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Autore: Justice Gundam    27/12/2014    4 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 3 - Cerimonia nel caos
 
"Signore e signori... è con grande entusiasmo che vi annuncio che il grande torneo di Pokemon di Hoenn di quest'anno... è ufficialmente aperto!"
 
Un coro di applausi ed ovazioni accolse questa dichiarazione, e il Campione Adriano fece un profondo inchino alla folla riunita nel grande stadio di Iridopoli, mentre dalla sua posizione sul grande palco posto in mezzo all'arena, il giovane Campione faceva l'annuncio che tutti loro stavano aspettando. Era un momento di grande gioia per tutti... il momento in cui veniva dato inizio ad un evento che innumerevoli persone da tutto il mondo aspettavano con trepidazione!
 
Adriano si guardò attorno, ammirando lo spettacolo delle tribune che straripavano di colori e voci entusiaste! Fan di Pokemon di tutte le età e le provenienze, di ogni razza, colore e credo, erano riuniti lassù, e sventolavano festoni, striscioni colorati, bandiere e ogni altro tipo di decorazioni per fare il tifo per i loro beniamini. Accanto a lui, si trovavano i Superquattro di Hoenn, i quattro allenatori ufficialmente riconosciuti come i più forti della regione dopo Adriano: il primo di loro, Fosco, un esperto di Pokemon di tipo Buio, era un giovanotto quasi completamente calvo, tranne per un ciuffo di capelli violetti sulla fronte, vestito di una giacca nera sopra una camicia di colore neutro, pantaloni lunghi violetti e scarpe nere, e con un piccolo orologio dorato al polso sinistro, che lo faceva sembrare in qualche modo più acuto e al passo coi tempi. L'espressione sul suo volto era arguta e vagamente sinistra, con acuti occhi violetti e un ghigno sicuro quasi sempre stampato su di esso. 
 
Accanto a lui, una graziosa ragazza sui diciannove anni, bassa ma dal fisico atletico, con la pelle scura e i capelli
castani scuri tagliati corti, decorati con dei grandi fiori dai petali rosa sui lati della testa, stava salutando vivacemente la folla. Ester, la più giovane dei Superquattro di Hoenn, specializzata in Pokemon Spettro, era vestita in maniera abbastanza negletta, con soltanto un costume azzurro a due pezzi e un lungo pareo dello stesso colore, decorato con motivi floreali bianchi. Era a piedi nudi, e portava dei braccialetti rosa alle caviglie.
 
Per contro, il terzo membro dei Superquattro dava l'impressione di essere una signora molto di classe e controllata: Frida, una donna di circa quarant'anni vestita di un elegante abito color lavanda che scendeva fino alle caviglie, un paio di scarpe bianche dal tacco alto, e un paio di guanti di seta bianchi orlati di graziosi merletti, stava inchinandosi formalmente alla folla che continuava ad applaudire ed esultare. I suoi capelli biondi erano tenuti raccolti dietro la testa in alcuni bigodini, e i suoi occhi azzurri davano l'impressione di calma glaciale, come del resto si addiceva ad una esperta di Pokemon Ghiaccio.
 
Infine, l'ultimo dei Superquattro, Drake, allenatore di Pokemon Drago, era un uomo dall'aspetto di un vecchio e saggio lupo di mare, con una lunga e un po' consunta divisa nera da capitano, tenuta aperta sul davanti in modo da mostrare il torace che, nonostante l'età, era ancora abbastanza muscoloso e robusto un paio di pantaloni blu, tenuti fermi da una cintura di cuoio nero, e un paio di scarponi neri, oltre che un berretto da marinaio bianco con il frontino nero, decorato con una piccola Pokeball dorata sulla fronte. A completare il suo aspetto, aveva due folti mustacchi grigi. Dava sicuramente l'impressione di essere stato un uomo forte e robusto, e anche nella sua età non più giovane, non aveva perso molto di quello che era una volta.
 
Adriano diede un'occhiata orgogliosa ai suoi quattro compagni, poi si schiarì la voce e cominciò a parlare nel microfono, indirizzando tutti gli spettatori. "Signore e signori... amici e amiche fan dei Pokemon... è per me un grande onore e un privilegio essere qui in questo momento! Immagino che molti di voi mi conoscano a questo punto... ma per chi non mi conoscesse, è il caso che io mi presenti! Il mio nome è Adriano, e ho l'onore di essere il Campione di questa prestigiosa Lega Pokemon! Con me, i Superquattro di questa regione... Fosco, Ester, Frida e Drake, tutte persone che sono fiero di chiamare amici e colleghi!"
 
Gli applausi del pubblico ripresero subito, mentre ognuno dei Superquattro si presentava: Fosco ghignò e fece il segno dell'okay alla folla. Ester continuò a salutare con entrambe le mani, scattando da una parte all'altra del palco come una bambina contenta. Frida si limitò a fare un altro inchino, mentre Drake si alzava il frontino del berretto e sorrideva cordialmente...
 
 
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In mezzo alla folla, tuttavia, c'erano due persone che non stavano applaudendo con la stessa partecipazione del resto degli spettatori... Confusi in mezzo alla moltitudine, Astro ed Eclisse stavano tenendo d'occhio il palcoscenico, come se aspettassero che qualcuno ci salisse per entrare in azione.
 
"Li hai visti quelli, Astro?" chiese Eclisse al suo compagno, indicando Adriano e i Superquattro con lo sguardo. "Quelli sono il campione Adriano... e i Superquattro di Hoenn. E questo complica non poco la nostra missione, spero che tu ne sia al corrente." 
 
"Lo so, Eclisse..." rispose il ragazzo. "Anche il meno forte di quei cinque è comunque un allenatore al di sopra delle nostre possibilità. Se vogliamo completare il nostro compito, dobbiamo essere veloci e decisi. Comunque, il bersaglio non c'è ancora, quindi approfittiamone per prepararci."
 
"Secondo le nostre fonti, dovrebbe essere qui a momenti." continuò la giovane donna. "Tieniti pronto... i nostri compagni entreranno in azione non appena daremo loro il segnale."
 
Astro annuì silenziosamente, tenendo nervosamente tra le mani un piccolo congegno e avvicinando il pollice ad un tasto verde posto su una delle sue facce...
 
 
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D'altro canto, in tutt'altra parte della gradinata, Vera e Max stavano partecipando all'entusiasmo generale, e anche Hitomi, in maniera un po' più trattenuta, stava applaudendo davanti alla presentazione dei Superquattro. La gioia e il tifo che la circondavano erano tali che anche lei non riusciva a non farsene contagiare.
 
"Certo che Adriano sa fare davvero una bella introduzione!" affermò Vera, continuando a battere le mani. "Ho come l'impressione che il torneo di quest'anno sarà ancora più spettacolare del precedente!"
 
"Lo dici perchè parteciperemo anche noi, sorellina?" chiese astutamente Max, scambiandosi uno sguardo di intesa con Hitomi, che rispose con un lieve cenno della testa. "Comunque, tra non molto dovrebbe esserci la presentazione di Ortilla. E quella non me la volevo proprio perdere!"
 
"Nemmeno io. Certo non mi aspettavo di incontrare la nipote di Adriano così, semplicemente passeggiando per la strada e fermandoci a mangiare ramen ad un ristorantino!" rispose la ragazzina castana. Stava per aggiungere qualcosa, quando vide con la coda dell'occhio qualcuno che le si avvicinava con discrezione, con quel portamento e quella classe che lei ormai avrebbe saputo distinguere in mezzo a mille. "Oh... e invece, per qualche motivo, mi immaginavo che prima o poi ti avremmo incrociato qui attorno, Drew! Anzi, mi meraviglio che tu non ti sia fatto vedere prima!"
 
