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Autore: _Elthanin_Riddle_    31/12/2014    1 recensioni
Mi ero auto-convinta del fatto che, dopo il matrimonio, Narcissa non avrebbe potuto ferirmi e/o umiliarmi in nessun modo, visto che, oramai, portavo lo stesso cognome del figlio e, in un certo senso, il suo.
Ovviamente, mi sbagliavo. Come si sbaglia quel tonto che dice che la Gravidanza è qualcosa di fenomenale.
Perché la Gravidanza e Narcissa non vanno mai prese sotto gamba. Mai.
Sequel de 'Quel Mostro di Suocera-Mangiamorte'
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Hermione Granger, Lucius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Quel Mostro di Suocera-Mangiamorte'
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QMSM: Viva la Gravidanza!


 
 
Una volta, un tale Babbano di cui non ricorderò mai il nome, disse che il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono*. Peccato che nessuno abbia mai accennato al perdono nei confronti di una madre da parte di un figlio, forse perché alle persone normali non accadono cose come quelle che accaddero a me. E di certo non come quelle che capitarono in un secondo momento.
 
 
Sorridi.
Tira indietro i capelli.
Hai una ciocca fuori posto.
Poco rossetto.
Metti una fetta di pomodoro su una guancia… una fetta di pomodoro su una guancia?!
Fulminai con lo sguardo Bellatrix, prendendo la fetta di pomodoro che mi aveva passato e mettendola su un portagioie, cercando poi un fazzoletto per togliere il succo ed i semi di quell’orribile ortaggio dalla guancia.
-Certo che proprio non ci stai con la testa-, commentò Bella, ancora abbracciata alla ciotola con l’insalata. Quella ciotola con l’insalata. Aveva fatto un incanto di tempo alla verdura, facendo in modo che non si deteriorasse; credevo che l’avessero dimessa dalla clinica perché era ormai guarita, ma mi resi conto che mi sbagliavo: era più svitata di un tappo.
 A proposito di tappi, mi dissi, dov’è la mia bottiglia di vino?
-Cacchio Cissy, cosa stai cercando, adesso? Come minimo mi aspettavo una minaccia di un Crucio, per il pomodoro!-, chiese la mia amabile sorella.
Sospirai alla sua osservazione, senza trovare la bottiglia, così mi voltai nuovamente verso lo specchio e presi il mascara, di McTwisp, una linea di cosmetici favolosa.
-Secondo me dovresti parlarci-, mi illuminò Bella.
-Con il pomodoro?-, chiesi scettica: era svitata fino a quel punto?
-Ma no! Con Draco ed Hermione-, m’illuminò.
-Mh… no. Se mi avessero voluto, mi avrebbero cercata loro. Io non ho nulla da dire-, ribattei, cercando di fermare il tremore della mano.
 E, mannaggia alle mutande di Merlino!, iniziai a lacrimare.
 Non era per loro, no, no, no, mi ero solo messa il pennellino del mascara nell’occhio!
-Be’, Hermione ti ha cercata. E neanche poco. Mangiamo fagiano da due settimane, vorresti farmi credere che non ti è arrivata neanche una lettera con tutta quella sottospecie di pollame?-, chiese, guardandomi, -E si può sapere perché piangi?!
