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Autore: irwjnslaugh    02/01/2015    1 recensioni
"Irwin, reagisci!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi allontanai beandomi di qual contatto: si, l'ho baciata. Si, è mia cugina. Si, ho combinato un altro enorme casino. "Oh porca troia Alexis!" Bestemmiai facendo anche un po' spaventare la ragazza ma poco importava, ero un completo disastro. Ma cristo come mi è piaciuto. Alexis sospirò e mi rassicurò. "Tranquillo Ashton, se te la sentivi è bene. Goditi la vita." Annuii alle sue parole e la liquidai con un '' voglio stare solo '' avviandomi verso il bar più vicino, in cerca di fottute sigarette da fumare in santa pace. 
Appena misi piede nel locale individuai Hemmings e il suo amico asiatico, tanto popolari quanto sbruffoni. Gli ignorai e chiesi un pacchetto di sigarette. "Quali vuoi, ragazzo?" In difficoltà sul da farsi, vidi Luke guardarmi e cercare di capire il mio sguardo. "In... che senso?" Balbettai non capendo cosa volesse chiedermi. "Preferisci le Lucky Strike, Camel, Marlboro o altre?!" Lo guardai e sentendomi in imbarazzo deglutii. "Dagli quelle che prendo io Ricky." Disse una voce non poco distante da me: Luke. Pagai ringraziando e sorrisi al biondo. "Prima volta che fumi, eh Ashton?" Sapeva il mio nome senza che glielo avessi detto, e sapeva anche questo dettaglio, che strano ragazzo. Due erano le opzioni che avevo in testa: restare con Luke e parlare del più o del meno, oppure scappare a gambe levate nella mia solitudine. "Reagisci, Irwin". Mi rimbombarono queste parole nella mente e agii. "Diciamo di si, Luke." Luke sorrise e fece spazio tra di noi, "Lui è Calum." Indicò l'asiatico che mi salutò con un cenno del capo e riprese il discorso. "Domani siediti da noi a mensa, ho cercato di farti invitare da Debbie oggi ma hai rifiutato, ci tenevo sai?" Debbie, la ragazza di oggi che ritenevo troia, ah. "Uhm è la tua fidanzata?" Domandai giusto per parlare sedendomi sullo sgabello; "No, purtroppo solo migliori amici. Amico, non ti innamorare perché l'amore fa pena." - "Non flirto con una ragazza da quattro anni, figurati!" Luke rise e bevve un po' della sua birra. "Non sarai mica gay?" - "Decisamente no, ho solo passato un brutto periodo." - "Si, lo so... Ne hanno parlato tutti Ashton." Abbassai lo sguardo e mi alzai inventando una scusa, salutai i ragazzi e mi diressi all'uscita quando mi sentii richiamare da Calum: "Ash, l'accendino!" Me ne lanciò uno e mi sorrise, ricevendone uno da parte mia.