Max ed Hitomi, un po' sorpresi, si voltarono nella direzione da cui stava proveniendo il nuovo arrivato... e infatti, ecco arrivare l'ormai familiare ragazzino dai capelli verdi, tenendo in una mano una rosa rossa, con quella sua tipica espressione acuta, fascinosa e un po' strafottente che gli era propria. Si fece cortesemente strada fra le tribune, e Vera si scostò un po' in modo da fargli spazio, mentre Drew salutava con un cenno della mano.
"Sì, è vero, avrei potuto farmi vedere prima. Ma sapete com'è, è più divertente se si lascia un po' di suspense!" affermò il ragazzo dai capelli verdi. "Ciao, Max. Ciao, Hitomi. E soprattutto, bentrovata a te, Vera! Si direbbe quasi che siamo legati dal nasstro rosso del destino, con tutte le volte che ci incontriamo per caso."
 
"Conoscendoti, ho quasi l'impressione che tu lo sappia già, che ci incontriamo nei posti più impensati." rispose Vera, che ormai stava imparando a rispondere a tono alle battute di Drew. "Sono comunque contenta di vederti, Drew. Come vanno le cose?"
 
"Non mi posso lamentare." rispose il giovanotto con tutta calma, guardando per un attimo verso Adriano e i Superquattro che stavano continuando il discorso di apertura. "E visto che al momento non ci sono gare in programma, e non avevo molto di meglio da fare... ho pensato che sarebbe stata una buona idea venire ad assistere al campionato. Se non altro... con questi due baldi giovani a partecipare, credo proprio che non ci sarà da annoiarsi."
 
Hitomi alzò le spalle. "Parlando per me, io non sono qui per dare spettacolo, ma per cercare di arrivare il più lontano possibile." affermò. "Non presumo di parlare anche per Max, ma immagino che sia la stessa cosa per lui."
 
"Voglio far vedere a mia sorella e ai nostri genitori che sono sulla buona strada per diventare un allenatore degno di questo nome." rispose Max. "Se poi tu ti diverti ad assistere, la cosa non mi fa nè caldo nè freddo."
 
Drew alzò le spalle con un sorriso tranquillo, prendendo il sarcasmo dei due ragazzini con filosofia. "Come volete, ragazzi. Io, da parte mia, vi auguro di arrivare in finale. Oh, e ovviamente c'è un altro motivo per cui ho voluto venire. Ho sentito dire che tra non molto Ortilla, la nipote del campione Adriano, farà il suo debutto nel mondo delle gare di Pokemon. Visto che si tratta di una potenziale rivale, ero curioso di vederla con i miei occhi."
 
"Non credo che dovrai attendere ancora a lungo. Infatti... mi sembra che Adriano stia per presentarla!" Vera indicò il palcoscenico, dove i Superquattro si stavano disponendo su due lati, formando una specie di sentierino lungo il quale sarebbe passato qualcuno, e Adriano si era voltato leggermente verso il retro per presentare la persona che sarebbe arrivata a breve...
 
 
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"Ed ora, signore e signori... permettetemi di prendere un momento per un annuncio che, per quanto strettamente personale, è per me di grande significato." disse Adriano, guardando la folla che si stava quietando un po'. "Solo alcuni giorni fa, la mia nipotina Ortilla ha compiuto i fatidici dieci anni, l'età a cui i ragazzi di solito partono per il loro viaggio... e anche lei, come molti allenatori di Hoenn, ha scelto di percorrere la strada della coordinatrice di Pokemon! Oggi, di fronte a questo caloroso pubblico, vorrei darvi la notizia che Ortilla è ufficialmente diventata una coordinatrice di Pokemon! Quindi... un caloroso applauso per lei, che in questo torneo mi farà da aiutante, prima di partire per il suo viaggio!"
 
Il pubblico, Vera, Max, Drew ed Hitomi compresi, ripresero ad applaudire... e i Superquattro si unirono ai festeggiamenti nel momento in cui, da dietro le quinte, entrò sul palcoscenico una graziosa bambina dai capelli verdi acquamarina, assolutamente uguali come colore a quelli del giovane Campione, vestita di un grazioso e sgargiante abito da scena pieno di lustrini azzurri, con degli scaldamuscoli ricoperti di lana bianca sulle braccia e sulle caviglie, accompagnata da una bellissima Altaria! Ortilla, per niente innervosita dalla folla apparentemente infinita che ora era completamente concentrata su di lei, guardò verso i Superquattro, ognuno dei quali le fece un cenno di assenso e la invitò a farsi avanti. Poi, lei ed Alty, tenendo le braccia alzate, si misero a fianco di Adriano e si inchinarono vivacemente, ringraziando il pubblico della loro calorosa accoglienza!
 
"Okay, tesoro, è il tuo momento!" affermò Adriano, accarezzando scherzosamente i capelli della nipotina, prima di passarle il microfono. "So che sarai un po' nervosa perchè è la prima volta che parli davanti a tutta questa gente, ma sono sicuro che ce la puoi fare!"
 
"Grazie, zio... ne sono sicura anch'io!" rispose Ortilla, accettando il microfono dalle mani del famoso zio. Si schiarì la voce, e guardò al proprio lato, dove Alty si stava a sua volta preparando per la presentazione. "Okay, è il momento! Ti senti pronta, Alty?"
 
"Altariiiiia!" esclamò la graziosa Pokemon Drago/Volante. Soddisfatta del fatto che la sua Pokemon fosse altrettanto sicura di quello che stava per fare, Ortilla regolò il microfono, prese fiato e cominciò a parlare al pubblico, che non sembrava aspettare altro che lei!
 
"Buongiorno a tutti, gentili spettatori della Lega di Hoenn!" esclamò Ortilla, alzando una mano in un gesto di gioia ed estroversione. Alty prese il volo, tenendosi in sospensione ad appena un metro da terra per dare enfasi al discorso della sua allenatrice. "Sono molto contenta di essere qui, in questo momento davvero speciale ed unico, per dare una mano a mio zio nel presentare il grande torneo di Hoenn! Farò del mio meglio affinchè questa occasione sia indimenticabile per tutti... e aggiungo che non avrei potuto desiderare che il mio debutto nel mondo delle gare Pokemon avvenisse in maniera più spettacolare! Grazie mille per il vostro calore... e spero che come coordinatrice sarò convincente come e più che come cantante idol!"
 
"Yu-huuuuu! Vai, Ortilla, sei tutti noi!"
 
"Sei la migliore!"
 
"Farai strage di cuori, piccola!"
 
Ortilla guardò verso il pubblico mentre questi cominciavano ad esultare e ad accogliere con gioia il suo annuncio. In quel momento, lei ed Alty non potevano desiderare di essere in un posto migliore. Era un momento di grande emozione per entrambe loro, mentre osservavano con gioia ed orgoglio il pubblico che le accoglieva a braccia aperte. Entusiaste per la partecipazione, e convinte di aver intravisto Vera e Max sugli spalti alla propria destra, Ortilla ed Alty si fecero avanti, piazzandosi davanti al palcoscenico e aprendo le braccia per salutare i loro fan...
 
E, in un secondo, il sogno si trasformò in incubo.
 
