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Autore: TheGayShark    28/12/2014    2 recensioni
Brittany Pierce ha una particolarità: vede i fantasmi. Dopo le prime difficoltà fa di questo dono un vero e proprio stile di vita, costruendoci su un lavoro con cui sopravvivere ed aiutare gli spiriti.
AU; BRITTANA.
Momentaneamente gialla, ma devo ancora pensarci.
Genere: Angst, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I FEEL YOU
_IL PARCO_

 

*****
Grazie mille per le recensioni, ho apprezzato tantissimo! Ho deciso di dare un'opportunità alla ff perché è una storia su cui  ho molti spunti, sono ancora abbastanza confusa riguardo alla linea generale che darò alla vicenda perché ho veramente troppe idee in testa e non so quale seguire. 
Aggiornamento veloce perché ho tempo, non aspettatevi un aggiornamento tanto veloce anche per i prossimi capitoli!:) Amo le vostre recensioni e vi sarei grata se ne lasciaste qualcuna sul capitolo per due semplici motivi: con i vostri consigli posso migliorarmi e venire incontro alle vostre aspettative e perché amo parlare con voi e sapere cosa ne pensate del capitolo. Detto questo, vi lascio leggere in pace eeee vi saluto sotto!
******


"Non puoi incontrare una sconosciuta da sola in un parco isolato alle nove di sera!  Non so neanche se a quell'ora, d'inverno, il parco è ancora aperto!"

Ecco cosa mi piace di Mike: si preoccupa per gli altri. Non importa cosa sia successo alla sua vita, quanti problemi abbia o cosa gli passi per la testa, se sente odore di guai o situazione rischiosa, si preoccupa per l'incolumità del suo prossimo.

Purtroppo con Tina non era andata affatto bene. Non ne sapevo molto, perché per Mike quello era ancora un nervo scoperto, ma quando la sera dell'incontro con la mora-presunta-fantasma ero tornata a casa, avevo trovato il mio amico in lacrime intento a disfare letteralmente il nostro appartamento. 

Probabilmente avrebbe dovuto farlo lo stesso. Insomma, era stata secondo me una bella proposta di matrimonio, aveva ricreato alla perfezione l'ambiente orientale con giochi di colore, musiche di sottofondo e profumi da far girare la testa, quindi prima o poi avrebbe dovuto fare in modo che la nostra casa tornasse ad essere quello che era:una bettola americana.

Invece, il fatto che Tina gli avesse negato la mano e quindi la possibilità di sposarsi lo aveva mandato leggermente tanto in crisi. - che poi dico, per una caspita di mano bisogna fare tutte queste storie? E come funziona esattamente? Bisogna staccarsi la mano e darla al compagno? Perché se è così io non mi sposo! - 

Fatto sta che io avendo Mike come coinquilino ho guadagnato tutto ciò che avrei mai potuto desiderare, ma lui con me non aveva vinto granché. Non ho mai imparato molto bene a consolare gli altri, perché ogni volta che ero io ad essere triste avevo due opzioni: o il sesso occasionale, o pregare nell'intercessione di qualche anima tormentata che mi tenesse occupata e lontana da ogni pensiero negativo.

La seconda scelta dipendeva totalmente dalla fortuna come potrete ben immaginare, quindi si risolveva spesso con dell'altro sesso occasionale in riparazione al mancato intervento di uno spirito.

Ora, offrire del sesso occasionale al mio migliore amico in lacrime forse non era un'ottima idea, ma per gentilezza chiesi lo stesso. Lui parve prendere in considerazione la cosa, o forse mi stava solo guardando con stupore, ma fortunatamente alla fine  mi disse di no. Dico fortunatamente perché quella sera avevo la testa altrove per poter alleviare le sue pene in quel modo,comunque.

Provai a chiedergli se voleva parlarne, se voleva sfogarsi. L'unica cosa che pronunciò fu "ti sembro troppo asiatico?" .. ehh. 

Come si risponde ad una domanda del genere? Come fa uno ad essere troppo quello che è?

Era come se mi avessero chiesto se ero troppo medium.. 

Purtroppo, certe cose sono e basta. Di perdé, se visto sotto la corretta luce, potrebbe essere una cosa positiva. Immaginate un leone che è troppo leone. Ce la fate? Ed ora immaginate un leone che è poco leone. Cos'è meglio?

Quindi, non sapendo esattamente come rispondere, mi limitai a rimanere in silenzio. La mia espressione a metà tra il "che cavolo stai dicendo Willis" ed il "sicuramente sei asiatico abbastanza!" deve aver parlato  lo stesso, perché lui sbuffò in un singhiozzo ed arrendevolmente si lasciò andare al divano, a pancia in giù. Era la fotocopia di un delfino spiaggiato.