Era forse la quarta o quinta sigaretta che fumavo oggi, ma ero tranquillo. Ero completamente in balia dei miei pensieri, delle labbra di Alexis e del suo profumo, pensavo a quanto fosse sbagliato quello di oggi, e a quanto ingigantivo le cose senza un domani. Era solo un fottuto bacio, non c'è assolutamente bisogno di pensarci su. Sono giovane e spensierato, qual è il problema di ciò? Niente. I miei pensieri furono interrotti dal continuo bussare alla porta; spensi la sigaretta e mi diressi all'entrata urlando un "Piano a bussare! Rompetemi la porta e vi rompo la testa!" Sicuramente era uno dei postini o qualche testimone di Geova, ma non fu così perché mi trovai Michael alla porta. "Come hai fatto a trovarmi?" Domandai duro e freddo, lui era uno dei pochi che non sopportavo. "Woah amico, ho i miei contatti! Volevo scusarmi ancora, sai... sono stato uno stronzo, davvero." Lo guardai torvo e mi feci spazio, "Entra pure." Michael sorrise e si guardò attorno spaesato, finendo per dirigersi sul divano. "Bella, complimenti!" Le mura erano bianco sporco, non pulivo mai e questo diceva che era bella? "No, è piena di ricordi." Michael mi guardò comprensivo e afferrò il concetto, vagando ancora con lo sguardo. "Hai la PS3?" Domandò visibilmente curioso. "No." - "La Wii?" - "No." - "La Xbox?" - "Neanche." - "Mh... la PS2?" Mi irritai e alzai un poco il tono di voce. "Sono povero, non mi posso permettere un briciolo di niente." Michael annuì e mi lanciò un telefono. "Immagino che tu non possegga neanche un telefono con internet e chiamate, vero? " Annuii. "Bene, hai il mio iPhone 5s regalato, così potremmo sentirci spesso." Lo guardai ammaliato e sorrisi: "Oddio non devi Michael, davvero." - "Nah, è il minimo! Tanto io ho avuto l'iPhone 6, where is the problem?!" Rise e si alzò dal divano. "Sai, mio padre mi vizia. Mi compra tutto ciò che vuole, mi da tutto ciò di cui ho bisogno e ah! Un dettaglio importante!" Lo guardai incitandolo a continuare. "Non esiste!" Rise per la sua affermazione lasciandomi confuso, "Come scusa?" - "Ha una casa a Miami e lavora sempre, mi dimostra il suo affetto attraverso beni e questa cosa mi fa schifo... ma ne approfitto amico!" Sorrisi vedendolo spensierato come si dovrebbe essere in questa fase dell'età e mi propose un idea. "Vieni a vivere da me, Irwin."
Ero eccitato all'idea ma perplesso, ci conoscevamo a malapena e dovevo mettere piede in casa sua? Da una parte mi conveniva, evitato di vivere in mezzo ai ricordi di mia madre, dall'altra no perché volevo stare solo per il resto della mia vita, ma dovevo reagire. "Amico, certo che vengo! Grazie mille!" Michael sorrise contento e sospirò: "Finalmente cazzo! Non sono più solo!" Risi per la sua felicità e lo corressi: "Non siamo più soli, Clifford." Salimmo in camera mia e mi aiutò a mettere quel poco di roba che avevo dentro un borsone, presi altre cose che mi servivano e spensi tutte le luci in quella casa. "Addio!" Urlai finalmente felice dirigendomi verso la porta; appena l'aprii vi trovai Alexis a terra sul gradino. "Ash!" - "Alexis, che ci fai qui?" Michael mi guardò, guardò mia cugina e mi guardò di nuovo. "Amico, non mi presenti la tua amica?" Un sorriso si ampliò sul viso di Michael. "Non è una mia amica." - "Non sarete mica fidanzati! Le rosse vanno con i rossi Irwin. Ah, complimenti per i tuoi capelli Alexis." Quest'ultima sorrise e si presentò. "Non è la mia fidanzata, idiota. È mia cugina." Michael sorrise ancor di più e mi prese in disparte: "Ashton, può venire anche lei a vivere da noi? Ti scongiuro, è troppo figa!" Risi per l'affermazione del rosso e gli diedi una spinta amichevole. "Dove stai andando?" Mi domandò Alexis mentre metteva il suo cellulare al posto. "Vado a vivere da questo tizio qui." - "Ti vuoi aggiungere?" Un Michael completamente strambo ed euforico chiese ciò a mia cugina. "Verrei molto volentieri, ma la zia mi uccide Ash. Magari passare qualche pomeriggio assieme si, perché no!" Sospirai perché non la volevo al mio fianco, volevo che si dimenticasse del bacio e di tutto il resto. "Michael, vai un attimo avanti. Alexis, ascoltami." La fermai e leggermente mi soffermai a guardare quegli occhi che potevano ipnotizzarti. "Il bacio di stamattina non era nulla, va bene?" - "Ovvio che non era nulla, Irwin. Tranquillo!" Sorrisi ma dentro di me stavo morendo: mi aspettavo forse una risposta diversa? 


