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Autore: Juja    03/01/2015    1 recensioni
“Perché nessuno crede che i licantropi, le fate, le streghe , i fantasmi ed i vampiri esistano? Io ne sono testimone, sono stata a contatto con loro e rabbrividisco al solo pensiero che un licantropo mi sfiori la pelle o mi sussurri qualcosa all’orecchio. Ho conosciuto vampiri più dolci e sensibili di molti esseri umani e altrettanti spietati e meschini. Ho una strega per amica e tante fate pronte a proteggermi dalle insidie di questa mia vita folle e movimentata, ma ho paura, tanta paura. In un solo istante, tutta la mia vecchia vita noiosa e piatta diventa una burrascosa avventura! I miei amici, momentaneamente ancorati alla vita normale, sono scettici e scostanti di fronte alle vicende che accadono e si susseguono, ma saranno obbligati a ricredersi, questo è sicuro!”
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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I giorni passavano uno dietro l’altro, troppo velocemente, e Julia cominciava a fremere e diventare nervosa al solo pensiero di dover lasciare Franck; non voleva ritornare a Los Angeles, il suo cuore era là, nella sua terra natia accanto al suo innamorato e si sentiva immensamente triste.
Prese il cellulare per inviargli un sms e s’imbatté su un vecchio messaggio di Romy, la sua grande amica e coinquilina così pensò bene di farle una sorpresa.
Driiin … driiin … driiin …
-   “Julia?!? Amica mia, che sorpresa!!! Valeee c’è Julia al telefono, corri! Come stai? Ti manchiamo? Tu tantissimo!!!” rispose tutta eccitata.
-   “Ciao cuore mio! Sto benissimo, grazie e tu? Voi? Certo che mi mancate, moltissimo e ho troppe cose da raccontarvi … metti il vivavoce! Ciao Vale mia! Come va? Avevo davvero una gran voglia di sentirvi!” e così raccontò dell’incontro con Franck, accennò qualcosa riguardo Alex e Daniel (omettendo, per ovvie ragioni e per rispetto nei loro confronti, il fatto che fossero dei vampiri) e restarono al telefono per più di un’ora.
-   “Abbiamo una settimana di vacanza, disinfestazione obbligatoria all’università! Hanno trovato ratti e scarafaggi, in quantità industriali, nella cantina … quindi, se ti fa piacere, vorremmo venire a trovarti! Che ne dici?” le chiese Valentine.
Julia era davvero entusiasta, voleva presentare Franck e gli altri alle sue amiche e così propose di andare a prenderle all’aeroporto e di trovar loro un alloggio confortevole ed economico.
Romy e Vale erano al settimo cielo e per di più avrebbero viaggiato in aereo insieme per la prima volta!
-   “D’accordo è perfetto July! Allora Vale ed io, ti aggiorneremo più tardi! Bacioni!!!” e chiusero.
Cercò di raggiungere Franck ma risultava occupato e un secondo dopo il suo telefono squillò: “E’ da mezzora che cerco di parlarti, mi stavo seriamente preoccupando, pensavo ti fosse successo qualcosa, tutto bene tesoro mio?”.
Il suo modo di parlarle … quel tono ah … come la facevano sospirare e sussultare ogni volta.
-   “Ti chiedo scusa, parlavo con le mie coinquiline e sai com’è … una parola tira l’altra e abbiamo perso la cognizione del tempo. Devono venire a trovarmi tra qualche giorno e stavamo programmando il soggiorno e poi ho parlato di te e … poi …”.
-   “Ma non devi scusarti piccola mia e neanche giustificare le tue azioni, non potevi mica sapere che ti avrei chiamato! Volevo sapere come stessi e ricordarti che più tardi dobbiamo svolgere un compito … Rosy ti attende”.
-   “Ah sì, è vero, la cosa non mi entusiasma per nulla ma, una promessa è sempre una promessa. Allora vado a fare una doccia, mi preparo e vengo da te, sei d’accordo?”.
-   “Perfetto, come preferisci. Ti aspetto, un bacio” e si salutarono.
Julia era contenta di compiere una buona azione ma, allo stesso tempo, era frustrata all’idea che uno spirito dovesse utilizzare il suo corpo per terminare delle questioni lasciate in sospeso.
Cancellò quei pensieri, raccolse i suoi lunghi capelli in una graziosa coda di cavallo, indossò una semplice tuta da ginnastica, prese le chiavi della macchina e andò a raggiungere il suo amato.
Arrivata a destinazione, bussò alla porta e qualche secondo più tardi, Franck aprì; era appena uscito dal bagno con un mini asciugamano azzurro avvolto nei fianchi che lasciava intravedere i muscoli delle cosce e l’inguine liscio e ben segnato.