Accadde tutto così rapidamente che Ortilla e i campioni di Hoenn ebbero a malapena il tempo di rendersi conto di cosa stava succedendo. Un sibilo acuto riempì l'aria, e uno scoppio improvviso, come quello di un petardo o di un mortaretto, risuonò nelle orecchie di Ortilla, stordendola per un secondo! Prima che chiunque potesse fare una sola mossa, una nuvola di denso gas bianco-giallastro si sprigionò dalla piccola bomba che era caduta sul palcoscenico... e altre di quelle piccole bombe caddero attorno ai Superquattro e al Campione, sprigionando una nube sempre più ampia di quello strano fumo chiaro dall'odore pungente, che si diffuse rapidamente e investì Adriano e i Superquattro davanti agli occhi increduli e spaventati di Ortilla e del resto del pubblico!
 
"COSA?" esclamò Vera dagli spalti, mentre alcuni "spettatori" si alzavano di scatto, correvano verso la ringhiera e scendevano agilmente giù, calandosi nello stadio, e poi correndo a rotta di collo verso il palcoscenico! "Ma... ma che cosa...? CHe sta succedendo qui?"
 
"Non ne ho idea... ma quelli non hanno buone intenzioni!" esclamò Max. "Presto, dobbiamo inventarci qualcosa per... hey, Hitomi, dove stai andando?"
 
"Che domande, vado ad ostacolarli!" rispose la bambina dall'aspetto severo, prendendo una Pokeball e cercando di calarsi giù nell'arena attraversouna scalinata di emergenza. Altre persone, in mezzo al pubblico, si erano alzate e avevano messo mano alle loro Pokeball per intervenire... ma altrettante si erano alzate a loro volta e avevano mandato i loro Pokemon in modo che gli assalitori lavorassero senza disturbi!
 
Sul palcoscenico, prima ancora di aver potuto prendere le loro Pokeball, i Superquattro, Adriano, Ortilla ed Alty stavano subendo gli effetti di quello strano composto chimico - evidentemente un gas soporifero, dal momento che gli interessati si sentirono immediatamente stanchi ed assonnati, e le loro gambe si fecero deboli all'improvviso! Anche mettersi le mani davanti alla bocca servì a poco, visto che qualche spiffero di gas penetrava ugualmente nelle vie aeree... e in un attimo, Frida per prima scivolò a terra addormentata, senza neanche avere avuto il tempo di dire nulla!
 
"Ugh... p-presto... cercate di mandare i vostri... Pokemon..." mormorò Fosco, scivolando poi a terra e cominciando a russare. Drake ed Ester seguirono a ruota, pur cercando disperatamente di uscire da quella nube densa che toglieva loro la visuale! Adriano ed Ortilla erano ancorra svegli, ma era chiaro che non ne avrebbero avuto per molto, e ormai i loro movimenti erano così scoordinati che facevano fatica a raggiungere le loro Pokeball... esattamente quello su cui contavano gli assalitori! Ormai, un gruppetto di sei-sette persone era sceso nell'arena, mentre i loro colleghi tenevano occupati coloro che cercavano di intervenire... ma Vera, Max, Drew ed Hitomi erano riusciti a sfuggire ai nemici e a scendere a loo volta nell'arena tramite degli scalini di emergenza. Senza perdere tempo, ognuno di loro mandò in campo uno dei suoi Pokemon - Vera fece uscire la sua Beautifly, Max il suo Swampert, Hitomi il suo Sceptile... e infine Drew mandò il suo Absol, uno stupendo esemplare dal manto candido e morbido, e dalla linea slanciata!
 
"Presto, dobbiamo raggiungere il palco!" esclamò Max. "Non so cosa vogliano fare quelli... ma dobbiamo fermarli il prima possibile!"
 
"Swampert!" esclamò lo Swampert del ragazzino, indicando un punto al proprio lato dal quale stavano per provenire altri grattacapi. Si sentì un lieve sibilo, e una scarica elettrica sfrecciò verso lo Absol di Drew, che si preparò a scansare il colpo... ma non ne ebbe bisogno, quando il Pokemon Acqua/Terra di Max si mise davanti a lui e intercettò l'attacco, che si disperse senza fare danni sul suo corpo possente!
 
"Attenti, ragazzi! Ho come l'impressione che prima dovremo vedercela con questi..." esclamò Vera, voltandosi nella direzione da cui era provenuto l'attacco. Due Pokemon, un Electabuzz dalla pelliccia ancora crepitante di energia, e un Magmar ricoperto di guizzanti fiamme rosse, si erano schierati davanti a loro, cercando di impedire loro di andare a salvare Ortilla... accompagnati da due individui che Vera e Max erano convinti di aver già visto non tanto tempo prima...
 
"Mi dispiace, ragazzi... ma non possiamo permettervi di interferire nei nostri piani. C'è troppo in gioco." disse Eclisse, piazzandosi a fianco del suo Electabuzz, mentre Astro annuiva silenziosamente e si schierava con il suo Magmar. Lo stadio era immerso nella confusione più totale, tra grida di battaglia, Pokemon che si scambiavano un attacco dietro l'altro, e persone che scappavano, scendevano nel campo, o si davano a scene di panico... "Se volete impedirci di mettere le mani sulla Collanasmeraldo, dovrete prima vedervela con noi!"
 
"Collanasmeraldo? Non so neanche di cosa state parlando!" esclamò Max, convinto di riconoscere in quei due i "turisti" che lui e Vera avevano incrociato il giorno prima. "Che cosa sta succedendo? Chi siete voi? E cosa state cercando di fare?"
 
"E' meglio che non vi immischiate nei nostri affari, ragazzini!" rispose Astro, mentre osservava i Pokemon di Vera e dei suoi amici che si schieravano davanti ai loro, pronti a combattere. Gli avversari erano in superiorità numerica, ma con un po' di fortuna e di abilità, questa non sarebbe valsa niente... "E' una cosa che non vi riguarda! Voi del continente di Hoenn non potreste mai capire, in ogni caso!"
 
"Hmph... senza sprecare tanto tempo in discorsi, vi dico che è meglio se ci lasciate fare!" continuò Eclisse. "Voi continuate a godervi la vostra vita."
 
"Spiacente, ma io non sono tipo da restare zitto quando qualcuno viene minacciato davanti a me." rispose argutamente Drew, il cui Absol si teneva pronto a partire all'attacco. "Adesso, Absol! Attacca Electabuzz con Psicotaglio!"
 
"Hmph... come volete!" rispose Eclisse. "Electabuzz, rispondi con Fulmine!"
 
"Sol!" esclamò Absol con voce acuta, eseguendo un fendente con la "lama" nera che gli spuntava dalla testa, e scagliando contro Electabuzz un proiettile di energia psichica a forma di falce di luna, che Electabuzz contrastò caricandosi per una frazione di secondo, e sprigionando una potente scarica elettrica. I due attacchi si scontrarono a mezz'aria, annullandosi a vicenda in una spettacolare esplosione di luci e colori!
 
"Magmar, attacca Beautifly e Sceptile con Lanciafiamme!" esclamò Astro, e il suo Magmar prese fiato e soffiò una lunga fiammata contro i due Pokemon in questione, che però si difesero con efficacia: Vera fece un cenno alla sua Beautifly, che usò un attacco Protezione per circondarsi di un campo di energia semitrasparente sul quale la fiammata scivolò senza fare danni, mentre Sceptile si gettò di lato con prontezza, evitando il grosso della fiammata, ma restando comunque scottato su un braccio. La lucertola bipede scrollò il braccio colpito, ignorando il dolore, e rispose scagliando una Energipalla, un proiettile di energia verde che centrò Magmar in pieno petto, facendolo indietreggiare di due passi! Lo Swampert di Max eseguì un attacco Fossa, scavando in direzione dello Electabuzz di Eclisse ed emergendo sotto di esso... ma quest'ultimo, evidentemente abituato a scontri come quello, saltò indietro appena in tempo per evitare di essere travolto dall'impeto dell'attacco. Atterrò agilmente un po' più in là, mentre Absol e Swampert si paravano davanti a lui...
 
