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Autore: Aryelle    30/12/2014    1 recensioni
CROSSOVER TRA PERCY JACKSON ED HARRY POTTER RECENTEMENTE SPOSTATA IN QUESTO FANDOM
Alexandra era cresciuta con poche certezze nella vita, ma su quelle poche certezze, ci aveva costruito su la sua intera esistenza.
Era cresciuta conoscendo bene il suo ruolo nel mondo, aveva imparato ad accettarlo, e a conviverci.
Era cresciuta tra una famiglia che l'amavano e la sostenevano, i Malfoy, e una famiglia che l'aveva educata in modo piuttosto bizzarro, gli Dei.
Ma si sa, anche se una guerra tra Dei e Titani non riesce a smuovere quelle poche certezze, l'adolescenza e tutti i problemi da essa portati, beh, ci riescono eccome.
Questa è la storia di una semidea la cui materia preferita è Pozioni, la storia di una guerriera il cui sogno è diventare Medimago. Questa è la storia di Alexandra, figlia di Zeus.
Questa storia era già stata pubblicata, ma ho deciso di riscriverla, cambiandola un po'. Spero che mi darete un vostro parere.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lily/Scorpius
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Figlia di Zeus'
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Le urla provenivano da sinistra. Continuò a correre in quel buio e umido labirinto. Sentì sempre di più l’aria mancarle. Erano davvero troppo in profondità. Lei non era abituata a trovarsi così in basso rispetto al suolo, e, soprattutto, nel buio più totale. Il panico le attanagliò lo stomaco, immobilizzandola. Si appoggiò alla parete più vicino, cercando di calmarsi espirando ed inspirando. Iniziò ad elencare l’alfabeto greco, come faceva quando era piccola per tranquillizzarsi in particolari momenti di dolore o di panico. Cercò di concentrarsi sulla sua missione.

-Annabeth, dove sei? Non riesco a trovarti!-

Un nuovo urlo le rispose, questa volta un urlo ancora più spaventato.

-Zia! Zia, ti prego, dove sei?-

Questa volta le urla venivano da destra. Poi le urla cessarono, lasciandola sola nel silenzio più totale. Tentennò, prima di dirigersi in quella direzione, prima camminando, poi correndo sempre più velocemente.

-Dove corri, mia dea?- quella voce la fece immobilizzare, permettendo al suo inseguitore di avvicinarsi a lei.

Sentì, prima della sua mano che le stringeva il fianco, il suo fiato sul collo. Senza farsi vedere, portò la mano al braccialetto che portava al polso, quello che conteneva tutte le sue armi. Aveva bisogno della sua spada. La mano incontrò la pelle nuda. Non c’era niente. Il panico l’assalì, insieme all’ansia. Sin da quando era piccola portava quel braccialetto. Non se ne separava mai.

Senza si sentiva vuota, nuda, esposta. Vulnerabile.

Scoprì di essere immobilizzata quando, con una gomitata, cercò di colpirlo allo stomaco.

-Cosa c’è? Non riesci a muoverti, angelo mio? Non preoccuparti, ci sono io con te-

La stretta sul fianco si trasformò in un abbraccio possessivo, le carezze in morsi sul collo. Faceva sempre più male
.

Voleva urlare, ma non poteva. Non doveva mostrare quanto in realtà stesse soffrendo. Più che un dolore fisico, soffriva perché lui con lei non era mai stato così possessivo e morboso. Quel ragazzo che le stava torturando il collo a morsi che volevano essere romantici, era totalmente diverso da quello di cui si era innamorata.

Sentì un altro urlo, totalmente diverso da quelli precedenti, che l’avvertì.

-Alex scappa!-

Era Luke.

Sul collo colò del sangue. Urlò.

-Alex, è solo un sogno. Calmati- della mani che la scuotevano, dell’acqua che le bagnava la faccia.

Seppur a fatica, riuscì ad aprire gli occhi, ansimando. Immersa nell’oscurità notturna, vide Lily seduta sul suo letto, che la sorreggeva per le spalle. Alle sue spalle, una preoccupata Alice manteneva un secchio ormai vuoto. Le due si scambiarono un’occhiata preoccupata. Automaticamente, si portò una mano al collo, liscio.

-È sempre lui?- le chiese Lily, continuando a sorreggerla. Alex si limitò ad annuire.

-Tieni- Alice le porse un asciugamano per asciugarle la faccia e i capelli completamente fradici.

-Sono sempre loro- la sua voce suonò più roca di quello che si aspettava.