Il petto, muscoloso e turgido, brillava grazie alla miriade di goccioline d’acqua, il ventre era perfettamente scolpito e marcato e quelle spalle, così grandi e possenti, che solo loro avrebbero potuto sostenere il peso del mondo intero la fecero arrossire al punto che distolse lo sguardo e chinò la testa per nascondere l’eccitazione.
Franck sorrise e le sollevò il mento per fissarla negli occhi e la baciò.
-   “Buongiorno tesoro mio, sono contento di vederti e devo ammettere che sei sexy anche in questa tenuta così sportiva! Dammi 5 minuti e sarò di nuovo tuo”.
L’unica cosa che seppe rispondere fu un “Okay” alquanto stitico e si sedette sul divano ad attendere.
Sentì dei passi leggeri provenire dalle scale, era Violet che sorseggiava un po’ di sangue da una sacca e quando si accorse di Julia, la nascose come fosse in imbarazzo, ma lei le rispose che poteva tranquillamente terminare e che al contrario apprezzava che si nutrisse così piuttosto che andare a fare stragi di esseri umani.
Violet sorrise e si sedette accanto a lei.
Parlarono del più e del meno, fecero conoscenza e dopo un po’ Franck arrivò.
Indossava anche lui una tuta da ginnastica, scarpe da tennis e un bel paio di occhiali da sole che risaltavano ancora di più il suo bel viso.
Salutarono Violet e si avviarono verso il cimitero.
Una volta sul posto si accorsero che vi era un sacco di gente e intravidero un corteo funebre, si trattava di un seppellimento, e una donna urlava disperatamente pregando di arrestare quel mostro che aveva massacrato suo figlio.
I due si guardarono e si resero conto che i nemici non davano tregua a nessuno.
Si addentrarono nel cimitero in cerca di Rosemary, ma invano.
Arrivarono sulla sua tomba e attesero.
Le urla strazianti di quella mamma fecero rabbrividire Julia, che cercò Franck e lo abbracciò.
Qualche minuto più tardi Rosy arrivò con il capo chino e il viso rigato di lacrime.
-   “Ciao amici miei … che tristezza … mi ricorda tanto il mio funerale. Franck, tu e i tuoi dovete fermarli, non si può andare avanti così, troppe tragedie … troppe lacrime … troppo di tutto”.
-   “Ciao Rosy, sì abbiamo visto, era davvero straziante. Ti assicuro che stiamo cercando in tutti i modi di annientarli, ma non è così facile, credimi. Per ora, anche se devo ammettere che mi mancherai tantissimo e vorrei non doverlo fare, ma sarebbe da egoisti, dobbiamo completare il tuo passaggio nell’aldilà”.
Rosemary lo guardò con aria triste e fece cenno con la mano come volesse accarezzargli una guancia poi disse: “Julia, sei pronta? Non avere paura!”.
-   “Sì piccola, sono pronta … speriamo bene”.
Rosy si lanciò verso di lei e scomparse nel suo corpo.
La tuta da ginnastica si gonfiò, il corpo di Julia cominciò a rimpicciolirsi e accorciarsi, finché una manina toccò il braccio di Franck e una vocina disse: “Avevo dimenticato come fosse bello il contatto umano!”.
I due si abbracciarono e strinsero forte l’uno all’altra e le accarezzò delicatamente i capelli e il viso come un vero padre fa con sua figlia.
-   “Bene ora al lavoro. Accompagnami al 390 5th Avenue per piacere”.
E così fece.
Il palazzo sembrava abbandonato, alcune finestre erano state murate e il citofono era guasto.
Il portone, completamente mangiato dai ratti, era socchiuso e nell’aprirlo, un odore di vecchio stantio fuoriuscì facendoli tossire entrambi.
-   “Non volermene, per piacere, ma devo sbrigare la faccenda da sola. Aspettami in macchina”.
Le diede un bacio sulla fronte e se ne andò.
Rosemary salì i gradini, uno dopo l’altro, lentamente per far passare quel senso di ansia e rabbia che stavano per inghiottirla e, arrivata all’ottavo piano cercò l’interno 15 e bussò.
Attese ma nessuno rispose.
Bussò ancora e questa volta più forte.
Niente.
Decise di sedersi per terra e riflettere sul da farsi quando, dei passi non proprio felpati e una tosse stizzosa avanzavano sempre di più verso di lei.
Si alzò di scatto e si sporse sul corrimano della scala per avere la conferma che fosse suo padre e, con sua grande sorpresa, lo vide; era notevolmente sudicio e trasandato, aveva le sembianze di un barbone e la sua puzza si avvicinava sempre di più soffocandola.