"Astro, non possiamo perdere tempo! Sbarazziamoci di questi marmocchi qui e adesso!" esclamò Eclisse. "Dobbiamo far usare ai nostri Pokemon i loro colpi migliori!"
 
"E' quello che stavo pensando..." rispose Astro, gettando un'occhiata alla confusione che regnava sul palcoscenico. Senza che Adriano e i Superquattro, ormai piombati nel mondo dei sogni, potessero ostacolarli, diverse reclute dell'organizzazione criminale a cui Astro ed Eclisse appartenevano avevano raggiunto Ortilla e la sua Altaria, anche loro cadute sotto l'effetto del gas soporifero... e le stavano trascinando via di peso, mentre un forte rumore di motori cominciava a diffondersi nell'aria, facendo vibrare leggermente le tribune! Stringendo i denti per l'improvviso dolore ai timpani, Vera alzò lo sguardo, vedendo che qualcosa stava cominciando ad oscurare il sole... una gigantesca macchina volante, che ricordava un'astronave di quelle che si vedono nei film di fantascienza di serie B, coperta di una corazza grigia dall'aspetto sterile. Nonostante le dimensioni, aveva un aspetto agile ed aerodinamico, e Vera si chiese chi al mondo avesse una tecnologia tale da creare una cosa simile... ma in quel momento, era più importante capire cosa stesse accadendo, e fermare quei due malfattori, prima che portassero via Ortilla!
 
"Attenti! Sembra che vogliano rapire quella ragazza..." cominciò a dire Drew, prima che Astro ed Eclisse richiamassero inaspettatamente i loro Pokemon, senza continuare lo scontro. Con un sorrisetto soddisfatto, Eclisse fece un passo di lato... e un attimo dopo, una colonna di luce verde scese dalla parte inferiore dell'astronave, avvolgendoli e facendo sbiadire rapidamente le loro figure... prima che i due scomparissero nel nulla sotto gli occhi di Vera e dei suoi compagni! Il resto dei criminali si avvicinò rapidamente, con due di loro che tenevano Ortilla, priva di sensi... e l'astronave si mosse per inghiottire anche loro in quello strano raggio di energia! D'istinto, Vera e i suoi compagni si mossero verso i nemici, per cercare di ostacolarli... ma il raggio passò sopra di loro, e i Pokemon che erano usciti dalle loro sfere ne vennero immediatamente richiamati all'interno, prima che Vera, Max, Drew ed Hitomi venissero a loro volta ricoperti da quella strana luce! Allarmati, cercarono di tirarsi fuori... ma a quel punto era troppo tardi, e finirono per cominciare a fluttuare senza peso nell'aria, diretti verso l'astronave!
 
"Ah! Ma che cosa... che ci sta succedendo?" esclamò Hitomi, cercando in qualche modo di sfuggire a quello strano raggio nuotando letteralmente nell'aria! Vera cercò di portare una mano fuori dalla luce, ma sentì uno strano torpore mentre la luminescenza ricopriva la sua pelle e i suoi vestiti, e riuscì appena a vedere i criminali che si avvicinavano, trasportando con sè Ortilla e la sua Altaria, prima di perdere i sensi, in mezzo al caos generale...
 
 
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"Sorellina! Hey, sorellina, come va? Svegliati!"
 
Vera non era del tutto sicura di cosa fosse successo, nè di quanto a lungo avesse dormito, ma la prima cosa di cui si rese conto al momento di riprendere conoscenza fu il freddo pavimento di metallo sul quale era distesa, e la voce di Max che la chiamava con apprensione. Con un pizzico di difficoltà, la bambina castana aprì gli occhi, e si guardò attorno, riuscendo a vedere che si trovava all'interno di una stanza dalle pareti metalliche, che sembrava essere una sorta di cabina di carico merci per un aereo da trasporto... solo che era completamente vuota, a parte dei pannelli luminosi attaccati alle pareti, che emettebano una strana luce verde che pulsava lentamente. La vista era un po' annebbiata, e Vera ci mise qualche secondo per riprendersi dalle vertigini e rimettersi seduta, riuscendo a distinguere le figure di Max, Drew ed Hitomi un attimo dopo.
 
"Sorellina! Meno male che stai bene..." esclamò Max, tirando un sospiro di sollievo.
 
"Sì... sono un po' rintronata, ma me la caverò." rispose Vera, notando le espressioni tese e preoccupate anche di Hitomi e Drew, che pure di solito non erano gente che si dava più di tanto pensiero per ciò che accadeva... "Ma... ma che è successo, dove siamo adesso? Ci hanno portati via, vero?"
 
"Sì... e non sappiamo neanche chi siano, in realtà..." affermò Drew, rimettendosi a posto i capelli. Per essere in una situazione così allarmante, il giovanotto dai capelli verdi stava mantenendo la calma in maniera ammirevole. "Ormai ci sarà il caos, là ad Iridopoli... e non ho neanche idea di quanto distanti siamo..."
 
"Ma che è successo? Come mai hanno attaccato all'inaugurazione?" chiese Hitomi, ancora spaesata. "E dov'è finita la nipote di Adriano? Ho visto che la stavano portando via..."
 
Drew scosse la testa. "Non so niente di tutto questo, mi dispiace. Anch'io mi sono svegliato soltanto adesso, e non so che cosa succeda..." affermò. "Però, di qualunque cosa si tratti... siamo intrappolati qui dentro, e non credo ci lasceranno uscire tanto facilmente. E per quanto riguarda Ortilla... è sicuramente da un'altra parte, ma non ho idea di dove possa essere..."
 
Vera si alzò in piedi e attese che le vertigini fossero passate, prima di dirigersi verso la porta blindata che li teneva chiusi in quella stanzina vuota e sterile. Diede una rapida occhiata al meccanismo, poi scosse la testa e tirò un sospiro rassegnato. "Mi sa di no... questa porta è blindata ed è chiusa con un meccanismo computerizzato." affermò. "Non credo che sia possibile forzarla... e del resto, non abbiamo neanche gli strumenti per farlo. Se non altro, possiamo chiamare i nostri Pokemon e fare in modo che siano loro a sfondare la serratura..."
 
La bambina castana tirò fuori la Pokeball del suo Blaziken, e cercò di far uscire il suo focoso starter... ma la Pokeball emise un suono acuto e restò inerte, con grande sorpresa di Vera! "Huh? Ma come... Blaziken, vieni! Abbiamo bisogno del tuo aiuto..." esclamò, cercando di attivare nuovamente la sfera. Ma ancora una volta, non accadde nulla: la sfera rimase del tutto inerte, e il potente Pokemon Fuoco/Lotta non apparve davanti alla giovane coordinatrice. Semplicemente, la Pokeball fece un suono acuto e venne percorsa da una lieve scarica elettrica che fece venire un brivido a Vera.
 
