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Autore: MasterBocchan_    29/12/2014    1 recensioni
«Angleterre, c’est moi!»
finalmente quello stupido inglese si era deciso ad alzare la cornetta del telefono.
«…Tra pochi giorni sarò lì da te!Non barricarti in casa!»
[FrUk]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A simple joke can change everything 
 
 

L'inglese era arrossito di botta, poteva avvertire il calore trapelare dai suoi zigomi, un lieve sorriso accese il suo viso.
 
Mpf. In fondo il suo Arthùr, non era così duro come voleva far credere.
 
Puoi tu, romantico ed impertinente francese essere in grado di aprire una breccia, in quel cuore corazzato?
Certo! Da dove iniziamo?
 
L'inglese lo condusse nei meandri e negli anfratti più remoti della sua casa.
 
Pulirono, quasi in un religioso silenzio.
 
Che assurdità, due Potenze unite insieme contro la sporcizia.
 
***********
 
Oltrepassato il salotto si diressero verso le scale che portavano al piano superiore.
 
L'inglese sembrava quasi divertito nel vedere l'angoscia di Francia crescere man mano che salivano le scale.
 
Ed era ancora più sadico nell'affidargli le mansioni da compiere, quasi l'avesse scambiato per un servetto!
 
Comunicò al francese che era arrivata l'ora di far le pulizie in stanza da letto, pronunciando con enfasi la parola letto (o almeno così era parso al francese) come a voler sottolineare la presenza eterea dell'americano in quella stanza!

*************
La porta della stanza si profilava davanti ai suoi occhi, sembrava la scena di un film horror

“NON APRITE QUELLA PORTA” sembravano sussurrare le pareti, i pavimenti, i lampadari nel corridoio.
L'inglese, accortosi forse della titubanza del francese lo precedette.

“Dov'è finita tutta la tua spavalderia e sicurezza Francis?” Si chiese il francese mentre oltrepassavano la porta.

Beh in fondo che si aspettava? Effettivamente non c'era puzzo americano lì dentro, solo odore di tea!

Cosa volevi? Che ci fosse un'insegna luminosa puntata contro il letto con scritto "Qui vi è stato Alfred" o una A disegnata con una spada tra le lenzuola sfatte della serie "Qui è passato Alfred??

Rise tra sé e sé ben conscio dell’assurdità dei suoi pensieri.

«Francis… vai dall’altro lato e aiutami a rifare il letto… per favore» aggiunse infine, beffandosi del biondo vinofilo.

Il sudore cominciava ad imperlare quella bella fronte francese, non essendo abituato a simili, umili mansioni!‎

*************
Sentiva la tensione crescere nell'aria mentre varcavano la soglia della camera da letto.

Ok, forse era stato troppo cattivo fare quello scherzo al francese, ma in fondo era quello che si meritava.
Prima di far crollare definitivamente le difese all’inglese, doveva penare almeno un po’, no?
 
Ed in fondo era divertente giocare con quella rana barbuta!
 
Non si sarebbe mai fatto sottomettere da un essere simile.
 
Non sarebbe mai stato facile per loro due.
 
Ma non poteva negare per sempre a se stesso che, nonostante tutto, il tempo trascorso insieme a Francis, aveva raggiunto il livello di “quasi piacevole”.
 
Con un solo piccolo, innocuo, innocente scherzetto era riuscito a mettere a tacere il francese… doveva farlo più spesso!
 
Quando teneva la bocca chiusa, trascorrere del tempo con lui iniziava ad essere “sopportabile” e benché andasse fiero della sua volontaria solitudine, un po’ di compagnia non gli dispiaceva.
 
Ad un certo punto gli argomenti di cui trattare con gli unicorni si esaurivano, ed America era troppo narcisista ed egocentrico per non compiere una conversazione unilaterale.

Con un braccio si asciugò quella goccia di sudore sulla fronte che gli dava fastidio
 
«Che caldo! Sono stanco non ce la faccio più. Che ne dici se ci riposiamo un attimo?» disse l'inglese sbottonandosi lentamente la camicia sudata.
 
Beh, aveva proprio voglia di sfidare l’autocontrollo del francese.
 