Ero arrivato da appena due ore a casa di Michael e scoprii un botto di cose: viveva in una villa, guidava una Range Rover, aveva anche un motore, aveva una donna delle pulizie e una sala dedicata interamente ai giochi. Aveva tutte le console possibili ed immaginabili, il paradiso avrebbe detto un maschio ''normale'' , ma non io. "Giochiamo a FIFA?" Alexis balzò in piedi e annuì contenta, io scossi la testa. "Non mi piace FIFA." Entrambi mi guardano scioccati mentre io bevevo tranquillamente una birra. "Quanti anni hai detto di avere, Ash?" Mi domandò Michael. "Venti. Bocciato due volte, se te lo stai chiedendo." - "Fantastico amico, io una! Non usi il cellulare?" - "Ha un cellulare?" Alexis strabuzzò gli occhi alla vista del mio iPhone. "Minchia cugino." Sorrisi e indicai Michael. "Già piccola, immagina se diventerai la mia donna quanti regali potrai avere." Un ghigno si impossessò del viso di Michael mentre Alexis lo guardò malissimo. Bah, pensavo gli piacesse. Alexis mi guardò e sbuffò, "Devo andare a casa, mamma scassa. A domani ragazzi, ci vediamo in mensa vero?" Michael annuì mentre io scossi la testa, "Ho già un altro impegno." Alexis mi guardò curiosa ma lasciò la stanza. "Ashton, è un problema se diventa mia moglie?" - "Assolutamente no, prenditela pure!" Alzai la birra e iniziai ad usare il mio nuovo telefono. Santo Michael.

Erano passate due settimane dal mio trasloco, e due settimane che non vedevo Alexis. Ma era meglio così, non volevo che si illudesse per uno stupido bacio. Le femmine sono così, le conosco, purtroppo. Ero diventato amico stretto di Luke e Calum, stavamo sempre assieme e spesso uscivamo, anche se Michael non voleva. Nel frattempo avevo conosciuto anche Debbie, la ragazza che consideravo troia. Bene, era tutto tranne che troia. Era una ragazza semplice, occhi marroni e capelli marroni, abbastanza magra e davvero davvero simpatica. Spesso pensavo che poteva benissimo diventare amica di Alexis , erano così uguali. E avevo anche scoperto che era cotta di Calum, ero diventato il suo "confidente" diciamo. 
Era martedì e avevo due ore di matematica, sfortunatamente in comune con Alexis. Non so perché la evitavo, forse volevo convincere me stesso e non lei del fatto che il bacio era una totale cazzata, perché mi sentivo diverso dopo il suo discorso, dopo il suo bacio, e facevo ciò che volevo. Finii di fumare la mia sigaretta e entrai in classe, trovando Alexis seduta con Debbie. Ah bene... "Ashton!" Mi richiamò la mora, la salutai con un sorriso ed evitai Alexis. Ti prego fa che non mi parli, ti prego. "Cugino, non mi evitare." Alexis prese posto vicino a me e mi scrutò attentamente. "Ho conosciuto Debbie e mi ha invitato al tavolo con voi, è davvero simpatica." Annuii con la testa e mi misi le cuffie, sperando che lei capisse che la voglia di parlare era sotto zero. "Mi spieghi per quale cazzo di motivo mi eviti da due settimane?" Mi tolse una cuffia e io la guardai molto male: "Accetta il fatto che quel bacio era una totale cazzata e non ti eviterò!" - "Tu stai derilando, io non ci penso proprio a quella minchiata che hai combinato! Quando ti calmi fammi uno squillo, non ti aspetterò così a lungo." Strinsi i pugni e mi rimisi le cuffie, fregandomene della matematica e lasciando l'aula sotto lo sguardo dei presenti. Andai al mio solito posto e mi accesi l'ennesima sigaretta, ormai Michael me l'aveva fatto diventare un vizio. "Ash!" Mi girai e notai Calum e Luke che mi sorridevano. "Ehi." Accennai un saluto e loro notandomi nervoso mi lasciarono un po' in disparte. "Volevo dirti che oggi do una festa, invita chi vuoi!" Annuii con la testa e fermai Luke: "È un problema se viene Clifford? Abita con me..." Luke mi guardò e si morse il labbro, dalla parte del piercing. "Per me non ci sono problemi, per il tuo amico non lo so." - "Qualcuno mi spiega perché state come cane e gatto?" Calum guardò Luke e capì sicuramente qualcosa, così parlò. "Michael fa troppe volte il coglione con Luke, l'altra volta litigarono perché il rosso gli graffiò la macchina, quest'altra invece perché gli ha fottuto la chitarra. Semplice, ma comunque si odiano ancora... anche se Luke non ha problemi se viene o meno." Annuii alle parole di Calum e restammo a parlare per un po'.

