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Autore: _Sweet_Heart_    02/01/2015    1 recensioni
Nuova storia AU. Naturalmente è una storia TIVA e molto, ma molto FAMILY...
"[...]Si stavano dirigendo verso quella che sarebbe stata la sua nuova casa, con due nuove persone che si sarebbero presi cura di lei. Aveva paura di andare in case nuove, l’ultimo anno era stato molto difficile. Da quando aveva l’età di tre anni si era ritrovata sballottata da una casa all’altra[...]". In questa storia troverete Tony e Ziva già una coppia felicemente sposata, ma affronteranno insieme un momento delicato che molte coppie si possono trovare davanti. Nel loro caso si ritroveranno un piccolo angioletto di nome Emily...
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ciao...

BUON ANNO A TUTTI, spero che questo 2015 sia veramente un buon anno per tutti voi...

Ed eccomi qui con l'ultimo capitolo di questa storia. Spero che sia un buon finale per la nostra piccola Emily e la nostra coppia preferita.

ma vi lascio subito alla lettura...


Capitolo 15: Vacanze!

 

Dal giorno dell’udienza la vita della famiglia DiNozzo passò serenamente. La bambina, avendo la certezza di aver trovato finalmente il suo posto, fioriva sempre di più sotto le cure di Tony e Ziva e senza saperlo riempiva costantemente di felicità i cuori dei genitori. Il mese di Luglio passò in una sfocatura di gioia e velocemente arrivarono ad Agosto, e soprattutto arrivarono le vacanze.

Avendo accumulato, nel corso degli anni, moltissime ore di lavoro sia Tony che Ziva riuscirono a prendere un mese intero di ferie e ne approfittarono per organizzare un bel viaggio tutti insieme. La loro prima vacanza come una vera famiglia. Avevano organizzato un viaggio in Israele, in modo che Ziva potesse passare a salutare le tombe della sua famiglia e mostrare al marito e la figlia molte delle bellezze del suo Paese d’origine.

La settimana prima della partenza, Ziva si era occupata di portare Emily a comprare alcuni costumi da bagno per la settimana che avrebbero passato al mare di Haifa. Inoltre sapendo che le temperature sarebbero state molto calde, le comprò dei vestitini leggeri con delle ciabattine da spiaggia e un nuovo paio di sandalini adatti per le varie escursioni. La sera quando Tony tornò da lavoro Emily lo trascinò in camera sua per mostrargli tutti i suoi nuovi acquisti, tanto che Tony divertito dalla bambina pensò bene di farla giocare a fare la sfilata di moda, facendole provare tutti i vestiti comprati così da mostrargli come le stavano, mentre lui si fingeva uno stilista famoso. Non vedendoli riscendere per la cena, Ziva cominciò a preoccuparsi che i due ne stessero combinando una delle loro così salì a controllare. Arrivata in camera della bambina scoppiò a ridere di gusto vedendo il marito con una sciarpa intorno al collo che fingeva di sistemare al meglio il vestito sulla piccola modella.

Sentendo la risata di Ziva i due si voltarono con aria colpevole, cosa che fece ridere ancora di più la ragazza.

“mamma vieni stiamo giocando alle sfilate di moda” disse Emily con un bel sorriso

“si vedo Emily. direi l’ho capito da metà del tuo armadio sul letto” rispose divertita Ziva guardando il marito.

“mamma ma anche te oggi hai comprato i costumi nuovi, perché non vieni a giocare qui con noi?” disse, sempre sorridendo, Emily.

“oh si mamma vieni a giocare con noi” intervenne Tony, guardando maliziosamente la moglie

“oh noo, è quasi pronta la cena ed è il momento che mettiate tutto in ordine e andate a lavarvi le mani” disse seriamente Ziva, ignorando lo sguardo del marito,

“ooh ma papà deve vedere i tuoi costumi” provò a insistere la bambina,

“eh si papà qui deve vedere” continuò sogghignando Tony,

“non ci provare Tony. tranquilla Emily papà vedrà i costumi un’altra volta” spiegò Ziva “adesso è l’ora di cena” continuò a dire la ragazza, prima di uscire dalla stanza per tornare a finire di cucinare.

Stava per scendere le scale quando fu, improvvisamente, abbracciata da dietro. Lasciandosi andare tra le braccia del marito sorrise.

