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Autore: cristal_93    01/01/2015    1 recensioni
E' trascorso ormai un po' di tempo dall'ingresso di Leah nel mondo delle squadre d'esplorazione, e lei vive intensamente ogni giorno fantastiche avventure, insieme ai suoi compagni Piplup e Chimchar. Ma la vita non può essere sempre perfetta: il furto dell'Ingranaggio del Tempo sconvolge la quotidianità di tutti gli abitanti di Borgo Tesoro, e arriverà a sconvolgete le esistenze dei tre ragazzi più di quanto si sarebbero mai aspettati. Loro malgrado si ritroveranno coinvolti nella battaglia per la salvezza del mondo, e verranno a conoscenza di segreti che potrebbero influenzare per sempre il destino dei Pokémon di tutto il pianeta. Affronteranno avversari pericolosi e conosceranno Pokémon misteriosi, ma al loro fianco sopraggiungerà un inaspettato alleato....
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Grovyle, Piplup
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Inauguro il nuovo anno con la pubblicazione di questo capitolo. Ci ho lavorato su un po', ma non garantisco sul risultato. Ringrazio Andy Black e AndreMCPro  per aver recensito finora la storia, e ad AndreMCPro chiedo ancora scusa perchè terrò sulle spine per un altro capitolo prima di giungere infin alla meta :-). Spero che sia di gradimento, buona lettura !


<< No,no e no! Ti ho detto che non ne sono capace! >>
<< Sei un Pokémon Scimpanzé e non sei in grado di fare una cosa del genere?! >>
<< Che c'entra, non sono mica un selvaggio! >>
<< Non è questione di essere selvaggi o meno, Chimchar! >> esclamò spazientita Leah. Non avevano ancora raggiunto la meta che già sentiva di aver esaurito la pazienza. Erano partiti presto, praticamente prima dell'alba, senza svegliare né avvisare nessuno ( in fondo non ce n'era bisogno, avevano avvertito il Capitano il giorno prima ed era più che sufficiente), dopo due giorni passati a scovare più informazioni possibili sull'esatta ubicazione della Foresta Rocciosa ( non avevano trovato granché ma se l'erano fatto bastare) e a “saccheggiare” il magazzino Kecleon, riempiendo le borse degli oggetti più disparati.
Non sapendo né che tipo di Dungeon avrebbero esplorato né che nemici avrebbero affrontato, avevano deciso di portare il necessario per qualunque evenienza; oltre a quello, ovviamente, si erano anche allenati molto, anche se Chimchar era stato così emozionato all'idea dell'imminente avventura che era stato piuttosto distratto e l'allenamento ne aveva risentito.
Avevano deciso di viaggiare per via aerea, certi che in quel modo avrebbero impiegato metà del tempo per arrivare, ma malgrado le premesse erano stati comunque obbligati a fermarsi parecchie volte per rifocillarsi e riposarsi, specialmente Leah, che ovviamente aveva avuto la costante paura di esaurire le energie e riassumere le proprie sembianze da un momento all'altro. Avevano sorvolato boschi, colline e montagne, ma era stato specialmente nelle loro soste nelle foreste, a sera tarda ,che Leah aveva cominciato a rendersi conto di quanto quei due sembravano non gradire particolarmente la vita nella natura selvaggia, cosa che aveva trovato abbastanza insolita.
Per lei che ci era cresciuta era stato come giocare in casa, ma Piplup e Chimchar erano stati nervosi durante ogni campeggio, sobbalzando ad ogni minimo fruscio del fogliame e trovando un po' scomodo dormire sugli alberi. Nessun problema a stare sull'erba, ma dei rami non avevano voluto nemmeno sentire parlare: dormire sul legno era fastidioso, ma oltre a quello avevano avuto paura anche di cadere giù, magari durante il sonno. Senza accorgersene, mentre dormivano si era sempre stretti l'uno all'altro, temendo il buio come se questo avesse potuto animarsi all'improvviso e assalirli come una bestia feroce.
Per proteggersi dai Pokémon notturni, Leah aveva proposto di istituire dei turni di guardia, ma come previsto aveva finito per coprire lei tutti i loro turni, perché svegliare quei due e convincerli a restarci era risultato l'apocalisse, quindi aveva deciso di lasciarli dormire, anche se ne avrebbe avuto bisogno anche lei. Si era stupita di quanto le era sembrato di avere a che fare con due ragazzi di città invece che con dei Pokémon: fino a quel momento non avevano mai dato problemi di quel tipo, ma era anche vero che non avevano mai svolto missioni impegnative tali da costringerli a restare per più di un giorno lontani dalla Gilda; durante quel viaggio, invece, sembravano essere diventati dei totali fifoni,tanto da avere paura persino delle loro ombre. Più di una volta, poi, lei aveva sentito Chimchar parlare nel sonno, lamentandosi del fatto che erano costretti a dormire su qualcosa di scomodo e con pericoli di ogni tipo in agguato, e ogni tanto l'aveva anche sentito rimpiangere i loro comodi letti alla Gilda, a casa. Leah aveva pensato che tutto sommato non si sarebbero fatti troppi problemi a dormire senza un tetto sopra la testa, ma alla fine si era ritrovata costretta a smettere di pensare a loro nei termini di tutti i Pokémon selvatici con cui si era sempre trovata a che fare, perché loro, come sicuramente buona parte dei Pokémon di Borgo Tesoro, se fossero stati umani sicuramente sarebbero sembrati come quelle persone che hanno paura anche di andare nel parco sotto casa per paura di sporcarsi, figuriamoci concepire l'idea di dormire sotto le stelle senza nessun comfort della vita civilizzata, come un qualsiasi Pokémon selvatico. D'accordo, detta così forse era un po' esagerato, loro per fortuna non erano un così tale caso disperato, però Leah non avrebbe mai pensato che avrebbero fatto tante storie all'idea di accamparsi all'aperto e senza un riparo, e
invece se li trovava lì, rannicchiati come due bambini spaventati, col terrore che potessero spuntare fuori gli spiriti cattivi e portarli via magari mentre dormivano, o peggio, con la paura di cadere dall'albero da un momento all'altro.