-Non sto piangendo! Mi è andato il mascara nell’occhio!-, dissi, cercando di mantenere un contegno e di trovare uno stramaledetto fazzoletto, visto che avevo ancora il succo del pomodoro in faccia e stavo completamente piangendo.
-Certo, ed io sono la reincarnazione di Morgana-, in effetti in quel modo si sarebbero spiegate molte cose, -E comunque non hai risposto!
-Amo il fagiano. Fa bene alla pelle ed è molto nutriente-, dissi atona, trovando finalmente un fazzoletto ricamato di Lucius. Uno di quelli che costano quanto un auto Babbana… nonché il preferito di mio marito.
-E basta mentire! Ammettilo, hai paura!
-E di cosa avrei paura, Bella? Tanto mio figlio l’ho già perso del tutto! Ed è tutta colpa della Gra…
-Fermati prima di dire idiozie! Lo sai anche lei che non c’entra niente. È stata forse lei a torturare te? O a mettere le pilloline sbronza-astemi nelle bibite a Natale? Ad avvelenare il tuo risotto? O a corrompere il ginecologo? O a…
-Basta!-, urlai, le mani sulle orecchie, scuotendo la testa come una bambina.
-E no, Cissy! Ora si fa come dico io! Luuucius!
Oddio no, no, no! Non avrà mica intensione di chiamare mio marito?, mi chiesi, perché, andiamo, non poteva farlo. Cioè, lui non ne sapeva niente di tutta questa storia.
 Del fatto che avessi litigato con Draco fino a quel punto, intendo.
Acciuffai il pomodoro e glielo misi in bocca, vedendola strabuzzare gli occhi e cercare di mandarlo fuori, tossendo e dandosi pacche sullo sterno.
Neanche a dirlo, mio marito arrivò subito: -Cosa c’è?!
-Lucius, Bella non si sente bene! Stava mangiando l’insalata ed ora…-, dissi, dandole pacche sulle spalle mentre mia sorella mi guardava male. Ti odio, mi dicevano i suoi occhi, tra un colpo di tosse e l’altro.
-Mangiava l’insalata-, ripetei, -Ma poi ha iniziato a tossire!
Lucius si unì a me nel darle le pacche sulle spalle, poi si posizionò dietro di lei e, con le mani giunte sotto al suo sterno, iniziò a fare pressione e a dare piccoli colpi, eseguendo una manovra unicamente Babbana.
Bellatrix, invece, cercava di mandarci via e, assestata una gomitata a Lucius sul naso, si lasciò cadere in avanti sul tappeto e prese un lungo sorso di vino rosso, nascosto sotto la sedia della toeletta. Ecco dov’era!
-Cavolo, ho visto la vita scorrermi davanti-, disse con la voce arrochita, stringendosi l’insalata al petto, -Lucius, lascia che te lo dica da cognatina adorabile quale sono: meno male che non sei un Medimago, perché come soccorritore fai a dir poco schifo! E tu-, aggiunse voltandosi verso di me, - che ti è saltato in mente a…?-, le lanciai uno Stupeficium colpendola in pieno, e si accasciò sulla sedia come una marionetta a cui erano stati tagliati i fili, mentre Lucius mi guardava allibito.
-Che fissi?! Delirava!-, sbottai, andandomene e sbattendo la porta alle mie spalle.
E tenendomi il fazzoletto.
 