“la mamma mi farà vedere i costumi nuovi in una sfilata privata questa sera?” sussurrò Tony in un orecchio della donna.

“se lo stilista in questione si comporterà bene, forse si” rispose sensualmente Ziva,

“papà!!! Dove ti sei nascosto? Hai giocato anche te mi devi aiutare a mettere in ordine” chiamò Emily dalla sua cameretta, sbuffando un po’.

“ha ragione vai ad aiutarla” disse Ziva, ridendo della bambina e del marito “ricorda se ti comporterai bene, dopo giocheremo io e te insieme” continuò la ragazza,

“corro” disse Tony lasciandole un bacio sulla guancia e correndo verso la stanza della figlia, in modo da ordinare tutto il caos di vestiti.

“finalmente papà. Quando si finisce di giocare poi si deve riordinare tutto” disse con voce da maestrina la bambina, ripetendo una delle regole che le avevano insegnato.

“hai ragione principessa, papà adesso si farà perdonare” disse ridendo Tony.

Quella sera, mentre Emily dormiva, Ziva mantenne la sua promessa di fare una sfilata privata per il marito. Finendo con un sacco di divertimento per i due adulti.

 

La sera prima della partenza si ritrovarono tutti per una cena a casa di Gibbs, in modo da poter passare un po’ di tempo insieme, prima di stare lontani per un mese intero. Emily, al momento di tornare a casa, elargì baci e abbracci a tutti con le promesse di portare un regalino ad ognuno di loro. La mattina dopo la famiglia partì presto per raggiungere l’aeroporto. La prima tappa del loro viaggio fu NY, dove rimasero in visita per un paio di giorni da Senior e Linda. Emily fu molto felice di poter vedere, per la prima volta, la casa di nonno Senior. Naturalmente Senior non si risparmiò con le coccole e a portarla a fare passeggiate al parco sotto casa. la visita passò veloce, ma decisero di fermarsi nuovamente, per qualche giorno in più, una volta tornati da Israele. Il lungo viaggio in aereo esaltò e stancò tantissimo la bambina, la quale non finiva di voler stare in braccio a Ziva in modo da poter guardare bene le nuvole fuori dal finestrino. Il decollo e l’atterraggio la spaventarono un pochino, soprattutto perché dovette stare seduta sul suo sedile in mezzo ai genitori e le era vietato stare tra le braccia del papà. Durante il primo scalo, per superare le due ore di attesa, i tre DiNozzo passarono un po’ di tempo a giro per i negozio dell’aeroporto e Emily si fece compare delle piccole calamite del posto da poter attaccare al frigo in modo che tenessero appesi i suoi disegni. Finalmente dopo molte ore atterrarono a Tel Aviv. Dopo aver recuperato i loro bagagli e superato tutti i controlli, finalmente potevano lasciare l’aeroporto.  Stavano andando verso un noleggio auto, stranamente Ziva si sentì chiamare.

“mamma quel signore laggiù ti sta chiamando” disse Emily indicando un uomo che si stava avvicinando a loro. Per un attimo la coppia s’innervosì, non aspettandosi nessuno di loro conoscenza a prenderli; poi considerando il passato per un attimo temettero cattive notizie, ma invece più l’uomo si avvicinava più diventò chiaro di chi si trattava e la coppia si rilassò notevolmente.

“Ziva!!” salutò l’uomo avvicinandosi alla donna,

“Malachia, che piacere vederti” ricambiò il saluto Ziva, stringendo l’amico in un abbraccio. Dopo la morte di Eli, i due erano tornati in contatto e avevano ristabilito la loro amicizia su un lato personale e non più lavorativa, scoprendo l’uno nell’altra ottimi amici.

“che ci fai qui? Pensavo che ci saremmo incontrati direttamente ad Haifa la prossima settimana” disse Ziva sorpresa di vedere l’amico.

“papà, perché la mamma parla strano?” chiese Emily a voce alta, non capendo una sola parola detta tra la madre e quell’uomo a lei sconosciuto.

“ahahahaha tesoro la mamma non sta parlando strano. Parla solo in un’altra lingua. Ti abbiamo spiegato che questo è il Paese dove è nata la mamma e qui non parlano inglese, ma parlano in ebraico” spiegò Tony alla piccola ancora un po’ confusa,

“e quindi ora non capirò più cosa dice per tutte le vacanze?” chiese un po’ preoccupata Emily, facendo ridere tutti.

