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Autore: DeadlyNadder 92    01/01/2015    4 recensioni
Prima di una serie, la storia racconta una nuova avventura che vedrà i giovani vichinghi, ormai adulti, alle prese con le situazioni più comuni. Dai fraintendimenti famigliari sino al nascere di nuove famiglie, dalle scoperte del proprio io, alla presa di coscienza su chi si è realmente, sull'emotività di un cuore innamorato.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Astrid posò la spalla su quella di Hiccup, lasciò che il capo biondo si posasse su di essa e che il capo castano del ragazzo di adagiasse su quella della bionda.
Le loro mani si strinsero, non aveva fame. Avevano solamente voglia di vivere insieme, finalmente, quella loro nuova vita.

"Quindi noi....
Ora...."

"Ora siamo sposati...."

Sussurrò Astrid che guardava con aria dolce Valka e Stoick che ridevano e scherzavano assieme agli altri.
Anche Skaracchio sembrò essersi ripreso da quel momento di totale spiazzo emotivo.
Moccicoso e Bruta mangiavano, ridevano, si prendevano in giro e andavano a scherzare assieme a Tufo che, eccezionalmente, si lasciò andare dimostrando la sua effettiva e naturale intelligenza che aveva da sempre nascosto dietro il suo comportamento scalmanato.

".... moglie mia."

Terminò la frase Hiccup che prese in mano un cosciotto di pollo che porse alla ragazza che, imbarazzata lo prese.
Ma quel gesto fu letteralmente travolto da un'orda di draghetti che irruppero nella Sala come uragani e andarono a gettarsi addosso a Hiccup leccandogli il volto con gioia.
Dietro a loro Tempestosa e Sdentato che li stavano rincorrendo da chissà quanto tempo. Avevano cercato di tenerli a bada, ma fu letteralmente impossibile, soprattutto quando sentirono il profumo del pollo.
Pollo che fu azzannato da uno di loro che se ne andò successivamente a mettersi vicino a Sdentato che sembrò rimproverarlo sulla sua condotta errata.
L'intero Villaggio rimase in silenzio.
Nuovi draghi? E chi erano quelli li?
Astrid rise imbarazzata, aiutò Hiccup ad alzarsi da terra e allontanò delicatamente la cucciolata che volò in direzione di Tempestosa che li guardò seriamente.

"Nuovi arrivi?
Che sta succedendo qui?"

Disse Stoick che si alzò imponente dalla sua seduta fissando con aria seria il figlio che si portò la mano dietro la nuca ridendo imbarazzato.
Come l'avrebbero detto che quelli erano i figli di Sdentato e Tempestosa?
A questo ci pensò Astrid che si avvicinò alla sua amica accarezzandogli il muso dolcemente.

"Date il Benvenuto alle Furie Uncinate."

Rispose tanto semplicemente la bionda che si lasciò leccare la guancia dalla sua amica che sembrava apprezzare quel suo nuovo stile.
Chissà, magari l'avrebbe tenuto per altro tempo!
I presenti rimasero a bocca aperta.
Alcuni dei piccoli si erano arrampicati sui tavoli vuoti e ora guardavano con aria curiosa e furba i vichinghi che mano mano incominciarono a prendere confidenza con quella tenera nidiata.

"Sono i cuccioli di...."

"Di Sdentato e Tempestosa.
Esattamente, padre."

Affermò Astrid che ora non aveva la benché minima paura di chiamarlo in quella maniera, anzi, le risultò alquanto facile se non spontaneo e naturale.
Stoick rimase in silenzio.
Lunghi minuti di totale silenzio si dilungarono nella sala, ma tutto passò quando lui medesimo rise di cuore andando ad accarezzare il muso alla Furia Buia che chinò il capo guardandolo con contentezza.

