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Autore: Niley story    29/12/2014    16 recensioni
-Sono complicata- dice lei lei guardandolo negli occhi-Avremo un amore complicato- risponde lui sorridendo mentre scrolla le spalle. Lei nega col capo -Non è così facile- lui come al solito ha la risposta pronta e il sorriso indelebile -Non mi sono mai piaciute le cose facili. Le cose facili sono noiose-
Ta daaa eccomi qui con una nuova storia di...JORTINI (ma no dai chi se lo aspettava? lol)
Allora il pezzo è tratto da un capitolo ma non chiedetemi quale perché ancora non lo so lol
In questa storia Tini ha 20 anni e ha avuto una vita tutt'altro che facile. Dopo un lungo periodo di assenza deve tornare a Buenos Aires e lì si ritroverà ad affrontare i fantasmi del passato che tanto l'hanno torturata. Poi c'è lui Jorge, il ragazzo solare, simpatico e al 100% playboy...ma quale storia nasconde dietro al suo sorriso? Potrà lui aiutarla a fare i conti con il suo passato e riuscire ad aprire il suo cuore?
...A Jortini story...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~Cinque minuti. Sono passati cinque minuti e non è ancora arrivato nessuno. Che la presenza di Jorge abbia intaccato i piani del mittente e quindi abbia deciso di non farsi vedere? Possibile? Dannazione! Non scoprirò mai chi cavolo mi ha mandato quel computer. << Martina, ciao! >>  alzai di scatto la testa e vidi il sorriso tranquillo e disinvolto di Nicolas << Nico, ciao >>  mi guardo intorno per vedere se Damien è con lui ma non mi sembra << Cosa ci fai qui? Anche tu marini la lezione come noi? >>  << Shh! >>  lo riprende immediatamente il bibliotecario << Scusi >>  Nicolas si gratta la testa imbarazzato e poi si siede di fronte a me e mi sorride << Noi? >>  chiedo inarcando un sopracciglio, istintivamente lancio uno sguardo dietro di lui per tornare a verificare che Damien non fosse nei paraggi << Damien è nella sezione di astronomia >>  parlavamo a bassa voce in modo da non scatenare la ira dei bibliotecari << Oh… >>  mi limitai a quello perché onestamente non sapevo cos’altro dire. << Allora…come va? >>  << Bene…grazie. Te? >> << Bene, anche io… >>  entrambi annuivamo col capo senza sapere cosa dire di preciso, la verità è che eravamo in imbarazzo. Lanciai uno sguardo all’orologio appeso al soffitto, erano passati altri cinque minuti, c’è troppa gente che mi sorveglia in questo istante, Jorge, Nico e da qualche parte c’è anche Damien. Magari è per questo che la persona misteriosa non si è avvicinata a me e non lo farà. Decido che è meglio allontanarmi e vagare un po’ per i vari scaffali, forse lontano da occhi indiscreti riuscirò ad avvicinarlo. << Scusami Nico ma ora devo proprio andare >>  << Sì certo, tranquilla >>  << Ci vediamo in giro >>  << Ciao >>  gli sorrisi e mi allontanai. Mi guardavo intorno ancora tesa ma sembrava che nessuno mi guardasse ma niente. È così snervante, involontariamente mi trovai di fronte a Damien, sul punto di fargli cadere i libri da mano. Ci guardammo negli occhi, nei suoi lessi solo disprezzo << C-ciao Dami >>  balbettai non sapendo cosa dire << Ciao >>  fu un saluto freddo, di educazione, nient’altro. Forse era ancora ferito per il modo in cui lo avevo scaricato, mi passa accanto ignorandomi del tutto, suppongo si diriga verso Nico. Anche se non ero innamorata di lui e non lo sono neanche ora, la sua freddezza mi ferisce comunque, in fondo lui è una brava persona e si è sempre comportato in modo corretto con me. Sospirai e decisi che ero stanca di aspettare l’uomo invisibile, Jorge era poco distante dall’entrata della biblioteca, quando mi vide uscire mi venne in contro. << Allora? Sbaglio o non ti si è avvicinato nessuno a parte…quello che stava dietro a Lodo? >>  sospirai << No, non sbagli. Forse ha visto te oppure lui e ha deciso di non avvicinarsi dannazione! Sono di nuovo punto e a capo capisci?! Non so chi cavolo mi ha mandato quel fottuto computer dannazione! >>  portai le mani alla testa in segno di sfinimento << Hey sta tranquilla. Lo troveremo okay? >>  so che Jorge voleva solo tranquillizzarmi e che in fondo neanche lui sapeva come avremmo trovato questo fantomatico tizio tuttavia la sua sola presenza per me contava sempre, lui mi dimostrava sempre, costantemente che non ero mai sola.