“ma no tesoro mio, parlerò sempre come a casa. solo a volte sarà necessario che parli anche in ebraico, perché qui non tutti conoscono l’inglese come noi” spiegò Ziva, prendendo la bambina in collo.

“ora vieni che ti presento un mio amico” continuò a dire la ragazza “questo è Malachia” presentò la donna,

“se parlo lui mi capisce?” si preoccupò di chiedere la piccola,

“ma certo principessa. Malachia qui penso parli tante lingue come la tua mamma” disse Tony sorridendo e salutando l’uomo,

“mai così tante come tua moglie, ma una buona parte” rispose Malachia, in inglese, mentre ricambiava il saluto di Tony.

“ciao amico della mamma” salutò la bambina,

“ciao piccola. Se non mi sbaglio tu devi essere Emily, vero?” chiese Malachia sorridendo alla piccola

“si sono proprio io” confermò la bambina appoggiando la testa sotto il mento della mamma e abbracciandola forte. A volte la sua timidezza tornava in mostra, ma comunque niente di allarmante come lo era nei primi mesi insieme.

“che ci fai qui?” chiese nuovamente Ziva

“sempre dritta la punto vedo” disse ridendo Malachia “comunque sono venuto a prendervi per accompagnarvi a casa mia” spiegò infine l’uomo,

“come a casa tua?” s’intromise Tony,

“si per questa notte sarete ospiti miei e di mia moglie. Anzi sarà meglio andare che Maria e Aviv ci stanno aspettando” disse sbrigativo Malachia non permettendo nessuna obiezione.

“ma Malachia non è necessario, possiamo andare in hotel come stavamo progettando di fare” disse subito Ziva,

“oh non accettiamo rifiuti in casa BenGuidon, quindi prendete le vostre valige e andiamo” disse l’uomo, prendendo una delle valigie.

“dacci almeno il tempo di prenotare una macchina per domani” disse Tony,

“oh non è necessario, stasera Orly sarà a cena con noi e ha intenzione di farvi avere una macchina del Mossad a piena disposizione per la vostra vacanza. Come vedete è tutto organizzato ora andiamo” disse nuovamente l’uomo, avviandosi verso l’uscita.

Una volta arrivati a casa di Malachia ci furono molte presentazioni e saluti. Emily fu molto sorpresa di scoprire che Aviv era un bambino di 6 anni e che parlava inglese come lei. Dopo aver sistemato le valige nella camera degli ospiti e sistemato Emily in camera con Aviv, gli adulti passarono parte del pomeriggio a parlare e recuperare il tempo distante. Emily e Aviv legarono velocemente e giocarono per molte ore insieme. L’ora di cena arrivò velocemente, così come Orly. Anche i rapporti con la donna erano migliorati e Ziva fu felice di poter passare un po’ di tempo anche con lei. La cena fu un affare molto piacevole. Nonostante la cucina tipica Tony e Emily mangiarono di buon gusto tutto quello che fu servito. Subito dopo il dolce, Ziva fu raggiunta da Emily.

“mamma posso stare in collo a te?” chiese la piccola stropicciandosi gli occhi assonnati,

“certo amore mio, vieni qui” disse Ziva prendendo la figlia in collo e cullandola contro il petto. Emily si sistemò in quella che per lei era una posizione comoda e presto si addormentò.

“eh un viaggio lungo eh?” chiese premurosa Orly, osservando la bambina.

“si decisamente. Poi questa è il suo primo viaggio” spiegò Ziva non togliendo per un attimo gli occhi dalla sua bambina.

“la tua famiglia l’avrebbe adorata. È una bambina così speciale” disse Orly “sono sicura che Eli è molto orgoglioso di te” continuò seriamente la donna, accarezzando delicatamente la guancia della bambina, evitando lo sguardo di Ziva.

“grazie” rispose Ziva, dopo un minuto di silenzio.

Malachia e Maria erano impegnati a sparecchiare la tavola, quindi non avevano assistito alla scena, ma Tony non aveva perso neppure un attimo di quel momento. Non voleva che quel viaggio si dimostrasse troppo difficile per Ziva. Prima di partire si era ripromesso di controllarla e sostenerla in caso di bisogno; anche Gibbs gli aveva chiesto di tenere un occhio su di lei anche per lui, e non aveva intenzione di mancare alla promessa. Fu felice di vedere che le parole di Orly non la turbavano, ma al contrario le fecero fiorire un dolce sorriso. 