Forse avrebbe dovuto istituire un corso di sopravvivenza, appena tornati dalla missione, giusto per dargli qualche dritta sulla sopravvivenza nei boschi, in modo da renderli in grado di sapersela cavare da soli anche in caso di smarrimento, invece di ritrovarsi rannicchiati dietro un cespuglio senza la più minima idea di cosa fare. Tra accampanti improvvisati, turni di guardia, volate e riposi, erano arrivati alla Foresta Rocciosa dopo il terzo giorno di viaggio, ed era stato chiaro fin da subito perché avesse un tale nome: era una gola incredibilmente vasta, e le escoriazioni rocciose che spuntavano ad intervalli più o meno regolari e talvolta ammassate le une sulle altre avevano l'aspetto e la forma di giganteschi alberi, talmente alti che sembravano sfiorare il cielo. Se non fosse stato per la mancanza di fogliame, Leah avrebbe affermato senza indugi che quella in realtà fosse una foresta pietrificata, invece che un deterioramento delle rocce in forme così particolari: erano talmente ben definite che assomigliavano per davvero ad alberi, e sembravano nascere direttamente dalle pareti della gola. I loro rami si innalzavano verso l'alto e talvolta si intrecciavano con quelli del vicino creando così una sorta di intricata rete di pietra.
Più che un opera naturale sembrava il duro lavoro di un abile architetto. Era uno spettacolo straordinario a vedersi, ma al tempo stesso erano anche inquietante: non c'era un filo d'erba o una minima traccia di qualsiasi forma di vita nel raggio di un miglio; per di più, il vento che fischiava tra gli spazi vuoti tra le rocce regalava un che di raccapricciante e lugubre a quel luogo. Oltretutto, c'era anche un altro problema: oltre a sembrare interminabile, i rami ostruivano quasi completamente la visuale del suolo dall'alto, quindi non avevano avuto altra scelta se non atterrare e proseguire a piedi, cosa però altrettanto impossibile vista la tortuosità e la malformazione del terreno, così malmesso e irregolare che ne fu presto dichiarata l'impraticabilità.Leah aveva aggiunto anche quel dettaglio alla lista dei possibili motivi per cui in pochi ( o forse nessuno) erano mai riusciti a trovare la biblioteca, sicuramente molti aveano rinunciato anche solo per quello.
Da ultimo aveva ponderato per l'unica alternativa possibile ( non certo quella di distruggere quegli alberi granitici, come invece aveva suggerito Chimchar) : muoversi in quel reticolo roccioso saltando da un ramo all'altro. Qui, però, aveva compiuto l'ennesimo errore di calcolo da quando erano partiti: aveva dato per scontato che almeno Chimchar, essendo un Pokémon Scimpanzé, non avrebbe avuto problemi, e che se lei avesse preso Piplup sulle spalle avrebbero potuto muoversi tranquillamente tra gli alberi saltando sopra i rami. Inutile dirlo, le sue speranze erano scoppiate come bolle di sapone: Chimchar non solo non lo sapeva fare, ma addirittura sembrava inorridito che lei lo avesse anche solo pensato.

<< Potevi anche dirlo prima, comunque! >> sbottò la ragazza.
<< Potevi informarti! >> replicò Chimchar.
<< La nostra meta era una foresta, non credi anche tu che avremmo potuto prendere in considerazione questa eventualità? >>
<< Non sono mica cresciuto in una giungla, non so come muovermi in questo posto! >>. Leah si apprestò a replicare ancora, ma poi rinunciò: era solo fiato sprecato, e invece di perdere tempo in quel modo preferiva sfruttarlo per trovare un' alternativa. Valutò attentamente la prossima mossa: cercare di insegnare a quei due quello che lei sapeva fare con la stessa semplicità di bere un bicchiere d'acqua era fuori discussione. Avrebbero solo perso tempo, e ogni istante ora era prezioso. Dovevano sfruttare ogni singolo minuto che avevano fino all'ultimo secondo, o avrebbero rischiato di passare dei mesi in quel posto senza concludere nulla, e non potevano permetterselo. Per di più, Piplup non aveva una struttura corporea adatta a quel genere di cose, aveva le braccia e le gambe troppo piccole, forse non sarebbe neanche stato in grado di imparare. Anche lei, però, avrebbe potuto informarsi di più invece di andare allo sbaraglio. C'era una sola cosa da fare, e anche se li avrebbe rallentati era sempre meglio che passare ogni cinque minuti a salvarequalcuno caduto dall'albero prima che si fracassasse le ossa.
<< Forza, salite su di me >> tagliò corto. Piplup e Chimchar si guardarono, poi Chimchar fu svelto a montare su Leah e a stringersi a lei, seguito a ruota dal compagno che invece si strinse a lui. Pensavo peggio pensò la ragazza: anche con quelle sembianze riusciva a sostenere il peso di quei due come se fosse stata nel suo normale aspetto da umana. Un poblema in meno a cui pensare.
<< Ok... tenetevi forte! >> e partì alla carica. Cercò di andare piano di proposito, ma ben presto non riuscì a trattenersi e si lasciò catturare dall'ebrezza di correre di nuovo tra gli alberi come non faceva da un sacco di tempo. Per un attimo si sentì tornare bambina, quando si arrampicava sugli alberi per scoprire e osservare per ore i Pokémon selvatici che vi abitavano, o quando lei e Vaporeon si sfidavano a rincorrersi. D'istinto si guardò a fianco, ma come era ovvio aspettarsi non c'era nessuno, e la delusione l'assalì. Quanto le mancava Vaporeon. Era praticamente impossibile non pensare a lui, non c'era niente che non avessero fatto insieme durante la loro vita. Anche il volare tra gli alberi: Vaporeon era sempre stato piuttosto bravo anche da Eevee, ma malgrado il massimo impegno non era mai riuscito a battere la ragazza, cosa che non le aveva mai perdonato facilmente. Contava di riuscire a vincere prima o poi, diceva sempre che era solo questione di tempo, e finalmente sarebbe riuscito a farle mangiare la polvere. “ Quando i Bulbasaur voleranno” gli rispondeva Leah per prenderlo in giro, al che lui si indispettiva e passava tutta la notte ad allenarsi, e il giorno dopo ci riprovavano di nuovo, ma non c'era verso, e ogni volta il risultato era uguale al precedente. Alla fine arrivava a giustificarsi dicendo che la Leah aveva le gambe più lunghe delle sue, e che quindi era più facile, al che lei gli faceva la linguaccia e lo sfidava di nuovo, ridendo di cuore.
