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Autore: Killpop    01/01/2015    0 recensioni
Niente rimane calmo per sempre, prima o poi arriverà il temporale e il diluvio trascinerà ogni cosa nelle profondità più oscure...
Mi farebbe molto piacere che chiunque legga questa storia ascolti la canzone in questione mentre lo fa, giusto per immedesimarsi al meglio in ciò che quelle note mi trasmettono. Beh buona lettura, ogni recensione è ben accolta c:
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Storm

E così ha inizio la tragedia, se fino a qualche minuto prima Eric pensava che nulla potesse andare storto, ora doveva avere a che fare con la più terribile e pericolosa situazione della sua vita. Il cielo si fece inverosimilmente scuro e la pioggia, dapprima leggera, divenne sempre più copiosa e battente fino a scatenare un temporale di proporzioni bibliche, le gocce d'acqua avevano raggiunto una grandezza e una pesantezza incredibile e si schiantavano come bombe su ogni cosa fosse a tiro, aiutate anche dalla forza dirompente di un vento freddo che pareva essersi alzato all'improvviso. Intanto nel lago si erano cominciati a formare diversi vortici e mulinelli che creavano moti d'acqua repentini e letali, i remi della canoa su cui stava Eveline si distrussero come stuzzicadenti quando la ragazza provò a fare qualcosa per tornare alla riva, ma era troppo tardi. Improvvisamente dei tentacoli dalla lunghezza spaventosa si eressero dalle correnti del lago, un orribile mostro apparve in tutta la sua imponenza dietro l'esile e pericolante imbarcazione sfoderando due file di denti così aguzzi da lacerare qualsiasi materiale volessero disintegrare, occhi gialli e luminosi i suoi, emanavano una luce terrificante e sembrava guardassero il ragazzo sulla riva con un odio innato. Alla sua vista Eveline gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, invocò una richiesta di aiuto e ripetette più volte il nome di Eric a squarciagola, ma invano, quella sorta di kraken aveva già affondato i suoi viscidi tentacoli sulla canoa e l'aveva già trascinata nell'oscuro fondale del lago con la ragazza e il suo verde medaglione.
Il ragazzo scoppiò in lacrime e urlò il nome della sua amata, ma come risposta ebbe solo il rombo di un tuono e dei fulmini che squarciavano il cielo illuminandolo. Ma Eric non era uno che si arrendeva facilmente e sperava di poter fare ancora qualcosa per salvare la vita della sua ragazza, anche perché senza di lei, i suoi occhi e il suo sorriso tanto valeva lasciarsi affogare in quello stesso lago. Così prese a correre verso casa, tentando di non scivolare tra il fango e la melma e schivando i detriti delle abitazioni e degli alberi che la tempesta aveva distrutto e portato con sé in quel fiume sporco e dalla corrente implacabile. Arrivato a casa sospirò rallegrandosi del fatto che la casa in pietra che aveva costruito con suo padre anni addietro aveva resistito e lo avrebbe fatto ancora per molto, così recatosi nel suo laboratorio con di fianco l'officina del da poco defunto genitore cominciò a lavorare a un progetto tanto folle quanto geniale, sapeva che tra non molto il livello dell'acqua si sarebbe alzato ancora e ancora fino ad inondare e ricoprire ogni cosa, quindi l'unica cosa che poteva farsi strada facilmente in quel mare di detriti e mulinelli era un sottomarino, proprio come quelli che costruiva la sua famiglia da generazioni, proprio come quelli che fabbricava con il padre. Si mise subito al lavoro motivato dalla foto in cornice della sua Eveline, che lo stava aspettando nell'abisso, raccattò tutti i materiali di cui aveva bisogno, metallo, legno, viti, saldatrici e il resto che era necessario. Lavorava duramente giorno e notte senza un attimo di pausa, anche un solo secondo di esitazione o riposo poteva costare la vita sia sua, sia della povera Eveline, se c'era ancora qualche misera speranza che fosse sopravvissuta, non la pioggia, non la stanchezza, né il sonno lo distolsero dal suo duro lavoro.
Fuori il temporale aveva già devastato tutto ed ecco che anche le fondamenta della sua abitazione cominciarono a crollare una dopo l'altra unendosi a quella indegna parata di detriti e resti che navigavano in quel fiume spaventosamente imponente, così Eric si rifugiò nell'officina che ancora si rifiutava di cedere ed osservò la sua opera completa con soddisfazione, guardando la foto della ragazza sussurrò pieno di fiducia: "Sto venendo a salvarti Eveline".
   
 
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