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Autore: NavierStokes    28/12/2014    0 recensioni
“Cosa fai?” sussurrò senza fiato.
“A te cosa sembra? Ti sto baciando” rispose contro le sue labbra e, quando posò di nuovo la bocca sulla sua, a lei sfuggì un gemito.
[...]
Aspirò il suo respiro, le mordicchiò piano il labbro inferiore e lo accarezzò con la punta della lingua, prima di introdurla in quello spazio caldo ed invitante.
La sentì trattenere il fiato, scioccata.
Quel bacio, forse il più casto che avesse dato in vita sua, lo stava facendo impazzire di desiderio.
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rosaline Catherine Elizabeth Grengrass principessa di Soberg

Non ho nessuna intenzione di partecipare al ricevimento che mio padre ha organizzato stasera. Sono più che sicura che riuscirò ad arrivare al colloquio e a superarlo. Non c’è bisogno che inizi  a conoscere i giovani nobili. Anche perché non esiste nobile di cui io possa innamorarmi.
Questi erano i pensieri della giovane principessa mentre buttava malamente, in un angolo remoto del suo gigantesco armadio, il lungo vestito celeste rivestito di gemme preziose che suo padre le aveva fatto recapitare in camera.
Chiuse con un calcio l’armadio e si diresse a passo svelto al comò, aprì il terzo cassetto e ne estrasse un paio di shorts bianchi ed una canottiera da basket blu con il numero 1 giallo.
Questa sera mi andrò a divertire.
Aveva degli amici con cui era rimasta in contatto durante il soggiorno in Europa, non erano nobili, visto che non sopportava i nobili, e per loro non era un problema che lei fosse una principessa. Cosi, dopo un paio di sms, iniziò a vestirsi.
Quando si specchio notò che il reggiseno era visibile dall’apertura delle maniche laterali e, probabilmente, se non fosse stata così arrabbiata e in cerca di gesti che ostentassero ribellione non se ne sarebbe preoccupata.
Ma ogni occasione era buona per pensare a quanto suo padre e sua nonna sarebbero inorriditi all’idea di ciò che faceva.
Così, ridendo, sfilò le spalline del reggiseno e lo tolse definitivamente sfilandolo da sopra la canottiera.
Fece un nodo alla maglia all’altezza dell’ombelico, si infilò un paio di superga bianche e si ritenne soddisfatta dell’immagine assolutamente non regale che aveva.
Ora devo riuscire a scappare dal castello senza che nessuno se ne accorga.
 
 
 
 
§§§


 
Gabriel Peter Daniel Rosensciold conte di Rosoleom

Daniel si alzò dal letto dove poco prima la sua amante lo aveva accolto vestita soltanto di alcune gocce di profumo. La guardò dormire beata, i lunghi capelli biondi perfettamente lisci, le folte ciglia, il corpo perfetto, emanava sensualità e fascino da ogni angolo. Eppure Daniel sapeva bene che quella era stata la loro ultima volta, nessuna donna poteva trattenerlo per più di qualche notte e Charlotta l’aveva trattenuto per una settimana.
Non credeva nell’amore, credeva sol nell’attrazione fisica.
In 26 anni di vita non si era mai innamorato, nonostante tutte le donne che aveva avuto, nessuna gli aveva suscitato niente.
Un giorno si sarebbe sposato, sapeva fin da piccolo che avrebbe avuto un matrimonio combinato, come suo padre prima di lui e come il padre di suo padre, e così via, ma non pensava di dovere iniziare già a pensarci.
Negli ultimi giorni non riusciva a smettere di pensare alla conversazione avuta con suo padre la settimana prima.
Durante la consueta caccia alla volpe l’aveva preso in disparte e aveva iniziato a parlargli dei gravi problemi economici che li affliggevano e di cui lui era stato tenuto all’oscuro.
Gli disse che l’unico modo per salvarsi era un matrimonio con una ragazza nobile molto ricca e, guarda caso, proprio in quei giorni girava la voce che il re stesse cercando uno sposo per la principessa.
“Da ora verranno organizzati a palazzo balli e feste, per dare alla principessa Rosaline l’opportunità di incontrare i giovani nobili. Tu, Gabriel, devi far innamorare la principessa di te. La nostra famiglia è una delle più antiche e nessuno sa ancora dei problemi che stiamo attraversando. È tutto nelle tue mani”, così gli parlò il conte, suo padre.
Non aveva mai visto la ragazza in questione, perché era cresciuta in Europa con la madre e a dire la verità, nemmeno sapeva che fosse tornata, tuttavia sapeva che in giro si diceva che fosse un po’ matta.
Ma Gabriel era cresciuto con l’ideale del sangue puro, della superiorità della nobiltà, degli agi, del lusso e non vi avrebbe rinunciato per nulla al mondo.
 
E comunque, solo perché si sarebbe sposato, non avrebbe certo rinunciato ad appagare le aspettative delle numerose dame che lo volevano per loro, anche se per poco.
Cosa poteva desiderare di meglio se non sposare una principessa (anche se possibilmente mezza matta) e continuare a farsi mezzo regno?
Pensava il giovane uomo mentre ammirava, estremamente compiaciuto, la sua bella figura allo specchio, cosciente del gran numero di donne che quella sera avrebbero cercato di trascinarlo nel loro letto.
Appariva in tutto un conte, negli abiti cuciti su misura dal miglior sarto del regno, nella postura elegante, nei capelli perfetti e non c’era cosa che amasse di più di sembrare un nobile.
Stasera voglio che tutti, al castello, si accorgano di me.
 

 
   
 
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