"Dimmi Ash- si fermò Luke -Ti piace qualcuna in questa scuola?" - "Non ho avuto modo di conoscere molte ragazze, conosco solo Debbie." Luke sussultò a quel nome ma poi si riprese, "E tua cugina Alexis." - "Dettagli..." Aggiunsi. "E voi ragazzi?" Luke sospirò: "Sono innamorato, credo... ma me ne sbatto Ash. Oggi alla festa voglio divertirmi un botto, e voi con me. Chiaro?" Sorridemmo entrambi e acconsentimmo. Dovevo cancellare dalla mente il bacio.


"Gordon tu vieni con me alla festa!" - "Alexis viene?" - "Cosa cristo mi importa di lei!" Sentimmo delle chiavi girare nella serratura e ci trovammo Alexis. "Si Cliff, vengo. Buon pomeriggio." Disse evitandomi completamente, e questa cosa mi infastidii leggermente. Non vedevo l'ora che arrivasse la festa, fanculo Alexis.
"A te chi ti ha invitata?" Le ringhiai contro, "Alla festa? Debbie. Qui? Michael, e non sono cazzi tuoi." Michael guardò la scena e alzò le spalle. "Tu non mi parli così, sono sempre più grande di te Alexis." - "Certo, hai solo due anni in più di me, ma almeno io non mi isolavo come facevi tu fino al mese scorso e affrontavo la vita!" La guardai perché pensavo sapesse il dolore che provavo dalla scomparsa di mamma, ma evidentemente mi sbagliavo. Mi girai e la mandai a fanculo, andando in camera mia.

La sfuriata di Alexis dovevo aspettarmela, avevo sbagliato e sapevo come era fatta, quindi scesi in salotto dove, però, la trovai a dormire tra le braccia di Michael.
Non ero geloso, per nulla, ma mi dava fastidio. Non sapevo cosa ma comunque mi dava fastidio, e anche tanto. Mi avvicinai ai due e strattonai Alexis, "Devo parlarti urgentemente." La supplicai e lei subito si alzò. 
"Dimmi." - "Vorrei scusarmi... però tu sei stata molto dura con me, sai ciò che provavo in passato e ciò che continuo a provare, non mi aspettavo una cosa del genere da mia- mi fermai e ripensai al bacio- cugina." Rabbrividii perché sapevo, che due cugini non potevano fare ciò che avevamo fatto noi, anzi... avevo fatto. Ma era solo un bacio, stavo solo ingrandendo la cosa... però ci stavo male. 
"Balle, Ashton. Secondo te io stavo bene nel vedere mio cugino che per me equivaleva ad un fratello, distruggersi? Tu non l'hai mai saputo realmente com'è andata, quanto dolore ho provato a nascondere dietro ad ogni risata, Ashton. Mi dispiace per tua madre e lo sai, ma scendi dal piedistallo. Hai fatto un dramma per tutto, partendo dal bacio anche. Era una cosa inutile, ma se ti ha fatto sentire bene, non pensarci. So che mi eviti per quella situazione, ma tranquillo... non mi illudo e non ti penso in quel modo. Siamo solo cugini." Mi sorrise e mi tese la mano, "Pace?" Sorrise. "Pace." La abbracciai ed ero felicissimo, il suo calore mi trasmetteva felicità e sicurezza, ma quando si allontanò ritornò il vuoto. "Quindi con Clifford?" Alexis arrossì e alzò gli occhi al cielo. "È un bambinone!" Rise e mi lasciò solo, come un idiota, arrabbiandomi perché quel sorriso non glielo avevo procurato io, ma bensì Michael. Sospirai e sentii vibrare il telefono, segno che avevo ricevuto un messaggio; era Debbie. 