Sebbene fosse munito di protezioni inespugnabili, non aveva mai detto che lo fosse verso alcuni istinti primordiali.
 
*************
 
O l'inglese oggi stava male, o stava decisamente male.
 
Aveva sentito bene?
 
«Oui, anche se tutto il lavoro sporco lo hai fatto fare a me, Angleterre»
 
Si lasciò cadere sul letto (appena fatto, e che se tutto fosse andato bene, tra poco sfatto ) posò l'avambraccio sulla fronte, e con un occhio aperto si beò della vista dell'inglese, stranamente privo di ogni sua usuale vergogna, mentre toglieva la camicia sudata, mostrando i suoi pettorali scolpiti.
 
Il suo Arthùr così sudato solo per aver aver pulito qualche stanza, senza aver fatto praticamente nulla, era davvero una visione rara e di inestimabile bellezza.
 
Allora esisteva qualcosa in grado di costringere, la grande e possente Inghilterra, ad una pausa.
 
Un sospirò sfuggì alle labbra del francese.
«Come sei bello mon amour! ...In questo momento staresti bene appeso alla parete, sopra il camino, a Paris, contemplato da me, mentre sorseggio un po’ di vino invecchiato...si decisamente dello Chateau Grand Corbin del ‘25, oui!»
 
Rise.
 
A volte - solo a volte, sia chiaro - sembrava proprio un maniaco, ma il pensiero del suo Angleterre lo ossessionava.
 
Batté la mano sul letto del suo "amato" come ad invitarlo a sedersi accanto a sé.
 
*************
L'inglese sbarrò gli occhi e spostò la testa di lato per non guardare in faccia il francese, ma Francis avrebbe sicuramente potuto notare il rossore che stava imporporando le sue gote.

Evidentemente quel complimento aveva fatto effetto sull'inglese.

«Che hai da guardare pervertito?» chiese Arthur indispettito, sentendo lo sguardo insistente del francese su di sé.
 
Affaticato si sedette sul letto e si buttò all'indietro, sbuffando.
 
«Ma come mi è venuto in mente di mettermi a
pulire la casa! Avrei potuto sfruttare qualche misero plebeo…
e a quest'ora non sarei con un maniaco come te sul letto» ghignò.
 
********************
 
Pronunciando quelle ultime parole, Arthùr sembrava quasi divertito da qualcosa, ma forse
era solo l’immaginazione di un povero francese, che continuava ad illudersi di aver qualche possibilità di perforare il cuore dell’inglese con una freccia di cupido.
 
« Non fare il santarellino, Angleterre, chi è che in questa stanza, e su questo letto si diverte con Amerique?»
 
Come fa male pronunciare queste parole.
 
Di certo neppure il francese era mai stato un santo, ma per il suo Angleterre lo sarebbe diventato!
 
Se solo il bruco fosse stato sincero con lui, avrebbe dato una risposta a tutti i suoi dubbi, e soprattutto avrebbe sanato quella ferita che portava, proprio lì, in mezzo al petto, da sempre.
 
Avrebbe finalmente potuto mettersi il cuore in pace.
 
Ma aspettava delle certezze che mai sarebbero arrivate.
 
Si voltò verso il suo nemico di sempre, ne ammirò il profilo.
 
Un'improvvisa voglia di toccare quel viso e quelle labbra lo assalì.
 
Non ci pensò due volte ed agì d'istinto.
 
Era pur sempre di Francis Bonnefoy che si stava parlando.
 
Con il dito delineò il profilo d'Angleterre, il quale forse sotto shock, rimase immobile senza dir nulla.
 
Si tirò su, avvicinò il suo viso a quello d'Inghilterra, lo contemplò per qualche minuto, come per scorgervi una qualche emozione.
Non vide nulla, se non la sua immagine riflessa negli smeraldi della nazione inglese.
 
Non resistette più e lo baciò.‎
 
 
 
 
 
------------
Ed eccoci al terzo capitolo.
Arthur spaccherà il naso della rana barbuta o cederà?
Beh lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Ringraziamo chi ci sta seguendo.
P.S. Commentate su su.
Peace and FrUk!
  
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