Il resto della nottata e della cerimonia prosegui allegramente.
Danze, tra cui For Dancing and the Dreaming furono ripetute sia da Astrid che Hiccup accompagnati da Valka e Stoick; che, stranamente, in quel frangente tutti loro riuscirono a vedere senza alcun problema.
Come se per quel momento lui si fosse reso visibile agli occhi di tutti, come se quell'incommensurabile felicità l'abbia condotto in uno stato corporeo in cui i presenti poterono nuovamente riferirsi a lui come vivo.
OhOh.
L'ultimo requisito per legalizzare il matrimonio era che lo sposo venisse messo a letto con sua moglie dopo essere trasportato in camera da sei testimoni, tra cui Skaracchio; Gambedipesce, Tufo, Stoick e gli altri, muniti di torce.
Difatti la camminata per raggiungere entrambe le abitazione, eccezionalmente per quella sera rispettivamente quella di Astrid e di Moccicoso, durò un bel po' e i quattro quasi quasi non si addormentarono li per non ringraziare i fiumi di Idromele che li teneva svegli.
Le torce, servivano per l'appunto a riconoscere gli sposi, cosa di fondamentale importante nel caso in cui, in un futuro, i sei fossero chiamati a testimoniare sulla validità dei matrimoni.
Prima dell'arrivo degli sposi, Astrid e Bruta furono accompagnate a letto dalle loro assistenti.
A volte, il talamo nuziale veniva addobbano con piccole placche dorate su cui erano incise figure che si abbracciavano, come augurio di fertilità da parte di tutte loro.
 

Intanto Tufo fu ospitato a casa di Valka in cui, con imbarazzo, spiegò che non voleva rimanere solo e che la notte gli faceva paura più di qualsiasi altra cosa al mondo. Gambedipesce tornò alla ricerca della sua adorata ragazza, non l'aveva vista ne per la Corsa della Spose e tanto meno nel ricevimento.
Stava incominciando a pensare che lei era frutto della sua fantasia, ma qualcosa gli diceva che non era cosi.
Anzi, anche Tufo l'aveva vista e gli aveva chiesto se aveva visto la ragazza dalle trecce che era assieme a lei!
A questo punto ad Hiccup non restava altro da fare che togliere delicatamente la corona nuziale dal capo di Astrid e, dopo aver congedato i testimoni con qualche battutina, poterono consumare il loro matrimonio.
Stessa scena a casa di Moccicoso, che stranamente, ebbe luogo dato che la giovane vichinga non indossava la Corona Nuziale ma quella delicata e romantica coroncina di fiori che il suo tanto amato fratello gli aveva fatto da dono.

"Sei pronta?"

Domandò dolcemente Hiccup che accarezzò la delicata pelle color pesca di Astrid che si tolse la mantellina lasciando che il voluminoso decoltè prendesse respiro.

"S-Si.
E.... E t-tu?"

Domandò a sua volta portando lo sguardo imbarazzato verso il ragazzo che si stava togliendo dalle spalle quelle opprimenti mantelli e pellicce che asfissiavano la sua persona.
Annuì silenziosamente.
Aveva cosi tanta paura che non sapeva da dove incominciare. Cosi, iniziarono dal principio.
Lentamente si tolsero gli indumenti.
Hiccup stava scoprendo mano mano la pelle della giovane che veniva messa in risalto da quel completino intimo rosa confetto.
Era cosi bella, la superficie lussuriosa era di un rosa cosi tenue che sembrò bianca. Eterea e sensazionale brivido percosse la schiena del castano che fu lentamente privato dagli abiti di dosso.
Astrid lasciò correre le mani sul petto del ragazzo. Una volta privato dagli indumenti cerimoniali, gli occhi della bionda si chiusero lasciando solamente fare all'istinto.
Istinto che le fece ritirare immediatamente la mano e portarle sulle gambe. Si, ora risiedevano uno davanti all'altro.
Inginocchiati a guardarsi con occhi sgranati.
Quella situazione era cosi particolare che sembrò un sogno per i due che lasciarono scorrere gli occhi sulle loro sensuali forme.
Deglutirono a forza.
Una volta arrivati a quel punto non potevano ritirarsi dai giochi, no? Era sposati e per rendere ufficiale quella cosa dovevano solamente concedersi l'uno all'altro.