Quella sera distesa sul letto di Jorge fissavo il soffitto. Lui era poggiato con il capo sul mio grembo, gli avambracci lungo le mie cosce e le mie mani tra i suoi capelli. Non riuscivo a smettere di pensare a quel dannatissimo incontro che non c’è stato. << Sweety? >>  << Sì? >>  Jorge solleva il capo posano il mento sul mio ventre << Smettila di pensarci e dormi >>  << Non posso! Tu non capisci...io non ho mai raccontato a nessuno la mia storia a parte te e sapere che lì fuori c’è qualcuno che sa, che ha SEMPRE saputo mi…mi… >>  chiudo gli occhi con forza non riuscendo a trovare le parole giuste, qualche lacrima mi si forma scorrendo negli angoli degli occhi. D’un tratto sento le braccia di Jorge avvolgersi intorno al mio collo, non mi ero neanche accorta che si fosse scostato da me per raggiungere il cuscino e stare al mio fianco. << Lo so Sweety, lo so. Neanche io posso credere che qualcuno ti abbia fatto questo ma chiunque sia la pagherà >>  aprii di scatto gli occhi a quelle parole e alzai capo, << No Jorge! Quello che è successo con Fernando non deve succedere più >>   dico categorica. Fernando non si era rivolto alla polizia, ma sua madre è stata costretta dato che abita sotto lo stesso tetto della famiglia di Jorge, ma questa persona poteva farlo senza problemi e l’ultima cosa che volevo era Jorge in galera a causa mia.  << Sta tranquilla >>  << Con te non posso mai stare tranquilla >>  lo guardai seria mentre lui stava facendo uno dei suoi sorrisi sghembi << Ah no? Come mai?...ti metto in agitazione? >>  la sua capacità di passare da un argomento serie e uno molto più leggero e scherzoso era sorprendente, beh come le sue altre mille qualità direi. << Non cercare di cambiare discorso >>  cercai di restare seria ma lui sembrava fregarsene altamente << Ma io non voglio cambiare discorso… >>  sussurra al mio orecchio destro con voce roca << In realtà…non voglio neanche tenere un discorso in questo momento >>  mi bacia lì vicino l’orecchio e lentamente scende lungo il collo. Questo ragazzo sa esattamente cosa fare per distrarmi, le sue mani sfiorano la mia pelle sul tessuto della maglietta del pigiama, un top con le bretelline. << Sei un bastardo >>  ansimai con gli chiusi gli occhi gettando il capo all’indietro, lo sentii ridere mentre la sua bocca risaliva fino ad arrivare al mento << Un po’ ma hey sei tu che mi sproni >>  sono io che ti sprono eh? Affonda le sue labbra sulla mie senza darmi il tempo di replicare, mi sento la testa schiacciata sul cuscino per la pressione esercitata dalla bocca di lui sulla mia. Si muove lentamente, con passione, come se potesse divorarla, avvolgo le braccia intorno al suo collo come se potessi attirarlo di più a me, la sua lingua assapora lentamente le mie labbra costringendomi a schiuderle, si scontra con la mia, sollevo di poco la gamba sinistra tra le gambe di lui, lo sento gemere il mio nome << Martina >> . Quel semplice gesto bastò a farmi tremare, con uno scatto si allontanò posando la schiena sul materasso, mi lascia lì immobile con un senso di vuoto. Il calore che si stava diffondendo nel mio corpo lentamente si dissolve. Mi volto verso di lui e lo guardo, il suo respiro è leggermente irregolare per il profondo bacio di poco fa e mi rendo conto che lo è anche il mio. << Che c’è? >>  domando confusa, lui mi guarda con aria di rimprovero << Sai benissimo che c’è >>  sorrisi innocentemente quando capii a cosa si riferiva, non l’avevo