Dopo la loro separazione Leah non aveva più corso sugli alberi per qualche tempo, certa che le avrebbe solo fatto male, ma ora, anche se mancavano molti fattori che finora avevano sempre fatto parte di quei momenti ( oltre a Vaporeon, ovviamente, come le foglie tra i rami, il sole che ci filtrava attraverso, la brezza del vento non contando quel fischiare lugubre che permeava l'aria), a percorrere in quel modo la Foresta Rocciosa si diede della stupida per essersi fatta bloccare dalla paura di dover soffrire di nuovo, e lentamente si sentì rinascere, riscoprì sé stessa e la sua dimensione, omettendo il piccolo dettaglio che saltare su rami di roccia non era per niente simile a farlo su quelli di legno, o il fatto che filtrasse poca luce da quell'intrico pietroso, ma quello era il minore dei problemi. I due ragazzi, invece, non sembravano altrettanto entusiasti, e ogni volta che Leah spiccava un nuovo balzo si stringevano di più per timore di essere disarcionati. Ad un certo punto Chimchar  tirò forte il nastro che la ragazza aveva al collo per intimarle di fermarsi e lei, seppur con riluttanza, acconsentì. I Pokémon scesero e barcollarono come ubriachi tenendosi la pancia.

<< Mi è venuto il mal... d'albero >> annunciò Chimchar diventato verde. Piplup non era certo in condizioni migliori, ancora un po' e avrebbe rimesso anche l'anima.
<< Scusate, temo di essermi fatta trascinare... >> disse mortificata Leah. Chimchar si appoggiò ad un tronco in preda dalle vertigini, prese dei respiri profondi e si batté il pugno sul petto.
<< Una volta... per tutte: esiste... qualcosa... che tu non sappia... fare? >> articolò tra un respiro e l'altro. Lei fece le spallucce.
<< Cucinare, credo >> buttò lì con sufficienza. Chimchar la guardò storto.
<< E controllare... il tuo fervore...a quanto sembra >> borbottò.
<< Scusa >> ripetè la ragazza senza però pensarlo veramente. << Io ci sono cresciuta così, per me è una cosa naturale >>.
<< Dovrebbe...essere...naturale anche renderti conto che... non possono essere tutti...selvaggi come te, non credi? >>. Leah inarcò un sopracciglio.
<< Io sarei una selvaggia? >>
<< Come altro lo vuoi chiamare... un Espeon a cui piace... saltare da un albero all'altro come un... Mankey? >>
<< Non so... spirito libero? >>
<< Spirito da legare e imbavagliare >>.
<< Senti chi parla >>. Chimchar storse il naso e gonfiò le guance, ma alla fine la tensione si sciolse tra le risate.
<< Ok basta, torniamo seri >> disse Leah, e i due si fecero attenti.
<< Per prima cosa serve una panoramica migliore di questo posto. Aspettatemi qui >> e si arrampicò in alto fino a raggiungere la cima, poi si lanciò in aria e lì si fermò, girando a 360° gradi su se stessa e spaziando fin dove poteva con lo sguardo, cosa che non condusse a niente: quella foresta sembrava estendersi per miglia e miglia, e non riusciva a identificare nessun punto riferimento, il paesaggio appariva identico in qualunque direzione si girasse. Contava che la biblioteca fosse nel cuore di quell'intrico pietroso, solo che già era difficile misurarne i confini, figuriamoci riuscire a individuarne il centro. Non era una buona idea nemmeno tentare con la sua scansione psichica: sicuramente avrebbe finito per prosciugare la sua energia senza risolvere niente. Restava l'unica possibilità: continuare ad addentrarsi e sperare di trovare qualcuno che gli indicasse la strada. Finora però non avevano trovato la benché minima traccia di forme di vita, sia vegetale che senziente, ma gli unici esseri che forse avrebbero potuto vivere in un luogo simile erano i Pokémon di tipo Roccia, o eventualmente, di tipo Terra o Acciaio.
Ciò riduceva anche la lista del tipo di nemici che avrebbero trovato nella biblioteca quando ( e se) ci sarebbero arrivati. Per ora sarebbe già stato tanto trovarla, al resto avrebbero pensato più avanti. Tornò dai compagni e propose di spostarsi ancora per fare un altro tentativo di orientamento dall'alto. I due si arresero alla prospettiva di un'altra traversata vertiginosa, e anche se Leah promise che sarebbe andata più piano, loro non si sentirono affatto tranquilli. La ragazza però mantenne la parola e mantenne un ritmo più lento di prima.

Leah” disse Chimchar. Usò la telepatia perchè farsi capire ad alta voce sarebbe stato difficile, benché le fosse così vicino che avrebbe potuto tranquillamente sussurrarle le parole all'orecchio.
Sì?”
Per cosa lo stiamo facendo davvero? Per Piplup o per la ricerca degli Ingranaggi del Tempo? ”. Ecco, erano arrivati alla questione. Era vero che il loro scopo iniziale era stato quello di cercare qualcosa che li aiutasse a conoscere qualcosa di più sul potere di Piplup, ma dopo che Torkoal gli aveva raccontato quella leggenda a Leah era venuta voglia di approfondire la questione. Dopo aver sentito la storia, però, alla ragazza era sorto anche un altro dubbio: Piplup era un essere umano che per qualche strano motivo era diventato un Pokémon, e per di più aveva un potere particolare; era entrato nelle vita di Chimchar proprio nel periodo in cui aveva iniziato a diffondersi il disturbo del flusso del Tempo, e poco tempo dopo era avvenuto il furto dell'Ingranaggio del Tempo. Forse le cose erano collegate, forse la sua trasformazione in Pokémon aveva qualcosa a che fare con tutto questo. Una ragione in più per approfittarne e fare delle ulteriori ricerche. Ad essere onesti con se stessi, però, la cosa la faceva sentire un po' in colpa, perché di quello non ne avevano parlato con nessuno, nemmeno al Capitano, e la cosa la stava facendo sentire come se stessero tradendo la sua fiducia. Ma non potevano raccontargli niente, o non ancora, per il momento: lo avrebbero fatto se e solo se avrebbero trovato qualcosa di interessante in quell'archivio.