La bionda guardava rapita Hiccup.
Gli occhi cristallini studiavano ogni minima parte del suo corpo, ogni piccolo frammento che comprendeva la fisionomia del giovane vichingo che teneva lo sguardo alto verso il suo volto.
Sembrava essere spaventato dall'abbassare gli occhi e guardarla.
Come se non fosse abbastanza attraente per lui. Ma non poteva sapere che lentamente e inesorabilmente, nel cuore del vichingo stava dirompendo un fuoco che non solo si presentava sulle sue guance ma anche in una zona ben precisa.
Zona che se Astrid continuava a scendere con lo sguardo avrebbe ben notato. Ma d'altronde, era quello che doveva accadere.
Ecco, i suoi occhi si fermarono sulla clavicola. Era magro, vero, no più che magro era atletico.
Le sue spalle erano ampie e possenti, la curva che prendevano la portavano dritta dritta sulle braccia.
Poteva vederne perfettamente i bicipiti ben sviluppati e l'avambracci ricoperti di una fine peluria.
Oh, che paradiso era!
Nuovamente lo sguardo slittò sul petto del vichingo che aveva portato le mani vicino i fianchi a poggiarle sulle lenzuola di lino e su quella coperta di yak che l'avrebbe tenuti coperti durante quell'importante serata.
I muscoli dorsali erano marcati, era una delicata meraviglia in cui soffermarsi a dormire.
I suoi fianchi erano longinei, solo l'elastico dell'indumento li sottraeva dallo sguardo di Astrid. Sguardo che, fortuna volle, si imbattè in quel punto.
Punto che fece arrossire la biondina che riportò immediatamente lo sguardo su Hiccup.

Hiccup.
Che imbarazzo per lui poter vedere in intimo la ragazza che sempre aveva amato!
E proprio ora il suo smeraldino si posò sulle sue spalle, forti e delicate spalle che davano vita a delle lunghe e nivee braccia che si adagiavano sulla coperta.
La stoffa rosa richiamò la sua attenzione.
Aveva stretto le braccia e ora poteva notare il solco che si era creato tra i suoi seni. Seni che fecero arrossire il ragazzo come non mai.
Lentamente gli occhi scesero sulla vita. Cosi stretta eppure cosi slanciata, era una vera e propria meraviglia per lui che ora si perdeva nella morbidezza dei fianchi; cinti in quelle mutandine li celavano dalla sua vista.
Le gambe.
Le sue gambe erano una lunga distesa di neve che ospitava un corpo da favola.
Corpo che fece vibrare il ragazzo dalla passione, corpo che fece deglutire ancora una volta il castano che riportò lo sguardo verso Astrid che, come da sempre, aveva preso l'iniziativa.