Vederlo  in quello stato di frustrazione e tristezza mi lasciava l'amaro in bocca, era come se mi avessero appena presa a calci nello stomaco.

No, anzi: Mike assomigliava ad un cucciolo di panda magro piangente. 

Visto che il piano del sesso era naufragato,  non mi restava che l'opzione spiriti.

Come fai a salvare qualcuno con l'aiuto di un fantasma se questo qualcuno non può effettivamente vedere i fantasmi?

Beh, mi ero messa a parlare di questa sconosciuta che avevo incontrato al bar ed ovviamente lui non ne fu entusiasta. Mi guardò stranito, finendo col dire che l'argomento era rimandato all'indomani mattina . Avrei voluto continuare a discutere  su quella bellissima e maleducatissima ragazza, ma non potevo forzare il mio miglior amico piangente ad ascoltarmi.

Perciò andai in camera e ne parlai con l'unico amico che  mai e poi mai mi avrebbe detto di no. Beh, non lo  avrebbe fatto principalmente per un motivo: non sapeva parlare.

Ho provato ad insegnargli a scrivere, leggere e parlare, ma non c'è stato nulla da fare, a Lord Tubbington l'inglese non piace e basta. 

Purtroppo è morto quando avevo vent'anni, fortunatamente riesco ancora a vedere il suo fantasma.

Non so come funzioni per gli animali, in realtà, perché non credo che loro possano avere conti in sospeso che gli impediscono di andare oltre.. però lo posso toccare. 

Mike dice che è inquietante, io dico che mi da conforto. Inoltre, non devo neanche spendere soldi per i croccantini, perché Tubbs non può mangiare. Allo stesso tempo, non può dimagrire, motivo per cui continua a rotolare per casa come aveva fatto a suo tempo, prima che lo stroncasse un infarto. 

Non capivo perché tutti piangessero, io potevo ancora vederlo, toccarlo..mio padre me lo spiegò tre volte, poi rinunciò.

Dopo essermi confessata con il mio gatto, quella sera, mi addormentai tranquilla.

La mattina successiva, invece, mi ero svegliata con Mike nel letto, aggrappato a me. Ebbi il timore di essere stata usata come una bambola gonfiabile durante il sonno, ma se fosse stato così me ne sarei sicuramente ricordata.

Credetemi, non lo chiamano Tsunami per via dei frequenti maremoti asiatici.

Quando gli parlai di quella strana sconosciuta lui, come vi ho detto all'inizio, si spaventò per me.

 

"Ma non è proprio una sconosciuta, le ho parlato." corrugai la fronte, senza capire esattamente perché quella volta stesse facendo tanto il protettivo.

"Sai il suo nome?" Lo domandò con un tono di voce calmo, non voleva essere 'accusatorio' in nessun modo.

Io ci pensai su un po', poi scossi il capo. In effetti, il suo nome non lo sapeva neanche il barista.

"Sai dove abita?"

"No ma --"

"C'è qualcosa che sai di lei?" Ora Mike aveva assunto un tono apprensivo. Mi fissava con quel suo muso "troppo orientale" e quegli occhietti tirati ai lati che mi facevano una gran tenerezza. 

Mi persi a pensare ai suoi lineamenti, lui deve essersene accorto perché si schiarì la voce, incatenando i suoi occhi ad i miei.

"Huh?" risposi io, con una faccia sicuramente inebetita.

Lui scoppiò a ridere, scuotendo appena il capo. "Vengo con te, stasera."

"No,  non  serve davvero, non è una sconosciuta!" Il fatto è che morivo dalla voglia di rivedere quella ragazza, seppur fosse stata tanto sgarbata.

Aveva qualcosa di corrotto nell'anima, avevo notato subito quanto fosse turbata.

Se era un fantasma, allora, aveva fatto qualcosa di davvero irrimediabile, perché mai avevo visto tanto tormento in due iridi nere. 

Se era umana, viva e vegeta, era molto vicina alla dannazione.

Meritiamo tutti un po' di pace, chi l'ha da vivo spesso l'ha anche da morto, e chi non l'ha da vivo da morto se la sogna. 

Ecco perché mi piace tanto il lavoro che faccio con i fantasmi, è tutto incentrato sulle seconde occasioni, che secondo me non vanno negate mai a nessuno. Siamo umani, sbagliamo, impariamo dai nostri errori e ci miglioriamo. Chi continua a sbagliare sullo stesso errore lo fa più per ottusità che per cattiveria, c'è bisogno di qualcuno che si avvicini con una torcia, illumini l'errore, lo sottolinei col rosso e spieghi esattamente tutte le regioni per cui un comportamento è sbagliato.