Si nascose sulle scale e vide il suo enorme sedere piegarsi in cerca della chiave che si trovava sotto lo zerbino, aprì la porta e Rosy gli si avvicinò.
-   “Papà, ti ricordi di me, tua figlia morta?”.
Lui si girò di scatto riconoscendo la voce e, nel vederla, arretrò a tal punto che cadde lungo disteso sul pavimento di casa e strisciando come un verme cercava di sfuggire a quella presenza.
Lei avanzò, chiuse la porta e rise.
-   “Nooo … non è possibile … che diavolo è questa stregoneria?!? Tu … tu sei morta e davanti ai miei occhi per giunta … il funerale … “.
-   “Certamente che sono morta e per causa tua aggiungerei, lo hai dimenticato? Ti ho visto al funerale nascosto dietro un albero tutto tremolante … come eri patetico … ma sono tornata. Sono tornata da te per un ‘ultimo’ saluto”.
Tese la mano come per volerlo aiutare ad alzarsi ma, per tutta risposta, si fece forza, si alzò e corse verso la finestra gettandosi nel vuoto.
Un tonfo sordo e poi il silenzio.
Franck abbandonò l’auto, si avvicinò al cadavere e guardò verso l’alto, Rosy era affacciata con la bocca aperta e gli occhi spalancati.
Veloce come un razzo salì all’ottavo piano, prelevò Rosy, la caricò in macchina e partì.
-   “Io … non l’ho ucciso io … si è buttato … non avrei potuto fermarlo …”.
-   “Lo so piccola mia, ti credo … ora andiamo in cimitero … il tuo calvario è finito. Sarai infine libera”, una piccola lacrima solcò il viso di Franck e Rosy allungò la mano e lo accarezzò sulla schiena.
Arrivati al cimitero si sedettero sulla sua tomba e Rosy disse: “Non ci sarei mai riuscita senza Julia e tanto meno senza di te. Sei stato il padre dolce e premuroso che non ho mai avuto e vi proteggerò da lassù, promesso. Cercate di annientare il male che sta seminando tutti questi morti e non permettere a nessuno di fare del male alla tua amata e ai suoi amici” e pianse disperatamente.
-   “No, non fare così piccina mia, sappi che non ti dimenticherò mai” e il suo spirito abbandonò il corpo di Julia che cadde al suolo afflosciandosi come un sacco vuoto.
Franck pianse e, nel momento in cui stava per risvegliarsi, asciugò velocemente le lacrime e la sollevò.
-   “Mi sembra di avere dormito un’eternità … se n’è andata vero? Non ho neanche potuto salutarla”.
-   “Sì, finalmente è libera … ti saluta e ringrazia infinitamente per ciò che hai fatto per lei” e l’abbracciò, poi la prese per mano e rientrarono a casa.
Durante il tragitto, Franck non parlò quasi per nulla a meno che non gli si ponesse qualche domanda e ad un tratto scoppiò in lacrime: “Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, ma non pensavo facesse così male. Nella mia lunghissima vita, e credimi ne ho passate davvero tante, ho perso diverse persone a me care ma con lei è come se avessi perso una figlia. Ci conoscevamo da quasi diciassette anni … è stato un incontro casuale … mi ha notato al cimitero, si è accorta della mia rabbia e si è avvicinata in silenzio pensando che non l’avrei vista.
Poi mi ha accarezzato la nuca sussurrando una sola parola ‘calmati’. Mi sono girato di scatto ed è fuggita … ma qualche giorno dopo era là, si è mostrata e beh, il resto lo sai … e ora? Non c’è più …”.
Julia lo abbracciò e pianse con lui, poi cercò di consolarlo e si baciarono intensamente.
La guardava come se fosse l’essere più bello mai visto prima di quel momento e le accarezzava il viso con le sue stesse guance carpendone il profumo.
Sentì il cuore di Julia pompare rapidamente il sangue con un battito alquanto accelerato e le fissò la gola.
-   “Hai sete?” gli disse con gli occhi da cerbiatta senza mostrare alcun timore o paura.
-   “Ti chiedo scusa” e distolse rapidamente lo sguardo.
-   “Rispondimi”.
-   “Sì, ma non lo farò mai. Ho promesso di proteggerti, non di farti del male … io  … ti amo Julia”.
Lo guardò come se le avesse assestato lo schiaffo più potente del mondo e la respirazione aumentò.
Mordicchiò il labbro inferiore e rispose: “Anch’io ti amo, Franck”.
Si fissarono a lungo poi le prese le mani e la tirò verso di sé.