-Alex, è finita. Oggi si torna a casa, seppur per due settimane. E allora saremo con le nostre famiglie, e saremo tutti più al sicuro- la rassicurò Lily, mentre Alice le avvolgeva intorno la vestaglia.

-Diventa tutto sempre più insostenibile. Non lo sopporto più-

-Perché non torni a prendere quella pozione sonno senza sogni che ti faceva prendere Madama Spring al secondo anno?- le suggerì Alice, cautamente.

-Perché al secondo anno era la McGranitt a volere che la prendessi, affinchè riuscissi a dormire. Adesso per averla dovrei parlare con la preside, che lo direbbe a mio zio. Non posso dargli altri pensieri, non ora che zia Astoria è scomparsa- Alex si strinse di più nella vestaglia.

-Potresti preparartela tu- propose Lily.

-E gli ingredienti? Non posso di certo rubarli all’infermiera, né tantomeno a Lumacorno-

-No, hai ragione. Però per le vacanze tu e la tua famiglia tornate al Manor dei Malfoy, dove c’è il laboratorio di Lucius-

-No Alice, non rubo nel suo laboratorio. Se mi scoprisse, per me sarebbe la fine. Già mi odia, non complichiamo la situazione-

-Vuoi continuare a riposarti?- le chiese gentilmente Lily -Se vuoi dormiremo con te-

Alex gettò un’occhiata alla finestra, dove si intravedevano i primi raggi del sole. Era da poco passata l’alba, forse proprio mentre loro parlavano.

-Non ho più tanto sonno, preferisco finire di preparare il baule. Se voi volete, continuate a dormire-

Finì che nessuna tornò a dormire, col risultato che due ore dopo si ritrovarono nella sala comune di Grifondoro, con Alice che perdeva una partita a scacchi col cugino di Lily, Hugo, con Lily che incitava o l’uno o l’altro mangiando gelatine, e con Alex che li fissava annoiata, in un leggero stato di dormiveglia. Erano decisamente troppe notti che non dormiva bene. Stava per crollare definitivamente sul divano, cullata dalla voce di Lily, quando un’altra voce, decisamente più alta e allegra, arrivò in Sala Comune, facendole quasi fermare il cuore.

-E allora gli ho risposto che se davvero credeva che avre…- James si bloccò, così come la risata di Scorpius che era sceso dietro di lui. Alex si gelò, incapace di staccare gli occhi dai suoi, che, dopo un primo momento di smarrimento e incertezza, la guardavano freddamente.

-Scorpius inizio ad andare in Sala Grande- e senza nemmeno aspettare una risposta, James uscì dal buco del ritratto.

Scorpius guardò l’amico allontanarsi, rassegnato, per poi spostare la sua attenzione su di lei. Si accomodò sul divano accanto a lei, permettendole di appoggiarsi a lui.

-Come stai?- le chiese, guardando con occhio critico le occhiaie che le circondavano gli occhi.

-Se stai per farmi una critica sul fatto che non dormo molto, ti anticipo dicendo che non stai messo molto meglio di me-

Scorpius sospirò, passandosi una mano sugli occhi, quasi come a voler cancellare via la stanchezza dal viso –

Diciamo che sto cercando di pensare a questa situazione il meno possibile, concentrandomi il più possibile sullo studio-

Alex annuì, come se si aspettasse questa risposta da lui. Ed effettivamente era così.

-Il fatto è che- continuò il ragazzo –da quando è successa quella cosa, non so cosa, tra te e James, lui non è più lo stesso. Ci alleniamo davvero poco a Quidditch, studia anche lui molto di più, si rifiuta di andare a Hogsmeade, di fare scherzi a chicchessia, anche suo cugino Louis, a stento esce per i pasti, e davvero, non riesco a fare altrimenti anche io-

Alex si sentì punta sul vivo dalle parole del cugino, provando la familiare sensazione di colpa che non la abbandonava dagli ultimi tempi. Sospirò, abbandonandosi contro lo schienale del divano, riportando la mente al giorno in cui aveva allontanato una delle persone a cui più si era avvicinata.

Erano in biblioteca, ed Alex lo stava aiutando con la relazione. Erano lì da almeno due ore, non erano riusciti a fare poi molto, ed erano ai limiti della noia. Ad un certo punto, James aveva fatto una battuta. Non era una delle sue migliori battute, ma Alex lo aveva guardato ed era scoppiata a ridere, seguita da James, ignorando i rimproveri della bibliotecaria. Negli ultimi tempi, con la scusa della relazione di James, avevano iniziato a frequentarsi sempre più spesso, e Alex aveva imparato a conoscere meglio James, e anche la sua risata. Alex smise di ridere, e lo fissò.