"Non sai neanche se è un fantasma o una ragazza, Brittany. L'hai detto tu stessa!" Mike si lasciò cadere nuovamente sul letto, con le mani tra i capelli. Sembrava trovar interessante il nostro soffitto.

Però aveva ragione. Non ne sapevo davvero niente di lei.

"Lo scoprirò questa sera.." 

"E come?" Mike mi guardò con un sopracciglio inarcato,  dietro a quel sorrisetto c'era troppa tristezza nascosta.

Poteva fare il cretino quanto voleva, poteva anche negare di starci male, ma era palese che  non avesse ancora elaborato neanche in una minima parte quello che gli era successo con Tina.

Presi il cuscino dietro alla mia testa e glielo gettai in faccia, mettendomi subito a cavalcioni sul suo addome.

"Ma che- Brittany!"

"Mai.." Gli pizzicai il fianco, sentendolo contorcersi sotto di me e feci del mio meglio per non scoppiare a ridere al posto suo sul più bello. "..e dico mai, sottovalutare una medium!" 

Forse una guerra del solletico non era l'antidepressivo giusto per la sua situazione, ed intraprenderne una alle nove del mattino non era stata una delle mie più brillanti idee, ma lo sentii comunque ridere, perciò supposi di aver  fatto, una volta tanto, la cosa giusta.


Ci misi tutto il pomeriggio per convincere Mike a lasciarmi andare da sola dalla ragazza/fantasma.

Alle volte sapeva essere davvero cocciuto.

Un suo compagno di corso, fortunatamente, gli aveva chiesto di andare a ballare con lui quella sera. L'asiatico sembrò valutare la cosa con attenzione, ma alla fine accettò.

Sapevo cos'aveva in mente, e non mi sentivo di correggerlo questa volta. Aveva bisogno di stordirsi, ubriacarsi, risvegliarsi a in una casa che non è la nostra, in un letto che non è né il mio né il suo, e fuggire nel silenzio che regna prima del risveglio, con i postumi di una sbornia.

Quando uscii di casa lui se n'era già andato da un pezzo,  a quanto pare si era concesso anche un'aperitivo in compagnia prima della grande bevuta in discoteca.

Fui felice di avere più di un'ora di tempo per prepararmi, perché onestamente ero molto nervosa.

So che non avrei dovuto esserlo, infondo era solfato una probabile cliente ma.. era bellissima.

La cosa più bella che avessi mai visto. Che fosse un fantasma o una ragazza, non aveva importanza. Era bellissima, e il solo pensiero che potessi non piacerle neanche un po' mi dava talmente tanto fastidio da farmi mancare l'aria. Sciocco, no?

Beh, ebbi tutto il tempo per scegliere i vestiti accuratamente e scartare le maglie con strane faccine disegnate sopra, animali ricamati e personaggi di cartoni o fumetti stampati sopra.

Non mi ero mai vestita in un modo tanto serio.

La parte più difficile fu il trucco, ero abituata ad un trucco talmente leggero da sembrare inesistente. Ma avevo visto i colori che usava la mora, quel nero attorno agli occhi sembrava quasi di un'altra epoca, se solo si fosse presentata come Cleopatra le avrei creduto.

Sfoderai tutte le mie capacità per prepararmi a quell'appuntamento di lavoro.

In un parco.

Alle nove di sera.

Erano già le nove e mezza, e di quella ragazza neanche l'ombra. Come avevamo pensato io e Mike, il parco era chiuso, ed io ero tentata di tornare a casa.

Caspita però, ci avevo messo così tanto a prepararmi e morivo dalla voglia di rivedere quella strana ragazza dai lineamenti latini.

"Hai paura di un cancello, occhi belli?"

Alzai subito lo sguardo, sulla strada non c'era nessuno. Nessuno alla mia destra, nessuno alla mia sinistra, non riuscivo a capire da dove venisse quella voce.

Aveva un non-so-che di familiare.

Oh! Doveva essere la mia ragazza! Cioè, non mia nel senso mia, mia nel senso.. ecco.. la ragazza che cercavo!

Ma di che cancello parl- oh, ma certo, il cancello del parco. 

Mi voltai e con grande sorpresa, non la trovai neanche lì. Mi avvicinai alle sbarre ed infilai il viso tra un barra di metallo e l'altra del cancello, cercandola con lo sguardo nel buio del parco. 