fatta apposta non era meditato ma evidentemente gli avevo provocato qualcosa. << Qual è il problema? Non l’ho fatta apposta >>  << Questo rende tutto ancora più preoccupante Sweety >>  << Perché? >>  << Perché… >>  si solleva poggiando la guancia sinistra sul palmo della mano e reggendosi sul gomito << …Io sono un ragazzo e per me resistere ad una ragazza come te è difficile. Davvero difficile. Se poi la ragazza è anche quella che amo mi diventa impossibile. Quindi tu non puoi muoverti così non facendolo apposta capisci? >>  sorrisi quando disse che ero la ragazza che ama. Gli presi il volto tra le mani e lo costrinsi a venire giù con me un’altra volta mentre continuavo a baciarlo. << Basta così poco per farti andare in papa il cervello? >>  domandai ridendo quando il nostro bacio finì << Con te sì. Con te anche un solo sguardo basta e avanza >>  mi morsi il labbro inferiore alle sue parole << Beh…ne sono onorata >>  << Io sono onorato di averti con me >>  mi diede un bacio sul naso, chiusi gli occhi a quel contatto, la sua dolcezza sapeva essere disarmante. Gli Accarezza la guancia con la mano destra, lentamente lui voltò il capo per potermi baciare il palmo. << Tu non puoi essere reale, non puoi esistere davvero >>  sorrisi << E perché no? >>  << Perché sei perfetta, troppo per questo mondo >>  la semplicità con cui disse quelle parole, come se stesse dicendo un semplice “ciao” era stupefacente, l’intensità del suo sguardo era come un cristallo trasparente, non fai fatica a guardarci attraverso, non facevo fatica a capire che era sincero. << Se la metti così allora non dovresti esistere neanche tu…perché io penso la stessa cosa di te >>  mi si avvicina lentamente per poter donarmi un altro casto bacio, breve questa  volta. << Non puoi neanche immaginare quanto io ti desideri Sweety. Quanto desidero che tu mi appartenga, per sempre >>  << Per sempre è molto tempo >>  feci scorrere i polpastrelli delle dita dalla guancia al mento, lungo il collo, fino ad arrivare al petto e seguivo con lo sguardo i miei movimenti << Troppo poco paragonato all’infinito. L’infinito. Vorrei averti all’infinito >>  sollevai lo sguardo per vederlo in volto, aveva gli occhi chiusi, come se stesse godendo delle mie carezze e gli piacessero davvero tanto. Mi fermai e premetti il palmo della mano sul suo petto nudo, scolpito. << Jorge? >>  al mio richiamo aprì gli occhi. << Grazie >>  sussurrai guardandolo negli occhi << Per cosa? >>  << Per avermi cambiato la vita. Da quando ti conosco io sono più…più forte. Più coraggiosa, sento di poter fare qualsiasi cosa se lo voglio, compreso affrontare le mie paure >>  << Allora anche io devo ringraziare te >>  sussurra, mi si avvicina e mi dà un dolce bacio sulla fronte << Perché tu mi hai aiutato a fare i conti con il mio passato e ora non posso più fare a meno di te >>  sorrisi e allungando la mano sinistra riuscii ad afferrare il cuscino, << Aha però adesso basta non mi piace essere troppo sdolcinata >>  con un gesto rapido glielo diedi in piena faccia cogliendolo di sorpresa e facendolo cadere sul materasso. Risi guardandolo  << Sei una piccola traditrice, questo è un colpo basso >>  si lamenta lui mentre prendo posizione sedendomi sul suo grembo a  cavalcioni, continuai a prenderlo a cuscinate e lui mi bloccò i polsi facendo in modo che colpissi me stessa col cuscino. Scherzammo e ridemmo ancora per un po’ fino a quando entrambi non cademmo in un sonno profondo.