La stoffa del top si alzò liberando quel seno che sembrava chiamare le carezze di Hiccup.
Astrid era completamente rossa.
Inutile dare a vedere che era sicura di se e pronta a fare di tutto con lui. Ora che poteva, tremava come un pulcino dall'imbarazzo e dalla paura.
Lei si alzò in piedi sul letto, fece qualche passo verso di lui e si inginocchiò poco lontano.
Con l'imbarazzo della prima volta, i due incominciarono a scoprire l'uno il corpo dell'altro.
Si accarezzarono delicatamente, sfioravano con pudore le forme che componevano i loro corpi.
Lunghi baci romantici ebbero luogo tra i due che ora sapevano cosa dovevano fare.
L'istinto e l'amore li avrebbe guidati.
La luce era soffusa, le tende tirate e nessuno a disturbarli. Nessuno che li avrebbe potuto interrompere, nessuno che li avrebbe chiamati per interventi improvvisi.
Hiccup prese coraggio, con dolcezza si sporse verso la ragazza che andò a retrocedere sino a ritrovarsi sdraiata.
Lui si chinò su di lei, la baciò con veemenza. Gli sembrò di sentire un coro d'angeli, quel segno che lei era realmente fatta per lui.
Astrid portò le braccia sulle sue spalle, le sfiorò delicatamente tracciandovi sopra alcuni disegni.
Alcuni disegni che portarono il giovane vichingo a posare le mani sui seni della ragazza, ad accarezzarli con delicatezza sino a tracciarne i contorni che lo portarono a scivolare lentamente verso il ventre; dove vi traccio altrettanti disegni.
Non proprio disegni, erano delle parole. Rune.
Le mani scesero, delicatamente strinsero l'elastico dell'intimo e con timidezza lo abbassò. Astrid non mancò dato che fece altrettanto rimanendo piacevolmente sorpresa da quel che vide.
Stupita ecco.
Non mancò un piccolo pensierino indecente, pensiero che tra poco avrebbe dato vita con l'uomo che più amava al mondo.
C'era tempo per l'Amore fisico, ora i loro animi richiedevano unicamente delle coccole emotive che li spingeva a stringersi; baciarsi e accarezzarsi con una dolcezza che sembrava essere rinata con una nuova forma.
Il tempo passò.
Ci si poteva stupire di come i due, pur divenuti marito e moglie, si stavano dedicando più al lato emotivo delle cose; andando a scoprirle lentamente sino a denudare l'anima che si sarebbe mostrata quella che era.
Hiccup guardò Astrid, lei tremava tra le sue braccia, i suoi occhi sembrarono parlargli e raccontargli l'infinita gioia che stava provando in quel momento.
Lui aveva avuto il suo consenso, consenso che preveniva di divenire una sola persona.
I baci non si risparmiarono, il ragazzo tornò ad assaporare le sue dolci labbra mentre la ragazza lo stringeva a se.
Ecco.
Lui aveva ancora più paura di quando aveva iniziato. Aveva timore di farle male, di farla soffrire.
Con voce flebile gli domandò se stava bene, lei gli rispose che tutto andava bene se lui era li con lei.
Delicatamente il ragazzo entrò lasciando la ragazza senza respiro.
Quella stretta al cuore, quel battito accelerato. Che stava succedendo? Ce l'avrebbe fatta o sarebbe svenuta per la sola emozione? Che sarebbe successo che era proprio lui a collassare?
Cacciò via dalla mente quei pensieri. Ora si doveva unicamente rilassare e godersi quel momento assieme al marito.
Chiuse gli occhi, da quelle rosee labbra uscirono dolce gemiti e flebili ansimi che venivano a incontrarsi con quelli del giovane vichingo che cercava in tutti i modi di essere il più delicato possibile.
Astrid portò le braccia sulla schiena del castano, lo strinse a se e si donò pace rubando un nuovo passionale e caldo bacio al ragazzo che ricambiò.
Lui era delicatissimo, su questo non c'era da ridire, ma questo non permise alla biondina di sentire un lieve dolore al basso ventre.
Lieve dolore che trovò pace non appena si stringeva a lui e aveva la certezza che quello non era un sogno ma una meravigliosa realtà.
Le bianche gambe della ragazza si portarono all'altezza del bacino del castano che con veemenza continuò a cingersi con lei, la mano lentamente gli accarezzò il fianco facendola scivolare, con delicate carezze lungo la vita sino a portarsi sulla gamba.
Gamba che percorse sfiorandola delicatamente sino a portarsi sul punto di giuntura della protesi.
Lei amava tutto di lui. Gamba di ferro compresa.
Accarezzò quella parte con delicatezza, toccò che fece emettere un gemito più forte al ragazzo che si incentrava principalmente su di lei.
Lei che ora era tornata a stringerlo, ad unire i loro respiri in uno solo. Ad unire i loro gemiti, ansimi e dolci urli in uno solo.
Uno solo come ora erano loro.
Astrid e Hiccup, due fidanzati che dopo tante lotte erano divenuti marito e moglie.
 