Le passò un dito sulle labbra disegnandone il contorno e scese sul collo, abbassò la cerniera lampo della felpa e gliela tolse.
Qualcuno bussò sul vetro facendo cenno di uscire dall’auto.
Era Alex e il suo sguardo non preannunciava niente di carino.
-   “Violet è scappata, vieni subito Franck” disse senza fare caso a Julia o scusandosi.
I due scesero dall’auto e Julia entrò direttamente in casa.
Sentì Alex che parlava di vendetta, di Red e di un bosco ma non captò altre informazioni.
-   “Tesoro, io, Alex e Daniel dobbiamo andare a cercare Violet prima che faccia qualche idiozia o peggio, che si faccia uccidere. Tu resta qui, chiudi a chiave e sali in camera mia. Torniamo presto, stai tranquilla. Se ti va chiama Sandy così non resterai sola. Mi dispiace per prima, recupereremo” le sussurrò all’orecchio, la baciò sulle labbra e uscirono.
Chiamò subito l’amica che, fortunatamente, aveva appena finito di lavorare e decise di farle compagnia; nel frattempo aprì il frigorifero in cucina e cercò un po’ di succo di mirtillo e bevve.
Il rumore dell’auto di Sandy la tranquillizzò e le andò incontro.
-   Amica che succede? Ti ho sentito parecchio scossa al telefono”.
Julia le spiegò tutto, spense le luci, chiuse la porta a chiave con tre mandate, mise il chiavistello e si spostarono in camera di Franck.
-   “Sai per caso qual è la camera del mio amore?”.
-   “No … e spero che non andrai a curiosare senza autorizzazione!” le intimò puntandole un dito contro.
-   “Dai cinque secondi, il tempo di una sbirciatina veloce”.
-   “Fai quello che ti pare, io non ti seguirò. L’unica cosa che mi ricordo è che in camera sua c’è il frigo con il loro ‘cibo’. Per il resto non so altro”.
Sandy, tutta entusiasta, sgattaiolò nel buio in cerca della camera di Daniel.
-   “Ho trovato il bagno per ora, che carino! E che pulito! Tutto profumato e in ordine!”.
Julia scosse la testa.
-   “Posso accendere la luce così evito di cascare giù per le scale?”.
-   “Sì fai pure! Fatti una doccia e prepara la cena, tanto sei a casa tua e non se ne accorgerà nessuno! Sandy vieni immediatamente qui e piantala!”.
-   “No, no e no!!! Voglio almeno vedere il suo letto … dove si corica il mio ‘angelo’! Voglio sentire il suo profumo”.
Julia sbuffò ma le disse di accendere pure poiché non voleva avere la sua morte sulla coscienza.
-   “Trovata! Che ordinato! Il letto è grandissimo e morbidissimo! … pensavo dormissero nelle bare … invece …”.
Julia pensò che l’amica fosse ormai senza alcuna speranza e sorrise tra sé e sé.
Terminata l’ispezione, senza aver trovato nulla d’interessante o compromettente, decise di ritornare dall’amica che camminava avanti e indietro nella camera e di tanto in tanto leggeva i titoli dei cd musicali e dei dvd che Franck aveva saggiamente catalogato per genere.
Sentirono un rumore provenire dal salone, come se qualcuno volesse aprire la porta e il campanello suonò.
Andarono a verificare e vedendo i ragazzi aprirono.
Violet era con loro, legata come un salame, imbavagliata e furiosa.
-   “Potevate anche piazzare mine antiuomo nel giardino per proteggervi” disse Alex a mo’ di sfottò e passando davanti a tutti come fossero trasparenti.
Erano tutti attoniti e disgustati ma lo lasciarono perdere; si occuparono, invece, di Violet liberandola e facendola sedere su una poltrona e minacciandola di morte se si fosse mossa.
-   “Sono una prigioniera ora? Lasciatemi in pace, voglio uscire” strillò.
-   “Visto che non sai come comportarti e credi pure di essere invincibile, sì considerati una prigioniera. Credevo di essere stato abbastanza chiaro riguardo Red, Earl e Otis ma, con mia immensa sorpresa, mi sbagliavo” le rispose Franck in tono aspro e duro.
Violet sbuffò e gli disse di andare al diavolo.
Ormai nessuno faceva più caso agli umori di Violet e del suo creatore, tale padre … tale ‘figlia’ pensavano.
Julia chiese di poter rientrare a casa in quanto si sentiva spossata, sicuramente a causa dell’intenso pomeriggio e Sandy, invece, chiese di poter rimanere a dormire con Daniel (dopo aver visto quel mega – letto non poteva assolutamente far finta di niente).
Franck acconsentì e Daniel accettò entusiasta la proposta del suo amore.
  
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