Per entrambe le cose, Chimchar” rispose. “In fondo è ll motivo per cui abbiamo chiesto un giorno di ferie, no? Abbiamo ottenuto molto più di quanto speravamo con la notizia dell'esistenza di questa biblioteca. Tutto sta ora nel trovarla”.
Hai già qualche idea?”
Non molte. Ma se ci sono pochissime o quasi nulle notizie sulla sua locazione non sarà per niente facile riuscire a scovarla. Oltretutto dovremo fare attenzione al Guardiano”.
Sono un po' preoccupato, lo ammetto...”
Anch'io, e per di più è l'unica notizia utile che abbiamo. Basterà stare all'erta per vedere se ci sono aure forti in giro... anche se probabilmente sarà l'unica anima viva che incontreremo, qui sembra tutto morto... “
Questo lo potrai fare solo tu. Noi cosa possiamo aiutare?”. Sembrava molto seccato nel dirlo, e come dargli torto, in fondo.
Tenere gli occhi aperti. E avvisare se notate la minima cosa sospetta”.
Sarebbe più facile trovare un quadrifoglio in un mare di trifogli...” borbottò Chimchar, guardandosi intorno imbronciato. Leah si sentì in colpa. Avevano fatto più ricerche possibili per cercare di portare a termine nel migliori dei modi quella ricerca, ma ora che ci si trovavano in mezzo cominciò a chiedersi se non fosse stata troppo impulsiva e presuntuosa nelle sue convinzioni. Aveva ragione Chimchar: lei era partita sicura di trovare il Guardiano e con lui la biblioteca rintracciandolo con la percezione della sua aura, ma così facendo aveva praticamente esonerato Piplup e Chimchar dal darle una mano con le ricerche, perché loro non potevano fare granché, e l'unico tipo di aiuto che avrebbero potuto offrire era quello che avrebbero prestato solo in caso di avvenuto ritrovamento del Pokémon in questione, non prima. Era passato un mese da quando erano diventati una squadra, e Leah si era illusa di aver finalmente imparato a lavorare in un gruppo e a collaborare con gli altri, ma la verità è che non era ancora cambiato niente rispetto a quando viaggiava da sola, e che finora aveva trattato Piplup e Chimchar quasi come elementi di contorno, talvolta dimenticandosi quasi che esistevano. Era davvero una stupida, arrogante ed egoista.
Si stava trascinando sempre più a livello di Braven, e quell'aspetto di lui non le era mai piaciuto, non voleva ridursi a tanto. Ma cos'avrebbe potuto fare per rimediare? Guardò di sfuggita Piplup e le venne un'idea: sarebbe stata una manna dal cielo se il suo potere si fosse manifestato proprio in quel momento, ma contando che non era più avvenuto dall'ultima volta con Drowzee, anche se lo avesse fatto, Piplup non sarebbe stato in grado di controllarlo, perchè non lo conosceva. A pensarci bene, però, un tentativo potevano anche farlo: che avevano da perdere, in fondo? Si fermò di botto su un ramo piuttosto in alto e li fece scendere.

<< Ora perché ti sei fermata? >> chiese Chimchar.
<< Per fare un esperimento >> rispose Leah, poi, a Piplup, << e tu sei l'elemento principale per farlo funzionare >>.
<< Cosa vuoi che faccia? >> chiese il pinguino preoccupato. La ragazza analizzò con occhio critico l'albero su cui erano atterrati.
<< Prova a toccare questa roccia, per favore >>. Piplup capì le sue intenzioni e si rilassò.
<< Siamo sicuri che funzionerà? >>
<< No, ma dobbiamo almeno provarci. Te la senti? >>. Per tutta risposta, Piplup avanzò con decisione e posò la pinna sul tronco. Leah e Chimchar lo guardarono in trepidante attesa. Passò un attimo. Ne passarono due. Poi un terzo. Alla fine persero il conto del tempo che rimasero impalati come stoccafissi ad aspettare la tanto agognata visione che, però, a quanto pareva, non voleva interrompere le ferie che si era permessa da un mese a quella parte, sebbene ne avessero più bisogno che mai. Piplup lasciò cadere la pinna intorpidita e sospirò affranto.
<< Mi dispiace... >> mormorò.
<< Non ti preoccupare >> disse Leah. << Non avevamo garanzie che funzionasse davvero... anche se ci speravo... >>
<< Anch'io >> disse Piplup, guardandosi le pinne, mentre la frustrazione cresceva. Per un attimo, solo per un attimo, si era illuso che forse avrebbe potuto dare un contributo utile a quella missione, e così Leah non sarebbe stata l'unica a farsi carico di tutte le responsabilità. Ma era inutile: dopo tutto quel tempo trascorso insieme era diventato perfettamente consapevole di quanto fosse in gamba quella ragazza, e di quanto invece lui si sentisse sempre più inutile e insignificante. Leah sembrava capace di far tutto, non si era mai dimostrata impreparata su niente, aveva saputo fronteggiare qualunque problema.