Erano tre giorni che evitavo Bellatrix, Lucius e qualsiasi altro essere vivente che volesse parlarmi, rifugiandomi sempre più spesso nella sala da tè di Madama Piediburro, certa del fatto che a nessuno che mi conoscesse minimamente fosse passato per la testa di trovarmi lì, era così volgare.
Ordinai un tè e dei biscotti e mi misi a sorseggiare la bevanda con calma, cercando di riordinare i pensieri.
Non sono più arrivate cene via posta… cioè, posta via cena… non sono più arrivati volatili gustosi con carta utile solo per accendere il fuoco nel camino… Cissy, che cavolo pensi?, mi rimproverai e addentai un biscotto a torma di cuore per la frustrazione, tranciandone di netto la metà.
Mentre mi crogiolavo nella mia bolla di tristezza e, perché no?, di lieve depressione, il campanello che stava sulla porta iniziò a suonare allegramente. Ed io ovviamente alzai lo sguardo per fonderlo, a cosa servivano i campanelli? Così inutili, così chiassosi, così volgari, come il locale, d’altronde. Avrei potuto fare una forchetta con quell’oggettino. E invece lo sguardo mi cadde su chi era entrato e raggelai nel riconoscervi la causa di tutte le mie sventure.
Che cavolo ci faceva da Madama Piediburro? Lei odiava Madama Piediburro e lo sapevo poiché ce l’avevo trascinata un paio di volte a quello scopo, prima che si sposasse con… Non pensarci, mi dissi.
Per mia somma fortuna ero nell’angolino più appartato e nascosto del locale, era impossibile che mi vedesse lì. Ed invece una pallina rosa confetto,  grande quanto un mio pugno, che pendeva dal soffitto, decise di ingrandirsi ed esplodere in quel momento, facendo un baccano infernale (simile a quello di una trombetta) e inondandomi di petali rosa e giallo fluo.
 E facendola voltare nella mia direzione, ovviamente.
 Ed io l’ignorai fingendo di non averla vista, ovviamente.
Continuai a far finta che non esistesse anche quando si mise seduta di fronte a me ed ordinò un tè, servito nell’immancabile tazza con i cuoricini.
-Sapevo di trovarla qui-, disse.
Dannazione!
Mi sfuggì un gemito alquanto patetico, ma continuai a sorseggiare il mio tè.
-Non ha risposto alle mie lettere, così ho deciso di venire a cercarla e, sapendo che trova questo posto volgare quasi quanto io lo odio è stata la mia terza scelta.
E ‘fanculo all’ignorarla: -Cosa vuoi?
-Parlarle.
-E di cosa? Tu hai vinto, io ho perso e vivrete tutti fott… felici e contenti-, mi corressi sul finale, certe parole non si addicono ad una signora, anche se ferita, umiliata e incazzata.
Non mi chiesi quali fossero gli altri due posti, né come mi conoscesse così bene, mi limitai a studiarla
Notai la sua pancia a dir poco enorme e come la sua pelle avesse assunto un colorito più… vivo, più vero, che stonava con le occhiaie violacee mal nascoste dal correttore. Anche io quando aspettavo Draco ero come lei. Ero… com’era quella parola? Non lo sono da tempo, quasi non ricordo quale sia. Com’ero un mese fa?
-Non voglio che lei esca dalla mia –nostra- vita. Vorrei solo che la smettesse di essere così…
-…Stronza?-, suggerisco, e ‘fanculo anche a cosa si addiceva a una signora.
Prima ero…
-Anche-, sorrise e notai solo in quel momento come sorridesse bene, come facesse sentire bene.
Era tutto ciò che volevo per Draco, il mio unico problema era che era vera, non il suo sangue: era vera. Non doveva essere vera. Se fosse stata vera avrei dovuto ammettere che Draco mi poteva abbandonare.
-Vorrei vederla spesso –non tutti i giorni-, vorrei che litigassimo perché vizia troppo i nipotini o perché non gli ho regalato ciò che volevano. Quando l’ho conosciuta, questo – e fa un gesto come ad abbracciare me, il locale e i petali, - non era nei miei piani.
Quando ti ho conosciuta io c’erano di mezzo una fossa molto profonda e una pala, non lo dissi, però nel ricordarlo arricciai le labbra in un mezzo sorriso. Ah, era un grande piano, quello!
Prevedeva, ovviamente, un…
-… E neanche Draco vorrebbe questo. Sa come sono gli uomini, no? Si è arrabbiato ed è troppo ottuso per chiederle scusa.
Lo immaginavo, lo conosco, non dissi neanche questo. Poi ricordai una cosa: nipoti. NipotI.
-Gr… Her… hai detto nipoti, con la I?-, dissi dopo aver tentato di darle un nome, ma non ci riuscii.
Annuì: -Non so se sono maschi o femmine, non ho voluto saperlo, ma sono due.
Avrei avuto dei nipotini.
 Due adorabili nipotini.
 Due miei nipotini.
Né di Lucius o dei genitori di Hermione. Miei.
Una volta ero felice.
Cercai di darmi un contegno: -Be’, credo di poter perdonare te e Draco. Ma voglio che uno dei bambini abbia il mio nome.
-Come secondo nome, sì-, disse Hermione con un sorriso.
-Non provocarmi. Posso diventare il tuo peggiore incubo.
-Come se non lo sapessi!
 
