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Autore: Frasca94    29/12/2014    0 recensioni
Una storia che racconta la prima guerra magica tra membri dell'Ordine e Mangiamorte.
Tutti sono costretti a fare delle scelte.
Dai capitoli:
-"L'apparenza inganna...Sempre!"
-"Secondo te...Malocchio...riesce a vedere anche sotto ai vestiti?"
-"io non potrò mai farti del male, Lily"
"E invece me ne hai già fatto abbastanza... Ora questa sanguesporco, fiera di esserlo, ti dice addio per sempre"
-"Bene, hai scelto di stare dalla parte giusta!" disse Malfoy.
-"Bill, Charlie, venite ci sono gli zii!" disse Molly con dolcezza.
-"Legilimens" esclamò Voldemort.
-"LILY, NO!" gridò James disperato.
-"Fa' tutto quello che devi, Dorea!" le disse decisa Dorcas.
-"C'è una cosa altrettanto inevitabile quanto la morte, ed è la vita" spiegò Silente.
Genere: Drammatico, Guerra, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Mangiamorte, Ordine della Fenice
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Eccomi con il vostro regalo per Natale: Super capitolo per voi!
Lo so che è in ritardo, ma considerate che sono stata rapita dagli esami, dalla ricerca disperata dei regali e dai pranzi/cene/visite di amici e parenti.
Sperando che vi sia gradito,
Buona Lettura!
 
 



 
Appuntamento a Quattro
 
 
 