"Ash appena puoi chiamami!!!"

Strinsi gli occhi confuso e la chiamai. "Pronto?" 
"Ashton oddio grazie, ti prego vieni immediatamente a casa di Luke!"
"Cosa è successo?"
"I due idioti hanno bisogno di te, stanno organizzando un casino." Rise e provocò anche la mia di risata.
"Arrivo".
Scesi corsa e salutai i due rossi che mangiavano le patatine, avevo seri dubbi riguardo la loro amicizia. Andai da Luke con il motore di Michael e appena arrivai fuori casa sua si sentì un boato. "Ma che cazzo..." Sussurrai spaventato e bussai più volte prima di vedere Debbie aprirmi la porta, "Ash, entra ti prego!" Stava ridendo a crepapelle e quando mi vide mi diede un bacio sulla guancia come saluto, che ricambiai. "Luke, che succede?" - "Dimmi che sai suonare la batteria anche se sono passati anni!" Lo guardai confuso ma annuii. "Non suono da 4 anni ma ricordo..." Luke saltò in piedi e mi abbracciò. "Si minchia! Ora ti spiego: c'è la festa da me e ci hanno proposto di cantare e suonare qualcosa, abbiamo il chitarrista e la voce principale, cioè io, il bassista e la voce secondaria, Calum... e ci serviva un batterista! Ed eccolo!" Capii dove voleva arrivare e accettai. "Va bene, ma abbiamo solo 7 ore prima della festa, ce la faremo? Non hai neanche preparato nulla per la festa!" - "Dobbiamo." Disse Calum, e quando si allontanò Debbie mi sussurrò: "Voglio conquistarla." Strabuzzai gli occhi perché sapevo della cotta di Debbie, e perché sapevo che Luke ci teneva a lei. 
"Bene bene, iniziamo!" Ci interruppe Luke, "Ecco il brano che ho scritto, Beside You, ecco gli accordi e il testo. Ci tengo, ragazzi." Annuii e Luke si avvicinò a me: "Dici che basterà per conquistare Debbie?" Deglutii pensando a Calum, ma mi sembrava idiota distruggere le aspettative di Luke. "Andrai alla grande."

Erano passate quattro ore, ne restavano tre e ancora non eravamo pronti. "Non riesco a fare l'assolo della chitarra! Ho già un altro pezzo... ci serve un altro chitarrista. Cal, cerca tra la rubrica. Abbiamo pochissimo tempo, cazzo." Imprecò ma poi si complimentò. "Ash tu sei una bomba." - "Grazie, comunque ho un'idea per il chitarrista." - "Anche io!" Si aggiunse Debbie, ci guardammo e pensammo la stessa cosa: "Clifford." Dicemmo in coro.
Luke imprecò e alzò gli occhi al cielo. "Siamo disperati, Luke... hanno ragione." Calum concordò con noi e mi guardò; "Chiamalo, ma se non riesce a fare l'assolo non lo prendo!" Sorrisi e mi precipitai fuori per chiamarlo. Finalmente avevo modo di farmi sentire senza che mia madre me lo impedisse, perché era per lei che smisi. Odiava il "rumore" che provocava la mia batteria. Digitai il numero di Michael e attesi che rispose. "Amico, vuoi suonare con i miei amici?"
  
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