La serata terminò presto, dato che anche Tony e Ziva erano molto stanchi dal viaggio e il fuso orario. Il giorno seguente, dopo aver salutato Malachia e la sua famiglia e aver preso accordi per incontrarsi la settimana dopo al mare, prima di partire in direzione di Be’er Sheva Ziva guidò in direzione del cimitero della città. Prima di partire aveva pensato che per evitare di rovinare la vacanza alla sua famiglia sarebbe passata a salutare tutti prima di ripartire. Pensava che rivedere le tombe di tutti, potesse essere molto difficile, ma dopo le parole di Orly si rese conto che sarebbe stata ingiusta ad ignorare così la sua famiglia solo perché spaventata all’idea di avere ricordi tristi. Naturalmente Tony l’appoggiò in qualsiasi scelta avrebbe preso, così quella mattina Ziva li guidò fino al cimitero. Una volta giunti alla zona della famiglia David, Tony e Emily rimasero un po’ in disparte. Ziva si avvicinò alle tombe dei genitori e dei fratelli intonando una preghiera per loro.

“papà che sta facendo la mamma?” chiese Emily a bassa voce, capendo anche lei che quello era un luogo dove portare rispetto.

“sta dicendo una preghiera in ebraico per la sua mamma e il suo papà” rispose piano Tony,

“oh” esclamò la piccola “ma loro sono un cielo vero?” chiese ancora.

“si. sono in cielo e con loro ci sono la sorellina e il fratello della mamma” spiegò Tony,

“e perché siamo qui, se loro sono in cielo?” domandò curiosa la bambina,

“beh vedi tesoro questo è un posto dove le persone possono venire a ricordare le persone che hanno in cielo. perché quando uno va in cielo, non ci va con tutto il corpo, ma ci va la sua anima che noi non vediamo. Così poi il corpo viene portato in questi posti dove tutti possono andare a trovarli e dire una bella preghiera” provò a spiegare Tony, un concetto non facile per un bambino.

Nel frattempo Ziva si era inginocchiata a raccogliere alcune pietre, per poi posizionarle sulle tombe di ognuno dei suoi familiari. Vedendo questo Emily si avvicinò e raccolse una pietra bianca tutta liscia.

“tieni mamma. Questa è bella” disse la bambina passando il sassolino alla madre,

“grazie tesoro mio” disse Ziva “ti va di aiutarmi a sistemarla per la tua zia Tali?” chiese la donna.

“si ti aiuto io” disse la bambina

“vieni ti faccio vedere” disse Ziva prendendo la mano della bambina per portarla più vicino alla tomba della sorella “ecco dobbiamo metterla per lei”

“oohh è molto carina” disse la bimba osservando la foto di Tali “ma te sei più bella mamma” disse innocentemente Emily ottenendo un bacio dalla madre.

Con il sassolino in mano, Emily si avvicinò e osservò attentamente dove poteva appoggiarlo. Dopo alcuni momenti allungò la sua manina e sistemò il sassolino vicino alla foto, mandando un bacino da lontano. Il gesto emozionò molto Ziva, la quale cercò di nascondere velocemente le lacrime. Vedendo la moglie un po’ in difficoltà, si affrettò a raggiungerla e passarle un braccio intorno alle spalle. Bastò sentire il marito vicino a lei per sentirsi meglio e più sicura, riuscendo così a ricacciare definitivamente indietro le lacrime.

“mamma! Papà! Vi piace dove ho messo il sassolino?” chiese la bimba euforica, ignorando l’emozione che aveva provocato nella madre.

“è perfetto amore. La zia sarà felicissima” disse Ziva sorridendo “vieni ora che ti mostro il nonno e la nonna” continuò Ziva, portando sia il marito che la figlia dai genitori.