La giornata passò fin troppo velocemente per James, che, anche se non voleva darlo a vedere, era un po' preoccupato per la cena con la sorella di Lily e il suo fidanzato.
Si materializzò nel giardino di casa Evans e bussò alla porta sul retro.
Aspettò un attimo e poi la porta si aprì, rivelando la signora Evans con un grande sorriso -lo stesso di sua figlia- pensò James.
"James! Vieni dentro. Lily scende tra un attimo" lo accolse calorosamente la donna, facendosi da parte per lasciarlo entrare.
Il ragazzo si guardò attorno. Si era immaginato più volte l’interno di casa Evans, ma in quel momento, si chiese come aveva potuto pensare a qualcosa di diverso da ciò che vedeva.
La cucina era piccola, ma accogliente con il tavolo al centro della stanza coperto da una tovaglia colorata e una grande finestra sul giardino, sopra il lavandino che, di giorno, doveva dare molta luce.
"Grazie signora Evans. Questi sono per lei" ringraziò James, facendo apparire con la bacchetta un mazzo di fiori rosa.
"Oh, James, grazie! Sono bellissimi! Vado a metterli in un vaso" concluse la madre di Lily, andando verso quello che doveva essere il salotto, per cercare una sistemazione per i fiori.
Il ragazzo si girò per osservare alcuni strani oggetti appoggiati su un tavolino che prima non aveva notato, quando una voce alle sue spalle lo rimproverò.
"Potter, non fare il ruffiano!"
"Ma, Lily, questa è buona educazione e cavalleria da Griffondoro. E..." le rispose James, girandosi e rimanendo senza parole.
Sulla porta che portava al salotto vide Lily, che indossava un semplice vestito nero con i capelli lasciati sciolti, sorridere e avvicinarsi a lui.
"E... Potter?" ribadì Lily.
"... Sei bellissima!" disse sinceramente James, facendo arrossire Lily.
"Vedi che è solo cavalleria e galanteria!" commentò la signora Evans, tornando con il vaso per i fiori di James.
"Su andiamo James, prima che mia madre cada ai tuoi piedi" esclamò Lily divertita, ignorando sua madre.
"Arrivederci, signora Evans" la salutò James con un baciamano.
La figlia sbuffò e prese per mano il ragazzo, trascinandolo attraverso il salotto e poi fuori dalla porta di casa.
"Dai James, Petunia e Vernon ci aspettano al ristorante" gli disse, lasciandolo solo per avvolgersi la sciarpa più stretta a causa del freddo di quella sera.
James aspettò che gli stringesse la mano per smaterializzarsi; tuttavia la ragazza iniziò a incamminarsi sul vialetto di casa, traballando un po’ a causa dei tacchi.
"Lily, che cosa fai? Non dobbiamo andare?" le chiese, raggiungendola.
"Infatti! Stiamo andando a piedi al ristorante" tagliò corto lei, prendendolo sottobraccio per non cadere.
"Ah..." esclamò James.
"Scusa, ma per questa sera dobbiamo essere il più possibile dei babbani, perché Petunia ha detto a Vernon che siamo un mago e una strega, ma … è meglio evitare di mostrare i veri noi con loro, ok? Questa sera ti porto nel miglior ristorante di Cokeworth" gli spiegò Lily, voltandosi verso di lui.
James annuì, non del tutto convinto. La sua mente si era fermata su un particolare, che subito sottolineò.
“Scusa … come hai detto che si chiama?” chiese, facendo finta di non aver sentito bene.
“Chi?”
“Il fidanzato di tua sorella”
“Ah! Vernon, Vernon Dursley”
"Vermon, Vermone? Ma che nome è?” esclamò lui per strapparle almeno un sorriso.
Lei fece un sorriso tirato e ridacchiò, ma poi tornò subito seria.
Vedeva l’agitazione di Lily in ogni suo gesto e i tacchi di certo non la aiutavano.
La mano di Lily era ben stretta attorno al suo braccio, il suo sguardo perso in chissà quali pensieri profondi e la sua andatura non era affatto sicura. Ma lei non avrebbe mai ammesso di essere nervosa.
“E comunque, se Vermone lo sa, perché dobbiamo sembrare il più possibile babbani?" chiese James, cercando di capire cosa la turbasse.
"Beh perché... non sono abituati alla magia" spiegò lei, smettendo di ridere.
"Eccoli! Sono là!" disse Lily a James, che guardò nella direzione indicata e vide una ragazza magra e dalla faccia lunga, che non assomigliava affatto a Lily, accanto a un ragazzo grasso e senza collo.
I due non andarono loro incontro, ma aspettarono sul marciapiede davanti al locale di essere raggiunti.
"Ciao Petunia!" salutò Lily.
"Questo è James" disse ancora, presentando James ai due giovani, che sembravano aver perso l'uso della parola.
"James, lei è Petunia, mia sorella" continuò Lily, mentre James allungava la mano destra verso di lei. Ma né Petunia, né Vernon la strinsero, così James lasciò perdere e si passò la mano tra i capelli, rendendo vano il tentativo di Felpato di pettinarli un minimo in occasione dell’appuntamento.
"Io sono Vernon Dursley, il fidanzato di Petunia" dichiarò freddo.
"James Potter" rispose James, sorridendo al pensiero che il nome di "Vermone" gli si addiceva perfettamente.
E si trattenne dal ridere, quando gli venne in mente un tricheco, vestito con un grosso gessato marrone e un farfallino color salmone.
"Entriamo! È già tardi" esclamò Petunia, camminando velocemente verso l'ingresso del ristorante, seguita da Dursley.
"Anche a te è venuto da ridere quando si è presentato, vero?" sussurrò James a Lily, mentre entravano nel locale. Lily non gli rispose, ma gli fece un sorriso nervoso.
Petunia tirò un sospiro di sollievo nel vedere che il loro tavolo era in un angolo del ristorante, abbastanza nascosto e non troppo vicino agli altri clienti.