Fissò quegli occhi nocciola sempre allegri (prima di quel giorno) e anche James smise di ridere, fissandola.
Alex in seguito non seppe descrivere il groviglio di emozioni che le attanagliavano lo stomaco, non seppe dire con esattezza quel’era la natura di quei sentimenti, ma sapeva che la spaventava, la spaventava al punto da scappare e piantare in asso James, solo tra quei libri, al punto tale da non rivolgergli più la parola, da evitarlo, sperando che, se si fossero allontanati, forse non avrebbe più provato quei sentimenti da cui si era messa in guardia. Quei sentimenti che si era ripromessa di non provare più. Perché avrebbe sofferto di nuovo, e lei non voleva.

Guardò Scorpius, perso nei suoi pensieri, con la mente altrove, e lo sguardo fisso in una capigliatura così rossa da confondersi con le fiamme del camino.

---

Draco mise via le ultime missive e i fogli dove erano annotati tutti gli indizi per trovare quei bastardi che gli avevano portato via sua moglie. Era così concentrato a leggerle, per la centesima volta, che non aveva fatto caso al tempo che scorreva. Gli restava poco tempo per darsi una rinfrescata e uscire per andare a prendere i figli alla stazione. Ormai il sole pomeridiano non era più caldo come quello di poche ore prima.

Si avviò al bagno, e, quando passò per la camera di Alex, un nodo di tristezza. Ricordò il giorno in cui avevano rapito Astoria, e in cui avevano rubato alcuni dei profumi che Alex preparava da sé. All’inizio non ne aveva capito il senso, ma poi, quando avevano fatto due più due, era raggelato. Quelle persone, per la loro capacità di rapire, non gli sembravano più tali, ma solo dei predatori.

-Signor Malfoy, signore- l’elfo domestico di sua moglie si avvicinò, timoroso di distrarre il padrone dai suoi pensieri.

-C’è qui, venuto a trovarla, suo padre, signore - 

Draco sospirò, rinunciando ad ogni tentativo di farsi una doccia. Seguì l’elfo silenziosamente, nell’ingresso dove l’aspettava suo padre.

Lucius Malfoy non era cambiato di una virgola, tranne per i capelli diventati grigi con l’età, e alcune rughe che segnavano il contorno occhi. Il suo stile era sempre lo stesso, così come il suo sguardo gelido.

-Devo andare a prendere Scorpius e Alex alla stazione. Spero che tu sia davvero veloce- Draco si avvicinò al padre, invitandolo ad accomodarsi.

Lucius storse il naso al nome della secondogenita dei Malfoy –Contrariamente a quello che pensi, sono venuto a vedere come stavi. Tua madre è preoccupata dal fatto che mangi poco e non dormi affatto- scrutò il figlio dall’alto in basso, soffermandosi con cipiglio severo sulla barba incolta.

-Scusami tanto, la prossima volta che Astoria viene rapita me ne vado in vacanza- commentò sarcastico Draco –so che non l’hai mai accettata in famiglia per le sue idee totalmente diverse da quelle della sua famiglia, ma per come hai mentito al resto del mondo per più di vent’anni facendo credere a tutti che lei ti piacesse, potresti farlo anche con me, evitandomi altri pensieri-

-Cosa ti fa credere che io non l’abbia accettata?- Lucius scrutò il figlio, guardandolo con sfida.

-Il fatto che tu abbia rimandato il fidanzamento per mesi, o, e questa è stata la peggiore di tutte, costringerci ad adottare Alex col suo cognome da nubile, solo perché non eri certo della purezza del suo sangue- continuò Draco, sempre più arrabbiato, sputando fuori tutta la sua rabbia.

-Credevo che questa questione l’avessimo già risolta. Ma se vogliamo parlarne, parliamone. Dimmi, non hai forse scoperto che Alexandra è una mezzosangue?-

-Non nel senso che intendiamo noi-

-Ma cosa ne sai tu della madre? Ed è comunque una mezzosangue, in ogni caso –Lucius cercò di liquidare la faccenda con un gesto disinvolto della mano -hai ragione, non ho mai abbandonato i miei ideali sulla purezza, e solo perché è difficile abbandonare certi canoni con cui sei stato cresciuto. Ma l’ultima parola spettava a te. Perché non gli hai dato il tuo cognome, dimmi?-

-Perché Astoria aveva rinunciato alla battaglia, non volendo distruggere ulteriormente il rapporto che c’era tra me e te-

Draco lo guardò, afflitto. Sentì calargli sulle spalle tutta la tensione e la stanchezza delle ultime settimane.