Dopo la lunga visita al cimitero, i tre si fermarono a fare colazione in un bar per poi partire alla volta di Be’er Sheva, dove avrebbero passato tutta la prima settimana. Ziva aveva ancora la sua  casa di famiglia ed era lì che avrebbero alloggiato. La casa era ancora arredata in vecchio stile, am comunque era molto confortevole, in più si trovava isolata dalla città e aveva un grande giardino seguito da un grande aranceto. Emily fu felicissima di dormire nella sua nuova cameretta, soprattutto dal momento che venne a sapere che era la cameretta della mamma quando era piccola. Durante quella settimana si riposarono e si dedicarono a visitare molte tra cui le rovine di una città fortificata del periodo delle monarchia Israelita*. Si dedicarono a visitare la Vecchia Città; ma anche la stazione ferroviaria turca costruita durante la prima guerra mondiale, a visitare la casa del capo stazione e la torre idrica per alimentare i motori a vapore dei treni, la Saraya** oggi sede del comando della polizia cittadina, passarono un pomeriggio anche al Centro dell’Artigianato Etiopico***, dove comprarono una bambolina in paglia per Emily e alcuni centri ricamati; infine visitarono molti altri edifici che hanno formato la storia di questa città. inoltre avevano trovato un parco tranquillo dove passavano le ore del pranzo tra una visita e l’altra. L’ultimo giorno a Be’er Sheva lo trascorsero a casa, passando il pomeriggio a giocare con la bambina nell’aranceto.

Dopo cena Emily crollò addormentata e i due adulti ne approfittarono per passeggiare un po’ in giardino e a scambiarsi molte tenerezze. Tony sapeva che passare la settimana nella casa di famiglia non era facile per la moglie, e si volle assicurare di aiutarla a fare molti ricordi felici di loro insieme in quei luoghi. Ziva non poteva essere più felice di questo. Grazie a Tony, infatti, la ragazza raccolse nella memoria tanti momenti pieni di amore da unire a momenti meno gioiosi vissuti da bambina.

La tappa successiva nella loro vacanza era Haifa, località di mare. Quella settimana fu molto più rilassante per la famiglia DiNozzo. Passavano le loro giornate dalla piscina dell’hotel a giornate piene in spiaggia.

Durante una delle prime mattine al mare, Ziva decise di indossare uno dei suoi nuovi costumi, cosa che Emily notò.

“papà papà guarda il costume  nuovo di mamma. Te ancora non lo avevi visto” disse la piccola. Tony che stava aprendo l’ombrellone si voltò e riconobbe subito il capo indosso alla moglie, la quale gli stava sorridendo felice.

“oh si il costume che ancora non avevo visto” disse l’uomo, mandando uno sguardo piano di malizia alla moglie. I due smisero di fare quello che stavano facendo per osservarsi felici negli occhi, ricordando benissimo quello che era avvenuto la sera che Ziva gli aveva mostrato il suo nuovo acquisto.

“allora ti piace papà?” chiese Emily, ignara dei pensieri che stavano avendo i genitori,

“oh si è molto carino” rispose ancora sovrappensiero Tony,

“papà! devi dirlo alla mamma che è bellissima. Sai che non lo voleva comprare?” ordinò la bambina, rivelando un piccolo particolare che Ziva non aveva detto.

“non lo voleva comprare?” chiese sorpreso l’uomo,

“no no. Poi ho detto che era bellissima e che anche te avresti detto la stessa cosa. quindi ora glielo devi dire” disse seria Emily, spingendo il papà verso la mamma.

“ok ok vado a dirglielo” sospirò Tony, mentre Ziva ridacchiava davanti a quella scena.

“un uccellino mi ha detto che non volevi comprare questo costume” disse Tony avvicinando alla moglie e passandole un braccio intorno alla vita per avvicinarla a lui “perché non lo volevi prendere?” chiese curioso l’uomo,

“non ero sicura che mi andasse bene” rispose sinceramente la donna,

“ooh Ziva posso confermare che ti va benissimo” disse con un sospiro Tony “accidenti sei mozza fiato” continuò l’uomo.

“papà!!! Diglielo alla mamma” ordinò Emily da dietro la coppia,

“ok va bene glielo dico” finse di sospirare Tony “sei bellissima” aggiunse, ma questa volta il tono della sua voce non era né divertito né scocciato, ma semplicemente vero.

“grazie” sussurrò Ziva, dandogli un dolce bacio sulle labbra,

“ooh Ziva se ti serve un aumento di dosi di fiducia basta dirlo, stasera possiamo replicare quello che abbiamo fatto quando ti ho vista così la prima volta” disse sogghignando Tony.