"E' inutile. Non so come, ma sembra che qualche meccanismo impedisca alle nostre Pokeball di attivarsi." affermò Hitomi, guardando impotente la sua sfera. Anche lei aveva cercato di far uscire di nuovo il suo Sceptile, senza successo. "Non ho idea di come questo sia possibile... ma non possiamo chiamare i nostri Pokemon."
Frustrata e nervosa, Vera diede un calcio alla porta, riuscendo solo a fare rumore. "Accidenti... allora non possiamo fare altro che restare qui, e aspettare che questa gente decida cosa fare di noi!" esclamò. In quel momento, la ragazzina sentì le orecchie che si otturavano leggermente, e capì che stavano volando ad una certa altitudine. "E dove ci stanno portando? Certo non hanno intenzione di fermarsi tanto vicino ad Hoenn!"
 
"Vorrei tanto saperlo anch'io, sorellina... non c'è neanche una finestra, da queste parti!" disse Max, guardando i muri con espressione frustrata. "Accidenti... di chiunque si tratti, hanno davvero fatto le cose come si deve... non sappiamo dove siamo, dove stiamo andando... e non possiamo nemmeno chiamare i nostri Pokemon per darci una mano!"
 
"Mi sa tanto che non possiamo fare altro che aspettare... per quanto la cosa mi dia fastidio." disse Vera, sedendosi con la schiena appogggiata ad un muro, e cercando di trattenere la rabbia e la paura. Di qualunque cosa si trattasse, era sicura che non le sarebbe piaciuto per niente, una volta che fossero arrivati a destinazione...
 
Drew cercò di fare un po' di coraggio a Vera, sedendosi accanto a lei e mettendole una mano sulla spalla... e la ragazzina, sentendosi un attimo più tranquilla, si voltò verso il ragazzo dai capelli verdi e annuì, rivolgendogli un piccolo sorriso...
 
 
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Nel frattempo, sul ponte principale della strana macchina volante, era in corso una comunicazione tra l'equipaggio e il misterioso individuo dall'occhio bionico con il quale Astro ed Eclisse avevano parlato soltanto il giorno prima. Sulla finestra di dialogo apparsa sullo schermo più grande del ponte di comando, si vedeva il comandante Sirius in piedi accanto ad una grande scrivania, in una stanza che ricordava l'ufficio di un importante uomo d'affari, ordinata in maniera ineccepibile, con pile di fogli accuratamente ordinati posti su un lato, un computer e una lampada sul lato opposto, e decorata con degli eleganti soprammobili, tra cui una miniatura di Entei che faceva da fermacarte, e un portapenne in legno duro finemente intagliato. I muri erano di un colore grigio piombo che risultava piuttosto opprimente, soprattutto se messo in contrasto con l'ordine quasi innaturale della stanza, e la luce soffusa proveniente dalla lampada riusciva a creare un'atmosfera di mistero e di tensione.
Seduto alla scrivania, si trovava un uomo di mezza età, alto e magro, che teneva lo sguardo fisso su Astro ed Eclisse, squadrandoli quasi minacciosamente - era un individuo vestito in maniera un po' inusuale, più che altro per il contrasto tra la sua immacolata camicia bianca con cravatta nera, e il pesante impermeabile di colore neutro che portava sopra di essa. Il resto del suo corpo, dal diaframma in giù, non era visibile, coperto com'era dalla scrivania. Aveva i capelli lunghi e neri, legati in una semplice coda dietro la testa grazie ad un paio di elastici di cuoio, e il suo volto era arcigno e feroce, grazie agli zigomi appuntiti e al naso aquilino che rendevano il suo sguardo ancora più incisivo. Nonostante non fosse molto vecchio - aveva probabilmente una cinquantina d'annni o giù di lì - il suo viso era già segnato da alcune rughe, che contribuivano a rendere il suo aspetto serio ed inflessibile. Se qualcuno avesse guardato bene nei suoi occhi neri, avrebbe visto che erano segnati da delle leggere occhiaie... e che in essi brillava una scintilla di follia e determinazione.
 
"Comandante Sirius... Comandante Solaris... siamo quasi arrivati alla base." disse Eclisse, inchinandosi assieme ad Astro davanti ai due comandanti della sua organizzazione. "La missione è riuscita. Siamo... siamo riusciti a catturare la nipote di Adriano e ad impadronirci della Collanasmeraldo, e saremo presto a destinazione..."
 
"Ma?" chiese con fare arcigno l'uomo seduto alla scrivania, facendo venire un brivido lungo la schiena delle reclute del Team Meteora con i suoi modi diretti e il suo tono che non ammetteva repliche. 
 
Astro deglutì, chiedendosi come facesse Solaris ad intuire sempre, in ogni situazione, che c'era qualcosa che non era andato come previsto... "Ecco... si è verificato un piccolo imprevisto durante le operazioni." affermò il ragazzo, dopo essersi schiarito la voce. "Siamo... siamo stati intercettati da quattro allenatori di Pokemon, che probabilmente facevano parte dei partecipanti o degli spettatori del campionato di Hoenn di quest'anno... Abbiamo sostenuto un breve scontro con loro, dopodichè abbiamo cercato di andarcene senza perdere tempo inutilmente... ma quei quattro allenatori sono stati a loro volta catturati dal raggio traente della nostra base viaggiante... e adesso sono nella cella di contenimento. Abbiamo attivato il sistema di neutralizzazione, in modo che non possano chiamare i loro Pokemon, e adesso... abbiamo bisogno di chiedervi cosa dovremmo fare di loro."
 
Sirius corrugò la fronte, e il suo occhio bionico sembrò stringersi minacciosamente, riducendosi ad un inquietante puntino di luce scarlatta. Poi, si voltò verso Solaris che, ancora seduto alla sua scrivania, si stava sfregando il mento con fare dubbioso. "Sapete di chi tratta?" chiese Solaris, dopo qualche attimo di riflessione. "Sapete chi sono questi allenatori?"
 
"Beh... abbiamo fatto qualche breve ricerca su di loro." disse Eclisse nervosamente. "Si tratta di Vera Maple, una coordinatrice di talento proveniente da Petalipoli, e figlia di un importante Capopalestra... Max, il fratello minore di Vera... un altro coordinatore di Pokemon di nome Drew, proveniente da LaRousse City... e un'allenatrice di Pokemon esordiente di nome Hitomi. Di più non sappiamo."
 
"Allora è chiaro quello che dobbiamo fare." disse Solaris, senza esitazione. "Vera e Max saranno utili come ostaggi, esattamente come Ortilla... ma gli altri due non ci servono a niente, e potrebbero anzi esserci dannosi. Eliminate Drew ed Hitomi. Non possiamo permetterci che degli elementi imprevisti mandino all'aria il nostro progetto."
 
"Va... va bene, comandante Solaris." rispose Eclisse, facendo un saluto militare, per quanto non fosse molto contenta dell'ordine. "Procederemo subito a..."
 
*CRRRRRAAAAAAASH!*
 
Eclisse quasi si morse la lingua quando uno schianto assordante fece tremare il ponte di comando della nave volante, facendo perdere l'equilibrio a lei, ad Astro, e a tutti gli altri membri del Team Meteora che erano lì riuniti! Gli strumenti di bordo iniziarono a lampeggiare sinistramente, e un segnale di allarme riecheggiò per tutto il ponte, mentre Sirius e Solaris assumevano un'espressione vagamente sorpresa. Con un'imprecazione soffocata, Eclisse si rimise in piedi e guardò verso gli addetti agli strumenti. "Hey! Ma che diavolo... cosa sta succedendo? Rapporto immediato! Abbiamo subito danni? Siamo sotto attacco?"
 