Il pinguino si chiedeva se non sarebbe stato più facile scovare un Ingranaggio del Tempo che avere un giorno la sorpresa di incappare in una situazione in cui nemmeno lei sarebbe stata in grado di far qualcosa. Non che ci sperasse ( se possibile sarebbe stato meglio di no) però se fosse successo davvero, cos' avrebbero fatto lui e Chimchar? Gli tornarono in mente le parole di Chatot : “
Leah non sarà sempre lì a proteggervi, prima o poi dovrete imparare a cavarvela da soli”. Ma come potevano riuscirci o anche solo provarci, se lei era sempre pronta a tirarli fuori dai guai non appena ci cadevano ( cosa che accadeva abbastanza frequentemente, oltretutto) ? Da quando Leah era diventata loro Leader, lui e Chimchar avevano imparato molto ed erano diventati molto più forti, ma in sostanza non avevano fatto praticamente niente. Avevano finito per essere oscurati dall'ombra di Leah: era specialmente con lei che il Capitano si congratulava per la buona riuscita delle missioni, era di lei che la gente parlava quando camminavano per strada. A difesa della ragazza però c'era da dire che se n'era resa conto benissimo, e anzi, si era già più volte scusata con loro per questo. Chimchar l'aveva messa a tacere dicendole di smetterla di farsi tante paranoie, ma Piplup sapeva che la cosa lo infastidiva molto più di quanto sembrasse. Se la fanciulla fosse stata come Loudred, o peggio, come Chatot, sarebbe stato facile odiarla, ma Leah non era per niente come loro, e oltre a non avere lei stessa particolarmente piacere delle lodi che riceveva il più delle volte, ci rimaneva male a sapere che facevano soffrire i suoi compagni, che non volevano arrivare a odiarla inutilmente per niente al mondo. Prima o poi si sarebbero messi l'anima in pace e avrebbero affrontato come dovuto l'argomento con Leah, prima che tutti i pensieri che si tenevano dentro andassero a influenzare negativamente i loro cuori, che invece non volevano portare nessun rancore per lei, la cui unica colpa era solo quella di essere troppo capace, senza vantarsene né essere presuntuosa, al contrario di loro che, invece, erano degli inetti. Certo che se quello strano potere da chiromante si fosse manifestato, Piplup sarebbe stato ampiamente soddisfatto; avrebbe pensato dopo a lenire il malumore crescente di Chimchar che, tra i due, era il più negato a trattenere i propri sentimenti, che trasparivano in modo abbastanza evidente dal suo muso perennemente imbronciato. Ancora un po' e gli sarebbero spuntate nuvolette nere cariche di fulmini sulla testa. Urgeva fare qualcosa prima che cominciassero a tuonare.
<< Davvero non sei riuscita a trovare qualcosa di utile per orientarci in questo posto? >> chiese alla ragazza. Era una domanda abbastanza idiota e quantomeno inopportuna da porre, a dire il vero, visto che avevano passato serate a discutere sull'argomento. Tuttavia Leah rispose con pazienza:
<< Ho cercato più informazioni possibili, ma nemmeno Torkoal mi ha potuto aiutare granché, anche se è stato proprio lui a parlarcene. Quella biblioteca... comincio a pensare che sia solo una leggenda, e che forse non è solo per il Guardiano che nessuno l'ha mai visitata... >>
<< Già, lo penso anch'io... >> mormorò il pinguino. Un urlo improvviso li fece sobbalzare entrambi, ma era solo Chimchar che era balzato in aria ed era atterrato a gambe divaricate, battendo le mani sulle ginocchia.
<< Ti ha dato di volta il cervello ?! Perché hai urlato in quel modo?! >> esclamò Piplup.
<< Ho urlato perché non ne potevo più e volevo liberarmi della tensione, e anche perché non voglio sentire i vostri discorsi! >> ribatté con forza Chimchar. << Siamo venuti fin qui per trovare quella biblioteca, e non ce ne andremo finché non l'avremo fatto Abbiamo percorso tutta questa strada, non possiamo mollare proprio adesso! >>. Parlò tutto in una volta , tanto che alla fine dovette prendere fiato. Piplup guardò il compagno come sempre con occhi costernati oltre l'impossibile, guardò quella palla di pelo arancione che fino ad un attimo prima era nera dal cattivo umore. Gettò un'occhiata in tralice a Leah: lei era piuttosto lunatica nei suoi comportamenti, e già più volte Piplup si era chiesto se per caso non soffrisse di doppia personalità, ma doveva riconoscere che Chimchar arrivava secondo. Non se la sentì di fargli discorsetti, stavolta: poteva capire benissimo il suo tentativo di reagire all'apatia in cui era precipitato, perché era quello che stava cercando di fare anche lui, anche se in modo diverso e di certo meno appariscente; forse avrebbero potuto provare a mettersi d'accoro e farlo insieme, ma al di là della concezione che riguardava i loro tipi di Pokémon, totalmente incompatibili tra di loro, i due ragazzi erano ai poli opposti sotto molti altri aspetti, e forse non sarebbero riusciti facilmente a “coordinarsi”, per così dire, perché ognuno se ne sarebbe uscito con un'idea che l'altro invece non avrebbe approvato, e quindi la discussione sarebbe durata all'infinito, senza giungere ad un vero accordo. Meglio fare per conto proprio ed evitare di peggiorare le cose. Si guardò intorno: ovunque si vedevano solo tronchi rocciosi, e non c'era differenza a passare da una direzione all'altra. Erano pressoché privi di punti di riferimento, a non fare attenzione si sarebbero potuti perdere e vagare in quel posto per sempre. Anche Chimchar prese a guardarsi intorno, ma differenza degli altri due non pensava affatto a cercare segni particolari per orientarsi meglio in quel labirinto.
Anche se era stato sgarbato con Leah, non poteva negare che avesse ragione lei, come sempre del resto: almeno lui sarebbe dovuto essere in grado di muoversi tra gli alberi senza problemi, e invece, come al solito, si era comportato da peso morto, e doveva solo ringraziare la pazienza infinita di Leah perché lui, al suo posto, l'avrebbe già esaurita. Non poteva continuare così, era il caso di fare qualcosa. E imparare a muoversi tra gli alberi sarebbe stato un buon inizio. Valutò per bene la distanza dal ramo più vicino a loro e poi controllò che Leah non stesse guardando, ma la ragazza sembrava completamente assorta a contemplare le cime dei rami. Ne approfittò subito: si chinò a terra, mise la gamba destra davanti a quella sinistra, caricò le ginocchia per darsi lo slancio e partì lanciandosi senza esitazioni. Ovviamente, però, fu troppo frettoloso: atterrato sul ramo, scivolò immediatamente, perse l'equilibrio e cadde urlando a squarciagola <<
AIUTOOOOOOO!!! >>.
Leah e Piplup scattarono appena sentirono gli urli, ma la ragazza non perse tempo a caricarsi Piplup sulla schiena e si buttò giù dall'albero veloce come un razzo, ma non avrebbe fatto in tempo a raggiungerlo prima che toccasse terra. Un attimo prima che lei decidesse di salvarlo coi poteri, Chimchar sparò il getto infuocato alla sua destra, e venne sbalzato contro un'enorme e strana radice che spuntava dal centro del tronco di un albero grosso quanto un Baobab. Si procurò qualche dolore alla schiena, ma era sempre meglio della marmellata di scimmia che avrebbe prodotto se non avesse avuto i riflessi pronti nell'usare Lanciafiamme e salvarsi.

