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Autore: Psiche_delia    02/01/2015    2 recensioni
Dopo la Seconda Guerra Magica che ha visto come protagonista il Ragazzo-che-è-sopravvissuto, la vita nel Mondo Magico riprende, tutti i misteri su Voldemort, sugli Horcrux e sulla morte e resurrezione di Harry Potter sono stati svelati. Rimane solo un mistero irrisolto, pare che dopo la sconfitta del Signore Oscuro, Hermione Granger sia scomparsa dalla faccia della terra, lasciando Harry e Ron distrutti dalla sua scomparsa. Blaise Zabini, che si occupa del caso riuscirà insieme ad Harry Potter a scoprire cosa è accaduto alla strega più brillante della sua età? E in tutto questo, cosa centra Draco Malfoy?
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Firts Day

Il  giorno dopo, Draco tornò al ministero per raccontare a Blaise la sua imminente avventura nel grande e bianco nord. Tremava all’idea di rimanere bloccato in un luogo deserto e freddo.. molto freddo per diverse settimane, ma era una cosa che avrebbe dovuto comunque affrontare. Camminava a passo svelto per i corridoi del Ministero evitando gli occhi indiscreti di chi lo guardava con curiosità. Lo sapeva da tempo ormai, anche se non gli piaceva esserlo, era pur sempre Draco Malfoy, anche se esteticamente immacolato dagli eventi della guerra, era ancora una delle persone più ricche dell’Inghilterra.

Posò svogliatamente lo sguardo verso tutti coloro che avevano il coraggio di guardarlo negli occhi e  che non avevano  neanche il pudore di abbassare lo sguardo per essere stati scoperti a fissare una persona con insistenza e astio, vide soprattutto stranieri, volti sconosciuti che molto probabilmente aveva già incrociato anni prima ad Hogwarts, ma che non aveva mai conosciuto. La maggior parte di loro lo odiava, ma nonostante quegli sguardi avversi, continuava a pavoneggiarsi mentre camminava per i corridoi, infondo le persone che aveva attorno non gli avevano mai creato molti problemi in passato, figuriamoci adesso.

Dopo diversi minuti, raggiunse il dipartimento Auror e corse verso la porta con scritto “Blaise Zabini” a caratteri d’oro. Quando stava per abbassare la maniglia della porta però, esitò. Poteva sentire i rumori dall’interno. Blaise stava parlando con qualcuno, la cui voce era irriconoscibile attraverso il muro. Dal momento che non gli importa nulla di qualunque cosa stesse accadendo li dentro, poggiò la sua mano pallida  sulla maniglia ed aprì la porta di ciliegio.

Appena entrato nell’ufficio del suo migliore amico, capì subito che la sua impulsività d’ora in poi l’avrebbe dovuta lasciare nel letto a dormire. Quello che trovò nell’ufficio di Blaise era qualcosa che non avrebbe mai immaginato di vedere in tutta la sua vita. Rimase scioccato per un momento, a malapena riusciva a comprendere la situazione. Di fronte a lui sedeva Harry Potter, la testa tra le mani e gli occhi fuori dalle orbite, intento ad avere una crisi. Zabini era appoggiato alla scrivania, mentre accarezzava la schiena del bambino-sopravvissuto-due-volte, mormorando parole di conforto.