Il giorno seguente fu tranquillo e mi imposi di smettere di pensare al mittente di quella lettera. Chiunque fosse sapevo che si sarebbe fatto risentire. Quel sabato decidemmo di andare al cinema a vedere un film comico dato che i ragazzi volevano vedere un horror e noi uno romantico, il comico sembrava l’unica via di mezzo che accontentasse tutti. << È stato un film stupido >>  dice Diego mentre usciamo, poggia il braccio intorno al collo di Lodo << Potevamo comprarci il gelato con quei soldi >>  si lamenta Fran << Ooo ma se avete riso tutto il tempo! >>  Lodovica li stronca subito << In oltre era molto divertente! Soprattutto la parte in cui i protagonisti si sono travestiti da orsi per fuggire alle ex >>  alle parole di Cande sia lei che noi ragazze scoppiammo a ridere << Insomma è la tipica scena che tu dici, una cosa del genere accade solo nei film >>  continuo io e tutte tre guardiamo i ragazzi continuando a ridergli in faccia, loro hanno un’espressione irritata offesa che cercano di mascherare facendo una risata molto falsa. << Ma quanto siete spiritose! >>  dice Jorge e mi dà una leggera spinta sufficiente a farmi barcollare << Hey!!! >>  gli do un pugno sul braccio in segno di protesta. << Però bisogna ammettere che il vestito da orso rosa ti stava davvero a pennello >>  Lodovica continua a prendere in giro il suo ragazzo continuando a farci ridere ma questa volta anche Jorge e Fran si unirono a noi << Vogliamo smettere di parlare di questa storia?! >>  mio cugino continua a tenere il broncio mentre ci avviciniamo alla macchina di Jorge. La domenica andammo a mangiare una pizza fuori e la sera andammo a casa di Cande, i suoi genitori erano fuori città così la casa era a nostra disposizione. Guardammo qualche film, ci imbottimmo di schifezze varie e prendemmo qualche gioco di società per perdere tempo. Verso le due tornammo tutti a casa tranne Fran che decise di rimanere con Cande.
Lunedì al nostro ritorno da scuola vedemmo i genitori di Jorge caricare la macchina con le valige, avevano il volo per Parigi alle 15:53. A cena, fu strano mangiare senza di loro, per fortuna che c’erano Cande e Lodo a riempire la tavola, restarono a dormire con noi dato che i genitori di Cande sarebbero tornati mercoledì, Lodo invece…beh i suoi genitori erano a casa restò comunque da noi.
Se la cena di lunedì sera mi era sembrata strana, quella di martedì lo fu ancora di più. Oltre all’assenza dei signori Blanco c’era anche quella di Fran che restava a dormire da Cande e quella di Diego che aveva programmato non so cosa con Lodo e quindi non sarebbe tornato per cenare con noi. Così a tavola c’eravamo solo io, Jorge, Fernando e Cassandra. Nessuno disse nulla, ci lanciavamo solo degli sguardi ogni tanto, era un silenzio fastidioso, appena finii mi alzai in piedi e andai in salotto con Jorge. Per via di Fernando e Cassandra anche quella sera dovemmo fingere di andare ognuno nella sua stanza a dormire. Erano le 23:45, considerando che la mia adorabile matrigna e suo figlio fossero andati a dormire un quarto d’ora fa posso ritenermi al sicuro no? Chiusi la porta della mia stanza a chiave come al solito, Jorge in genere l’apriva la mattina prima di prendermi in braccio e mettermi nel mio letto. Entrai nella sua stanza e lo vidi in piedi vicino la scrivania, aveva solo i pantaloni del pigiamo come al solito. << Hey >>  richiamai la sua attenzione chiudendo piano la porta e poi mi gettai sul letto << Hey, vieni? >>  mi tese la mano e io lo guardai trova << Vieni?! Dove?! Credevo che dovessimo dormire >>  lui sorride << Sì ma visto che non c’è quasi nessuno in casa ho pensato che possiamo dormire da un’altra parte >>  << Dove? >>  << Se vieni con me lo scoprirai >>  guardai la sua mano prima di afferrala, non perché avessi paura di prenderla ma perché ero curiosa di sapere quali fossero le sue intenzioni. Aprì la porta e io gli andai