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Autore: sacca    28/12/2014    5 recensioni
[Everlak] Questa è una piccola What if? Cosa sarebbe successo se Haymitch avesse mantenuto la promessa salvando Peeta e non Katniss? Lei sarebbe stata fatta prigioniera da Snow. L'avrebbe uccisa? O avrebbe provato a usarla a suo favore, magari depistandola?
DAL TESTO
"Usarla a nostro piacimento, farla diventare una di noi e mandarla a uccidere la Coin. E il ragazzo se avrà tempo. E Plutarch. Rido pensando che questa stupida ragazza, quella che tutti hanno preso come simbolo della rivoluzione credendola forte, dandole il nome di "Ghiandaia Imitatrice", che mi odia così tanto, diventerà la nostra arma migliore, sarà il simbolo della nostra vendetta."
So che non è l'unica fanfic con questo tema, ma la dovevo assolutamente scrivere. Spero vi piaccia!:)
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Violenza
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Guardami dentro e cadi nel vuoto.”

 

POV HAYMITCH

 

Ho mantenuta la promessa che le avevo fatto, ho portato il ragazzo del pane fuori dall'arena, vivo. Quando me lo aveva fatto giurare sapevo già della ribellione, del 13, del piano per tirarli fuori, della possibilità di perderne uno li dentro, ma non mi è importato, le ho dato la mia parola, avrei fatto qualsiasi cosa in mio potere per salvarlo, perché lui è troppo buono e non se lo meritava e perché io sono io e perché lei è lei. Mi era bastato guardare i suoi occhi grigi un secondo per capire che le avrei dato qualsiasi cosa. No, non quando era venuta a casa mia dicendomi che dovevamo salvare Peeta. Prima. Non era certo la prima ragazza del giacimento che avevo come tributo, non erano i primi occhi grigi che fissavano i miei, dello stesso colore, pretendendo qualcosa, ma sicuramente era la prima a farmi sentire in quel modo. Lo sguardo duro ma dolce, fiero e timido allo stesso momento, era coraggiosa ma terrorizzata, erano occhi pieni di morte ma anche di vita e se ti incantavano non ne uscivi mai più. Niente è mai abbastanza per due occhi così. Bleah, Haymitch, non ti fai schifo? Così amorevole, così affettuoso... Alcol. Mi serve subito dell'alcol, non troppo, abbastanza da stordirmi un po', almeno, abbastanza per farmi smettere di pensare. Purtroppo il 13 è intransigente sulla questione alcol. Sono qui da un mese e mezzo e sono già stufo: ho odiato questo posto dal giorno uno. Un mese e mezzo. Chissà come sta lei. Sarà ancora viva? Nei video che sono andati in onda era ridotta piuttosto male, si vedeva facilmente che ogni movimento, anche il più piccolo, le procurava un dolore incredibile. Cosa ti hanno fatto Katniss? Parlava raramente in quei video, un paio di volte aveva fatto il nome di Peeta e della Coin ma erano frasi sconnesse, senza significato. Come sapeva della presidentessa? Potevo immaginare perché chiamasse il ragazzo del pane anche se una volta mi era sembrato di sentire la parola 'uccidere'. Impossibile. Nel primo video aveva sputato il suo odio nei confronti di Capitol ma già dal video seguente si poteva notare come si erano vendicati, duramente, spezzandola colpo dopo colpo dopo colpo. Ad un certo punto avevo persino pensato che l'avessero fatta diventare una senza voce e avevo riso, sadico. Non avrei mai più sentito le sue grida stridule, nessuna cazzata sarebbe mai più uscita dalla sua bocca e se fossimo riusciti a salvarla non avrei dovuto sentire il suo tono accusatorio. Poi ovviamente mi ero disperato. Per un attimo avevo provato un dolore indescrivibile, la pelle che bruciava, il respiro si era mozzato in gola, sembrava che il mio stesso sangue bollisse in tutto il mio corpo, ero dovuto scappare via per non morire di dolore lì, davanti a tutti. Vergognati. Nell'ultimo video è successa la cosa più strana che mi sia mai capitata: quando Caesar Flickerman le domanda se ha qualche messaggio per i ribelli lei scoppia a piangere, guarda dritta nella telecamere e mi chiede scusa. Katniss mi ha chiesto scusa piangendo. Katniss è in diretta tv e piange. Katniss ha le dita piegate in modo strano, si tiene le costole come se le facessero male, è così spezzata, così pallida, così magra. Katniss mi fissa dallo schermo, incolla di nuovo i nostri occhi e mi ha chiede di perdonarla dicendo che ci ha ingannato tutti. Ovviamente sta parlando di Snow, ma perché vuole il mio perdono? Non ha senso. Il mio cervello non ha neanche il tempo registrare il dolore prima che gli occhi vedano Peeta prendermi saldamente il braccio per portarmi in una stanza, più isolata, a parlare.
- Perché ti ha chiesto scusa?
Non lo so! - rispondo, ed è vero. Non ne ho la minima idea. Lei che chiede scusa a me? Perché?
Non dirmi stronzate, Haymitch, cazzo! L'hai vista come stava? L'HAI VISTA?! Io non ce la faccio più – aggiunge piangendo.
Faccio ancora fatica a vederlo così. La guerra l'ha cambiato. Sei un coglione Haymitch, la guerra cambia tutti. Ovviamente è ancora arrabbiato con me per non averla salvata e non ha torto, io stesso mi odio ogni giorno per non averla portata via. E' colpa mia se le sta succedendo tutto questo, ma non potevo fare altrimenti! Glielo avevo promesso. Non posso arrabbiarmi con Peeta per il modo in cui mi odia, non dopo la aver visto la sua reazione quando gli ho detto che lei era da Snow, non dopo le sue lacrime disperate. Da allora l'ho visto alzarsi ogni mattina per fare il suo dovere, andare all'addestramento, parlare ai distretti, fare i pass-pro, tornare al 12, piangere per la morte della sua famiglia, andare all'8, fare addirittura il pane per tutto il 13! Ma l'ho visto anche camminare con un automa, piangere, invocare il suo nome, l'ho guardato passare all'ospedale per abbracciare Prim. Li ho visti piangere insieme, a volte anche con la madre della ragazza, come se fossero parte della stessa famiglia. Magari, se lei fosse tornata, sarebbero davvero diventati un'unica grande famiglia. L'avevo guardato diventare amico di Finnick, impazzire come lui la notte, fare nodi con un pezzetto di corda e ricomporsi al mattino, avevo visto quando di notte, sempre più spesso, dovevo sedarlo per concedergli qualche ora di sonno, non si ribellava nemmeno più. Addirittura una volta l'avevo sorpreso a parlare di lei con Gale, come se cercassero di farsi forza l'uno con l'altro. Come potevo rimproverarlo se era migliore di me anche nel dolore? E poco importava che imprecasse, che ogni tanto scattasse contro qualcuno, che fosse addirittura arrivato a fare a botte una volta: era il suo modo di reagire e io non avevo il diritto di dirgli niente. Mi andava bene che mi odiasse, me lo meritavo. Se solo avessi potuto avere una bottiglia di quell'alcol bianco per sopportarlo... E rispondendo alla domanda di prima, sì, mi faccio schifo. Come al solito, se non peggio.

 

   
 
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