Grazie, come sempre. A tutte. Questo capitolo sarà un po’ diverso.
Capirete perché. Spero apprezzerete.
BELLA
POV
Senza neanche rendermene conto ero riuscita ad
arrivare a casa. Per fortuna papà era al lavoro. Non avrebbe tollerato che
tornassi a casa a metà giornata, soprattutto il primo giorno di scuola.
Gli volevo davvero bene. Si era comportato meravigliosamente,
fin dall’inizio. Non aveva fatto troppe domande, era felice che avessi deciso
di vivere con lui per un po’.
Non potevo dirgli la vera ragione per la quale avevo
deciso di abbandonare Phoenix. Non lo sapeva nessuno oltre me. Certo, la scusa
di Phil era perfetta, così anche mia madre si era convinta a malincuore a
lasciarmi andare. Né a lei né a mia nonna, che era la persona che mi era in
assoluto più vicina, colei che amavo più di tutti, ero riuscita a dire qualcosa.
Ero sicura però che la mia adorata nonna avesse
capito. Forse non tutto. Ma qualcosa
sì.
Mentre preparavo delle perfette lasagne casalinghe
per Charlie, (le adorava e io volevo farmi perdonare per aver bigiato),
ripensai a quando, con la morte nel cuore, avevo salutato la nonna.
“Nonna, io… mi dispiace, ma
ho deciso di andare a vivere per un po’ con Charlie, a Forks. Mi dispiace, ma
ho bisogno di cambiare aria…” mi bloccai. Non sapevo
come continuare. Avevo le lacrime agli
occhi.
Mia nonna m guardò per un istante, poi mi fece un
sorriso, che dopo tanto buio, riuscì a scaldarmi. “Lo capisco, tesoro. Ultimamente
ti vedo cambiata, triste, spenta. Non voglio che tu mi dica il perché. Se l’avessi
voluto l’avresti già fatto, ma so che non vuoi. Forse un giorno lo farai. Ma non
adesso.” Singhiozzai. “Tranquilla. Penso che Forks possa farti bene, anche se
non c’è mai il sole. Tu ami il sole,
resisterai?” mi scappò un sorriso. La nonna
mi conosceva come le sue tasche.
“Credo di sì, e poi Charlie.. è ora che qualcuno si occupi
di lui. Almeno per un po’.. ”
Annuì pensosa: “Sì, credo sarà felice di farsi
coccolare un po’…”
D’un tratto ricordai l’ultimo stralcio della
conversazione con la nonna, e il piatto che avevo in mano mi cadde,
frantumandosi in mille pezzi.
No,
non può essere.
“Piccolina, pensavo ad una cosa…
sarebbe fantastico se a Forks incontrassi l’Amore…
che dici?”
“Oddio nonna, non ricominciare…lo
sai che non ci credo… ”
“Lo so tesoro. Ma avverto una buona vibrazione.”
La nonna lo sapeva. Sapeva che avrei incontrato l’Amore. Quello che non sapeva era che non potevo amarlo, che mi era impossibile.
Chiusi gli occhi e vidi due occhi miele, sentii una
voce tristissima: “ripensaci…”,
chissà quanto lo avevo ferito. Tanto. Ma in cuor mio sapevo che era la scelta
giusta. Per lui. Meglio soffrire adesso, piuttosto che dopo,
quando avrebbe scoperto la verità. Almeno adesso non mi trovava ripugnante. Dopo
sì. Dopo lo avrebbe fatto. Dopo aver saputo.
No. Mai. Non avrei sopportato quel dolore.
Mi toccai le guance e mi accorsi che piangevo. Mi sedetti
sul divano, e lascia che le lacrime scorressero e si esaurissero.
Cercavo di non pensare, di non pensare ai suoi occhi, alla sua voce, a lui. Ma era
impossibile. Era l’unica cosa che avevo in mente.
Il campanello mi scosse dal mio torpore. Capii che
mi ero addormentata. Andai alla porta, l’aprii, e…
Davanti a me un paio di occhi miele mi fissavano
tristi.
EDWARD POV
Salii in camera. E mi chiusi la porta alle spalle. Per
prima cosa mi diressi davanti al sofisticato lettore, e mi premetti il tasto
play.
Partì Claire
de lune, la mia canzone preferita. Mi aiutava a pensare. Pensavo alle
parole di Jasper… ha
un segreto. Qualcosa che la fa soffrire. Qualcosa che la fa sentire sporca,
immeritevole di amore…
Adesso cominciavo a capire. Capivo i suoi silenzi, la
sua paura, le sue esitazioni. C’era qualcosa che la logorava. Ma che non
avrebbe mai svelato a nessuno. Lo si capiva da come si ritraeva quando le si
chiedeva della sua vita. Era qualcosa successo a Phoenix. Qualcosa che non la
portava a fidarsi di nessuno. Che non le permetteva di lasciarla andare.
Eppure con me l’aveva fatto. Forse era davvero l’Amore,
quello leggendario… Adoravo pensarci.
No
Edward. Calmati. magari era solo la paura… o gli
ormoni. O magari ti trova solo carino, niente di più.
Ne dubitavo. Non ero un illuso, uno di quelli con l’ego
smisurato, però sapevo che lei non
era quel tipo di ragazza. Non si sarebbe mai comportata come aveva fatto senza
un buon motivo. Lo sapevo. Lei era
pura, innocente. Era la cosa migliore che ci fosse sulla faccia della terra.
E comunque, stavo facendo i conti senza l’oste. Io ero
un vampiro. Lei un’umana. Era impossibile. Eppure, se era davvero l’Amore, se
lei mi avesse amato come l’amavo io sapevo che non sarebbe stato un problema. Le
sarei rimasta accanto finchè non la morte non l’avrebbe raggiunta. Oppure avrei
potuto trasformarla. Mi ero sempre considerato un mostro, ma adesso non mi
sentivo più così.
Punto primo. Ero un vampiro vegetariano. Non uccidevo le persone per nutrirmi. Certo, in
passato l’avevo fatto, ma solo malvagi, e anche se non era una scusa, ero
davvero pentito e ogni giorno cercavo di rimediare ai miei sbagli.
Punto secondo. Forse
avevo un’anima. E se ce l’avevo, non ero poi tanto mostro. Se la storia
dell’Amore fosse stata vera, allora avrei saputo di avere un’anima, e questo mi
provocava una strana eccitazione.
Lo avrei scoperto. A tutti i costi. Poi un’idea
malsana mi attraversò la mente. Di sicuro Alice l’aveva visto. Sogghignai.
Anche se lei non mi voleva in quel modo, avrei
potuto starle vicino. Tutta la scuola pensava stessimo insieme, e lei aveva
bisogno di protezione da Tyler e da quelli come lui.
Quindi
a scuola potevamo stare insieme. Fingere
di essere una coppia. Ci saremmo comportati da amici, ma agli occhi degli altri
saremmo sembrati una coppia. Q
Decisi
di andare a casa sua, per dirle che a scuola potevamo fingere di essere amici,
così almeno sarebbe stata al sicuro.
Ecco
cosa avrei fatto. Volai giù dalle scale e mi precipitai a casa sua.
Suonai
il campanello, e dopo qualche attimino venne ad aprirmi. Era bellissima, come
sempre, ma aveva gli occhi arrossati.
Aveva
forse pianto? Mi preoccupai. Feci un respiro profondo e le dissi: “Ciao,
possiamo parlare un attimo?”
I nodi cominciano a districarsi.. a prestissimo!!