dietro, quando vedo che ci stiamo dirigendo verso la piscina mi fermo e lo tiro << Non vorrai mica uscire fuori vero? Voglio dire hai notato che sono scalza vero? >>  lui si volta e mi sorride << E allora? >>  << Jorge il mio pigiama è composto da un pantaloncino e un top. E siamo a settembre. Non è estate. Se hai intenzione di buttarmi in piscina sappi che non mi va l’idea >>  << Cammina donna di poca fede >>  mi trascina e apre la porta che conduce alla piscina. Sono sempre più convinta che la sua sia una pessima idea << Ti ricordi…cos’è successo esattamente sei mesi fa? >>  chiede di punto in bianco << Sei mesi fa? >>  << Il 23 marzo >>  mi soffermo a pensare mentre camminiamo verso la palestra nella casetta in piscina, << Mmm…il 23 marzo è stato quando sono arrivata qua giusto? >>  << Sì, esattamente, quindi… >>  << Quindi…è il giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta? >>  rispondo entusiasta convinta di aver trovato la soluzione << Brava, ci sei arrivata. Sei molto sveglia eh >>  apre la porta scorrevole della palestra e si sposta per farmi entrare per prima << Aha, io sono sveglia! >>  << Mai messo in dubbio >>  << Ma se lo hai appena fatto! >>  << Ah sì? >>  << Sì! >>  << Me ne farò una ragione >> . Cerco di fare attenzione a non inciampare da nessuna parte, so di trovarmi in palestra questo vuol dire che i miei piedi sono in serio pericolo nel caso dovessero urtare vicino ad uno di quei macchinari. << Senti un po’, a te non è venuta voglia di una lezione di kick boxing notturna vero? >>  << Hahaha non riesci ad essere sveglia di pomeriggio e ti do lezioni di sera? >>  << SCUSA?! >>  << Dai entra >>  apre la porta della stanza da letto che si trova nella casetta in piscina, credo di non essere mai entrata in quella stanza dato che non ce ne mai stato il bisogno, riesco a vedere una luce fioca quando lui apre la porta e curiosa di vederla mi avvicino. Resto a bocca aperta, centinaia di candele sono sparse nella stanza, c’è un enorme letto a baldacchino nella stanza, ha delle tende bianche velate, è stupendo, lo stile della stanza è tuttavia moderno, non ci sono molti mobili, solo due comodini ai lati del letto e un mobile con i cassettoni leggermente più distante dal letto. Resto senza parole guardando quel posto << Volevo…creare una certa atmosfera, ma non eccessivamente romantica…insomma volevo metterci dei petali rossi però poi mi sembrava inutile e esagerato e… >>  sorrido voltandomi verso di lui << È perfetto >>  lo interrompo avvicinandomi a lui poggio gli avambracci sulle sue spalle e congiungo le mie mani dietro il suo collo ma senza toccarlo. Lui ricambia il sorriso e mi poggia delicatamente le mani sui fianchi << Sei mesi fa precisi, mi hai cambiato la vita. Ho pensato che…potevamo dormire tranquillamente qui, insomma Cassandre e Fernando possono pensare che siamo usciti presto, non verranno a cercarci. Quindi possiamo dormire tranquillamente quanto vogliamo qui… >>  vedo che china lo sguardo in segno di imbarazzo e credo sia arrossito, è raro vedere Jorge Blanco in imbarazzo << Aha…e tu avresti fatto tutto questo solo perché volevi che dormissimo qui giusto? >>  << Sì…beh, come vuoi >>  balbetta continuando ad evitare il mio sguardo. Mi mordo il labbro inferiore guardandolo, è di una dolcezza inspiegabile. << Jorge >>  lo richiamo in modo che mi guardi negli occhi << Ecco…tu sai che io… >>  << Sweety non voglio metterti fretta okay? Non voglio che tu pensi che… >>  << No! Jorge! Fa parlare me >>  annuisce imitando lo stesso gesto che ho fatto io poco fa con la bocca. Faccio un sospiro prima di parlare << Non ho mai…fatto l’amore ma so per certo che tu sei l’unica persona con cui potrei farlo. So che lo vuoi perché mi ami, lo so perché lo voglio anche io >>  << Davvero? >>  << Sì, davvero >>  lo vedo sorridere mentre allunga la mano destra sulla mia guancia per accarezzarmi << Neanch’io