò Athena.
Questo Ermes portava dei coturni con delle ali d’oro, aveva un mantello dietro le spalle e l’immancabile aura da dio che avvolgeva anche il mantello azzurro. Questo si avvicinò ad Apollo con fare cospiratore e gli sussurrò qualcosa all’orecchio, Athena vide il volto di Apollo assumere un’espressione sbalordita e al contempo arrabbiata, e anche gli alberi attorno a loro tirarono un mormorio unanime di incredulità, così forte che Ermes si spaventò.
-Sono gli alberi.- sospirò Apollo. Ermes sembrava ancora più confuso.
-Sono tutti al corrente della notizia a parte me?- esclamò Athena, aspettandosi che qualcuno le dicesse qualcosa.
-Queste sono cose da dei.- le rispose Apollo, ringraziando Ermes e mandandolo via. Athena si sentì di nuovo esclusa da quel mondo  come era successo con Poseidone.
-Non dirò niente.- giurò l’umana guardando il dio del Sole supplichevole.
-Dovrei prima chiederlo a Zeus..- disse tra se e se Apollo pensieroso e impietosito dallo sguardo della ragazza.
-Ma io non conosco nessuno, a chi potrei dirlo se non alle driadi che ne sono già al corrente?- gli fece notare.
-Non sei una dea, nemmeno una semi-dea,- le fece notare, al che Athena si sentì profondamente offesa, - dovrai restare all’oscuro di questo empio atto.- concluse. Ma Athena non sentì crescere in lei una sorta di innata ubbidienza, ma solo frustrazione e rabbia. Qualcosa nel sistema dei-umani stava cambiando, decise che avrebbe parlato con la nuvola viola per ulteriori chiarimenti.
-Bene.- disse Athena con lo sguardo fisso verso il basso e le braccia conserte. Si stava comportando da bambina, però era stanca di essere esclusa ogni volta.. insomma Ermes non poteva aspettare di dire la notizia?
-Mi dispiace..ma non posso.- le disse Apollo, con una mano rivolta verso di lei.
Athena alzò lo sguardo e guardò la mano tesa verso di lei. Spostò lo sguardo verso Apollo, che la guardava in attesa, e tutta la sua rabbia svanì. Prese la mano di Apollo e la strinse. Restarono così per molto tempo, nessuno staccava gli occhi l’uno dall’altra, ed Athena provò una sensazione mai provata prima. Era diversa da quella che aveva provato con Poseidone, era più intensa e completa.
E lei lasciò per prima la stretta, aveva capito. Non era una dea, e non lo sarebbe mai stato, doveva capire ed accettare di non poter essere al corrente di tutte quelle cose, lei era solo un’umana. E le sarebbe bastato, il suo compito era quello di aiutare gli altri, e a lei piaceva molto come compito. Perciò se ne sarebbe restata al suo posto, andava bene. Inoltre in quel momento capì anche altre due cose, la prima che non era mai stata innamorata di Poseidone, era più un’ammirazione.. un’infatuazione. E la seconda era che si stava innamorando di un altro dio, e che non avrbbe mai potuto averlo, perché lui era un dio e lei un’umana.
Così decise di affrontare in modo maturo la situazione.
-Apollo, capisco la tua decisione. Non sono cose da umani, non mi riguardano. Ed ora che io ho accettato la tua decisione, chiedo a te di accettare la mia: che sia sempre ribadita la distinzione tra divino e umano, e che sia rispettata in tutte le sue sfaccettature.- abbassò lo sguardo mentre le sue speranze sfiorivano. Apollo sapeva benissimo cosa volevano dire le sue parole.
In quel momento le sue dita cominciarono a brillare leggermente, era reale o solo immaginazione? Athena, Apollo e le driadi attorno a loro guardavano la scena con il fiato sospeso. La mano cominciò ad emettere una luce fioca, e man mano che prendeva ad illuminare tutto il corpo questa si faceva sempre più brillante ed accesa, rivestì tutta la superficie di Athena, e lei era incredula. Apollo aveva la bocca spalancata dallo stupore e ammirava la trasformazione senza battere ciglio. Athena si sentì mille volte meglio, si sentì più forte e più buona, la sua mente si era allargata a dismisura, riusciva a cogliere particolari che prima le sfuggivano, elaborava le espressioni altrui, sentiva alcuni pensieri, guardava il vento muoversi ma soprattutto, vedeva tutto il mondo divino attorno a lei che prima non riusciva a realizzare.


 
   
 
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