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Autore: ladymia    27/12/2014    1 recensioni
Quando occhi di cristallo, una famosa criminale, entrerà nelle loro vite le sconvolgerà del tutto.
Ashleigh smetterà di essere perfetta.
Connor smetterà di vivere in modo passivo.
Quando l’amore non basterà e le paure prenderanno il sopravvento.
Occhi di Cristallo farà la sua comparsa.
***
A Connor venne spontaneo prendere la mano di Ashleigh e Ashleigh, da parte sua, non aveva mai avuto così tanto bisogno di una persona come aveva bisogno di Connor.
Lui la faceva sentire al sicuro anche solo guardandola , i rapporti tra loro due non erano dei migliori,ma oltre questo, c'erano due cuori che combaciavano perfettamente assieme.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bradley Simpson, Connor Ball, James McVey, Nuovo personaggio, Tristan Evans
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Hand over heart, I’m praying
That I’m gonna make it out alive"

 






Tieni duro.

Pensò quella mattina Ashleigh, alzandosi dal letto.

Tieni duro, per oggi.

Non faceva che pensare a Connor, a come se la fosse spassata con la sua nuova fiamma, pensava a sua madre, che nonostante non la vedesse, la perseguitava.

E ci provava a non dare di matto, ci provava a restare integra, ma la verità era schiacciante: Stava per esaurire la sua pazienza, di nuovo.

Ashleigh dava la colpa a se stessa, perché lei era l'unica causa.

Doveva sempre dare importanza alle persone, alle parole, finendo sempre fregata. Ma era fatta così, prima di capire le cose, doveva soffrire.

Ashleigh ne era più che convinta: non era fatta per fidarsi delle persone, né per amare, un po' come la matematica, alcuni portati, altri no.

Si alzò di fretta, pronta per un'altra giornata di lavoro, ma quella era mattina non era come tutte le altre, lei non doveva affrontare solo persone scorbutiche, frettolose o gentili o calme, doveva anche affrontare se stessa. Doveva provare a rimanere con la testa concentrata, senza pensare a Connor o a sua madre.

"Devi venire nei capannoni dove hanno rapito Tris, non dirlo a nessuno.

Jacqueline"

Ashleigh guardò più volte il telefono, preoccupata e sconvolta.

Aveva paura di rivivere quell'incubo, già le bastava sognarlo la notte, non era proprio propensa a tornarci. Prese la macchina della zia in prestito, aveva diciotto anni e la patente ma non aveva una macchina, strano per una ricca sfondata.

In pochi minuti era arrivata danti al capannone, vecchio e grigio. Sperò vivamente che Jacqueline volesse parlare di qualcosa di allegro, e appena entrò dentro, spero con tutto il cuore di uscirne viva.

Era impressionante come quel posto fosse cambiato in sole settantadue ore, adesso lo spazio era riempito da un divanetto e una piccola televisione, delle macchine mediche e un grande letto , con tanto di persona sopra.

Ashleigh sgranò gli occhi, realizzando che quella persona fosse proprio Ray Hood.

Dana stava accanto a lui su una sedia, mentre Jacqueline, in piedi, si era girata a fissarla.

Ashleigh indietreggiò spaventata.

'Sono tornata indietro quella sera, stava morendo dissanguato' le disse Jacqueline.

Ashleigh capì ,da sola, che stesse parlando dello stesso ragazzo che aveva puntato una pistola a lei e aveva rapito il suo migliore amico.

Si arrabbiò improvvisamente, perché lui merita di morire, non aveva nessuna ragione per essere salvato, dopo aver puntato una pistola a due innocenti.

In questo era proprio uguale alla madre, per alcune cose, non aveva un cuore.

'Quasi mi uccide e tu lo salvi?' urlò Ashleigh.

Jacqueline abbassò lo sguardo, ma la reazione se l'aspettava, di certo sarebbe stato meno probabile che si fosse messa a saltare dalla felicità.

' E' fuori pericolo, adesso sta dormendo, ma è ancora debole. Quando starà meglio andremo via'

Ashleigh proprio non capiva e iniziò a pensare che tra un momento e l'altro, si sarebbe messa ad urlare per frustrazione.

Jacqueline era pronta per spiegarle tutto, si chiese se ne valesse la pena darle una spiegazione, perché ,secondo Jacqueline, quelli come Ashleigh non hanno la vaga idea di cosa sia la gratitudine.