ho mai fatto l’amore. Sarà la prima vera volta per entrambi >>  sorrido negando col capo. Voleva fingere che il nostro passato non esistesse, per una sera voleva fingere che non esistesse niente e nessuno al di fuori del nostro amore. Non sapevo ancora se ero in grado di andare fino in fondo ma volevo provarci, per lui e per me. Durante quel mese insieme, poco a poco, passo a passo come ha detto lui, ci siamo avvicinati più volte a quel momento ma poi si fermava sempre, sapevo che lo faceva per me ma spesso ho desiderato che non lo facesse. E adesso che tutto sembrava fosse lì per noi non volevo tirarmi indietro. Le sue labbra si posarono sulle mie lentamente, con dolcezza. Un bacio breve e casto che mi lasciava con una goccia di amaro in bocca, perché non volevo che finisse. << Ti amo, non dimenticarlo mai >>  sorrisi alle sue parole << Anch’io Jorge, ti amo >> . Posò nuovamente la sua bocca sulla mia, questa volta in modo più decisivo, più possessivo, in una silenziosa promessa d’amore. Le sue braccia scivolano circondandomi la vita con forza, mi alzo sulle punte dei piedi, avvolgo il braccio sinistro intorno al suo collo e poggio la mano destra sulla sua guancia ricambiando quel bacio, ancora, ancora e ancora. Sembravamo diventati una cosa sola, nessuno dei due voleva separarsi dall’altro. Lentamente mi spinse indietro in modo da farmi indietreggiare di qualche passo, la sua mano sinistra si poggiò sulla mia coscia per accarezzarla alzandola di poco, feci leva sugli avambracci che erano poggiati sulle sue spalle e con un salto gli circondai la vita con le gambe. Lui mi afferrò prontamente per impedirmi di cadere, il nostro bacio continuando in eterno a trasmettere calore ai nostri corpi. Quando l’aria nei polmoni finì separammo le nostre labbra di poco, le nostre fronti si congiunsero, il mio indice destro accarezzava il labbro inferiore di lui e sfiorava il mio. Lo sentii indietreggiare ancora e al contempo tornare a catturare la mia bocca con la sua come se gli servisse la mia aria per poter respirare. Mi poggiò delicatamente sul letto e lentamente si separò da me, le luci delle candele permettevano di vedere chiaramente i nostri volti e i nostri movimenti. I suoi occhi sono fissi nei miei anche nell’istante in cui le sue mani sollevano di poco la maglietta del pigiama. Lentamente lo vedo chinare il capo, chiudo gli occhi e sento le sue labbra sul mio ombelico, continuò a baciarmi lì intorno con estrema cautela come se non volesse perdersi neanche un centimetro del mio corpo. La mia mano sinistra era vicino al mio capo mentre la destra percorreva il braccio di lui fino a raggiungere la spalla. I suoi baci erano come un marchio, qualcosa che bruciava come il fuoco e mi faceva ribollire il sangue nelle vene. Sento il dorso delle sue dita accarezzarmi l’avambraccio sinistro, quando arriva al polso sono i suoi polpastrelli a sfiorarlo con delicatezza, raggiungono il palmo della mia mano per poter intrecciare le nostre dita. In quel momento mi rendo conto che il mio corpo sta tremando ma non solo, anche il suo lo sta facendo e so perché. La sua attenzione, il modo in cui cerca di controllare i suoi impulsi sono…non trovo le parole, e tutto per me. Ancora una volta mi guarda negli occhi una volta aver tracciato il contorno del margine del reggiseno con i suoi baci. << Sei bellissima >>  gli sorrido mentre le dita della mia mano destra si intrufolano tra i suoi capelli << Anche tu lo sei >>  decisi di dargli una spinta in modo da far stendere lui sul materasso, io ora ero a cavalcioni su di lui, lo vedo sorride << Che fai? >>  sussurra guardandomi. Afferro i bordi della mia maglietta e mi avvicino al suo orecchio << Non sono di cristallo Jorge, quindi smettila di trattarmi come se lo fossi. Non mi romperò ma ho bisogno che tu mi faccia sentire il tuo amore come vuoi farlo davvero, senza trattenerti. >>  torno in forme