-Ho interrotto qualcosa?- Chiese Draco, ancora intento a fisare Potter. Era una scena irrealistica per il suo cervello, era uno scenario che Draco aveva sempre pensato impossibile. Non si era mai fermato a ragionare sul fatto che anche il salvatore del mondo magico, fosse una persona in fondo fragile capace di piangere. Lo aveva visto perdere tue le ossa di un braccio, essere sgridato ripetutamente da Piton, cadere a centinaia di metri da un manico di scopa e perfino visto sconfiggere il mago oscuro più potente di tutti i tempi. Aveva visto Potter affrontare alcune delle più difficili situazioni possibili in tutto il mondo, ma mai lo aveva visto piangere…
Harry alzò lo sguardo con gli occhi rossi e le lacrime che gli rigavano il volto. Draco lo fissò, congelato e in stato di shock.  Sapeva quante difficoltà il ragazzo aveva dovuto affrontare in tutta la sua vita, ma era sempre sembrato così fastidiosamente forte, mai e poi mai l’aveva visto mostrare il contrario. Niente poteva causare a Potter una reazione del genere, niente poteva abbatterlo, era Harry Potter per Salazar, in quel momento sapeva che quel ragazzo seduto davanti a lui era terribilmente innervosito e si pentì di aver aperto quella maledetta porta.
Blaise lo guardò negli occhi e con il suo viso gentile, anomalo per un Serpeverde gli spiegò con poche parole la situazione:
-La pista dell’altro giorno, è un vicolo cieco.-
Fissò Blaise, aveva sentito una fitta al petto quando aveva pronunciato quelle parole, ed era frustrante non saperne il motivo. Perché gli importava che quella pista non portava da nessuna parte?
-Oh,- mormorò Draco, ancora fissando meravigliato il ragazzo sopravvissuto. –Granger-
Potter trasalì. Poi guardò il biondo a cui venne la pelle d’oca. Gli occhi di Potter erano freddi come il ghiaccio.
-Come osi,- dichiarò Harry. Draco lo fissò con un espressione di stupore in viso. –Non hai il diritto di pronunciare il suo nome. ALCUN DIRITTO!- urlò. Si alzò e si precipitò fuori dall’ufficio.
Draco si rivolse a Blaise, completamente sbalordito dalla reazione del moro. Che cosa aveva detto, o fatto di tanto sbagliato da provocare quel moto d’ira? Blaise rispose a quella domanda muta con un sospiro.
-E’ il suo compleanno-
-Che cosa?- chiese il biondo, ancora confuso.
-Hermione, oggi sarebbero stati ventisei-
-Sarebbero stati?- Chiese Draco, sentendo che il suo corpo si era irrigidito. Era certo che il suo volto era pallido, beh, più del solito.
-Beh, non è certo- si corresse in fretta il moro, notando il volto cinereo dell’amico. –Ecco perché Harry era così arrabbiato. Gli ho detto che dopo tutto questo tempo, lei è probabilmente morta, e che non c’è motivo di sperare il contrario.-
-Cosa ti ha spinto a farlo?- gli chiese, sentendosi privo di speranza.
-Ho pensato a quello che hai detto l’altro giorno- dichiarò. –Avevi ragione. Aveva bisogno della verità, e la verità è che Hermione Granger è scomparsa sette anni fa, dopo una guerra pesante per tutti ed in cui è stata molto probabilmente troppo coinvolta. E’ stata nel peggiore dei casi uccisa e torturata dai Mangiamorte subito dopo la fine della guerra, mentre stava tornando da Harry per la sua vittoria contro Voldemort (non faceva più paura adesso, non dopo tutto quello che è successo). Harry deve smuoversi un po’, deve andare avanti ed accettare che questa è la realtà, non può passare tutta la vita a sperare in un qualcosa, che molto probabilmente non accadrà mai, gli impedirebbe di vivere veramente.-
-Era praticamente sua sorella, non avrà mai intenzione di lasciare andare la sua vita per proseguire la sua- aveva affermato Draco chiaramente. Non sapeva molte cose su Potter, ma la speranza è una virtù che accomuna tutti, persino una persona come lui.
Blaise sospirò. –Lo so. Ma dovevo farlo. In ogni caso, perché sei qui? Dubito sia semplicemente per dire ciao.-
-Oh… emh- iniziò. Perché era lì? Aveva la testa piena di informazioni sulla Granger, scosse ripetutamente il capo riprendendo conoscenza. –Oh si! Io vado in Canada-
-Canada?- il suo migliore amico inarcò le sopracciglia. –Perche?-
-A quanto pare l’apertura di un ufficio in quella landa fredda e piena di neve sarebbe molto vantaggioso per l’azienda.-
Blaise sbuffò. –Buon divertimento con i castori-
Draco rise. –Oh, puoi scommetterci-
-Quando te ne vai?-
-Vuoi liberarti di me? Anzi no fermo non rispondere… adesso-
Blaise lo guardò prima con divertimento poi senza capire. –E tu stai indossando quella?-
-Cosa c’è di sbagliato?- Chiese guardando i suoi jeans e la t-shirt nera.
-Din din din, accendilo quel cervellino spastico ogni tanto, stiamo parlando del Canada, lì si gela tutto l’anno-
-Oh- mormorò. –Beh mi limiterò a comprare un parka quando arrivo lì-
-Buona fortuna amico- disse Blaise, battendogli delle pacche sulla spalla.
-Ci vediamo fra un paio di settimane-  lo salutò il biondo Malfoy, uscendo dall’ufficio.