Lei e Vernon si sedettero vicini, dalla stessa parte del tavolo.
Una volta che anche Lily e James presero posto, a Lily sembrò che il Silenzio occupasse il posto d'onore a capotavola.
Per fortuna, arrivò il cameriere per ordinare.
“Cosa vi posso portare da bere?”
“Lily, qui non hanno la Burrobirra, vero?” chiese sottovoce James a Lily, che non fece in tempo a rispondere.
“Solo acqua, grazie!” esclamò velocemente Petunia con tono isterico, gettando uno sguardo spaventato al cameriere e tutto intorno a loro per vedere se qualcuno poteva aver sentito quella strana parola.
Il cameriere non notò nulla di strano, prese le ordinazioni e se ne andò, lasciando però il gelo sulla tavola, come se fossero stati invitati i dissennatori.
"Allora, come è andata la giornata, Petunia?" cercò di rompere il ghiaccio James, mentre Lily lo ringraziava mentalmente.
"Oh be-bene... Grazie!" rispose lei intimorita, guardando con insolito interesse la sua forchetta.
"Sì, le solite cose da persone normali" aggiunse Vernon, calcando l'ultima parola.
"Petunia, speriamo che la carne sia come quando eravamo piccole, ricordi?" intervenne Lily, cercando di distogliere l’attenzione di James dall'affermazione del fidanzato di sua sorella.
Ma Petunia non rispose, dal momento che Vernon si era alzato e aveva fatto qualche passo verso l’uscita.
“Vernon, dove vai?” squittì lei preoccupata, vedendolo allontanarsi.
"Scusa Tunia, ma controllavo la mia macchina nuova" spiegò lui, guardando attentamente fuori dalla vetrina per, poi, tornare a sedersi.
E visto che nessuno sembrava interessato all'argomento, Vernon continuò "ho appena comprato una Bentley T2".
"Sì, è proprio bella!" esclamò orgogliosa Petunia "e non tutti possono permettersela!"
“Sì, è veramente un bel bolide” ribadì il suo fidanzato.
James rimase stupito dall’affermazione e si chiese come fosse possibile che un babbano potesse comprare un bolide. Inoltre doveva sbagliarsi perché non aveva mai sentito di un modello simile. Ma i suoi pensieri furono spazzati via dalla voce di Vermone.
"E tu, Jack, puoi permettertela una macchina?" chiese Vernon sprezzante a James.
"Mi chiamo James e non lo so..." gli rispose, per poi chiedere con curiosità a Lily "io posso permettermi una macchina?"
Lily rise e gli spiegò "No, James! Non puoi comprare una macchina. È un mezzo di trasporto babbano a quattro ruote. Le avrai viste sicuramente quella volta che tu e Sirius siete andati in giro per Londra”
James sorrise e capì che il termine usato da Vermone indicava quelle scatole di metallo attorno a loro, quando stavano scappando dai Mangiamorte a bordo di una moto.
Vernon non la prese molto bene.
"Tunia, davvero non sa cos'è un'auto? mi sta prendendo in giro?" chiese scandalizzato, girandosi verso la futura sposa.
Petunia strinse le labbra, troppo imbarazzata per rispondere.
"No, allora non ho una macchina. Però il mio amico Sirius ha preso in prestito una moto una volta e mi ha fatto fare un giro" disse James, lanciando uno sguardo complice a Lily e cercando di compiacere Vernon.
"Ha preso in prestito? Ah si dice così al giorno d'oggi, eh?" sussurrò Vernon a Petunia.
"Comunque anche se non conosci le macchine, la mia è un modello della Bentley, una berlina. Ormai la Bentley è sotto il marchio della Rolls Royce, ed è per questo che la mia serie T è praticamente uguale a una Rolls Royce silver shadow!" spiegò Vernon orgoglioso.
"Ah, questo spiega tutto!" disse James, facendo finta di aver capito.
"Sono come i modelli delle scope, James!" gli venne in aiuto Lily, che cercava di non scoppiare a ridere.
"Scope?" squittì Petunia, guardandosi intorno per vedere se qualcuno stesse ascoltando quella strana conversazione.
"Scope da corsa, Petunia. E io ho l'ultimo modello Nimbus 1010: più elegante di una StellaFreccia, molto più veloce di una Comet e la più maneggevole tra le scope, anche più di una Scopalinda!" spiegò James, elencando i pregi della sua scopa.
"James!" provò a contenerlo Lily.
"Ha qualche problemino durante la finta Wronsky ma è un rischio che si deve accettare nel Quiddich" continuò James a ruota libera pur di impressionare Vermone.
"Di cosa sta parlando, Petunia?" chiese Vernon alla fidanzata, che ora preoccupata, stringeva l'avambraccio di Vernon.
"Non ne ho idea!" rispose lei con voce tremolante.
"James!" lo avvertì Lily, posando la mano sinistra sul suo avambraccio.
James, che stava ancora parlando di pluffa e bolidi, si zittì immediatamente, proprio nel momento in cui arrivò il cameriere con le ordinazioni.
Lily ormai come Petunia non aveva più molta fame, al contrario di Vernon, che aveva ordinato, solo per lui, un piatto di carne con patate e salse per minimo due persone.
Tutti e quattro stavano mangiando, fissando il proprio piatto.
Il silenzio, che prima Lily voleva rompere a ogni costo, regnava di nuovo sovrano; ma Lily non fece nulla per farlo sparire, anzi era meglio il silenzio rispetto ai discorsi di Vernon e alle candide risposte di James.
Ma il fidanzato di sua sorella non sembrò apprezzarlo quanto lei.
"Di cosa si occupano i tuoi genitori, John?" chiese, tra un boccone e l'altro.
James infastidito per lo sbaglio di Vernon stava già per rispondere con un "ehi Vermone, mi chiamo JAMES!", invece si girò verso Lily, in cerca di aiuto. Lei gli rivolse uno sguardo di gratitudine per non aver nominato Auror e Medimagi.