Bruta si guardava Moccicoso.
Moccicoso si guardava Bruta.
Era un bello spettacolo, non c'è che dire. Ma c'era anche altro che dovevano fare per rendersi ufficialmente coniugi.
Il ragazzo imbarazzo si guardò attorno. Era a casa sua, vero, la conosceva a meraviglia, ma era la situazione che lo metteva in agitazione e imbarazzo.
Bruta sembrava a suo agio.... sembrava perché non lo era, soprattutto ora che si era tolto il mantello e l'aveva delicatamente poggiato sulla scrivania del moro che si era avvicinato a lei.
Le portò le mani sui fianchi, dolcemente gli baciò il collo.
La biondina sospirò. Era davvero strano, anche per lei, vivere certe emozione da sempre sconosciute.
Moccicoso portò le mani sul suo ventre, l'accarezzò amorevolmente come ci fosse certo che li ci fosse qualcuno ad attenderlo. Attenderlo come un padre.
Delicatamente portò le mani sul fiocco di raso bianco che tirò con garbo. Non voleva risultare frettoloso, non lo era affatto, anzi, il Grande Moccicoso era piuttosto agitato da quel momento.
Entrambi chiusero gli occhi, lui continuava a baciarla; non desiderava interrompere bruscamente quel contatto fisico trovato.
Bruta si portò la mano dietro la schiena, con l'aiuto del ragazzo sciolse gentilmente il fiocco che stringeva l'abito che lentamente scese lungo la fisicità sensuale della ragazza.
Non mancò di Moccicoso di abbassarsi, sostituire quei baci con delle carezze e recuperare l'abito nuziale che posò delicatamente al fianco della mantella.
Si spostarono lentamente verso il letto, i piedi nudi toccavano il pavimento freddo e questa cosa scappare un'ingenua risatina che vide i due protagonisti.
Bruta delicatamente spogliò Moccicoso, ripose gli abiti su una sedia che lui aveva spostato al fianco del letto.
Potevano, finalmente, guardarsi e studiarsi una volta che entrambi si sedettero sul letto.
I due sposini aprirono gli occhi.
La paura stava svanendo quando i loro sguardi si infransero sui loro corpi esposti alle attenzioni l'uno dell'altro.

Moccicoso era qualcosa che la bionda avrebbe definito straordinario.
i capelli del ragazzo ora risultava spettinati, scomposti, causa di tutte quelle volte in cui si era stretta a lui e glieli aveva scompigliati apposta. A lei piace il Moccicoso di sempre, non il damerino.
Aveva delle spalle belle forti, erano larghe e scolpite. Scolpiti come erano i suoi bicipiti e i muscoli pettorali che offrivano un delicato accenno di peluria che istigavano Bruta a compiere una dolce tortura.
Quella sera si sarebbe arresa, l'avrebbe effettuata un'altro giorno!
Il dorso era ampio, imponente e mozzafiato. Aveva letteralmente il pensiero di tracciare la sua mappatura su di essa.
I fianchi. Fianchi snelli per la corporatura che possedeva il giovane vichingo che la guarda in silenzio.
Sotto di essi si sviluppava una zona alquanto lodevole. Non aveva sentito male nei passionali baci che tempo addietro si erano scambiati, eh no, per niente eccome! Dietro a quell'apparente bestia si nascondeva..... un'altra bestiolina!
Bruta guardò ogni minima cosa, anche l'intimo che era di un delicato testa di moro con una striscia dorata al fianco destro.
Aveva notato anche quella cicatrice che attraversava la coscia e la segnava con fare importante.
Il suo sguardo non mancò neanche a notarne un'altra che era sul dorso del piede sinistro, questa volta più piccola ma dal colore scuro rispetto all'altra.
Lo sguardo color cielo si riportò sul ragazzo che ora si cingeva a guardarla.