“cosa dovete rifare papà?” chiese all’improvviso Emily, che si era avvicinata alla coppia e si stava facendo spazio tra i loro corpi per far parte dell’abbraccio.

I due adulti erano così avvolti in loro stessi che non si erano accorti che la bambina li stava ascoltando. Scoppiando a ridere imbarazzati Tony prese al volo la figlia e dopo aver dato un nuovo bacio alla moglie, iniziò a correre verso il mare.

“dobbiamo rifare questo” disse urlando l’uomo portando la bambina dentro l’acqua e buttandosi nell’acqua, senza far immergere la testa sotto l’acqua alla piccola, la quale doveva ancora imparare a nuotare.

“PAPA’!!” urlò la bambina divertita “MAMMA AIUTAMI” chiamò la piccola. Dopo aver sistemato i vestiti di tutti sotto l’ombrellone, con la loro borsa frigo, pure Ziva ridendo li raggiunse in acqua, dando inizio ad una piccola lotta di schizzi e scherzi.

A metà settimana furono raggiunti per una giornata da Malachia, Maria e Aviv. I sei passarono la giornata facendo un bellissimo pic-nic sulla spiaggia, in una piccola caletta poco frequentata. I due bambini passarono la giornata a cimentare sempre di più la loro amicizia appena scoperta, divertendosi un mondo, in particolare quando coinvolgevano nei loro giochi i loro papà. La giornata passò troppo velocemente per i gusti dei bambini, anche se al momento di salutarsi stavano crollando dal sonno tutti e due. Il resto della settimana passò tranquillamente tra sole, spiaggia e divertimento. Fino a quando non fu nuovamente il momento di tornare a Tel-Aviv per gli ultimi giorni di vacanza prima di tornare a casa.

A Tel-Aviv ne approfittarono per rendere la macchina al Mossad e salutare gli amici, per fare un giro generale della città e per concludere per un’ultima visita al cimitero. Ben presto si ritrovarono nuovamente in aereo, per affrontare il viaggio di ritorno e tornare alla loro vita quotidiana.

 

Quella notte in aereo, mentre tutti dormivano, Ziva si soffermò a guardare il marito addormentato che stringeva sul suo petto il corpicino della figlia, anche lei addormentata. Anni avanti non avrebbe mai creduto che la sua vita sarebbe arrivata a quel punto, neppure l’anno precedente avrebbe mai immaginato che tutto sarebbe cambiato e stravolto così completamente. Uno stravolgimento pieno d’amore per lei e Tony. Ed ora eccola lì una mamma a tutti gli effetti, una moglie sempre più innamorata del suo compagno e ricambiata del suo amore. Non poteva desiderare di più. Era impaziente di vivere questa sua vita con la sua bambina e Tony, e chissà che cosa altro aveva in serbo il futuro per loro. Di una cosa era convinta, qualsiasi cosa fosse stata se era con la sua famiglia sarebbe andato tutto bene. Sorridendo alle due persone più importanti della sua vita, si chinò a posare un dolce bacio sulla fronte ad ognuno per poi addormentarsi pure lei sulla spalla del marito, il quale avvertendo la moglie adagiarsi sorrise nel sonno.

 

 

Note:

* luogo in Be’er Sheva che esiste veramente ed è stato dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2005.

 

** il Palazzo del Governo

 

*** Centro dell’Artigianato Etiopico dove le donne immigrate conservano le antiche tradizioni artigiane degli Ebrei Etiopi, così come vengono praticate nei loro villaggi, dedicandosi a confezionare oggetti di terracotta, ricami, sculture, e manufatti in paglia.

 

Note dell’autrice:

 Pure questa storia è finita (ma non sparirò :P )

Mi dispiace lasciare Emily, m’infondeva tenerezza, ma è giusto così…almeno tutto è finito bene, e sono tutti felici…

Ma passiamo ai ringraziamenti…

In primis GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE a  meggie90 sempre presente e di supporto XD

 

Ma grazie anche a tutti voi che avete sempre letto la storia e a coloro che hanno lasciato un commento.

-       Cateyes92

-       TIVA01

-       1971francesca

-       Pandy12

-       Ziva4ever

-       Emill_ (che spero si sia ricreduta leggendo la storia)

 

(alla prossima settimana, che tornerò con un nuovo capito di “Restart”)

  
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