Sentii qualcosa colpire il terreno, mi voltai a sinistra e vidi una corda, arrotolata per un pezzo sul marciapiede ed appesa a.. - seguii con lo sguardo il percorso della corda dal basso verso l'alto, ed incontrai le fronde di un albero che per metà sporgeva i rami sulla strada, mentre per l'altra metà era intrappolato dentro al parco. 

La corda era legata ad un ramo abbastanza massiccio, e c'era qualcosa che luccicava vicino al nodo.. Capii di cosa si trattava solo quando incontrai i suoi occhi.

Mi ci volle parecchio per riprendermi, l'aria fredda invernale non mi infastidiva neanche più.

Okay Brittany, calma. Pensa a cos'ha detto Mike.

                        - "Ti sembro troppo asiatico?" -

No, zuccona! L'altra cosa che ha detto!

                        -"Lavora con la ragione. Non sai se è un fantasma, non puoi neanche chiederglielo."

                        "Perché no?" domandai accigliata, incrociando le braccia al petto.

                        "Perché sei una medium, i fantasmi li dovresti riconoscere a colpo d'occhio. La perderesti come cliente se le domandassi "ehi, sei un fantasma?".."

                        Pensai alle sue parole e siccome sembravano avere un senso, annuii. "Allora, come faccio?"

                        "Conta." Lui deve aver visto la mia espressione confusa, perché si chiarì immediatamente. "Conta quante cose la fanno sembrare umana e quante cose la fanno sembrare un fantasma."

 

Giusto.

Presi mentalmente carta e penna e comincia a scrivere:

1. FANTASMA: Evita il contatto umano. Mi ha teso una corda per scavalcare, poteva benissimo allungarmi un braccio.

 

"Non ti sai arrampicare?" Domandò la mora, in quello che sembrava un tono di scherno.

Tanto bella quanto antipatica. "Certo che lo so fare, ero una Cheerleader!"

Mi sembrò confusa dalle mie parole, ma non indagai oltre. Spinta dalla voglia di mostrarle quanto valessi, afferrai la corda e posando i piedi sulle sbarre del cancello mi tirai su, come se stessi scalando una parete rocciosa. Giunta alla cima, lei saltò giù dal ramo, saranno stati almeno due metri.

Atterrò  sui piedi e si rimise su come se niente fosse, alzando lo sguardo su di me.

 

2.FANTASMA: Non credo che senta il dolore fisico.

 

"Hai intenzione di startene lassù ancora per molto?" Domandò lei, incrociando le braccia sotto al seno. Ringraziai Dio mentalmente per il fatto che indossasse una giacca, altrimenti sarei caduta come una pera dall'albero vedendo la sua scollatura. Potevo comunque immaginarla..

Quando una sferzata di vento mi colpì la schiena, persi l'equilibrio e  mi sentii cadere, ma qualcosa rallentò la mia caduta. 

Ancora oggi non so spiegare come accadde, ma quando toccai terra non sentii male.

Lei, per tutto il tempo rimase impassibile ad osservare la scena. L'unica cosa che fece? Si passò una mano sulla fronte quando atterrai sull'erba senza emettere nessun gridolino di dolore.

 

3. Stronza insensibile! FANTASMA: Mi sarei potuta rompere una gamba e lei non muove un dito!

 

"Se riesci ancora a reggerti in piedi, seguimi." Si voltò senza aspettare la mia risposta e cominciò a camminare verso la zona più buia del parco.

"Dove mi porti?" Domandai preoccupata rimettendomi in piedi e facendo una corsetta per chiudere la distanza che si era creata tra di noi. Non volevo fare la figura dell'idiota ed ero caduta come un sacco di patate.. a questo punto che importanza aveva il fatto che avessi passato quasi un'ora tra trucco, parrucco e vestiti?

"Al riparo dal freddo. È una casetta per bambini, ma non credo sia un problema per te."

Cosa voleva dire? Mi considerava infantile? E non le avevo neanche parlato di me! Come faceva a sapere quelle cose del mio carattere?

"Bello zombie sul bigliettino da visita, comunque." Ecco di nuovo la sua risata. L'avrei ascoltata per ore ed ore, l'avrei registrata e l'avrei ascoltata in eterno.

Mi sentii arrossire quando mi accorsi che in realtà, stava ridendo di me. Dovevo restare calma, restare calma e contare.

"Aspetta, hai detto al riparo dal freddo? Tu senti il freddo?"

Lei si fermò, si voltò verso di me e mi osservò nel buio, come se avessi detto la cazzotta del secolo.