Mentre camminava verso l’ascensore però i suoi occhi furono catturati dalla targhetta in oro attaccata alla porta davanti a quella di Blaise. Sentì i suoi piedi cambiare direzione involontariamente, per poi fermarsi. Sapeva a chi apparteneva quell’ufficio e neanche si spiegava perché rimaneva lì come uno stupido a fissarne le mura..
-Sento che rimpiangerò quello che sto per fare..- mormorò scuotendo la testa. Bussò alla porta.
-Sono impegnato!- gridò dall’altro lato della porta il bambino sopravvissuto, ma Draco non ci badò come al solito ed aprì la porta. Harry aveva la testa poggiata sulla scrivania, perfettamente parallela alla porta.
-Senti Potter, per prima… mi .. mi dispiace- Harry  lo fissò. Il suo volto non era più arrabbiato, gli occhi erano ancora lucidi e pieni di confusione. –So che era la tua migliore amica, quasi una sorella. Mi dispiace se la mia affermazione sia sembrata dura e mi dispiace.
Potter lo fissò. –Grazie, Malfoy- disse timidamente, come se stesse tastando le acque di questa loro nuova relazione. –Mi  dispiace di averti urlato contro-
Draco si strinse nelle spalle, con nonchalance . –Non era la prima volta-
Potter rise, un’altra lacrima gli solcò la guancia.
-Beh, è meglio se me ne vado adesso- disse Draco, ora più imbarazzato che mai. –Ci si rivede Potter-
-Ciao Malferret-

Draco ridacchiò, come se il nome che avevano sempre usato per offenderlo non gli desse poi tanto fastidio. Mentre si dirigeva verso gli ascensori, riflette sulla sua conversazione con Potter, non aveva idea del perché si fosse scusato con il ragazzo, sembrava così devastato che rabbrividì pensando che stava provando pietà per Harry. A lui, Draco Malfoy, importava del ragazzo che aveva sempre odiato, o meglio che gli avevano sempre imposto di odiare.. era sconvolto. Non era una cosa naturale, non per lui.  Forse era questa faccenda della Granger che lo stava ammorbidendo.
E’ inusuale il fatto che gli importasse così tanto della mezzosangue, negli anni non gli era mai importato di lei, ma adesso, sembrava fosse ovunque nella sua vita, nei sogni, sui giornali, con il suo migliore amico.  Doveva definitivamente togliersela dalla testa, aveva cose molto più importanti in fondo..

Quando arrivò nell’atrio, si diresse verso la reception, dove aveva lasciato la valigia alla receptionist. Se Blaise avesse avuto ragione, avrebbe dovuto acquistare un guardaroba nuovo. Afferrò la valigia e lasciò cadere un galeone sul bancone, concentrando tutti i suoi pensieri sull’indirizzo che Seamus gli aveva dato  Veloce come un lampo, Draco si materializzò attraverso l’Atlantico, fino in Canada,

Improvvisamente, si ritrovo nel mezzo di una grande citta, controllò d nuovo l’indirizzo e spalancò gli occhi, sorpreso di non aver sbagliato città, stato o strada, quello era proprio il Canada, e quella era proprio Toronto era sbalordito dal non vederla come se l’era immaginata. Non c’erano igloo , eschimesi o edifici costruiti con solo ghiaccio. Con un sorriso entrò nell’edificio che gli aveva indicato Seamus.

Era una bella costruzione, di dimensioni adeguate, quattro piani ed una grande, ampia e ariosa sala conferenze. Una vista brillante gli si presentava quando si affacciava alle finestre; un grande lago vicino. Era perfetto quel luogo per le Malfoy Industries.

Entrò nella sala conferenze, dove già tutti i suoi dipendenti, nuovi e trasferiti erano presenti, e si presentò, il più educatamente possibile.
Ottenere un nuovo ufficio pronto, non era stato facile. Aveva contribuito lui stesso a costruirlo ed arredarlo, la pittura, le sedie, ed altre cose banali. Aveva inviato le offerte di lavoro alla redazione della “Toronto profezia”, il nome del giornale della città per cercare altri maghi in grado di lavorare nella sua azienda. Aveva perfino visitato alcuni locali del luogo per capire cosa la società canadese preferiva. Quando finalmente si ritrovò in un nuovo letto stanco morto per quel suo frenetico primo giorno, Hermione Granger era l’ultimo dei suoi pensieri…
   
 
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