-Vedo che non è servito a molto- commentò Lucius amaramente.

Draco pensò al suo ennesimo fallimento, quello di costruire un rapporto col padre. Aveva cresciuto Scorpius come avrebbe voluto che Lucius lo avrebbe cresciuto. Aveva costruito con lui un rapporto che col padre non era mai esistito.

Era un padre migliore. O almeno, lo sperava.

-Già. Vedo che non impari dai tuoi errori- rispose Draco di rimando, mandando in pezzi ogni possibilità di miglioramento.

--

-So che quest’anno il Natale non sarà lo stesso, ma faremo il possibile- commentò suo zio, facendoli entrare nel Manor.

Gli occhi di Alex si fissarono in quelli di suo zio, cercando di ignorare quella vocina che, da quando aveva lasciato il castello, le sussurrava che quello non era il suo posto, lei doveva essere al Campo, a proteggere la sua vera casa.

Doveva andarsene il prima possibile. Ma poi, quando incontrò il grigio delle iridi dello zio, la sua volontà crollò, portandola a pensare che no, suo zio non si meritava anche questo, gli erano rimasti solo lei e Scorpius e lei non poteva lasciarli in asso e fare i bagagli per Long Island.

-Non preoccuparti zio. Perché non vai a riposarti? Hai delle occhiaie da paura, penseremo a tutto io e Scorpius- lo tranquillizzò la ragazza.

-Se viene qualcuno lo mandiamo via, e poi ci sono anche gli elfi. Vai pure- continuò per lei Scorpius.

-Io…- Draco tentennò- dovrei parlarvi. Soprattutto a te, Alex- il sorriso di Draco vacillò.

-Di che si tratta?-

Senza alcuna parola, Draco li condusse nel salottino accanto l’ingresso, dove nelle serate di inverno, si radunavano intorno al camino, mentre Alex e Scorpius suonavano al piano e sua zia leggeva un libro. Ricordò che lì, accanto a quel camino, era avvenuta una delle sue prime magie.

-Ho omesso alcune cose su quando vostra madre è stata rapita-

Alex guardò il cugino, il cui sguardo era fisso in quello del padre. I suoi pugni erano serrati a pugno. Chiunque avrebbe detto che era arrabbiato, ma lei sapeva, che era solo nervoso.

-Qualcuno ha messo a soqquadro la camera di Alex, e cercavano una cosa in particolare, che hanno portato via-

I suoi muscoli si tesero, il sangue raggelò. Draco giurò che le pupille di Alex si fossero scurite, non assomigliando più a un cielo sereno, ma ad una tempesta.

-Continua-

-Hanno preso delle boccette di profumo- continuò cautamente.

Le spalle di Alex si rilassarono leggermente, ma non completamente –E dov’è il problema? Posso sempre farne altre, non erano chissà quale cosa preziosa-

-Non credo che a loro possano interessare delle boccette di profumo, se non per qualche loro tornaconto- la avvertì Scorpius.

Draco sospirò, decidendosi a dirle tutta la verità, senza mezzi termini e giri di parole –Qualche giorno dopo la scomparsa di tua zia, quando ci hai detto a chi apparteneva il pugnale, abbiamo deciso di metterci in contatto con Chirone, e abbiamo scoperto che negli ultimi mesi sono aumentate le scomparse tra i semidei. Tra questi c’è Talia. L’hanno attirata lontano dalle Cacciatrici con il profumo, e l’hanno rapita- concluse Draco.
 
 
 
 
 
Questo capitolo avrei voluto pubblicarlo alla vigilia anche per farvi gli auguri di Natale, ma proprio non riuscivo a buttare giù l’ultimo pezzo, e così, questo è tutto ciò che sono riuscita a mettere insieme. Non è un granché, però questo capitolo contiene delle parti piuttosto fondamentali. Prima di tutto, tengo a precisare che Alex non sapeva niente della scomparsa di Talia fino a questo momento per svariati motivi che poi scopriremo, e, ovviamente, adesso lei e James non si parlano più per un tempo…indefinito. Ringrazio chi segue la storia, e spero che mi facciate sapere cosa ne pensate, perché davvero, siete in tanti a seguirla. Seppur in ritardo, vi auguro buone feste =)
 
  
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