"Suo padre è una specie di investigatore, dà la caccia ai criminali e sua madre è un medico" tagliò corto Lily al posto di James, per evitare altre domande.
"Ah quindi è suo padre che ha sbattuto quel suo amico in galera per aver rubato una moto?" chiese Vernon, mentre addentava una salciccia.
"Cosa? Sirius non ha rubato niente!" esclamò James, ancora più nervoso, lasciando ricadere una patata arrosto nel piatto.
"Ah è vero, forse è stato il nostro Johnny qui a rubare" disse non troppo piano Vernon a Petunia.
James sentì. E puntò la forchetta contro a quel tricheco come per scagliargli un bel Levicorpus, ma fu fermato in tempo da Lily.
"Vernon, nessuno ha rubato niente, ci siamo capiti?" gli disse Lily con tono autoritario.
"Certo! Stavo solo scherzando!" rispose Vernon con una risatina fastidiosa.
Petunia era sempre più pallida e il contenuto del suo piatto non era stato ancora toccato.
"Io pensavo che quelli come voi fossero tutti disoccupati! Pensavo che viveste grazie a sussidi di disoccupazione. Ma sono contento di sapere che i tuoi genitori hanno tutti e due un lavoro con cui mantenerti" continuò Vernon.
"Vernon, anche io e James abbiamo un lavoro e nessuno deve mantenerci" rispose Lily, prima che James scoppiasse e dicesse cosa veramente pensasse di lui.
"Hai sentito, Petunia! Meno male! E io che temevo che il nostro povero stato dovesse provvedere anche a questi..."
"Ora, basta! Noi non siamo ladri, né vagabondi, anzi la mia famiglia ha montagne di oro nella nostra camera blindata alla Gringott, che tu non puoi neanche immaginare con quella testona che ti ritrovi!" esclamò James ormai arrabbiato.
"Mi stai prendendo in giro, Jake? non accetto che qualcuno si prenda gioco di me: prima le scope, poi voi che lavorate e che non rubate ai cittadini onesti come noi, ed ora tu saresti anche ricco?" sussurrò Vernon irato, per non farsi sentire dagli altri tavoli, mentre la sua faccia diventava paonazza.
"Vernon, nessuno ti sta prendendo in giro. Diglielo Tunia!" disse Lily, cercando di calmare le acque. Ma la sorella aveva gli occhi puntati sul suo piatto, sperando che fosse quest’ultimo a mangiare e a far sparire lei.
Ma Vernon si era già alzato, abbandonando il suo piatto.
“No, aspetta …” provò a fermarlo James inutilmente.
"Basta! Non voglio sentire una parola di più da VOI! Andiamo via, Petunia!" ordinò alla fidanzata.
Lei guardò sua sorella come se avesse visto qualcosa di disgustoso e poi Vernon. Poi si alzò e si mise il cappotto, mentre Vernon lasciava sul tavolo dei soldi per pagare ciò che avevano preso lui e Petunia.
"Petunia!" la chiamò Lily, alzandosi a sua volta.
Ma sua sorella non si girò, anzi si aggrappò ancora più forte al braccio di Vernon e uscì velocemente dal ristorante.
Lily rimase in piedi a fissare la porta che si era appena chiusa dietro ai due.
Le aveva concesso una possibilità per rimediare, e invece lei aveva rovinato tutto.
Si girò verso il tavolo e verso James che la stava fissando, anche lui in piedi.
Lily non lo guardò.
"Lily, senti mi dispiace..." provò a dire James, ma Lily non voleva ascoltarlo.
Prese il cappotto dalla sua sedia e infilandoselo corse verso la porta.
"LILY!" sentì gridare James, dietro di lei, lungo il marciapiede.
Lei non si girò e continuò a camminare più veloce che poteva, ma a causa dei tacchi James la raggiunse facilmente.
"LILY, ti prego ascoltami"
"Lasciami stare!" disse Lily, scansandolo, mentre cercava di trattenere le lacrime, che, sfuggendole, bagnavano le sue guance nell'aria fredda di gennaio.
James non si diede per vinto, la raggiunse di nuovo e questa volta la trattenne per un braccio.
"Lily, mi dispiace, quel Vernon, continuava a provocarmi, non ce la facevo più a lasciarci insultare così!" le spiegò James.
"Hai rovinato tutto, James Potter!" gli gridò contro lei, dandogli dei pugni sul petto, come a sottolineare ogni parola.
James si lasciò colpire e quando lei smise di picchiarlo, la abbracciò stretta, mentre lei continuava a piangere.
"Mi dispiace, scusa..." riprovò il ragazzo.
"Era la sola occasione per riavvicinarmi a mia sorella!... Ora mi odierà per il resto della vita" si sfogò Lily, singhiozzando sulla spalla di James.
"No, Lily! Stai tranquilla, la prossima volta sistemerò tutto con Vernon. Me lo farò diventare simpaticissimo" le disse James.
"James non ..." provò a interromperlo Lily.
"Ti prometto che la prossima volta sistemerò tutto" le promise James, guardandola negli occhi, ancora più verdi del solito a causa del pianto.
 
 
 
Note dell’autrice:
Buonasera a tutti!
Questo è uno tra i capitoli che è stato più facile da scrivere. Mi sono ispirata a ciò che ha detto J.K. Rowling riguardo a Petunia e Vernon Dursley su Pottermore, dove racconta di un fallimentare appuntamento a quattro tra i futuri signori Dursley e Lily e James. E ho inserito il nome della cittadina d’origine di Lily e Petunia, Cokeworth, svelato recentemente su Pottermore nella prima sequenza de il principe mezzosangue.
Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate del capitolo silenziosi lettori, perché mi aiuterebbe molto per migliorare e per sapere se sto andando nella direzione giusta con lo svolgimento della storia.
Tanti auguri di Buon Anno Nuovo
Frasca
 
 
  
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