eretta con la schiena e con un audacia che non pensavo di avere mi tolsi la maglietta e la lasciai cadere a terra. Lui sgranò gli occhi evidentemente sorpreso, non mi pare di averlo mai fatto. Gli sorrido e lui cerca di alzarsi per avvicinarsi a me ma lo blocco poggiandogli una mano sul collo e costringendolo a non muoversi. Mi chino con la schiena per potergli dare un bacio in pieno petto, continuo avvicinandomi alla spalla sinistra e formo un percorso con le labbra, con la lingua, lo sento ansimare e noto che ha chiuso gli occhi. Gli bacio il collo e mi avvicino all’orecchio mordendo il lobo, le sue dita premono con forza sui miei fianchi provocandomi un leggero e piacevole dolore. << Martina… >>  << Shh >>  sussurrai prima di continuare a baciarlo sulla guancia, fino ad arrivare alle labbra. Quando la mia bocca si unì alla sua schiuse immediatamente le labbra in modo che la mia lingua si intrecciasse con la sua. Era bello prendere redini della situazione, un’esperienza nuova che mi piaceva non poco. Sentivo il calore bruciare la mia pelle una cosa già successa in questa situazione ma in passato sapevo che non saremmo andati fino in fondo mentre adesso sì. Con uno scatto finisco nuovamente sotto il corpo di Jorge, il suo modo di toccarmi, di baciarmi era diventato più frenetico, più possessivo. I polpastrelli delle sue dita percorsero più volte i lineamenti dei miei fianchi mentre le sue labbra premevano con violenza sulle mie, sentivo di non poter respirare ma mi piaceva, molto. Le sue mani salirono ancora di più sfiorando il mio seno, gemetti sulla sua bocca per il modo in cui il mio corpo stava reazionando. Era come se tutto il sangue fosse arrivato cervello mandandomi in completa confusione. Lo sentii tirare la molla del mio pantaloncino, sollevai i fianchi in modo da aiutarmi a toglierlo definitivamente. I suoi baci abbandonarono le mie labbra per poi posarsi sul mento, gettai il capo all’indietro per facilitargli l’accesso al collo. Le scosse che mi mandava in tutto il corpo erano come una scarica elettrica di energie e pulsazioni. Feci scendere le mie mani lungo il suo addome arrivando al margine del suo pantalone << Jorge… >>  ansimai il suo nome inarcando la schiena, lui sembro capirmi al volo perché in un attimo si tolse i pantaloni. Coprì entrambi con le lenzuola lasciandomi una frazione di secondo in assenza del calore emanato dal suo corpo. Quei secondi mi sembrarono eterni, appena mi si avvicinò gli afferrai l’avambraccio per avvicinarlo, posai entrambe le mani sulle sue guance e mi rotolai sopra di lui. Mi strinse tra le sue braccia, la mano destra mi accarezzava la schiena mentre la sinistra scendeva dai glutei alla coscia. Mi aprì il gancio del reggiseno e così fui costretta a sedermi su di lui in modo da toglierlo, quando lo feci lo senti gemere e sollevare di poco i fianchi sotto di me << Dio Sweety… >>  si sollevò con la schiena facendo sfiorare il mio petto con il suo, entrambi avevamo già il respiro affannato, avvicinò il suo naso al mio corpo per poter sentire il mio profumo, mi baciò sulla parte appena scoperta facendomi gemere. Affondai ancora una volta le dita nei suoi capelli, li tirai di poco mentre continuava a farmi tremare ma non per la paura, ma per l’immenso piacere che mi stava dando. Era come se l’aria nei polmoni non fosse mai a sufficienza, mai. Finì un’altra volta sotto di lui, schiacciata dal suo peso, dal suo petto sul mio << Jorge… >>  ansimai il suo nome e prima che me ne rendessi conto eravamo del tutto nudi. Tornò a posare la sua fronte sulla mia, aprii gli occhi per potermi specchiare nei suoi, per poter ammirare la persona che amavo senza alcun’ombra di dubbio. Il contatto visivo in quel momento era importante, mi serviva a non perdere mai il contatto con la realtà, a non perdere un secondo di ciò che stava accadendo. << Sweety se non vuoi devi… >>  << No! >>  la