'Hai presente quando qualcuno ti fa un favore? Ma non sai quando potrai ricambiare?'

Ashleigh annuì, evidentemente Jacqueline si stava divertendo a farla impazzire.

 

'Quando quella sera sei arrivata con Tris, a casa di Connor, per me è stato fatale'

Ashleigh ricordò il viso deluso di Jacqueline, ma non aveva mai pensato che potesse averle fatto davvero male. Lei, ma soprattuto Tristan, era  stata incosciente, non avrebbe dovuto accettare l'invito, senza neanche conoscerlo.

'Quella notte, sono andata a bere'

Più Jacqueline continuava, più l'ansia le saliva. Era sempre la solita, faceva delle cose e non si preoccupava delle conseguenze, aveva accettato di andare da Connor, si era comportata da migliore amica di Tristan, senza badare al fatto che magari, qualcuno potesse soffrirne.

Anche il bacio con Connor,stava per morire, ma non aveva pensato a cosa avesse potuto portare se fossero sopravvissuti. Purtroppo, guardando com'erano finite le cose, a niente di buono.

'Ho bevuto tanto, e sono quasi finita sotto una macchina. Ma Ray mi ha salvata'

Ashleigh sembrò disgustata dalle ultime parole, un ossimoro per lei, come "dolce demonio" due parole incompatibili tra di loro, eppure usate con fierezza.

"Ray mi ha salvata"

Come può un mostro salvare la vita ad una persona?

'So che non gli perdonerai quello che ti ha fatto. Nemmeno io gliel'ho perdonato. Ma glielo devo'

Ashleigh avrebbe voluto urlarle che le persone era meglio lasciarle sole nel proprio dolore, che le persone non si salvano a vicenda, si salvano da sole. Ma non lo fece, perché si rese conto  doveva un favore a Jacqueline, visto che quella notte aveva fermato Ray , permettendo così ai suoi amici di scappare.

"Lui non ha reagito perché non voleva farle male"

Ashleigh sorrise a quel pensiero, adesso riusciva a capire perché avesse fatto finta di sopportare le botte, perché aveva permesso a Jacqueline e gli altri di scappare.

'Lui ti ha perdonata per quello che hai fatto?' le chiese Ashleigh senza pensarci.

Jacqueline ,infatti, era abbastanza sorpresa. ' beh… lui non sa che l'ho salvato io. Quando sta per svegliarsi, vado via'

La voce di Jacqueline sembrava impaurita e non poteva biasimarla.

Ashleigh annuì, fece per andarsene ma una voce la bloccò.

'E' tutto quello che mi rimane'

Ashleigh guardò la signora Peterson che era rimasta in silenzio.

' A volte per i figli, si fanno pazzie'

Ashleigh rimase colpita, perché con quella frase la signora voleva scusarsi con lei, per appoggiare un assassino. Ma con quella stessa frase, stava cercando di dire che era suo figlio, sangue o no, per lui avrebbe fatto la qualsiasi.

Ashleigh annuì, contenta.

Perché almeno in questo stupido mondo, c'erano ancora delle madri pronte a tutto per i figli, c'erano madri che combattevano per i figli.

E poi c'era la sua, che però, non c'era.

'Adesso vattene, non ci voglio più avere a che fare con te. Dovevi solo sapere che lui era vivo' le disse Jacqueline brusca.

Ferita.

Era l'unico aggettivo per descrivere Jacqueline in quel momento.

'Da' loro questa'

Jacqueline le diede una lettera.

Ashleigh annuì, voltandole le spalle, andava bene così in fondo.

Jacqueline la odiava, e andava bene, era la ragazza di Tristan, la preferita di Connor, l'unica amica degli altri due, e  a causa di Ashleigh era passata in secondo piano.

Perché quando entrò in macchina, capì che ce l'aveva fatta.

Era sopravvissuta.


 



Guess who is back!
Non ci posso credere che finalmente ho aggiornato.Questo capitolo
mi piace molto, anche se è piccolo e leggermente scollegato dal resto della storia.Volevo
che si fosse un posto per Jacqueline nella storia, anche se adesso non si vedrà per un po'. Lo so che non recensisce nessuno, ma voglio continuare comunque la storia.
#loveyall
Mia
p.s
 ho pubblicato una storia su wattpad (5sos) si chiama Psycho. 
E' soprannaturale, anche se apparentemente non sembra.
(forse la pubblico qui)


 

  
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