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Autore: Inside_My_Mind    01/01/2015    1 recensioni
La felicità è effimera e sfugge dalle mani come acqua, non puoi trattenerla. Eppure, se penso a cosa significhi per me la felicità, qualcosa in mente torna…una voce…un volto… e poi è come un pugno al petto che toglie il fiato.
Louis...
“ Ti vorrei presentare una persona Louis, si chiama Tommy"
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio io e te styles per il commento :3 spero che questo chap ti piaccia.
 

Was It A Dream?

 
- Il bagnò è pronto – 

Pearl annuì. Si spogliò dei vestiti, che le parevano essersi appiccicati addosso, e si immerse nell'acqua calda e profumata.

Louis si tolse la maglietta, tenendo solo i pantaloni blu della tuta che indossava, si inginocchiò accanto alla vasca, inumidì una spugna e cominciò a frizionare dolcemente il corpo della ragazza.

Pearl lo guardò, lo guardò attentamente per la prima volta, quella notte. Gli sfiorò il viso con una mano. Era stanco, dimagrito, trascurato.

- Ti vedo cambiato Lou, sembri più vecchio –

Louis esitò un momento. Poi si liberò dei pantaloni e dei boxer, e la raggiunse nella vasca da bagno. Si sedette dietro di lei, lasciando che si appoggiasse al suo petto. Le baciò una spalla, prima di cominciare a massaggiarla, cercando di sciogliere la tensione che la torturava. Era come se fossero tornati ai vecchi tempi, erano insieme nella vasca, troppo piccola per due persone, così vicini da sentire il battito dei loro cuori, l’uno sulla pelle dell’altro. Quella vasca dove potevano essere sé stessi, raccontarsi tutto, ascoltare musica, fare l’amore.

Pearl sentiva i nervi rilassarsi, i muscoli sciogliersi ad uno ad uno, al contatto con quelle mani. Premurose, non vogliose.

Eppure non parlavano. Rimasero lì, assieme, finchè l'acqua non cominciò a freddarsi, Louis accarezzava timoroso il prominente pancione di 7 mesi, con il dorso del dito disegnava cerchi immaginari sulla pella tesa e bagnata. Iniziò a sentire il corpo di Pearl farsi sempre più pesante. La aiutò ad uscire e ad asciugarsi, prima che si addormentasse.

-  Rimani con me, stanotte  – Sembrava più una preghiera che una richiesta
-  Va bene  –  sussurrò luì con voce monocorde.

Le lenzuola erano fresche, e profumavano di pulito. Pearl vi si raggomitolò sotto, finchè lui la abbracciava.

- Mi hai preso alla sprovvista - le disse, apparentemente  tranquillo - Ma non ti preoccupare, andrà tutto bene  -

Pearl studiò attentamente la sua espressione, incapace di capire cosa intendesse.

- Dici sul serio? – domandò, con un filo di voce.
 
- In qualche modo faremo, troveremo una maniera per far piacere questa situazione a tutti – La confortò sorridendo al soffitto 

- Eppure non ti vedo molto convinto – 

Louis la guardò, e parve rendersi conto di quanto fosse spaventata. Le mise una mano sulla guancia, sfiorandole la gota con il pollice.

- Tu non puoi minimamente capire quanto io mi possa sentire in colpa. Non faccio che chiederti scusa, come uno stupido. Non sai cosa darei per tornare indietro, per cancellarlo  – 

- Non ti angustiare, Lou. E' passato – 

- Perdonami  – 
 
- Ti ho perdonato tanto tempo fa, davvero. Sei tu che devi perdonare te stesso. E' passato, lascialo andare – 

La fece voltare per guardarla in viso. Deglutì.  
Lentamente, avvicinò il volto al suo.
Lentamente, le passò un dito sulle labbra, che si dischiusero.

-  Posso?  -  sospirò.

Pearl chiuse gli occhi. Le aveva chiesto il permesso. Annuì.
E sentì le sue labbra sulle proprie. Proprio come avrebbe dovuto essere.
E fu solo un bacio. Lungo. Lunghissimo.
Tenero. Gentile. Dolce. Incredibilmente dolce. Triste, e disperato. Colpevole. Innocente.
Nulla di più che un bacio, capace però di cancellare il dolore e la lontananza.

- Ero sciocco, non ti ho mai dato tutta l’importanza che meriti. Ero geloso di Harry, non riuscivo a comprendere quanto avessi bisogno di un amico sincero, dato che io non riuscivo ad essere questo per te, ed è stata tutta colpa mia – 

- Non serve giustificarsi Lou, sei umano, tutto qui – 

- Non mi sto giustificando, semplicemente ero in giro per il mondo mentre tu per sette mesi hai portato in grembo mio figlio, senza uno stipendio fisso, senza una famiglia ad appoggiarti, come faccio a non sentirmi colpevole? -   la voce tentava di celare il dolore palese di cui era intrisa. 

Per lui accettare un simile sbaglio era più difficile che per altri, suo padre lo aveva abbandonato quando aveva solo due anni, sapeva cosa voleva dire avere un padre biologico assente.

Pearl appoggiò la testa sul suo petto, cercando di calmarlo, poiché aveva iniziato a singhiozzare

- Ora non serve fare così, me la sono cavata fino ad ora, le cose possono solo migliorare- sussurrò lei accarezzandolo – Con te vicino non ho paura di nulla, che si fottano gli altri! Siamo io e te contro il mondo, ricordi Tomlinson? – 

Parlarono a lungo, finchè il sonno non sopraggiunse. Si addormentarono insieme, come non succedeva da troppo tempo. L’un sognando l’altra.
 
 
 
 
   
 
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