mia voce uscì quasi come l’urlo di una ragazzina che si trova davanti il suo idolo. Lo volevo, volevo sapere cosa si prova a sentire l’amore di un’altra persona. Senza farselo ripetere entrò in me con uno scatto facendomi urlare e chiudere forte gli occhi. Poco dopo li riaprii e lui iniziò a spingere. I nostri corpi si muovevano all’unisono, sentivo il cigolio delle molle del materasso, sentivo la sensazione di pienezza nell’unione dei nostri corpi, sentivo la lava di un vulcano in eruzione ribollirmi ovunque. Era una fortuna che fossimo lontano da casa perché ero sicura che se fossimo rimasti lì chiunque avrebbe sentito le nostri voci << Jorge! >>  era l’unica cosa che riuscivo a dire, le mie mani scivolarono involontariamente lungo le sue braccia, affondai le unghie nei suoi avambracci, le sue labbra cercarono le mie, le trovarono, le divorarono mentre continuava a muoversi dentro di me. Anche lui ansimò il mio nome mentre continuava senza sosta, Inarcai la schiena stringendo gli occhi, costretta a separarmi dalla sua bocca nello stesso istante in cui il mio corpo esplose << Ah! >>  l’emozione più forte che abbia mai provato in tutta la mia vita. Cade su di me lentamente, il suo peso sul mio. I nostri corpi sono sudati, accaldati e ancora ansimanti. Restammo così per qualche minuto, il tempo di riprendere fiato. Non potevo crederci, lo avevamo fatto davvero, l’amore era davvero il sentimento più potente del mondo, l’unico in grado di guarire ogni ferita per quanto grande potesse essere, ora ne avevo la conferma. Jorge si allontanò rotolando sull’altra parte del letto, afferrai il lenzuolo per sollevarlo fino al collo, vidi Jorge allungarsi, afferrò i suoi boxer da terra insieme alla mia maglietta e gli slip. << >  rise e io con lui. Indossammo quei pochi indumenti e poi ci avvicinammo l’un l’altro. << Sweety è stato… >>  avvicinai le mie dita alle sue labbra per farlo tacere. << Perfetto >>  dico perché è l’unica parola che mi viene in mente. << Tu sei la cosa migliore che mi sia mai successa al mondo Sweety >>  mi morsi il labbro inferiore guardandolo, mi attirò a sé e mi strinse dandomi un bacio sulla fronte, chiusi gli occhi continuando a pensare a quello che è appena successo, la nostra prima volta. È stata magica. Dopo qualche minuto Jorge si alzò per spegnere tutte le candele e poi tornò a letto, io lo fissai mentre lo faceva ero tentata di alzarmi ed avvicinarmi solo per poterlo baciare un’altra volta, tuttavia ci mise poco ad avvinarsi ed esaudire il mio desiderio tornando ad avvicinarsi a me. << Ti amo >>  sussurrò dopo avermi baciato << Anch’io >> . Mi cinse la vita, era disteso a pancia in giù e io con lui, mi si avvicinò e mi coprii col suo corpo fino a quando non crollammo in un sonno profondo.






*Angolo autrice*
Ta daaaaaaaa per una volta ninete suspanceee beh mi sembrva giusto dato che non vi ho detto chi è il mittente della lettera lol, maaa mi sono fatta perdonare con una bella scena no? Volevo postare ieri ma purtroppo non avevo internet ç_ç...so che potevo fare di meglio e cercherò di farmi perdonare più avanti, in tanto dovrete accontentarci di questo capitolo che mo è uscito 😅😅😅 presto sapremo chi è il mittente. Spero che anche se leggermente arronzato questo capitolo vi sia piaciuto...ho cercato di mettere in evidenza il fatto che nonostante tutto quello che la protagonista ha subito, l'amore è stato in grado di distruggerlo mettendo definitivamente un punto al suo passato. E beh...niente, lol non so che dire sul serio mi dispiace non credo di aver scritto bene questo capitolo infatti non lo velevo neanche postare...ma ci metterò più impegno nei prossimi e ovviamente farò il possibile per rispondere alle vostre recensioni...non so che altro dire sono confusa e morta di freddo xD quindi...niente boh, a prestooo chicaaaasss besos 💝💋
   
 
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