<< Chimchar!! >>. A differenza sua, Leah atterrò con la grazia di un gatto e completamente illesa, e appena toccata terra corse agitata verso l'amico, mentre lui si rialzò.
<< Tutto ok...ahi, sto bene >> disse cercando di fare il coraggioso. Leah però non era molto incline all'essere caritatevole.
<< Che ti è saltato in mente?! >>
<< Volevo solo provare a vedere se sarei riuscito a saltare sull'albero... come hai detto tu in teoria dovrei esserne in grado, anche se non l'ho mai fatto prima... contavo che fosse una dote che mi scorre nelle vene o roba del genere... >>
<< Ma io l'ho detto per... vabbè, non importa, lascia stare >> ribattè Leah.
<< Per cosa l'hai detto allora? >>
<< Niente, ti ho detto di lasciare stare. E tu sei sempre il solito: quante volte ti ho detto di valutare per bene ogni cosa prima di agire per conto tuo? >>
<< Dovevo almeno provarci, no? >> borbottò lui. Leah sospirò e l'aiutò ad alzarsi.
<< L'importante è che tu sia salvo. Sei stato bravo a usare il Lanciafiamme >>.
<< Grazie, ma meno male che l'ho fatto... ho i brividi al pensiero di quello che sarebbe stato di me se non ci avessi pensato... >>. La ragazza scosse la testa. In quel momento un forte rumore risuonò nell'aria.
<< Va bene avere fame, ma non mi sembra il caso di farlo sapere a tutta la foresta! >> esclamò Leah indispettita.
<< Mi spiace dirlo, ma stavolta non era il mio stomaco >> cercò di difendersi il poverino, ma il rumore si fece sentire di nuovo... alle spalle di Chimchar. Lui si immobilizzò ritto come un palo e gli si rizzò tutto il pelo. A scatti girò la testa dietro di sé con gli occhi fuori dalle orbite: la strana radice contro cui si era scontrato tremò, ingenti pezzi di roccia le si scrollarono di dosso e caddero a terra, e poi cominciò a muoversi. La punta immersa nel terreno riemerse alla superficie, poi la sommità uscì molto lentamente dall'albero, incrinandone la struttura e distruggendone alcune parti, fino a ergersi verso il cielo in tutta la sua altezza, per una lunghezza complessiva di otto metri buoni. Ai due ragazzi venne quasi un infarto, perché quella che avevano creduto essere una radice era in realtà un gigantesco esemplare di Onix, il cui corpo era pieno di croste ed escoriazioni rocciose.
A Leah bastò dare un'occhiata all'albero da cui era uscito per formulare una possibile ipotesi su com'era stato possibile che l'avessero scambiato per parte di esso: la dieta di Onix era principalmente a base di rocce, ed essendo quell'albero piuttosto grosso ( avrà avuto sì e no almeno dieci metri di diametro) per lui doveva aver rappresentato un boccone prelibato, e aveva deciso di mangiarlo partendo proprio dal busto. A quanto pareva, però, era talmente enorme che doveva aver impiegato molto tempo per scavare nel cuore di esso e mangiarlo tutto, e nel frattempo le intemperie avevano ricoperto completamente il suo corpo e si erano solidificate su di esso, tanto da mimetizzarlo con il paesaggio. E non sembrava gradire molto di essere stato disturbato. Il tempo per Leah e Chimchar di scambiarsi un'occhiata... e scapparono via come schegge per sfuggire alla furia di Onix, che però iniziò a seguirli.

<< Ma come ha fatto quella radice a trasformarsi in un Pokémon?! >> urlò Chimchar correndo a perdifiato.
<< Non è una radice! >> urlò Leah. << Quello è un Onix,e mi sa che hai interrotto il suo spuntino! >>
<< S-Spuntino?! Q-Quel coso... >>
<< ...mangia rocce, e a quanti pare deve essere rimasto bloccato per troppo tempo. E tu l'hai infastidito! >>
<< Io l'avrei infastidito?! Stavo per schiantarmi al suolo, non ho perso troppo tempo a guardare dove sbattevo! >>. Il ruggito di Onix coprì le sue parole e li spronarono a correre ancora di più. All'improvviso, l'immenso Pokémon Serpesasso lanciò un attacco Dragospiro sui due compagni, e loro, per evitarlo, saltarono di lato e si separarono. Per l'impatto, Leah ruzzolò parecchi metri più in là rispetto ad Onix, che la ignorò e prese a seguire Chimchar, e lui ricominciò a correre come un forsennato, ma il terreno era talmente scosceso che era impossibile riuscire a mantenere l'equilibrio troppo a lungo senza inciampare, difatti cadde parecchie volte. Per Onix era facile: la sua mole e il suo peso erano elevati, e questi, uniti alla sua furia, distrussero tutto quello che intralciava il cammino e spianarono così la strada. Era sconcertante che un colosso di quelle dimensioni potesse anche essere così veloce. Chimchar cercò di ripararsi correndo sotto le radici rialzate degli alberi, ma Onix le distrusse tutte, abbattendo anche gli alberi, che caddero con un enorme fracasso e alzando un terribile polverone.
Chimchar iniziò a tossire, ma non si fermò. Anche Leah cercò di non perderli di vista, ma persino lei si ritrovò in difficoltà ad aggirare gli ostacoli che Onix produsse distruggendo tutto. Chimchar ormai era prossimo a cedere: il cuore gli scoppiava, i polmoni bruciavano e lui non riusciva quasi più a vedere niente, se avesse corso anche solo un secondo di più sarebbe morto. Onix però l'aveva ormai raggiunto, e Leah era ancora troppo lontana, non avrebbe fatto in tempo a soccorrerlo. Il gigantesco serpente di roccia urlò al cielo e poi si lanciò letteralmente in picchiata con la testa verso Chimchar. Lui frenò la corsa e anche se si sentiva esausto si voltò per affrontarlo, ma in quel momento una sfera acquatica colpì Onix sul muso prima che il suo attacco potesse andare a segno.


Quando Chimchar era caduto dall'albero e Leah si era lanciata al suo soccorso, Piplup era rimasto a guardare sperando con tutto il cuore che lei salvasse l'amico, e quando aveva visto Chimchar salvarsi per un pelo con il suo attacco Lanciafiamme, si era sentito come se gli avessero tolto un peso dal cuore tanto era stato il suo sollievo, ma era stato di breve durata, e con orrore aveva visto un colosso serpentiforme di roccia liberarsi dal calcare in cui era imprigionato e attaccare i suoi amici. 