"Dama Eclisse, abbiamo dei grossi problemi!" esclamò una delle reclute, in piedi davanti ad uno schermo radar. "Siamo sotto attacco da parte di un Dragonite... un Aerodactyl... e un Gyarados! Stanno attaccando proprio la fiancata sulla quale si trova la cella di contenimento!"
 
"Cosa?" esclamò Astro, massaggiandosi la fronte sulla quale la caduta improvvisa aveva fatto apparire un grosso livido. "Ma come... come fanno a sapere che i prigionieri sono lì?"
 
"E' evidente che qualcuno li sta guidando, pezzo di stupido!" rispose severamente Eclisse, irritata dalla lentezza del suo collega. "Riflettici un attimo! Come farebbero dei Pokemon selvatici a sapere esattamente dove si trovano le celle?"
 
"E' sicuramente quella donna... quella donna e i suoi amichetti..." mormorò irritato Solaris, che sembrava aver già capito cosa stesse accadendo. "Dove si trova la cella della nipote di Adriano? E' da qualche parte lì vicino?"
 
"Temo... temo di sì, comandante Solaris!" disse Eclisse, dando una rapida occhiata alla pianta del grande veicolo volante. "Abbiamo messo Ortilla in una cella separata, in modo da minimizzare i rischi che i prigionieri si incontrassero... e potessero organizzarsi... ma se i nemici attaccano quella zona, allora riusciranno comunque a farla uscire!"
 
"Una squadra vada subito a contrastare gli assalitori!" esclamò Astro. "Presto, prima che sia troppo tardi!"
 
Sirius storse il naso. "Hmph... sembra che la parte finale del nostro piano sarà un po' più complicata del previsto..." mormorò, mentre sul ponte della macchina volante del Team Meteora, le reclute vestite di nero cominciavano già a correre freneticamente per fermare l'intrusione...
 
 
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Vera, Max, Drew ed Hitomi si ritrovarono completamente spiazzati ed increduli quando un enorme artiglio, sicuramente appartenente ad un Pokemon che stava volando all'esterno della macchina, iniziò a squarciare la parete d'acciaio della cella... e tutti e quattro si ritirarono dalla parte opposta quando il possente arto cominciò a strappare letteralmente via un pezzo di lamiera. Una ventata di aria gelida li colpì, e la parete si squarciò con uno stridio assordante, quando il Pokemon responsabile di quel rocambolesco salvataggio si rivelò - un Dragonite, un Pokemon simile ad un grande drago ricoperto di fini squame arancioni, con corte braccia armate di piccoli artigli triangolari, un paio di ali membranose che sembravano troppo piccole per tenerlo in volo, e ciò nonostante ci riuscivano perfettamente, robuste zampe posteriori anch'esse artigliate, una lunga coda, e un muso tondeggiante dall'espressione dolce e pacifica, con due grandi occhi color nocciola, due lunghe antenne poste sopra la testa, e un piccolo corno che spuntava dalla testa. 
 
C'era qualcuno che stava cavalcando il possente drago... una giovane donna che doveva avere da poco superato i vent'anni di età, con i capelli mossi e lunghi fino alle spalle, di uno strano colore cangiante: erano rosso fuscia alle radici, ma man mano passavano attraverso varie gradazioni di viola fino a diventare blu sulle punte. Indossava un elegante corpetto blu dalle orlature rosse, sopra una tuta intera aderente di colore nero e un paio di stivaletti dello stesso colore, e mostrava un'espressione dura e determinata, accentuata dai suoi penetranti occhi viola!
 
Assieme a Dragonite e alla sua cavallerizza, si trovavano altri due Pokemon dall'aspetto feroce e battagliero - un Gyarados, un serpente marino ricoperto di squame azzurre dal ventre giallo sbiadito, il dorso armato di creste bianche affilate come rasoi, e il muso feroce perennemente contorto in un'espressione di aggressività, due lunghe vibrisse che spuntavano ai lati della mascella inferiore, e gli occhi dall'iride rossa che gurdavano ferocemente la nave volante. 
 
Sul suo dorso, era assicurata una ragazza di circa diciotto anni che indossava un completo dall'aspetto alquanto inusuale: una sorta di hakama da aikido di colore grigio, con il simbolo dello Yin e dello Yang disegnato su entrambi i fianchi, tenuta legata in vita da una cintura nera, ampi pantaloni neri e scarpe nere in foggia cinese. Aveva lunghi capelli neri, legati in una folta coda di cavallo che si agitava convulsamente nel vento, e dava l'impressione di una persona affidabile e dall'animo gentile, anche da quella distanza... 
 
Infine, a fianco del Gyarados, volava un possente Aerodactyl, una sorta di mostruoso rettile alato preistorico con grosse ali viola membranose, un corpo grigio dall'epidermide di pietra, e la testa particolarmente grande, con una enorme mascella piena di zanne che ricordava una sega, un paio di piccole corna e grandi occhi triangolari. Aveva tre dita artigliate su ciascuna ala, mentre le zampe avevano solo due dita e possedeva anche una lunga e robusta coda con la punta a forma di freccia. 
 
A cavallo del rettile alato preistorico si trovava un ragazzo, della stessa età - più o meno - della cavalcatrice di Gyarados, i cui capelli viola, con un grosso ciuffo sulla fronte, si intonavano perfettamente con la giacca dello stesso colore che indossava, sopra un corpetto di cuoio nero. Portava inoltre un paio di pantaloni lunghi di colore viola più scuro, e stivali neri dalla suola alta. Portava al collo un medaglione argentato di forma tondeggiante, e aveva effettivamente un aspetto un po' effeminato... ma la cosa che diede più sollievo a Vera e ai suoi compagni fu vedere che Ortilla era a sua volta in groppa al rettile alato, e si teneva stretta al ragazzo dai capelli viola, cercando di non guardare giù! La sua Altaria volava accanto a lei, cercando di tenere il passo dei tre Pokemon più grandi...
 
"Ortilla!" esclamò Vera, sollevata. "Meno male, Ortilla è salva! Ma... ma voi chi siete? E... come avete fatto?"
 
"Vera, Max!" si sentì la vocetta vivace di Ortilla quando la nipote di Adriano alzò lo sguardo. "Ragazzi, ci siete anche voi! Non sapete quanto sia contenta di vedervi!"
 
"Vi spiegheremo tutto dopo. Dragonite, getta via quella roba! Andiamo a prendere gli altri ostaggi!" ordinò la donna che cavalcava Dragonite. Con un rapido gesto del braccio, Dragonite gettò via il lastrone d'acciaio che aveva appena strappato... e la giovane donna dai capelli bicolore che lo stava cavalcando annuì in direzione di Vera e dei suoi compagni, che la stavano guardando con assoluto stupore: ora che potevano vedere all'esterno, si rendevano conto di essere a centinaia di metri d'altezza, in mezzo alle nuvole! 
 
"Ma insomma... Qualcuno mi spiega che diamine sta succedendo?" esclamò Vera, piazzandosi davanti a Max ed Hitomi con fare protettivo.
 
La donna a cavallo del Dragonite si avvicinò, e sia lei che la sua cavalcatura fecero cenno a Vera e agli altri di seguirli. "Vi spiegheremo tutto più tardi, amici. Mi basti dire che se il Team Meteora vi vuole morti, allora ci si può fidare di voi!" esclamò la donna. "Il mio nome è Saphira... e con me ci sono i miei due compagni, Cain e Vittoria! Presto, ragazzi, se volete sopravvivere, dovete venire con noi!"
 