Ricapitolando, in un mese avevo perso mio figlio e la fiducia che riponeva in me, la dignità, la sanità mentale di mia sorella (di nuovo), la finezza e la possibilità di  migrare in Albania, ma avevo guadagnato due cose: dei nipotini!
Sarei diventata nonna!
Quando lo comunicai a Bella lei mi disse un “Ma davvero?!” a dir poco ironico, ma non poteva capire!
-È un po’ come il tuo rapporto con l’insalata-, le dissi, per farla ragionare.
-Verdy ed io ci amiamo-, aveva ribattuto.
-Verdy? Chi è Verdy?
-Lei!-, aveva sollevato la scodella con l’insalata e, davanti alla mia faccia stupita e a dir poco allibita aveva riso: -Scherzo! Ti pare che potrei mai amare dell’insalata? Mi limito a rispettarla e lei lo fa con me! Comunque sei un po’ ritardata, eh.
Bene. La ritardata ero io. Be’, se essere normali significava chiudersi nelle scatole babbane (fregofiri,  ferofrogi o come cavolo si chiamavano) ero contentissima di essere ritardata.
Ma be’, che importava? Avrei avuto due nipotini!
Me lo ripetevo mentre andavo verso casa di Draco ed Hermione, ma ogni passo che facevo sentivo la mia forza interiore vacillare sempre di più.
Bussai al campanello così delicatamente che quasi non lo sentii, poi risi nervosamente: -A quanto pare non ci sono!-, dissi, voltandomi, ma Lucius si attaccò al campanello e Bella mi voltò nuovamente verso la porta. Perché erano venuti con me? Perché?
Aprì Hermione, a dir poco radiosa, e finse di esser stupita di vedermi: -Draco, amore! Non immaginerai mai chi è venuto!-, disse.
Chi è venuto? Mi chiesi mentalmente, guardandomi attorno, speranzosa. Insomma, non si riferiva a me… o sì?
No che non si riferiva a me! Era chiaramente un riferimento alla vecchietta che stava attraversando la strada all’isolato successivo e che non avevo mai visto in vita mia!
E per fortuna, pensai, vedendo quel vestito orribile azzurro e rosa a fiori con merletti, cuoricini e pois… ma chi le disegnava, certe cose?
Spingeva anche un coso a dir poco osceno, bianco e nero, che usava come sostegno.
 Feci una smorfia disgustata e tornai ad osservare Hermione… trovandomi faccia a faccia con Draco.
-Madre-, disse, stupito e con un sopracciglio inarcato.
Mi morsi il labbro inferiore, rovinandomi il rossetto, limitandomi a guardarlo.
-Cielo, Draco, ma non ti ho insegnato proprio nulla? Ti pare il caso di far sostare tua madre fuori casa tua costringendola a vedere certe cose?-, dissi infine, incrociando le braccia al petto, -Sono pentita, ma non credo di…
Bella mi spinse in avanti, facendomi finire tra le braccia del mio bambino, che sorrise e mi abbracciò, sussurrandomi: -La prossima volta che lo fai ti Schianto
-Tienimi ancora fuori la porta e ti Crucio-, risposi, a voce bassissima. Gli altri non potevano né dovevano sentirci, -Ah, e per la cronaca: il nero e il blu scuro non si abbinano, mai.
Lo sentii ridere.


 

*Angolino dell'Autrice*
Questa volta neanche mi scuso... sono una persona orribile D:
Però tra i miei propositi per il nuovo anno ho anche QMSM, qualche OS, magari altre mini-long... Ehi, Elthanin, calma! Prima bisogna finire questa e... siamo agli sgoccioli. Giusto un altro mesetto, poi nasceranno i piccini *-*, ma mica finisce qui! Cissy e Hermionr non hanno seppellito del tutto l'ascia... né lo faranno mai, mi sa. Il tipo di cui Cissy non ricorda il nome è Honoré de Balzac... e vorrei ringraziare chi ha continuato a leggere e recensire per tutto questo tempo :3

Ah, ho cambiato il carattere. Dal cellulare non si vedevano le parti in corsivo :/

  
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