Aveva fatto per venire in loro soccorso, ma per fortuna era riuscito a fermarsi in tempo prima di precipitare anche lui dall'albero. Si era trovato in una situazione di stallo: non sapeva volare e di certo non avrebbe potuto buttarsi giù allo sbaraglio sperando in un miracolo divino e atterrare illeso, era un salto di parecchi metri. Di farsi aiutare da Leah non ci aveva nemmeno pensato: era troppo lontana per chiamarla, e in ogni caso, a farla correre da lui per aiutarlo a scendere le avrebbe fatto solo perdere tempo, che invece avrebbe potuto usare per fermare quel bestione e salvare Chimchar. Piplup si era morso la guancia: non avendo possibilità di contare sul suo Leader, questa volta avrebbe dovuto arrangiarsi con le sue sole forze.
Non aveva aspettato altro per molto tempo, ma forse avrebbe preferito un altro tipo di occasione per farlo. La sostanza però non cambiava: era giunto il momento di dimostrare che ce la poteva fare, e che non era solo un peso da trascinarsi dietro perché non sa come muoversi. Era stato più facile dirsi che a farsi, però: non gli era venuta proprio la minima idea di come scendere. Lanciarsi e usare Bollaraggio per attutire la caduta come aveva fatto Chimchar con Lanciafiamme non era una cattiva idea, ma la sua mossa non era potente come quella del compagno, e aveva avuto paura che non avrebbe sortito lo stesso effetto.
Che fare, allora? L'urlo di Chimchar lo aveva distolto dai suoi pensieri: Onix aveva attaccato sia lui che Leah separandoli, e si era messo a inseguire lo scimmiotto che correva come un matto cercando inutilmente di nascondersi. Piplup aveva dimenticato all'istante le sue paure, e senza pensarci troppo era saltato e si era lasciato scivolare lungo il tronco dell'albero, ad una velocità tale però che le ginocchia e le pinne avevano sfregato contro la roccia fino a scorticarsi e raggiungere la carne viva, ma lui aveva stretto i denti, e quando era finito a terra aveva ignorato il dolore ed era corso velocemente verso Chimchar.
Mentre correva aveva cercato di farsi venire un'idea efficacie per battere Onix, e guardando il terreno dissodato gliene era venuta in mente una che forse sarebbe stata anche la più efficacie, se fosse riuscito a metterla in pratica. Aveva calcolato velocemente dove Onix avrebbe spinto Chimchar a correre, poi li aveva preceduti senza farsi vedere e aveva attaccato il serpente nello stesso istante in cui lui si era apprestato a fare altrettanto con lo scimpanzé, e in questo modo riuscì ad ottenne tutta la sua attenzione.

<< Piplup! >> esclamò Chimchar quando si vide comparire quasi dal nulla l'amico.
<< Ehi bestione, perché non te la prendi con me?! >> urlò lui rivolto ad Onix. Quello agitò la coda e spazzò via alcune rocce per aria, poi si lanciò addosso a Piplup completamente dimentico di Chimchar. Piplup tremava, ma stette fermo al proprio posto. Un attimo prima che Onix caricasse un altro attacco con la testa, Piplup scartò di lato e usò ancora Idropulsar puntando al terreno: l'acqua rese fangosa la polvere che lo copriva e Onix scivolò e slittò con tutto il corpo verso un albero granitico,
sbattendo la testa e perdendo i sensi. Piplup respirò affannosamente e guardò il proprio avversario sconfitto con il cuore che pompava a mille: aveva avuto una paura matta di non farcela, ma per fortuna era finito tutto bene.

<< Piplup! >>. Il pinguino si voltò verso Chimchar, che corse felice verso di lui, e verso Leah, che finalmente era riuscita raggiungerli, anche se era stanca e sporca di polvere non meno di loro.
<< Sto bene >> disse stancamente, prevenendo le loro domande, ma fu fiato sprecato perché Chimchar gli afferrò le pinne in modo che le ferite fossero ben evidenti.
<< Guarda cosa ti sei fatto! >> lo rimproverò. Piplup fece le spallucce mentre Chimchar si mise a trafficare nella borsa.
<< Come ti è saltato in mente? Avresti potuto fare una brutta fine! >> esclamò dandogli una Baccarancia.
<< Eri nei guai e avevi bisogno d'aiuto. E poi non avevo molte alternative... >> rispose lui gettando una mezza occhiata a Leah, che arrossì colpevole.
<< Piplup, scusami... non avrei dovuto lasciarti indietro... >>
<< Non ce l'ho con te, stai tranquilla. E poi... ora sai che anche noi ce la sappiamo cavare con le nostre forze >>. Leah arrossì di nuovo, stavolta per l'imbarazzo.
<< Decisamente l'avete più che dimostrato... scusate tanto... >>
<< Ma di che ti scusi? >> esclamò Piplup. << Non ho mica detto che sei una disgraziata. Leah... >> riprese, con più calma. << Sto solo cercando di farti capire che non serve che ti preoccupi costantemente per noi... perché siamo in grado di cavarcela. Abbiamo ancora molto da imparare, ma... vorrei che non pensassi a noi come delle palle al piede che ti devi trascinare dietro a forza >>.
<< Non l' ho mai fatto, Piplup, non l' ho mai pensato! >> si difese la ragazza.
<< Lo so >> rispose sorridendo Piplup. << Ma in certi casi le cose è meglio dirle ad alta voce che darle per scontate, non credi? >>
<< Sì... hai ragione. Ma  rimandiamo ad un'altra volta questo discorso, che ne dici? >>
<< Va bene >> convenne lui. Leah sorrise di rimando, ma appena Piplup le diede le spalle s'incupì. Le sue parole le avevano riportato alla mente quelle che Vaporon le aveva rivolto prima che entrambi partissero per il loro viaggio, e di nuovo si ritrovò a pensarci seriamente su. Lei aveva passato la vita dipendendo quasi completamente da Vaporeon: era forse possibile che uno dei motivi per cui aveva stabilito la loro separazione fosse stato che la considerasse un peso? No, era fuori discussione. Gliene avrebbe parlato, se così fosse stato, non avrebbe certamente fatto finta di niente. Però poteva capire un po' meglio molte cose: a proteggere troppo qualcuno si correva il rischio di bloccarlo, come aveva fatto finora lei con i ragazzi, quando invece l'unica cosa che voleva era aiutarli a trovare la forza necessaria per andare avanti da soli.