"Drag!" grugnì Dragonite, facendo un cenno con la zampa, mentre anche Aerodactyl e Gyarados si avvicinavano, cercando di fare scudo al gruppo di Vera dalle correnti d'aria gelida che li percuotevano!
 
"Beh, ragazzi, non so voi... ma io non sono il tipo di persona che guarda in bocca ad un Rapidash donato!" ironizzò Drew, avvicinandosi allo Aerodactyl cavalcato da Cain, il ragazzo dai capelli viola. "E va bene, io vengo con voi! Ma dovrete darci della spiegazioni, non appena saremo al sicuro!"
 
Cain strizzò un occhio e fece il segno dell'okay, facendo cenno a Drew di sedersi dietro di lui sulla groppa di Aerodactyl. "Questo è poco ma sicuro, ragazzo mio! Tranquilli, faremo in modo di spiegarvi tutto per filo e per segno! E mettere i bastoni tra le ruote al Team Meteora è quanto di meglio noi possiamo chiedere!" affermò.
 
"Team Meteora? E' così che si chiamano questi individui?" chiese Max, mentre assieme ad Hitomi si piazzava sulla groppa di Gyarados con l'aiuto di Vittoria, la ragazza vestita in hakama e pantaloni. La ragazzina più piccola fece in modo di mettersi bene prima di fare cenno che era tutto a posto, e Gyarados grugnì in segno affermativo prima di cominciare a librarsi in volo.
 
"Sì... sono l'organizzazione criminale che opera nel nostro continente!" spiegò Vittoria, mentre con sollievo vedeva che anche Vera era salita sulla groppa del Dragonite di Saphira, e che il dragone alato stava a sua volta staccandosi dalla macchina volante del Team Meteora. "E adesso stanno ideando qualcosa di folle..."
 
"Aspettate un momento! E... e io come c'entro, in tutto questo?" esclamò Ortilla, cercando di fare spazio a Drew. "Che cosa ho io che gli serve, a quei criminali?"
 
"Questo non lo sappiamo..." affermò Saphira, alzando la voce nel momento in cui i tre Pokemon volanti si staccavano dall'astronave e cominciavano a scendere verso terra, prima che il Team Meteora potesse fermarli. "Ma sicuramente, ormai ci siete dentro fino al collo! Vi chiediamo solo di fidarvi di noi! In questo momento, noi siamo gli unici ad avere una possibilità di aiutarvi!"
 
"Va... va bene!" affermò Vera, cercando di tenersi calma, e guardandosi dietro per vedere l'enorme macchina volante che, danneggiata, virava alla propria sinistra... Un colpo di vento gelido la fece rabbrividire, e la giovane coordinatrice si afferrò stretta a Saphira per evitare di essere sbalzata via...
 
 
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Il suono dei loro passi era tutto ciò che accompagnava Heather e il suo Bagon, mentre avanzavano lentamente e con prudenza lungo il tunnel della metropolitana in disuso. A parte qualche sparuto Zubat di tanto in tanto, la ragazzina e il suo Pokemon Drago non avevano incontrato nessun ostacolo, ed erano riusciti, almeno per il momento, a sfuggire al personale dell'orfanotrofio, che sicuramente a quel punto stava loro con il fiato sul collo... Una luce sulla distanza fece loro capire che ormai si stavano avvicinando ad una nuova stazione, e i due si affrettarono verso di essa, sperando che non ci fosse qualche trappola...
 
Per fortuna, la stazione sembrava completamente vuota ed abbandonata, esattamente come quella nella quale si erano rifugiati poco tempo prima. L'unica cosa fuori posto era un vagone abbandonato, rimasto sui binari da molto tempo, e ormai in completo sfacelo: le lamiere erano coperte di ruggine, e i vetri erano tutti sfondati, disseminando il terreno di schegge taglienti... e anche qui, l'unica illuminazione era data da lampade alogene mezze rotte, che immergevano la stazione in una cupa penombra intervallata da lampi...
 
Rabbrividendo un po', la bambina dai capelli fucsia e il suo draghetto raggiunsero le passerelle e salirono su di esse, cercando di raggiungere l'uscita e sperando di essere al sicuro, almeno temporaneamente... ma per un attimo, temettero che queste speranze si sarebbero rivelate vane quando il suono di passi incerti risuonò sulla piattaforma di attesa ormai coperta di polvere e detriti. Con i nervi immediatamente tesi come corde di violino, Heather e il suo Bagon si piazzarono a fianco dell'ingresso da cui il suono proveniva, e il draghetto, con un cenno della testa, si preparò ad attaccare nel momento in cui l'intruso si fosse fatto vedere...
 
"Accidenti... sono stati più veloci di quanto pensassi!" mormorò Heather. "Non mi avranno, quei maledetti! Preferisco morire piuttosto che tornare in quel posto orribile! Bagon, preparati... se è uno dei tirapiedi del dottore, gli saltiamo addosso!"
 
"Gon bagon!" esclamò il Pokemon Drago, corrugando ferocemente la fronte. Il rumore di passi si fermò, con grande sorpresa di Heather e del suo Pokemon... e prima che la bambina dai capelli rosati potesse affacciarsi per vedere cosa stesse accadendo, una voce femminile timida ed insicura raggiunse le sue orecchie. 
 
"Heather?" chiese la persona che si stava avvicinando. "Heather, sei tu? Sei... sei qui, per caso?"
 
Heather sgranò gli occhi, meravigliata e quasi non osando sperare che fosse vero... poi, sorrise sollevata e guardò verso il suo Bagon, che fece un cenno affermativo con la testa. "Sì... sì, sono qui!" esclamò poi, affacciandosi sulla rampa di scale e finalmente vedendo la persona che si stava avvicinando: si trattava di una bambina di un paio d'anni più grande di Heather, ma dall'aria molto più timida e fragile, con i capelli color lavanda legati in una lunga treccia dietro la schiena, che indossava una sorta di uniforme scolastica, composta da maglietta a maniche corte e gonnellino, di colore verde chiaro sopra una camicetta bianca, con graziose scarpette rosa dai lacci bianchi, e calze bianche alte fin sopra il ginocchio. Quando vide Heather, il suo viso dall'aria triste si illuminò, e la bambina dai capelli lavanda corse giù per le scale e raggiunse la sua amichetta, che la stava aspettando a braccia aperte! "Shelly! Shelly, che bello rivederti! Ma... ma cosa ci fai qui? Non dirmi che eri venuta a cercarmi!"
 
"Heather!" esclamò Shelly, abbracciando Heather con entusiasmo, e facendole quasi perdere l'equilibrio! "Heather, amica mia, non sai quanto fossi... quanto fossi in pena per te... Io e... gli altri ragazzi... stavamo cercando di... di organizzare una spedizione per venirti a riprendere... ma io ho avuto un presentimento e..."
 
"O-Okay! Okay, Shelly, stai calma! Prendi fiato e organizzati il discorso!" esclamò la bambina dai capelli fucsia, vedendo che la sua amica stava cominciando a iperventilarsi. Immediatamente, Shelly prese fiato e sorrise, con le lacrime agli occhi per la gioia di rivedere Heather sana e salva. "Ecco, così va meglio... ma non piangere, okay? Adesso sono qui, e non ho più intenzione di andarmene. Tranquilla, Shelly, sono qui, non è uno scherzo!"
 