Moccicoso amava quella donna.
Quel fiore d'acciaio che ora sbocciava innanzi a se, mostrandogli i suoi petali dorati.
Dorati com'era la stoffa del top che stringeva il seno della ragazza che, audacemente, era andato a sciogliere quel fiocco che lo teneva legato sotto i suoi occhi.
Che Bruta era una tipa piuttosto sintetica si sapeva, ma quella volta aveva dato prova di come lo era realmente.
Gli occhi del vichingo si stagliavano sui seni sodi e perfetti della bionda, seni che erano stati contornati dalle ciocche che aveva sciolto dall'acconciatura, andando a riporre attentamente i fermagli che Tufo gli aveva confezionato.
Scese in basso.
Il suo ventre era delineato, piatto e al contempo messo in risalto da degli accennati addominali.
La vita era stretta, cosi stretta che si poteva stringere tra le mani con il pericolo di spezzare quella bambolina a metà.
I fianchi larghi erano coperti dalle culotte color oro che risiedevano a metà, lasciando scoperta una parte del basso ventre.
Medesimo ventre che prima aveva accarezzato con dolcezza, ventre che avrebbe accarezzato con altrettanta dolcezza nelle ore avvenire.
Le sue gambe erano bianche come la neve, erano occasionalmente attraversate da qualche cicatrice.
I piedi erano piccoli, da principessa. Ma lei era una Principessa, la sua.
Riportò gli occhi sul suo volto.
Volto che era animato da un dolce sorriso che sembrava incitarlo a non aver paura di quel che stava accadendo.
Sorriso che rassicurava lui ma che nascondeva la sua di paura.
Sorriso che ora era il migliore vestito che gli stava addosso.

Moccicoso giocava spesso a fare il duro senza macchia e senza paura, Bruta invece giocava sin troppo spesso alla stupida che amava le pazzie senza ragione.
Entrambi conducevano un gioco che non gli apparteneva e che mostrava un loro secondo lato che prendeva perennemente sopravvento per senso di sopravvivenza i due.
Lui non era il duro senza macchia e senza paura, no, lui era quel dolce e sensibile ragazzo che ora stringeva a se sua moglie baciandola con passione.
Lei non era la stupida che amava le pazzie senza logica, no, lei era quella ragazza paurosa e imbarazzata che ora aveva portato le mani tremanti sulla schiena nuda del marito ricambiando quel bacio colmo di passione.
Quelli erano gli abbracci che guarivano l'anima. Quelle erano i baci che scioglievano le insicurezze. Quelle erano le carezze che salvano i cuori dalla paura.
Quelle erano le piccole attenzioni che sarebbero durate dei minuti che si trasformarono in ore.
Attenzioni che erano anche vocali dato che Moccicoso domandava spesso e volentieri a Bruta se stava bene o se aveva bisogno di qualcosa.
Attenzioni che furono ringraziate una per volta dalla ragazza che sembrò ringraziare di cuore l'amato per preoccuparsi di lei costantemente.
Quei baci l'aiutarono a scoprirsi, a toccarsi con mano e rendersi conto che era la realtà, che tutto quello che stava accadendo era realmente vero e non un sogno che avranno fatto chissà quante volte.
Baci a cui Moccicoso sembrò esserne divenuto ancora più dipendente dato che continuava a cercarli fremente, con la bramosia di uno che ne voleva sempre di più.
Baci a cui Bruta non volle sottrarsi perché anche lei ne era dipendente. Dipendente dalla dolcezza con cui venivano donati e dalla passionalità che trovavano pace.
Baci che riuscivano ad acquietare gli animi bollenti dei due vichinghi che ora, privatosi degli ultimi indumenti rimasti a coprire le loro zone più delicate si lasciavano andare a quel momento di estremo Amore.
Lui entrò delicatamente in lei, lei sembrò morire dall'emozione.
Il suo cuore batteva, fremeva, strepitava. Voleva esplodere per quanta felicità stava catalogando in un giorno solo.
La fronte del moro si adagiò su quella della bionda. Si guardavano negli occhi. Occhi che erano lucidi e lasciavano trasparire tutta la gioia che stavano provando in quel giorno colmo di sorprese.
Moccicoso fu delicato quanto Hiccup, ogni movimento da loro fatto era cadenzato e, insieme alla loro attenzione, veniva incentrata unicamente verso le loro donne.
A Bruta sembrò piacere e non poco, anche!
I respiri dei due si erano uniti come loro, i loro ansimi e gemiti erano andati a coalizzarsi in un canto d'amore che veniva susseguito dagli urli di passione.
Dopo tante Guerre sentimentali, i due ragazzi, da fidanzati desiderosi di una vita assieme poterono dichiararsi ufficialmente marito e moglie. Moccicoso e Bruta, un'altra coppia che vivrà felice e contenta.

   
 
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