Avrebbe dovuto avere più fiducia nei loro confronti e lasciargli un po' più di spazio: non erano né deboli né stupidi, e rispetto a quando li aveva incontrati la prima volta erano cresciuti molto, come avevano ampiamente dimostrato in più di un'occasione e specialmente in quest'ultima, quando entrambi si erano tolti dai guai da soli, senza il suo intervento. Aveva ragione Piplup: doveva smettere di pensare che loro non potevano farcela, perché non era affatto così. Forse avrebbe anche dovuto smettere di vivere nel suo piccolo mondo e lasciare entrare un po' di più anche Piplup e Chimchar: anche lei, un giorno, forse avrebbe avuto bisogno di aiuto, e quando quel giorno fosse arrivato, era meglio che tra di loro non ci fossero stupide incomprensioni, perché, se fossero perpetuate, la squadra che formavano non si sarebbe potuta definire veramente tale. Purtroppo, però, era difficile, e Leah cominciava a temere che non sarebbe mai riuscita a fidarsi veramente di qualcuno come aveva sempre fatto con Vaporeon. Chimchar prese le pinne a Piplup con delicatezza.

<< Hai corso un rischio enorme per me, grazie mille Piplup! >> esclamò commosso.
<< F-Figurati... >> rispose lui , imbarazzato. Leah sorrise con dolcezza: forse non era l'unica che avrebbe dovuto imparare ad aprirsi un po' di più. Ovviamente Piplup non era come lei, ma da quel punto di vista non poteva negare che in effetti le assomigliava un pochino, anche se la sua situazione era diversa da quella della fanciulla. Lei guardò Onix e si avvicinò cauta: per fortuna era di una costituzione estremamente robusta, non gli ci sarebbe voluto molto per riprendersi. Prima di allora, però, loro avrebbero fatto meglio a sloggiare. Stava pensando questo quando vide che l'albero contro cui il Pokémon di roccia si era schiantato si era incrinato, e che sordi crepitii continuavano a sentirsi tuttora. In un attimo, quel tronco roccioso si frantumò all'improvviso in mille pezzi e rovinò a terra, provocando un gran fracasso. Tossendo, Leah cercò di vedere attraverso la polvere preoccupata che Onix potesse essere rimasto colpito, ma facendolo si accorse che dell'albero era rimasto solo parte del busto, e che questo era completamente cavo all'interno.
<< Ragazzi, guardate! >>. I due accorsero velocemente e si radunarono meravigliati intorno a quel moncone roccioso.
<< Cavolo, che forza >> disse Chimchar affacciandosi dentro per vedere meglio.
<< Chi l'avrebbe mai detto... >> mormorò stupito Piplup.
<< E' davvero affascinante >> commentò Leah.
<< Ehi, qui dentro è tutto buio, non si vede neanche il fondo! >> disse Chimchar, a metà dentro il tronco. Leah cercò di ammonirlo:
<< Chimchar stai attento, potresti- >> ma in quel momento lo scimmiotto osò sporgersi troppo e precipitò dentro al buco. Le sue urla si persero in un eco lontana.
<< Se sopravvive anche a questa, giuro che appena lo acchiappo lo incateno e lo sculaccio a sangue! >> dichiarò Leah, ormai prossima ad un crollo di nervi. Piplup sospirò e fece le spallucce come a dire “ dovremmo esserci abituati, lui è fatto così e non possiamo farci niente”, poi entrambi si buttarono nel buco, ma fu una caduta più lunga di quanto avessero immaginato, e precipitarono di svariati metri prima di riuscire a toccare, o meglio, ruzzolare su un suolo fangoso e puzzolente.
<< Cavolo, che male... credo di essermi rotto qualcosa... >> disse Piplup, rialzandosi a fatica.
<< Bè, non è stato uno dei miei atterraggi migliori, ma c'è sempre qualcosa di peggio, no? >> disse Leah scrollandosi di dosso il fango e controllando di avere ogni cosa la proprio posto.
<< Come la pessima illuminazione di questo luogo. Non si vede un palmo dal naso, qui >> borbottò Piplup, muovendosi a tentoni. Era vero: erano immersi nella quasi totale oscurità, e l'unica fonte di luce era un flebile chiarore che veniva dall'altro, sicuramente dal buco da cui erano precipitati.
<< Ma dove siamo finiti? >> disse ancora Piplup guardandosi intorno.
<< Non è il momento per questo, ora è più importante trovare Chimchar. Stammi vicino, o ti perderai >> disse Leah, e per sicurezza gli circondò una pinna con la coda, poi mosse un passo in avanti, ma rischiò di scivolare : il terreno era viscido e sdrucciolevole. Un bel salto di qualità: erano passati dal secco e asciutto della foresta sopra di loro all'umido e fangoso di quella specie di caverna sotterranea. Erano forse finiti nelle profonde viscere della foresta? L'aria era pervasa dall'umidità, si poteva quasi toccare con mano. Leah annusò l'aria: c'era odore di muffa misto a qualcos'altro, qualcosa di fresco e, al contrario, pulito, e anche familiare.
<< Deve esserci una qualche fonte d'acqua qui sotto >> pensò ad alta voce.
<< Più di quanta immagini >>. La luce della fiamma di Chimchar squarciò le tenebre, e il piccolo scimmiotto si fece avanti, coperto di fango da capo a piedi come i suoi compagni.
<< Chimchar! >> esclamarono loro, così felici di vederlo vivo che dimenticarono la loro rabbia.
<< Ti senti bene? >>
<< Oggi forse non è proprio la mia giornata, ma sono ancora intero per fortuna. Ma non è il momento di parlare di questo: date un occhiata laggiù piuttosto >> e voltandosi soffiò forte il suo Lanciafiamme: un 'immensa superficie liquida riflesse la luminosità di quella fiammata, che anche se fu breve bastò per far capire ai ragazzi cos'avevano di fronte. Erano finiti davanti ad un lago sotterraneo.

   
 
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