"S-Scusa, Heather... avevo paura... di non vederti più..." mormorò timidamente Shelly. "E... e tu lo sai che ho sempre una gran paura di perdere i miei amici... Ma adess tu stai... stai bene, vero, Heather? Non ti ha fatto del male, quel perfido dottor Connal?"
 
Heather prese fiato per un attimo, sentendo un moto di rabbia alla menzione del cosiddetto medico. "No... stai tranquilla, Shelly, non sono entrata a far parte delle sue... sessioni di terapia!" affermò, prendendo in braccio il suo Bagon. Shelly accarezzò il draghetto sulla testa, facendogli sfoderare un piccolo sorriso di soddisfazione. "Comunque, sono riuscita a recuperare il mio anello... quello che la mamma ha lasciato a mio padre quando sono nata..."
 
"Sì... certo..." disse Shelly, sentendosi rincuorata quando vide che Heather portava ad un dito un anello argentato con un rubino incastonato. "Ma adesso... è... è meglio se... insomma... se non ci facciamo trovare qui... Charlotte e gli altri... ci stanno aspettando al rifugio... e hanno detto che... che Saphira, Cain e Vittoria... hanno intercettato il Team Meteora. E... ci sono degli allenatori che... che potrebbero aiutarci..."
 
"Degli allenatori?" chiese Heather, adombrandosi di colpo. "E chi ha bisogno di stranieri per mettere i bastoni tra le ruote al Team Meteora? Noi ce la caviamo da soli! Non potevano lasciarli dov'erano?"
 
"Ehm... no... temo di no..." affermò Shelly, ritraendosi davanti alla reazione adirata della sua amica che pure era più piccola di lei. "Sai... sembra... che li abbiano salvati... sono stati catturati... quando il Team Meteora è andato ad Hoenn... ma avremo bisogno anche di loro, credo... voglio dire, sai com'è Saphira, no? Lei... non vorrebbe mai lasciare qualcuno in mano al Team Meteora... e poi, se lei pensa che possano darci una mano... sarà così, no?"
 
Heather sospirò. Non era quello nè il tempo nè il luogo per discutere. "Va bene, va bene... non mi piace, ma mi adeguo." affermò. "Ora però dobbiamo tornare dagli altri. Sono da queste parti, vero?"
 
Shelly annuì, sorridendo timidamente, e fece cenno ad Heather e al suo Bagon di seguirla mentre ripercorreva le scale che portavano all'esterno della fatiscente stazione...
 
 
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La discesa era stata terrificante, ma per fortuna breve... e nel giro di pochi minuti, il terzetto composto da Dragonite, Gyarados ed Aerodactyl, assieme ai ragazzi che li cavalcavano, passò attraverso un banco di nubi, scendendo verso una misteriosa costa che era a malapena visibile dall'alto, coperta com'era dalle formazioni di nembi.
 
"Vi consiglio di trattenere il fiato, gentili passeggeri." affermò Cain, come se fosse stato un annuncio su un aereo di linea. "In questo momento, stiamo per sperimentare... qualità dell'aria a dir poco pessima!"
 
Aerodactyl emise un trillo acuto, che sapeva di sarcasmo ed irritazione, e un attimo dopo, Saphira fece un cenno a Cain e a Vittoria, e Vera sentì le terra mancarle per un attimo quando i tre Pokemon scesero nella nube grigia. Fu allora che gli allenatori di Hoenn si resero conto, con loro grande scorno, che quelle non erano nuvole comuni, quando si sentirono la gola bruciare e gli occhi lacrimare non appena presero fiato!
 
"Ma che cosa..." cominciò a dire Max, per poi strabuzzare gli occhi e cominciare a tossire incontrollabilmente! "AGH! Cough... cough! Questa... è... cough! Argh!"
 
"S-smog... Cough! Ugh..." esclamò Drew, cercando in qualche modo di deglutire. La sua gola si era così irritata che gli sembrava di aver inghiottito delle puntine da disegno! "Ma cosa sta... che posto è questo?"
 
"L'aria è inquinata..." mormorò Ortilla, tenendo la sua Altaria vicina a sè, in modo che non rimanesse disorientata dall'aria nauseante. "Ma cosa sta succedendo, qui? Che posto è questo?"
 
"State per vedere la città di Reborn..." affermò Saphira. "Mi raccomando, cercate di non rimanere sconvolti..."
 
"Cosa? In che senso...?" chiese Vera, dopo essersi schiarita la gola. "Perchè mai dovremmo restare sconvolti..."
La risposta arrivò un attimo dopo, quando i tre Pokemon uscirono dalla nube di smog... e davanti a Vera e ai suoi compagni apparve una visione quasi terrificante, una metropoli che si estendeva quasi a perdita d'occhio davanti a loro, davanti ad un grande lago le cui acque erano contaminate e rese grigie dall'inquinamento! Grandi torri ed edifici cupi e grigi, dalle pareti rovinate dalla pioggia acida, invadevano il panorama, e in lontananza, alte ciminiere continuavano a vomitare nuvole di fumo velenoso, che si andava ad aggiungere alle nuvole che ingombravano il cielo. Già da quell'altezza, Vera e i suoi amici riuscivano a vedere le persone che si trascinavano stancamente per le vie della metropoli, ingombre di spazzatura, lerciume e pozzanghere di fango. Il colore dominante era il grigio, un grigio piombo deprimente ed inquietante, che faceva sembrare la città un colosso di tenebre e veleni. Vera e i suoi compagni non avevano mai visto uno spettacolo così cupo... e rimasero come ipnotizzati mentre Dragonite, Gyarados ed Aerodactyl scendevano verso quella che sembrava essere una stazione dei treni diroccata, fermandosi a poco meno di un metro da terra mentre si disponevano per atterrare.
 
"Benvenuti a Reborn City, ragazzi." affermò Saphira. "Spero che ve la godrete, questa passeggiatina alle porte dell'inferno..."
 
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: Beh, prima di tutto... un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo atutti, e spero che abbiate passato bene le festività fino ad adesso, e che continui così per il resto di queste due settimane di pausa. 
 
Bene, e così Vera e i suoi compagni, Ortilla compresa, sono stati rapiti - anche se non tutti volontariamente - dal Team Meteora, e dopo essere stati liberati in maniera alquanto rocambolesca, sono arrivati in quella bolgia infernale che è Reborn City. Non è Auros, ma poco ci manca... Da questo momento, comincia la loro battaglia per sfuggire allo spietato Team Meteora! Astro ed Eclisse si faranno risentire presto... e come se non bastasse, già nel prossimo episodio, Vera e i suoi amici incontreranno un personaggio che darà loro non poco filo da torcere!
 
Heather e Shelly... beh, vi posso solo dire che anche loro avranno un ruolo molto importante in futuro, e non solo in questa storia! 
 
Piccolo inciso... è una mia impressione, o Fosco dei Superquattro di Hoenn assomiglia a Bazz-B di Bleach? Con la differenza che Fosco è uno dei miei Superquattro preferiti, mentre Bazz-B lo vorrei vedere morto... in realtà, non esiste nessuno Sternritter che NON vorrei vedere morto, anche se ho provato un minimo di compassione (ma proprio un minimo) per Bambietta.
 
Okay, chiusa parentesi... cercherò di aggiornare le mie storie il prima possibile, e di pubblicare nuovi capitoli di Islands of Light e BestWishes Reload prima che scocchi la mezzanotte del 31 Dicembre! Tanto, ora il tempo ce l'ho... A presto!  
 
       
                 
  
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