Probabilmente arrossii ulteriormente, ma a questo punto che importanza aveva?

La mora annuì, poi riprese a camminare verso l'ignoto.

 

2.FANTASMA: Non credo che senta il dolore fisico.

1. ESSERE VIVENTE: Sente il freddo.

 

"Come ti chiami?" Cominciava a pesarmi il non sapere con chi stessi girando.

Lei non disse niente finché non giungemmo a quella che era una piccola capanna in legno, niente più che un riparo per bambini, come aveva detto lei prima. 

"Ha importanza?" Rispose lei, entrando senza tante cerimonie ed accucciandosi lì dentro, non aspettando il mio ingresso. Le buone maniere che fine hanno fatto?

"Certo  che ne ha. Io sono Brittany Pierce, ho vent--"

"So chi sei!" non mi lasciò neanche finire la frase.  Mi accomodai dentro con lei, sentendomi realmente a disagio. Era pazza. Pazza e maleducata ed io stavo rischiando la vita!

Oh, però era bellissima.

"Sai chi sono?" Mi pentii di averlo chiesto nell'esatto istante in cui quelle parole si levarono dalle mie labbra. 

Certo che lo sapeva, il giorno prima al bar mi aveva interrotta domandane proprio "Brittany Pierce?". Era… un fantasma stalker?

Quel silenzio era imbarazzante.

"Mi chiamo Santana." Uscì flebile come un sussurro detto in fin di vita, mi sporsi verso di lei e scossi il capo per farle capire che non avevo sentito nulla.

"Sa-Satana? Quel, Satana?"

Okay, ero terrorizzata. Non solo ero uscita con una sconosciuta.. ero uscita con il diavolo!

Ci credo che aveva la dannazione negli occhi, Dio, come ho fatto ad essere così stupida! Una tale bellezza.. i suoi modi di fare mai gentili.. Non mi aveva teso la mano perché non voleva aiutarmi, non perché non poteva farlo! Allo stesso modo in cui non si era mossa quando ero caduta. Diamine!

Una risata  mi riportò a lei. Come faceva una risata tanto pura ad essere tanto corrotta da malvagità?

"Santana, ho detto."

Tirai un sospiro di sollievo, sicuramente lei lo aveva sentito. 

"Potrei comunque lavorare per lui, per quello che ne sai."

Okaaay, non era esattamente confortante, come cosa. Mi convinsi che stava solo scherzando perché l'alternativa mi faceva talmente paura da farmi stare male. 

Santana.."Santana come?"

"Santana e basta." rispose subito lei, negandomi il piacere di sapere il suo cognome. Le piaceva essere in vantaggio sugli altri.

"Uhhmm.. pe-perché vuoi il mio aiuto, Santana?"

Mi sembrò di averla colta impreparata. 

Approfittai della sua incertezza per studiare il suo viso da vicino. Era tutto il contrario del mio.

Iridi scure, capelli di pece, poteva sembrare realmente l'essenza del male. Pelle scura, magari solo per il fatto che la luce scarseggiava, e labbra rosse, piene.

Quanto mi sarebbe piaciuto sporgermi e..

"Io.." Di nuovo, non fu che un sussurro. Era chiaro che non sapesse da dove cominciare. Allungai la mano verso di lei, per accarezzarle il ginocchio e dirle che andava bene, che poteva prendere il suo tempo, ma una voce urlò ed entrambe indietreggiamo di colpo con i nostri corpi, stringendoci alle pareti di quella casetta di legno.

 

"Vieni fuori, mascalzone, so che sei qua dentro! Proprio una bella idea quella di lasciare la corda appesa, sai?"

 

"È.. è la guardia?" Okay, ora ero a tutti gli effetti terrorizzata.

Lei mi rivolse un'espressione  di pietra,  rimarcando la stupidità della mia domanda e l'ovvietà della risposta.

"Dobbiamo andarcene!" Urlai io, in preda al panico. La torcia dell'uomo illuminò subito lo spiazzo di terra davanti all'ingresso della casetta in cui eravamo riparate. 

Santana mi fulminò con lo sguardo e se avesse potuto credo mi avrebbe uccisa. 

Senza indugiare oltre, si lanciò fuori dalla casetta, usando l'uscita opposta al buco d'entrata della casa.  

Io la seguii, sperando di uscirne senza grossi problemi, ma quando fui fuori dalla casetta lei era sparita. 
 


Grazie per l'attenzione, vi auguro un buon anno e una buona fine delle vacanze natalizie! :3
Ciàciaaao, 
TheGayShark.

   
 
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